Per i primi capitoli non ci sarà molto di yaoi, a parte Sendo che ci prova velatamente col rossino (calme...), perché questa fic è anche un racconto fantasy (non AU). Buona lettura! 


Anfora di magia

Parte IV

di Hymeko


Mitsui, col fiato corto, guardò il ragazzo davanti a lui aumentare il passo:
"Miyagi, rallenta!"
"No!"
"Guarda che non possiamo andare avanti così per molto!"
"Io sì!"
La guardia dello Shohoku si passò una manica sulla fronte: nonostante il cielo grigio e una brezza fredda, l'andatura imposta dal play lo stava facendo sudare. Certo, capiva le ragioni dell'amico: se al posto di Ayako ci fosse stato Kogure a quell'ora avrebbe già ribaltato le montagne, pur di trovarlo. Ma sapere il suo ragazzo al sicuro gli dava la possibilità di pensare lucidamente.
"Cerca di ragionare: non potremo certo aiutare Ayako se ti ostini a marciare a tappe forzate! Alla fine, quando la troveremo, saremo stanchi morti, e magari sarà lei a dover salvare noi!"
Mitsui stette bene attento a non dire se la troveremo.
"Se tu fossi più resistente non avresti questi problemi!"
"Ascoltami bene, qui non c'entrano resistenza e forza fisica, ma solo un minimo di cervello"
Miyagi si bloccò.
Mitsui seguì il suo esempio, qualche passo più indietro.
Kiyota, tenutosi lontano per non farsi coinvolgere dalla discussione
(e perché non se la sentiva di litigare con due senpai teppisti, n.d.Hymeko)
si sedette spossatamente su un masso sul ciglio della strada.
'Merda...era meglio se andavo con la scimmia rossa e il porcospino...questi non fanno che litigare'
Aveva sentito vagamente della storia tra Mitsui e Miyagi, all'inizio di quell'anno; e, sebbene fossero solo echi distorti della realtà, non lasciavano spazio a dubbi: non si sarebbero fatti problemi, a menarsi di nuovo.
Si morse le labbra: stavolta era peggio...quei due erano armati.
E sapevano maneggiare alla grande ciò che portavano con sé.
Fino a che punto avrebbero osato arrivare?
'Non credo si ammazzeranno, però...se si ferissero a vicenda...il Kainan avrebbe due pericolosi rivali in meno!
...............
No no no, Nobunaga, non pensare a questi cose, ok che non ci facciamo molti scrupoli pur di vincere, ma non abbiamo certo bisogno di ricorrere a questi mezzucci!'
Riportò la sua attenzione ai due senpai.
Miyagi non si era mosso, restando a fissare la strada davanti a sé, una striscia color sabbia che correva fino a raggiungere colline lontane sfocate dalla nebbia.
Mitsui, alle sue spalle, non diceva una parola.
La matricola rabbrividì, la tensione nell'aria era palpabile, il filo d'odio che scorreva tra i due quasi visibile; inoltre si stava alzando un brutto vento, che trascinava con sé nuvoloni grigi e bassi, carichi di freddo e neve.
"Chi è che avrebbe poco cervello?"
Miyagi voltò appena la testa.
"Tu"
'Certo che Mitsui ha una delicatezza...'
"Ripetilo"
"Non era un'offesa"
"Ma davvero?"
Kiyota strinse le labbra, mentre la voce del play si abbassava.
'Adesso parte la rissa...'
"Già. Era solo un...invito a farti riflettere. Un po' brusco, lo ammetto, ma utile, a quanto pare"
Miyagi si avvicinò lentamente all'altro, con la grazia mortale di una tigre:
"E sentiamo, per cosa sarebbe stato utile?"
"Per farti fermare, e ragionare sulla nostra situazione"
"Allora fammi ragionare, perché qui io vedo solo un teppistello un po' anziano che non ha più fiato"
Kiyota sussultò, scandalizzato.
'Ma è scemo o cosa? Mitsui è un suo senpai, e per di più gli da' sedici centimetri...adesso lo ammazza...'
Non poteva vedere del tutto il viso della guardia, ma non sembrava che fosse particolarmente arrabbiato.
'Strano...io mi sarei incazzato di brutto...'
Inaspettatamente, Mitsui scoppiò a ridere, ma Miyagi non si fece ingannare: non c'era allegria, in quel suono.
Come se gli avesse letto nel pensiero, Mitsui tornò serio, quasi gelido:
"Sei fortunato che abbia promesso al signor Anzai di non partecipare più a delle risse, o...ti avrei ammazzato di botte"
'Questa non la sapevo...'
"E dimmi...come pensavi sarebbe finita stavolta?"
La mano di Mitsui si strinse, fino a sbiancare.
'Allora è proprio scemo! Vuole davvero prenderle?'
"N-n-non mi tentare..."
"E allora tu smettila di fare la mammoletta!"
"Cretino! Io risparmio le forze perché voglio davvero salvare Ayako, non arrivare ammazzato di fatica davanti a lei, e poi non riuscire più a far nulla!"
"Tu non riusciresti a fare nulla, perché appena vedrò il suo sorriso sollevato nuove forze mi riempiranno, e la salverò da qualsiasi nemico!"
"Ma se non sappiamo nemmeno se sia realmente in pericolo!"
Miyagi strinse gli occhi, mentre Mitsui si preparava a colpire.
'Oh, adesso basta! Non ho alcuna intenzione di star qui a perdere tempo così! È ora di agire come farebbe Maki!'
Kiyota si alzò di scatto, coprendo a lunghe falcate la distanza che lo separava dai ragazzi. Si frappose tra i due, ben piantato sulle gambe, guardandoli come un adulto che scoprisse una loro marachella.
I due ragazzi dello Shohoku batterono le palpebre, sorpresi: si erano completamente scordati di lui. E anche il suo atteggiamento serio e un po' preoccupato contrastava con l'immagine del solito Kiyota.
"Smettetela! Lo so che siete senpai, ma qui l'unico ad avere un po' di testa sono io, a quanto pare! Se andate avanti così non ricaveremo nulla! Non serve litigare! Abbiamo deciso di rimanere uniti proprio perché così saremmo stati più forti, e voi che fate? Vi mettete a bisticciare, facendo il gioco di chi ci ha divisi dalla vostra manager e da Rukawa!"
Sentì lo sguardo scandalizzato dei due su di sé, e arrossi involontariamente, rendendosi ben conto di ciò che aveva appena fatto: chissà cosa avrebbe detto il suo Maki, se lo avesse visto...
'Probabilmente si metterebbe a ridere..'
Continuò, più imbarazzato che sicuro:
"Ehm...non voglio mancarvi di rispetto, solo che...non credo sia una buona idea restarcene qui a litigare, in mezzo a una strada, e...perdere del tempo prezioso, ecco"
Il suo rossore aumentò, e distolse lo sguardo, non avendo il coraggio di fissarli.
...................
"....ah ah ah ah ah ah ah!!!!!!!!!!"
Mitsui si piegò in due dalle risate, le lacrime agli occhi.
Ryota passò lo sguardo da uno all'altro, per poi iniziare a ridere anche lui, sedendosi a terra.
"Ehm...che avete?"
La matricola, imbarazzata, si ritrovò sull'orlo di una crisi di nervi, e rimase in silenzio, chiedendosi cosa ci fosse di tanto divertente da ridere.
Mitsui, tra le risa, riuscì a mettere insieme una frase logica:
"Ci siamo fatti fare...ah ah ah...la ramanzina da una....mmpppfff...ah ah ah ah....da una matricola...di un'altra scuola, oltretutto...ah ah ah..."
"E il bello è che ha ragione lui, ah ah ah...."
'Devo sentirmi lusingato o preso in giro?'
Kiyota aprì la bocca, poi la richiuse con un suono secco, senza saper che dire. Scosse la lunga capigliatura, e tornò a sedersi, aspettando che agli altri due passasse l'attacco di stupidera.
'Se almeno Maki fosse qui...'
Si lasciò trasportare di nuovo a Kanagawa dal ricordo del suo bel capitano, della sua pelle abbronzata che luccicava sudata dopo un allenamento, ai suoi capelli imperlati d'acqua dopo una doccia...
Sospirò, vedendo in due piccoli batuffoli di nuvole scure gli occhi caldi, profondi e rassicuranti del suo capitano.
'Come vorrei che anche lui fosse qui...sicuramente starebbe benissimo con questi vestiti, e...sarebbe un maestro con le armi, così come lo è nel basket...e saprebbe rimettere le cose a posto, in fretta, senza problemi...Maki è il migliore...'
Un urlo soffocato lo ridestò di scatto.
Miyagi giaceva a terra, tenendosi il costato. Accanto a lui Mitsui esaminava spaventato una pietra grossa come un uovo, levigata, innaturalmente liscia...
"È il proiettile di una fionda..."
mormorò spaventato.
"Esatto, e se non volete morire è meglio che ci diate tutti i vostri averi!"
Mitsui e Kiyota si girarono di scatto, verso la fonte della voce: un uomo alto quanto Sakuragi, muscoloso, li squadrava divertito da sopra un grosso masso.
Attorno a lui, altri cinque uomini li osservavano con interesse, pregustandosi la facile preda.
Miyagi si alzò, barcollando.
"Miyagi! Ce la fai?"
"Sì, mi ha preso solo di striscio, niente di rotto"
"Oh, che fortuna. Ma...se volete che la vostra buona sorte continui...dovrete darci i vostri soldi!"
"Scordatelo! Non ci faremo mettere i piedi in testa da un gruppo di banditelli da strapazzo!"
Mitsui e la matricola si girarono scandalizzati verso di lui:
"Ma sei impazzito?"
sibilò Mitsui
"Quelli sono il doppio di noi!"
Kiyota vide una luce di follia delirante ardere negli occhi del play.
"Ah, è così? Allora...morirete!"
Non avevano scelta...dovevano combattere.
All'urlo del comandante, tutti gli uomini si lanciarono verso i tre ragazzi.
Erano sei contro tre...abituati alle imboscate, si divisero muovendosi rapidi, due di loro contro ognuno dei tre ragazzi.

Al primo affondo, Kiyota scartò verso sinistra, sciogliendo la frusta dalla cintura e facendola schioccare vicino al voto di un nemico.
(Kiyota Jones ^________^ n.d.Hymeko)
L'uomo si allontanò d'istinto, portando gli occhi fuori dalla portata della micidiale arma.
L'altro si avventò contro la matricola, tentando di colpirla con una lunga spada.
Kiyota girò su se stesso, danzando con l'avversario, capendo che era come giocare a basket: eleganza, fluidità, controllo perfetto del proprio corpo.
Vide la lama correre veloce verso il suo fianco, ma non se ne preoccupò, sapeva come schivarla...bastava scansarsi verso sinistra, e il colpo andava a vuoto.
Si stupì di quanto fosse freddo e lucido, mentre combatteva.
Stavano cercando di ucciderlo, eppure...una determinazione vuota e fredda lo avvolgeva, rendendolo insensibile al pericolo, alla fatica, al dolore.
Il primo uomo si rifece sotto, roteando una piccola picca.
'Non è molto esperto'
pensò istintivamente, seguendo il movimento incerto delle mani.
'Sta cercando di spaventarmi, di impressionarmi facendomi credere di essere un maestro, ma vedo benissimo che è alle prime armi, o poco di più...la sua presa non è solida, l'arma gli sta scivolando via...'
Sferzò l'aria davanti all'uomo, che sussultò preso alla sprovvista.
Kiyota sorrise.
Pensava e combatteva, insieme.
Analizzava indistintamente i movimenti di amici e nemici.
Nessuno dei predoni era molto più bravo di quelli che stava affrontando lui, a parte il capo, che se la vedeva con Mitsui.
'Ma comunque mi sembra che il senpai se la cavi alla grande anche da solo...'
Anche Miyagi non aveva problemi nell'affrontare i suoi avversari, sebbene risentisse ancora del colpo di striscio ricevuto prima.
Le sue movenze erano meno fluide e scattanti di come le aveva mostrate in partita, ma bastavano a respingere gli attacchi di uomini sgraziati, armati solo di forza bruta.
'I muscoli non bastano, se non si riesce a raggiungere il bersaglio'
Riportò la sua attenzione ai due che aveva davanti.
Ora sembravano meno sicuri e baldanzosi, rispetto al loro primo attacco.
Lo slancio della sorpresa si era esaurito, spento dalle eccellenti capacità combattive di Kiyota.
'Pensavano di avere a che fare con uno sprovveduto, e invece...'
I due si scambiarono un'occhiata.
Quel ragazzino, armato solo di una frusta e di qualche coltello...era un ciclone.
Benché non possedesse una vera e propria arma da corpo a corpo, come una spada o un'asta, stava resistendo senza problemi...e non aveva un minimo di fiatone.
L'adrenalina che li aveva accesi nell'attesa dello scontro si era spenta, lasciando spazio al sottile gelo che preannuncia la paura...non erano pronti a morire, sebbene si fossero vantati di portare morte.
Il più alto deglutì, mentre si preparavano ad affrontare il primo attacco dello straniero.
Finora avevano avuto loro l'iniziativa, ma ora...gli occhi neri come la notte si erano fatti duri, stanchi di giocare.
"Preparatevi, perché adesso tocca a me!"
Kiyota frustò il terreno davanti a loro, ripensando al duello contro Sendo e Sakuragi. Si gettò in avanti, la frusta sibilante nella destra, un coltello affilato nella sinistra.

Miyagi si abbassò di colpo, mentre la spada fischiava sopra la sua testa.
Doveva fare in fretta, o non avrebbe resistito ancora per molto agli assalti delle due furie con cui si confrontava.
Non erano particolarmente abili, ma la loro forza fisica era notevole.
'Maledizione...se non fossi ferito me la caverei in un attimo, ma così....'
La punta aguzza di un giavellotto gli strappò una manica, costringendolo a indietreggiare.
'Merda merda merda...'
Un ghigno velenoso spuntò sui volti degli assalitori, che, sicuri di avere la vittoria in pugno, si lanciarono in una carica cieca, ignorando qualsiasi strategia.
'Molto bene...'
Miyagi evitò con facilità la spada, sgusciando di lato veloce come un furetto, e diede un calcio sul ginocchio dell'uomo, che cadde imprecando contro un masso.
Il piccolo play si girò su se stesso, facendosi superare dall'altro uomo incapace di fermare lo slancio dell'attacco.
Il ladro inciampò, roteò le braccia per mantenere l'equilibrio e mollò il giavellotto, incespicando per qualche altro passo.
Ryota strinse i denti, mentre una fitta gli ricordava della sassata presa nel costato.
Roteò il martello da guerra, poi si lanciò verso l'uomo che, riacquistato l'equilibrio, stava cercando di riprendere la sua arma.
"Fermo!!!!!!!"
Miyagi urlò. Non doveva riuscire a riarmarsi, o sarebbe ricominciato tutto da capo.
Il sudore gli scorreva lungo le membra, appiccicandogli i vestiti. Anche se l'adrenalina scorreva ancora potente nelle sue vene, iniziava a sentire che il vento freddo spazzava quelle terre...non avrebbe avuto la forza di contrastare ancora due avversari.
E se lui non li batteva...non avrebbe potuto continuare la ricerca di Ayako.
No, non doveva lasciarsi sconfiggere.
Si lanciò a testa bassa contro di lui e allungò il braccio per colpire, sentendo i muscoli tendersi fino quasi a strapparsi, calando il martello con tutta la forza residua.
Il martello acquistò velocità, fendendo l'aria con la sua massa sgraziata, per poi abbattersi rumorosamente sul suo gomito.
L'uomo urlò, mentre Miyagi udiva distintamente gli scricchiolii delle ossa che si rompevano, il corpo che rovinava al suolo, il respiro affannoso.
Continuava a urlare, mentre si rotolava, tenendosi follemente il gomito, bagnando il suolo di lacrime.
Miyagi rimase fermo a guardare tutto questo, intontito.
Aveva già fatto del male a diverse persone, aveva mandato Mitsui in ospedale, però...quello era peggio. Non era una semplice rissa...non erano pugni e calci. Aveva distrutto il gomito di una persona...probabilmente non sarebbe più tornato veramente a posto...l'aveva rovinato.
Un senso di nausea lo invase, facendogli piegare le ginocchia.
I suoi della battaglia attorno a lui erano scomparsi, inghiottiti dalla terra.
Non voleva più farlo, non voleva più combattere...fare del male. Ayako non ne sarebbe stata contenta.
Non ricordava più nemmeno la presenza del compagno dell'uomo che era svenuto, poco distante da lui.
Si lasciò invadere dall'apatia, dal senso di colpa, dalla debolezza.
Fu un errore.
"Miyagi attento!!!!!!!"
La voce di Mitsui lo riportò alla realtà.
C'era un'ombra su di lui.
Era quella di un uomo con una spada.
Si girò in tempo per vedere la lama affilata che si alzava verso il cielo plumbeo, che calava veloce verso la tua testa.
'Ryota!!!!!!!!'
'Ayako! Ayako!'
Spalancò gli occhi: lo aveva chiamato!
Riconquistò la sua determinazione.
Tese i muscoli delle gambe, poi si gettò a sinistra, opponendo il martello alla lama.
Scintille sprizzarono, il metallo stridette, mentre le armi si annullavano a vicenda.
Il bandito scivolò, poi riprese slancio, affondando la lama verso il cuore del ragazzo.
Miyagi scartò, e calò il martello sulla gamba del nemico, che si ruppe con lo schiocco secco di una canna di bambù, mentre sentiva la sua carne venir trapassata dal metallo gelido.
Il play cadde in ginocchio, senza fare più nulla. Si sentiva come in trance.
Lentamente si portò la mano al fianco destro, da dove un dolore sconosciuto iniziava a propagarsi: era coperta di sangue.

Mitsui capì subito che quello era il capo. Gli bastò un'occhiata veloce per esserne sicuro.
Sorrideva, mentre avanzava deciso verso di lui, o meglio...sogghignava.
Il sorriso beffardo di chi è sicuro di aver già vinto. Di chi pensa di essere invincibile.
Sì, era la mente.
Lo riconosceva perché un tempo ormai passato anche lui era stato così, pieno di arroganza, certo della propria infallibilità, vantandosi di essere il migliore...fin quando non le aveva prese di brutto da Miyagi.
Sorrise, ringraziando il cielo di essere così cambiato. E anche di averle prese, in fondo.
Perché altrimenti sarebbe stato ancora un teppista idiota, non starebbe tornando l'imbattibile Mitsui e...non avrebbe avuto il cuore di Kogure.
Scosse la testa...quei due si avvicinavano spavaldi.
'Vediamo di tornarci tutto intero, da Kimi-chan'
Sguainò la daga, aspettandoli tranquillo.
Se Ryota gliele aveva date, non vedeva perché lui non potesse fare altrettanto, con quei due esaltati.
'Credo che ci sarà da divertirsi'
Gettò un'occhiata ai suoi compagni.
'Però, mica male la scimmietta, guarda come usa quella frusta...forse aveva ragione Sakuragi. E pure Miyagi non se la cava male, nonostante sia ferito...bene, mi posso concentrare su questi due'
Parò senza problemi l'attacco del capo.
"Non avrei pensato di cogliermi di sorpresa con una mossa tanto lenta e prevedibile, vero?"
L'uomo sorrise:
"Vediamo se sei davvero bravo come credi di essere..."
"Sono a tua disposizione"
replicò beffardo Mitsui.
"A nostra disposizione, vorrai dire"
sottolineò il braccio destro del capo, roteando una mazza chiodata.
'Già, dovevo immaginarlo...la correttezza non è una delle migliori doti dei ladroni...'
Sbuffò, senza dimostrare di dar peso alle loro minacce.
Anche se, in effetti, provava un po' di timore. Era abituato alle risse, ne aveva combinate parecchie insieme a Nori e a Tetsuo, però in nessuna aveva mai rischiato di perdere la vita.
'Qui non si combatte per rivalità o per screzi, qui si rischia sul serio...ma io non ho intenzione di perdere!'
Mosse la daga, soppesando l'equilibrio perfetto dell'arma. Si sentiva tutt'uno con essa, la lama tagliente era il prolungamento diretto del suo arto.
"Oh, il nostro sfregiato pensa di essere un mastro spadaccino..."
"...non ti conviene farmi arrabbiare...so essere molto cattivo"
"Adesso vedremo"
Il capo sorrise, e attaccò inaspettatamente, mentre il suo compagno scattava verso le spalle di Mitsui, intenzionato a metterlo tra due fuochi.
Il ragazzo, capendo le loro intenzioni, si avventò contro il primo, deciso a farsi valere sin dall'inizio.
'Non devo indietreggiare o mostrami debole, o farò il loro gioco...basta che io riesca a disarmarne uno, e l'altro non sarà più un problema!'
Parò un attacco, poi saltò per evitare il secondo, che giungeva dalle sue spalle.
"...vigliacchi"
mormorò, sputando per terra.
"No, solo ladri"
replicò divertito il capobanda.
"Non cambia nulla"
"Basta parlare!"
Lo scontro riprese più serrato.
Rintocchi metallici si univano al coro formato da quelli degli altri combattenti, tintinnando allegri nell'aria, cantando arie che parlavano di morte.
Mitsui si girò, parando un colpo di spada, e abbassando la testa evitando al pelo che gli fosse portata via da un colpo di mazza chiodata.
"Agile come un gatto..."
"No, come un giocatore di basket!"
Sconcertati, i due batterono le palpebre: di che stava parlando quello?
Mitsui ne approfittò, lanciandosi contro di essi, mulinando velocemente la spada, senza lasciare loro respiro.
Le sue braccia erano forti, allenate al combattimento, temprate alla fatica dagli allenamenti massacranti cui si sottoponeva in segreto per riacquistare la resistenza di un tempo...
'E' ora di finirla'
I suoi occhi si indurirono, le labbra si strinsero fino a sbiancare.
La mazza chiodata sibilò verso di lui.
La guardia si abbassò all'ultimo, sentendo una delle punte graffiargli il cuoi capelluto. Senza badare al dolore si lanciò contro l'uomo, girando la spada, rivolgendogli contro l'impugnatura.
L'uomo sobbalzò, colto di sorpresa. Tentò di allontanarsi, di porre qualche metro tra sé e Mitsui, ma il ragazzo fu più veloce, colpendolo duramente alla mascella con l'elsa della spada.
L'uomo urlò, lasciando la mazza, che cadde a terra con un tonfo sordo. Si portò le amni al viso, ritrovandosele macchiate di sangue, poi svenne.
Mitsui l'aveva colpito con l'elsa alla base del cranio.
Qualcuno applaudì.
"Molto bravo, davvero un ottimo lavoro. Che ne dici di entrare a far parte della mia banda?"
Mitsui non si degnò di rispondergli, alzando la guardia.
"Ora sistemerò anche te, preparati!"
La sua attenzione però fu attratta da Miyagi, che guardava intontito a terra, mentre alle sue spalle c'era un nemico pronto a colpire:
"Miyagi attento!!!!!"
Scattò verso di lui, pronto a difenderlo dall'attacco imminente.
"Ehi pivello, il tuo rivale sono io!"
Mitsui, sorpreso, agì d'istinto, come la competizione sportiva gli aveva insegnato: percepire la presenza dell'avversario alle spalle, e muoversi di conseguenza.
Mentre la spada infilzava l'aria al suo fianco, di girò lateralmente, affondando il gomito nello stomaco del capo, che si piegò boccheggiando. Senza dargli tregua, calò con tutta la sua forza la lama piatta, che colpì il polso che reggeva la spada.
Un urlo strozzato gli fece comprendere che ormai la vittoria era vicina: non perse tempo, colpendo il capo alla tempia con l'elsa.
"E anche tu sei sistemato"
Tirò un calcio al corpo tramortito a terra, e corse da Miyagi, mentre Kiyota sistemava gli ultimi due.

La matricola del Kainan ne afferrò uno per il collo, arrotolandogli attorno la sua frusta, stringendolo finché non svenne, cadendo senza fare resistenza, come un sacco vuoto.
L'altro deglutì: era rimasto solo. Tutti i suoi compagni erano stati battuti, sconfitti come mai era successo prima da tre ragazzi che potevano avere la metà dei loro anni...
Arretrò di un paio di passi, realizzando pienamente di essere solo contro tre scalmanati.
"Non penserai di scappare, vero?"
Kiyota apparve silenziosamente al suo fianco.
L'uomo cacciò un urlo, la matricola era arrivata vicino a lui muovendosi silenziosa come uno spettro...
"Io...io...vi chiedo scusa...non mi uccidete, vi prego..."
Mitsui distolse appena la testa dalla ferita di Miyagi:
"Non ti uccideremo, nessuno dei tuoi compagni è morto"
L'uomo cadde in ginocchio, le lacrima agli occhi:
"Grazie, grazie"
"Non mi ringraziare, non ho detto che ti manderemo via illeso. Non possiamo rischiare che tu vada a chiamare rinforzi"
Il suo viso passò dal bianco al verdastro:
"C-c-che volete farmi?"
Mitsui accennò alla roccia su cui si era seduta la matricola poco prima:
"Kiyota, sistemalo tu, per favore"
Il ragazzo sorrise diabolico:
"Con piacere, senpai"
"Ehi, che volete..."
Non ebbe il tempo di finire la frase: Kiyota lo afferrò per un braccio, lo sollevò di peso e iniziò una veloce rotazione, mandandolo poi a schiantarsi contro la pietra dura. Con un urlo soffocato anche l'ultimo bandito svenne, aggiungendosi alla distesa di corpi seminati sul terreno.
"Finalmente è finita..."
borbottò il ragazzo, pulendosi le mani sudate nel mantello.
Alzò lo sguardo verso i due senpai: Mitsui aveva slacciato la giubba di Miyagi, e ne osservava scuro il volto l'addome. Kiyota si avvicinò incuriosito, e sbiancò: un taglio corto ma profondo segnava un fianco del ragazzo, che perdeva sangue, una fuoriuscita lenta ma continua. Mitsui lo coprì in fretta con bende ricavate dal suo mantello leggero.
"Sono conciato così male?"
commentò Miyagi, vedendo l'espressione scioccata della matricola.
Il ragazzo sussultò: non si era accorto di essere osservato.
Balbettò qualche parola di scusa, tentando di rassicurare il senpai, ma ne risultò una frase pasticciata, senza senso.
Mitsui gli lanciò un'occhiataccia, poi cercò di sistemare le cose:
"Non dire idiozie, lo sai come sono fate le matricole: si danno tante arie, ma se scavi un po' scopri che usano ancora il biberon"
Kiyota arrossì, mentre Miyagi tentava di trattenere le risa, sapendo che gli avrebbero procurato fitte insopportabili. Mitsui si concesse un sorriso stanco: intorno a loro i banditi giacevano senza sensi, ma Miyagi era ferito. Ne sapeva abbastanza per capire che non era una cosa da trascurare. Andava portato subito da un guaritore, ma...avrebbe accettato con le buone di interrompere la ricerca di Ayako? Gli gettò uno sguardo di sfuggita. Si era portato un braccio sugli occhi, proteggendosi dalla luce. Nonostante la carnagione scura era impossibile non vedere il pallore, e le gocce di sudore freddo non facevano che confermare le sue paure...Miyagi si stava dissanguando.

Fine capitolo quarto

ma ce l'hai su con me? Nell'altra hai ammazzato Ayako, adesso mi ferisci a morte...e meno male che è Jin quello che dovresti odiare...n.d.Miyagi leggermente alterato
ehi! Non tirarmi in mezzo! n.d.Jin
tranquillo, per te ho in mente di peggio...n.d.Hymeko
O_________o!!!!!!!!!!!!!! n.d.Jin




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