Anfora di magia
Parte XXI
di Hymeko
La foresta si chiuse attorno a loro, ammantandoli col suo rivestimento verde cupo, soffocante…gli alti fusti degli alberi, lisci fino a tre quarti, erano araldi di ciò che li aspettava alla fine del sentiero…il bagliore emanato dalla Colonna, unica fonte di luce, filtrava tra le fronde, chiazzando di bronzo il terreno scuro.
Tutt'intorno nulla sembrava indicare pericolo, eppure…nessuno era totalmente tranquillo.
L'aria, afosa, era inquietantemente libera da moscerini e insetti…neppure un ronzio, guastava il perfetto silenzio di quel luogo. Il vento non muoveva le foglie sui rami, né scoiattoli o corvi vi si posavano. Il manto d'erba, fra i tronchi, era perfettamente dritto, pettinato…quasi non fosse mai stato calpestato, da quando era spuntato. Verde perfetto, senza i segni del tempo.
Tutto era vivo, eppur plastificato. Una cartolina, una fotografia, un poster. Irreale.
"Ru…tu vedi, nel buio fra gli alberi?"
Il cucciolo annuì, col solo fine di rassicurarlo…non distingueva proprio tutti i particolari, ma di certo il suo sguardo riusciva a penetrare più di quello degli altri.
E ciò che vedeva, o meglio…non vedeva, non lo rassicurava.
Perché non c'era nulla. Non un essere vivente, un fiore o un fungo…qualsiasi cosa di diverso da alberi e erba.
Nemmeno una foglia secca, intaccava col suo color di morte quella distesa verde, senza difetti.
Quel luogo…non era stato creato dalla natura…non avrebbe dovuto esistere. La totale mancanza di vita, lo rendeva…spaventoso. C'era qualcosa di totalmente sbagliato, in quei fili verdi…nonostante apparissero nel pieno del loro vigore, sembravano opachi, coperti di polvere…quel luogo era vecchio, incalcolabilmente vecchio…e giovane, più di loro…come un essere vivente che si fosse marmorizzato, per qualche motivo imperscrutabile.
L'eco dei loro passi non si propagava oltre la bolla delle loro presenze…nulla, oltrepassava il limitare del cerchio immaginario in cui erano racchiusi.
Gli sguardi scrutavano nelle ombre, speranzosi d'incontrare un nemico da affrontare…quel silenzio cristallizzato, sfuggiva alle loro menti, beffeggiandoli…i loro respiri sembravano graffi sulla terra, sfregiavano la quiete senza tempo di quella foresta.
Hanamichi girò su se stesso, camminando per qualche passo all'indietro, atterrito di essere preso alle spalle, nonostante nulla l'avesse minacciato…solo l'idea di quella tranquillità, bastava a terrorizzarlo…
Rukawa alzò il muso, strofinandosi contro di lui…avvertiva il suo cuore palpitare come un tamburo, troppo rumoroso…mugolò, tentando di sovrastare quella cappa di nulla che lo soffocava, e si batté il petto con una zampina, appoggiando il muso alla sua spalla.
"Guardi tu indietro?"
bisbigliò spaventato il compagno.
Il volpino annuì, scrutando nelle tenebre la strada che spariva pochi metri dietro a loro, inghiottita nel barlume cinereo del bosco. Anche le pozze di luce che si materializzavano fra gli alberi, rimbalzando sui tronchi, erano fonte di spavento.
Somigliavano…a occhi di creature ancestrali, residui di un mondo antico, sparito ovunque tranne che lì…esseri a guardia del loro cosmo, che fissavano corrucciati quei piccoli stranieri che si muovevano senza permesso, sul loro territorio…
Miyagi starnutì, e tutti gridarono.
"M-Mi spiace…"
mormorò il ragazzo, guardandosi colpevolmente attorno, quasi a chiedere scusa più alla foresta, che ai suoi compagni.
"…non volevo"
pigolò, riprendendo il cammino, scrutando l'ombra fin dove riusciva.
Rukawa leccò gentilmente il collo di Hanamichi, che deglutì.
Quel luogo…lo terrificava. Era troppo…troppo, per essere vero. Importanza, ecco cosa gli trasmetteva. Quasi si sforzasse di comunicare loro, che non avevano il diritto di essere lì, in quanto…minuscoli insetti, al suo confronto.
"Questa foresta, l'atmosfera che c'è…sembra l'anima del mondo…questo silenzio, il vibrare del nulla…io ho paura, Ru"
Il cucciolo assentì, stringendosi a lui…percepiva il suo stesso timore, amplificato dai suoi sensi di volpino…poteva quasi toccare il batticuore dei loro compagni, tremante nell'aria.
"Almeno ci attaccasse qualcuno…"
Rukawa alzò il musetto, osservando ad occhi sgranati Hanamichi.
"…noi possiamo affrontare un combattimento, perché è qualcosa che conosciamo, che…comprendiamo. Ma questo silenzio…ci sta rodendo dentro"
E di colpo tutto divenne buio. Senza motivo, come avessero imboccato l'invisibile ingresso di una galleria. Nessuno parlò, le corde vocali ghiacciate…gli occhi che guizzavano nell'oscurità, tentando di trovare un appiglio perché la ragione non impazzisse…
"Ehi…ci siete tutti?"
La voce di Akagi li fece sussultare…rimbombava abbastanza forte, come fossero sul serio in un corridoio.
"Credo di sì…"
mormorò Hanamichi, che ricordava d'essere l'ultimo della fila.
Il Gorilla borbottò qualcosa, poi fece l'appello…nessuno mancava.
"Ognuno metta una mano sulla spalla di quello che lo precede, e vedete di non staccarvi. Sendo, Mitsui, andremo noi tre in retroguardia. Sakuragi ha Rukawa, non potrebbe estrarre subito l'arma"
"Sì capitano"
Dita forti si posarono sulla spalla del rossino…Rukawa le annusò, critico…poi riconobbe l'odore di Mitsui, e gli permise di toccare il suo ragazzo.
"Sapevo l'avresti fatto"
la voce divertita del senpai lo raggiunse da poco più indietro…Rukawa abbaiò piano, mentre Hanamichi si limitava a ridacchiare.
Era…meglio. Qualche suono, un ambiente più profano, rispetto all'interminabile foresta…un luogo più intimo, più umano. I loro passi che rimbombavano, mentre avanzavano.
"Ahia!!!"
Hanamichi gridò, portandosi una mano alla fronte.
Rukawa si scatenò in una tempesta di latrati, mentre le armi veniva preparate allo scontro.
"Hana-chan che c'è? Chi ti ha colpito?"
"Hanamichi cos'è successo?"
"Sakuragi sei ferito?"
Domande e abbai…tutto rimbalzava da una parete all'altra, tantissime mani cercavano di arrivare al ragazzo che aveva gridato, la preoccupazione diventava follia…
"Basta!!! Ho solo sbattuto la testa!!!"
Di colpo, solo l'eco di quelle parole.
"C'è uno scalino che abbassa il soffitto, e io ci sono finito contro con la fronte!!!"
Tutti si unirono in un enorme sospiro di sollievo, e Rukawa si sollevò sulle zampette, per leccargli la fronte ferita.
"Basta Ru!!! Dai, buono!!! Mi fai il solletico!!!"
Il cucciolo mugolò, e tornò ad accoccolarsi su un suo braccio, dopo avergli posato un bacetto sulla punta del naso.
"Ci hai fatto prendere un colpo, sai Hanamichi?"
"E tu perché non mi hai avvertito, Ryo-chan?"
"Bè, perché io non me ne sono accorto"
Hanamichi si rabbuiò, rendendosi conto che i tre che lo precedevano erano troppo bassi, per colpire il soffitto:
"Bè, allora devono stare attenti solo quelli più alti di un metro e una scatoletta di tonno!"
"Ma come osi scimmia rossa!!!"
"Ahia!!!"
"Sakuragi che c'è adesso?!"
"La Nobu-scimmia mi ha tirato un calcio!"
"Ah, non era il muro? Che mito, pure al buio!!! L'ho sempre detto che sono il migliore!"
Rukawa ringhiò, mentre il Gorilla, nonostante non vedesse nulla, centrava sia il rossino che l'altra matricola con un bel pugno:
"Ma vi sembra il momento di mettervi a giocare?!"
"Ma Gori…"
piagnucolò Hanamichi, tirando su col naso.
L'occhiataccia che il capitano gli mandò perforò anche il buio, quindi l'altro decise che era salutare non dire nulla.
Attenti al soffitto che s'abbassava, ripresero il cammino…ognuno col cuore più leggero. La cappa opprimente della foresta, era sconfitta.
………
"C'è una luce laggiù"
mormorò Haruko, la prima della fila.
"Eh?"
"È vero, là in fondo, la vedo anch'io!"
Rukawa abbaiò, e tutti si lanciarono verso quella luce, inciampando sui loro stessi piedi, la frenesia che prendeva il posto della ragionevolezza.
Il corridoio sfociò perpendicolarmente in un altro, che correva attorno a quelle che sembravano le mura di un castello. Di fronte a loro, un secondo corridoio le attraversava, terminando in un altro passaggio, da quel che potevano vedere. Le mura erano ricoperte d'agrifoglio rampicante tutto fiorito, che splendeva alla luce della Colonna…verdeggiante, così diverso dalla foresta…
"Che sia la vicinanza della Colonna?"
mormorò Akagi, saggiando la consistenza di una foglia, e sbirciando verso il cielo.
Anche loro ne erano colpiti direttamente, accecati dopo il buio del passaggio…la Colonna di Luce svettava verso lo spazio, un muto invito a proseguire.
"E adesso?"
mormorò Haruko, guardandosi in giro.
"Che domande! Andiamo dentro!"
La paura era svanita, e con essa la prudenza…Miyagi fece un passo nel nuovo corridoio, scordando che era la cautela, a tenerli in vita.
Una serie di frecce partirono sibilanti dalla parete sinistra, una sopra l'altra a poca distanza, come un muro di dardi …solo il riflesso del Gorilla salvò il kohai da una fine orribile…lo afferrò per il manto e lo tirò indietro, quasi strozzandolo ma evitandogli di essere trafitto.
"Guardate laggiù!"
urlò Kiyota, indicando la fine del passaggio…una gemma di grosse dimensioni, posata su una sottile colonnina di cristallo, si stava accendendo lentamente, raggiungendo piano il massimo della luminosità…un palpito dopo l'altro, la sua luce si irradiò, fino a lambire le pareti del tunnel…
In pochi attimi, il corridoio era trapassato da frecce luminose, da scuri che penzolavano da una parte all'altra, tagliando l'aria…da grossi martelli da guerra, che s'infrangevano contro le pareti senza un suono, senza fare danni, senza perdere energia…fruste schioccavano il pavimento di pietra, chiudendo tutti i minimi spiragli che le altre armi potevano lasciare…quella via d'accesso, era chiusa da una rete inestricabili di armi magiche.
"Magia"
mormorò meravigliato Mitsui, osservando incantato le scintille che si sprigionavano al contatto di quell'energia con la roccia.
"E quella maledetta pietra la controlla!"
sputò Miyagi, infuriato con se stesso per esserci cascato, e con la gemma che gli bloccava la via.
"Bisogna distruggerla…"
sentenziò Sendo, più pratico degli altri.
"…senpai, credi di poterla colpire con una freccia?"
Mitsui si grattò la cicatrice, valutando la frequenza con cui le armi si spostavano da una parete all'altra…era come trovarsi davanti un muro di energia…
"Posso provare"
Il cecchino dello Shohoku incoccò una freccia, prese la mira, e si concentrò…il suo sguardo si fuse col movimento veloce di ciò che gli passava davanti, il suo respiro si mosse con l'aria…la corda vibrò, mentre la freccia scivolava veloce, evitando d'un soffio d'esser colpita, per i primi metri…poi una mezzaluna magica s'abbatté su di essa, tranciandola in due, incenerendola.
"Merda!"
Ringhiando, Mitsui si preparò a tirare di nuovo…lasciò che la calma fluisse in lui, come quando si preparava a tirare…la freccia percorse più metri, stavolta, fin quasi a metà del corridoio, poi fu abbattuta, come la sua compagna.
"Merda! È inutile…è troppo ben protetto! La traiettoria delle frecce è lineare, non possiamo colpirla così!"
"Allora troviamo un altro passaggio…non può esserci solo questo! Rukawa, puoi annusare?"
Hanamichi si piantò davanti al Gorilla, guardandolo malissimo:
"Guarda che è una volpe, non un segugio!"
Un abbaio attirò la loro attenzione…Rukawa si liberò dalla braccia del rossino, e saltò elegantemente a terra, stiracchiandosi.
"Ma Ru…"
mormorò il compagno, accovacciandosi accanto a lui per accarezzarlo.
Il cucciolo scosse la testa, e iniziò a fiutare per terra.
………
'Nulla…non c'è nemmeno una traccia di Ayako, qui'
Rukawa si fermò, guardandosi attorno. Alla sua sinistra, il corridoio che tornava alla foresta. Davanti e dietro di lui, i suoi compagni, che picchiavano sul muro in cerca di passaggi segreti o altro, come nei film. Alla sua destra, il corridoio zeppo di magia.
Il suo destino.
Si girò, le armi che si riflettevano nei suoi occhi blu. Scie di luce dorata si intersecavano davanti a lui, il susseguirsi di movimenti ritmici iniziava a ipnotizzarlo…ma non perdeva conoscenza di sé.
Semplicemente…iniziava a vedere realmente. Ad assorbire quegli spostamenti, a prevederli, a farli suoi…li scopriva, li sentiva, sapeva esattamente dove le fruste avrebbero colpito, in quale momento si sarebbe dovuto spostare, per evitare il contatto…e capì.
Ciò per cui era diventato volpino.
'La traiettoria delle frecce è lineare…Mitsui ha ragione. Solo io, ne ho la possibilità…anche se lo farò star male da morire…'
Cercò con gli occhi Hanamichi, che era accanto a Miyagi.
Non avrebbe capito…no, avrebbe sicuramente tentato di fermalo. Si sarebbe gettato anche lui, pur di non lasciarlo solo. Poteva solo sperare che gli altri riuscissero a trattenerlo.
"Che c'è Ru? Trovato qualcosa?"
Lo aveva sentito, il suo sguardo sulla pelle…Rukawa inclinò il capo, socchiudendo gli occhi…non lo avrebbe perdonato, probabilmente gli avrebbe tirato una gran testata, appena l'avrebbe riavuto fra le mani…ma era ora che anche lui facesse qualcosa.
Tutti lo stavano guardando, lo sentiva…curiosi di ciò che avrebbe fatto quel volpino minuscolo.
Sì alzò, deciso a non deluderli. Si avvicinò al muro di frecce, che sibilava imperterrito davanti a lui…attese il momento, mentre sentiva l'angoscia di Hanamichi chiamarlo…strinse gli occhi, e saltò.
"Rukawa!!!"
Hanamichi scattò verso il corridoio, intenzionato a raggiungere il suo volpino al di là delle frecce.
Rukawa abbaiò qualcosa a Sendo e Akagi, che si gettarono sul rossino, placcandolo.
"Lasciatemi lasciatemi lasciatemi!!! Rukawa!!!"
Il cucciolo ululò, e scosse la testa. Era al sicuro lì, fra due file di frecce che filavano da una parte all'altra del varco. Attese il momento buono, e saltò di nuovo, oltrepassando anche la seconda fila. Davanti a lui, due mezzelune affettavano l'aria, impossibili da superare…per un umano.
'Il segreto è non lasciarsi impressionare dalla totalità, ma concentrarsi su un ostacolo alla volta'
Tra un'arma e l'altra c'erano una trentina di centimetri di spazio…niente avrebbe potuto toccarlo, lì. E solo lui avrebbe potuto passarvici…gli altri erano troppo grossi.
'…per questo sono cucciolo di volpe…per superare questo corridoio!'
Saltò, senza badare ai richiami di Hanamichi…si stava struggendo, per la sua sorte.
Scosse la testa, non poteva girarsi…la calma era la sua alleata. Fra due mezzelune, non poteva permettersi alcuna distrazione…o il suo ragazzo avrebbe pianto. E lui non poteva permetterlo…lo stava già facendo soffrire troppo così…
"Rukawa…Rukawa"
Hanamichi crollò, lasciandosi cadere sulle ginocchia…ormai era oltre la sua portata, non poteva più aiutarlo…difenderlo. Solo…il suo volpino era solo. Lontano da lui…zampettando oltre lame affilate, oltre fruste che erano in grado staccargli la testa con un schiocco…perché?
"Perché l'ha fatto?"
"Perché è l'unico modo per passare"
Sakuragi alzò gli occhi verso Mitsui…i suoi occhi spalancati fissavano rapiti i movimenti del cucciolo, la sua eleganza…il suo tempismo perfetto, nell'evitare la morte.
"Solo lui può farcela…è il solo abbastanza piccolo da passare senza essere colpito…e ha l'intelligenza di un essere umano…lui può farcela…basta che arrivi dall'altra parte…"
"Ma è pericoloso!"
Hanamichi afferrò il colletto del senpai, scrollandolo forte…non poteva permettergli di parlare così di lui, non con quel gelo staccato, opportunista, mentre rischiava per loro…
"Dai Hana-chan! Rukawa è uno tosto, lo sai no? Non preoccuparti ^__^"
"T-Tu!!! Non sorridere mentre lui è là dentro!!! Non parlare mentre lui rischia la vita e tu non stai facendo nulla!!!"
Sendo si gettò di lato, schivando al pelo il pugno della matricola:
"Smettila, sono anch'io preoccupato, che credi? Ma lasciamolo fare, ormai non puoi farci nulla"
Hanamichi si morse le labbra, il sangue che defluiva dal suo viso:
"E magari tu speri anche che lasciandolo fare si faccia male, vero? Che magari muoia…così potrai tentarci con me! Dimmi la verità non ti è mai andata giù che io l'abbia salvato dalla trappola!"
Stavolta la velocità di Sendo non gli fu d'aiuto…troppo carico d'angoscia, di disperazione, Hanamichi lo colpì senza pietà, spaccandogli il labbro inferiore e gettandolo per terra, iniziando a tirargli calci nel ventre, impazzito…Rukawa non era lì a calmarlo, non era con lui a ringhiare contro Sendo…rischiava di morire e Sendo non faceva che dirgli di lasciarlo fare…di non preoccuparsi per lui…
Rukawa si fermò…stavano litigando a causa sua…sentiva Hanamichi che gridava, e le voci degli altri che si sovrapponevano alla sua…troppo desideroso di sapere ciò che accadeva, si fermò, a pochi passi dalla fine…si voltò, giusto in tempo per vedere il Gorilla che tirava via il suo ragazzo da Sendo.
Poi ci fu solo il dolore.
Hanamichi si bloccò, il pungo alzato, mentre l'ululare di Rukawa raggelava tutti. Voltò di scatto la testa, incurante della fitta di dolore per quel movimento improvviso e scoordinato…e si sentì mancare.
Cadde in ginocchio, senza più poter respirare…la sua vista si appannò, mentre le lacrime cadevano copiose.
"Rukawa…"
Il volpino era a terra, immobile pochi metri lontano da lui, con la magia di quel mondo a dividerli. A impedirgli di raggiungerlo, stringerlo a sé, lavare via con le sue lacrime il dolore che provava…sulla zampetta posteriore sinistra spiccava un lungo taglio, parallelo alla lunghezza della stessa…una ferita profonda, che mostrava le carni…e Hanamichi era sicuro che la magia si riflettesse anche sull'osso…anche le sue articolazioni erano esposte…
Akagi si inginocchiò accanto a lui, tentando di rassicurarlo:
"È ferito, ma c'è anche un miracolo…le vene principali non sono state recise, non c'è abbastanza sangue…non guardarmi così…ti sto dando una speranza!"
"…per cosa? Non possiamo raggiungerlo…non posso andare da lui…"
La matricola non staccò gli occhi dal corpo del compagno…il suo singhiozzare riecheggiava fra le pareti di pietra, e le stesse sembravano più scure, quasi a piangere con lui…
"Si rialza!"
Mitsui trattenne il fiato, mentre il piccolo cucciolo si ritirava in piedi.
"Rukawa!!!"
Hanamichi urlò, picchiando i pugni per terra…non poteva fare nulla, non poteva soccorrerlo…
"Rukawa…"
Haruko si appoggiò al fratello, stringendogli una spalla, più bianca di un lenzuolo.
"Forza…"
mormorò Kiyota, osservandolo mentre si trascinava in avanti…i suoi movimenti erano carichi di pena, il dolore che provava si infittiva a ogni passo. Vederlo trascinarsi oltre la mezzaluna, e poi cascare a terra senza fiato, era una tortura…era lì per loro, per dare a loro la possibilità di passare. Per Ayako, per tornare indietro.
"Oh Rukawa"
Miyagi cinse le spalle di Hanamichi, infondendogli tutto il calore che poteva…il compagno era piombato in uno stato di catatonica immobilità, le pupille dilatate fisse sul cucciolo, la bocca socchiusa che respirava solo per riflesso…il suo desiderio di vivere stava svanendo, assieme alla vita di Rukawa…
Il cucciolo si ritirò in piedi…aveva solo tre file d'armi da oltrepassare. La prima era la più facile…una serie di frecce…bastava scegliere il momento giusto. Raccolse le forze nella zampetta posteriore destra, e scosse la testa…lucidità, ne aveva bisogno…per arrivare a quella pietra. La pietra era il suo obbiettivo…doveva farla cadere, doveva interrompere il flusso di magia…e allora Hanamichi sarebbe corso da lui, e lui…sarebbe potuto morire fra le braccia del ragazzo che amava…
Scattò, rotolando oltre le frecce…una gli graffiò la schiena, ma il dolore era già tanto acuto che non la sentì neppure.
Lo slancio l'aveva portato troppo avanti…la punta di una frusta passò sopra la sua testa, sibilando accanto alle sue orecchie…a salvarlo fu l'istinto di autoconservazione, che lo fece muovere automaticamente, prima che fosse colpito dal resto.
Restava solo un grosso martello da guerra, che dondolava pericolosamente di fronte a lui.
Scosse la testa, gli stava facendo venire le vertigini, non doveva fissarlo…abbassò gli occhi, sbirciando indietro…lui.
Hanamichi che lo fissava col volto rigato, Hanamichi che si affondava le unghie nei palmi, Hanamichi che continuava a sillabargli che lo amava…un ultimo sforzo, e presto avrebbe potuto raggiungerlo.
Si spostò cautamente, fino a portarsi quasi al bordo destro…lì il martello, anche se magico, non riusciva a coprire tutto lo spazio…prese un po' di rincorsa, e saltò.
Hanamichi chiuse gli occhi. Rukawa si era gettato oltre il martello, l'ultimo ostacolo…non poteva guardare, non ne aveva la forza…se fosse successo qualcosa…se l'avesse colpito…
"Rukawa!!!"
Il grido dei suoi compagni…era solo di terrore. D'istinto, riaprì gli occhi…e avvertì il cuore spezzarsi.
Uno degli spigoli del martello l'aveva colpito sul costato, il salto era stato troppo corto, non aveva fatto in tempo a passare…Hanamichi lo vedeva ruotare nell'aria, una bambola di pezza…cadere su un fianco, fra schizzi di sangue…continuare la sua folle corsa fin sotto la pietra, schiantarsi contro la colonnina che la sorreggeva, senza un gemito...ma l'urto non era stato sufficiente, a farla cadere.
"Rukawa…"
Hanamichi non seppe chi stava rigettando, in quel momento. Solo odiò Akagi, Mitsui e Sendo, che gli si erano gettati addosso, impedendogli di correre attraverso il corridoio, fino a lui…non gli importavano lance magiche, fruste o mezzelune…le avrebbe distrutte tutte…
'Solo uno sforzo…ancora uno e tutto sarà finito…poi potrò riposare, fra le mani di Hanamichi…'
Rukawa si rialzò, senza fatica. Il dolore l'aveva abbandonato, non c'erano più fitte a ostacolargli i movimenti. Solo la testa non era limpida…una nebbia ovattata gli intralciava i sensi, obbligandolo a sforzarsi più del dovuto, per vedere con chiarezza…la colonnina stava ancora oscillando, non ci sarebbe voluto molto a far cadere la pietra…con un sospiro, Rukawa vi si gettò contro, a peso morto…spinse, più per disperazione, e poi tutto fu privo di luce.
Tutto si spense, senza un suono, gli ostacoli davanti a loro che svanivano, veloci com'erano apparsi. L'immobilità si era riappropriata di quel luogo, mentre nessuno osava fiatare. Nemmeno gli occhi si muovevano, legati al corpo martoriato che giaceva alla fine del corridoio ora libero, fra i frammenti della pietra caduta.
Poi…
"Rukawa!!!"
Senza fatica, Hanamichi si liberò dei compagni, lanciandosi verso il cucciolo con tutta la forza che gli restava, senza curarsi delle grida di Mitsui, che lo implorava di tornare indietro…non gli importava di cadere in una trappola, non poteva importargli, quando lui…
"…Kaede"
Il ragazzo cadde in ginocchio, senza trattenere le lacrime, che scesero sul suo pelo, imperlandolo.
"Kaede"
chiamò di nuovo, portandoselo piano al petto, facendo attenzione a non muovere la zampa ferita.
Rukawa mugolò, aprendo gli occhi…il calore di quelle mani…lo conosceva così bene…e il battito del suo cuore, era il suono più amato…l'aveva raggiunto, ce l'aveva fatta…
'Hanamichi…'
"Stai fermo piccolo, adesso ti rimettiamo a posto"
lo rassicurò, tirando su col naso…il volpacchiotto sorrise fra i rantoli, chiudendo di nuovo le palpebre…non aveva la forza, di guardarlo soffrire.
"Kaede…Kaede…qualcuno lo aiuti!!!"
Hanamichi gettò indietro la testa, perché il cielo vedesse le sue lacrime, perché la magia avesse pietà di lui, perché si compisse un altro miracolo, che lo salvasse…
"Hanamichi calmati…non lo aiuterai, gridando"
mormorò Miyagi, circondandogli le spalle…ma il rossino si liberò di lui, chiudendosi sul corpo del cucciolo, perché nessun altro lo vedesse…era suo, solo suo…
"…è facile per te, Ayako non è ferita, lei è solo rinch…"
Spalancò gli occhi, mentre un'idea disperata gli dava la forza di reagire.
Non doveva piangere, non poteva arrendersi…non lo avrebbe potuto salvare, così.
Aveva lottato, per lui. Aveva accettato di donare la sua vita, perché non fosse coinvolto.
Ora…poteva pregare.
"Ryo-chan…per favore, mettimi il mantello"
"Eh?"
"Sbrigati!"
gli ordinò seccamente l'altro, incenerendolo con uno sguardo.
"S-Sì"
Miyagi obbedì, e in pochi attimi Hanamichi era di nuovo in piedi, e si dirigeva a grandi passi verso la luce intensa che proveniva da poco più avanti.
"Sakuragi dove stai andando?!"
Il rossino non badò al capitano, ma si abbassò sul piccolo fagotto che aveva tra le mani, per asciugargli con un bacio il rivolo di sangue che perdeva dalla bocca:
"Stai tranquillo Kaede, io ti salverò…ora so cosa fare…presto sarai di nuovo come prima"
"Sakuragi!!!"
Akagi si parò di fronte a lui, le braccia spalancate…nei suoi pensieri, lo vedeva pronto a commettere una pazzia, per raggiungere Rukawa…
Hanamichi gli rivolse un'occhiata sprezzante, poi coprì il cucciolo con un lembo del manto, perché rimanesse al caldo, e lontano dagli sguardi degli altri.
"Spostati Gorilla…devo salvare Rukawa!"
"No…se non mi dici cosa vuoi fare"
Il Gorilla deglutì, mentre l'altro stringeva pericolosamente gli occhi, incattivendosi…
"Vado dalla Colonna di Luce…se è la fonte della magia, la obbligherò a curare Kaede! Spostati!"
Col braccio libero, lo scansò dalla sua strada, avanzando imperterrito verso la curva da cui proveniva la luce…Akagi rimase un attimo ammutolito, poi chiamò con un cenno gli altri, e insieme lo seguirono.
In pochi secondi, oltrepassarono la curva, ritrovandosi all'aperto, ai piedi della Colonna di Luce.
Ma non fu questo, ad attirare la loro attenzione.
Davanti ad essa, in cerchio, un gruppo di persone salmodiava, levando le mani verso la Colonna…seguendo i loro palmi tesi, Miyagi quasi si strozzò: appena visibile, Ayako galleggiava nel centro della stessa, racchiusa in se stessa, in posizione fetale…non sembrava rendersi conto, di ciò che le accadeva attorno. Una luce sfumata, color oro, nascondeva le sue forme, lasciando scoperte solo la testa, le braccia bianche e i piedi delicati…
"Ayako…"
Miyagi deglutì, mentre le voci scemavano nel silenzio.
I due gruppi si fronteggiarono per qualche istante, poi un membro anziano si posizionò davanti a loro, gli occhi chiarissimi ridotti a due fessure:
"Voi siete i compagni giunti con lei, vero? Siete i paggi dell'Anfora!"
"L-L'anfora?"
L'uomo parve rabbuiarsi ancora di più…poi tese una mano verso la ragazza immobile:
"L'Anfora di magia! La Custode della magia di tutti i mondi! La fonte del potere che noi usiamo!"
Hanamichi sobbalzò: anche loro potevano usare la magia? Aveva disperato di poter tirar fuori Ayako in tempo, quando l'aveva vista racchiusa in quel pilastro, ma se stava dicendo la verità…
"Ti prego aiutalo!"
Con un gesto fluido, aprì il manto, e tese il piccolo corpo all'uomo…
"Hai detto che usate il potere di cui Ayako è fonte. Allora io ti imploro, cura le sue ferite! Per favore salvalo!"
L'uomo inclinò la testa, studiando il torace del cucciolo che si alzava con fatica.
"Ha le costole frantumate, e quella zampa…si è introdotto lui nel Corridoio Incondizionato?"
"Sì sì! Ma adesso salvalo!"
Gli occhi chiari si riempirono di meraviglia, di fronte a quelle suppliche:
"E perché dovrei? Non mi interessa nulla di questa volpe! Che muoia"
Fine capitolo ventunesimo
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