L'amore non
è solo sesso
di Mab
“Argh!” sento urlare.
Mi volto e corro veloce nella direzione da cui suppongo provenga la voce.
Vengo subito imitato da Sandro che salta il muretto colonnato urlando il
nome di Madonna Leonora.
“Sandro! Sandro! Ferma
Falco, ti prego!” urla la Madonna della Ghirlanda piangendo e indicando i
due litiganti che stanno cadendo rovinosamente a terra. E realizzo. I
litiganti sono il principe Falco di Napoli e Cesare! E la peggio la sta
proprio avendo quest’ultimo che cerca di opporre resistenza alla ferrea
stretta sul proprio collo da parte di Falco.
“Smettila, Falco! Vuoi
uccidere il figlio del Papa proprio davanti ai suoi occhi?” urla ancora
Sandro stringendo il principe Napoletano per le spalle; e io faccio lo
stesso con Cesare Borgia: “Questo non è affatto degno di voi, Messer Cesare!
Volete perdere la vita per una sciocchezza del genere?!” Perché tanto lo so
che stanno litigando per Leonora; e io la considero una sciocchezza. Una
sciocchezza che mi ferisce… Cesare, accidenti! Tu devi guardare solo me!!
“Ricordati…” intima
Cesare “Sono io che ti ucciderò… E lo farò prima di quanto immagini!”
“La stessa cosa vale per
me!” sorride tra il fiatone Falco.
“Fatemi passare, per
favore!!” singhiozza Leonora correndo via. Falco le corre dietro, ma non vi
bado. Mi abbasso a raccogliere il cappello del figlio naturale del Papa.
“Cesare…” soffia il Papa.
“Padre!” lo interrompe
Cesare “Reprimerò ogni focolaio di rivolta e poi, finalmente, ucciderò il
principe Falco! Siete d’accordo?” chiede; e il Papa sorride acconsentendo.
Accompagno Cesare nella
sua camera e quando vi arriviamo il Duca Valentino si butta sul letto,
esausto. Io poso il suo basco sul tavolo e mi appresto ad uscire quando la
sua voce mi blocca: “Michelotto…” mi chiama piano.
Io mi volto: “Sì, Messer
Cesare?” domando.
“Cesare… Sono Cesare per
te, lo sai…” mi dice ancora puntandomi addosso i suoi magnetici occhi tra il
viola e il blu.
“No!” ringhio.
E sto per andarmene
quando avverto un fruscio di lenzuola e una mano che, saldamente, mi blocca
per il gomito: “Michelotto… Cos’hai? Ti ho fatto qualcosa?” chiede.
“Sì!” sbraito liberando
il braccio dalla sua stretta.
“Cosa?” chiede lui
prendendomi il viso tra le mani cercando di darmi un bacio. Io sposto il
viso di lato e dico: “Sei andato a letto con Leonora, mi hai tradito, ancora
una volta…”
“E’ vero…” ammette
sospirando “Ho fatto sesso con Leonora, ma non ho fatto l’amore… Quello lo
faccio solo con te…”
“Non cambia niente!
Rimane il fatto che mi tradisci di continuo! Io nemmeno una volta mi sono
permesso di farlo, perché ti amo… Ma sono stufo… Stufo di essere trattato
come una pezza da piedi da te…!”
“Ma non ci vediamo mai!
Io ho il bisogno fisico di sentire un corpo…” non lo lascio finire: “Non
dirlo! Credi che per me non sia lo stesso? Non dare colpa al tuo fisico!! Se
mi amassi riusciresti a resistere! Ma già, è vero! Tu non ami nessuno! Solo
te stesso!” sbraito. Lui mi stringe ancora di più: “Non ti permettere!!” mi
urla “Non provare a dire che penso solo a me stesso!”
“Ah, no? Eh? E uno che
pensa solo a conquistare e soddisfare i suoi piaceri personali senza
preoccuparsi di ferire gli altri, non è una persona che pensa solo a se
stessa??” urlo furibondo.
“Conquisto per ampliare
il potere di mio padre!”
“Sbagliato!! Tu ampli
SOLO la tua fama di tiranno!!” dico, e sa che ho ragione. Come posso credere
alle sue parole? Non mi ha mai nemmeno detto ti voglio bene! Vedo il suo
viso contrarsi in una smorfia di rabbia: “Non ti permettere!” urla furioso.
Mi prende per un braccio e mi sbatte sul letto con una violenza inaudita.
Comincia a spogliarmi mentre il mio cappello cade a terra lasciando liberi i
miei capelli ricci e contemporaneamente mi picchia. Gemo di dolore al suo
ennesimo schiaffo: “Ahi… Smettila… Ti prego… Mi fai male…”. Lui non
risponde, anzi, aumenta l’intensità dei suoi colpi. Ora è dentro di me e
spinge con violenza facendomi urlare. Mi scappa anche una lacrima dal
dolore… “Ti prego, smettila… Non ce la faccio più… Mi fai male… Ti prego…”
lo imploro.
“Stai zitto!!” mi urla in
risposta. Quando la sua violenza finisce io continuo a piangere mentre lui
esce da me e mi fissa negli occhi: “Vuoi lasciarmi?” mi chiede. Il suo tono
di voce e i suoi occhi sono tornati quelli di sempre.
“Dopo questo… Tu… Cosa
suggerisci, eh, Cesare?” chiedo tra un singhiozzo e un altro con voce il più
possibile sarcastica. Non riesco a calmarmi anche se vorrei “Mi hai fatto
male, non solo nel corpo… Soprattutto al cuore…” commento ancora. Lui rimane
in silenzio. Io mestamente mi alzo e mi rivesto. Noto i lividi sull’addome e
sulle braccia.. Mi infilo la camicia e chiudo il laccio posto in alto.
Prendo i pantaloni da terra. Sto per infilarli ma due braccia robuste e
abbronzate mi stringono alla vita.
“Perdonami…” sussurra
piano al mio orecchio “Non volevo farti male, Michelotto… Quando ho capito
che volevi lasciarmi sono impazzito di dolore… Non voglio che tu mi lasci…
Ti amo… Ti prego… Non sono bravo a esprimere i miei sentimenti e tutte le
volte che ti ho tradito è stato per fuggire a questo amore… Ti amo…
Scusami…” mischia tutte le parole. Lì per lì non capisco interamente quello
che mi dice ma poi capisco le sue parole e io, ancora una volta, piango.
Odio farlo ma non ce la faccio a non piangere: “Stai dicendo sul serio…?”
chiedo voltandomi verso di lui.
“Ti amo…” mormora piano.
“Anche io…” ammetto a
malincuore. Lui mi bacia piano sul collo, lì dove ci sono i lividi causati
da lui stesso.
“Questi graffi, come ho
potuto farteli…?” sussurra piano sfiorando la sua guancia con la mia. Mi
trascina ancora una volta sul letto e stavolta mi bacia con dolcezza… E
finalmente avverto anche l’amore.
Facciamo ancora una volta
l’amore ma stavolta senza violenza.
Riposiamo insieme,
abbracciati…
Non sono mai stato meglio
in vita mia…
“Stai bene?” mi chiede
preoccupato guardando il mio corpo coperto di lividi e graffi.
“Sì, ora sì…” sussurro
appoggiando il viso sull’incavo del suo collo. Lui mi stringe ancora di più
e io, anche se non vorrei, gemo di dolore alla sua stretta possessiva: “Bè…
Tanto bene non stai…” ride lui anche se preoccupato. Anche io rido e chiudo
gli occhi. Poco dopo ci addormentiamo; e finalmente lo facciamo felici.
**FINE**
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