NOTE: La dedico alla mia sorellina Aiko.
NOTE2: Se avete lamentele fatele a Naika perchè è colpa sua se continuo a
scrivere è__é (Naika l'hai voluto tu >_< ora assumiti le tue
responsabilità)
NOTE3: Non è sistemata e quindi sarà piena di errori ma gioite che per un po
non vi stresserò dato che devo dedicarmi completamente alla fic di Parsifal.
Per lamentele o altro dite pure ad Hanamichi.
Hana: Io sono occupato >////<
Ru: Sì molto occupato è____é
Always Red parte
VII
di Neko
Aveva pianto per tutta
la notte, pensando e ripensando a quello che era successo la sera prima.
Non era ancora riuscita a capacitarsi di quello che i suoi occhi le
avevano mostrato.
-Sakuragi..e..Rukawa...-
Scosse la testa per cacciare via quelle immagini che continuavano ad
affacciarsi nella sua mente quasi a volerla torturare.
Non poteva crederci e non voleva crederci, perchè quello che aveva visto
era solo un brutto frutto della sua immaginazione.
Sì doveva essere per forza così, non c'era altra soluzione.
Chiuse gli occhi cercando di riprendere sonno.
Non aveva nessuna intenzione di andare a scuola e vedere uno dei due o
ancora peggio vederli assieme. Non voleva nemmeno pensare a quella
eventualità.
Ma in fondo cos'era che veramente la infastidiva?
La loro omossessualità?
Il vedere due maschi scambiarsi carezze, effusioni amorose.
Era veramente questo che le aveva dato fastidio o forse era dipeso tutto
dal fatto che era solo gelosa.
Ancora dubbi.
Su se stessa e su quelli che fossero i suoi reali sentimenti per qui due
ragazzi.
Aveva capito che il suo cuore batteva per Sakuragi, ma allo stesso tempo
era arrivata alla conclusione che non provasse nessun sentimento negati
voer Rukawa.
Quel bellissimo ragazzo dai capelli corvini e dallo sguardo di ghiaccio
non era riuscito ad evadere dal suo cuore. Non ne era innamorata, di
questo era certa.
Ma non poteva negare di essere attratta e non poco da lui.
E tutto questo era riuscita a comprenderlo nel momento in cui aveva
assistito alla scena di loro due nello spogliatoio.
Aprì gli occhi, mettendosi subito a sedere.
I troppi pensiero che aveva per la testa le impedivano di prender sonno, e
di certo le immagini della sera prima, che continuavano ad affacciarsi
nella sua mente appena chiudesse gli occhi, non l'aiutavano.
Si portò entrambe le mani al viso, passandosele alcune volte sul viso,
cercando di aiutare la sua mente a rilassarsi. Ma tutto questo sembrava
inutile.
Chiuse gli occhi, mentre con due dita, di entrambe le mani, iniziò a
massaggiarsi i lati della tempia.
Ma anche questo non la aiutava, anzi continuava ad imporle quelle immagini
che sembravano diventate una specie di film muto.
-Basta- disse riaprendo di scatto gli occhi
Aveva ricordato anche troppo.
L'immagine di Rukawa che, con uno sguardo lussurioso, si portava le dita
bagnate di sperma di Sakuragi alla bocca avevano fatto scattare in lei
qualcosa.
Un forte dolore al petto e una gran voglia di avere vendetta.
Nei suoi occhi si erano accese due fiamme, nei quali si poteva intravedere
quel sentimento d'odio che avrebbe voluto sfogare e che aveva represso
troppo a lungo.
In un improvviso scatto d'ira prese il portafoto appoggiato sopra il
comodino, alla sua destra, e lo lanciò di fronte a sè colpendo
casualmente l'ingrandimento appeso alla parete.
Quella stessa foto che la mattina precedente l'aveva aiutata, forse, a
capire i suoi sentimenti.
-Vi odio...- urlò osservando quel poster -... l'avete fatto apposta...
volete farmi impazzire...- concluse iniziando a singhiozzare
Senza allontanare il suo sguardo da quell'immagine, affissa alla parete,
iniziò a piangere.
Piccole lacrime iniziarono a percorrere il suo viso, lasciandosi dietro
sottili scie umide, e infrangendosi sulle proprie mani, che stringevano
con forza le lenzuola azzurre.
-Volevo che ci fosse..che provassimo ad iniziare..un..solo noi...-
Strinse maggiormente le lenzuola, abbassando il capo e chiudendo gli occhi
si morse il labbro superiore, cercando di calmarsi.
Non voleva che nessuno la trovasse in quello stato.
Chissà se fosse entrata sua madre cosa avrebbe pensato.
Come se qualcuno avesse letto nel suo pensiero e volesse farle uno scherzo
crudele, iniziarono a bussare alla porta della sua stanza.
Alzò il viso, guardando verso la porta.
Sapeva perfettamente che oltre a lei in casa ci poteva essere solo sua
madre. Quindi chi stava bussando poteva essere solo lei.
Ma nonostante tutto non rispose.
All'esterno della porta una donna guardava pensierosa la porta.
Lunghi capelli scuri erano legati in una treccia che le poggiava sulla
spalla sinistra, lasciando però che alcuni ciuffi le incorniciassero il
viso di una carnagione non troppo chiara, su cui risplendevano due
profondi occhi blu.
-Haruko sono io... posso entrare?- chiese bussando ancora una volta
Ancora nessuna risposta.
Riprovò ancora una volta, ma sembrava che all'interno della stanza non ci
fosse nessuno. Era strano perchè era sicura di non aver visto ancora
uscire Haruko.
Piegò il braccio sino a portare il polso davanti al viso per controllare
nell'orologio che portava al polso che ora fosse.
-E' ancora presto- disse provando a bussare un'ultima volta, non ricevendo
ancora risposta -Bene... stò entrando-
Senza attendere una risposta, che forse non sarebbe mai arrivata, aprì la
porta facendo il suo ingresso nella stanza, senza preoccuparsi di
richiudere la porta ma lasciando che illuminasse l'interno in cui non vi
era troppa luce.
Si voltò subito verso destra, dov'era situato il letto e dal quale
sentiva provenire dei singhiozzi.
Lì seduta nel letto trovò Haruko, con uno sguardo che non le aveva mai
visto mentre tentava invano di asciugarsi le lacrime.
Le si avvicinò subito, per constatare quello che potesse essere successo
per averla ridotta in quello stato.
-Haruko amore cos'è accaduto?- chiese sedendosi sul letto
-Ni..niente- rispose Haruko portando entrambe le mani a coprire il viso
La donna sorrise alle parole della ragazza.
Non ci sarebbe stato nulla da sorridere vista la situazione, ma il suo
voler negare l'evidenza la obbligò a farlo.
Si vedeva chiaramente che aveva pianto tutta la notte e la prova evidente
erano due occhi rossi, troppo rossi perchè avesse iniziato a piangere
pochi minuti prima.
-Se fosse davvero così non nasconderesti il tuo viso- disse sorridendole
Allungò le braccia, scostando poi con le proprie mani quelle tremanti
della figlia dal viso e stringendole forte la tre sue se le portò sul
grembo.
Le sentiva tremare tra le sue, come se avesse paura di qualcosa.
Le strinse maggiormente cercando di infonderle quel calore e quella
tranquillità di cui ora aveva bisogno.
-Mamma io...-
Riuscì a dire solo quello prima di scoppiare a piangere, sciogliendo il
legame delle loro mani, per poi buttarsi tra le braccia del genitore.
Non sapeva nemmeno lei perchè si stava comportando in quel modo.
Sapeva solo che stava soffrendo terribilmente ma ancora una volta non
riusciva a spiegarsi quale fosse il vero motivo per cui avesse pianto
tutta la notte.
La donna strinse forte a sè la figlia cercando di calmarla,
accarezzandole dolcemente la schiena con una mano e ripetendole
all'orecchio che tutto sarebbe andato per il meglio, nonostante non fosse
ancora a conoscenza del suo problema.
-Mamma..io..io..sono..innamorata-
La semplicità e in fondo la timidezza con cui pronunciò quelle poche
parole, spezzate tra loro, fece sorridere la donna. Allentò la presa sul
corpo della ragazza, poggiandole le mani sulle spalle e scostandola da sè
quel poco che bastava per guardarla in viso.
Due lacrime solitarie scesero per il viso di Haruko, mentre lei cercava
negli occhi della madre una risposta a tutti i suoi dubbi. Una piccola
consolazione per quel dolore che avrebbe continuato a consumarla.
Il sorriso della donna si spense quando avvertì su di sè lo sguardo
spaventato della figlia.
Se aveva così paura ci doveva essere di sicuro qualcosa sotto ai suoi
timori, non poteva essere solo la sofferenza di un'adolescente che ha
paura di amare.
No..no... Fa che non sia così...
Il suo cervello aveva già iniziato a formulare possibili soluzioni per
spiegare l'attegiamento della ragazza, ma quella che sembrava essere la più
probabile non sembrava piacerle per niente.
Non poteva essere vero e lei stessa non voleva crederci.
-Haruko bambina mia se c'è qualche problema puoi parlarmene- disse
cercando di restare il più calma possibile
Haruko arrossì di colpo, abbassando poi subito dopo il volto ed iniziando
a fissare un punto impreciso delle lenzuola.
In un certo senso si vergognava di dire a sua madre della sua cotta, aveva
paura di un giudizio da parte del suo genitore sempre così autoritario
quando si trattava di parlare di un argomento ben specifico.
-Mamma..bè il ragazzo..che mi piace..-
Haruko continuava a parlare ma la madre già non l'ascoltava più.
La sua mente aveva registrato subito la parola "ragazzo" che ora
continuava a ripetersi tra le pareti del suo cervello facendo sì che un
dolce sorriso le increspò le labbra.
Rivolse la propria attenzione alla figlia allargando maggiormente il
sorriso sembrando quasi un maschera forzata più che un sorriso naturale.
-Tesoro mio è normale- disse stringendole maggiormente le mani con
dolcezza -Mi stavo spaventando, pensavo mi dicessi che eri innamorata di
una ragazza-
-No... no mamma figurati- disse scuotendo la testa e poi sorridendole
La donna ricambiò il sorriso.
Ma nonostante tutto non riusciva a capire cosa andasse nella figlia.
Allungò una mano, appoggiandola nella spalla di Haruko.
Aveva bisogno di sapere quello che affliggeva la figlia e doveva
assolutamente saperlo.
-Haruko se c'è qualcosa che ti preoccupa puoi anche dirmelo... lo sai-
Haruko alzò gli occhi, osservando quelli pieni di preoccupazione di sua
madre. Forse parlandone con lei sarebbe riuscita a chiarirsi tutti quei
dubbi.
-Mamma è una cosa molto seria- disse abbassando il viso
-Questo l'avevo capito dal tuo sguardo-
-Io credo di essermi innamorata-
-Fin qui ci siamo...-
-Di un ragazzo-
-E fin qui credo vada tutto bene-
Haruko tenne il volto abbassato, non se la sentiva di guardare gli occhi
di sua madre.
Confidarsi sembrava rivelarsi più difficile del previsto. Forse perchè
sapeva bene cosa pensasse sua madre di tutto quello. Aveva assistito una
volta alla sua sfuriata, chissà coem avrebbe reagito di fronte alle sue
affermazioni.
-Bè il ragazzo di cui sono innamorata forse...- si morse il labbro
inferiore cercando di trovare la forza per dire quella parola -... è gay-
Sentì uno strano suono uscire dalle labbra di sua madre. Un moto di
sorpresa e altro che in quel momento non seppe identificare.
In un certo senso aveva paura della sua reazione, di certo sarebbe
adirittura arrivata ad impedirgli di vedere Hanamichi o addirittura
sarebbe arrivata a farle cambiare istituto.
Non voleva abbandonare tutto, amici, compagni e basket. Ma non voleva
abbandonare lui. Perchè quella che doveva soffrire doveva essere proprio
lei?
Si riscosse non appena avvertì la donna alzarsi. Provocando un leggero
suono di metallo da parte della rete.
Alzò gli occhi solo per guardare la madre dirigersi verso la finestra e
scostare la tenda.
-Ne sei sicura?-
-Eh?-
-Sei sicura che lui lo sia?-
-Sì... cioè almeno credo-
La donna strinse forte nella sua mano la tenda rosa che copriva l'interno
della stanza da sguardi indiscreti.
Si voltò riportando lo sguardo sulla figlia ora seduta scompostamente sul
letto.
-Haruko devi essere sicura di certe cose... non puoi accusare le persone
senza un motivo apparente-
-Ma mamma-
-Non esistono ma piccina mia...-
Strano.
Tutto le sembrava troppo semplice, non era di certo questa la reazione che
si aspettava da quella che solo per vedere due ragazzi prendersi per mano
si era subito scaldata.
Certo non apprezzava le sue idee e poi non aveva nulla contro di loro,
anzi fino a poco tempo prima si era ripromessa di stare dalla loro parte.
Ma ora che si trovava invischiata nella situazione in prima persona, non
era poi tanto sicura sul da farsi.
-Capisco quanto tu ti senta ferita... ma secondo il mio modesto parere
dovresti lottare per averlo-
-Mamma è gay... io non ho possibilità-
-Bambina mia... solo perchè gli piace prenderlo nel culo non vuol dire
che non ti possa ricambiare-
Mamma io non ti avevo mai sentito parlare in questo modo... Ma non dovrei
stupirmi visto la tua reazione in quel centro commerciale...
Haruko si alzò dal letto, riflettendo sulle parole della madre che ora
sembrava persa in chissà quali pensieri.
-E allora che dovrei fare?-
La voce di Haruko riuscì a togliere ancora una volta la donna da tutti i
propri pensieri.
Si girò verso la ragazza rivolgendole un sorriso enigmatico.
-Devi cercare di separarli... solo questo-
-Mamma loro si amano... come posso io separarli- disse Haruko andandole
incontro
Si portò entrambe le mani alla bocca.
Aveva fatto l'errore più grosso di tutta la sua vita, ammettere che due
persone dello stesso sesso si potessero amare.
-Cos'hai detto?- disse puntando due occhi freddi e allo stesso tempo
furiosi sulla ragazza
-Mamma io...-
-Ti ho detto di ripetere quello che hai detto-
Haruko indietreggiò di un passo.
Non sapeva cosa fare, l'unica cosa di cui era certa era il fatto che era
pericoloso andare contro sua madre in quel modo.
-Allora Haruko io stò aspettando- urlò
-No..mamma..io mi sono sbagliata-
-Non sei tu ad avere sbagliato e il loro lo sbaglio-
La donna si avvicinò alla figlia e poggiandole delicatamente una mano
sulla guancia riprese a parlare.
-Ora tu bimba mia cercherai di riportarli sulla retta via... se lo ami
veramente dovrai cercare di dividerlo dall'altro-
-Sì- disse flebilmente mentre poggiava una mano su quella della madre
**********
La lezione di matematica era iniziata da qualche minuto ma sembrava che
nessuno vi stesse troppo attento, persi da altre piccole cose.
Il professore mise a posto gessetto bianco per poi girarsi ed osservare
gli studenti che improvvisamente sembravano essersi fatti attenti alla
lezione.
-Bene bene... chi di voi è così gentile da risolvere questa equazione-
disse guardando uno ad uno i presenti
Nessuno sembrava intenzionato a farsi avanti.
Parecchi abbassarono lo sguardo tentando di evitare quello dell'insegnante
mentre altri guardarono con finto interesse l'operazione alla lavagna.
Tutti modi diversi per scamparsela.
Il professore continuò la sua indagine tra gli studenti, scuotendo la
testa di fronte a quelli che lo ignoravano, ma più di tutti la sua
attenzione venne catturata da quei due ragazzi addormentati sui loro
banchi.
Rukawa e Sakuragi dormivano tranquillamente ignorando di avere gli sguardi
di tutti i presenti puntati addosso.
Il professore si diresse verso di loro con tutta l'intenzione di
riportarli nel mondo reale.
-Sakuragi- disse posando gli occhi sul rossino
Nessuna risposta ne movimento.
L'uomo avvicinò una mano al suo stesso viso posizionandosi correttamente
gli occhiali per poi riportare la propria attenzione su Sakuragi.
-Sakuragi Hanamichi ti ordino di svegliarti- disse scuotendolo non tanto
delicatamente
Il rosso si mosse leggermente.
Ma altro che svegliarsi, sembrava proprio che non ne avesse la minima
intenzione.
-Nooo... ora lasciami dormire... riprenderemo più tardi...-
Silenzio generale.
Le parole di Sakuragi anche se pronunciate nel sonno erano state
interpretate tutte nello stesso modo dai presenti in classe.
L'insegnante si portò una mano alla tempia mentre esasperato, per la
confusione, cercava un modo per riportare l'attenzione sulla lezione.
-Fate un attimo di silenzio- disse girandosi verso il resto della classe
Ma nessuno sembrava dargli retta, troppo presi dalle loro supposizioni sul
compagno di classe.
Con il trambusto generale che si stava creando non sentirono nemmeno che
bussavano alla porta.
All'esterno dell'aula una donna tentava in tutti i modi di farsi sentire,
non traendone però nessuna risposta.
Non aveva nessuna intenzione di entrare in classe senza aver ricevuto il
permesso dall'insegnante.
-Mi scusi- disse una voce alle sue spalle
La donna si girò dando tutta la sua completa attenzione allo studente che
si era portata dietro.
Un ragazzo dai lunghi capelli biondi e occhi di un azzurro chiarissimo la
fissava con un sorriso dipinto sul viso. La divisa scura risaltava
maggiormente oltre che dal chiaro colore dei capelli anche dal colore
della sua pelle leggermente scura, forse aquisita per le troppe ore al
sole.
-Si?-
-Ma non potrebbe bussare un'ultima volta e poi aprire la porta- concluse
sorridendo
-Si capisce che sei nuovo e non conosci l'insegnante che adesso tiene
lezione... è una belva quell'uomo lì-
Lo studente la guardò incerto.
Non riusciva a capire perchè si facesse tutti quei problemi solo per
aprire quella inutile porta. Facendo così non faceva altro che
ritardargli l'ingresso nella sua nuova classe.
La donna sembrava tutta presa dai propri pensieri che non si rese nemmeno
conto del pericoloso avvicinamento del ragazzo alla maniglia della porta.
La mano del giovane si fece sempre più vicina alla maniglia ma i suoi
movimenti vennero anticipati da qualcun altro perchè la porta gli si aprì
davanti facendolo trovare faccia a faccia con un ragazzo dai capelli
rossi.
-Sakuragi torna al tuo banco- tuonò la voce dell'insegnante dall'interno
dell'aula
Hanamichi si maledì mentalmente per essere stato lento nella tua fuga.
Si era svegliato da poco e trovandosi quel casino in classe aveva voluto
approfittarne per sgattaiolare fuori.
-Che palle- disse sbuffando e tornando all'interno dell'aula rivolgendo
però uno sguardo curioso a quel ragazzo
La donna, che altro non era la voce preside, si fece strada all'interno
dell'aula seguita subito dal nuovo allievo che si chiuse la porta alle
spalle.
La signora prese subito la parola presentando il nuovo ragazzo come un
allievo londinese venuto nella loro scuola per apprendere la lingua
giapponese, partecipando ad uno scambio culturale, ulasciando poi subito
dopo la classe.
-Piacere... Mi chiamo Michael Anderson e sono lieto di aver avuto la
possibilità di visitare questo splendido paese... Spero di riuscirmi ad
ambientare presto tra di voi e a conquistare- puntò gli occhi su
Hanamichi -... la vostra amicizia- concluse con un sorriso
-Bene ora puoi anche sederti-
Michael osservò per bene alcune volte tra i compagni.
Non che i banchi liberi fossero tanti.
Uno si trovava negli ultimi posti della fila centrale, proprio dietro ad
una ragazza che se lo stava mangiando con gli occhi.
Non era una buona idea sistemarsi lì, come minimo lo avrebbe stressato
tutto il tempo con la banale scusa di parlare delle differenze tra Londra
e Kanagawa.
Un altro banco libero era proprio in prima fila.
Anche questo non andava bene, sarebbe stato troppo vicino all'insegnante e
non avrebbe potuto fare i suoi comodi perchè controllato ogni secondo.
L'unico posto ancora libero e forse il migliore in assoluto era situato
accanto alla finestra e posizionato davanti a quello di Sakuragi.
Una posizione ottima perchè la visuale era coperta dagli altri compagni
ed in più vicino a quel rossino, che lo aveva attratto subito.
-Visto che mi sembri motlo indeciso perchè non ti siedi vicino ad Hikaru-
disse indicando il banco dietro alla ragazza
-No prof io preferirei sedermi vicino a carotino-
Tutti gli occhi dei presenti erano puntati su di lui.
Non erano riusciti a collegare quel nome a nessuno dei compagni.
-Bè quel rossino lì-
L'insegnate lo guardò interdetto.
Mettere quel ragazzo vicino a Sakuragi forse non sarebbe stata un'ottima
idea. Ma stranamente non potè contraddire quello che voleva il nuovo
venuto perchè questo era già andato a prendere posto.
-Va bene... Ora che abbiamo sistemato tutto riprendiamo la lezione-
Tutto sembrava essere tornato alla normalità.
I presenti seguivano la spiegazione del professore alla lavagna tranne il
nuovo ragazzo che ogni tanto si girava per scambiare qualche parolina con
Sakuragi.
Parole che alla fine non erano altro che da Michael perchè Sakuragi si
era riaddormentato o almeno così sembrava.
-Hey carotino- disse voltandosi ancora una volta
-La vuoi smettere di rompere- disse Hanamichi alzando il volto e
fissandolo
-Ma come? Guarda che dovresti essermi grato perchè ho deciso di mettermi
vicino a te-
-Ah sì?-
-Sì sì sì- disse sorridendo
Hanamichi chiuse gli occhi e si massaggiò la testa con entrambe le mani.
Non riusciva a capire cosa volesse da lui questo nuovo rompiscatole.
-Signor Anderson è pregato di seguire la lezione invece di infastidire i
suoi compagni- tuonò l'insegnante
-Ma prof volevo instaurare un rapporto...- disse accentuando l'ultima
parola -...con carotino-
-Smettila di chiamarmi con quell'assurdo nome-
Hanamichi si alzò in piedi sbattendo con forza la mano sul banco. Alcuni
ciuffi rossi gli caddero in fronte e nello stesso istante alcuni raggi del
sole andarono contro la capigliatura rossa dandogli una strana aura.
Sembrava quasi che la sua testa stesse prendendo fuoco. Michael si ritrovò
a fissare quasi come se non lo avesse mai visto prima.
Sembrava che attorno a lui non vi fosse nulla, tutto era svanito.
Circondato dal nero che stranamente non gli faceva sentire freddo, ma gli
faceva provare uno strano colore che si espandeva piano piano per tutto il
corpo. Davanti a sè aveva la rappresentazione di un dio, Marte.
Ecco la rafigurazione più adatta per quel rossino.
-Signor Anderson è pregato di fare silenzio-
La voce del professore riuscì ad annullare quel mondo che si era creato
per ritornare coi piedi per terra.
Aprì e chiuse alcune volte gli occhi constatando di essere in classe.
Sakuragi lo guardava e forse quel suo sguardo mostrava preoccupazione,
anch ese questa era solo uan sua illusione.
Si passò la mano tra i capelli biondi ricacciandone alcuni ciuffi
indietro.
Riportò il suo sguardo sul rossino solo per constatare che questi si era
appisolato sul banco ancora una volta e lo ignorava completamente.
-Carotino...- disse mentre avvicinava il volto a quello dell'altro -...hey
carotino-
Avvicinò il viso maggiormente a quello dell'altro solo per sentire il
respiro regolare e un sorriso mentre potè sentire ogni tanto la parola
"Kitsune".
Non capiva cosa volesse dire, stava per riprovare a svegliarlo quando un
cancellino lo colpì in testa.
Con una mano iniziò a massaggiarsi la zona colpita, girandosi per
appurare chi avesse osato colpirlo.
-Allora ti decidi a stare attento alla lezione-
-Ma prof trovo sia giusto che anche il rosso stia attento alla lezione-
Il professore era esasperato, aveva raggiunto il massimo della sua
pazienza.
Urla.
Proteste.
Sembrava che l'affermazione del nuovo arrivato avesse trovato il consenso
di tutti i compagni, tranne quello di Sakuragi e Rukawa che erano persi in
un pacifico sonno.
La rivolta era alle porte, per fortuna a salvare tutta la situazione arrivò
il suono della campanella che preannunciava la fine delle lezioni e l'ora
del pranzo.
**********
-Non mi piace quel nuovo arrivato-
La voce di Rukawa risuonò alcune volte nel piccolo stanzino adetto alla
caffetteria.
-Kaede quello è solo uno che si crede... voleva solo mettersi in mostra-
disse il rosso prendendosi un bicchiere di cioccolata dalla macchinetta
Il volpino strinse forte le mani sulle braccia metalliche della sedia. Non
riusciva a spiegarsi come il suo do'aho potesse essere così innocente e
ignorasse i pensieri della gente su di lui.
Forse hai ancora quei pensieri in testa... Forse ti consideri ancora
inutile...
-Kitsune tu hai troppa fantasia...- accartocciò il bicchiere di carta
-...se te lo dice il tensai puoi crederci- concluse lanciando i resti del
bicchiere e centrando in pieno il cestino
-Canestro- esultò il rossino riportando l'attenzione sul compagno
-Do'aho-
-Come osi baka rivolgerti in questo modo insolente al grande unico e
magnifico tensai-
Hanamichi si avvicinò molto lentamente al compagno.
I suoi occhi nocciola vagavano per il corpo dell'altro, in una languida e
lenta carezza.
-Sai mi sembra giunto il momento che questa volpe impari una cosa
essenziale-
-Tu dici?-
-Sì... e si potrebbe iniziare dall'insegnare la giusta posizione da avere
quando si stà seduti-
Hanamichi si era fatto vicino, il suo corpo era a pochi centimetri
dall'altro.
Si inginocchiò davanti a Rukawa senza slacciare il suo sguardo da quello
dell'altro.
I suoi occhi mostravano la sua fame e il suo desiderio.
-Kaede stavo pensando una cosa...- disse mentre iniziava a muovere le mani
sulle gambe dell'altro
-Cosa?- ansimò
-Non è che per caso noi due abbiamo preso qualche strano virus?-
-Mmh..no..perchè?-
Hanamichi sorrise.
Stava solamente accarezzando le gambe di Rukawa e quest'ultimo già
ansimava. Come promesso lo stava solo aiutando a sedersi compostamente,
nulla di più.
-Bè sai sembra che tra noi due esista solo un rapporto sessuale-
-E..ti..dispiace?-
-Dici di no... ma forse abbiamo preso la Ormones Virales- disse con una
leggera risata
-Do'aho-
-Ma è vero... che ne sappiamo noi che non esista un virus del genere-
-Ma di cosa parli?-
-Bè potrebbe essere una malattia che colpisce gli ormoni facendoli
impazzire e obbligandoti a fare sesso sino allo sfinimento-
Rukawa sorrise lievemente, un sorriso malizioso che lasciò confuso il
rossino. Non fece nemmeno in tempo a pensare del perchè quel sorriso era
apparso sul volto del volpino che quest'ultimo afferrò una mano del
compagno, ferma sul gionocchio, e la condusse tra le sue gambe.
-Dunque questo è colpa del virus- disse ansimando
Gli occhi di Hanamichi si accesero ancora una volta di quella luce
particolare.
Il suo desiderio del compagno era tornato a farsi vivo ancora più forte
di prima.
-Allora Hana... dipende da quel virus?- disse muovendo la mano del rossino
sopra il tessuto
Hanamichi si morse il labbro inferiore cercando di controllarsi.
Finalmente un lampo di lucidità aveva attraversato la sua mente facendolo
riflettere sul fatto che il posto dove si trovassero non era poi molto
adatto alle loro effusioni amorose.
Ma sentire il membro gonfio di Rukawa attraverso il tessuto rischiava di
mandare via tutte quelle buone intenzioni, se poi unito al rigonfiarsi dei
suoi pantaloni non gli lasciava molta scelta sul da farsi.
-Kaede potrebebro..entrare..- ansimò mentre il volpino obbligò la sua
mano a stringere la stoffa in cui era imprigionata la sua eccitazione
-Ti..preoccupa?-
-Mmh..un po..-
-A me no..ho una gran voglia..di sentirti..mio-
Hanamichi serrò gli occhi con forza.
Doveva liberarsi ed allontanarsi subito oppure sarebbero andati troppo
lontani e allora sì che i suoi ormoni sarebbero impazziti.
Si allontanò con forza da quel corpo ansimando pesantemente mentre gli
occhi del volpino mostravano quanto fosse contrariato da quella mossa.
-Kaede... non guardarmi... così-
-Ah no...- disse mentre si alzava e si dirigeva verso di lui -E come vuoi
che ti guardi?- concluse spingendo il corpo del compagno contro la parete
Avvicinò il suo corpo a quello del rossino.
Corpo contro corpo in un alenta ed ipnotica danza dove il volpino tentava
sempre di far sfiorare entrambe le loro eccitazioni.
Avvicinò la bocca a quella del compagno accarezzandogli le labbra con la
lingua mentre con una mano andava ad accarezzare la gamba.
-Sei eccitato- gli ansimò contro l'orecchio
La mano della volpe era risalita piano sino a fermarsi tra le gambe di
Sakuragi, constatando a pieno quale fosse la situazione.
-Kae..no..ci..vedranno..-
-No..dopo..essere entrati..- gli morse il lobo dell'orecchio
-..ho..chiuso..a chiave-
Strinse la mano, bloccando la stoffa e l'erezione del rossino.
-Ti prego Kae...-
-Pregare? Ti ricordo che non siamo in chiesa-
Allentò la presa sul membro del compagno lasciando risalire entrambe le
mani per far in modo di bloccare quelle del rosso contro la parete.
Senza dare tempo di replicare e dire o fare la minima mossa iniziò a
spingere i propri fianchi contro quelli dell'altro traendo piccoli gemiti
da entrambi.
-Ti..ti..prego..-
-Oh Hana... siamo a scuola non in chiesa-
Nonostante l'eccitazione crescente Hanamichi scoppiò in una leggera
risata, per quella che doveva essere la battuta del volpino che sorrise di
fronte a quelle piccole risa.
Hanamichi avvicinò le labbra a quelle del volpino, mentre cominciò a
pensare che la sua vita non era stata mai così felice, senza sapere che
però quella stessa giornata sarebbe stata la peggiore della sua vita.
Continua...
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