Amore o amcizia?  

parte III

di Neko


Apro gli occhi... lentamente...

Sono costretto a richiuderli subito perchè la luce che entra dalla finestra di da fastidio. Come se qualcuno cercasse di bloccare il mio risveglio per impedirmi qualcosa che mi potrebbe far soffrire.

Ho solo bisogno di abituarmi a questa luce che penetra con prepotenza nella mia stanza.

Apro e chiudo gli occhi alcune volte, ma non riesco ad abituarmi a questa luce.

Come se i miei occhi fossero feriti.



Feriti.

Sono feriti forse dal pianto disperato che mi ha fatto compagnia questa notte.

Ogni volta che riuscivo a prendere sonno mi svegliavo di soprassalto per gli incubi che governavano il mio leggero sonno.

Sogni in cui Rukawa si portava a letto il mio migliore amico.

Com'è ferito il mio cuore in cui vagano mille dubbi che continuano a tormentarmi e a cui non riesco a trovare una risposta plausibile.

Ma quello che mi domando quello che veramente mi stà facendo impazzire è il perchè io mi sia eccitato con quel sogno.

Ho provato una profonda eccitazione nel vedere i loro corpi fondersi.

Lo stesso piacere che provo quando lui entra dentro di me, quando mi concedo a lui senza nessun pudore.

Scuoto la testa.

Basta, tutto questo mi stà distruggendo.

Non devo più pensarci, come se non fosse successo nulla.

Non devo tormentarmi per quella stupida ed inutile frase che ha osato rivolgermi ieri notte prima di andarsene.

Non voleva dire quello, non aveva nessun significato per il nostro rapporto.

Hanamichi non ha nessun significato per noi.

Ma non ci riesco.

E' impossibile cancellare quelle parole dalla mia mente.

Continuano a vagare e farmi soffrire.

E' come una tortura.

<Sakuragi a letto ci sa fare>

-Maledizione- urlo

Afferro e lancio il cuscino contro il muro.

Cosa volevo fare con questa mia azione?

Nulla, almeno che le mie intenzioni non siano di partecipare al tiro al bersaglio visto che ho centrato in pieno il porta-foto che era sul mobile facendolo cadere a terra.

Bè non devo stare così male visto che riesco ancora a sparare cavolate, del resto come succede ogni qual volta mi sento così.

Osservo il vetro frantumato a terra e mi sembra di osservare il mio cuore che piano si stà sbriciolando.

Tormentarmi non serve a nulla, questo riesco a capirlo da me, eppure non riesco ad impedirmi di pensare e ripensare alle sue parole, ai vari significati che vi possono essere nascosti dietro.

Ho solo una certezza, devo scoprire cosa ha voluto dire.

Forse capendolo riuscirò a mettermi il cuore in pace, anche se sò che sarà difficile.

Richiudo gli occhi.

Non ho voglia di alzarmi, almeno non ancora. Ho voglia di riposarmi ed essere in perfetta forma quando lo affronterà.

Ormai ho preso la mia decisione.

Sento il campanello suonare, qualcuno deve essere venuto a cercarmi.

Mi volto di lato, apro gli occhi ed osservo l'orologio sul comodino.

-Le sette e dieci- dico mentre mi riadagio in una posizione più comoda

Non riesco proprio a capire chi possa essere a quest'ora. Non conosco nessuno che venga a rompermi a quest'ora.

Mia madre?

Sì figuriamoci, a quest'ora si starà dando da fare con uno dei suoi tanti amanti. Figuriamoci se si preoccupa di suo figlio.

E allora chi potrebbe essere?

Mio padre?

Yohei ti sei per caso dimenticato da come ti ha buttato fuori di casa quando ha scoperto cosa sei in realtà? Il grande Satoshi Mito avvocato famoso in quasi tutto il Giappone non può rovinarsi la carriera perchè ha un figlio gay. Quindi cosa migliore di comprargli una villetta lontana da lui.

Lui?

Potrebbe davvero essere lui?

Ho così bisogno del calore che mi sà infondere che sento una forza pervadermi tutto e darmi una gran voglia di alzarmi da questo letto. Ho bisogno di lui, del suo corpo. Anche se non mi ama, anche se mi stà solo usando ho una pazza voglia di lui.

Di farmi sentire amato anche da chi non mi ama.

-Arrivo- urlo quasi

Mi alzo con uno scatto dal letto senza badare alla mia nudità, non ci faccio poi molto caso visto che la mia mente è annebbiata solo dal desiderio di essere posseduto da quello che è il mio amante.

Scendo le scale di corsa e mi fiondo ad aprire la porta. Credo che potrei addirittura partecipare ai 100 metri, e credo che vincerei la medaglia d'oro.

Voglio che sia lui.

Desidero così tanto che sia lui che la mia mente pare non pensare ad altro. Il mio corpo non desidera altro.

Il campanello smette di suonare, ma in compenso chi è oltre la porta comincia a bussare. Rallento il mio passo ormai con la ferma convinzione che oltre quella porta non ci possa essere Rukawa.

Freddo e impassibile non si metterebbe mai a compiere un'azione del genere, non sarebbe più lui se lo facesse.

-Yohei apri... lo sò che sei in casa...- urla una voce familiare

E' lui.

Oh no, oh dio.

Non sono ancora pronto ad affrontarlo, a guardarlo negli occhi senza pensare alle parole di Rukawa.

Ho paura, ora che lui è così vicino ho veramente paura che quelle parole non nascondevano altro che la verità che Hanamichi è finito a letto con Rukawa.

Stupido!!!

Non dovrebbe essere una cosa nuova, lo sò bene che si diverte a spostarsi da un letto all'altro solo per torturare di passione i suoi amanti.

E allora perchè stò così male?

Perchè il sapere che quello che concede sempre a me lo possa aver concesso al mio migliore amico mi distrugge?

-Cazzo Yohei ti decidi ad aprire.. sono io...- continua ad urlare

Lo sò che sei tu Hanamichi.

Maledizione se lo sò ed è proprio di te che ho paura.

Ho paura del tuo odio, del tuo disprezzo nei miei confronti perchè sono uno dei tanti amanti del tuo amato volpino.

Lo sò che lo ami. E' inutile negare l'evidenza.

Lo ami e lo odi. Lo odi e lo ami.

Ma in fin dei conti quello che ti lega a lui è lo stesso che lo lega a me, solo banale e lurido sesso.

Niente amore, niente sentimento.

Siamo solo alla ricerca del piacere, di godere di quello che lui ci può dare.

Siamo solo angeli caduti nel piacere che dà il sesso, angeli a cui vengono strappate le ali solo perchè non riescono a sfuggire a questo piacere che lui ci riesce a dare.

Lui è come Lucifero, l'angelo decaduto, precipitato all'inferno. In quel paradiso di fiamme e piacere a cui noi non possiamo accedere.

Ci strappano le ali solo perchè siamo anime corrotte da un' umanità che non accetta quello che poi in fin dei conti è la realtà.

Cammino verso la porta, anche se non vorrei far altro che tornarmene a letto. Ma il mio corpo si muove da solo guidato chissà da quale forza. Forse perchè in fondo lui è l'unico che può aiutarmi, l'unico che possa spiegarmi perchè sono diventato così debole e schiavo di quel ragazzo.

Allungo il braccio e la mano si ferma sulla maniglia.

Perchè sono così dannatamente codardo, è una semplice maniglia eppure potrebbe decretare la soluzioni dei miei problemi.

Una parte della mia mente continua ad urlare di mandare a quel paese Hanamichi, che non vuol far altro che portarmi via Rukawa e tenerlo solo per sè. Che in fondo quello che veramente comanda in questo gioco di passione sono solo io, perchè io potrei smettere in qualsiasi momento di donare il mio corpo a Rukawa.

Mentre l'altra parte grida, supplica di aprire questa odiata porta. Oltre lei potrei trovare un po di pace per questa mia anima tormentata dal dolore e dall'amore. Hanamichi è l'unico che può aiutarmi e spiegarmi perchè non posso liberarmi da Rukawa.

Ma in verità lo voglio?

Voglio davvero allontanarmi da quello che è l'unico contatto con la felicità?

Potrei continuare a vivere anche senza di lui?

Domande, dubbi che non fanno altro che assillarmi, che continuando a tormentare il mio cuore. Perchè cerco di rovinare la mia vita in questo modo, non voglio e non devo più pensarci ma è impossibile.

La mano trema sulla maniglia di metallo fredda.

Una decisione che non riesco a prendere.

Rimango fermo in questa posizione nonostante io senta i passi del mio amico mentre si allontana e con lui la mia salvezza. Con lui la certezza che mi sarei potuto salvare dal baratro del terrore che piano si stà impadronendo del mio essere.

Scivolo a terra mentre piccole gocce umide percorrono il mio viso. Le lacrime sono solo l'inizio di questa disperazione che sembra risucchiarmi.

***********

Alla fine ci sono riuscito.

Mi sono deciso ad uscire di casa e a fare questa benedetta passeggiata che forse mi aiuterà a riflettere.

Ho saltato la scuola e forse è stato un bene perchè non avevo voglia di affrontare nessuno.

Non volevo che nessuno vedesse lo stato pietoso in cui ero ridotto, non voglio la pietà di nessuno perchè nessuno a diritto di rivolgermi pietà perchè in fondo non ho mai fatto nulla di male.

La pietà non si addice ad una persona che stà mandando la sua vita avanti solo in base ad un rapporto sessuale, giusto?

Cammino per le vide del centro osservando quello che mi circonda nei minimi particolari. Coppiette che si abbracciano, genitori e figli a passeggio, in pratica quello che non sarò mai io.

Stò cominciando a detestare tutte queste cose, forse perchè la gelosia e il disprezzo si stanno impadronendo di me e mi obbligano a detestare tutto quello che non potrò mai avere io.

Ignoro tutto.

Continuo a camminare facendo attenzione a non finire contro nessuno, non ho voglia ne di litigare ne di arrivare alle mani con nessuno perchè alla fine succederebbe un casino, visto che oggi non sono in vena di sopportare nulla e forse il coltellino che porto sempre in tasca come simbolo di protezione potrebbe conficcarsi e lacerare la carne di qualcuno che ha deciso di passare i suoi ultimi momenti di vita rompendomi le scatole.

Mi blocco, fermo il mio passo e mi osservo le mani.

Da quando sono diventato così?

Da quando questo sentimento nero e corrotto si è impadronito di me?

Non trovo nessuna risposta e continuo a camminare mentre una parte della mia mente sembra essersi nascosta chissà dove per paura di qualche mio atto improvviso.

Mi guardo attorno e mi rendo conto di essere in una zona che non conosco proprio. Bè a dire la verità mi sembra proprio la zona più cadente di Kanagawa. Palazzi vecchi e decadenti, spazzatura raccolta negli angoli.

Continuo a camminare, a trovare un posto che mi riconduca sulla via giusta, non mi convince troppo questa zona.

-Hey tu ragazzino-

Sento una voce fredda alle mie spalle.

Non sò se girarmi oppure andarmene di corsa. Ma sì sa che la curiosità umana e poi non sono mica uno che se la fa sotto per una cavolata simile.

Mi giro e mi trovo dinnanzi ad un ragazzo che mi stà guardando quasi come se no avesse visto un essere umano da parecchio tempo.

Potrebbe anche essere così visto la sua aria molto trasandata quasi a farlo sembrare uno di quei barboni che non hanno un tetto sopra la testa.

Capelli castano chiaro lunghi sino alle spalle, maglia verde molto sudicia, jeans blu chiaro strappati e macchiati in varie parti. Di certo non è un tipo che da molta sicurezza quando lo si incontra.

L'unica cosa che mi attira che mi fa mancare quasi il fiato sono quei due occhi scuri, con i quali continua a fissarmi, che sembrano voler catturare la mia anima. Tanto profondi che ci sarebbe il timore di potersi perdere nelle loro profondità.

-Allora ragazzino sei sordo o cosa!?!-

Bè ho scoperto solo una cosa in questi pochi attimi, che la cortesia non fa certo parte di questo ragazzo. Non che abbia molto di ragazzo, ha un fisico ben proporzionato e muscoli ben torniti che nonostante quegli abiti posso vedere in tutta la loro perfezione.

Smettila Yohei che cosa ti prende.

Dovresti pensare a come tornare a casa invece di perdere tempo con questo rozzo. Meglio non cercare guai.

-Allora?- insiste

Porta entrambe le mani sui fianchi e si avvicina a me.

Il suo passo è lento ed elegante decisamente in contrasto con tutto quello che raffigurava fino a pochi attimi prima.

Si ferma a pochi centimetri dal mio corpo e si protende leggermente in avanti fissandomi con un'aria curiosa.

Faccio un passo indietro, ma lui ne fa uno in avanti verso di me.

Ma si può sapere chi cavolo è questo esaurito?

-Non sei di queste parti, vero?-

Un tipo veramente strano, credo sia un po' pazzo perchè ora mi sorride pure. Bè credo di essere capitato in una dimensione parallela alla nostra e questa convinzione si fa forte in me non appena si gira e si allontana senza dirmi niente.

Sono sempre più convinto di essere passato in una zona dove tutti hanno dei problemi. Ad esempio quei cinque ragazzi nascosti dietro quell'angolo buio.

Non sono certo così idiota da non aver capito le loro intenzioni e di sicuro non sono benevole.

Non ho voglia di rogne e quindi mi allontano velocemente prima che possa succedere l'irreparabile.

-Hey tu- grida una voce alle mie spalle

Merda!!!

Mi hanno raggiunto.

Forse non è come penso io, ma non ho voglia di scoprirlo.

Non mi fermo e continuo sul mio passo.

All'improvviso una mano mi afferra e mi fa voltare mentre qualcosa affonda nel mio stomaco e provoca un urlo da parte mia.

E' tutto accaduto in un lampo che non mi sono reso conto di nulla e non ho potuto impedire nulla.

Mi rendo conto di essere stato gettato tra questi rifiuti mentre il il loro odore entra prepotentemente nelle mie narici. Sento un liquido percorrere il mio stomaco.

Porto una mano per controllare di cosa si tratti e mi rendo conto che è un liquido rosso.. il mio sangue.

-Bè pazienza..non potrò più parlare con Hana..forse è meglio così- dico questo mentre intorno e me si fa tutto nero.

Fine (forse)





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