Anfora di magia

Parte V

di Hymeko


"Kiyota, io devo riportare Miyagi al villaggio, deve essere curato. Tu prendi i resti del mio mantello, falli a strisce e legaci meglio che puoi la mani e le caviglie dei banditi. Se non ti basta usa tutti i mantelli di questi banditi, non farti troppi scrupoli, e mi raccomando, nodi belli stretti. Prima però getta via tutte le loro armi, il più lontano possibile, e requisisci i soldi e ciò che ti può sembrare utile"
Kiyota obbiettò sull'ultimo ordine:
"Ma devo proprio farlo? Così...mi sembra di essere uguale a loro!"
"Non discutere! I loro soldi aiuteranno a pagare le cure di Ryota, in fondo sono stati loro a ferirlo"
"...sai senpai? Da questo punto di vista la cosa mi piace molto di più!"
"Bravo! Allora inizia a darti da fare, io porto Miyagi al villaggio!"
Il ragazzo gemette:
"No...Ayako...non mi portare indietro...devo...salv..."
"Merda, è svenuto di nuovo...sbrigati, maledizione, e abbonda con le corde! Stringi bene i nodi, non ci devono raggiungere!"
"Agli ordini! Lascia fare a me!"
La matricola iniziò a tagliare la stoffa in lunghe strisce, poi si bloccò di colpo:
"Ma...Mitsui, tra poco qui scoppierà una tempesta di neve...se li lascio qui legati moriranno congelati!"
Mitsui si voltò appena, con Miyagi che gli pendeva dalle spalle. La sua mente lavorava frenetica per raggiungere una soluzione che non li compromettesse troppo:
"Fallo lo stesso. Appena arrivo al villaggio, avverto che dei banditi ci hanno attaccato e che li hai lasciati qui legati. Manderanno qualcuno a prenderli, così li sbatteranno al fresco. Hai altre domande?"
"Sì...Miyagi ce la farà?"
Il viso di Mitsui si scurì, indurendosi:
"Che domande fai! Certo che ce la farà!"
Iniziò a camminare velocemente, senza più voltarsi.
"Accidenti a lui, io sono solo preoccupato! Mica è bello vedere un compagno di viaggio infilzato come uno spiedino!"
Borbottando, il ragazzo iniziò ad accumulare gli oggetti dei banditi.

'Lo so che è preoccupato, ma non potevo certo star lì a discutere, con Miyagi che si dissangua!
Meno male che il flusso si è un po' arrestato...ma devo fare in fretta, o non arriverà a domani...ti prego resisti...'
La strada era più faticosa, se percorsa in quella direzione. Prima non se ne erano resi conto, impegnati a guardarsi in giro e a discutere, ma la via procedeva in una leggera ma costante pendenza. Avevano percorso parecchi chilometri in poco tempo, e quindi, in quel momento, significava combattere contro una salita interminabile.
Mitsui sbuffò, e il suo alito si tramutò in una nuvola bianca.
"Merda...tra poco inizierà a nevicare, rischiamo di lasciarci la pelle tutti, qui!"
Si sistemò meglio l'amico sulle spalle, e tentò di aumentare il passo. Non sembrava, ma Miyagi era pesante.
'Non avrei potuto lasciarlo alla Nobu-scimmia...non è abbastanza forte per poterlo portare sulle spalle...spero solo che faccia un buon lavoro con quei maledetti, o non dovremo più preoccuparci di nulla...'
Rabbrividì, aggredito da una raffica di vento gelido. Alzò lo sguardo, e sentì i primi, minuscoli fiocchi sciogliersi contro la sua pelle.
"Bene...inizia a nevicare...ora sì che iniziano i guai!"
Alle sue spalle, Miyagi gemette.
"Dai Ryota, vedrai che ce la facciamo! Ti porterò da una di quelle guaritrici delle storie fantasy, quella ti cucirà su per bene e poi ce ne andremo di nuovo tutti e tre a salvare Ayako, come gli eroi delle fiabe!"
"...Ayako..."
mormorò il ragazzo ferito
"Sì, proprio lei, la tua bella Ayako...vedrai che farà i salti di gioia, quando andrai a salvarla..."
"Ayako...Ayako..."
"E magari per ricompensa deciderà alla fine di darti pure un bel bacio, lo sai come sono le donne, diventano così espansive quando sono felici..."
"...dove sei?"
"Non è lontana, ne sono sicuro...appena ti sarai rimesso la troveremo, magari è qui, dietro l'angolo"
Mitsui sentì Miyagi irrigidirsi d'un tratto:
"Ayako! Eccoti! Colonna di luce! Colonna di luce!"
appena ebbe pronunciate quelle parole, il ragazzo cadde pesantemente sulle spalle del compagno.
Mitsui voltò di scatto la testa, tentando di scorgergli il viso:
"Ehi Ryota che t'è preso?! Ryota non fare il solito deficiente e rispondimi! Ryota!"
Vedendo che non gli rispondeva, accostò una guancia alla sua bocca: un debole soffio caldo gli carezzò la pelle, attenuandovi la morsa del gelo.
"Meno male che è vivo"
mormorò piano la guardia.
Strinse gli occhi duramente:
"Non ti lascerò morire, mi hai capito? Non ti lascio schiattare qui! Ti porterò in quel maledetto villaggio e ti farò rimettere in piedi, mi senti, tappetto? Non morirai, non pensarci nemmeno, dovessi venire io a tirarti per l'orecchino fuori dalla tomba! Non hai alcun diritto di morirmi sulle spalle, quindi non ci provare nemmeno perché ti gonfierò di botte!
..............................
Te lo devo...te lo devo. Forse non ci crederai mai, ma...io sono uno che li restituisce, i favori, e tu me ne hai fatto uno grosso. È stato merito tuo se sono di nuovo un grande nel basket, e io adesso te lo restituisco il favore! Quindi vedi di non morire o ti ammazzo io!"
Quasi ribattesse, Miyagi si mosse scompostamente contro le sue spalle.
"Sei proprio un idiota"
e sorrise tra i fiocchi di neve, che ora scendevano fitti e grossi, rendendolo quasi cieco.
"...lo sai che tra poco ci trasformeremo in due pupazzi di neve ambulanti?"
Il vento, fischiando, li investì in pieno, facendo roteare la neve in mille mulinelli bianchi e svolazzare i mantelli come le ali brune di una farfalla notturna.
Miyagi si strofinò automaticamente contro il corpo caldo che lo sosteneva, tentando di trovarvi rifugio e calore.
Mitsui sospirò pesantemente, ingoiando la neve.
Lui non provava freddo, anzi sudava, e capiva bene il perché. Rabbia, adrenalina, preoccupazione, paura...un turbinio di sensazioni che lo costringevano ad avanzare, a compiere un passo dopo l'altro, a non fermarsi per prendere fiato alla base di una salita più accentuata...
Si strofinò il viso contro una spalla. Tolto il velo di sudore, la pelle era esposta direttamente al sibilare tagliente del vento, ma non ne fu infastidito. Troppo intorpidito per accorgersi delle raffiche che lo colpivano, sentiva la sua pelle arrossarsi, seccarsi, perdere elasticità.
Tentò di muovere i muscoli facciali. Essi risposero protestando un po'. La guance gli dolevano, le labbra secche si tagliavano. Passò la lingua sul labbro inferiore, senza stupirsi di trovarvi il gusto del sangue.
Scosse la testa, tentando di distrarsi pensando a Kogure.
Ma stranamente nemmeno l'immagine del suo ragazzo serviva ad alleviare la sua fatica.
'Sono proprio messo male, se riesco a malapena a pensare a lui...'
Sorrise ironicamente, e proseguì succhiandosi piano il labbro.

"Uffa, con chi crede di parlare Mitsui? Con un idiota? Lo so benissimo cosa devo fare! Sono o non sono il rookie numero uno della prefettura? Ah, anche quel maledetto Rukawa e la scimmia rossa dovranno ammetterlo, dopo che avranno saputo del mio grande combattimento! Sono un mito!!!"
(bè, che c'è, sono già tornato nelle tue grazie? n.d.Kiyota insospettito da tanta gentilezza)
(sì, Nobu-chan, dopo il tuo dunk contro Uozumi, come potrei non adorarti di nuovo? Sei stato davvero immanso! n.d.Hymeko)
Uno dei banditi si mosse e Kiyota, tanto per star sicuro, gli rifilò un calcio nel ventre. Il ladro emise un guaito sordo, e smise di muoversi.
Kiyota sbuffò esasperato:
"Vi siete resi minimamente conto dei guai che ci avete procurato? Adesso finché Miyagi non si sarà rimesso abbastanza dovremo starcene fermi in una locanda, oppure dividerci come hanno fatto quei pazzi dell'altro gruppo. Non potremo correre in aiuto di chi si è perso, e nessuno potrà ammirare tutte le mie doti di combattente! E tutto questo per colpa vostra! Come potrò far colpo su Maki, quando tornerò indietro?"
"Ma che, sei scemo a parlare da solo?"
La matricola si voltò di scatto: il capogruppo era di nuovo in piedi, un po' traballante, a esser sinceri, ma lo osservava divertito.
"Non dovresti prima preoccuparti dei tuoi nemici, che degli amici? Comunque...non ho idea di chi sia questa Maki, ma non credo che la rivedrai molto presto! Anche se sicuramente sarà una racchia!"
Gli insulti al suo capitano trasformarono in lava il sangue di Kiyota, che fece apparire dal nulla i suoi coltelli da lancio.
L'uomo capì di aver sbagliato: nello sguardo del moccioso brillava una luce carica d'odio.
"Lui è il mio capitano, lo rivedrò prestissimo, è il ragazzo più bello sulla faccia della terra e rimarrà sicuramente incantato davanti alle mie imprese!"
Scattò in avanti, guidato da una rabbia cieca e istintiva, e prima che l'altro potesse reagire, gli aveva già piantato brutalmente l'elsa del pugnale nello stomaco.
L'uomo ruzzolò a terra, mentre un fiotto di sangue gli sgorgava dalla bocca, andando a insudiciare il lieve tappeto di neve che si era creato.
Un ultimo calcio pieno d'odio sul suo viso gli permise di smaltire la rabbia restante:
"Te la sei proprio cercata. E io che pensavo di fare il bravo, con voi!"
Si chinò e pulì l'elsa del pugnale nel suo mantello, sebbene fosse pulita la strofinò con gusto.
"E ora seguirò il tuo consiglio, mio caro"
Perquisì il capo e ammucchiò tutti i suoi averi con gli altri.
"Tu eri l'ultimo, ma anche il più fornito...non male, come bottino, lo sai?"
C'erano almeno quattro borselli colmi di monete, tre o quattro catenine d'oro e un bel ciondolo di pietra verde.
"Questo mi piace...starebbe benissimo a Maki! Chissà se me lo posso portare a Kanagawa! Su su, basta perdere tempo, Nobunaga, che qui la neve inizia a cadere più forte! Datti da fare e raggiungi Mitsui, che poi andremo nel caldo di una locanda!"
Ridusse un tre mantelli in strisce non troppo sottili, e ne legò quattro o cinque attorno alle caviglie e ai polsi di ognuno. Le corde improvvisate non bastarono, e dovette fare a brandelli un altro mantello. Non fu un lavoro facile, le dita gli gelavano e il naso si stava trasformando in un cubetto di ghiaccio.
"Merda quanto freddo! Ma dove siamo capitati?"
Alzò gli occhi, lasciando che la neve si posasse sulla sua pelle. Le nuvole tetre foderavano il cielo, celando alla sua vista l'azzurro della volta celeste. Mulinelli di neve giocavano a prendersi, intersecandosi tra di loro, creando nuove e strane traiettorie.
"Sembra che vento e neve abbiano deciso di impossessarsi di questa regione...spero solo che anche gli altri stiano bene"
Sospirò tristemente, poi si occupò delle armi, fissandole disgustato:
"E secondo Mitsui queste dove le dovrei buttare?"
Fece un rapido giro nei boschi circostanti, ma il meglio che trovò fu una grossa buca piena di foglie. Rimase a guardarla pensieroso, poi alzò le spalle:
"Bè, una volta coperte di foglie e neve nessuno le vedrà più!"
Tornò alla strada, ma appena mise piede accanto al gruppo di corpi il suo istinto lo avvertì.
Qualcosa non andava.
Una sensazione di fastidio gli solleticava il cervello, scatenandogli brividi lungo le braccia.
Rimase in silenzio, guardandosi attorno.
Nulla di diverso, rispetto a qualche minuto prima.
Solo vento, neve, grigio, freddo...
La percezione del pericolo si fece più opprimente.
'Da dove viene?'
Si girò di scatto, pronto ad affrontare l'avversario.
Nulla.
Foglie che si muovevano nel vento.
Odore stantio di bosco.
Neve d'un pallore cadaverico.
Girò su se stesso.
Era ancora solo.
Nella via, solo lui e i banditi.
'I banditi...che uno di loro si sia liberato?'
Li guardò, facendo finta di essersi rilassato.
"Sarà stata la mia immaginazione"
borbottò ad alta voce.
Si chinò accanto ai gioielli, facendone un fagotto in un mantello, prestando però attenzione al mucchio di armi che giacevano ancora lì vicino.
Finse di armeggiare con un nodo che non voleva saperne di chiudersi, e sganciò la frusta.
....................
Parecchi minuti erano passati, ma ancora non succedeva nulla.
'Che mi sia sbagliato?'
Scosse la testa, sospirando.
E facendo partire la frusta.
"Aaaahhhh!!!!!!!"
Un uomo cadde a pancia insù, dimenandosi nella neve infangata.
"Credevi davvero di potermi fregare così?"
L'altro iniziò a schiumare:
"M-M-Maledetto moccio...so"
Il calcio di Kiyota colpì di nuovo, abbattendosi con gusto sul suo viso.
"Non avresti dovuto sottovalutarmi solo perché sono giovane!"
Con decisione lo trascinò vicino agli altri.
"Adesso mi sono davvero rotto di voi!"
Colpì ognuno sulla tempia, per assicurarsi che fossero svenuti, poi rinforzò i legacci. Prese le armi e le buttò in fretta nella buca, lasciando alla neve che ora scendeva più forte il compito di celarle.
Si fissò i soldi alla borsa e si avviò verso Chiaracqua, senza dare più uno sguardo ai banditi.

"Eccomi senpai!"
Mistui si voltò a fatica, mentre Kiyota arrivava accanto a lui.
"Tutto a posto? Perché hai corso?"
Piccole nuvole del suo respiro, bianche come batuffoli di cotone, svanivano nell'aria gelida poco dopo essere nate:
"Non c'è stato alcun problema..."
mentì la matricola
"...e ho corso per evitare di beccarmi chissà quanta altra neve!"
Mitsui annuì, aggiustandosi Miyagi sulla schiena:
"Hai fatto bene, ne basta uno di moribondo"
Kiyota sussultò, e passò lo sguardo da un senpai all'altro:
"N-N-Non sta...vero?"
'Merda...dovevo stare più attento...è diventato pallido quando Ryota!'
"No, non è ancora in fin di vita"
'Ma poco ci manca...'
Il viso di Kiyota s rasserenò:
"Meno male...ora mi non dovrebbe mancare molto, vero? Dovremmo esserci..."
"Sì, dietro quella curva, se ricordo bene c'è Chiaracqua"
Percorsero qualche metro in silenzio, poi Mitsui traballò leggermente, finendo nel mezzo di una pozzanghera.
Kiyota corse accanto a lui, preoccupato:
"Vuoi fare cambio? Posso portarlo io per un po'"
La guardia dello Shohoku lo guardò dubbioso:
"Credi di farcela?"
"Ma certo! Sono il miglior rookie della prefettura, credi che non possa portare un ragazzo più basso di me fino in paese?"
Mitsui sorrise, quel ragazzo passava da momenti di grande serietà ad attimi di citrullaggine totale...
"Ok, ok, grande rookie, tieni, renditi utile!"
"E non mi prendere in giro!"
"Sei proprio una Nobu-scimmia!"
"E tu sei peggio della scimmia rossa!"
"Ehi, io sono un tuo senpai, vedi di ricordartelo!"
Kyiota abbassò un po' le penne:
"Sì sì, ma non è giusto, con questa storia dei senpai noi povere matricole siamo sempre i più bersagliati!"
"Basta lamentarsi...non vorrai che quelli che vivono qui ti sentano e si chiedano se tu non sia impazzito...ricorda che non conoscono il basket!"
"Poveracci"
mormorarono assieme.
Si guardarono, poi scoppiarono a ridere.

"Allora Sapiente?"
La Sapiente del villaggio, una donna sui trentacinque anni dall'aria materna ma ferma, scosse il capo:
"Il vostro amico ha subito una grave ferita, ed ha perso molto sangue"
"Sì, questo lo sappiamo, ma vogliamo sapere se vivrà!"
"Zitto idiota!"
Mitsui tirò un pugno in testa a Kiyota, poi si inchinò verso la donna:
"Lo scusi, la preoccupazione gli ha fatto scordare le buone maniere"
La donna rise tristemente, come se fosse abituata a simili reazioni:
"Non ti preoccupare, ne ho sentite di peggio, in vita mia. Comunque, per darti una risposta, la verità è che non lo so. Il ragazzo è ancora vivo, e su questo non c'è dubbio, ma...data la gravità della ferita, non mi posso sbilanciare. L'ho curato come meglio potevo, e ora vi spiegherò come cambiare la fasciatura e come usare gli unguenti, però...non posso fare una previsione"
Una lacrima sottile scivolò sulla guancia di Kiyota:
"Vuole dire che...morirà?"
"Non ho detto questo. Dico solo che...se supererà la notte, avrà buone possibilità di salvarsi"
Kiyota si asciugò il viso, mentre con Mitsui seguiva la donna nella stanza, per apprendere come curare il ferito.
"Avrà bisogno di molta calma, quindi non dovete assolutamente fare chiasso, mi sono spiegata?"
"Sì, Sapiente"
Molto bene, ora seguitemi attentamente"
.......................
Mitsui sprofondò in una poltroncina che la locandiera, impietosita, aveva fatto portare nella stanza del ferito, perché stessero più comodi.
Kiyota era seduto su una sedia in legno, e tamponava la fronte di Miyagi con un panno fresco.
"Come sta?"
"La febbre non gli scende..."
"Kami....non so cosa fare...."
"....dobbiamo avere fiducia nella Guaritrice...le sue medicine funzioneranno sicuramente, solo che...è troppo presto, per vedere dei risultati"
"Hai ragione, Kiyota. Però...preferirei che non fosse accaduto nulla"
"Anch'io, senpai, anch'io"
"Senti, io ho bisogno di dormire un po'. Svegliami se cambia qualcosa, ok?"
"Sì"
.......................
"Mitsui! Mitsui! Svegliati presto!"
"Ah? Eh?"
"Senpai svegliati per favore!"
"Kiyota?! Che c'è? E' successo qualcosa a Miyagi?"
"Sì...sta delirando!"
"Cosa?"
"A...A...Ayako....Aya...ko...ko..."
"Miyagi!"
Mitsui corse accanto a lui, mentre la matricola si torceva le mani.
"Ay..ako"
"Miyagi calmati, non ti agitare"
"Ayako...Ayako..."
"Tranquillo Ryota, stai calmo!"
"Colonna...luce...luce...troppa...Ayako"
Kiyota osservò stupito Mitsui mordersi le labbra:
"Mitsui...di cosa parla? Ne sai qualcosa?"
"Eh? Ah...sì, ne aveva già parlato mentre lo portavo qui...non so che sia esattamente, ma riguarda una colonna di luce ed Ayako"
"La vostra manager...e una colonna di luce"
"Sì...credo che lui pensi di vederla...o forse la vede sul serio"
"...ko...Aya..."
"Calmo, calmo..."
Kiyota spalancò gli occhi:
"Ne sei...sicuro? Come fai a dirlo?"
"Se ben ricordo, quando sono andato a soccorrerlo, subito dopo che fu ferito, mi disse qualcosa riguardo ad Ayako che l'aveva chiamato...sembrava lucido, non credo delirasse come adesso"
"Ma allora...se lei fosse davvero in questa fantomatica colonna, come possiamo fare noi a trovarla? E saremmo in grado di salvarla?"
"...non lo so. Ci devo pensare"
Sospirando, la matricola ravvivò il fuoco.
.....................
Miyagi continuava a parlottare tra sé, con voce fioca, troppo stanco per farlo con più forza.
Mitsui si alzò in silenzio e raggiunse la finestra, socchiudendo la tenda e sbirciando attraverso gli scuri. La notte era nera, ma riusciva ugualmente a scorgere grossi fiocchi di neve che scendevano pesanti dal cielo.
'Ci saranno giù almeno sessanta centimetri di neve, a occhio e croce'
"Kiyota, che ore pensi siano?"
"Uh? Le due, più o meno"
"Va bene"
Mitsui si girò e si stiracchiò:
"Dormi un po', adesso ci penso io a lui, ormai si sta calmando"
Il ragazzo annuì, e si accovaccio vicino al fuoco, gettando un ultimo sguardo preoccupato al play.
Mitsui lo intercettò, ma non disse nulla...l'unica cosa che poteva fare era tentare di nascondere la propria preoccupazione.

"Merda merda merda Ryota datti una calmata!"
Kiyota sussultò spaventato, le grida del senpai l'avevano svegliato di colpo:
"Che succede?"
Si strofinò gli occhi ancora pieni di sonno, ma fu subito lucido, appena vide il ferito in preda alle convulsioni:
"Miyagi!"
Corse accanto al senpai, che tentava di calmare l'amico.
"Mitsui che cos'ha? Perché ha le convulsioni?!"
"Non lo so maledizione non sono un medico!"
Kiyota si ritrasse di scatto, maledicendosi. Mitsui aveva ragione...era stata una domanda stupida e fuori luogo.
"Mi...spiace"
"Invece di star lì a perdere tempo va' subito a chiamare la Sapiente! Fila!"
"Ah...subito!"
...........................
La donna uscì dalla stanza, pulendosi le mani.
I due ragazzi alzarono la testa, tentando di leggerle sul viso le condizioni di Miyagi.
"Sapiente...come sta?"
"La crisi è passata"
"Grazie al cielo"
Le gambe di Kiyota cedettero, e lui si lasciò scivolare lungo la parete con un sospiro.
"Potrebbe accadere...di nuovo?"
La Sapiente riportò l'attenzione a Mitsui:
"Non lo so...forse sì, forse no. Nessuno sa prevedere le convulsioni"
"E cosa...dovremmo fare, se capitassero di nuovo?"
Lei frugò in un sacchetto che portava alla cinta, e ne trasse un involucro leggero:
"Ecco. Questa è una polvere che dovrebbe calmarlo, in caso di necessità. Tenete pronto un bicchiere d'acqua vicino al suo cuscino, e se dovesse avere un altro attacco, scioglietene un pizzico nell'acqua e fategliela bene. Vedrete che andrà a posto"
"La ringrazio"
"Di nulla, ragazzo mio, è il mio lavoro. Tornerò più tardi a trovarlo"
Mitsui aspettò che si fosse allontanata, poi tirò in piedi Kiyota e lo portò nella stanza.
Miyagi giaceva tranquillo nel letto, dimentico della notte penosa trascorsa.
"Sembra...che stia bene..."
"Già...dev'essere la medicina"
...................
"Senti, senpai"
"Hn?"
"Io avrei pensato che...sarebbe meglio andare a cercare Akagi"
Mitsui inarcò un sopracciglio:
"Perché?"
"Bè...sono preoccupato"
"Credi forse che non siamo in grado di cavarcela da soli? Che senza il Gorilla non possiamo fare nulla?"
Kiyota spalancò gli occhi:
"No, certo che no...io volevo solo dire che...lui forse saprebbe cosa fare"
Rimpianse subito di averlo detto. La voce di Mitsui si abbassò di colpo, diventando gelida:
"Stai forse insinuando che io non sappia che fare?"
"No no certo che no...io volevo solo dire che...in tre si ragiona meglio che in due, ecco!"
"Vuoi sapere la verità, matricola? Sarebbe inutile far venire qui il Gorilla, dato che non servirebbe a nulla la sua presenza, se non forse a creare altra confusione! Se non ce l'ha fatta la Sapiente, cosa vuoi che ne sappia quel bestione senza cervello?"
"Ma...ma...ma io..."
Ma Mitsui non lo lasciò parlare:
"E poi dove credi sia adesso Akagi? Pensi di trovarlo? Potrebbe essere ovunque in questo posto, come faresti a cercarlo? Ti perderesti prima di trovarlo, e io dovrei venire a cercare anche te!"
Kiyota reagì, offeso per tutte quelle accuse ingiuste:
"La mia era solo un'idea! Voglio solo aiutare Miyagi, e non mi interessa se a farlo sarà Akagi o la scimmia rossa, basta che si salvi! Era solo un'idea!"
"Bè, tienitele per te le tue idee stupide!"
"Stanne certo!"
Kiyota uscì dalla stanza a passo di marcia, sbattendo la porta.
Mitsui rimase a fissarla, poi scosse la testa e si accasciò vicino al letto:
"Lo so, ho sbagliato...non dovevo trattarlo così. Nonostante sia uno spaccone, Kiyota ha anche un cuore d'oro, e io...l'ho usato per scaricare tutta la tensione. L'ha sempre detto Kimi che devo imparare a controllarmi..."
Gettò indietro la testa, fissando il soffitto e ascoltando il respiro calmo dell'amico:
"...appena starà meglio...andrò a scusarmi..."

Kiyota si sedette nella piccola biblioteca, vuota come al solito.
Si alzò si scatto, fece due passi e si sedette di nuovo.
Si rialzò e si affacciò alla finestra: la neve continuava a cadere, non contenta di aver già riempito il villaggio.
"Quello è collerico! Che bisogno aveva di reagire così?"
Tirò un pugno alla parete, escoriandosi le dita:
"Volevo solo essere sicuro che Miyagi stesse bene...lo so che il Gorilla non potrebbe fare nulla, ma almeno magari una buona idea l'avrebbe!"
Perse lo sguardo nella neve, lasciando che questa coprisse anche le sue preoccupazioni.
"No...in fondo anch'io ho sbagliato...Maki me l'ha sempre detto di riflettere di più...lo sapevo già che non cambierebbe nulla, e che non so dove trovarlo...ma avevo bisogno di dirlo, di parlarne con lui...o impazzivo.
................
Ho bisogno di Maki, di Jin e anche degli allenamenti di Takato...ho bisogno di tornare a casa"
Si raggomitolò nella poltrona e si addormentò, cullato dal danzare delle fiamme del caminetto.

Fine capitolo quinto




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