Buon compleanno Patrizia!!! Tanti tantissimi auguri!!!
Anfore infrante
parte II
di Hymeko
"Oh, sono arrivati i rinforzi?"
La sconosciuta scosse i capelli neri e crespi, non bei ricci come quelli di Ayako, che le spuntavano dalla testa come un pesante casco unticcio. Di una lunghezza assurda, né corti né lunghi, rendevano la sua faccia una palla ancora più tonda di quanto non fosse già.
Non era bella, decisamente no. Nemmeno brutta…sono una squallidissima, pienotta ragazza al limite del normale. Senza alcuna qualità speciale.
"E tu chi sei?"
Hanamichi camminò imperterrito fino ai suoi amici, senza lasciarsi distrarre dallo sguardo parecchio vacuo della ragazza. Sembrava aver bisogno di un buon paio di lenti…molto spesse.
"E perché mai dovrei presentarmi?"
Irritante, strafottente, si faceva beffe di loro…il rossino già la detestava a morte, mentre si inginocchiava accanto a Miyagi e a Ayako.
"H-Hanamichi…"
Il piccolo play bofonchiò il suo nome, stringendo la ragazza.
"…ha fatto qualcosa alla mia Aya…non riesco a svegliarla…si sta…speg…"
"No!"
Il giovane afferrò per una spalla l’amico, e lo scrollò forte…non gli avrebbe permesso di finire. Non poteva concedergli di arrendersi, per Ayako e per loro!
"Non dire altro! Abbiamo passato momenti peggiori!"
Era vero, da un certo punto di vista…molti di loro feriti, senza una guida e una più pallida idea di che fare. Ma era anche vero che allora c’era stata l’Anfora a vegliare, anche se loro non lo sapevano…
Hanamichi socchiuse gli occhi, osservando la ragazza che lo adocchiava interessata. Quanto la trovava irritante…
"Non ho mai toccato una ragazza, e non avrei mai voluto farlo ora. Ma non mi lasci molta scelta…rendi la salute ad Ayako, e sparisci!"
Voce bassa, pericolosamente vicina a un ringhio, occhi ardenti di braci…aveva spaventato tipi grossi una volta e mezza lui, con quella faccia. Puro teppista, niente bontà, solo massacri e botte, denti spezzati e testate rabbiose, sangue sputato nel fango, fatto mandare giù a forza ai poveri, patetici vermiciattoli che avevano osato sfidarlo…nessuno, nemmeno il suo ragazzo osava contraddirlo, quando s’arrabbiava davvero.
Ma la ragazza rise. Scioccamente, come non avesse capito nulla.
O come non volesse capire…
"Dimmi, Hanamichi Sakuragi…"
tentò di cinguettare, ricavandone una figura patetica…
"…dov’è il bellissimo Rukawa? O meglio…Kaede"
Il rossino perse tutta la sua baldanza, annichilita in meno di due secondi.
Sapeva di loro. Sapeva del loro rapporto.
Bellissimo, così aveva definito il suo ragazzo…a quella strega piaceva Kaede.
E aveva battuto l’Anfora di magia in uno scontro diretto, anche se non propriamente leale, probabilmente.
Ma la sostanza non cambiava, Ayako era sconfitta e non sembrava certo fingere, quella volta.
Kaede.
Il suo cuore perse qualche colpo, mentre si mordeva a sangue le labbra. Solo un pensiero gli ronzava in testa: lei che glielo portava via.
Una fitta lo riportò alla realtà…sarebbe morto senza di lui.
‘Meglio che un’esistenza in solitudine…’
pensò, mentre avvertiva una mano stringere le sue. Sendo…era con lui.
Sorrise. Non l’avrebbe affrontata da solo…anche se non aveva speranze con lui, il porcospino gli stava offrendo il suo sostegno.
‘Dovrei almeno schioccargli un bacio su una guancia…’
pensò, ripromettendosi di trovare un momento di solitudine, lontano dai tentacoli gelosi di Rukawa e di Koshino.
"Allora, dov’è il tuo ragazzo? Perché non ha cenato con voi?"
"Non è venuto"
buttò là, mentre si rendeva conto che quella non sapeva nulla della trasformazione in volpe.
Rukawa c’era eccome, era sulle sue ginocchia a ingozzarsi…ma lei non lo sapeva, in qualche modo.
‘Grazie Ayako, farò il bravo agli allenamenti, d’ora in poi’
La giovane gemette, stringendo forte un lembo di tunica di Miyagi.
"Ma davvero? E tu pensi che io ci creda? Che geloso com’è, ti lasci solo col porcospino?"
Koshino ringhiò, afferrando una manica del suo ragazzo…non gli piacevano le occhiate che la tipa scambiava fra il rossino e il suo Akira…doveva tenerli divisi, Sendo era solo suo!
"Non me ne frega un cazzo di quel che credi, basta che rimetti Ayako a posto e ti levi dai piedi!"
Hanamichi iniziava a stancarsi. La senpai stava male, e lei faceva strane allusioni sul suo ragazzo, uno che proprio non c’entrava nulla, che non doveva essere tirato in ballo…
‘Maledizione!!! Se non torno in fretta quella volpastra verrà a cercarmi!!!’
Non voleva che si preoccupasse…e soprattutto che entrasse in contatto con quella pazzoide. Se in qualche modo avesse scoperto la verità…rabbrividì, mentre lo stomaco gli si bloccava.
"Ah no. L’Anfora è a posto così. Ma io no…ho accettato quest’incarico proprio per avere Kaed-"
"Non lo chiamare per nome!"
Gli occhi miopi della giovane si strinsero, e Hanamichi volò per aria, un rivolo di sangue che si librava nell’aria, imitando l’arco formato dal corpo, obbligato ad un innaturale piegarsi.
Senza un suono cadde rovinosamente a terra, sbattendo violentemente contro un albero, le gambe afferrate da un intricato innalzarsi di spine, in un cespuglio di rovi.
Sendo scattò verso di lui, mordendosi le labbra e soffocando ogni genere di maledizioni, mentre il suo ragazzo gli correva dietro, molto più preoccupato che la sconosciuta attaccasse di nuovo, che per il rossino.
"Akira giù!!!"
Koshino scattò, gettandosi contro l’alto asso del Ryonan e tirandolo a terra, mentre una raffica d’aria sradicava i sottili alberi sotto cui s’erano rifugiati.
"Lasciali stare!!!"
Tutti i ragazzi schizzarono in piedi, non avevano più le loro armi ma a nessuno importava nulla, uno di loro giaceva svenuto e due erano stati abbattuti nel tentativo d’aiutarlo, quello era abbastanza per agire, gliel’avrebbero fatta pagare, nessuno poteva trattare così tre di loro, e sperarla di passarla liscia.
La giovane sbuffò, e la terra iniziò a scuotersi, a vacillare sotto il tormento di un potere maligno, a urlare mentre si spaccava e veniva trascinata su dal vento, a schiaffeggiare e ferire i loro volti…la natura stessa piangeva, ma non poteva arrestare la propria, innaturale, rivolta…
E poi tutto finì, la calma tornò quando ognuno fu a terra, gli occhi gonfi e le labbra spaccate, i capelli arruffati pieni di terriccio, fili e rametti secchi che prendevano in giro le vere corone dei re…solo Miyagi era rimasto fermo, a proteggere col proprio calore, e con le lacrime agli occhi, la ragazza di cui era sempre stato innamorato.
"Mi sono divertita abbastanza…in attesa di incontrare Kaede, lui lo porto via io"
Sendo mugugnò, quando Koshino lo obbligò a rimanere lì.
Hanamichi volteggiava in aria, le gambe dei pantaloni stracciati, la pelle graffiata dai rovi costretti a ghermirla. Il sangue secco tratteggiava brutte strisce rosse, così sottili da essere quasi invisibili, ma l’immaginazione bastava a seguirne i tratti…non erano belli.
Soprattutto, non erano giusti.
Quei due avevano già sofferto tanto, sia singolarmente che come coppia…che diritto aveva il fato d’accanirsi ancora contro di loro?
"Lascialo stare!!!"
Sendo strillò più forte che poteva, non solo per se stesso. La sua voce era anche di Rukawa, che non la possedeva più. Che cosa poteva fare per aiutarli? Voleva Hanamichi felice, prima che vederlo con sé…con che faccia sarebbe andato dal volpino, a dirgli che gliel’avevano portato via davanti agli occhi? Che cosa doveva fare?
"No…lo lascerò libero appena avrò il bel Kaede…di certo lui smuoverà mari e monti per ritrovare il suo prezioso ragazzo, quindi non dovrò aspettare molto…"
e scomparve, silenziosa e leggera com’era venuta, incredibilmente leggiadra per la sua stazza non indifferente.
………
Sendo di voltò, barcollando. Aveva sentito un piccolo, triste guaito. Un suono addolorato, confuso.
Conosciuto. Solo un essere, lì, avrebbe potuto produrlo.
Fra le lacrime di Haruko e i tentativi del fratello di calmarla, due occhi blu notte osservavano spalancati la scena.
Hanamichi emise un flebile gemito, il dolore che lo accompagnava fuori dal sonno. Non era più protetto dall’incoscienza…la sofferenza che lo pervadeva si faceva sentire tutta, nelle membra e nell’animo.
Cos’era successo? Non lo ricordava. C’era uno schianto, nella sua memoria. Un duro colpo contro il terreno –o forse un albero?- e poi il buio.
Dov’era? Boh…non riconosceva il posto, e la fitta penombra non lo aiutava. Era al chiuso, poco ma sicuro. L’aria libera non lo accarezzava, faceva anzi fatica a farsi largo, come spifferi sottili fra assi polverose. Sì, polvere. Il suo olfatto la riconosceva. Disgustoso, infido pulviscolo che riusciva a introdursi ovunque…perché lì l’aria era così sporca? Come mai la luce non filtrava con lei? Era notte? O il cielo era vittima di un temporale?
‘No…non sta piovendo’
Non c’era rumore, né di natura, né di vita umana. Che fosse in un luogo isolato? Non lo sapeva…
Com’era arrivato lì? Anche se non aveva certezze, poteva azzardare una risposta, per quello. Probabilmente, dopo lo schianto, era svenuto. E i complici della ragazza, nascosti da qualche parte, erano saltati fuori e l’avevano rapito. Sì, doveva esser andata così. Non sapeva dove si fossero imboscanti per non farsi scoprire da Ayako, ma di certo dovevano esserci. Insomma, quella tipa era un mezzo armadio, ma portare via lui…
‘Ma non ha avuto problemi a sconfiggere l’Anfora…’
si ricordò, sospirando. Se aveva usato la magia…se l’avesse usata contro di lui…era perso. Non poteva aver successo dove Ayako aveva fallito. Non era così esaltato da pensare di spuntarla. L’avrebbe fatto a pezzi.
L’idea gli diede il voltastomaco…non voleva morire, assolutamente. Non aveva passato ancora abbastanza vita accanto al suo ragazzo.
Kaede. Chissà com’era agitato, in quel momento.
Sorrise…lui avrebbe dato fuori di matto, se le posizioni fossero state invertite. Ma il volpino…probabilmente non stava strepitando come una gallina impazzita, ma dentro era decisamente più fuori di quanto sarebbe stato lui. Non che Rukawa lo amasse di più, semplicemente era molto, molto più possessivo, e geloso.
‘Reminiscenze del tempo in cui ero indeciso fra lui e Sendo, probabilmente’
Rukawa era la classica persona che avrebbe tanto voluto eliminare fisicamente i problemi che si frapponevano fra loro, e in una situazione del genere, probabilmente era al limite della calma.
‘Fortuna che è un volpino…spero che riescano a trattenerlo’
Sapeva che era una speranza flebile, ma se almeno l’avessero trattenuto quel tanto che bastava per esser irraggiungibili, il cucciolo non si sarebbe trovato fra le grinfie della cicciona.
Perché quella, non comprendeva bene come, non sapeva nulla…se non li avesse raggiunti, non avrebbe dovuto preoccuparsi.
‘Ma chi credo di ingannare? Kaede arriverà di certo’
sospirando, decise di provare a muoversi. Era inutile arroventarsi l’anima sul pensiero di Kaede e la sconosciuta assieme, era certo che sarebbe avvenuto, quindi doveva trovare in fretta un modo per portarlo via di lì. E il primo passo, era esplorare l’ambiente in cui si trovava.
"Ma cosa…"
Muovendosi, si sentì scivolare via di dosso un lenzuolo leggero. La forma del suo corpo fu esposta all’aria calda, ma la pelle nuda rabbrividì ugualmente.
Non aveva nulla addosso. Solo quel sottilissimo lenzuolo.
"M-Mi hanno spogliato!!!"
strillò forte, raggomitolandosi in se stesso e ringraziando il buio, maledicendo al tempo stesso quei maledetti maniaci che gli avevano tolto tutti i vestiti di dosso.
"Solo Kaede può farlo!!!"
aggiunse quasi in lacrime, toccando con dita tremanti la piccola apertura fra i suoi glutei. Anche quella era regno esclusivo del volpino, e il pensiero che fosse stato violato gli fece bloccare lo stomaco. No, non poteva…
(ehi! Ma tu non sei quella assolutamente contraria a queste cose?! n.d.Hanamichi preoccupato)
(diciamo che potrei convertirmi…n.d.Hymeko)
(help!!!!!!!!! n.d.Hanamichi)
Le dita massaggiarono piano l’anello di carne muscolosa…nulla. Nessuna abrasione, dolore assente. Lentamente, il rossino controllò con attenzione il proprio sesso, i fianchi e i reni…non gli faceva male nulla.
Con un sospiro di sollievo, si accasciò sul giaciglio, il cuore che rallentava e la bile che smetteva di traboccare.
Era ancora solo del volpino. Per il momento gli bastava quella rivelazione, a farlo ragionare di nuovo.
"E questa cos’è?"
Muovendo il braccio, Hanamichi incontrò una specie di spessa cordicella di cuoio, che in qualche modo era finita fra il suo corpo e il materassino.
"Ma che cavolo…"
A tentoni, poteva sentire che non era sola, ce n’erano altre che si sovrapponevano, senza intrecciarsi…seguendone il corso, scoprì che ognuna era attaccata a un suo arto. Caviglie e polsi erano incatenati…la cosa non gli piaceva per nulla. Sarebbe stato in balia di chiunque…avvinto attraverso un anello di stoffa così leggero da essere impercettibile. E indistruttibile…nonostante tutti i suoi sforzi, il rossino non poté strappare quel panno. Lo sentiva, erano fili tessuti, eppure sembravano più resistenti dell’acciaio.
"Imbevuto di magia"
sentenziò, lasciando perdere. Era inutile sprecare le forze contro qualcosa che non poteva vincere.
"Mi sa che dovrai far andare il cervello, più che i muscoli…"
Se voleva uscire di lì, doveva cambiare strategia, la forza bruta non sarebbe servita a nulla…e non aveva neppure il suo fido spadone a due mani!!!
"Merda!!!"
esclamò, quando una porta si aprì, inondando il minuscolo ambiente della calda luce di un fuoco.
Hanamichi chiuse gli occhi, feriti dall’improvviso passaggio dalla luce alle tenebre, e di nuovo al buio…troppo in fretta, troppo intenso, ora vedeva solo macchie blu e verdi danzare nell’oscurità.
"Ti sei svegliato"
Una considerazione, fatta da una voce conosciuta. Di nuovo lei, la ragazza che li aveva attaccati.
"Perché mi hai portato qui? Lasciami andare!!!"
"E perché mai dovrei liberare la mia esca?"
"Troia!!!"
le sputò in faccia, ben sapendo di essere lì solo perché Kaede cadesse nella sua trappola. Perché quella stronzetta desiderava così tanto il suo volpino?
Uno schiaffo risuonò nella notte…Hanamichi non barcollò neppure, dalla volpe ne aveva prese di ben peggiori, e comunque non le avrebbe mai dato quella soddisfazione.
"Avevo deciso di esser gentile con te, per rispetto al tuo ragazzo. Ma ora…"
Il rossino la sentì muoversi nell’oscurità, poi le cordicelle iniziarono a tirare, a costringerlo in una brutta posizione…non capiva come potesse esserci tanto spazio, eppure Hanamichi si trovò steso sul letto, con le braccia unite sopra la testa, tirate per il lungo, e le gambe nella stessa posizione. Un filiforme, compatto ragazzo, senza possibilità di difesa…
"Ora ci divertiremo, noi due…"
La sua voce gli accarezzò una guancia, leggera e suadente nelle intenzioni, ma spessa come un foglio di carta vetrata, in confronto a quella del volpino. Lo carezzò leggera e umidiccia, mormorandogli cosa gli avrebbe fatto, prima che Hanamichi iniziasse a urlare, mentre il lenzuolo, sua unica protezione, veniva allontanato da lui…
"No no stai fermo, non puoi andare!"
Sendo si morse il labbro inferiore, trattenendo il gemito di dolore che gli era sfuggito, appena il volpino aveva iniziato ad accanirsi contro il suo polso.
Quando l’aveva visto al margine della radura, con quegli occhi grandi e spaesati, colmi di confusione e paura per il suo ragazzo, il porcospino s’era messo carponi, e in qualche maniera s’era trascinato da lui, prendendo in braccio il corpicino caldo e delicato, che non aveva fatto resistenza alla sua presa.
Stava ancora controllando lo spiazzo erboso, alla ricerca di colui che mancava. Acuti come ghiaccio d’inverno, gli occhi blu avevano perlustrato ogni centimetro raggiungibile, perforato le poche ombre abbastanza grandi da contenerlo, ma…nulla.
Nemmeno il naso finissimo l’aveva potuto aiutare. L’odore di Hanamichi era sì presente, ma non forte e marcato come quello degli altri. Assomigliava alla scia lasciata da qualcuno che si ferma, e poi se ne va. Un odore recente, ma che si stava lentamente perdendo nell’aria.
Rukawa era animaletto da abbastanza tempo, per sapere bene cosa significava. Hanamichi, il suo amato ragazzo, non era più lì.
A giudicare dall’odore, non era passato molto tempo, da quando se n’era andato.
Se si fosse sbrigato, forse sarebbe riuscito a raggiungerlo…se solo il maledetto Sendo l’avesse lasciato andare!!!
"Ahia Rukawa basta!!!"
Il sangue colava lungo il braccio del porcospino, che fu costretto a scrollare l’arto, come avesse attaccata una sanguisuga.
Rukawa ne approfittò per mollare la presa, capovolgersi in aria e atterrare saldo sulle zampette…
(come certi tipi di anime con protagonisti sportivi, di secondo lavoro saltimbanchi…n.d.Hymeko)
…prima di scattare via, verso il fitto del bosco.
La sua corsa però durò poco: sfruttando i sensi da ex teppista e da ex Mvp, Mitsui si gettò sulla sua traiettoria e lo afferrò al volo, impedendogli di scappare via.
L’aria si riempì di un concerto di abbai e di ululati, di guaiti e di pianti…il cecchino dello Shohoku faticò molto per alzarsi senza fargli male, tenendolo per il torace con le zampe verso l’esterno, un cucciolo ferito che voleva solo correre via.
Lo chiamava, Rukawa continuava a chiamare il suo ragazzo, ogni cuore in quel bosco lo sapeva. Eppure non potevano lasciarlo andare, verso una trappola creata apposta per lui, non c'era alcuna raccomandazione con cui aiutarlo.
La ragazza voleva lui, per qualche motivo, di certo non bello.
Tutti sapevano anche che il volpino avrebbe pagato qualsiasi prezzo, pur di vedere libero e illeso il suo rossino. Lo comprendevano, ma non potevano comunque permettergli di fare di testa sua.
‘No, noi salveremo entrambi’
si ripromise Sendo, massaggiandosi il braccio velocemente bendato dal suo ragazzo.
Tutti assieme, niente più colpi di testa personali…avrebbero protetto Rukawa, come Hanamichi di certo desiderava. E avrebbero salvato il rossino, mettendo un fine alle sofferenze del volpino.
‘E anche alle mie’
pensò il porcospino fra sé, ricordandosi a fatica di avere anche lui, un ragazzo. Certo, le labbra di Koshino non erano piene e morbide come quelle di Hanamichi, però…
Kogure si avvicinò al compagno, prendendo in braccio a sua volta la volpe:
"Ascoltami Rukawa, so come ti senti adesso, se mi portassero via Hisashi io sarei pronto a rivoltare il mondo, pur di riaverlo…"
Un fischio ammirato di Sendo, con relativa manata di Koshino, e gli occhioni luccicanti di Kiyota fecero diventare bordeaux la guardia dello Shohoku, che però non disse nulla…avevano altro cui pensare.
"…ma quella è stata chiara: vuole te, nessun altro. E per questo ha portato via Hanamichi: è l’unico collegamento che ha con te. L’unica maniera per averti. Non so cosa voglia fare di te, ma…sii cauto, non puoi gettarti così a capofitto, nel pericolo"
Un guaito lo interruppe un attimo, poi la volpetta cercò di sgusciare via, ma la presa di Kogure era ferrea.
"Pensa anche a Hanamichi…lui non vorrebbe mai che ti lasciassi catturare, pur di salvare lui. Non lo puoi contraddire così, la sua sofferenza sarebbe indescrivibile, e tu lo sai"
La luce battagliera, negli occhi blu, si spense, lasciando posto a un’opaca rassegnazione.
Mitsui strinse gli occhi, pronto a intervenire…non credeva minimamente a quella mestizia. Rukawa era uno battagliero, non si sarebbe lasciato fermare dalle sagge parole del senpai. Se voleva qualcosa, se la prendeva. Una vittoria, una rissa, nulla poteva fermarlo.
E ora voleva solo raggiungere il suo ragazzo…no, non si era lasciato convincere.
Un colpo di zampe, e i sospetti di Mitsui furono confermati. Con agilità, Rukawa balzò a terra e saettò via, coda tesa e orecchie appiattite sulla testa, correndo di gran carriera verso il limitare della radura…solo lo scatto del teppista gli impedì di sgattaiolare via.
"Stai buona, maledetta volpastra!!!"
Per averlo chiamato come faceva Hanamichi, Mitsui si prese un morso supplementare, regalo di una volpe molto, molto arrabbiata…i suoi latrati risuonavano nella foresta, salendo colmi di rabbia e di dolore fino alla sommità della Colonna di Luce.
E da Ayako, dopo tanto tempo, provenne un flebile suono.
"Aya-chan!!!"
Anche la rabbia del volpino cessò, quando la voce di Miyagi risuonò forte.
La ragazza aveva riaperto gli occhi…Rukawa si sentì trapassato dal suo sguardo profondo, così addolorato da pensare che potesse contenere tutta la sofferenza dell’universo.
Di certo, stava provando la loro, sua e del ragazzo lontano.
Le sue labbra si mossero piano, ma non ne uscì alcun suono udibile, se non al piccolo play della loro squadra…Miyagi alzò la testa, verso il senpai:
"Mitsui, portalo qua, presto! Vuole parlare con lui!"
Il ragazzo corse da lei, scivolando a terra vicino al corpo senza più forze. Ayako sorrise, quando il cucciolo saltò giù e si strusciò contro il dorso della sua mano.
"…è pericoloso, però Hana ha bis-s-sogno di te…"
Un colpo di tosse, e la sua pelle si fece ancora più bianca…Miyagi sussultò e la strinse a sé, tentando di non piangere…
"…sto bene, sto bene…Ru, devi andar-re da lui…"
Il cucciolo annuì convinto, senza far rumore, per non disturbarla…
"Ma devi stare attento, non devono sapere chi sei…sarà la tua fine…"
Di nuovo un silenzioso cenno con la testa…
"I-Io posso s-solo aiutarti…così…"
Una scintilla di creò sulla punta delle sue dita, poi le piccole luci si staccarono e si inabissarono nel corpo del volpino.
"N-Non posso fare altro, per-r-donami. Ho potenziato i tuoi s-sensi…lo puoi sentire anche da qui, ora…ma non potra-i tornare u-umano, perdonami…non ne ho l-la f-forza…"
La sua voce si trasformò in un sibilo, e la mano pallida scivolò a terra mentre perdeva i sensi, fra il gemito di Miyagi e la rabbia di tutti gli altri.
Chi poteva essere tanto folle, da prendersela con una ragazza tanto fragile? Anche se era l’Anfora, che importanza aveva? Era comunque disgustoso…
Rukawa le baciò una mano, sentendosi più che mai legato a lei. Quando quella storia sarebbe finita, si ripromise, lui e il suo idiota l’avrebbero portata fuori.
Mancava solo di salvarlo, quell’idiota.
Il suo odore era debole, ma ben percepibile…senza più il timore di esser fermato, ascoltando i battiti del cuore della terra, il volpino corse via, verso una trappola da far scattare…
Fine parte II
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