Anfora di
magia
Parte VII
di Hymeko
Sentiva gli occhi ancora impastati dal sonno, le palpebre pesanti. Faticava a mettere a fuoco l'ambiente circostante. Non capiva con esattezza dove si trovasse, una coltre fredda e scura soffocava i suoi ricordi.
Sollevò il capo, che ciondolò fiacco. Strinse i denti, imponendo al corpo indebolito di rizzarsi. Una luce debole proveniente da un angolo illuminava fiocamente il luogo morbido dove si trovava, il resto era immerso nella semioscurità. Sembrava una piccola stanza...
Girò la testa dall'altra parte, sussultando. Una macchia rossa appoggiata su del bianco la svegliò completamente.
Un ragazzo dormiva accoccolato a terra, la testa appoggiata al cuscino su cui fino a quel momento aveva riposato. I capelli di brace risaltavano come lava sulla tela bianca, gli ultimi sussulti di vita del fuoco donavano loro sfaccettature scarlatte. La pelle abbronzata era resa ancora più bronzea dalla luce morente del fuoco, i lineamenti energici sfumati dalla penombra. Una mano, appoggiata al copriletto, stringeva un panno...la vaschetta piena d'acqua sul tavolino lì accanto confermò alla volpe il sospetto che le galleggiava nella mente: aveva avuto la febbre, e a quanto pare lui l'aveva vegliata.
La volpe lo fissò in silenzio, la bocca socchiusa dalla sorpresa, gli occhi riempiti dalla sua presenza.
Tentò di mugolare. Nulla. La sua gola come bloccata, i suoni rifiutavano di uscire. Deglutì, mentre il ragazzo continuava a riposare.
Emise un mugolio. Troppo basso, perché lui lo sentisse. Il cucciolo stesso pensò di esserselo immaginato, tanto era debole.
Riprovò. Stavolta fu più forte, ma non abbastanza per destarlo.
I suoi occhi ormai abituatisi alla luce fioca potevano vedere più distintamente. Sembrava così stanco...aveva delle ombre blu attorno agli occhi.
La volpe scosse la testa. Aveva bisogno che si svegliasse.
Le coperte pesavano su di lei, impedendole di muoversi con scioltezza. Si puntò sulle zampe, ma si accasciò subito, crollando sul guanciale.
Una zampa l'aveva costretta a cedere, trafiggendola di dolore. La fissò: era fasciata da bende bianche, sporcate da una alone scuro nel mezzo.
Sbatté le palpebre, confusa. Non ricordava...perché era fasciata? Inclinò la testa, chiamando ancora il ragazzo.
Lui mosse il capo, sistemandosi meglio contro il letto.
La volpe appoggiò la zampa, tentando di far forza e di sollevarsi. Cadde di nuovo, più pesantemente.
Il ragazzo mugugnò qualcosa, ma non si svegliò.
Il cucciolo rimase fermo, riprendendo fiato, fissando i nastri di stoffa. Cos'era successo alla zampa?
Chiuse gli occhi, tentando di ricordare.
Non era facile, lì. Il calore delle coperte, la luce protettiva del camino, la presenza rassicurante del ragazzo...voleva dormire ancora, lasciarsi cullare dolcemente dal sonno, rimandare la fatica del ricordare...obliare il dolore...
Obliare il dolore...quelle parole gli riportavano qualcosa alla mente...avevano il sapore dell'arrendersi, dell'abbandono, del rinunciare...del chiedere solo la fine della sofferenza.
Il giorno prima...o lo stesso? Che giorno era? Non lo sapeva...però ricordava un bosco. Un bel bosco, profumato. Era autunno inoltrato, il suo istinto sentiva nell'aria la natura che si preparava all'arrivo dell'inverno. Presto sarebbe caduta la neve...
Adorava l'autunno. Intento ad ambientarsi alla sua nuova condizione, con un velo di nebbia a offuscargli i ricordi, aveva girovagato tra le foglie secche, bagnando le zampette con la rugiada rimasta sui fili d'erba pallidi,
riempiendosi la mente del profumo della terra che si appresta a dormire...si era adattato subito a quell'ambiente sconosciuto...
Poi era arrivata la sera, e un cielo scuro aveva accompagnato la piccola creatura nel cercare una tana dove passare la notte, dove riordinare le idee...
L'aurora era arrivata veloce, la dea dell'alba aveva velato le nubi grigie con un tocco fievole di rosa. La volpe si era alzata per salutarla, attendendo impaziente l'arrivo del disco luminoso del sole, l'astro che l'avrebbe aiutata nella sua ricerca.
I suoi compagni...durante la notte li aveva sognati, i ragazzi con cui giocava a basket. Lo Shohoku.
Attraverso i piccoli occhi scuri, Rukawa fissò Sakuragi, che non accennava a svegliarsi. Li stava cercando nella foresta, quando era rimasto intrappolato. Chiuse gli occhi. Finalmente ricordava. Stavano andando tutti in palestra, loro e quei rompiscatole di Sendo e Kiyota, quando...lui si era trovato nel bosco, trasformato in volpe. Sorrise...non si era sorpreso nemmeno tanto quando aveva visto la propria immagine riflessa in un ruscello. In fondo gli donava, lui era la volpe per antonomasia...che buffo che fosse stato proprio il ragazzo che gli aveva affibbiato quel nomignolo a trovarlo. Sapeva di essere un umano, eppure...non gli era spiaciuta, quella trasformazione. Si era subito trovato a suo agio...forse nella sua vita precedente era stato davvero una volpe!
Lui li stava cercando, era quasi mezzogiorno, e aveva fame. Aveva cercato per ore qualcosa da mettere sotto i denti, inutilmente...
E poi...quel pezzo di carne...appetitoso, a portata di mano...era stato tanto facile arrivare fino ad esso...
Solo i suoi riflessi l'avevano salvato...appena addentata la carne, intravisto il movimento del laccio, si era gettato indietro, la corda che gli sfiorava sibilando la testa. Ma una zampa era rimasta indietro, e il laccio si era chiuso su essa, trascinandolo tra gli aghi acuminati...
Aveva avuto paura di essere catapultato per aria, di sbattere contro un tronco, ma dopo il primo momento di panico aveva compreso che la trappola si era inceppata.
Bloccata, con lui dentro.
Appoggiò il muso sul cuscino, mentre si chiedeva come avesse potuto sopravvivere. Ricordava di aver lottato, di aver gridato, implorando aiuto...ripensò rabbrividendo al terrore con cui aveva fissato la neve che iniziava a scendere, un sudario bianco che non l'avrebbe coperto direttamente, ma che avrebbe congelato il suo corpo. Sapeva che doveva andarsene, trovare una tana in cui rannicchiarsi ad aspettare la fine della tormenta...aveva divorato la carne, traendone forza per continuare a lottare, per sperare ancora...aveva persino avvertito la presenza di qualcuno accanto a lui, ma nessuno era apparso per salvarlo. E poi...il sonno l'aveva sconfitto. Ma stavolta non gli era amico...
Quanto tempo aveva trascorso in quella trappola? Non lo sapeva...
E poi...risvegliarsi tra le lenzuola calde di un letto, con un angelo dai capelli rossi che vegliava su di lui, lui che credeva di morire...
Cosa doveva fare? Si fermò a riflettere. Far capire a quell'angelo che lo odiava chi era in realtà? Come avrebbe reagito, appena scoperto che lui era il suo nemico, il suo rivale, il motivo per cui non poteva essere felice accanto ad Haruko? Probabilmente non lo avrebbe abbandonato nella neve, però...come si sarebbe preso cura di lui?
Si alzò di nuovo, con più convinzione. Doveva svegliarlo, ne sentiva incessante il bisogno. Voleva che lo prendesse tra le braccia e lo stringesse, che gli facesse sentire da vicino quel suo profumo caldo che da lì poteva solo avvertire...voleva essere accarezzato, consolato, protetto. Voleva che scacciasse col suo calore i ricordi che gli stipavano la mente.
Anche a costo di fingere di non esistere.
Fece un passo. Poi un altro. La distanza che li separava non era molta. Si trascinò fino a raggiungerlo, e toccò con delicatezza la sua fronte. Il ragazzo non diede segni di svegliarsi. Rukawa lo toccò di nuovo, ma l'altro continuò imperterrito a dormire. La volpe accostò il muso alla sua guancia, e scartata l'idea iniziale di morderlo, lo leccò gentilmente.
"Hhmm..."
Hanamichi sentì qualcosa di umido leccargli la guancia. Aprì gli occhi: un musetto sfocato era a pochi centimetri dal suo viso, una macchia vaporosa arancione e bianca.
Sorrise, allungando una mano per accarezzarlo.
"Ehi ciao..."
La volpe emise un mugolio soddisfatto, premendosi contro il palmo caldo.
"...stai meglio, a quanto vedo"
Un verso appena accennato lo rassicurò.
Sbadigliò, alzandosi strofinandosi le braccia, e si stiracchiò, sciogliendo i muscoli indolenziti dalla notte passata accovacciato accanto al letto. Un brivido lo scosse, e diede un'occhiata infastidita al camino quasi spento.
"Qui inizia a fare freddo però"
Sentì lo sguardo vigile della volpe seguirlo mentre andava a riattizzare il fuoco, e mentre apriva gli scuri delle finestre. Soffocò uno sbadiglio, tentando di svegliarsi del tutto.
Si sentiva spossato, avvolto dal sonno. I suoi occhi ancora velati distinguevano solo le sagome degli oggetti, non i particolari. Percepiva di non aver dormito molto, impegnato a vegliare il cucciolo finché la febbre non era scesa.
L'aria gelida lo investì in pieno, e si affrettò a chiudere le finestre. Tra le case ancora addormentate si intrecciavano le traiettorie filanti dei fiocchi di neve.
"Dev'essere mattina presto...merda come nevica"
mormorò a se stesso.
Si rivolse alla volpe, che lo guardava fisso dal cuscino.
"Credo tu sia affamata, piccolina. Non ti muovere da lì, vado a sciacquarmi la faccia poi ti porto da mangiare, ok?"
La volpe tentò di alzarsi, e Hanamichi fu subito accanto a lei.
"Io torno subito, non ti muovere, capito?"
Le grattò le orecchie, e uscì dalla stanza.
................
"Non dirmi che sei rimasta lì a fissare la porta fino ad adesso?"
Hanamichi appoggiò il vassoio sul tavolino, contraccambiando lo sguardo dell'animale. Rientrando lo aveva trovato a guardare intensamente l'uscio, esattamente come l'aveva lasciato.
Il versetto della volpe aveva un che di affermativo.
Hanamichi sorrise, e si accoccolò accanto a lei, indicandole tristemente il cibo.
"Dovrai accontentarti...a quest'ora c'erano solo avanzi di ieri, mi spiace"
Il cucciolo scosse la testa, mostrandosi allegro.
"Vieni qui, che cambio la fasciatura"
Sciolse le bende, esaminò la ferita e la lavò, medicandola di nuovo con l'unguento. Seppe esattamente quando il medicamento toccò la lesione....la volpe si irrigidì, trattenendo a stento un guaito. La sollevò, appoggiando il suo capo sul cuore:
"Tranquilla, passerà subito...respira seguendo i battiti del mio cuore..."
La strinse a sé, accarezzandola finché non la sentì calmarsi, poi la riappoggiò sul letto, ponendole di fronte un vassoio con dello stufato e una scodella d'acqua.
"Ora mangia qualcosa, ok?"
Sorrise nel vedere il cucciolo che si gettava a capofitto sulle due ciotole, mangiando e bevendo con gusto. Allungò una mano, blandendo lentamente il suo pelo.
La volpe sollevò di scatto il muso, fissandolo intensamente.
Hanamichi era seduto tra lei e il camino, e la sua ombra cadeva direttamente su di essa, riparandola dalla luce e dal calore diretti. Era nascosta, eppure...i suoi occhi scintillavano.
Il ragazzo si sentì trapassato da quegli occhi intensi, fissi nei suoi. Scurissimi, immensi, decisi. Sentì il suo animo tremare, mentre quello sguardo quasi insopportabile lo studiava.
Inerme, soggiogato da due polle limpide e insondabili.
Deglutì, allontanando impercettibilmente la mano dalla sua schiena. La volpe abbaiò, strofinandosi contro di essa.
Hanamichi sbatté le palpebre, sorpreso:
"Allora gradisci le coccole..."
Il cucciolo rispose con un morso affettuoso, e riprese a mangiare, mentre il ragazzo continuava ad accarezzarla.
...................
"Eri proprio affamata, eh piccola?"
La volpe si leccò i baffi, gustandosi le ultime tracce del pasto, regalandogli un'occhiata carica di soddisfazione. Sbadigliò, stiracchiandosi sinuosa.
Il rossino la guardò rapito, affascinato dal suo corpo sottile e flessuoso. Quella volpe...
Trasalì. Era una volpe. V-o-l-p-e.
Con quel nomignolo, lui aveva etichettato Rukawa...e proprio Rukawa era una delle due persone che doveva cercare.
Si morse il labbro punendosi per essersi dimenticato della sua missione. Non aveva minimamente pensato loro, da quando aveva salvato il cucciolo. Si sentì invadere dal senso di colpa, mentre i rimorsi si accavallavano nella sua mente.
Sapeva di non aver sbagliato a salvarla, però...si malediceva per aver perso tanto tempo nel farlo. Se l'avesse salvata subito forse avrebbe potuto trovarli.
'Non diciamo scemenze...quel vecchio mi ha detto che non sarei riuscito ad attraversare la foresta, quindi mi sarei fermato qui comunque. E dato che Ayako e Rukawa non si trovano in questa locanda, è inutile che mi faccia troppi problemi. Chissà piuttosto come stanno gli altri...per Akira, Harukina e il Gorilla non mi preoccupo, ma Ryo-chan con Mitchi e la Nobuscimmia lo vedo male...spero solo che stiano tutti bene...'
Un piccolo abbaio lo scosse dai suoi pensieri. Hanamichi si ritrovò la volpe nel grembo, che lo fissava preoccupata.
Il cucciolo inclinò la testa, poi si strofinò contro il suo petto.
Hanamichi la accarezzò, posandole un bacio sulla nuca. La volpe spalancò gli occhi, premendosi con più forza contro di lui, tentando di approfondire il contatto col suo corpo.
"Sei preoccupata per me, piccolina?"
La volpe abbaiò di nuovo, e Hanamichi le posò un dito sulle labbra sottili:
"Shhh...la padrona non sa che sei qui...non potevo rischiare che ti cacciasse fuori, così non gliel'ho detto...però devi fare silenzio...così, brava"
L'animaletto si quietò, acciambellandosi sulle sue gambe.
Hanamichi rise, sollevandola:
"No, non puoi stare qui a dormire. Devo portare questi vassoi giù, e mangiare anch'io qualcosa. Dormi un po', io torno tra poco, non fare rumore"
Ripose la volpe sotto le coperte, e uscì dalla stanza, chiudendo la porta a chiave, senza lasciarsi frenare dai piccoli mugolii che il cucciolo emetteva per non farsi lasciare solo.
Rukawa appoggiò scoraggiato il muso sul cuscino, chiedendosi sconsolato cosa sarebbe successo quando quel rossino avesse scoperto la verità su di lui.
Hanamichi scese due a due i gradini, correndo giù per le scale, fino alla sala comune della locanda. Si guardò in giro, cercando la cameriera che la sera prima aveva maltrattato.
Data l'ora cui la volpe l'aveva svegliato, nella sala non c'era nessuno.
"Cerca qualcuno?"
L'ostessa apparve accanto a lui, lucidando un boccale.
"Oh, sì. Volevo pagare la camera, e chiederle se secondo lei oggi potrò rimettermi in cammino"
La donna rise di gusto, scuotendo una mano:
"Non pensarci nemmeno ragazzo mio, questa tormenta andrà avanti per lo meno fino a stasera, non ti permetterei di uscire nemmeno se mi pagassi in oro"
Il rossino si morse le labbra, poi pagò alla donna l'affitto della stanza.
"Senta, la cameriera che ieri mi ha portato la legna è qui?"
"Sì, perché?"
"Ehm...le vorrei parlare...e avere qualcos'altro da mangiare, per favore"
L'ostessa lo squadrò un attimo, poi sparì in cucina. Era abituata alle richieste assurde dei clienti, e una doppia razione del suo cibo scadente non era certo la più stramba che avesse sentito.
Hanamichi rimase a osservare il banco di legno consumato. Le screziature chiare risaltavano vivaci in un contesto più scuro. Seguì con un dito la lunghezza di una venatura, concentrandosi sulla sua linea. Stava facendo di tutto pur di non pensare.
A Rukawa, e alla volpe. Forse aveva capito perché non aveva pensato a lui per tutto quel tempo.
Rukawa la volpe.
Entrambi in pericolo. Non ne aveva la conferma, eppure ne era sicuro. Il compagno di squadra era nei guai. Lo sentiva nelle ossa.
E poi un cucciolo di volpe, la sua vita a repentaglio.
Superata la sua stupida titubanza lui l'aveva salvata, dimenticandosi del primo.
Mettendosi a posto la coscienza.
Aveva trasferito sul cucciolo la sua preoccupazione per Rukawa.
Li aveva identificati. Lui chiamava Rukawa volpino, no? E allora aveva naturalmente sovrapposto l'immagine dell'animaletto a quella compagno, giungendo a identificarli, tanta era la loro affinità.
Si era tolto un peso, quando erano giunti al sicuro nella locanda. Non solo perché aveva rimediato al suo errore, ma perché così si era potuto dimenticare di Rukawa, liberarsi della sua preoccupazione per lui nel momento stesso in cui l'aveva tratta in salvo.
Salvando la volpe poteva credere di aver salvato Rukawa, accettando il fatto di non averlo ancora trovato, e di non poterlo cercare ancora.
"S-S-Scusi? Voleva vedermi?"
'Chi diavolo disturba i miei pensieri profondi?'
Si girò di scatto, molto arrabbiato. E si maledisse.
La cameriera della sera prima fece tremare il vassoio col suo cibo. Sembrava sull'orlo delle lacrime.
"Ah...sei tu"
"L-L-Le ho portato il cibo..."
Hanamichi si inchinò profondamente davanti a lei:
"Ti prego di accettare le mie scuse per ciò che è successo ieri. Ho sbagliato a comportarmi così. Tu stavi semplicemente facendo il tuo lavoro, mentre io sono stato solo
un villano. Ti porgo le mie scuse, ti prego di perdonarmi"
La ragazza posò il vassoio sul bancone e si coprì il viso con le mani, tentando di nascondere il rossore:
"La prego basta, così mi mette in imbarazzo...non è successo niente, e lei ha avuto ragione, non sarei dovuta entrare nella sua stanza senza permesso"
"No, non ho scusanti per il mio comportamento imperdonabile. Sono stato un vero maleducato a trattarti così, e giungere a minacciarti con una spada. Un uomo non dovrebbe mai comportarsi così con una ragazza. Ti prego, cosa posso fare per farmi perdonare?"
La ragazza arrossì ancora di più, stropicciandosi le mani:
"Ehm...una cosa ci sarebbe..."
Hanamichi sorrise, incoraggiandola a parlare.
"Stasera qui ci sarà della musica...ballerebbe un po' con me?"
Il rossino rimase a bocca aperta:
"Tu vuoi...ballare con me?"
La ragazza avvampò:
"...sì"
Lui si inchinò di nuovo:
"Allora sarò felice di essere il tuo cavaliere"
"Ooohhhh"
"Ci vediamo stasera"
Prese il suo cibo e tornò in camera, camminando a un paio di metri da terra.
Appoggiò il vassoio accanto al camino, prese tra le braccia la volpe che lo aveva aspettato, e fece con lei un giro di valzer:
"Mi hanno chiesto di ballare volpe! Una ragazza vuole ballare con me!"
Si gettò sul letto, stringendola a sé.
"Te ne rendi conto? Una ragazza mi ha invitato! Ah ah ah ah ah!!!!!! Finalmente qualcuna che riconosca la grandezza del Genio! Però non dirlo ad Harukina, lei non deve saperlo, capito? Spero solo che la caviglia mi regga...tu che ne pensi, volpina?"
Come risposta, la volpe gli morse la mano.
"Ahi! Ma sei impazzita? Perché mi hai morso?"
Il cucciolo scese dal suo petto senza guardarlo, andando ad acciambellarsi con grazia sul cuscino.
Hanamichi rimase interdetto: che diavolo le era preso a quella volpe lunatica? Fino a poco prima si strusciava lasciva contro di lui, e ora...lo mordeva! Allungò in silenzio una mano verso di lei, ma lo allontanò con un movimento secco della coda.
"Stupidissima volpe! Sei uguale a quel maledetto Rukawa! Insopportabili nello stesso modo!"
Il cucciolo si irrigidì, trattenendo il respiro. Si voltò appena percepì il materasso sollevarsi, guardando Hanamichi alzarsi e andare ad accucciarsi accanto al fuoco, a ingurgitare la sua colazione.
Rukawa sentì il cuore morirgli dentro, mentre fissava la schiena larga del rossino. Aveva esagerato, lo sapeva. Sakuragi non era suo, non gli apparteneva. Lo vezzeggiava solo perché lui l'aveva ingannato, fingendosi ciò che non era. Se l'altro avesse saputo la verità...che non era un cucciolo indifeso...
Scese dal letto, soffocando un gemito quando la zampa ferita toccò terra. Non voleva che lo odiasse anche in quella condizione...desiderava che almeno così l'altro gli volesse un briciolo di bene. Camminò con calma fino al camino, dove il ragazzo continuava a consumare la sua colazione. Se si era accorto di lui non lo dava a vedere, ignorandolo.
Si sedette vicino a lui, senza toccarlo.
Hanamichi non disse nulla.
La volpe allungò il collo, strofinando la guancia contro la sua coscia.
Il ragazzo la studiò stupito, incerto su cosa fare.
Lei allungò il musetto verso di lui, socchiudendo gli occhi, in una muta richiesta di perdono.
Hanamichi sospirò pesantemente, poi prese in braccio la volpe e se la sistemò con gentilezza sulle gambe.
Il cucciolo mugolò soddisfatto, mordicchiando gentilmente il tessuto dei pantaloni.
"Sei fortunata che io non sia capace di odiare sul serio qualcuno..."
La volpe sussultò, trattenendo il respiro. Quelle parole...
Il ragazzo appoggiò preoccupato a terra il vassoio, aveva sentito la volpe irrigidirsi innaturalmente.
"Ehi...non stai male, vero?"
Il cucciolo strinse gli occhi, lasciandosi coccolare dalle sue mani calde.
"Ecco brava...così, calma..."
La cullò con dolcezza, cancellando la sua tensione col calore del suo corpo.
Sentì che nascondeva il muso contro il suo collo, e appoggiò la guancia contro la sua nuca. La vezzeggiò a lungo, ascoltando con attenzione tutti i movimenti dei suoi muscoli, carezzandola finché non la sentì completamente rilassata contro di lui.
Si sentiva il volto in fiamme...gli piaceva averla tra le braccia, avvertiva un calore mai provato prima, e una dolcezza senza eguali.
'Sono sicuro che abbracciando Harukina proverei questa stessa bellissima sensazione'
Si alzò piano, appoggiando la volpe sul cuscino. L'animaletto assonnato alzò il muso, guardandolo spogliarsi tra il sonno e la veglia.
"Non ho dormito molto stanotte, e adesso anch'io ho sonno"
Hanamichi si infilò con lei sotto le coperte, appoggiandola sul suo petto. Aveva capito che si sentiva realmente sicura solo quando era tra le sue braccia...una conseguenza di quella trappola, probabilmente. E a lui certo non spiaceva stringerla. Era un cucciolo talmente bello, così carino...e farla stare bene lo aiutava ad assopire i suoi sensi di colpa.
Ascoltò il suo respiro farsi calmo, poi si addormentò.
................
Toc-toc
Silenzio.
Toc-toc
Silenzio.
"Signore, è qui?"
Toc-toc.
"Hn? Che c'è?"
"Signore sono io, volevo solo avvisarla che la serata di musica inizierà tra poco"
"Ah sì, scendo subito..."
Hanamichi spostò la volpe e rotolò giù dal letto, cercando a tentoni i suoi vestiti. Il camino si era quasi spento, adombrando la stanza.
La volpe aprì immediatamente gli occhi, avvertendo il vuoto accanto a sé. Guardò senza dire nulla il ragazzo che si rivestiva accanto al fuoco appena riattizzato, poi quando questi prese la chiave della stanza mugolò forte.
"Ssshhh!!!"
Accarezzò la volpe, impedendole di alzarsi:
"Tranquilla, tornerò presto qui. Faccio un paio di giri e ritorno, d'accordo?"
Il cucciolo lo afferrò coi denti, impuntandosi.
"Eh no! Non mi strappare la tunica, che è l'unica che ho! Senti, ti ho fatto da balia tutta la notte, adesso ho bisogno di rilassarmi un po'. Non starò via tanto, tranquilla"
La volpe mollò la presa, accucciandosi sotto le coperte.
"Ecco, fai la brava"
La serratura si chiuse con uno scatto secco, che a Rukawa somigliava tanto al rumore del suo cuore che si spezzava.
Un peso. Per lui era solo un peso.
................
"Perdonami...credo che la mia caviglia sia al limite"
"Non si preoccupi...si vede che si muove con un po' di fatica, però ha ugualmente ballato parecchio con me. Vada a riposare, le mie amiche sono già tutte morte d'invidia! E la prego, coccoli anche per me la volpacchiotta"
Hanamichi arrossì, salutò e zoppicò su per le scale. Non sapeva il perché, però era preoccupato per la volpe. Un brivido freddo continuava a percorrerlo, una sensazione di fastidio l'aveva tormentato da quando era uscito dalla stanza. Si era subito maledetto per averla lasciata sola.
Spalancò la porta. Il letto era vuoto.
"Volpe!"
Un abbaio attirò la sua attenzione: il cucciolo era seduto davanti al fuoco, la lunga coda avvolta attorno al corpo.
Il ragazzo rimase incantato a guardarla: era seduta sulle zampe posteriori, leggermente girata verso di lui. Il profilo perfetto risaltava rischiarato dalle le fiamme che ardevano nel focolare, gli occhi spiccavano come diamanti neri in mezzo alla lava.
Hanamichi si avvicinò lentamente a lei, senza staccarle gli occhi di dosso.
La prese in braccio e la strinse a sé, affondando il viso contro il suo pelo morbido. La voleva stringere al cuore, la voleva sentire vicina, impedire al mondo di frapporsi tra loro.
Aggiunse della legna al fuoco, e si sedette sul letto, la schiena appoggiata al cuscino. La stanza era illuminata dalla luce naturale del camino, tanto diversa da quella elettrica che conosceva.
"Dovrei convincere mia madre a mettere un caminetto in casa"
mormorò tra sé.
La volpe alzò il muso verso di lui, guardandolo confusa.
Hanamichi fece per sorriderle, ma il suo sorriso si bloccò, mentre le sue pupille si allargavano. Si fissarono in silenzio per molti istanti, ognuno perso nello sguardo dell'altro.
"...non mi ero accorto che tu avessi gli occhi blu, lo sai piccola volpe?"
Il cucciolo si alzò sulle zampe posteriori, appoggiando le anteriori sulle sue scapole, portando il viso a poca distanza dal suo.
La confusione di Hanamichi aumentò, mentre percepiva il suo sguardo affascinante soggiogarlo. Quel blu...
"...il tuo sguardo è uguale a quello di una persona che sto cercando...è lo stesso identico blu..."
La volpe annuì forsennatamente con la testa. Ormai era tardi per tornare indietro, e non desiderava continuare a mentire...non a lui.
Hanamichi inclinò la testa, osservandola meglio.
"...ora che ti guardo meglio gli somigli molto...gli stessi occhi...la punta delle tue orecchie...ha gli stessi riflessi dei suoi capelli..."
Il cucciolo si allungò ulteriormente verso di lui...il rossino posò una mano sul suo petto candido:
"...il tuo pelo è bianco come la sua pelle"
Gli occhi della volpe si allargarono, scintillando. Sprizzavano faville.
"...gli somigli, gli somigli tanto"
Rimasero fermi un secondo, poi Hanamichi mormorò:
"Ru-Rukawa?"
La volpe annuì di nuovo.
Fine capitolo settimo
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