Anfora di magia

Parte VIII

di Hymeko

 


Hanamichi deglutì, fissando scioccato la volpe che gli aveva appena fatto capire di essere il suo compagno di squadra. 
"R-Rukawa?" 
Il volpacchiotto annuì di nuovo, abbaiando piano. 
Il ragazzo gli tastò senza gentilezza la guancia, come per accertarsi che il cucciolo fosse vero. La volpe, indispettita, soffiò contro la sua mano, digrignando i denti. 
Lui la sollevò tremando, spostandosi per osservarla meglio alla luce del fuoco. Gli occhi erano davvero blu, la punta delle orecchie di un bel nero intenso, il pelo del petto e della fine della coda bianchissimo...ma non era quello a colpirlo di più. Ciò che lo faceva vacillare era l'espressione che quel cucciolo aveva in sé, la fierezza che leggeva sul suo musetto era quella tipica di Rukawa; la sua forza, il suo distacco, il suo fascino misterioso...rivivevano in lui. 
"Sei davvero...tanto simile a lui..." 
La volpe rimase zitta, lasciandosi analizzare dai suoi occhi caldi. Osservò il ragazzo mordersi innocentemente le labbra, e si tese istintivamente verso di lui. 
"Ah...che c'è?" 
La volpe guaì, muovendosi tra le sua braccia, spingendolo ad abbracciarlo meglio. 
"Senti...io devo sapere se...se sei davvero Rukawa. Non è che non mi fidi, non te la prendere, però ho bisogno di certezze. Facciamo così: adesso ti faccio delle domande cui solo lui potrebbe rispondere, e tu mi dirai un semplice sì o no. Capito?" 
La volpe assentì. 
"Allora...prima della partita con lo Shoyo...io sono entrato in palestra mentre tu ti allenavi. Ma avevi addosso la divisa della squadra?" 
La volpe pensò un attimo, poi annuì. 
"Dopo la partita col Kainan, tu mi hai trovato a piangere in classe?" 
Il cucciolo scosse la testa. 
"Ci siamo picchiati in palestra?" 
Stavolta annuì. 
La mascella di Hanamichi cadde di una ventina di centimetri: 
"Tu...sei davvero...Rukawa" 
Il cucciolo lo morse, lasciandogli i segni dei denti sulla mano. 
"Ahia! Stupidissima volpe!" 
Si bloccò, mentre l'interessata annuiva soddisfatta. 
"Ru...Rukawa...aaaaahhhhhhh!!!!!!!!!!!" 
Hanamichi tirò un urlo tremendo, e terrorizzato la gettò lontano da sé, facendola rimbalzare sul letto come un pallone da basket rimbalza sul parquet. 
La volpe guaì di dolore al primo sobbalzo sul materasso duro, e ricadde pesantemente sul fondo del letto, tenendosi su con le unghie per non cadere. 
Hanamichi fissò inorridito il piccolo cucciolo che si issava a fatica sul giaciglio, e quando questi lo squadrò ringhiando afferrò il cuscino e glielo cacciò contro, facendolo letteralmente volare giù dal letto. Il cucciolo sparì dalla sua vista, e il rossino respirò a fondo, tentando di calmare il ritmo vertiginoso con cui correva il suo cuore. Il tonfo sordo con cui la volpetta era atterrata e il conseguente gemito lo avevano calmato, mitigandogli momentaneamente la paura. Gattonando con cautela raggiunse il fondo del letto, e sbirciò giù: la volpe giaceva a terra scossa da singhiozzi che aumentavano d'intensità mentre tentava inutilmente di alzarsi. 
Il ragazzo si allungò verso di lei, toccandola delicatamente. 
Il cucciolo soffiò rabbioso contro di lui, ma Hanamichi notò solo gli occhi scuri pieni di lacrime. 
Scese dal letto e gli si inginocchiò accanto, sollevandolo e accarezzandolo con delicatezza: 
"Scusami...mi sono spaventato...non ero pronto a questo. Mi spiace...mordimi pure se ti può aiutare a star meglio" 
Gli portò la mano all'altezza della bocca, lasciando che il volpino lo annusasse. Si preparò al morso inevitabile, stringendo i denti e promettendosi di non urlare. Ma non accadde nulla: la volpe si era acciambellata tra le sue braccia, ignorando piena di sdegno la mano del rossino. 
"Maledetto! Cos'è, vuoi farmela pagare evitando di vendicarti per farmi sentire in colpa?" 
Il cucciolo annuì compiaciuto, leccandogli lentamente il dorso della mano. 
Hanamichi crollò sul letto, scuotendo abbattuto la testa: 
"Io non ti capirò mai, lo sai?" 
Lo sollevò dinanzi a sé, esaminandolo con attenzione: 
"Ti sei fatto male? O era solo una sceneggiata?" 
Rukawa tentò di rifilargli una zampata, e Hanamichi ridacchiò soddisfatto: 
"Una recita per farmi sentir in colpa" 
La volpe ringhiò, affondando le unghie nella manica del ragazzo, che strinse i denti ma non emise un gemito, finché i piccoli artigli non raggiunsero sul serio la sua pelle, lacerandola. 
"Ahia! Mi fai male!" 
La volpe scattò, tentando di morderlo, ma Hanamichi le rifilò una manata gentile, gettandola sul materasso. Il cucciolo rotolò indietro, afferrandosi al suo pugno, continuando a morderlo e a graffiarlo, senza staccarsi nonostante Hanamichi lo tirasse per la coda. 
La lotta silenziosa andò avanti per qualche minuto, poi entrambi si staccarono, riprendendo fiato. Hanamichi si accarezzò la mano martoriata e contrasse il viso, tentando di essere gentile: 
"Senti volpe, credo che sia meglio stabilire una tregua, che ci piaccia o no almeno qui dobbiamo collaborare" 
Il cucciolo lo squadrò con superiorità, poi annuì in silenzio. 
"Ok. Iniziamo da te. Come diavolo hai fatto a diventare una volpe?" 
Rukawa scosse la testa. 
"Non lo sai?" 
Altro movimento di negazione. 
"Ti sei trasformato subito in volpe?" 
Affermazione. 
"Non sai chi sia stato e perché?" 
Negazione. 
"Non hai idea di...come tornare normale?" 
Negazione. 
Hanamichi sospirò rassegnato, andando a sedersi con lui tra le braccia davanti al camino. 
"Siamo proprio messi bene..." 
Il cucciolo mugolò senza capire. 
Senza pensarci Hanamichi gli carezzò la testa: 
"La situazione non è delle migliori: non sappiamo chi, cosa, come e perché ci abbia portati qui. E oltre a te mancava anche Ayako, non sappiamo dove sia. Ci siamo divisi in due gruppi per venire a cercarvi, io Akira Haruko e il Gorilla a nord, Ryo-chan con Mitchi e la Nobu-scimmia a sud. Poi noi ci siamo divisi ancora..." 
Ma Rukawa aveva smesso di ascoltare la spiegazione. Il suo animo era stato fulminato da due parole che ardevano nella sua mente: Akira e Haruko. 
Da quando quell'idiota chiamava il porcospino per nome? Come potevano essere così intimi? E aveva anche chiamato lei senza i soliti vezzeggiativi...cos'era successo tra loro mentre lui non c'era? Strinse i denti. Akira Sendo e Haruko Akagi. Non avrebbe permesso loro di vincere. 
"Ehi volpe sei ancora con noi?" 
Rukawa sobbalzò, mentre Hanamichi lo sollevava. Si era perso nei propri pensieri, doveva averlo fatto preoccupare, dato il modo in cui lo guardava. Il suo cuore accelerò di colpo, mandandogli una scossa lungo il corpo, mentre vedeva quegli occhi che lo avevano sempre disprezzato carichi di preoccupazione...per lui. 
"C'è una cosa che però mi devi spiegare. Perché non mi hai detto subito chi sei in realtà?" 
Rukawa sentì il cuore cambiare di nuovo ritmo. Se prima era veloce e leggero, ora somigliava ai passi pesanti di un elefante. Ogni battito risuonava grave nel suo petto, rimbombandogli nelle orecchie lo assordava senza compassione. Cosa poteva dirgli? Cosa gli avrebbe potuto raccontare, dopo che gli aveva mentito per ore? 
Lo guardò senza fare nulla, poi scosse la testa, distogliendo gli occhi. Non sapeva che altro fare. 
............... 
Hanamichi lo strinse a sé, rispettando il suo silenzio. Ora che sapeva chi era aveva notato che il suo comportamento precedente era stato insolito, impossibile da collegare al solito Rukawa. Gli era sembrata quasi gelosia, la sua. Scosse la testa, era impossibile, non poteva neppure pensare a una simile eventualità. 
'È sicuramente a causa della trappola, probabilmente non vuol essere lasciato solo perché è ancora sotto shock, che scemo che sono. Come potrebbe non esserlo? Ritrovarsi volpe, in un luogo sconosciuto, da solo...e finire in una trappola...chiunque ne sarebbe colpito. Stupido, smetti di pensare a lui come a un essere senz'anima, questa è la dimostrazione che anche lui può soffrire. Ed è colpa mia. Se lo avessi tirato fuori subito...ora non sarebbe in questa situazione' 
"Senti, se non me lo vuoi dire non fa niente, ognuno ha i suoi segreti" 
Rukawa mugolò forte, strofinandosi contro di lui. Voleva dirglielo, condividere con lui il suo cuore, ma come poteva, in quella situazione? Soffocò le lacrime, accontentandosi del suo calore. 
Hanamichi portò il viso accanto alla sua testa: 
"Prima sei caduto dal letto. Come va la zampa?" 
Rukawa scrollò le spalle, per nulla intenzionato ad allontanarsi dal nido caldo che erano le sue braccia. 
Rimasero in quella posizione per molto tempo, senza parlare, ascoltando solo gli scoppiettii del fuoco e l'ululare del vento, ognuno placato dalla vicinanza dell'altro, dal suo calore, dalla sua sicurezza. 
Per Rukawa essere consapevole che c'era quel ragazzo speciale a prendersi cura di lui equivaleva al realizzarsi del sogno di una vita...potersi finalmente stringere a lui, scaldarsi nel suo tepore, affondare nel suo profumo...era tutto ciò che desiderava da quando lo aveva conosciuto. Non gli importava se per ottenerlo aveva dovuto trasformarsi in volpe...gli sarebbe andato bene in eterno, pur di stare accanto a lui. 
Anche l'animo di Hanamichi era raggiante. L'aver trovato tanto facilmente il compagno gli aveva dato una sensazione di forza, di onnipotenza. Il Gorilla avrebbe dovuto ricredersi sul suo conto, e Haruko l'avrebbe guardato con occhi adoranti...lui era quello che aveva tratto in salvo la volpe! Ridacchiò, picchiettando con le dita la sua schiena. Tutto era a posto...solo una cosa non tornava. Non aveva ancora capito bene il suo comportamento. Così docile, tranquillo, mansueto...non sembrava davvero Rukawa. Una parte della sua mente ancora ne dubitava...come poteva essere quel cucciolotto tanto carino il suo nemico? Era davvero lui? Non era sicuro...sebbene avesse risposto correttamente a ciò che gli aveva chiesto, era così dannatamente, dolcemente distante dal ragazzo con cui faceva sempre a botte... 
Si alzò, lasciandolo a terra: 
"Vado a prendere da mangiare" 
mormorò. 
Rukawa guaì. 
................. 
"Mangia ragazzo mio, domani non nevicherà!" 
"Come fa a saperlo?" 
L'ostessa gli tese il vassoio col pranzo: 
"L'intuito di un'ostessa non sbaglia mai: domani potrai ripartire!" 
"Grazie, signora" 
Strizzò l'occhio alla cameriera con cui aveva ballato, e risalì in camera sua. 
"Allegra volpe! Domani ci muoviamo" 
Gli porse una ciotola, e iniziò a mangiare. 
Rukawa lo guardò con curiosità, assaggiando a malapena il suo cibo. 
"L'ostessa ha detto che domani non nevicherà, e quindi potremo tornare a Chiaracqua" 
La volpe gemette, appoggiando il muso sulle zampe. Tornare dagli altri...non essere più soli. 
"Che hai?" 
L'interessato scosse la testa, evitando di guardalo. Era così in svantaggio...cosa poteva fare per non perderlo? Per non lasciarlo nelle mani di Sendo o della Akagi? Per farsi strada dentro di lui? 
"Io te la lascio qui, se poi hai fame fai tu, ok?" 
Hanamichi riportò le suppellettili alla padrona, e poi si stese nel letto. Rukawa inclinò la testa, interessato. 
"Vorrei farti notare che una certa volpaccia mi ha svegliato all'alba...e io ho sonno, adesso! 'notte" 
Il cucciolo chiuse gli occhi. Una volpaccia, nient'altro. Un fastidio, un peso, un fardello di troppo. Un inutile carico non cercato, che lo costringeva ad essere gentile. Lo guardò fissare il soffitto, poi si infilò sotto le lenzuola e si accoccolò sul suo petto, trascurando la sua occhiataccia: 
"Ehi io non sono un sofà!" 
La volpe guaì di nuovo di dolore, ridacchiando compiaciuta mentre sentiva il corpo di lui tendersi per l'apprensione. 
Hanamichi colpito nel suo punto debole si morse le labbra, per poi sbottare con un classico: 
"Maledetto Rukawa!" 
Rukawa sorrise amaramente, mentre le sua braccia lo circondavano con premura. Si sentiva un verme. 
............... 
Nessuno dei due lo immaginava, eppure entrambi erano svegli a pensare a quella situazione incredibile. Due nemici senza speranza uno tra le braccia dell'altro. 
Rukawa stentava a credere che nonostante tutto il rossino lo tenesse in braccio, che continuasse a proteggerlo come faceva prima. Sapeva che era lui, sapeva che gli aveva mentito...eppure lo vezzeggiava proprio come appena svegliato. Non riusciva a capire...cos'era che lo spingeva ad agire così? Preoccupazione, voglia di rivalsa, semplice pietà...e poi quella frase sussurrata davanti al camino. Forse...lo stava facendo apposta, per fargli capire che davvero non lo odiava...ma lui aveva la forza di sperare? 
Hanamichi carezzò ancora il suo pelo soffice. Lo trovava così arrendevole tra le sue braccia, dipendeva così tanto da lui, gli si affidava completamente, con totale fiducia...quel potere gli dava alla testa, lo inebriava...l'invincibile Rukawa che si mostrava debole...che gli permetteva di conoscere il suo lato più esile...lo faceva sentire speciale, un privilegiato. E lui...che si perdeva per un guaito, che accorreva se l'altro mugolava un po' più tristemente...che si prosciugava per farlo stare bene...l'avrebbe fatto ancora, anche se ora sapeva la realtà. 
'...credo non mi separerò più dai miei rimorsi di coscienza...' 
Con gentilezza fece scivolare sulla volpe le sue mani, muovendosi lentamente finché non trovò la posizione adatta ad ascoltare il battito e il respiro. Si rilassò, sentendoli entrambi forti. Chiuse gli occhi...poteva dormire un sonno leggero, se qualcosa fosse cambiato se ne sarebbe subito reso conto. Distese i muscoli, lasciando che la tensione sparisse, concentrando l'ultimo frammento di lucidità su Rukawa, sui suoi movimenti...che si erano improvvisamente fatti irrequieti. Hanamichi aprì un occhio, chiedendosi quanto poco avesse dormito. Rukawa gli tirava la tunica, tentando di svegliarlo: 
"Se fossi come te ti prenderei a pugni, per aver disturbato il mio sonno..." 
Sentendolo sveglio il cucciolo scese dal letto e corse alla porta, iniziando a grattarla. Il rossino si sollevò su un gomito, per ricadere subito dopo. Un abbaio lo costrinse a scendere dal letto: 
"Ho capito, adesso ti porto fuori! Ma non potevi farti venire prima i tuoi bisognini?" 
Acchiappò la volpe e la cacciò nella sacca, fermò il gatto a nove code alla cintura e uscì dalla locanda. La neve era alta e soffice ovunque, tutto era silenzio, freddo. 
"E adesso io dove vado?" 
Hanamichi si guardò intorno, cercando un luogo appartato dove nessuno scorgesse Rukawa. 
"Signore? Ha bisogno d'aiuto?" 
"Ah, ciao!" 
La cameriera sorrise, scostando lo scialle. 
"Come mai è qui?" 
"Ehm...la volpe avrebbe bisogno di un luogo tranquillo per...hai capito" 
"Sì, e mi stupisco di quanto abbia retto. Comunque venga, lo accompagno nella stalla, lì sarà al riparo dal freddo" 
"Sei davvero gentile!" 
Hanamichi seguì la ragazza nella stalla, accarezzando la sacca. Appena entrati afferrò Rukawa per la collottola e lo posò a terra. La ragazza si inginocchiò accanto a lui, allungando una mano: 
"Quanto sei carina!!!!!" 
Rukawa tentò di graffiarla, scagliandosi contro di lei. 
"Stupidissima volpe!" 
Hanamichi lo alzò di peso e lo scosse finché non lo sentì lamentarsi. 
"No no, non la tratti male, non è colpa sua se non gli piaccio" 
"Eccome se lo è! Tu sei tanto gentile e lui cerca di graffiarti? È solo una stupida volpe!" 
"No...è così carina!!!" 
Il ragazzo si arrese: le ragazze stravedevano per lui in qualsiasi forma. Lo gettò su un covone di fieno, ignorando i suoi occhi furibondi: 
"Vedi di darti una mossa, e sappi anche che non ti terrò a dormire con me, dopo!" 
"Perché no?" 
Hanamichi arrossì, mentre Rukawa sconfortato trotterellava dietro dei pali vicino ai cavalli. 
"Scusa, ma che schifo!" 
"Ma dai! Io stringerei in ogni momento quel cucciolo adorabile!" 
"...non vi capirò mai, a voi ragazze..." 
"E comunque se vuole può sempre fargli un bagno. Facciamo così: poi le porto dell'acqua calda, le cambia la fasciatura, la lava, e tutto sarà a posto , no?" 
Gli occhi della ragazza scintillavano, e al rossino non rimase che arrendersi, e accettare la sua idea. Non riusciva proprio a dire di no a quella cameriera dolcissima. 
Sussultò: guaiti disperati. 
"Rukawa!!!!" 
Hanamichi corse verso i cavalli, spostando di peso la ragazza. Spalancò gli occhi: Rukawa soffiava furioso e spaventato contro un grosso topo che lo studiava divertito...quel coso era più robusto di lui, sebbene fosse un po' più piccolo le zampe tozze davano l'impressione di poter far volare via il cucciolo con un solo colpo. Una zampata scattò verso di lui, che la schivò saltando su una cassa. 
Prima che il topo potesse ripartire all'attacco il gatto a nove code colpì rapido il suo muso, che si contorse in una smorfia di dolore terribile come il verso che emise. Vari schiocchi in veloce successione saettarono sul suo corpo, coprendolo di segni sanguinolenti, costringendolo a battere in ritirata. Hanamichi vide i suoi occhi brillare malvagi nell'ombra, per poi svanire. Mentre riagganciava la frusta raggiunse in fretta Rukawa, lo sollevò e se lo portò al petto, accarezzandolo con una guancia. 
"Stai bene Ru?" 
Lo strinse a sé con due mani, sentendosi trafiggere di dolore ad ogni battito forsennato del suo cuore, maledicendo se stesso e tutti i topi dell'universo per ogni suo tremore. 
"È finito, è tutto finito, calmati...sei al sicuro...quel topo non c'è più...rilassati...ci sono io con te" 
"Quei topacci sono enormi, e i gatti non riescono a tenerli lontani..." 
Hanamichi sentì a malapena le parole della serva, completamente assorbito dal respiro ancora corto del cucciolo. Strinse il mantello attorno a lui, tentando di far diventare le sue braccia un riparo accogliente. 
"Signore? Non è meglio rientrare?" 
"Eh? Sì. Hai finito?" 
Rukawa annuì, senza staccarsi da lui. 
"Davvero? Possiamo trovare un posto più sicuro, e io sarei a un passo da te" 
La sua testa si scosse, quasi implorante di andare via. 
"Va bene, ho capito. Senti...per quel bagno, va bene. Mi porteresti subito l'acqua?" 
"Certo!" 
La cameriera sorrise e corse via, felice di rendersi utile. 
"Adesso ti riporto di sopra, tranquillo..." 
Scostò il mantello per passare meglio tra due pali, tentando di non rovinarlo. Si girò lateralmente, per passarci meglio, ma non si accorse di un uncino piantato nel legno che si agganciò alla tunica. Troppo preoccupato per pensare a qualcosa che non fosse Rukawa, fece due passi veloci, bloccandosi solo quando sentì la stoffa strapparsi. 
"Oh merda!" 
Sollevò tristemente tra due dita un lembo di stoffa a brandelli che pendeva lungo il suo fianco. Una ventata d'aria gelida lo colpì al ventre, ora completamente scoperto. 
"Merda..." 
Tenendo il manto chiuso rientrò nella locanda, senza rimettere la volpe nella sacca, sperando che non ci fosse nessuno. La fortuna lo aiutò, facendoli arrivare alla camera senza disturbo. 
Si inginocchiò davanti al camino, ponendo Rukawa ancora tremante sulle sue ginocchia, poi tirò fuori la casacca di riserva e si spogliò, controllando di non essersi tagliato. 
Toc toc 
"Avanti...ah, mi scusi" 
"Vieni, metti pure qui l'acqua, grazie" 
"Ecco...ha bisogno d'altro?" 
"Ehm...sì, la cena" 
"Tra un'oretta va bene?" 
"Sì, per favore porta qualcosa anche per lui" 
"Certo..." 
Rukawa seguì la ragazza uscire, dimentico per un secondo della brutta disavventura. Al contrario del rossino si era accorto del rossore di lei, dello sguardo voglioso che gli aveva lanciato quando l'aveva trovato seminudo, del sospiro sconsolato quando era uscita...ma non riusciva a darle torto, mentre osservava il petto abbronzato di Sakuragi su cui si specchiavano i bagliori del fuoco. Assomigliava al torace di uno di quegli eroi perfetti, senza difetti...muscoloso, bello... 
Una mano passò sul suo dorso: 
"Sei sotto shock?" 
Preoccupazione, per lui. Scosse la testa. Non desiderava essere nei suoi pensieri solo per i pericoli che correva. 
"Mah, per me lo sei, comunque ora vediamo di farti passare tutto" 
Sciolse le bende e osservò sollevato la ferita che stava prendendo un bell'aspetto. 
"Ti fa male?" 
La volpe scosse la testa. 
"Dimmi se l'acqua è troppo calda" 
Lo fece scivolare nel grosso catino, e capì subito che il suo gemito non era di dolore. Rukawa appoggiò la testa contro la sua mano e chiuse gli occhi, lasciandogli fare come voleva. Si mosse a malapena mentre il rossino lo lavava con calma, massaggiandoli le zampette, solleticandogli il petto, giocando con la sua coda lunga. Sbadigliò, mentre gli versava per l'ennesima volta l'acqua calda sulla testa. 
"Sei stanco?" 
Hanamichi lo sollevò e lo avvolse in un asciugamano spesso, frizionandogli il corpo. Rukawa socchiuse gli occhi, abbandonandosi a lui, avvampando per quel massaggio affettuoso che portava le sue mani sul suo corpo...se l'avesse toccato così anche quando era umano... 
Spalancò gli occhi: la loro cena era sul tavolo. 
Hanamichi sentì la sua tensione, e seguì il suo sguardo: 
"Hai fame? Ancora un attimo, poi mangiamo" 
Rukawa annuì automaticamente. Non se ne era reso conto. Non l'aveva sentita entrare, non li aveva sentiti parlare...non sapeva quanto si fosse avvicinata a lui. 
Hanamichi lo portò sul letto, e gli mancò il fiato appena si rese conto che mancava anche il bacile in cui lui l'aveva lavato. Mentre lo fasciava si concentrò, tentando inutilmente di ricordare. Ma aveva dormito? E per quanto? 
"Ecco qui, tua fasciatura è a posto. Ora mangia" 
................. 
"Come sta la volpe?" 
Hanamichi scosse la testa. L'aveva praticamente costretto a mangiare. 
"Torno su, non si sa mai" 
"Vada, e non si preoccupi, sarà solo un po' scossa" 
Il ragazzo sospirò, sedendosi sul letto, osservando Rukawa che lo fissava. Era tutto così strano, in quel luogo. Ora si sentiva perso, spaesato...l'euforia si era sciolta. Debolezza, insicurezza...non gradiva che Rukawa fosse volpe, non gli piaceva che la sua vita dipendesse da lui, che toccasse a lui proteggerlo. Aveva troppa paura di sbagliare, di non riuscire a difenderlo, di vederlo morire senza poter fare nulla...era terrorizzato dall'idea di dover stare in quel mondo sconosciuto senza poter sbagliare mai, pena la sua vita... 
Istintivamente lo abbracciò, mordendosi le labbra per non piangere. Aveva paura, voleva che Yohei e gli altri fossero accanto a lui, sarebbe andato bene chiunque dei suoi amici, o Sendo o Kiyota, o anche uno sconosciuto...bastava che dividesse con lui quel peso. 
'Io...mi devo liberare di qualcosa...non ce la faccio ad andare avanti...spero che potrai scusarmi...' 
"Perdonami...avrei potuto tirarti fuori da quella trappola molto prima, ma lungo il cammino ho incontrato un ragazzo e suo padre che mi hanno spiegato che grazie alle volpi passano meglio l'inverno...ho pensato a loro e non a te...perdonami, sono andato dritto nonostante ti sentissi urlare, mi odio per quello che ho fatto...se ti avessi salvato subito la tua ferita non sarebbe così profonda, se hai sofferto tanto è solo colpa mia...odiami pure se vuoi...ma avevo paura di scegliere tra te e un altro essere umano...non pensavo che fossi tu, ti giuro altrimenti ti avrei portato via subito...non potrei mai lasciarti in una trappola, io..." 
Non finì la frase. Non arrivandoci con le zampe, Rukawa gli aveva posato il muso su un angolo delle labbra. 
"Ru...io mi sento profondamente in colpa...nei tuoi confronti...mi odio da morire..." 
La volpe gli leccò lo stesso, strofinandosi contro la sua guancia. 
"Non sei arrabbiato?" 
Rukawa scosse la testa, continuando a sfregarsi contro di lui. 
Hanamichi lo strinse possessivamente a sé, piangendo in silenzio contro il suo pelo, attingendo da quel piccolo corpo caldo la forza di cui aveva bisogno. 
"Io ti proteggerò sempre..." 
Sempre piangendo si spogliò infilandosi con lui nel letto, chiedendosi cosa sarebbe successo ancora. 

 

Fine capitolo ottavo


 

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