GENERE: Songfic più o meno^^;; (ehehe ... andatevi a scaricare questa
canzone *__* poi, sotto, vi metto il testo^^)
DEDICHE: a Su(k), o meglio Aga^^, per il suo compleanno^*^ Tanti tanti
auguri tresor^*^ Spero che questa ficci piccina piccina possa piacerti^^
E' molto semplice, più che altro una serie di pensieri ... che vuoi farci,
non riesco proprio a fare una lemon^^;;;; Che disastro che sono^^; Spero
almeno di rendere l'idea ... la canzone è meravigliosa ... e non ho potuto
non buttare giù qualcosa^^
NOTE: da leggere con, in sottofondo, la canzone^^
SPOILER: sì ... in effetti ci sono ... -> 13esimo episodio dell'anime ...
non mi ricordo che numero del manga -.-
DISCLAIMER: nulla e nessuno qui è mio (;___;) tutto è proprietà della
sadica Matsushita-sensei. La canzone è di chi l'ha scritta ovviamente
(;PP), anche se un pò di copyright va pure alla signorina Emily Dickinson
che ha dato ispirazione, con una sua splendida poesia [I held a jewel in
my fingers], a questa canzone^^
Amethyst Remembrance
di
Sakura
Svegliato non da un raggio di sole, nè dal
fruscio di foglie.
Un lento risveglio tra le tue braccia, circondato dal profumo di
cioccolato che si espande dalla tua pelle, come se fosse parte di te. Mi
muovo piano, temendo di poterti svegliare, temendo di poter rompere
quest'arcano incantesimo, che sembra essere calato su di te, a proteggerti
da ciò che più temi... Affondo la testa nel cuscino e poso il mio sguardo
su quel viso pallido che ho più volte baciato, accarezzato, come se fosse
il viso di una bambola di porcellana.
A volte sembri così fragile ... a volte così determinato e incrollabile
... chissà se sei davvero una semplice bambola ... oppure il fusto di un
salice che si piega al vento, senza mai dargli modo di spezzarsi ...
Mi confonde questa tua fragilità ... ma più mi spaventa quella forza, quel
qualcosa che non riuscirò mai ad avere ... quella forza che ti è data
dall'amore che ricevesti e donasti quando eri ancora un semplice essere
umano.
Eppure quella tua espressione così turbata e innocente, sulle tue labbra,
mi dona un'immensa tenerezza, che, così spesso, anima il desiderio che
nutro da sempre.
Non è più il semplice divenire forte e inattaccabile, non è più
l'ingannevole sogno di poterti raggiungere e superare ... rideresti se ti
dicessi che è solo il desiderio di proteggerti?
Forse ... sì, sorrideresti con quegli occhi di ametista, chiamandomi
ancora una volta ragazzino, scompigliandomi i capelli e diresti: 'solo io
posso proteggerti, io e nessun altro ...'. Mi arrabbierei, come sempre io
mi arrabbio. Ma tanto, so qual'è la verità.
Te lo dissi io, quel giorno, ed ora non saresti qui se non l'avessi fatto,
se non te l'avessi chiesto ... disperatamente, con il cuore e con l'anima.
Ti abbracciai e lo gridai, oltre le fiamme che divampavano, oltre al
rumore delle mura che crollavano, il fragore di quel mondo che sembrava
essere sul punto di finire, per sempre ... sembravano le fiamme
dell'inferno, e tu lì, a chiamare, ad abbracciare una morte definitiva.
Ma non c'era un sorriso determinato su quelle labbra, solo lacrime ...
lacrime che si mischiavano al carminio delle fiamme ... oppure quelle che
vidi erano lacrime di sangue?
Non ricordo ...
So solo che piansi mentre gridavo, piansi nuovamente nel tuo abbraccio ...
sei l'unico che mi abbia mai visto versare lacrime, nemmeno il mio
carnefice riuscì mai ad estorcermi una sola lacrima.
Solo per te ho pianto ... per te ho sorriso per la prima volta, per te ho
provato paura e infine sollievo ... a te mi sono avvicinato, permettendo
alle tue emozioni, ai tuoi pensieri di fluire in me.
Avevo paura.
Di rimanere da solo, un'altra volta.
Di essere odiato, ancora.
Eppure, piano piano, sei entrato dentro di me ... senza un solo tocco ...
ma parole, sguardi, sorrisi ... mille sorrisi che sul tuo viso sembrano
perfetti. Come delle ninfee che fluttuano sull'acqua ... Quei sorrisi,
quando li guardo ... penso che è anche per loro che ho rischiato la mia
vita.
Sai cosa significa perdere il tuo sorriso, per me, che non ne ho mai
ricevuto alcuno, nemmeno per errore?
Perdere l'unica cosa che ti spinge ad alzarti la mattina ... l'unica cosa
che riesce ancora a scaldare un cuore freddo come il mio ... l'unica cosa
che è riuscita a farmi credere che, in fondo, ci sia ancora del buono in
coloro che mi circondano...
Io ti ho chiesto di rimanere ... di restare, continuare ad esistere solo
per me. Lo so, anche se non lo dici mai ... so che ti ricordi di quelle
mie parole.
Fu la prima volta che mi abbandonai completamente ai miei sentimenti,
abbracciandoti con forza e rabbia, gridando che senza di te nulla avrebbe
più avuto senso.
Che solo tu mi davi la forza di andare avanti ... che tutto quello che
facevo, ora, era solo perchè c'eri tu.
Nient'altro al mondo.
Sono stato un egoista? Sì, so bene di esserlo.
Eppure sei rimasto.
Mi hai abbracciato, mi hai stretto forte a te, confortandomi e cercando
conforto ... non mi hai mai detto nulla, ma, in quel momento, ho sentito
chiaramente la tua risposta, dentro di me.
Sei rimasto, non sei scomparso tra le ceneri della fenice.
Eravamo soli, circondati dalle fiamme, ma non sono riuscite a portarci
via, l'uno dall'altro.
Se il Dio del Fuoco non avesse placato le proprie ali, mi sarei ribellato
anche a lui ... lui che non ha mai fatto altro che eseguire i tuoi
comandi, quel giorno riuscì ad essere talmente ligio nei suoi doveri da
condannarti ad una morte quasi inevitabile.
Stavi per morire ... dio, il solo pensarlo, ogni volta, mi paralizza
completamente, riuscendo a strapparmi delle lacrime ... anche ora. Stringo
gli occhi con forza: non voglio che al tuo risveglio mi veda in questo
stato. Ti preoccuperesti troppo, come sempre, e finiresti col perdere
quella luce che illumina i tuoi occhi ... non voglio vederti triste, non
voglio che l'ombra cali su di te ...
Il mio più grande desiderio è vederti felice ... e io sarò felice per te.
Riapro gli occhi, per tornare a guardarti: fai una smorfia di disappunto,
nel sonno - chissà cosa stai sognando - e ti volti completamente verso di
me, lasciandoti infine andare a un sospiro.
Solo ancora pochi istanti, e quelle palpebre tremano, aprendosi lentamente
su di me: il velo del sonno copre ancora i tuoi occhi, rendendoli ancora
più scuri, misteriosi e belli. Non comprendo il tuo odio nei loro
confronti:dici che sono diversi, che sono strani ... anormali.
Io riesco solo a vederli perfetti: occhi di cui è impossibile non
innamorarsi.
A volte, vorrei chiederti di quella storia che preferisci occultare a
tutti, me compreso.
Ma il tuo solo sguardo, fisso e serio, è lì a chiedermi di aspettare, a
dirmi che non è ancora tempo e che, forse, quel tempo non giungerà mai.
Sono triste, sì ... ma non è mia intenzione obbligarti. Tu non hai mai
preteso nulla di simile da me ed io farò altrettanto.
Ma vorrei solo che tu sapessi che io sarò sempre qui, ad aspettare ...
"Hisoka-chan ..."
La tua voce, un pò roca dal sonno, esce con un sospiro, mentre il tuo
braccio si muove sotto le lenzuola, sollevandosi fin sopra le mie spalle.
Mi stringi in un abbraccio tanto tenero e rassicurante da far sciogliere
anche questo mio cuore burbero...
"Buongiorno Asato-kun ...".
"A cosa stai pensando?" mormori posandomi un bacio sul collo teneramente,
prima di ranicchiare il tuo capo sulla mia spalla.
Sai che non sopporto proprio questa tua lungimiranza con me?
Perchè devi sempre sapere tutto?
"A niente" mento io spudoratamente.
"Ah, ragazzino ..." strusci il tuo viso dalla mia spalla al collo,
ritrovandomi poi i tuoi occhi, qui di fronte a me. Arrossisco mio
malgrado: sai che non riesco a reggere quello sguardo, soprattutto se
riesco a leggere i pensieri non proprio casti che frullano per la tua
testa, ora. "Sei un inguaribile bugiardo!" sorridi malizioso, mentre cali
la tua bocca sulla mia.
Hai ragione ... ma ci sono cose che, a volte, è meglio non sapere. E poi,
tutto sommato, la mia è una bugia innocente.
"Forse ..." riesco a dire, quando ti stacchi da me.
"Mmh ..." mormori, sprofondando ancora sulla mia spalla. "E' bello
svegliarsi accanto a te ..." mormori poi, provocandomi ancora più
imbarazzo, che trasforma il mio tono in quello di tutti i giorni.
"Piantala di dire queste cose ..." mormoro seccato, voltandoti la schiena.
Ho quasi timore a guardarti negli occhi ... ne ho sempre quando te ne esci
con queste frasi. E' perchè, quando lo fai, hai la straordinaria capacità
di essere completamente innocente e puro ... come se a dirmelo non fossi
tu, ma lo Tsuzuki bambino. Non provi vergogna, sei solo mosso dal tuo
istinto e dalla sincerità ... è questo che mi fa impazzire ... e mi rende
estremamente invidioso.
Hai quella parte di me che non ho mai avuto e che non potrò avere mai
indietro ... agli occhi comuni dobbiamo sembrare davvero una strana coppia
assortita, sai?
Un adulto come te che a volte sembra più un bambino alla ricerca di dolci
e carezze ... e io il fin troppo serioso ragazzo che dovrebbe, almeno ogni
tanto, lasciarsi andare ed essere veramente quel 'ragazzino' ...
Ma, in fondo, lo sappiamo entrambi quanto la realtà sia diversa ...
"Hiso-ka ..." ecco quel tuo tono così infantile, ecco quella vocina che mi
ha fatto saltare i nervi in non so quante occasioni in passato ... non te
lo dirò mai, ma ora, ogni volta che la sento, un moto di tenerezza mi
invade e vorrei abbracciarti con più trasporto di quello cui sono
abituato.
Così, mi limito a volgermi di nuovo verso di te, con espressione seria
che, pian piano, si muta in arrendevole ... ecco di nuovo quegli occhi
enormi, fissi su di me, con due lacrimoni pronti a scendere e quel labbro
contrito.
"Baka ..." e, prima di arrossire un'altra volta, sprofondo il volto sul
tuo petto, accoccolandomi come un gatto contro quel calore che sa di dolce
e di casa ... e di famiglia.
Stringo forte i pugni attorno alla tua maglietta, come se fossi un neonato
nell'abbraccio cullante della madre, stretto alla sua camicetta.
Ed ecco le tue braccia che mi circondano e il tuo respiro che mi sfiora i
capelli ... sono banale se dico che mi sento la persona più felice di
questo mondo?
Ah ... al diavolo la banalità!
E' così che mi sento ora ... così come mi vorrei sentire sempre ... Chiudo
gli occhi e sorrido, mentre mi lascio cullare in questa silente ninna
nanna ...
I held a Jewel in my fingers
And went to sleep
The day was warm,
Ah winds,winds were prosy
I said ,I said "Twill keep"
* repeat
I woke-and chid my fingers,
The Gem was gone in my hands
And now,
an Amethyst remembrance
Is all I own
** Go from me!
Yet I feel that I shall stand
Henceforward in thy shadow,
God From Me!
Owari^^
Sakura …
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