Per i primi capitoli non ci sarà molto di yaoi, a parte Sendo che ci prova velatamente col rossino (calme...), perché questa fic è anche un racconto fantasy (non AU). Buona lettura!
Anfora di
magia
Parte III
di Hymeko
"Mamma mia che freddo!!!!"
Hanamichi si alitò sulle mani, tentando di sciogliere quei pezzi di
ghiaccio che erano diventate le sue dita. Il fiato si materializzò come
una nuvola bianca ed incorporea, che svanì veloce nel cielo portandosi via
il suo calore.
"Accidenti ad Ayako e Rukawa...questa non gliela perdono proprio! Non
potevano andare a perdersi in un'isoletta del mari del sud? Sono un
animale a sangue caldo, io! Mica come la volpe, che sicuramente non si
accorgerà nemmeno del cambiamento! Brr, qui si congela!"
Si aggiustò il mantello di lana, infagottandocisi dentro all'inverosimile.
Lo aveva indossato qualche chilometro prima, appena non ce l'aveva fatta
più a resistere. Non aveva perso molto tempo a piegare l'altro...lo aveva
semplicemente ficcato nella sua borsa, e amen.
"Mica devo andare a palazzo..."
aveva borbottato.
Tentò di calmarsi respirando a fondo, ma capì subito di non aver avuto una
buona idea. L'aria gelida trapassò i suoi polmoni pungendoli con mille
aghi ghiacciati, mozzandogli il fiato. Il freddo strisciò nelle sue vene,
irrompendogli nei tessuti.
Alzò gli occhi. Non riusciva a vedere bene il cielo. I rami degli alberi
formavano un fitto tetto impenetrabile, intrecciandosi e accalcandosi per
accaparrarsi quel po' di luce che la stagione offriva. Nei pochi spiragli
che si aprivano, poteva solo scorgere frammenti fumosi di nubi bianche.
Rinunciò ad osservarle, tanto sapeva cosa sarebbe accaduto...si sarebbe
messo a nevicare. Quel contadino col carro che aveva incontrato ne era
sicuro.
"Stai attento, ragazzo, perché tra un po' scoppierà una violenta tempesta
di neve, e tu dovrai essere in un bel posto al caldo, se non vorrai
trovarti nei guai. Segui i consigli di questo vecchio, mettiti al riparo!"
Hanamichi gli aveva chiesto se la foresta fosse ancora molto grande, e
l'uomo gli aveva dato delle informazioni abbastanza precise:
"Poco prima di metà, troverai lungo questa strada delle costruzioni
abbandonate. Era un rifugio di boscaioli, con una locanda e delle case,
non c'è più molto. Infatti due o tre anni fa scoppiò un incendio in un
magazzino, e quasi tutto andò in fumo. Vedrai solo tronchi bruciati e un
pezzo della locanda, rimasto in piedi per miracolo. È ancora abbastanza
solida, ma dato che i proprietari sono morti nel tentativo di spegnere
l'incendio nessuno ha più voluto avvicinarlesi"
Hanamichi lo aveva guardato perplesso:
"Ma i boscaioli non potevano ricostruire il luogo? In fondo, era il loro
rifugio, no?"
"Sì, ma non ne avevano un vero motivo. Il prezzo del legname da questa
parte della foresta si era abbassato, quindi si sono spostati verso
l'altra estremità, dove i prezzi erano ancora loro favorevoli. Incontrerai
la loro nuova postazione sui tre quarti della foresta, e io ti consiglio
di alloggiare lì per la notte, non so se riuscirai ad arrivare dall'altra
parte"
"Ho capito, grazie infinite"
"Di nulla. Mi raccomando, segui il mio consiglio e trovati una bella
camera con un fuoco scoppiettante!"
"Farò come dice lei...ah, signore?"
"Sì, figliolo?"
"Posso chiederle una cosa? Per caso ha incontrato una ragazza molto carina
coi capelli lunghi ricci, lungo questa strada?"
Il vecchio si era tormentato la barba bianca, per poi scuotere la testa:
"No, se avessi visto una bella ragazza me ne sarei ricordato"
"Ah, non fa nulla. Ma...non ha visto nemmeno un ragazzo alto più o meno
come me, coi capelli nerissimi e di pelle molto chiara?"
"Uh...fammi pensare...no, ne ho visto uno ma era molto più basso di te ed
era piuttosto scuro di pelle...non è lui, vero?"
Hanamichi scosse la testa:
"La ringrazio, non fa nulla"
"Sono tuoi amici?"
"Bè...più o meno"
"Ti auguro di trovarli, allora"
"Spero di sì..."
"Arrivederci, e non dimenticarti quello che ti ho detto. L'inverno sa
essere molto crudele, qui"
"Lo terrò a mente, stia tranquillo. Arrivederci, spero di rincontrala
presto!"
"Anch'io, ragazzo, anch'io"
Hanamichi aveva salutato con la mano l'uomo, poi si era inoltrato sempre
più nel folto della selva.
"Facevo meglio ad andare con Harukina, invece che star qui a gelarmi!
Tanto su questa strada non ci sono, è inutile che vada fino in fondo!"
Si fermò nel mezzo della via, prendendo in seria considerazione l'idea di
tornare sui suoi passi e andare in cerca della ragazza.
Scosse mestamente la testa, massaggiandosi i bernoccoli che aveva sulla
nuca:
"Se solo ci provassi scommetto che il Gorilla mi ammazzerebbe...e lo
farebbe anche Ryo-chan, se scoprisse che ho lasciato perdere la cerca di
Ayako...no, meglio continuare"
Riprese il cammino, prendendo a calci un ciottolo.
..............
Hanamichi si fermò, improvvisamente allertato. C'era qualcosa che...non
andava. Era come se...si fosse formato un vuoto, attorno a lui. Chiuse gli
occhi, tentando di percepire cosa non andasse nel bosco. Sembrava tutto
tranquillo, eppure quella calma gli suggeriva che un cambiamento era in
corso...non sentiva nulla...non c'erano rumori, tutto taceva quieto...spalancò
gli occhi, guardandosi freneticamente intorno.
"Perché si è fatto tutto così silenzioso? È come se...la natura si fosse
rifugiata nella sua tana, non c'è la presenza nemmeno di un animale...è
come se fossero scomparsi tutti..."
Girò un paio di volte su sé stesso, tentando di capire cosa stesse
accadendo.
"Che sia...l'arrivo della tempesta di neve? Che la foresta si stia
preparando ad affrontare la bufera? Se è così, meglio che mi sbrighi..."
Accelerò il passo, camminando a lunghe falcate senza più badare al bosco
che lo circondava.
"Maledizione, ma dovevo proprio perdere tanto tempo a guardarmi in giro?
Devo sbrigami, o rischio di congelarmi qui! Ma quanto manca a questa
maledetta locanda?"
Nel silenzio innaturale, gli unici rumori che osavano levarsi erano quelli
dei suoi passi sordi sul terreno ghiacciato, e i suoi respiri affannosi.
Si massaggiò la pelle del viso, sentendola secca e tirata. Avrebbe
scommesso che fosse arrossata. Le sue mani gli facevano male, la cute
screpolata iniziava a tirargli, perdendo elasticità era diventata dura e
arida. Desiderando di trovarsi al caldo, forzò ulteriormente l'andatura,
sbucando all'improvviso in una radura spaziosa.
"E questo che è?"
Sul lato sinistro, riparate dalle fronde degli alberi, si ergevano i resti
anneriti di un piccolo agglomerato di case, cinque o sei al massimo, di
varie grandezza. Leggermente distante dalle altre, era ancora in piedi una
parte di una casa a due piani, mezza diroccata ma piuttosto in buono
stato. I muri restanti sembravano solidi, e anche il tetto non sembrava
aver subito molti danni. Alcune camere sembravano addirittura intatte,
viste dall'esterno.
"Dev'essere il rifugio di boscaioli di cui mi ha parlato il vecchio..."
Hanamichi rimase qualche secondo ancora ad ammirare i tronchi consumati
dal fuoco, poi un fiocco di neve si posò sul suo naso.
"Merda! Si sta mettendo a nevicare!"
Lanciò un'ultima occhiata alla locanda che sembrava guardarlo tranquilla,
e riprese spedito la sua marcia.
"Signora, lei è davvero molto gentile ^_^"
"Figurati caro, era il minimo dopo tutto l'aiuto che mi hai dato!"
"Ho solo fatto il minimo, non avrei mai potuto permettere ad una donna di
portare un simile carico d'acqua! ^_^"
Il marito della donna annuì:
"Ha ragione lui, non è bello. Purtroppo questa schiena non mi permette più
di fare lavori pesanti, e mia moglie deve farli al posto mio. Mi dispiace
molto, cara"
"Su, dai, non ti preoccupare. Ogni tanto arriva un bravo giovane come
questo che ci aiuta. Sei stato un vero dono, lo sai?"
"Lei mi lusinga, in fondo non ho fatto nulla ^__^"
"Sei davvero un bravo ragazzo, sai...come hai detto che ti chiami?"
"Sendo, Akira Sendo. Ma lei mi chiami solo Akira, la prego ^_^"
"Akira...che strano nome...eppure mi piace"
"Sono contento che le piaccia ^______^ ...e potrei chiederle una cosa?"
"Ma certo. Intanto assaggia questi pasticcini che ho fatto io"
"Volentieri, signora. Per caso ultimamente ha incontrato altre persone,
con un nome strano come il mio? Una ragazza che si fa chiamare Ayako, e un
ragazzo alto come me di nome Rukawa?"
I due si scambiarono un'occhiata interrogativa, poi scossero le spalle:
"Mi dispiace tanto Akira caro, ma non avevo mai sentito questi nomi prima
che tu li nominassi. No, ne sono sicura. Sono importanti per te, queste
persone?"
"Sì...sono amici"
"Spero che li troverai presto, allora"
Sendo si alzò, lisciandosi la tunica:
"Allora è meglio che vada a cercarli, no? Non posso star qui con le mani
in mano. È stato un piacere conoscervi, ma adesso devo andare"
"Aspetta, dove sei diretto?"
"Ad Arfesto, dall'altra parte della foresta"
L'uomo scosse il capo, mentre la moglie gli si affrettava accanto,
trattenendolo per un braccio:
"Mio caro ragazzo no, non puoi andare adesso"
Sendo la guardò stupito, chiedendole il motivo.
"Ma perché è in arrivo una tremenda bufera di neve, ecco perché!"
"Ma io li devo trovare!"
"Non lo potrai mai fare in mezzo a quel tempaccio, e rischieresti di
morire inutilmente! Dammi retta, nostro figlio è via, puoi usare camera
sua per stanotte!"
"Ma, io..."
"Ascolta mia moglie, giovanotto. È pericoloso uscire con questo tempo. Non
riuscirai mai ad arrivare ad Arfesto, e comunque nessuno sarà in giro,
appena comincerà a nevicare"
Sendo strinse i denti, guardando fuori dalla finestra. Non poteva certo
perdere tempo, però, se quello che gli avevano detto fosse stato vero...
"Va bene, avete vinto voi, approfitterò della vostra squisita ospitalità
per stanotte ^__^"
La donna rise e prese le mani al marito:
"Sarà come riavere nostro figlio, per stasera! Vado a preparare la cena...e
una bella torta!"
"^______^"
Scoccò uno sguardo alla finestra, attraverso cui si intravedevano i primi
fiocchi scendere lenti.
'Spero tu stia bene, Hanamichi...'
"M-m-mi di spiace, ma...non abbiamo visto nessun Rukawa o Ayako...ci
dispiace molto ma non possiamo aiutarvi...no...non possiamo proprio"
L'uomo si portò la mano dietro la schiena e strinse quella della moglie.
La sentì tremare, come lui stesso stava facendo, sebbene tentasse di non
farlo notare. In realtà era spaventato a morte...e nessuno avrebbe potuto
dargli torto! Un mostro, che altro poteva essere quell'essere gigantesco
che non passava nemmeno sotto lo stipite della sua porta?
Appena aperto l'uscio, chiedendosi chi potesse essere così pazzo da andare
in giro in vista della tempesta, si era trovato davanti il busto muscoloso
di un ragazzo dalla faccia inquietante, dura, animalesca, con tratti che
ricordavano vagamente quelli umani...
Era accompagnato da una ragazza molto minuta, assolutamente normale, che
doveva essere, secondo lui, la sua domatrice. L'essere si era presentato,
poi aveva indicato la ragazza come la sorella minore.
'Sarà in grado di tenerlo a bada? Quella ragazza sembra tanto fragile,
mentre lui è un bestione!'
I due anziani coniugi avevano risposto educatamente al saluto, sebbene le
ginocchia tremassero loro, e avevano chiesto cosa desiderassero. La
creatura orribile, alta, sproporzionata, con la pelle scura simbolo del
male, aveva domandato se avessero mai incontrato due persone chiamate
Ayako o Rukawa.
'Sicuramente mostri par suo!'
L'essere repellente strinse le labbra sproporzionate, le sue narici
fremettero, e la povera donna in seguitò giurò varie volte di aver visto
lingue di fuoco saettare veloci fuori da esse, rischiando di incenerirli
sul posto. La domatrice però posò una mano sul braccio del bestione, e
chiese educatamente ospitalità per la notte. E ora ai due poveri vecchi
toccava dare una risposta...
L'uomo strinse forte la mano della sua consorte, cercando in essa la forza
per resistere alla minaccia che il destino li aveva portati ad affrontare,
e si erse nella sua fragile vecchiaia di fronte allo straniero:
"Mi d-d-d-dispiace, m-m-ma n-n-non abbiamo s-s-stanze libere...siamo solo
noi poveri vecchi, e non abbiamo mai avuto figli..."
La ragazza si inchinò:
"Vi ringrazio, troveremo un altro alloggio, ci dispiace molto avervi
disturbati"
I due si erano appena girati, quando la donna li richiamò:
"Aspettate, se volete c'è il fienile. Comprendo non sia comodo come un
letto, ma almeno è asciutto e pulito, e starete sicuramente al caldo!
Inoltre vi cucinerò qualcosa di buono, almeno mangerete un pasto decente!"
I due si scambiarono un'occhiata interrogativa, poi la ragazza si inchinò
e accettò di buon grado l'invito.
La donna si sporse un po' e indicò loro una porta in legno, tinteggiata di
verde foresta:
"Ecco, è quello. Sistematevi come volte"
"Vi ringraziamo, staremo benissimo"
Mentre i due ragazzi si inchinavano ancora per poi dirigersi al fienile,
il vecchio sussurrò irritato:
"Ma perché li hai invitati nel nostro fienile? E il cibo? È pericoloso!
Non hai visto quel ragazzo? Non può essere umano!"
"Lo so, e appunto per questo ho dato loro un rifugio per la notte e una
cena. Non hai visto come ci ha guardati appena gli abbiamo detto di no?
Era furioso, pronto ad aggredirci. Scommetto che appena avessimo abbassato
la guardia, come stanotte, ci avrebbe tentato. Invece così li abbiamo
accontentati un po', e la ragazza mi sembra capace di tenerlo a freno"
"...hai ragione tu. Speriamo solo che domani se ne vadano al più presto"
"Non posso prevedere il futuro...quindi adesso gli preparo qualcosa, poi
andiamo a dormire, e affidiamoci alla buona sorte"
Haruko si stese nel fieno, arrotolandosi a involtino nel suo mantello. Il
posto non era freddo, ma non era neppure una camera d'albergo...era come
in campeggio, solo un po' più morbido e profumato. A parte per i fili di
paglia che riuscivano a infilarsi nella trama della stoffa e a grattarle
la pelle...
Il fratello si stese accanto a lei, creando nel fieno una fossa:
"Chissà come mai quei due signori erano così timorosi di averci
davanti..."
Haruko inarcò un sopracciglio: lei li capiva bene...bastava guardarlo,
quel fratello-gorilla che si ritrovava...
"Non ci pensare...piuttosto...non abbiamo trovato Ayako e...Rukawa..."
"Lo so, ma non ne sono sorpreso, anzi. Sarebbe stato troppo semplice,
altrimenti. Spero solo che gli altri abbiano avuto più fortuna"
Haruko appoggiò la testa sul foraggio, grattandosi il naso che pizzicava:
"Spero invece di riuscire a trovarlo...li io..."
Il Gorilla le lanciò un'occhiata divertita, poi appena sentì bussare scese
a prendere il cibo della signora.
Sendo aiutò la donna ad apparecchiare la tavola, nonostante le proteste di
questa. Anche se era un ospite non voleva essere di troppo peso per i due
anziani coniugi. Appena fu tutto in tavola, la donna lo spinse a forza
vicino al caminetto, inchiodandolo sulla pietra con lo sguardo.
"E comunque al cibo devo badare da sola, quindi..."
aveva aggiunto più scherzosa.
Akira aveva annuito sorridendo, e aveva iniziato a chiacchierare con
amabilità col vecchio contadino. I due parlavano a ruota libera, e il
ragazzo ormai si era fatto un'idea dell'andamento delle cose negli ultimi
anni. Ridendo, osservò che ai due coniugi nulla mancava per essere davvero
felici. Stranamente, però, l'uomo scosse la testa, facendosi cupo e serio.
"Manca solo una cosa, che avevamo molti anni fa ma che d'improvviso è
scomparsa"
Sendo si fece più attento: cosa potevano mai rimpiangere quelle persone
così sereni? Gettò uno sguardo alla padrona di casa che, appoggiata alla
porta della cucina, sembrava intenta a rivivere i ricordi di un tempo
passato.
"Ci manca la magia, ragazzo mio"
Gli occhi scuri di Akira Sendo si spalancarono, increduli. La magia era
una fantasia, lo sapevano tutti. Non esisteva, nel loro mondo come in
quello in cui erano arrivati. Era mai possibile che i due ci credessero?
"Voi...credete nella magia?"
Improvvisamente il sospetto colmò gli occhi dei suoi ospitanti. Un brivido
freddo percorse la sua schiena, mentre i muscoli si facevano di colpo di
gelatina. Passò lo sguardo da un volto all'altro:
"Ho forse detto qualcosa che...non va?"
Il vecchio socchiuse le palpebre:
"Ragazzo, ma quanti anni hai?"
"Io? Diciassette, perché?"
"E i tuoi genitori non ti hanno mai detto nulla, della nostra magia?"
Sendo deglutì, e pigolò:
"N-no, perché?"
Rapida come era diventata gelida, l'atmosfera tornò cordiale. La
rilassatezza scese sui due coniugi, mentre Sendo sospirava tra sé e sé.
'L'ho scampata bella...'
"Lascia che ti racconti. Diciassette anni fa, proprio mentre tu eri un
bebè, accadde qualcosa alla nostra magia. Noi la usavamo abitualmente,
bada, ne eravamo perfetti padroni. Tutti l'avevano. Ma un giorno lontano,
essa...svanì. Senza lasciare tracce. Senza alcun preavviso, senza un
motivo evidente. Da allora, abbiamo dovuto ricominciare tutto da capo. Ed
è stata dura i primi tempi, lo ammetto. Nessuno era pronto a cavarsela da
solo. Molti sono morti di fatica, tentando di compiere da soli i lavori
pesanti che prima venivano risolti con uno schiocco di dita. Si sentivano
pianti amareggiati, e continue lamentele rovesciate sui più bravi maghi.
In molti partirono alla ricerca della magia, ma nessuno di loro tornò con
una sola buona notizia. E alla fine ci abituammo. Ora nessuno più ci
pensa, essa appartiene a un tempo ormai cancellato. Molti decisero che,
dato che non sarebbe più tornata, ne avrebbero taciuto l'esistenza ai
figli, per spronarli a vivere senza rimpiangere il passato. Tu
evidentemente sei uno di quei bambini"
La moglie abbracciò teneramente le spalle dell'uomo:
"E ora noi siamo vecchi e senza forze. Chi farà i lavori pesanti, quando
ce ne sarà bisogno? Nostro figlio quest'anno ci ha aiutati con la legna da
ardere, ma se per disgrazia non potesse più farlo, noi come ce la
caveremmo?"
Sospirò, accarezzandosi i capelli
"Se avessimo ancora la magia...tutto sarebbe più facile"
Sendo si morse lentamente le labbra, mentre la osservava tornare in
cucina. Lui non aveva mai creduto nella stregoneria ed affini, però
sembrava che quelle persone fossero certe della sua esistenza. Inoltre,
ora che ci pensava, si rendeva conto che...era l'unico modo per spiegare
la loro comparsa su quel mondo. Loro erano lì...per magia? Ma chi l'aveva
evocata, dato che era scomparsa? E perché? Scosse deciso la testa. Ci
avrebbe pensato dopo quel succulento arrosto.
"Oh merda...nevica di brutto!!!"
Hanamichi allungò una mano, e un cristallo di neve si posò sul suo palmo,
resistendo un po' al calore prima di sciogliersi.
"Merda...qui rischio davvero di rimanerci secco"
Il ragazzo riprese a muoversi in fretta...non doveva mancare molto al
nuovo avamposto dei boscaioli, e lì c'era anche una locanda calda e
accogliente, con una stanza pronta per lui.
Marciò senza pensare a nulla, concentrando le energie per il passo
successivo, tentando di non badare alla neve che cadeva infittendosi
sempre più, e che già iniziava ad accumularsi sul terreno. Presto si
sarebbe formata una coltre alta e soffice, che avrebbe incantato il
paesaggio con il suo fascino antico e sempre nuovo...sorrise
inconsciamente, già pregustandosi lo spettacolo di quella foresta
ammantata di bianco candido.
Poi si fermò di botto. Rimase a fissare con occhi spalancati il sentiero
davanti a sé.
Nulla.
Hanamichi volse lo s guardo intorno lui, cercando ciò che l'aveva
distratto. Scosse la testa:
"Devo essermelo immaginato...
Fece due passi, poi si fermò di nuovo, più sicuro, stavolta:
"Non me lo sono immaginato...da dove viene quel lamento?"
Rimase in attesa, pronto a individuare la fonte di quel suono. Non dovette
aspettare molto, infatti pochi secondi dopo il guaito si ripresentò:
"Eccolo! Viene da laggiù!"
Si diresse verso un gruppo più fitto di alberi, spostato di un centinaio
di metri alla sinistra della strada. Man mano che si avvicinava i versi si
facevano più forti e...strazianti.
"Assomigliano a quelli di un animale ferito..."
mormorò.
Si avvicinò con cautela. Ormai i mugolii resi flebili dalla distanza si
erano trasformati in vere e proprie grida di dolore, che trapassavano
l'animo di Hanamichi come schegge di vetro, conficcandoglisi nel cuore.
Qualunque cosa fosse, stava soffrendo molto intensamente. Troppo, per i
suoi gusti. Il ragazzo si fermò dietro un cespuglio, e si acquattò, pronto
alla lotta.
Ma quel che vide gli gelò il sangue nelle vene...davanti a lui si ergeva
maestoso un abete dal grosso tronco, i cui rami si stendevano verso il
basso creando una specie di tenda protettiva. Gli aghi caduti formavano un
soffice strato profumato, che ammorbidiva il terreno rendendolo un comodo
giaciglio. La neve non era ancora arrivata lì sotto, mentre tutto intorno
già copriva le foglie secche. Ma quel rifugio non era vuoto...aghi di pino
buttati in giro, terriccio misto a foglie morte rivoltato e gettato sulla
neve a sporcarla...ma tutto questo non lo toccò.
Perché a lanciare quelle grida d'aiuto era stata una piccola volpe.
Hanamichi la fissò scalciare il terreno. Aghi e terriccio volarono in
tutte le direzioni.
Aveva una zampetta intrappolata in un laccio sottile, che gli stava
lentamente segando le carni. Di colpo ricordò la trappola che aveva visto
costruire dal padre di Rei: seguì con gli occhi il filo che si tendeva, e
trovò l'albero cui era fissato, poco distante dall'abete. Durante il
percorso però si era impigliato in uno dei rami dell'abete, quindi la
trappola non era scatta completamente.
La volpe era sì intrappolata, ma era ancora viva.
Hanamichi si morse le labbra: cosa doveva fare? Quella piccola creatura
stava patendo le pene dell'inferno...percepì il respiro bloccarsi, mentre
si sentiva invadere dal dolore che vibrava nell'aria. Tutto il suo essere
palpitava, incapace di restare impassibile davanti al dolore di quella
piccola creatura...gli appariva così innocente, e indifesa...
"Cosa devo fare? Se la libero...qualcuno patirà la fame..."
Chiuse gli occhi, ripensando alle parole di Rei..."Sì, l'anno scorso
abbiamo avuto tutto il cibo di cui avevamo bisogno, grazie alle volpi"
Quel ragazzo aveva avuto da mangiare, vendendo la pelle di una volpe...
"Ma se non la libero...per quanto continuerà a soffrire in quel modo?
È...spietato, è troppo doloroso...non so cosa fare..."
Si girò, appoggiandosi al tronco e respirando l'aria gelida a pieni
polmoni, incurante del dolore che gli causava. Doveva scegliere...la vita
di una volpe, o quella di un essere umano.
................
Chiuse gli occhi, e si alzò, tornando sui suoi passi, cercando di impedire
che i suoi occhi piangessero come stava accadendo al suo cuore.
La volpe continuava a gridare.
Fine capitolo terzo
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