NOTE: Questa ff è dedicata alla grande Nico. E un grazie particolare ad Aiko per i suoi consigli...


Amore o amicizia?

parte I

di Neko


La casa è vuota come lo sono io ora.

No capisco il perchè o forse lo sò ma non lo voglio ammettere nemmeno a me stesso.

Forse questo sentimento che mi attanaglia il cuore e il sapere di essere un vigliacco.

Una persona che non riesce ad ammettere nemmeno a se stesso quello che veramente prova nella realtà.

Pioggia.

Rivolgo lo sguardo alla finestra. Attraverso il vetro posso vedere il pianto degli dei.

Quelle piccole goccioline d'acqua che vengono chiamate banalmente pioggia.

Ma per me non è così, per me non è banale acqua.

E' qualcosa di più, di molto più profondo.

Qualcosa in cui forse credo solo io.

Ho sempre pensato che il tempo fosse in qualche modo legato allo stato d'animo di chi veglia su di noi. Quegli esseri superiori che io chiamo stupidamente dei. Non sò neppure io perchè li chiamo così quando tutti insistono negli angeli.

Angeli?

Sono per caso quegli esseri stupendi con delle enormi ali bianche?

Se davvero fossero quelli, bè io non ci credo.

Non ho mai creduto a cazzate del genere.

Per me è molto più appropriato pensare a degli esseri superiori che si divertono a torturarci, che ci usano come un loro passatempo. Che gestiscono al nostra vita e le nostre scelte.

La mia vita.

Con la mia in particolare si divertono come pazzi.

Manovrano amicizie ed amori a loro piacimento.

Proprio come è accaduto appena due giorni fa. Quando ho scoperto di non odiare quel ragazzo, che forse in un certo senso non sopportavo perchè il mio miglior amico faceva finta di odiarlo ma in fondo al cuore lo amava.

/Che bastardo quel volpino/

Questa era la frase che aveva cominciato a ripetere negli ultimi tempi. Non ne capivo il nesso che avesse in corrispondenza con i suoi bellissimi occhi che lo guardavano quasi adoranti. Credevo di essere diventato pazzo.

E invece no.

Invece tutto quello era solo la realtà. Una stupida e crudele verità che piano piano mi ha fatto capire un'altra verità. Forse ancora più crudele.

Amicizia.

L'amicizia tra di noi. Tra me ed Hanamichi si stà incrinando a poco a poco. Penso si sia reso conto che qualcosa tra di noi stà cambiando. Sono sicuro si sia accorto di come il mio sguardo, il mio atteggiamento sia mutato nei confronti di quello che lui chiama sempre "la dannata kitsune".

Eppure in questa stanza vuota e buia io finalmente mi sento libero.

La libertà è difficile da conquistare. Ma il silenzio che ora sento fa parte della mia libertà.

All'improvviso mi sveglio da tutti i miei pensieri solo e grazie allo stupido suonare del campanello. E nello stesso momento nella mia testa si aziona un blocco. Un qualcosa che mi fa capire che ancora una volta cadrò in quel baratro chiamato menzogna.

Eppure lo amo.

Lo amo e mi usa.

Mi usa e riusa ma io continuo ad amarlo.

Non mi alzo.

No no ancora tanto sò che non se ne andrà via, finchè anche questa notte non riuscirà a possedere il mio corpo.

Possessione.

Ecco quello che ci lega.

Io come il suo schiavo.

Lui come il mio padrone.

Ma lo amo, e non mi importa di essere usato e riusato almeno finchè avrò la possibilità di sentirlo dentro di me.

-Stò arrivando-

La voce che percorre la mia gola e chiede libertà dalle mie labbra è vuota. Priva della minima emozione anche se dentro, se in fondo a me mi sento eccitato pronto a passare un'altra notte violenta e bollente con il mio amante.

Ecco questa è la parola giusta per definire quello che sono io per lui.

Sono giusto l'amante che ricerca per una notte, quando non riesce a trovare di meglio.

E mi odio per questo, odio il me stesso debole e innamorato.

Cammino a piedi scalzi fino a che non mi trovo a due passi dalla porta.

Quella grande porta marrone.

Sò che aprendola mi si aprirà l'inferno, ma nello stesso tempo riuscirò a raggiungere il tanto cercato paradiso.

La mia mano stringe forte la maniglia.

Il mio cervello grida forte due parole.

Due piccole e misere parole tra cui comincia una lotta.

Aprire o non aprire.

Lasciarsi usare o cacciarlo via.

Ma ho bisogno di lui.

Ho bisogno di essere sbattuto in un letto e essere preso con violenza.

Tutto questo e solo questo riesce a farmi dimenticare il dolore che prova il mio cuore.

Mi decido e apro quella dannata porta.

E lui è lì.

Tutto bagnato, i vestiti che aderiscono alla sua pelle e un sorriso... maligno?

Forse si può identificare in questo modo.

E questo è tutto quello che noto prima che sbatta la porta. Si giri verso di me e mi sbatte in terra inchiodando sul pavimento il mio corpo con il suo.

Ed ancora una volta mi farà raggiungere la libertà.

Fine 1^ parte




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