Salve.  Vi presento la mia nuova storia! Ci sto mettendo così tanto impegno nel crearla, mi farebbe molto piacere che la commentaste. Please  Il piccolo pezzo introduttivo, quello che sta scritto prima del prologo non è mio e si chiama "lettera di un vampiro". Ringrazio chi l'ha scritta. Godetevi la storia!
 


 


 

 

Amore Immortale

 

prologo

 

di Vikysweetgirl

 


 

Ho ceduto il mio cuore all’oscurità,

il mio sguardo alla notte,

il mio respiro all’eternità,

vivo come un’ombra…tra le ombre…

ogni tramonto rinasco, per ogni alba che sorge

temo la morte,

vivo perché condannato a vivere…

amo perché condannato a soffrire…e tu lenta ti avvicini

a me…sappi che del mio cuor…

mai sentirai il battito, del mio corpo mai il calore…

il mondo è la mia casa, là nel buio si cela il mio segreto,

la mia maledizione…il mio pianto…

gli occhi di un cane rabbioso abbandonato dal suo dio

e…rifugiatosi nelle tenebre…

l’amore mi è concesso solo per poco, il tempo di un bacio,

il tempo di un morso,

esisto aldilà del tempo, nel raggelante respiro della morte

vago nelle tenebre della notte, rimembrando la luce…

di una perduta umanità

e tu che lenta ti avvicini a me…sappi che…

del mio cuor mai sentirai il battito,

del mio corpo mai il calore,

del mio amor mai la vita…se non in un bacio,

se non nell’istante di un morso…”

 

 

 

 

 

 

La pioggia rada ma costante non accennava a smettere.

Però il rumore delle gocce sull’asfalto era il sottofondo ideale per la sua anima inquieta.

La testa china, le spalle erette, il passo lento ma deciso.

 

Era la sete a muoverlo.

 

Lui, automa nelle mani di un istinto troppo grande e troppo intenso a cui potersi opporre; lui, i sensi acuti e attenti ad ogni cosa intorno a lui;

 

Lui, il vampiro.

 

Si fermò improvvisamente, la sua attenzione catturata dalle grida di qualcuno.

Si diresse verso quella direzione, talmente veloce da sembrare che le sue gambe non si muovessero. Ci volle un istante affinché arrivasse nel luogo desiderato. La scena era quanto mai sconvolgente. Un ragazzo era in balia di quattro uomini dall’aria poco amichevole. Due di loro non potevano avere più di vent’anni, gli altri erano uomini fatti. A turno, stavano picchiando il giovane, che cadeva ad ogni colpo; era evidente che lo stavano menando già da un po’. I quattro uomini ridevano sguaiatamente, uno, apparentemente il più grande, si fece avanti con le mani sui fianchi, mentre gli altri ancora malmenavano il giovane:

_Tenetelo fermo ora. Voglio proprio divertirmi con questo qua.

Gli altri risero malvagiamente e andarono a bloccare il ragazzo, tenendogli fermi mani e piedi; il giovane si dimenava urlando insulti senza ottenere alcun effetto, se non quello di eccitare ancora di più gli aggressori. Quello che aveva parlato si posizionò dietro la vittima e iniziò a slacciarsi velocemente i jeans. Gli urli del ragazzo divennero ringhi incontrollati, sapeva già cosa gli stava per succedere. L’aggressore iniziò a strappare violentemente i pantaloni dell’altro, senza cerimonie.

 

Lo stava per violentare…

 

…ma ci volle un istante.

 

Gli aggressori finirono scaraventati a terra come per magia e quello coi pantaloni abbassati venne stretto in una morsa ferrea, senza che potesse neanche rendersene conto; il suo collo fu penetrato da denti affilati, il suo sangue succhiato via da una bocca assetata.

 

L’aggressore non c’era più.

 

I suoi compagni erano fuggiti via ancor prima che quell’operazione paurosa venisse messa in atto.

 

La creatura si ferì un dito con una delle sue unghie affilate e dure come marmo e lasciò cadere due gocce di sangue sulle ferite sul collo dell’uomo.

I piccoli buchi si richiusero istantaneamente.


Bene, per la gente comune quell’uomo era morto per arresto cardiaco; il suo cuore era infatti esploso.

 

La creatura nera si alzò da terra, si portò alle labbra il dito che si era ferito da solo e leccò via una goccia di sangue scuro. Un attimo dopo la ferita non esisteva più.

L’essere si voltò; pioveva ancora.

Il ragazzo, vittima di tanti soprusi, giaceva a terra, sotto la pioggia che non cessava di cadere, immerso in una bassa pozzanghera di acqua piovana.

Il suo salvatore si spostò per poterlo osservare meglio: il giovane non poteva avere più di diciotto anni, sotto i vestiti laceri e sporchi, il suo fisico era magro e ossuto, ma con degli evidenti muscoli sulle braccia e sulle cosce; aveva i capelli rossi e nere sopracciglia aggrottate sopra gli occhi chiusi.
Era forse svenuto?

Nonostante la sua pelle sovrannaturale, fredda e resistente, anche lui poteva avvertire il gelo di quella piovosa giornata d’autunno. Si abbassò sicuro per prendere fra le braccia il ragazzo; non poteva abbandonarlo a se stesso.

No, non un ragazzo così giovane, non un ragazzo così…leggero. Se lo strinse al petto e lo avvolse con il suo mantello che, a dispetto dei suoi abiti fradici, all’interno era rimasto asciutto. Il ragazzo tremò e involontariamente si strinse di più all’oscuro uomo che stringendolo ancora più forte, spiccò un balzo che lo nascose alla vista, scomparendo fra le nuvole, dirigendosi alla velocità della luce, presso la sua dimora…