Disclaimers: I personaggi di Slam Dunk non sono miei e bla bla bla....
 


L'amato nemico

di Ki-chan

parte II


Il giorno successivo passò tranquillo e così anche quelli seguenti. I problemi cominciarono per entrambi due settimane dopo.

La mattina era trascorsa senza grandi emozioni per Hanamichi. Rukawa, invece, non era proprio riuscito a chiudere occhi durante le lezioni, contrariamente al solito, perché il suo sonno era guastato dalla continua presenza, nei suoi pensieri, del volto, e non solo, di Sakuragi.

"Ma perché cavolo continui a perseguitarmi con la tua faccia … … … " ma l'unico aggettivo che gli veniva in mente, adatto a descrivere il viso del suo compagno, era bella, attraente, ingenua, …
"Ma che cavolo sto dicendo, è impossibile sto parlando di quel baka di Sakuragi. Ahhhhhhhhhh"

Non era molto convinto del suo ultimo pensiero ma, fortunatamente, il suono della campana sancì la fine della lezione, di cui lui non aveva ascoltato neanche una parola, e, soprattutto, dei suoi pensieri.
Prese la borsa e si diresse ancora un po' confuso in palestra per gli allenamenti.

Quando arrivarono gli altri giocatori dello Shohoku trovarono l'asso della squadra che si allenava a tirare a canestro, questo non stupì i suoi compagni che sapevano bene quanto si allenasse anche da solo. 
L'unico ragazzo che rimase sorpreso fu Hanamichi che rimase per qualche minuto ad osservarlo, incantato dai suoi movimenti perfetti e sinuosi.
Appena si accorse di cosa stava facendo, ma soprattutto chi stava ammirando, divenne rosso fino alla punta dei piedi e, arrabbiato con se stesso, si diresse verso gli spogliatoi, bofonchiando parole senza senso. Questo comportamento, certo, non sfuggì a Rukawa che sembrava non dare mai importanza a niente, ma che in realtà era un ottimo osservatore. Ugualmente dopo qualche minuto di perplessità si riconcentro sul gioco, l'unica cosa che era in grado di scuotere il suo temperamento freddo e distaccato, almeno era quello che lui pensava e sperava.

«Forza ragazzi fra una settimana ci sarà l'amichevole con il Kainan. Alle finali ci ha sconfitti ma questa volta dobbiamo vincere! Ci servirà come allenamento per le nazionali. … … … Shohoku fight!» la voce di Akagi risuono nella palestra.

Gli allenamenti terminarono e tutti si diressero verso gli spogliatoi per una doccia rilassante e rinfrescante. Kaede e Hanamichi, però, preferirono prolungare la loro permanenza in palestra per degli allenamenti individuali in vista dello scontro con il vincitore del torneo interscolastico.

Ormai tutti se n'erano andati quando i due giocatori dello Shohoku, sfiniti, terminarono il loro allenamento supplementare. Kaede, per primo, andò negli spogliatoi e poi alle docce, un po' infastidito dalla presenza del compagno che non era mai rimasto dopo gli allenamenti. Girò il rubinetto e si posizionò sotto il getto di acqua. " ma quel baka doveva proprio fermarsi ad allenarsi, non lo ha mai fatto, che scocciatore ! … … … ma perché sono così agitato è normale cambiarsi con i propri compagni di squadra !giusto???"

Rapidamente chiuse l'acqua e con l'asciugamano attorno alla vita si diresse verso la sua borsa. "per fortuna che non l'ho incontrato così sarà più facile … ma facile cosa?? Perché ho tutti questi problemi, accidenti a lui!!"
Ma proprio in quel momento, mentre usciva dalle docce incontro Hanamichi che nel frattempo aveva finito gli allenamenti e si stava anch'esso andando alle docce.
Un brivido gli percorse tutta la schiena, ma ovviamente il suo aspetto esteriore rimase immutato e si limitò al proseguire verso gli spogliatoi per cambiarsi. "ma che cazzo mi sta succedendo, lui è il do'aho. Deve essere la stanchezza, non … non può essere che … … … no! E' la stanchezza!"

Hanamichi, invece, era impegnato a dissimulare lo strano rossore che gli aveva pervaso il viso non appena aveva visto e incrociato Rukawa. 
Kaede, ancora un po’ confuso, si diresse velocemente verso la sua borsa con l’intenzione di vestirsi rapidamente e abbandonare quel luogo, prima che Hanamichi tornasse dalla doccia. Ma, in questo, fu rallentato dal fatto che, pur avendo cercato per tutta la sacca, non era riuscito a trovare la sua tuta. Così quando Hanamichi tornò dalla doccia, Kaede indossava ancora solo l’asciugamano. Accortosi del suo arrivo, Rukawa, s’irrigidì e divenne ancora più scontroso del solito (non so se è possibile?).

« Hanamichi, io devo andare se no mio fratello mi sgrida, ciao » la voce di Haruko risuonò nella palestra. La ragazza, infatti, aveva insistito per assistere anche agli allenamenti solitari dei due giovani talenti dello Shohoku, anche se la sua attenzione era interamente rivolta ad uno solo dei due ragazzi. (provante ha indovinare chi è?)
« d’accordo Haru-chan, a domani » rispose un Hanamichi ormai totalmente rosso e con gli occhi a forma di cuoricini.

Ben presto una voce fredda e tagliente lo riscosse 
«come mai non gli corri dietro?… ma chissà perché perdo tempo con te poi?!»
Cominciò così tra i due un lungo e acceso discorso:
« cosa intendi dire, scusa?»chiese Hanamichi con la voce rotta dalla rabbia.
«Dico solo – continuò freddo – che di solito sei sempre dietro a quella sciocca e petulante ragazzina…» ma fu bruscamente interrotto dal compagno « cos’hai detto? Baka kitsune, rimangiati immediatamente quello che hai detto!»
« no!» la risposta fu secca, precisa e raggelante, secondo lo stile di Rukawa, impedendo all’interlocutore di poter replicare.

Hanamichi non ci vedeva più dalla rabbia, si scagliò violentemente contro il compagno. La rabbia, però, non era certo dovuta all'insulto nei confronti della sua amata Haruko, bensì perché le parole del suo eterno rivale e nemico, Rukawa; erano veritiere.

Kaede, stremato dai duri allenamenti supplementari, non riuscì a sostenere l'impeto e il peso del compagno, cadendo entrambi sul pavimento fresco degli spogliatoi. Si trovò così coricato sul pavimento con Hanamichi a cavalcioni su di lui che furente voleva riempirgli la faccia di pugni che Si limitò a parare con molta disinvoltura. Gli afferrò con forza i polsi, guardandolo con sguardo severo ma allo stesso tempo con un leggerissimo velo di tristezza. La stretta violenta fece calmare Hanamichi che liberatosi i polsi cominciò a contemplare il volto e il corpo dell'odiato rivale. Era praticamente la raffigurazione della perfezione, la sua pelle era  liscia e chiarissima come quella di un bambino.
"Sembra proprio un dio, capisco perché tutte le ragazze lo adorano" pensava Hanamichi mentre, inconsciamente, appoggiava la sua mano ancora umida, per la doccia, sul ventre muscoloso di Rukawa, sussultarono entrambi per il piacere di quel delicato contatto. Hanamichi cadde in uno strano tepore in cui non era in grado di capire bene ciò che stesse accadendo.

Rukawa, invece, concentro la sua attenzione sulle piccole goccioline che ricoprivano ancora dopo la doccia, corpo del compagno che era tanto vicino da farlo impazzire. Ma non appena la mano curiosa di Hanamichi cominciò a muoversi verso il basso in una dolce carezza, fu invaso dal piacere che era possibile riscontrare anche nello stato d'eccitazione del suo basso ventre. I due corpi erano talmente vicini che anche Hanamichi poté accorgersi dei sentimenti di Rukawa che a sua volta percepì l'eccitazione crescente che invadeva anche il corpo sopra di lui.

La mano aveva ormai raggiunto l'asciugamano e si accingeva a proseguire la sua esplorazione anche al di sotto quando il corpo di Kaede s'irrigidì e, nel suo sguardo,  la durezza e la severità occuparono il posto del piacere che fino a qualche secondo prima albergava nei suoi occhi, rendendosi conto di ciò che stavano facendo. Questa reazione ridestò Hanamichi dal torpore e dall'incoscienza che lo avevano guidato nelle sue inibite azioni. Bloccò immediatamente e la ritrasse mentre il suo volto si tingeva di in rosso rubino.
Contemporaneamente i due ragazzi si alzarono di scatto rimanendo per qualche istante immobili, l'uno di fronte all'altro con il fiatone dovuto all'eccitazione ancora presente nei loro corpi.

Kaede allora si diresse, imbarazzato, arrabbiato e sconvolto, verso la sua borsa, si cambiò velocemente e, indossando la divisa scolastica, non trovando la tuta, uscì non vedendo l'ora di allontanarsi dagli spogliatoi e dal ragazzo che poco prima gli aveva posato un'audace carezza sul corpo. 
"Mi stava toccando, e io ho acconsentito … … cosa aveva intenzione di farmi? O forse sarebbe più corretto dire cosa noi due stavamo per fare! Oddio no … …".
I pensieri che lo accompagnarono fino a casa e per tutta la notte, passata in pratica senza dormire, erano molto simili e, soprattutto, riguardavano una sola persona, lui, colui che odiava di più ma che durante la notte capì d'amare.




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