Always Red

parte VI

di Neko


Aveva lasciato la stanza.

Sapeva perfettamente cosa voleva dire quello che aveva appena fatto.

Abbandonare quella casa avrebbe voluto dire dimenticare Rukawa. Quello si che gli sarebbe dispiaciuto. Proprio ora che aveva scoperto i suoi veri sentimenti per quella stupida volpe.

Una lacrima solitaria scivolò sul suo viso. Troppo preso dai suoi pensieri non se ne accorse, finchè non sentì qualcosa di umido sulle labbra.

Istintivamente si passò la lingua sul labbro superiore, assaggiando il gusto salato di quella goccia.

-Ormai hai preso la tua decisione Hanamichi... non vorrai mica tornare sui tuoi passi- disse amaramente

Non era intenzionato a farlo.

Doveva abbandonare la sua volpe e sapeva bene che lasciando quella casa avrebbe lasciato una parte di sè. Il suo cuore, ormai collegato da un forte vincolo al volpino.

Ma nonostante tutto non sarebbe tornato indietro.

No, perchè ritornare sulle proprie azioni era segno di debolezza, come gli diceva sempre suo padre.

E lui non era un debole.

Si portò la mano destra al petto.

Sentiva una forte morsa all'altezza del cuore, come se qualcuno glielo stesse strappando.

Chiuse gli occhi, stringendoli con forza, cercando di resistere a quel dolore che si faceva sempre più forte e non sembrava intenzionato ad abbandonarlo. E con ogni passo sembrava sempre farsi più forte quasi dipendesse dal suo allontanarsi dalla stanza da cui era appena uscito.

Si fermò di colpo.

Respirò alcune volte, cercando di riacquistare padronanza di sè e cacciare tutto quel dolore che stava invadendo il suo essere, almeno fin quando non fosse riuscito ad abbandonare definitivamente quella casa.

I suoi problemi sembrarono svanire improvvisamente.

La sua attenzione ora era focalizzata completamente su trovare l'uscita.

Continuava a guardarsi attorno ma sembrava no riuscire a trovare l'uscita. Eppure era strano. Era sicuro che prima fosse proprio passato da quella parte con Rukawa.

-Allora venendo ho notato un quadro rappresentate un paesaggio invernale- disse continuando a guardarsi attorno

Nulla.

Quel quadro non c'era, di sicuro aveva preso un corridoio per un altro, prima, quando era uscito dal salotto.

Come dargli torto quella più che una casa sembrava un labirinto, quindi difficile capire la strada giusta da prendere.

Tutto preso nei propri pensieri non si accorse di una figura che si avvicinava lentamente alle sue spalle. Forse dipendeva anche dal passo silenzioso che codesta misteriosa figura stava usando di proposito.

-Eppure sono sicuro... Kaede mi ha portato per...-

Non finì la frase.

Due braccia lo avevano circondato per la vita, facendolo sussultare. Eppure non aveva gridato, nessuna difesa. Eppure quello alle sue spalle era un estraneo.

O forse quella presa tanto calda attorno al suo corpo non gli era estranea anzi si poteva benissimo dire che si sentiva come a casa.

-Mi hai chiamato- sussurrò la persona al suo orecchio

-Kaede?-

-Ti lasceresti toccare da altri in questo modo-

Toccare? Cosa vuol dire?

Abbassò istintivamente la testa per constatare cosa voleva dire il volpino. Infatti una delle sue mani "candide" si stava destreggiando con i suoi pantaloni e precisamente il pollice e l'indice della mano sinistra stavano scendendo lo zip della cerniera.

Hanamichi sembrava alquanto confuso. Non riusciva a capire come mai la sua kitsune fosse arrivata così silenziosamente alle sue spalle solo per abbassargli i pantaloni e poi magari ci sarebbe scappato pure dell'altro.

Arrossì involontariamente al suo pensiero.

-Ka..Kaede..siamo in un..corridoio-

-E allora?- disse accarezzandogli il lobo dell'orecchio con le labbra -C'è qualcosa che non va, per caso-

Possibile che quello fosse davvero Rukawa?

Era davvero il Kaede Rukawa che conosceva lui?

Quello freddo e distaccato dal mondo intero. Sicuro che fosse proprio lui?

Oppure si stava solo lasciando influenzare dalla ricchezza che aveva attorno.

E poi la Kitsune aveva detto di amarlo, e quindi da dove uscivano tutte queste incertezze.

Forse dal cuore di un ragazzo che ha paura di essere abbandonato dalla persona che ama, per essere lasciato in balia di un futuro vuoto ed incerto.

Si riscosse da tutti quei pensieri appena sentì una lieve risata alle sue spalle.

Le mani di Rukawa si allontanarono da lui lasciandolo libero di girarsi ed appurare quella che era la realtà.

Kaede era a pochi passi da lui.

La mano destra sullo stomaco e il busto leggermente piegato in avanti, mentre l'altra mano copriva la bocca, forse cercando di non far intravedere le sue sottili risa.

Hanamichi spalancò gli occhi.

Non riusciva a proferire parola di fronte a quella visione, più unica che rara.

Era come se fosse capitato in uno strano mondo dove le cose vanno all'inverso.

Ma nonostante tutto rimase incantato di fronte a quella visione del volpino.

Era magnifico.

Una creatura unica.

La sola nota che stonava era quella bianca mano che non gli permetteva di vedere per intero quel volto perfetto.

Come attirato da una strana forza si avvicinò al compagno e quando gli fu abbastanza vicino, allungò il braccio destro per permettere alla sua mano di posarsi su quella del volpino, scansandola.

-Perfetto-

Una sola parola uscita dalle labbra, quasi senza pensarci.

Ma in fondo era così che lo vedeva ora, perfetto ma allo stesso tempo irraggiungibile.

Sentì un brivido percorrere il suo corpo, non appena la parola "irraggiungibile" cominciò a rimbombare per le pareti del suo cervello.

Abbassò subito lo sguardo quasi ad avere paura di incontrare quello di Rukawa.

Uno strano silenzio cominciò ad aleggiare per il corridoio desolato. Se avessero fatto entrambi più attenzione sarebbero riusciti a sentire il battito del cuore dell'altro.

Ma ora non era questo che importava.

No, quando Rukawa aveva qualcosa di più serio a cui pensare e che forse sarebbe servito a far tornare in soggiorno il suo rossino.

Non avrebbe usato le parole, fatto un discorso per convincerlo.

Non aveva bisogno di parlare, in quel momento quello che ci voleva era un'azione decisiva.

Cercò di eliminare il divario che c'era tra loro avanzando di un passo, ma dopo pochi secondi il rosso ne indietreggiò di uno.

Sembrava che ora volesse sfuggirgli.

Ma Rukawa non glielo avrebbe mai permesso perchè aveva promesso a se stesso di vincere la sfida con il cuore testardo del rossino.

Lui non era abituato a perdere e neppure questa volta sarebbe accaduto anche perchè la posta in gioco questa volta era troppo alta.

-Bè che fai ora cerchi di sfuggirmi- disse con voce bassa e altamente sensuale

-No..no..-

-E allora perchè indietreggi sempre-

-Forse perchè tu avanzi-

Rukawa sorrise a quell'innocente affermazione, anche se Hanamichi non se ne accorse perchè troppo preso a guardare verso il basso.

-E questo non ti sembra sfuggire, do'aho?-

Hanamichi strinse forte i pungi, che fino a pochi attimi prima erano tenuti fermi ai lati del corpo.

Alzò il viso per sfoderare uno degli sguardi più furenti, che potesse usare in quel momento.

-Se io sono un do'aho come dici tu... tu sei una stupida- avanzò di un passo -...ignorante...- ancora un passo -...bellissima, eccitante, travolgente, sensuale volpe- concluse appropriandosi delle labbra dell'altro

Hanamichi passò entrambe le braccia dietro al collo del compagno, mentre il volpino passando le proprie braccia attorno alla vita del rossino cercò di avvicinare maggiormente i loro corpi.

Dischiusero, subito, entrambi le labbra lasciando al rispettivo compagno di assaggiare l'altro.

Nonostante questo gesto di improvvisa passione, Sakuragi sembrava intenzionato a dividersi subito per non perdere il controllo, ma il moro non sembrava dello stesso parere.

Senza pensarci due volte sciolse l'abbraccio sul compagno e lo spinse contro la parete, inchiodandogli così il corpo e non permettergli alcuna via di fuga.

-Kae...-

Ogni protesta, ogni qualsiasi frase che stesse per uscire da quelle labbra venne bloccata dalla bocca del volpino, che iniziò a baciare con foga il rossino.

La sua lingua iniziò a stuzzicare quella del rosso che rispose subito, nonostante un attimo di smarrimento.

Hanamichi rabbrividì non appena avvertì le dita fresche dell'altro ragazzo farsi strada sotto la maglietta e venire a contatto con la sua pelle calda.

Rukawa allontanò le proprie labbra da quelle del compagno, solo per far intraprendere alla propria lingua un cammino giù per il collo.

-Kae..non è..un posto..adatto-

-Perchè no?- chiese succhiando quella pelle bollente sotto le sue labbra

-E'..un corridoio-

-Sì..allora?-

-Potrebbe passare..qualcuno-

-Hai..problemi?-

Il volpino non sembrava intenzionato a fermarsi. Di certo non proprio ora che aveva il suo do'aho eccitato tra le mani. E poi non voleva perderlo.

Mentre le sue labbra continuavano a lasciare segni rossi sulla pelle del suo "prigioniero", la sua mano non si era di certo fermata, anzi aveva toccato più carne possibile.

Con il pollice e l'indice iniziò a stuzzicare un capezzolo del rossino, godendosi le reazioni del compagno.

Quei gemiti erano come musica sacra per lui. Ora non gli importava altro, non lo sfiorava neppure la possibilità che una della servitù o addirittura sua madre passasse di lì.

Tanto nessuno avrebbe protestato. Sin da piccolo aveva agito liberamente, senza il minimo divieto, e avrebbe continuato a farlo.

-Mi scusi- disse una voce alle loro spalle

Sembrava che il progetto di Rukawa non potesse andare liscio.

Quella mattina sembrava essere tutto contro lui e il suo do'aho, come se qualcuno si volesse mettere apposta sulla loro strada. Ma lui non era tipo da fermarsi per così poco.

-Ehm signorino Kaede...-

La giovane domestica stava cercando in tutti i modi di attirare la sua attenzione.

Nulla, lui era troppo preso dal suo rossino per dargli anche la minima importanza. E poi perchè doveva dargliene, non ne aveva nessuna voglia.

Tanto non avrebbe obiettato o in caso contrario ci sarebbe stata una domestica in cerca di lavoro.

Forse però il santo protettore dei domestici aveva deciso di venirle in aiuto.

Hanamichi liberò le proprie mani dalla presa del compagno, solo per posarle ai lati del viso di quest'ultimo e posargli un leggero bacio sulle labbra.

-Magari è importante-

Nonostante le parole del rossino, Kaede non sembrava molto convinto da tutta quella storia. Anzi non gli andava proprio di lasciarlo andare per poi scoprire che alla fine quello che voleva dirgli la cameriera era solo una cavolata.

Ma il rosso sembrava aver imparato il modo giusto per farsi ascoltare dalla volpe.

-Potremo anche riprendere dopo- disse ad un soffio dall'orecchio di Rukawa

La cameriera fissava i due senza aggiungere una parola.

Il suo stato d'animo non era dei più tranquilli. All'imbarazzo prese d'improvviso posto la paura. Sapeva bene cosa succedeva quando si contraddiceva il giovane padrone. E ora riusciva persino a percepire una strana tensione nell'aria, questo voleva dire grossi guai.

Kaede si allontanò dal compagno. Uno sguardo serio era dipinto sul suo bel volto e non era da considerarsi molto amichevole, anzi dai suoi occhi traspariva una strana luce.

-Su..sua madre..l'attende nel salotto-

La voce le tremava, come del resto accadeva ad ogni parte del suo corpo.

Abbassò lo sguardo terrorizzata di quello che sarebbe potuto accadere da quel momento in poi.

-Hai finito-

Non era una domanda, era una specie di ordine.

La voce era gelida, tanto che la riscosse da tutti i suoi pensieri.

Non riuscì a ribattere, non trovava le forze per farlo. Ma anche se le avesse avuto non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo.

-Ti sei imbambolata-

-No..no..signorino..io-

Senza darle tempo di aggiungere una sola parola, Rukawa prese per mano Hanamichi, trascinandoselo dietro, lasciando la giovane domestica imbambolata nel corridoio.

**********************

A breve sarebbero iniziati gli allenamenti, ma questo non sembrava preoccupare Mito. Aveva lasciato di corsa la scuola dopo aver ricevuto quella telefonata.

Non era riuscito a trovare Hanamichi e in fondo non voleva dargli quella notizia, almeno finchè non ne fosse stato sicuro totalmente. L'infermiera si era solo accennata dicendo che forse non ce l'avrebbe fatta a sopravvivere per la mattina seguente.

Non voleva dare una notizia così al suo migliore amico. Già aveva fin troppi problemi e dargli anche quel colpo lo avrebbe distrutto. Lui non poteva farlo, non ci sarebbe mai riuscito.

E poi chi diceva che quell'infermiera non si potesse sbagliare. Si magari Sakura si sarebbe anche risvegliata, era una possibilità che non andava scartata e che lui non voleva scartare.

Non fermò la sua corsa fin quando non si ritrovò di fronte alla camera.

Chiuse gli occhi cercando di calmare il battito del proprio cuore, accelerato forse per la corsa o forse per la paura di trovare qualcosa di terribile oltre quella porta.

Forza Yohei... Forza...

Respirò profondamente una... due... tre volte fin quando non decise di affrontare tutto con il coraggio che ancora aveva.

Adesso come aprirai la porta ti troverai gli occhi di quella sciocca di Sakura puntati a dosso... Poi comincerà a prenderti in giro e chiederà dov'è suo fratello...

-Yohei...-

Una voce femminile alle sue spalle cercava di attirare la sua attenzione.

L'infermiera che si era sempre occupata di Sakura aveva un viso così bianco da sembrare un fantasma. I suoi occhi erano lucidi e minacciavano di lasciar sfuggire alcune lacrime da un momento all'altro.

Nonostante Mito le stesse dando le spalle poteva vedere i suoi tremiti. Cercò di allungare una mano per toccare la sua spalla ma non vi riuscì. Si sentiva vuota, come se tutte le sue forze fossero state risucchiate.

-Allora... su Yohei posiziona quella maledetta mano sulla maniglia...- disse il ragazzo cercando di auto-convincersi a farlo

-Yohei...-

-Sembra che questa stupida mano sia paralizzata...-

-Yohei..ascoltami-

Piccole gocce di un'anima piena di dolore cominciarono a rigare il viso della giovane infermiera. Si portò la mano destra, tremante, al viso cercando di coprire la bocca e con lei i singhiozzi che si stavano facendo sempre più forti.

-Ti prego... Ascoltami- urlò l'ultima parola

Cadde sulle ginocchia, piangendo.

Mentre la sua anima gridava la perdita di un'amica d'infanzia ormai persa. Era così lei e Sakura erano amiche d'infanzia e sapeva perfettamente quanto Hanamichi tenesse a sua sorella. Come avrebbe fatto ora senza di lei, lui era certamente quello che avrebbe sofferto maggiormente e lei non poteva fare niente per aiutarlo.

Mito si girò di colpo trovandosi di fronte quella scena.

Sgranò gli occhi nell'appurare le condizioni della ragazza.

-Non capisco... perchè sei conciata così-

Non capiva?

O certo se capiva, aveva capito perfettamente qual'era il vero motivo della disperazione dell'infermiera, ma non voleva crederci.

No, non poteva assolutamente essere quello, Sakura non era morta. Di sicuro si era svegliata dal suo coma e aveva organizzato tutto questo per prendersi gioco di lui. Ormai era abituato ai suoi scherzi.

-Yo..Yohei..lei..è...-

-NO... non è vero-

-Yohei lo sò che fa male- disse rialzandosi e asciugando le lacrima -Fa male anche a me... ma lei è deceduta pochi minuti fa...-

Mito sbiancò tutto d'un colpo.

Le gambe sembravano no riuscire a reggerlo più. Dovette appoggiarsi alla parete lì vicino per non cadere a terra.

-Reika..io..non posso..dirlo ad..Hana..- disse mentre una lacrima sfuggiva al suo controllo

Reika tentò di sorridere, anche se era difficile in quella situazione.

Si avvicinò al ragazzo e prendendolo per mano lo condusse verso una delle sale d'attesa.

*******************

-Chissà che fine avrà fatto Hanamichi-

Haruko era appena entrata in palestra. Era convinta di trovarci ancora il rossino, magari intento ad allenarsi. Era stata troppo insicura sul da farsi.

Almeno fino a quel momento.

Ora sapeva qual'era la decisione giusta da prendere.

Il suo cuore batteva a senso unico.

E in cuor suo sperava che quei sentimenti fossero ricambiati.

Anzi ne era certa.

Ma stranamente le sue aspettative non vennero rispettate.

La palestra era vuota.

Non c'era la minima forma di vita.

Nessun rumore.

-Strano... Veramente strano...-

Stava per dirigersi fuori quando un piccolo rumore attirò la sua attenzione.

Volse lo sguardo verso la direzione dal quale lo aveva percepito.

Mille domande che assillavano la sua mente.

Poi un sorriso si dipinse sul volto della ragazza.

Il rumore era arrivato dagli spogliatoi.

Forse Hanamichi era ancora lì.

E forse aveva finito di farsi la doccia ed era pronto a tornare a casa.

E se era ancora nella doccia?

A quel pensiero arrossì.

Il suo cuore iniziò a battere più forte alla visione del corpo nudo del rossino sotto la doccia.

Scosse la testa cercando di cancellare quella visione.

Ma sembrava non volerla lasciare.

Ogni volta che chiudeva gli occhi Hanamichi completamente nudo si affacciava nella sua mente.

Devo smetterla di pensare a certe cose... Ma che cosa mi prende... Sembro una di quelle vecchie maniache che non aspettano altro che vedere il corpo nudo di un uomo...

Si diresse, cercando di fare il minimo rumore verso la porta degli spogliatoi.

Il cuore che non accennava a diminuire la propria corsa.

Il suo viso leggermente arrossato per quello che si credeva l'aspettasse al suo interno.

Era davanti alla porta.

Si mise una mano all'altezza del cuore.

Respirò piano alcune volte con gli occhi chiusi.

Era troppo eccitata da quella situazione.

Doveva calmarsi oppure se qualcuno l'avesse vista avrebbe pensato che avesse strane intenzioni.

La porta non era chiusa.

Dal suo interno provenivano strani suoni.

Sembravano strani lamenti provenienti da un ragazzo.

Spinse piano la porta, quel tanto che le permise di vedere cosa stesse succedendo all'interno.

Hanamichi c'era, proprio come aveva immaginato lei.

Ma non era solo.

C'era anche Rukawa.

Sarebbe potuto essere tutto normale se non per il fatto che Rukawa era sopra ad Hanamichi.

Anche fin qui sarebbe potuto essere tutto normale, visto che molto spesso aveva assistito alle loro liti. Eppure c'era qualcosa che non tornava.

-Kaede potrebbe vederci qualcuno-

-Non c'è nessuno.. di cosa ti preoccupi- disse il volpino facendo vagare le proprie mani sul petto del compagno -Siamo soli.. nessuno ci disturberà-

La voce di Rukawa era bassa e sensuale, troppo perchè Hanamichi non provasse una strana eccitazione che lo pervadeva.

Stava già perdendo la cognizione del tempo con quei piccoli gesti, figuriamoci cosa sarebbe successo quando il volpino avesse deciso di dargli il giusto appagamento.

Hanamichi doveva trovare un modo per distrarre il compagno, non aveva nessuna intenzione di dare spettacolo. Forse uno dei loro compagni sarebbe tornato indietro perchè aveva dimenticato qualcosa e li avrebbe trovati in quella situazione. Se davvero fosse accaduto così cosa si sarebbe potuto inventare.

-Kaede... avrei bisogno di parlarti-

Rukawa fermò ogni sua azione su quel corpo caldo.

Non riusciva a capire perchè il suo rossino lo avesse fermato. Era convinto forse di riuscirgli a sfuggire anche questa volta. Bè se era davvero questo il suo piano aveva sbagliato di grosso.

-E di cosa dovremmo parlare- disse avvicinando la lingua all'orecchio del compagno

-Ehm... del perchè..ti sei fermato...- ansimò -Oggi quando.. mi hai messo la mano..nei pantaloni..-

-Ah... avresti voluto di più...-

-Non ho detto quello..ma il perchè.. ti sei messo a.. ridere..-

Si inarcò sotto le continue carezze del volpino. Ora aveva preso a stuzzicare i suoi capezzoli. Alternando le sue attenzioni da uno all'altro traendo sempre più gemiti da Sakuragi.

-Vuoi davvero sapere il motivo?-

-Sì..ahhh..sìì...-

-Bè perchè tu ti sei infilato le mie mutande-

-Eh?- disse spalancando gli occhi

Rukawa si allontanò da lui, provocando piccole e sottili proteste da parte del compagno. Sorrise ripensando al modo più semplice per spiegarglielo, ma stranamente l'unico modo per farglielo comprendere era essere esplicito.

-Mi fanno ancora male le palle per colpa tua-

Più esplicito di così.

Ma era la verità, sentiva ancora un leggero prudere nelle parti intime. Non riusciva a comprendere se era per il fatto che lui era più dotato o solo per il semplice fatto che il do'aho usasse gli slip e non i boxer, come era abituato a fare lui.

-Kitsune..ma..ma..cosa dici- disse arrossendo

-Do'aho è la verità...-

Con la mano allontanò dalla fronte alcuni ciuffi neri. Con questa mossa si rese finalmente conto di non essere solo col compagno. Una figura femminile li stava osservando da dietro la porta con occhi lucidi, sembrava proprio sul punto di piangere. Anzi quella che stava rigando il suo viso era proprio una lacrima.

Un'idea si fece spazio nella sua mente.

Forse questa intrusione non era da considerarsi negativamente anzi forse era proprio un colpo di fortuna. Magari quella stupida della Akagi avrebbe finalmente compreso a chi apparteneva Hanamichi.

Si riavvicinò al suo compagno, con tutta l'intenzione di continuare quello che prima aveva lasciato.

Avvicinò la lingua all'orecchio, inserendola al suo interno, lasciando che una umida scia di saliva sfuggisse al suo controllo e si perdesse nel collo.

-Ru... Rukawa... aaaaaah...-

Rukawa fece vagare la propria mano, ancora una volta, per il corpo caldo del rossino.

Hanamichi cominciò a gemere e contorcersi sotto quella dolce tortura.

-Kae..de..ti..prego...-

-Dimmelo Hana cos'è che vuoi?-

-Ba..bastardo-

La Akagi continuava ad osservare la scena con le lacrime agli occhi. Non riusciva a credere ai suoi occhi, proprio ora che finalmente si era accorta dei propri sentimenti per Sakuragi, lui se la spassava con Rukawa.

Rukawa alzò ancora una volta lo sguardo per vedere se la cretina fosse ancora lì. Difatti non si era mossa di un millimetro. Questo faceva aumentare in lui una gran voglia di farla soffrire.

Con il tocco leggero delle dita percorse ancora una volta tutto il petto del compagno, facendo poi vagare la mano sempre più verso il basso, fermandola tra le cosce del rossino.

Hanamichi sussultò non appena sentì la presa sul proprio membro. Non era stato delicato, anzi sembrava che volesse fargli capire a chi apparteneva. Che avrebbe potuto fare tutto quello che avrebbe voluto. Ormai era in suo potere.

-Ka..Kaede... aaaaaah-

Rukawa aveva cominciato a muovere la mano provocando un piacere incredibile, capace di togliere il respiro al rossino che continuava a gemere e gemere sotto quelle carezze.

-Di..di più... -

Haruko era pervasa da un dolore acuto all'altezza del cuore.

Il viso ormai pallido era continuamente rigato dalle lacrime, che non sembravano voler accennare a smettere.

-Ka..ede..non smet..tere-

Kaede aveva aumentato il ritmo della mano. Abbassò il volto e cominciò a mordicchiargli l'orecchio provocando dei brividi il tutto il corpo di Sakuragi.

Tutto questo fece sì che Hanamichi venne nella mano di Kaede.

Rukawa aveva aumentato il ritmo delle spinte della sua mano, voleva farlo completamente perdere in quel piacere.

Abbassò il volto e cominciò a mordicchiare l'orecchio del compagno. Un piacere in più che provocò maggiori brividi in quel corpo ormai specchio di un piacere puro.

Con un urlo Hanamichi alzò il bacino spargendo il suo seme nella mano di Kaede.

Ansimò pesantemente per il piacere appena provato, cercando di recuperare in fretta le energie.

Rukawa invece vide che la ragazza era ancora lì ad osservare la scena. Un'idea balenò nella sua mente. Si portò la mano ancora bagnata alla bocca e leccò avidamente tutte le dita.

Di fronte a quella vista e forse per tutto a quello a cui aveva assistito Haruko scappò dalla stanza. Mentre Rukawa sembrava alquanto compiaciuto dalla sua opera...

Rukawa, invece, si prese la briga di controllare se la ragazza fosse ancora lì.

Non si era mossa, era rimasta lì a guardare tutta la scena. Dunque non le sarebbe poi dispiaciuto vedere un'ultima cosa.

Si portò la mano ancora bagnata dal seme del compagno alla bocca, leccando avidamente tutte le dita, non lasciando una sola goccia.

Di fronte a quella vista e forse a tutto quello a cui aveva assistito, ritrovò le forze per fuggire via e lasciare la palestra.

Mentre sul volto di Rukawa comparve un sorriso compiaciuto per la sua opera.

Fine 6° capitolo...







Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions