Anfora di magia

Parte X

di Hymeko

 


"Arrivederci, grazie ancora di tutto!" 
"A-A-Arrivederci..." 
I due anziani chiusero un po' troppo in fretta la porta, per i gusti del Gorilla. 
"Chissà che diavolo avevano quei due. Per me siamo capitati in un posto di matti!" 
Haruko trillò radiosa, scaldandosi al poco sole: 
"Ma dai! Sono stati così gentili ad ospitarci in questi due giorni di neve! Pensa a cosa avremmo fatto senza di loro!" 
"...gentili? Abbiamo dormito in un fienile mangiando brodaglia! Comunque sia, erano sospetti!" 
La ragazza ridacchiò: aveva subito compreso che era meglio che fosse lei a tenere i contatti coi i due coniugi...quei due erano molto spaventati dal fratello. 
"Dai Take, ormai è finita. Preoccupiamoci piuttosto di Rukawa e Ayako" 
"Sì sì...spero solo che quell'idiota di Miyagi non ne abbia combinata qualcuna delle sue!" 
"E chissà come sta Sakuragi..." 
"Un altro imbecille. Ma perché non potevamo trovarci qui che ne so, con Kogure e Kakuta al posto di quei teppisti? E poi ci si mettono pure Sendo e Kiyota a far casino...kami che confusione!" 
"Eddai!!!!!!! Per me siamo stati fortunati!" 
Il Gorilla inarcò un sopracciglio: 
"Ah sì? In che?" 
"Bè, siamo tutti forti, stiamo bene, siamo affiatati...che vuoi di più?" 
"...andare a casa. C'è il Campionato da preparare!" 
"Sei sempre il solito" 
mormorò Haruko con un sorriso. 
'Io mi accontenterei di ritrovare Rukawa...' 

"E questo è per aver scatenato contro Rukawa quei cani!" 
Hanamichi colpì il volto di Lifie con tutta la forza che aveva nel pugno, godendo nel sentire la sua mandibola cedere, mandandolo ad accasciarsi svenuto su uno strato di neve sporca...il suo sangue mischiato ad essa creò una macchia rossa slavata. 
Il ragazzo si pulì la bocca col dorso della mano, sputando per terra la saliva densa che gli impastava il cavo orale. In uno scatto d'ira colpì il ragazzo a terra con un calcio, facendolo volare lontano. Lo odiava, lo detestava, voleva farlo a pezzetti...e l'avrebbe fatto, se ne avesse avuto il tempo. 
Rabbrividì, fermandosi. Il suo corpo indolenzito dalla battaglia implorava un po' di riposo, le gambe gli tremavano per la tensione. Aveva vinto, contro Lifie. Lo aveva battuto. Ma i cani... 
"Rukawa..." 
Cadde sulle ginocchia...si riempì le mani di neve e si lavò la faccia, tentando di anestetizzare il disordine che sentiva dentro. Mille pensieri gli turbinavano nella mente, immagini della volpe tra le grinfie dei cani gli angosciavano l'animo. 
Mandò giù un pugno di neve, recuperando un po' d'acqua. 
"Rukawa...resisti..." 
Si sollevò, barcollando verso la betulla. La vista gli si annebbiò di colpo, un velo fitto di foschia si frappose fra lui e l'ambiente circostante. Infilò senza accorgersene un piede fra due radici, e cadde in avanti, sbattendo il torace contro una pietra. Il polmone si svuotò, rifiutandosi di lavorare per qualche secondo...rimase a faccia in giù, boccheggiando pesantemente, respirando l'aria gelida. 
"Merda...Rukawa" 
Strinse gli occhi, fermando le lacrime, imponendosi di pensare con lucidità. 
Non aveva più forza, la lotta l'aveva risucchiata tutta. Quindi doveva ritrovarne un po'. Infilò la mano nella sacca, prendendone a fatica della carne secca. La divorò in pochi attimi, mandandone giù grossi pezzi interi, badando solo a nutrirsi. Rimase immobile a lasciare che il freddo lo intorpidisse, poi si alzò. 
Le piccole orme della volpe erano coperte da quelle più grosse dei cani, non era difficile seguirle. Hanamichi rinfoderò la spada e preparò la frusta nella destra, lanciandosi alla ricerca degli animali. Corse con tutta la forza che riuscì a trovare, saettando come un daino malfermo fra gli alberi fitti, sgusciando a fatica fra cespugli, inciampando in buche nascoste, seguendo senza mai fermarsi le tracce modellate nella neve. 
"Merda dove siete?" 
Si abbassò, evitando un ramo basso. Sempre in corsa raccolse della neve e la mandò giù, lavandosi violentemente lo stomaco. Strinse i denti, senza smettere di correre. 
"Rukawa per favore..." 
Si appoggiò a una roccia, riprendendo fiato. Grondava di sudore freddo, i vestiti appiccicati sulla pelle gli davano fastidio, pizzicandogli la cute. 
"Rukawa!!!!!" 
Gridò con tutto il fiato che aveva, scoprendo grazie alla disperazione di possederne ancora un po'...e qualcuno gli rispose. Poco lontano, dei cani avevano iniziato ad abbaiare. 
"Rukawa..." 
Hanamichi riprese a correre, asciugandosi le lacrime che erano improvvisamente spuntate. 
"Non avere paura..." 
Non capì se quelle parole erano per il cucciolo oppure per sé...vacillò afferrandosi a dei rami, tremando dopo ogni falcata. Aveva paura di raggiungere i cani...terrore di vedere Rukawa sventrato dalla rabbia di quelle bestie...e se avesse sfogato su di lui l'ira per essere stati colpiti? Un cucciolo praticamente indifeso, contro due animali addestrati a chissà cosa...sangue caldo, fumante... 
Si accasciò a terra, vomitando la carne secca, sentendo la bile invadergli lo stomaco. Lacrime calde caddero sul sottilissimo strato di ghiaccio che si era formato sulla neve, cristallizzandosi al contatto con esso. 
"Rukawa..." 
Addentò la neve, sussultando quando le sue gengive gridarono il loro dolore. 
Quella sofferenza lo svegliò: non era detto che Rukawa fosse stato fatto a pezzi, anzi...poteva essere sfuggito...si rialzò, mentre la rabbia si impossessava di lui. Rukawa era forte, anche in quelle condizioni. Doveva credere in lui. 
"Spero per voi che la volpaccia stia bene..." 
Si lanciò ringhiando verso la radura da dove provenivano gli strepiti. Si sentiva posseduto da una grinta irrefrenabile, demoniaca...come un uragano piombò tra gli alberi, vedendo immediatamente i due cani inferociti latrare contro un cespuglio che cresceva su una grossa roccia. Si scagliò urlando contro di loro, colpendoli senza pietà. Ciecamente. Rabbia, odio, cattiveria. Desiderio di far del male. Vendetta. 
I cani ulularono quando la frusta tagliò la loro pelle, rotolandosi nella neve per quietare il dolore. Hanamichi gettò via il gatto a nove code e sguainò la spada, attaccandoli. Il più vicino fu tranciato in fretta in due, il suo sangue corruppe la neve. 
Il compagno si allontanò di qualche passo, ringhiando, studiando la situazione. 
Hanamichi rimase immobile, fissando gli occhi in quelli della bestia, in una muta sfida a farsi avanti. Il cane scartò di lato, gettandosi versi di lui, e il rossino roteò la spada, colpendolo col piatto della lama sulla testa. Il cane sussultò guaendo, e cadde a terra. 
Il rossino si immobilizzò, gelidamente lucido: non si era comportato meglio di Lifie. I due cani giacevano scomposti sulla neve, colpevoli solo di aver fatto ciò per cui esistevano. 
Eppure...non riusciva a provare rimorso. Per loro, solo odio. Pulì la lama sulla neve, raccattò il gatto a nove code e si guardò in giro, ignorandoli. 
Rukawa. Chiuse gli occhi...doveva trovarlo. Poteva dimenticare il resto, ma lui...mai. 
Raccolse tutto il fiato che aveva, e lo chiamò forte, creando un'intensa eco nel bosco silenzioso. 
"...sono qui" 
Hanamichi sussultò: Rukawa gli aveva risposto...con la sua voce. 
"Rukawa dove sei?" 
"...qui" 
Il rossino corse per la radura, tentando di capire da dove gli parlasse. 
"Qui dove? Io vedo solo alberi e neve" 
"...sulla roccia, dietro il cespuglio" 
Hanamichi ricordò: i cani abbaiavano contro quel punto. 
Lo raggiunse in un lampo, aggirando la vegetazione, salendo con un solo balzo sulla grossa pietra. 
Cadde in ginocchio, a bocca aperta. Rukawa, di fronte a lui. Umano. Nudo, raggomitolato strettamente in sé. Le labbra bluastre, come le dita dei piedi e delle mani, come la pelle a contatto con la neve...gli occhi stanchi un po' annebbiati. Due sole cose spiccavano sulla sua pelle troppo bianca...un rivolo di sangue che scorreva da un angolo della bocca, e la ferita rossa attorno a un braccio. Bende a pezzi giacevano abbandonate sul masso. 
Hanamichi si accoccolò accanto a lui e allungò una mano, pulendo col dorso il rivolo di sangue. 
'Che pelle fredda...' 
Rukawa non fece nulla, guardandolo senza reagire. 
Hanamichi gli accarezzò i capelli, stupendosi per la sua totale apatia. 
"Sei sotto shock..." 
Realizzò di botto cosa stava accadendo: Rukawa stava congelando, e lui non faceva nulla. 
Si tolse in fretta il mantello, e lo avvolse attorno alla volpe. Represse un brivido di freddo, immaginando come si sentisse lui. Strappò i legacci della sacca e vi frugò dentro. Infilò i calzettoni ai piedi del ragazzo, e gli gettò sulle spalle sia il mantello leggero che la coperta, assicurandosi che fosse coperto il più possibile. 
"Rukawa dai alzati, e sali sulla mia schiena" 
L'altro scosse la testa: 
"...non ci riesco" 
"Lo so che non hai forza ma non potrò portarti in braccio fino alla locanda" 
Rukawa rimase immobile, guardandolo con occhi vuoti, le labbra screpolate socchiuse. 
Hanamichi abbassò le spalle, accarezzandolo ancora. 
"Va bene, ti aiuto io" 
Con tutta la delicatezza che aveva Hanamichi lo tirò piano verso il bordo della roccia, sistemandoselo poi sulla sua schiena. Rukawa accettò passivamente tutto ciò che l'altro faceva, abbandonandosi ciecamente contro di lui. 
"Non preoccuparti, adesso ti porto al caldo" 
L'altro non rispose, limitandosi ad appoggiare la testa contro la sua spalla. Il ragazzo avvertì la sua pelle fredda posarsi contro quella bollente del collo. Rabbrividì, la temperatura di Rukawa era davvero bassa. 
"Non ti addormentare, capito?" 
"Hn..." 
Hanamichi deglutì, mentre passava tra i corpi dei cani. Sbirciò l'altro, sentendosi sollevato quando vide i suoi occhi chiusi. Stringendo i denti si impose il ritmo più veloce che poteva. 
Incespicò verso la strada, maledicendo tutti gli alberi della foresta, graffiandosi il volto contro i rami che non poteva evitare. Tenne d'occhio le orme per uscire un po' più a sud del luogo dove giaceva Lifie, non desiderando incontrarlo ancora. 
Spuntò barcollando sulla strada, e si incamminò verso la locanda abbandonata. Sapeva che non era distante, però tra il carico sulle spalle e il suo corpo spossato non sapeva quanto ci avrebbe messo ad arrivare. 
Posò una guancia sulla fronte di Rukawa. Era gelida. 
"Dai, tra poco siamo arrivati...non dormire, capito?" 
Scrollò il ragazzo, facendolo gemere. 
"Sono sveglio..." 
"Bene" 
"...ho freddo" 
Hanamichi lo guardò. Anche Rukawa lo stava fissando attraverso le palpebre socchiuse. 
"Lo so...lo so. Ma non provare a mollare, capito volpaccia?" 
"Hn...ma è faticoso" 
Le palpebre si abbassarono, ma il respiro si mantenne costante. 
Hanamichi riprese a camminare con maggior energia, ringraziando mentalmente il cielo che l'altro avesse chiuso gli occhi. Erano arrivati vicino alla pianta dove era rimasto intrappolato, era inutile fargli ricordare anche quell'esperienza. Scosse la testa. L'aveva già salvato da una situazione simile, l'avrebbe fatto di nuovo. Si concentrò su di lui, tentando in qualche modo di trasmettergli calore. Rukawa gemette riconoscente, strofinandosi inconsciamente, strappandogli un sorriso. Era così diverso da quella solida imbattibile matricola... 
'O forse è solo troppo distrutto per farcela da solo...' 
Un sospiro di sollievo gli sfuggì dalle labbra...alla fine ce l'aveva fatta. La locanda diroccata si stagliava di fronte a loro, un contrasto di legno carbonizzato e neve bianca. 
"Siamo arrivati Rukawa!" 
Corse barcollando verso la porta, tacciando le proteste delle sue gambe. Si appoggiò contro l'entrata: nulla da fare. 
"...è bloccata. Merda...." 
Si guardò intorno, cercando un ingresso tra le macerie. Scosse la testa: non aveva tempo per cercare bene, Rukawa da troppo giaceva abbandonato sulla sua schiena. Si morse le labbra, insultandosi: doveva posarlo. 
"Ehi Rukawa! Ti devo far scendere! Ma tranquillo, non sarà per molto!" 
Si girò, senza aspettare una risposta, e lo fece appoggiare contro una parete. 
Rukawa socchiuse le palpebre, guardandolo senza espressione prima di scivolare inerme sulla neve. 
"Merda Rukawa!" 
Strinse i denti, capendo che era inutile tirarlo su se non potevano entrare. 
"Merda!" 
Tirò un calcio alla porta, odiandola con tutta la sua disperazione, scaricando su di essa la preoccupazione che gli spezzava l'animo, implorandola di aprirsi. La serratura cedette e i cardini cigolarono, mentre la porta si spalancava. 
Hanamichi rimase un secondo a bocca aperta, poi sollevò un inerme Rukawa tra le braccia, portandolo all'interno, bloccando l'uscio al suo posto con un altro calcio. 
"Tranquilla volpe" 
mormorò contro i suoi capelli disciolti sulla sua spalla. 
Il corridoio era buio, ma il rossino poté distinguere ciò che rimaneva di una sala comune. La oltrepassò, gettando un'occhiata distratta alla cucina, arrivando sul retro della costruzione, dove trovò delle porte. Si infilò nella prima stanza pallidamente illuminata, ringraziando il cielo per una volta favorevole. Corse al letto, gettò via il copriletto pieno di polvere e vi depose Rukawa, spogliandolo dai calzettoni e dal mantello più esterno, bagnatisi nella neve. 
"Dai Rukawa ormai sei al sicuro!" 
Lo coprì, e iniziò un vigoroso massaggio alle sue membra, soffermandosi sulle estremità degli arti. 
Rukawa gemette, senza riaprire gli occhi. 
"Dai dai dai!" 
Obbligò le sue membra a continuare con quel massaggio finché non cadde stremato. Ora l'adrenalina non lo sosteneva più, sentiva anche lui i morsi del freddo e della fatica reclamare la sua attenzione. La caviglia gli pulsava, e il torace era percorso da una fitta ogni volta che respirava a fondo. Il fiato di Rukawa si mischiò al suo, in un'unica nuvoletta bianca. 
"Merda..." 
Hanamichi si allontanò a malincuore da lui, vacillando fino al camino. 
"Sai Akira, è ora di sperimentare acciarino e pietra focaia" 
Preparò la legna, pregando perché la canna fumaria fosse ancora libera, e magicamente accese senza difficoltà il fuoco. 
"Kami grazie..." 
Il fumo saliva rapido verso l'alto, le fiamme rischiaravano la stanza. Il rossino aprì un armadio, scovandovi delle coperte...ne saggiò la consistenza, trovandole un po' sgualcite ma ancora buone. 
"Puzzano un po' di muffa ma credo che andranno bene" 
Coprì Rukawa, accarezzandogli lentamente la fronte. 
"Merda com'è ancora freddo..." 
Hanamichi si soffermò sul suo volto. Era pallido, stanco, esangue. E freddo. Troppo freddo, perché delle semplici coperte potessero scaldarlo. 
"Lui non ha bisogno di coperte che tengano calore, non ha nulla da preservare...ha bisogno di una fonte che gliene doni un po'...ma dove la trovo io questa sorgente? Il fuoco è ancora troppo debole..." 
Appoggiò la guancia contro la sua fronte, sentendola gelida. Chiuse gli occhi, pensando. 
"La sua pelle è così fredda..." 
Alzò il viso, soffermandosi a pochi centimetri da lui. Il petto si alzava leggero, le labbra erano ancora scure, le ombre nere attorno agli occhi si erano fatte più profonde. Davanti a sé aveva lo spettro del Rukawa che conosceva. Un fantasma che scivolava passivamente verso il nulla. 
Poi un'idea gli attraversò la mente. 
"Tu sei così freddo, ma io...sono caldo. Sarò io la tua sorgente di calore" 
Si spogliò in fretta, stendendo i vestiti sul letto, rimanendo in mutande nella luce del fuoco. 
"Non sono sicuro che apprezzeresti se mi stendessi nudo accanto a te...è meglio così" 
ridacchiò mentre si infilava sotto le coperte. 
Il sorriso morì subito: era freddissimo, lì sotto. 
"Rukawa...per favore devi farcela!" 
Strinse senza remore a sé il compagno, premendo il suo viso contro il proprio collo. La differenza di temperatura fra i loro corpi gli scatenò un'incontrollabile pelle d'oca, che gli mozzò il respiro. Intrecciò cocciutamente i suoi piedi con quelli dell'altro, trovandoli gelidi. Afferrò le sue mani, posandosele sul petto. Si morse le labbra per non gridare quando quei cubetti di ghiaccio vennero a contatto con la sua pelle. Chiuse gli occhi, relegando il freddo che riceveva da lui ai limiti della sua mente, concentrandosi unicamente sul calore che gli trasmetteva, continuando a frizionarlo con una coperta, ripensando a tutti i modi che conosceva per scaldare un corpo. 
Rukawa, sdraiato contro di lui, non accennava a reagire. 

"Merda che macello..." 
Sendo si passò la mano sulla bocca, tentando di non vomitare. 
Si girò in fretta, seguendo le orme che si allontanavano dalla radura, abbandonando i corpi dei cani al loro ritorno alla terra. Ripensò al ragazzo che aveva trovato svenuto sulla strada, e tentò di convincersi di aver fatto la scelta giusta...scosse la testa: quei capelli rossi erano sicuramente di Hanamichi. Quindi era stato giusto lasciarlo lì dov'era: nessuno doveva attentare alla vita del suo futuro ragazzo. E poi si stava svegliando, pensò con un sorriso. Chiuso il discorso. 
Rimaneva da capire dove fossero andati. E l'unico modo era seguire le tracce di Hanamichi. 
"Vedrai, presto sarò al tuo fianco" 
sussurrò ai piccoli fiocchi che timidamente si iniziavano a cadere. 

Hanamichi sbatté gli occhi, muovendo la testa per poter sbirciare il volto del compagno. Gli era parso di sentire un gemito. 
"Uhmn..." 
Spalancò gli occhi: non si era sbagliato! 
"Rukawa! Rukawa svegliati!" 
"Hn..." 
"Rukawa se mi senti dimmi qualcosa!" 
"Idiota smettila di urlare" 
Gli occhi del rossino si riempirono di lacrime, trascurando l'insulto appena ricevuto. Afferrò il capo del ragazzo e lo strinse con violenza a sé, affondando il viso contro i suoi capelli. 
"...mi fai male" 
"Scusami...sono troppo felice! Mi spiace" 
Rukawa si mosse con lentezza per guardarlo negli occhi: 
"...sei felice? Per cosa?" 
Allungò debolmente una mano, passandola sulla guancia dell'altro. 
"Stupido! Che domande fai?! Stavi per morire congelato!" 
"Hn..." 
Il moro chiuse gli occhi, appoggiandosi di nuovo contro di lui, senza pensare. Non era molto lucido, eppure...appena sveglio aveva subito compreso dove si trovasse. Tra le braccia bollenti del rossino...si strofinò voluttuosamente contro di lui, mascherando quel gesto con una richiesta di calore. Quasi sorrise quando l'altro lo attirò ancor di più contro di sé. 
"Cos'è successo?" 
La sua voce gli arrivò da molto vicino. 
"Ci hanno attaccati...ti volevano" 
"Hn" 
Ora che gliene parlava ricordava più o meno tutto...l'aggressione, il combattimento di Sakuragi solo per lui, e la sua fuga disperata, fino alla radura, dove... 
"Come hai fatto a tornare umano?" 
Già, come aveva fatto? 
Scosse piano la testa: 
"Non lo so. E quel ragazzo? I cani?" 
"...stesi" 
Hanamichi non gli disse come. Ora si vergognava troppo di quello che aveva fatto. L'ultimo dei suoi desideri era che Rukawa lo considerasse un mostro. Così gli passò una mano tra i capelli, cambiando discorso: 
"Non preoccuparti di loro. Adesso pensa solo a scaldarti. Come vanno le dita?" 
Avvertì i suoi muscoli muoversi: 
"Funzionano tutte" 
"Anche quelle dei piedi?" 
"...sì" 
"Bene" 
Hanamichi aumentò la forza della stretta, ma Rukawa non disse nulla, illudendosi per un attimo. Il rossino non lo faceva perché lo amava, se ragionava un po' lo sapeva. Sfiorò un graffio arrossato sul suo collo, ricordo del combattimento, probabilmente. 
"Tutti mi vogliono, tranne colui che desidero mi voglia..." 
sussurrò inavvertitamente. 
Hanamichi si irrigidì, e Rukawa si morse le labbra. Cosa gli avrebbe potuto dire? 
"Volpe stai qui. Io devo andare" 
"Eh?" 
"Non senti? È arrivato qualcuno, ha appena sbloccato la porta" 
Scivolò fuori dal letto, senza badare alle mani del moro che tentavano di trattenerlo. 
"Ehi..." 
Hanamichi si voltò, fissandolo con serietà: 
"Ascoltami. Ti lascio il gatto a nove code: se succede qualcosa usalo" 
Rukawa si allungò verso di lui, cercando di afferrarlo. 
"No Rukawa, sarebbe troppo pericoloso per te se combattessimo qui. Non preoccuparti, ho promesso di proteggerti, no? Non fare rumore, mi raccomando!" 
Gli strizzò un occhio, afferrò la spada e uscì. 

"Spero di non star andando a cacciarmi in un guaio..." 
mormorò Sendo, guardando perplesso il pavimento polveroso, dove le tracce di un recente passaggio si stagliavano nette. 
"Queste orme sono tue, vero Hana-chan?" 
Sganciò l'ascia dal fermo, preparandosi a combattere. Quel luogo lo metteva in soggezione... 
Avanzò con cautela sulle assi secche attento a non provocare troppi rumori, scivolando attraverso una lama di luce verso una nicchia riparata dall'ombra. 
Si fermò ad ascoltare i rumori del silenzio, osservando i granelli di polvere che attraversavano la cascata di luce. Nell'aria scura e impalpabile non udiva nulla, a parte il suono della natura. 
Sendo strisciò via rasentando una parete, lungo un corridoio che andava nel retro, l'unica parte ancora agibile della costruzione. Se c'era qualcuno, doveva essere lì. 
Deglutì, pulendosi il viso con una manica. Tese i muscoli, non poteva essere certo che lì dentro ci fosse Hanamichi. Doveva essere pronto a tutto. 
Alzò il piede per compiere un passo, ma qualcosa dentro di lui urlò, bloccandolo all'istante. 
Dietro un angolo c'era qualcuno, ne era sicuro. Provava lo stesso brivido di quando marcava un avversario, lo sentiva con lo spirito, piuttosto che con lo sguardo. In quel momento era lo stesso. 
Strinse gli occhi: non poteva fermarsi. Era il momento di tentare il tutto per tutto. 
Si piegò sulle ginocchia, e si lanciò verso l'avversario. 
Le lame cozzarono, un'eco metallica riempì il corridoio. 
Hanamichi Sakuragi e Akira Sendo rimasero immobili a fissarsi, troppo sbalorditi per parlare, finché Sendo scoppiò in una risata squillante. 
"Hana-chan! Mi hai fatto prendere un colpo!" 
Il rossino abbassò sospirando lo spadone, appoggiandosi alla parete: 
"Pure tu, lo sai? Pensavo fosse Lifie" 
"Chi? Il ragazzo che c'era svenuto nella neve?" 
"Sì, l'ho steso io. Spero non avremo più problemi da lui" 
"Non preoccuparti, era ferito, e sta ricominciando a nevicare. Non ci verrà a cercare" 
"Sicuro?" 
Sendo annuì distrattamente, inarcando un sopracciglio. 
"Hana, scusa se te lo chiedo, ma...perché sei quasi nudo? E quel livido? Stai bene?" 
Hanamichi si batté una manata sulla fronte, correndo via: 
"Merda, Rukawa! Akira vieni che ti spiego!" 
'Rukawa?' 
Il cuore del porcospino ebbe un fremito di disappunto, poi il ragazzo corse dietro al rossino. 
Sakuragi entrò in una stanza, e l'altro lo sentì rivolgersi al compagno di squadra. 
"Ehi Rukawa non ti preoccupare, era solo Akira" 
L'ala del Ryonan entrò, e rimase a bocca aperta: il suo Sakuragi si infilava nel letto con un per niente vestito Rukawa e lo stringeva protettivamente a sé. Strinse i pugni, mentre lo sguardo luminoso di Rukawa lo sfidava a dividerli. 
"Ma che..." 
Rukawa mugolò piano, strusciandosi contro il rossino. 
"Hai freddo?" 
"...un po'" 
"Stupida volpe, scommetto che ti stavi alzando! Sei proprio uno scemo!" 
Lo sconcerto di Sendo fu grande, appena si rese conto che in quelle parole c'era vera preoccupazione. Cos'era successo tra loro per cambiarli così? 
Sakuragi abbracciò la volpe, sistemando meglio una coperta sulle sue spalle. In tutti quei momenti gli sguardi dei due rivali erano rimasti incatenati, uno carico di trionfo, l'altro d'incredulità. 
"Hana...che è successo a Rukawa?" 
"Tranquilla volpe, adesso che siamo in tre tutto sarà più facile. Akira, ti spiego dopo. Adesso per favore prepara un brodino con la carne secca che c'è nella mia sacca" 
"Eh? E come?" 
"Ma che domande! Cerca un pentolino in cucina, e riempilo di neve! E già che ci sei porta qui un altro po' di legna" 
"Ma..." 
Accontentarlo significava lasciare ancora quei due soli, e poi sapere tutta quella pelle del volpino a stretto contatto con quella di Sakuragi era un'altra ragione per inchiodarsi lì con loro. 
Rukawa sembrò intuire le sue mosse, e tremò. Subito Hanamichi lo strinse più forte. 
"Akira vai!" 
"Ma..." 
"Ti dai una mossa? E muoviti!" 
Strinse gli occhi: Rukawa sorrideva compiaciuto, mentre il rossino sbraitava contro di lui. 
'Questa me la paghi...' 

"Ecco bevi..." 
Hanamichi portò una scodella alle labbra della volpe, che incurante degli sguardi omicidi di Sendo continuava a starsene beatamente adagiato tra le braccia bronzee di Sakuragi. Bevve qualche sorso, poi allontanò il viso. Hanamichi si morse le labbra: 
"Sicuro? Ti è bastata la carne?" 
Rukawa annuì in silenzio, appoggiando la testa alla sua spalla: 
"Ho sonno...e un po' freddo" 
"Ho capito. Akira per favore verresti anche tu con noi?" 
Il volpino dovette piantarsi le unghie nei palmi per non irrigidirsi. 
"Perché? Staremo stretti" 
"Appunto volpe, almeno verrai scaldata di più!" 
Sendo gongolò davanti all'ingenuità di Sakuragi, mentre nella sua mente improvvisava un balletto di vittoria. Se l'invitava a letto con loro voleva dire che tra loro non c'era nulla. 
'E bravo Rukawa, quasi me la facevi...' 
"Volentieri Hana-chan, ti aiuterò io a scaldare questa volpe glaciale, ma prima dovremmo curarti tutti quei lividi che hai sul corpo ^____^" 
Hanamichi si sfiorò il graffio sul collo, ricordandosi che era ferito. La preoccupazione per la volpe gli aveva completamente fatto dimenticare le sue condizioni. 
"Grazie, sei davvero gentile. Nella mia sacca c'è un vasetto d'unguento, me lo passi?" 
"Tranquillo Hana-chan, penso io a te ^_______________^" 
Sendo fischiettando sciolse della neve; cercò un lenzuolo pulito, lo ridusse a strisce e lo usò per fasciare le sue ferite pulite e medicate. Si occupò anche del taglio di Rukawa, preoccupandosi di tener lontane le mani del rossino dal corpo della volpe. 
"E ora...tutti a nanna ^___________^" 
Senza badare agli occhi ora assassini del volpino Sendo si spogliò, portandosi vicino al lato di Hanamichi. Avrebbe quasi scommesso che Rukawa stesse ringhiando. 
"Ehm...vicino a lui, non a me" 
"Veramente pensavo di dare il mio calore a te, così poi tu lo trasmetti a lui ^______^" 
"Sendo..." 
"Ok, ok ^_________^" 
Sorridendo Sendo si infilò sotto le coperte, avvicinandosi alla schiena di Rukawa. 
'Ma è nudo! Questa me la segno!' 
Appena il suo corpo e quello della volpe entrarono in contatto questi gli rifilò una gomitata nello stomaco, mascherandola come un tentativo di mettersi più comodo. Sendo incassò e si fermò un attimo prima di replicare con un pizzicotto: il rossino lo avrebbe sentito tendersi, e quindi si sarebbe preoccupato per lui, magari circondandolo del tutto con le sue braccia. 
'Me la pagherai, Rukawa, ti farò rimpiangere tutto il tempo che sei stato solo con lui' 
Hanamichi non si accorse di nulla, e chiuse gli occhi, abbandonandosi contro il cuscino. Il volpino si accoccolò stretto a lui, e Sendo abbracciò entrambi, posando la mano su un fianco del rossino, deridendo con un sorriso gentile lo sguardo infuocato della volpe. 
Rukawa nascose il volto contro la spalla abbronzata, stringendo gli occhi per non vederlo. 
Sakuragi non aveva capito nulla. 

Fine capitolo decimo


 

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