DISCLAIMERS:  I personaggi sono disgraziatamente del grande Asada, ma in segreto sono anche I miei amanti! Contando che in effetti io sono Akane…(scherzo!)

NOTE:  POV di Akane. Non chiedetemi come mai questo cap è venuto con tutti questi spazi che non lo so! Qua siamo alla fine del numero 7 italiano e all’8 Buona lettura. Baci Akane

 


A moon appeared in the nightsky

capitolo XI - Noi siamo amici

di Akane


/L'inizio delle cose/

 

La riabilitazione è iniziata e ci sono diversi progressi...ma anche passi lenti. Non ne posso già più. Sono stufo.

 

E come se non bastasse mi hanno costretto ad andare a scuola. Siccome è qua attaccata, di mattina ci vado così cammino un po' con le stampelle, di pomeriggio faccio i soliti esercizi.

 

Oggi è il primo giorno e non ho assolutamente voglia di andare in una scuola diversa dalla Kouzu.

 

Ho fatto molti capricci con mia madre e il primario, ma poi mi hanno costretto. Del resto devo finire la scuola...ho ancora due anni prima di terminare le superiori.

 

Tanto comunque non rimarrò qui a lungo! Sono certo che farò pochi mesi in questo posto del cavolo!

 

Vengo accompagnato da un assistente e come al solito ho la zecca rossa che scassa. Anche lui inizierà con me! Basta che non capitiamo nella stessa classe. A guardarla così, la gente che c'è qua è di gran lunga peggiore di dove stavo prima...cavolo, hanno delle facce! E poi vengono a dire a me che intimorisco e cose simili! Diavolo, che si guardino un po' le persone di questo postaccio!

 

Scortati da un assistente ci dirigiamo in presidenza e guardo malamente tutti quelli che incrociamo. Si sentono già i pettegolezzi per dietro. Porco cane, qua sbrocco di sicuro!

 

A questo punto mi rifugerei in un campo da basket o sul terrazzo della scuola per evitare di fare a botte o litigare già da subito, ma non posso dannazione!

 

Corrugo le sopracciglia in una chiara espressione seccata e sbuffo rumorosamente alle domande del preside.

 

Il solito pelatone vecchio e sordo!

 

Con somma mia disgrazia, alla fine, vengo a sapere che, manco a dirlo, siamo nella stessa classe, io e il rosso.

 

È la mia maledizione!

 

Ovvio, no?

 

Dovevano pur punirmi per tutti i guai che ho combinato!

 

Che palle, non voglio!

 

È una stranissima sensazione. Il primo giorno di scuola. L'anno scorso è stato diverso. Ero scocciato ed ero nella mia crisi di ribellione. Sono cambiate tante cose dalle medie. Quando ho rivisto Hitonari nella mia scuola mi sono detto che o lui lo faceva apposta oppure il destino mi prendeva per il culo. Probabile la seconda! Ho ripreso a giocare a basket e lentamente la mia vita è cambiata radicalmente. Sono successe molte cose. Tantissime. E le persone che ho conosciuto mi hanno dato molto.

 

Questa volta...la sensazione di essere solo è concreta e non ci posso fare nulla.

 

Fare qualcosa perché si deve e non perché ti piace. È insopportabile. Proprio io. Lontano dai miei amici. Da lui. Oggi e nemmeno domani e dopo domani non incontrerò Hitonari con la solita espressione da morto. Io non gli dirò se ha mangiato qualcosa di sostanzioso e non lo prenderò in giro come sempre.

 

È brutto così. Non mi diverto.

 

Con lo sguardo selvatico finisco per allontanare tutti.

 

Faccio la mia entrata trionfale in aula e tutti ci guardano, me e il rosso con le stampelle...che palle...appena cammino vedranno!!!

 

L'inizio delle cose normalmente mi eccitano, ma ora mi smona. Non ne posso più.

 

Hitonari, dove sei?

 

Vorrei solo che tu fossi qui, e non credo di chiedere troppo.

 

Un nuovo fottutissimo inizio in mezzo a facce del cavolo sconosciute. Cosa ho fatto? Giocavo solo a basket, prendevo a pugni ci mi rompeva e mi ficcavo nei guai degli altri. Nulla di che.

 

Però ora mi trovo qua da solo a dormire in classe mentre questo deficiente accanto a me parla in continuazione.

 

Voglio tornare al Kouzu, dai miei compagni, la mia squadra. Perfino le urla di quell'eccentrica pazza di Minefuji mi mancano ora.

 

Quante ce ne ha fatte passare anche lei.

 

Credo che siamo diventati una vera squadra per merito suo, direttamente o no. Quella volta.

 

Quando ha avuto l'incidente abbiamo avuto tutti la sensazione che la colonna crollasse e che tutto andasse a puttane.

 

Sono stati momenti che definirei solo come brutti.

 

Poi è stato ironico. Quando sono entrato da Yamazaki per invitarlo al barbecue ho sentito quel gruppetto di ragazzi che si vantava di aver tagliato il tubo dei freni a qualcuno. E la cosa mi ha fatto girare già un po' le scatole, per il loro modo di fare e di porsi...ma poi è andato ancora in crescendo la cosa. Vedere la Minefuji in quello stato. Non era grave, una piccola parte di me se lo ripeteva. Non era per l'incidente in se, ma perché avevo visto i tubi dei freni tagliati. Se non fosse stata quella la causa me ne sarei fatto una ragione e avrei atteso impaziente di sapere il suo stato.

 

Ma no, avevo visto che i freni erano stati tagliati e lei si era fatta male per quello. Per il gesto di 3 deficenti! Sono andato in bestia letteralmente. Che storia era quella. Subito, veloce, il controllo è sgusciato da me. Non ricordo esattamente quei momenti in cui ero fuori, non ci vedevo più. Sono andato ad istinto. Sono arrivato al Red Barns e devo aver gridato dove fossero.

 

Dio, ancora ora non lo so, è stato tutto un incubo, un flash scuro l'attimo in cui ho visto l'allenatrice così e l'attimo dopo in cui sono andato da Yamazaki.

 

Lì poi mi sono svegliato.

 

Ho tornato a vedere e il capitano mi ha fatto ragionare, ha cominciato a parlarmi su dove potessero riunirsi quelli là.

 

Mi ha accompagnato un po' per l'allenatrice e un po', penso, perché mi aveva visto non in me.

 

Sono stati momenti neri.

 

La mia ira ha raggiunto un apice incredibile quella sera.

 

È così che la nostra squadra ha iniziato a formarsi, a legarsi veramente e profondamente. Proprio così.

 

Anche se come inizio è stato burrascoso.

 

 

/inconcepibile/

 

C'è stato poi un breve attimo di lucidità prima di riperdere il controllo. Li stavamo cercando io e Ymzaki, poi li ho intravisti nella folla in un angolo in fondo alla strada folleggiata.

 

Lo definirei assurdo e pazzesco. Anche quel lasso di tempo mi ha visto immerso nella velocità. Sono sgusciato in mezzo alle persone scansandole e spingendole anche...per poi attraversare la strada senza nemmeno guardare. Ricordo solo che correvo veloce con in testa una sola cosa. Fargliela pagare.

 

Far capire a quei coglioni che non si gioca così con la vita delle persone.

 

Ero infuriato.

 

Per me era un comportamento inconcepibile. Anche io cercavo di ammazzare il tempo, ma non gli altri. Non potevano toccarmi lei e il principio di base era intoccabile.

 

Forse sono quasi caduto nel tragitto, mi è parso un lampo. Vedevo solo loro, che giocavano alla sala giochi. Le loro figure si avvicinavano e non mi hanno visto nemmeno. Sono arrivato e ho scaricato gran parte della mia rabbia su quel viso da morto che si trovava quello!

 

Era stato lui a vantarsi di aver tagliato il tubo dei freni, ad esserne contento. Porco cane che fastidio. Volevo cancellarlo senza dare spiegazioni.

 

Non mi interessava nulla, per un momento volevo solo pestarlo a sangue.

 

Infatti non mi fermavo dal colpirlo, coi pugni, coi calci....ero un altro.

 

Sentivo l'esplosione dentro di me e in testa avevo solo una cosa: cancellarli e dar loro una lezione in modo che non facessero più quelle stronzate! Mai più.

 

Avrei voluto che provassero lontanamente quello che avevano portato a noi.

 

Il dolore fisico non è nulla....ma solo un altro po' e si poteva rovinare ogni cosa definitivamente.

 

Non sapevo come stava Minefuji e per quel che avevo visto poteva star per morire.

 

E loro se la ridevano.

 

Non poteva essere.

 

Inconcepibile.

 

Poi ho gridato qualcosa ancora in preda alla furia. Ciò che in quel momento mi ha portato alla realtà è stata la lama fredda e affilata che si conficcava nella carne del mio braccio. Lacerazione. Non mi fece male. Ero ancora con il sangue che mi ribolliva.

 

Vidi il viso di Testa di Sushi, sorrideva freddo, aveva occhi taglienti.

 

I dettagli del suo viso si impressero nella mia mente indelebili.

 

Mi aveva ferito al braccio con un coltello, ma me ne sono subito scordato.

 

Ero tornato cosciente e osservai i volti di quei bastardi per la prima volta, col crescente desiderio di squartare anche quello stronzo che mi aveva fatto male!

 

Non seppi il suo nome, o se lo seppi non lo ricordo. Per me era solo una stupida testa di sushi! E poi che razza di pettinatura era quella? Quante arie si davano.

 

Tutto di lui mi irritava. Non mi piaceva. Ancor più insopportabile di Harada all'inizio.

 

Mi colpirono, non so, ricordo solo che ho pestato ancora quei tipi del cavolo...sono attimi lontani tutto sommato. Anche Yamazaki, nonostante cercasse di frenarmi, ci diede giù pesante.

 

Eppure per quanto andassi avanti a pestarli non mi risollevavo, avevo quel peso addosso. Dovevano capire quello che avevano fatto, erano solo bambini viziati qualunque!

 

Non potevano continuare la loro vita come niente fosse.

 

Ero sempre più seccato e la rabbia non scemava, volevo molte cose e quelli non capivano nulla, avevano il potere di peggiorare il mio stato d'animo.

 

Solo una cosa mi calmò veramente.

 

Come se mi spompassi improvvisamente.

 

Sentii la voce di Hitonari e lo vidi.

 

Era arrivato anche lui.

 

Non mi sentii diverso e sollevato perché con lui sicuramente li avremmo fatti annegare nel mare del Kouzu, ma perché quel senso di insoddisfazione e rabbia che mi faceva perdere la testa ogni cinque minuti, con lui scemò.

 

Era solo la sua presenza, nulla di simbolico o matematicamente a nostro favore.

 

Solo che lui, già da allora, aveva un forte potere su di me.

 

 

/solo una banda di stupidi/

 

Ok, ammetto di non essere reattivo, ma quella volta hanno parlato veramente molto. Non pensavo ce ne fosse così tanto bisogno anche allora. Cioè...dovevamo solo ammazzarli, no? Che altro c'era da capire?

 

Non sapevo esattamente il punto della situazione, Hitonari e Testa di sushi parlavano e quest'ultimo fu molto ma molto antipatico...tanto che anche il biondino stava per prenderlo a pugni confermando la mia tesi: su certe persone valgono solo le cattive!

 

Aveva preso in giro la Minefuji, il legame che Hitonari ha con lei è ed era molto forte visto che si conoscevano da prima.

 

Però quando il macellaio voleva riservare lo stesso trattamento che aveva riservato a me, lì vidi qualcuno colpirlo e farlo cadere. Solo dopo quello notammo la presenza di Kondo, il professore e compagno dell'allenatrice.

 

E lì sentii le parole, finalmente ascoltai qualcosa: la Minefuji stava bene.

 

Certo poi si arrabbiò molto anche il lui, pensai proprio che era sbalorditivo.

 

Mancavano pochi e poi la nostra banda sarebbe stata al completo.

 

Era carino, tutto sommato.

 

Eravamo noi insieme che tenevamo testa ad un gruppo di svitati.

 

Poi è meglio non indagare su chi fosse più svitato.

 

E parlarono ancora, mi stufai di tutti quei giri per arrivare ad un punto che non capivo.

 

Realizzai che mi stava sminuendo, l'antipatico, così mi feci notare, mi ero sentito messo in disparte, di fatto ero io il protagonista, no?

 

Sentivo il sangue uscire dalla ferita e lo ignorai tranquillo, feci la mia scenetta sicuro di me e lo provocai. Volevo che capisse chi comandava e soprattutto avevo voglia circa di insultarlo. Soprattutto lui che non c'entrava con la storia dei freni!

 

Ebbi tuttavia l'impressione che da lì in poi il protagonista diventasse il prof Kondo e quella Testa di sushi.

 

Capii però, captando un po' qua e là, che quel deficiente macellaio aveva qualche problema coi rapporti profondi e sinceri. Credo che lui non concepisse sentimenti come l'amicizia e questo gli dava quel carattere di merda che aveva. Era solo pieno di rabbia, forse era solo stato tradito, che ne so...gli chiarii le idee spiegandogli che per scaricare le cattive intenzioni, specie quella di ammazzare gli altri, bastava che se ne tornasse a casa a scrivere sul diario!

 

Insomma, qualcosa che non aveva senso, ma per me l'aveva eccome. Era per dire che c'erano molti modi di mostrare la rabbia, di sfogarsi...senza far male agli altri.

 

Di fatto non so perché dicevo quelle cose a lui che non aveva fatto nulla al motorino, ma era lui il centro, la colpa, in un certo senso. Era lui quello che aveva bisogno di essere pestato per bene! E poi quell'altro idiota l'avevo già conciato per le feste!

 

Quando dissi ciò, infatti, fece per colpirmi infastidito dalla mia insinuazione; probabilmente perché era vero, no?

 

Intervenne Hitonari, che con la sua voce calma e piatta fu come se lo pugnalasse, in un certo senso. Lui lo sentì. Era come calato il silenzio nel caos e nell'agitazione generale.

 

Gli chiese solo se era sicuro poiché noi eravamo ancora tutti uniti invece loro...bè, di loro ormai era rimasto solo lui!

 

E le parole laconiche di Yamazaki misero la parola fine alla faccenda, con mia grande scocciatura, in fin dei conti...avevo fatto poco!

 

' noi siamo amici'.

 

Ed era questo il punto, poi.

 

Loro cos'erano? Un branco di idioti che si odiavano a vicenda. Non ci voleva un genio per capire quale fosse il problema...e noi...bè....noi eravamo stupidi quanto loro ad infilarci in ogni guaio, ma lo facevamo perché sapevamo di avere l'appoggio degli altri. Perché eravamo amici. E anche se fossimo stati solo in due, avremmo avuto successo, purchè il sentimento che ci legava fosse profondo e vero.

 

Amici che se la prendono a cuore per altri amici, non c'era che dire...proprio un bel quadretto. Ma era solo il poter contare su qualcuno che ci sarebbe sempre stato senza secondi fini, a far avverare situazioni come quelle.

 

Certe cose le si capiscono solo se si incontrano le persone giuste, non è mai troppo tardi!

 

Lo vidi poi andare via. Ok dargli la lezione orale, ma anche quella a fatti insomma....Testa di Sushi se ne andava e nessuno faceva niente per fermarlo. Io volevo ancora massacrarlo di botte!

 

Gridai che non poteva andarsene, ma non mi ascoltò...e poi...beh...cazzo, che è successo?

 

Ah si....fu tutto buio, le gambe mi cedettero da sole e l'antipatica sensazione di non riuscire a camminare da solo...ero senza forze e il braccio ferito non lo sentivo nemmeno più.

 

Gli franai addosso.

 

A Hitonari intendo, che era dietro di me.

 

Lui mi sollevò, nella semi incoscienza ricordo che era preoccupato.

 

Sorrido al ricordo. La prima volta che sentii la sua voce incrinarsi...ed era merito mio. Ora ne vado fiero, quella volta avevo solo una cosa in testa.

 

Volevo prendere a pugni quello stronzo!

 

Però non riuscii a fare proprio nulla.

 

Ricordo l'asfalto che si infrangeva con la mia faccia...quel dannato mi aveva mollato intenzionalmente!

 

Tanto poi però mi portò in spalla lui, mi svegliai quando eravamo in ospedale, circondato da un mare di facce preoccupate!

 

E lui mi stava adagiando sul lettino dove l'infermiera si sarebbe occupata del sottoscritto.

 

Rimase con me anche mentre mi applicarono i punti. Non ci eravamo parlati, nemmeno guardati. Lui era rimasto semplicemente lì mentre gli altri a parte Sumire, erano andati dalla Minefuji.

 

Mi fece piacere avere la sua presenza lì, silenzioso come sempre.

 

Era l'unico che aveva il potere di tranquillizzarmi. È sempre stato così.

 

Non c'è proprio niente da fare...quello è stato l'inizio ufficiale della formazione di questo branco di idioti!!!!

 

 

/e ancora basket!/

 

La campanella suona la fine delle lezioni ed io mi sveglio dal torpore. Ho ricordato tutta quella vicenda...mi ha aiutato a non spaccare la faccia a questi imbecilli!

 

Li detesto già, sarà difficile non venir sospesi questa volta...e non c'è nemmeno Sumire o Hitonari che mi frenano!

 

Anzi...ho la benzina qua accanto!

 

Ma sarà divertente dare delle lezioni anche a questi palloni gonfiati!

 

Io e la scimmia rossa ci dirigiamo con le stampelle, gareggiando, giù in cortile e in attesa dell'arrivo dell'auto che ci riporterà all'istituto, ci perdiamo nei meandri di questo esterno.

 

Non è nulla di speciale.

 

- ehi, guarda...dev'essere la palestra!-

 

Mi fa la zecca. Io gli ringhio contro di non parlarmi, ma guardo lo stesso.

 

E senza dire mezza parola, ci spintoniamo per arrivare fino all'edificio.

 

Apriamo le porte con un gran baccano e tutti ci guardano, cadiamo a terra e lì ci rimaniamo, stanchi morti per le corse con questi bastoni del cavolo.

 

Si, come pensavamo, sono le squadre di basket maschile e femminile.

 

Ci guardano male e poi ridacchiano.

 

- che cazzo c'è?-

 

Sbottiamo insieme io e la scimmia. Poi ci fissiamo e ci mostriamo la lingua per poi guardare gli allenamenti.

 

La squadra femminile è molto distinta e gioca piuttosto bene, al contrario di quella maschile che è lì tanto di bellezza...quella fa...

 

-...ma fa pena!!!!-

 

Sbottiamo ancora insieme noi due.

 

Sbuffo. È asfissiante avere la copia appiccicata. Solo che io sono meglio!

 

Però ci facciamo seri man mano che li vediamo giocare.

 

Era ovvio che li beccassimo noi. Ovunque c'è basket ci sono io.

 

Stringo i manici delle stampelle seccato. È pesante anche questo...cioè...guardare tipi che giocano a basket...seppure male.

 

Pesante, si...fisso intensamente la palla di cuoio che entra nel canestro. Vorrei solo poter camminare e saltare, riprendere tutto...ce l'ho davanti, con o senza compagni, ma non posso ancora fare nulla.

 

È troppo, va oltre le mie possibilità, ora...una cosa insopportabile.

 

Maledizione...come vorrei non essere mai saltato da quel ponte...eppure...lo rifarei, cioè tornerei indietro a prendere le scarpe di Hitonari. Non avrei mai voluto perdere.

 

Mai.

 

Ed ora...non credo di avere rimpianti se non quello di essermi rotto la gamba.

 

Siamo appena all'inizio e già non ne posso più.

 

Però noto che anche la scimmia è nelle mie stesse condizioni....probabilmente anche lui giocava. Di sicuro. Mi pare che me l'abbia detto ma non lo ascolto mai.

 

- eccovi, ero sicuro di trovarvi qui!-

 

La voce dell'assistente ci interrompe portandoci alla realtà.

 

Ce ne andiamo, ma il nostro ritorno al basket è solo rimandato!

 

Gliela faremo vedere al nostro demone celeste!

 

FINE CAPITOLO XI