Per i primi capitoli non ci sarà molto di yaoi, a parte Sendo che ci prova velatamente col rossino (calme...), perché questa fic è anche un racconto fantasy (non AU). Buona lettura! 


Anfora di magia

Parte III

di Hymeko


"Mamma mia che freddo!!!!"
Hanamichi si alitò sulle mani, tentando di sciogliere quei pezzi di ghiaccio che erano diventate le sue dita. Il fiato si materializzò come una nuvola bianca ed incorporea, che svanì veloce nel cielo portandosi via il suo calore.
"Accidenti ad Ayako e Rukawa...questa non gliela perdono proprio! Non potevano andare a perdersi in un'isoletta del mari del sud? Sono un animale a sangue caldo, io! Mica come la volpe, che sicuramente non si accorgerà nemmeno del cambiamento! Brr, qui si congela!"
Si aggiustò il mantello di lana, infagottandocisi dentro all'inverosimile. Lo aveva indossato qualche chilometro prima, appena non ce l'aveva fatta più a resistere. Non aveva perso molto tempo a piegare l'altro...lo aveva semplicemente ficcato nella sua borsa, e amen.
"Mica devo andare a palazzo..."
aveva borbottato.
Tentò di calmarsi respirando a fondo, ma capì subito di non aver avuto una buona idea. L'aria gelida trapassò i suoi polmoni pungendoli con mille aghi ghiacciati, mozzandogli il fiato. Il freddo strisciò nelle sue vene, irrompendogli nei tessuti.
Alzò gli occhi. Non riusciva a vedere bene il cielo. I rami degli alberi formavano un fitto tetto impenetrabile, intrecciandosi e accalcandosi per accaparrarsi quel po' di luce che la stagione offriva. Nei pochi spiragli che si aprivano, poteva solo scorgere frammenti fumosi di nubi bianche.
Rinunciò ad osservarle, tanto sapeva cosa sarebbe accaduto...si sarebbe messo a nevicare. Quel contadino col carro che aveva incontrato ne era sicuro.
"Stai attento, ragazzo, perché tra un po' scoppierà una violenta tempesta di neve, e tu dovrai essere in un bel posto al caldo, se non vorrai trovarti nei guai. Segui i consigli di questo vecchio, mettiti al riparo!"
Hanamichi gli aveva chiesto se la foresta fosse ancora molto grande, e l'uomo gli aveva dato delle informazioni abbastanza precise:
"Poco prima di metà, troverai lungo questa strada delle costruzioni abbandonate. Era un rifugio di boscaioli, con una locanda e delle case, non c'è più molto. Infatti due o tre anni fa scoppiò un incendio in un magazzino, e quasi tutto andò in fumo. Vedrai solo tronchi bruciati e un pezzo della locanda, rimasto in piedi per miracolo. È ancora abbastanza solida, ma dato che i proprietari sono morti nel tentativo di spegnere l'incendio nessuno ha più voluto avvicinarlesi"
Hanamichi lo aveva guardato perplesso:
"Ma i boscaioli non potevano ricostruire il luogo? In fondo, era il loro rifugio, no?"
"Sì, ma non ne avevano un vero motivo. Il prezzo del legname da questa parte della foresta si era abbassato, quindi si sono spostati verso l'altra estremità, dove i prezzi erano ancora loro favorevoli. Incontrerai la loro nuova postazione sui tre quarti della foresta, e io ti consiglio di alloggiare lì per la notte, non so se riuscirai ad arrivare dall'altra parte"
"Ho capito, grazie infinite"
"Di nulla. Mi raccomando, segui il mio consiglio e trovati una bella camera con un fuoco scoppiettante!"
"Farò come dice lei...ah, signore?"
"Sì, figliolo?"
"Posso chiederle una cosa? Per caso ha incontrato una ragazza molto carina coi capelli lunghi ricci, lungo questa strada?"
Il vecchio si era tormentato la barba bianca, per poi scuotere la testa:
"No, se avessi visto una bella ragazza me ne sarei ricordato"
"Ah, non fa nulla. Ma...non ha visto nemmeno un ragazzo alto più o meno come me, coi capelli nerissimi e di pelle molto chiara?"
"Uh...fammi pensare...no, ne ho visto uno ma era molto più basso di te ed era piuttosto scuro di pelle...non è lui, vero?"
Hanamichi scosse la testa:
"La ringrazio, non fa nulla"
"Sono tuoi amici?"
"Bè...più o meno"
"Ti auguro di trovarli, allora"
"Spero di sì..."
"Arrivederci, e non dimenticarti quello che ti ho detto. L'inverno sa essere molto crudele, qui"
"Lo terrò a mente, stia tranquillo. Arrivederci, spero di rincontrala presto!"
"Anch'io, ragazzo, anch'io"
Hanamichi aveva salutato con la mano l'uomo, poi si era inoltrato sempre più nel folto della selva.
"Facevo meglio ad andare con Harukina, invece che star qui a gelarmi! Tanto su questa strada non ci sono, è inutile che vada fino in fondo!"
Si fermò nel mezzo della via, prendendo in seria considerazione l'idea di tornare sui suoi passi e andare in cerca della ragazza.
Scosse mestamente la testa, massaggiandosi i bernoccoli che aveva sulla nuca:
"Se solo ci provassi scommetto che il Gorilla mi ammazzerebbe...e lo farebbe anche Ryo-chan, se scoprisse che ho lasciato perdere la cerca di Ayako...no, meglio continuare"
Riprese il cammino, prendendo a calci un ciottolo.
..............
Hanamichi si fermò, improvvisamente allertato. C'era qualcosa che...non andava. Era come se...si fosse formato un vuoto, attorno a lui. Chiuse gli occhi, tentando di percepire cosa non andasse nel bosco. Sembrava tutto tranquillo, eppure quella calma gli suggeriva che un cambiamento era in corso...non sentiva nulla...non c'erano rumori, tutto taceva quieto...spalancò gli occhi, guardandosi freneticamente intorno.
"Perché si è fatto tutto così silenzioso? È come se...la natura si fosse rifugiata nella sua tana, non c'è la presenza nemmeno di un animale...è come se fossero scomparsi tutti..."
Girò un paio di volte su sé stesso, tentando di capire cosa stesse accadendo.
"Che sia...l'arrivo della tempesta di neve? Che la foresta si stia preparando ad affrontare la bufera? Se è così, meglio che mi sbrighi..."
Accelerò il passo, camminando a lunghe falcate senza più badare al bosco che lo circondava.
"Maledizione, ma dovevo proprio perdere tanto tempo a guardarmi in giro? Devo sbrigami, o rischio di congelarmi qui! Ma quanto manca a questa maledetta locanda?"
Nel silenzio innaturale, gli unici rumori che osavano levarsi erano quelli dei suoi passi sordi sul terreno ghiacciato, e i suoi respiri affannosi. Si massaggiò la pelle del viso, sentendola secca e tirata. Avrebbe scommesso che fosse arrossata. Le sue mani gli facevano male, la cute screpolata iniziava a tirargli, perdendo elasticità era diventata dura e arida. Desiderando di trovarsi al caldo, forzò ulteriormente l'andatura, sbucando all'improvviso in una radura spaziosa.
"E questo che è?"
Sul lato sinistro, riparate dalle fronde degli alberi, si ergevano i resti anneriti di un piccolo agglomerato di case, cinque o sei al massimo, di varie grandezza. Leggermente distante dalle altre, era ancora in piedi una parte di una casa a due piani, mezza diroccata ma piuttosto in buono stato. I muri restanti sembravano solidi, e anche il tetto non sembrava aver subito molti danni. Alcune camere sembravano addirittura intatte, viste dall'esterno.
"Dev'essere il rifugio di boscaioli di cui mi ha parlato il vecchio..."
Hanamichi rimase qualche secondo ancora ad ammirare i tronchi consumati dal fuoco, poi un fiocco di neve si posò sul suo naso.
"Merda! Si sta mettendo a nevicare!"
Lanciò un'ultima occhiata alla locanda che sembrava guardarlo tranquilla, e riprese spedito la sua marcia.

"Signora, lei è davvero molto gentile ^_^"
"Figurati caro, era il minimo dopo tutto l'aiuto che mi hai dato!"
"Ho solo fatto il minimo, non avrei mai potuto permettere ad una donna di portare un simile carico d'acqua! ^_^"
Il marito della donna annuì:
"Ha ragione lui, non è bello. Purtroppo questa schiena non mi permette più di fare lavori pesanti, e mia moglie deve farli al posto mio. Mi dispiace molto, cara"
"Su, dai, non ti preoccupare. Ogni tanto arriva un bravo giovane come questo che ci aiuta. Sei stato un vero dono, lo sai?"
"Lei mi lusinga, in fondo non ho fatto nulla ^__^"
"Sei davvero un bravo ragazzo, sai...come hai detto che ti chiami?"
"Sendo, Akira Sendo. Ma lei mi chiami solo Akira, la prego ^_^"
"Akira...che strano nome...eppure mi piace"
"Sono contento che le piaccia ^______^ ...e potrei chiederle una cosa?"
"Ma certo. Intanto assaggia questi pasticcini che ho fatto io"
"Volentieri, signora. Per caso ultimamente ha incontrato altre persone, con un nome strano come il mio? Una ragazza che si fa chiamare Ayako, e un ragazzo alto come me di nome Rukawa?"
I due si scambiarono un'occhiata interrogativa, poi scossero le spalle:
"Mi dispiace tanto Akira caro, ma non avevo mai sentito questi nomi prima che tu li nominassi. No, ne sono sicura. Sono importanti per te, queste persone?"
"Sì...sono amici"
"Spero che li troverai presto, allora"
Sendo si alzò, lisciandosi la tunica:
"Allora è meglio che vada a cercarli, no? Non posso star qui con le mani in mano. È stato un piacere conoscervi, ma adesso devo andare"
"Aspetta, dove sei diretto?"
"Ad Arfesto, dall'altra parte della foresta"
L'uomo scosse il capo, mentre la moglie gli si affrettava accanto, trattenendolo per un braccio:
"Mio caro ragazzo no, non puoi andare adesso"
Sendo la guardò stupito, chiedendole il motivo.
"Ma perché è in arrivo una tremenda bufera di neve, ecco perché!"
"Ma io li devo trovare!"
"Non lo potrai mai fare in mezzo a quel tempaccio, e rischieresti di morire inutilmente! Dammi retta, nostro figlio è via, puoi usare camera sua per stanotte!"
"Ma, io..."
"Ascolta mia moglie, giovanotto. È pericoloso uscire con questo tempo. Non riuscirai mai ad arrivare ad Arfesto, e comunque nessuno sarà in giro, appena comincerà a nevicare"
Sendo strinse i denti, guardando fuori dalla finestra. Non poteva certo perdere tempo, però, se quello che gli avevano detto fosse stato vero...
"Va bene, avete vinto voi, approfitterò della vostra squisita ospitalità per stanotte ^__^"
La donna rise e prese le mani al marito:
"Sarà come riavere nostro figlio, per stasera! Vado a preparare la cena...e una bella torta!"
"^______^"
Scoccò uno sguardo alla finestra, attraverso cui si intravedevano i primi fiocchi scendere lenti.
'Spero tu stia bene, Hanamichi...'

"M-m-mi di spiace, ma...non abbiamo visto nessun Rukawa o Ayako...ci dispiace molto ma non possiamo aiutarvi...no...non possiamo proprio"
L'uomo si portò la mano dietro la schiena e strinse quella della moglie.
La sentì tremare, come lui stesso stava facendo, sebbene tentasse di non farlo notare. In realtà era spaventato a morte...e nessuno avrebbe potuto dargli torto! Un mostro, che altro poteva essere quell'essere gigantesco che non passava nemmeno sotto lo stipite della sua porta?
Appena aperto l'uscio, chiedendosi chi potesse essere così pazzo da andare in giro in vista della tempesta, si era trovato davanti il busto muscoloso di un ragazzo dalla faccia inquietante, dura, animalesca, con tratti che ricordavano vagamente quelli umani...
Era accompagnato da una ragazza molto minuta, assolutamente normale, che doveva essere, secondo lui, la sua domatrice. L'essere si era presentato, poi aveva indicato la ragazza come la sorella minore.
'Sarà in grado di tenerlo a bada? Quella ragazza sembra tanto fragile, mentre lui è un bestione!'
I due anziani coniugi avevano risposto educatamente al saluto, sebbene le ginocchia tremassero loro, e avevano chiesto cosa desiderassero. La creatura orribile, alta, sproporzionata, con la pelle scura simbolo del male, aveva domandato se avessero mai incontrato due persone chiamate Ayako o Rukawa.
'Sicuramente mostri par suo!'
L'essere repellente strinse le labbra sproporzionate, le sue narici fremettero, e la povera donna in seguitò giurò varie volte di aver visto lingue di fuoco saettare veloci fuori da esse, rischiando di incenerirli sul posto. La domatrice però posò una mano sul braccio del bestione, e chiese educatamente ospitalità per la notte. E ora ai due poveri vecchi toccava dare una risposta...
L'uomo strinse forte la mano della sua consorte, cercando in essa la forza per resistere alla minaccia che il destino li aveva portati ad affrontare, e si erse nella sua fragile vecchiaia di fronte allo straniero:
"Mi d-d-d-dispiace, m-m-ma n-n-non abbiamo s-s-stanze libere...siamo solo noi poveri vecchi, e non abbiamo mai avuto figli..."
La ragazza si inchinò:
"Vi ringrazio, troveremo un altro alloggio, ci dispiace molto avervi disturbati"
I due si erano appena girati, quando la donna li richiamò:
"Aspettate, se volete c'è il fienile. Comprendo non sia comodo come un letto, ma almeno è asciutto e pulito, e starete sicuramente al caldo! Inoltre vi cucinerò qualcosa di buono, almeno mangerete un pasto decente!"
I due si scambiarono un'occhiata interrogativa, poi la ragazza si inchinò e accettò di buon grado l'invito.
La donna si sporse un po' e indicò loro una porta in legno, tinteggiata di verde foresta:
"Ecco, è quello. Sistematevi come volte"
"Vi ringraziamo, staremo benissimo"
Mentre i due ragazzi si inchinavano ancora per poi dirigersi al fienile, il vecchio sussurrò irritato:
"Ma perché li hai invitati nel nostro fienile? E il cibo? È pericoloso! Non hai visto quel ragazzo? Non può essere umano!"
"Lo so, e appunto per questo ho dato loro un rifugio per la notte e una cena. Non hai visto come ci ha guardati appena gli abbiamo detto di no? Era furioso, pronto ad aggredirci. Scommetto che appena avessimo abbassato la guardia, come stanotte, ci avrebbe tentato. Invece così li abbiamo accontentati un po', e la ragazza mi sembra capace di tenerlo a freno"
"...hai ragione tu. Speriamo solo che domani se ne vadano al più presto"
"Non posso prevedere il futuro...quindi adesso gli preparo qualcosa, poi andiamo a dormire, e affidiamoci alla buona sorte"

Haruko si stese nel fieno, arrotolandosi a involtino nel suo mantello. Il posto non era freddo, ma non era neppure una camera d'albergo...era come in campeggio, solo un po' più morbido e profumato. A parte per i fili di paglia che riuscivano a infilarsi nella trama della stoffa e a grattarle la pelle...
Il fratello si stese accanto a lei, creando nel fieno una fossa:
"Chissà come mai quei due signori erano così timorosi di averci davanti..."
Haruko inarcò un sopracciglio: lei li capiva bene...bastava guardarlo, quel fratello-gorilla che si ritrovava...
"Non ci pensare...piuttosto...non abbiamo trovato Ayako e...Rukawa..."
"Lo so, ma non ne sono sorpreso, anzi. Sarebbe stato troppo semplice, altrimenti. Spero solo che gli altri abbiano avuto più fortuna"
Haruko appoggiò la testa sul foraggio, grattandosi il naso che pizzicava:
"Spero invece di riuscire a trovarlo...li io..."
Il Gorilla le lanciò un'occhiata divertita, poi appena sentì bussare scese a prendere il cibo della signora.

Sendo aiutò la donna ad apparecchiare la tavola, nonostante le proteste di questa. Anche se era un ospite non voleva essere di troppo peso per i due anziani coniugi. Appena fu tutto in tavola, la donna lo spinse a forza vicino al caminetto, inchiodandolo sulla pietra con lo sguardo.
"E comunque al cibo devo badare da sola, quindi..."
aveva aggiunto più scherzosa.
Akira aveva annuito sorridendo, e aveva iniziato a chiacchierare con amabilità col vecchio contadino. I due parlavano a ruota libera, e il ragazzo ormai si era fatto un'idea dell'andamento delle cose negli ultimi anni. Ridendo, osservò che ai due coniugi nulla mancava per essere davvero felici. Stranamente, però, l'uomo scosse la testa, facendosi cupo e serio.
"Manca solo una cosa, che avevamo molti anni fa ma che d'improvviso è scomparsa"
Sendo si fece più attento: cosa potevano mai rimpiangere quelle persone così sereni? Gettò uno sguardo alla padrona di casa che, appoggiata alla porta della cucina, sembrava intenta a rivivere i ricordi di un tempo passato.
"Ci manca la magia, ragazzo mio"
Gli occhi scuri di Akira Sendo si spalancarono, increduli. La magia era una fantasia, lo sapevano tutti. Non esisteva, nel loro mondo come in quello in cui erano arrivati. Era mai possibile che i due ci credessero?
"Voi...credete nella magia?"
Improvvisamente il sospetto colmò gli occhi dei suoi ospitanti. Un brivido freddo percorse la sua schiena, mentre i muscoli si facevano di colpo di gelatina. Passò lo sguardo da un volto all'altro:
"Ho forse detto qualcosa che...non va?"
Il vecchio socchiuse le palpebre:
"Ragazzo, ma quanti anni hai?"
"Io? Diciassette, perché?"
"E i tuoi genitori non ti hanno mai detto nulla, della nostra magia?"
Sendo deglutì, e pigolò:
"N-no, perché?"
Rapida come era diventata gelida, l'atmosfera tornò cordiale. La rilassatezza scese sui due coniugi, mentre Sendo sospirava tra sé e sé.
'L'ho scampata bella...'
"Lascia che ti racconti. Diciassette anni fa, proprio mentre tu eri un bebè, accadde qualcosa alla nostra magia. Noi la usavamo abitualmente, bada, ne eravamo perfetti padroni. Tutti l'avevano. Ma un giorno lontano, essa...svanì. Senza lasciare tracce. Senza alcun preavviso, senza un motivo evidente. Da allora, abbiamo dovuto ricominciare tutto da capo. Ed è stata dura i primi tempi, lo ammetto. Nessuno era pronto a cavarsela da solo. Molti sono morti di fatica, tentando di compiere da soli i lavori pesanti che prima venivano risolti con uno schiocco di dita. Si sentivano pianti amareggiati, e continue lamentele rovesciate sui più bravi maghi. In molti partirono alla ricerca della magia, ma nessuno di loro tornò con una sola buona notizia. E alla fine ci abituammo. Ora nessuno più ci pensa, essa appartiene a un tempo ormai cancellato. Molti decisero che, dato che non sarebbe più tornata, ne avrebbero taciuto l'esistenza ai figli, per spronarli a vivere senza rimpiangere il passato. Tu evidentemente sei uno di quei bambini"
La moglie abbracciò teneramente le spalle dell'uomo:
"E ora noi siamo vecchi e senza forze. Chi farà i lavori pesanti, quando ce ne sarà bisogno? Nostro figlio quest'anno ci ha aiutati con la legna da ardere, ma se per disgrazia non potesse più farlo, noi come ce la caveremmo?"
Sospirò, accarezzandosi i capelli
"Se avessimo ancora la magia...tutto sarebbe più facile"
Sendo si morse lentamente le labbra, mentre la osservava tornare in cucina. Lui non aveva mai creduto nella stregoneria ed affini, però sembrava che quelle persone fossero certe della sua esistenza. Inoltre, ora che ci pensava, si rendeva conto che...era l'unico modo per spiegare la loro comparsa su quel mondo. Loro erano lì...per magia? Ma chi l'aveva evocata, dato che era scomparsa? E perché? Scosse deciso la testa. Ci avrebbe pensato dopo quel succulento arrosto.

"Oh merda...nevica di brutto!!!"
Hanamichi allungò una mano, e un cristallo di neve si posò sul suo palmo, resistendo un po' al calore prima di sciogliersi.
"Merda...qui rischio davvero di rimanerci secco"
Il ragazzo riprese a muoversi in fretta...non doveva mancare molto al nuovo avamposto dei boscaioli, e lì c'era anche una locanda calda e accogliente, con una stanza pronta per lui.
Marciò senza pensare a nulla, concentrando le energie per il passo successivo, tentando di non badare alla neve che cadeva infittendosi sempre più, e che già iniziava ad accumularsi sul terreno. Presto si sarebbe formata una coltre alta e soffice, che avrebbe incantato il paesaggio con il suo fascino antico e sempre nuovo...sorrise inconsciamente, già pregustandosi lo spettacolo di quella foresta ammantata di bianco candido.
Poi si fermò di botto. Rimase a fissare con occhi spalancati il sentiero davanti a sé.
Nulla.
Hanamichi volse lo s guardo intorno lui, cercando ciò che l'aveva distratto. Scosse la testa:
"Devo essermelo immaginato...
Fece due passi, poi si fermò di nuovo, più sicuro, stavolta:
"Non me lo sono immaginato...da dove viene quel lamento?"
Rimase in attesa, pronto a individuare la fonte di quel suono. Non dovette aspettare molto, infatti pochi secondi dopo il guaito si ripresentò:
"Eccolo! Viene da laggiù!"
Si diresse verso un gruppo più fitto di alberi, spostato di un centinaio di metri alla sinistra della strada. Man mano che si avvicinava i versi si facevano più forti e...strazianti.
"Assomigliano a quelli di un animale ferito..."
mormorò.
Si avvicinò con cautela. Ormai i mugolii resi flebili dalla distanza si erano trasformati in vere e proprie grida di dolore, che trapassavano l'animo di Hanamichi come schegge di vetro, conficcandoglisi nel cuore. Qualunque cosa fosse, stava soffrendo molto intensamente. Troppo, per i suoi gusti. Il ragazzo si fermò dietro un cespuglio, e si acquattò, pronto alla lotta.
Ma quel che vide gli gelò il sangue nelle vene...davanti a lui si ergeva maestoso un abete dal grosso tronco, i cui rami si stendevano verso il basso creando una specie di tenda protettiva. Gli aghi caduti formavano un soffice strato profumato, che ammorbidiva il terreno rendendolo un comodo giaciglio. La neve non era ancora arrivata lì sotto, mentre tutto intorno già copriva le foglie secche. Ma quel rifugio non era vuoto...aghi di pino buttati in giro, terriccio misto a foglie morte rivoltato e gettato sulla neve a sporcarla...ma tutto questo non lo toccò.
Perché a lanciare quelle grida d'aiuto era stata una piccola volpe.
Hanamichi la fissò scalciare il terreno. Aghi e terriccio volarono in tutte le direzioni.
Aveva una zampetta intrappolata in un laccio sottile, che gli stava lentamente segando le carni. Di colpo ricordò la trappola che aveva visto costruire dal padre di Rei: seguì con gli occhi il filo che si tendeva, e trovò l'albero cui era fissato, poco distante dall'abete. Durante il percorso però si era impigliato in uno dei rami dell'abete, quindi la trappola non era scatta completamente.
La volpe era sì intrappolata, ma era ancora viva.
Hanamichi si morse le labbra: cosa doveva fare? Quella piccola creatura stava patendo le pene dell'inferno...percepì il respiro bloccarsi, mentre si sentiva invadere dal dolore che vibrava nell'aria. Tutto il suo essere palpitava, incapace di restare impassibile davanti al dolore di quella piccola creatura...gli appariva così innocente, e indifesa...
"Cosa devo fare? Se la libero...qualcuno patirà la fame..."
Chiuse gli occhi, ripensando alle parole di Rei..."Sì, l'anno scorso abbiamo avuto tutto il cibo di cui avevamo bisogno, grazie alle volpi"
Quel ragazzo aveva avuto da mangiare, vendendo la pelle di una volpe...
"Ma se non la libero...per quanto continuerà a soffrire in quel modo? È...spietato, è troppo doloroso...non so cosa fare..."
Si girò, appoggiandosi al tronco e respirando l'aria gelida a pieni polmoni, incurante del dolore che gli causava. Doveva scegliere...la vita di una volpe, o quella di un essere umano.
................
Chiuse gli occhi, e si alzò, tornando sui suoi passi, cercando di impedire che i suoi occhi piangessero come stava accadendo al suo cuore.
La volpe continuava a gridare.

Fine capitolo terzo



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