Always Red parte
V
di Neko
Sarebbe stata ora di alzarsi e di prepararsi per andare a scuola.
Ma questo non sembrava essere nelle intenzioni di una ragazza pigramente
sdraiata nel suo letto, a pancia in giù.
Aveva passato una notte agitata, troppo per lei. Popolata da incubi e da
strani pensieri che erano entrati con una prepotenza nella sua testa.
Non riusciva ad accettare quello che la sua mente e il suo cuore le
urlavano.
O forse aveva solo paura dei suoi pensieri contrastanti.
Aveva paura perchè tutte le sue certezze sembravano crollare di fronte ai
messaggi che il suo cuore continuava a mandarle. Come se tutto quello di
cui si era convinta fino a quel momento svanisse come una macchina che si
perde attraverso una fitta nebbia.
Perchè Rukawa mi ha trattata così? Io non ho fatto proprio nulla, volevo
solo essere gentile con Sakuragi... Mi stò solo preoccupando per lui, per
la sua salute... E poi Sakuragi sembra cos' cambiato, a volte così
distante da sembrare quasi uno sconosciuto, a volte il vecchio amico che
pensavo di aver perso... Però è così carino, è così bello..
Aprì gli occhi di colpo.
Non riusciva a capacitarsi che ancora una volta quel pensiero si fosse
formato nella sua testa.
Eppure ogni volta quel pensiero ritornava prepotentemente a farsi strada
dentro di lei.
Eppure è così sensuale... Il suo petto nudo ricoperto di sudore...
Quelle piccole goccioline che percorrono tutto il suo torso...
Ancora?
Arrossì di colpo rendendosi conto dei suoi pensieri. Tutti inerenti a
quelle immagini che continuavano a far capolino nella sua mente, ormai
troppo confusa.
Si girò, lo sguardo rivolto verso il soffitto, come se quello potesse
aiutarla a cancellare quelle visioni.
Perchè si sentiva così confusa?
Solo perchè ora si stava rendendo conto che Sakuragi poteva essere più
che un amico?
Che non si era mai resa conto della persona fantastica che era?
Si mise a sedere.
Lo sguardo fisso nella parete di fronte a sè perso ad osservare
l'ingrandimento di quella foto che aveva attaccata al muro.
La foto che era stata scattata dopo la partita contro il Sannoh.
Osservò attentamente la foto, spostando gli occhi da Sakuragi a Rukawa, e
viceversa, senza decidere dove fermarsi.
La confusione che aveva in testa non sembrava diminuire, almeno sin quando
decise di fermarsi ad osservare la figura del rossino.
Ha un fisico così perfetto... La sua pelle bronzea sembra accentuare
maggiormente ogni suo muscolo... E chissà quello che si nasconde sotto
quella divisa da basket...
Scosse la testa, cercando di cacciare indietro quei pensieri che non si
addicevano proprio al suo carattere.
-Ma cosa vado a pensare... Non mi starò per caso innamorando di lui-
Questo pensiero la fece riflettere. Le fece tornare nella mente
quell'incubo dove una figura scura che non seppe identificare faceva
l'amore con Hanamichi. Chiuse gli occhi per cancellare quei ricordi, ma
questo non fece che peggiorare le cose visto che le immagini di quel
sogno, ogni singolo rumore tutte le grida di piacere tornarono a
tormentarla e a ricordarle cosa aveva urlato alla persona che era con
Hanamichi.
Togli le mani dal mio Hanamichi...
Spalancò gli occhi. Aveva davvero detto suo? Non poteva essere non voleva
accettarlo, lui era il suo amico, lui era il suo migliore amico.
Ma allora perchè il giorno precedente si era sentita attratta dal rossino.
Perchè aveva provato quella gelosia verso il volpino. Doveva riuscire a
capire per chi batteva veramente il suo cuore.
**********
Mitsui aveva appena messo piede nel cortile della scuola.
Il suo viso non aveva un'espressione proprio tranquillizzante. Anzi
sarebbe stato appropriato dire che quella mattina aveva proprio le scatole
girate e se la sarebbe presa col primo che si sarebbe messo sulla sua
strada.
La sera precedente era stato assalito da un gruppo di teppisti proprio
vicino al suo appartamento. Avevano cercato in tutti i modi di provocarlo,
di avere una reazione da parte sua, ma ogni qual volta cercava di alzare
le mani vedeva il viso del signor Anzai prendere il posto di quello di
quei ragazzi.
Di sicuro se non fosse stato per l'aiuto imprevisto di quello strano
ragazzo biondo a quest'ora sarebbe sdraiato in un letto d'ospedale.
Era uscito fuori dal nulla e aveva cominciato a darle a quei ragazzini,
così li aveva definiti con un'alto accento inglese.
E poi era sparito così com'era apparso, nel nulla.
Mitsui era rimasto fermo come un cretino ad osservare come quel ragazzo si
destreggiava tra quei ragazzi, tra l'altro armati, come se fosse la cosa
più semplice di questo mondo.
Era nervoso.
Si decisamente lo era troppo.
Non aveva potuto sfogarsi e ora aveva una gran scarica che correva per il
suo corpo. Poco male avrebbe scaricato tutto il nervoso in palestra.
Si diresse vero l'interno della scuola.
Non aveva nessuna intenzione di perdere tempo in cortile e magari
assistere ad un'altro nuovo urlo di battaglia da parte di quelle pazze del
fans club di Rukawa, che si stavano proprio dirigendo verso di lui.
Gli passarono accanto senza degnarlo di uno sguardo.
Si voltò per constatare che stavano preparando il loro nuovo slogan
nell'attesa dell'arrivo del loro idolo.
Una risata sembrò riportare un po di buon umore in Mitsui, erano così
divertenti tutte convinte in quello che facevano.
Senza aspettare altro si diresse dentro la scuola.
Per colpa di quegli stupidi ragazzini non ho neanche fatto i compiti... E
ora chi lo sente quel rompi scatole del prof... Vabbè poco male basterà
fare gli occhietti dolci alla secchiona di classe e copierò i suoi...
Non che gliene importasse molto di fare i compiti o di partecipare ad
un'altra gionata di noiose lezioni.
Ma vi era costretto, altrimenti il suo rendimento scolastico sarebbe stato
usato come scusa per tenerlo fuori dal basket. Non aveva intenzione di
dare a nessuno la possibilità di tenerlo fuori da quello che era ora la
sua vita.
Percorse il lungo corridoio del piano terra senza badare troppo a quello
che succedeva attorno, stranamente i suoi pensieri erano tutti concentrati
su un'unica persona.
Non riusciva a capire come e quando potesse essere successo, ma il fatto
era che non riusciva proprio a toglierselo dalla mente, come se quel
ragazzo avesse marchiato con il proprio sigillo la mente di Mitsui.
Scosse la testa, cercando di cacciare via quei pensieri.
Non era da lui farsi prendere da tali fantasie in pieno giorno. Anche se
di notte poteva dare sfogo a tutti i suoi pensieri.
Sognare quel corpo caldo e sudato che apparteneva solo a lui. Figuriamoci,
il suo era solo un sogno.
Non avrebbe avuto nessuna possibilità con lui.
Era chiaramente impossibile che avrebbe ricambiato i suoi sentimenti.
Poteva solo immaginare di farci del sesso, nulla di più.
-Smettila Hisashi...-
Il suo pensiero aveva preso vita, uscendo dalle sue labbra e rischiando di
essere sentito anche dagli studenti che erano fermi nel corridoio.
Non c'era nulla di male in quello che aveva detto.
Ma stranamente due ragazzine poco distanti da lui stavano ridacchiando.
Più precisamente stavano ridendo di lui e commentando le sue parole.
Che cavolo hanno da ridere quelle due, mi sembra di non aver detto nulla
di strano...
Senza pensarci troppo sù, si avvicinò alle due.
Il suo sguardo non prometteva nulla di buono, questo era il pensiero delle
due ragazze convinte chissà di che cosa.
-Buongiorno Sempai- disse una abbassando lo sguardo
-Mi stavo chiedendo una cosa e magari voi potreste fornirmi la risposta
che cerco-
Nessuna delle due parlava.
Nessuna osava alzare lo sguardo, troppo imbarazzate per quello che era
successo.
Tanto brave a sparlare alle spalle ma del tutto prive di coraggio quando
gli si para davanti un problema. Era inutile stare li a chiedere
spiegazioni, quando sapeva bene lui stesso di cosa stavano parlando.
Senza aggiungere altro diede loro le spalle. Stava per allontanarsi quando
riportò l'attenzione sulle due e indicando la ragazza sulla destra con un
dito fece notare un particolare.
-Fossi in te non andrei in giro in quel modo-
La ragazza prese a guardarsi non notando nulla di strano. Sembrava tutto
sistemato alla perfezione. Non riusciva a capire cosa intendesse il
ragazzo quando aveva indicato alla sua gonna.
Ma certo la gonna... Oh dio... Oh no ti prego fa che non sia così...
Arrossì di colpo, mentre l'amica l'osservava senza capirci nulla.
-Hey mi vuoi spiegare che hai-
-La...la..la mia gonna-
-Che cos'ha la tua gonna-
La ragazza continuava ad agitarsi e a cercare di controllare l'indumento
dietro, ma l'unico modo in cui poteva farlo era far roteare la gonna in
modo di spostarsi la parte che stava dietro, davanti.
Così fece, senza nemmeno sentire quello che le diceva l'amica e notare lo
sguardo divertito di Mitsui.
-Ma... non c'è nulla- disse osservando con occhi larghi la stoffa
-E' quello che cercavo di dirti...-
L'attenzione delle due ragazze venne attirata dalle risa del ragazzo.
Mitsui era leggermente inclinato in avanti, con un braccio appoggiato al
muro per reggersi, mentre con la mano destra continuava a battere
ripetutamente sulla coscia. Non sembrava riuscire a smettere di ridere,
era più forte di lui.
Lo spettacolo a cui aveva assistito era stato troppo comico, avrebbe
addirittura vinto qualche concorso video amatoriale.
Le due ragazze, rimasero lì ad osservare il ragazzo.
Tutte e due paonazze per la vergogna.
Si guardarono attorno sperando che nessun altro avesse assistito alla
scena, ed infatti il corridoio era vuoto e l'unico rumore o suono udibile
era la risata del loro sempai e i singhiozzi dell'altra ragazza.
Si sentiva talmente imbarazzata e umiliata che si era messa addirittura a
piangere.
Senza aggiungere altro si precipitò nell'aula di fronte a loro, insieme
all'altra ragazza. Passarono alcuni minuti ma alla fien le risate del
ragazzo sembravano essersi smarrite per lasciar posto al silenzio dovuto.
Per fortuna che non sono rimasto a casa... Avrei perso tutto quello
spettacolino...
Mitsui continuò il suo cammino verso la propria aula, asciugandosi una
lacrima sfuggita per il troppo ridere. Non era stato un atteggiamento
esemplare, ma in fondo se lo erano meritate. E poi quella giornata era
iniziata in modo troppo monotono, ci andava un po di movimento.
Perso nei propri pensieri non si rese nemmeno conto di un pericolo in
avvicinamento, e esattamente una ragazza che gli finì addosso facendolo
cadere rovinosamente a terra.
-Ma guarda dove cammini- disse Mitsui rialzandosi
-Mi spiace no l'ho fatto apposta.. giuro-
Hisashi alzò lo sguardo solo per ritrovare davanti a sè due ragazze. Non
che gli interessasse i particolare di quelle due ma la ragazza che gli
stava facendo le sue scuse aveva qualcosa di familiare. Era sicuro di
averla già vista da qualche altra parte, solo che non ricordava dove.
-Rei... non dovevamo cercare quella persona-
La voce dell'altra ragazza attirò l'attenzione di tutti e due, anche se
il motivo era ben diverso. Mitsui spostò lo sguardo dalla ragazza a
quella Rei, impallidendo notevolmente quando si rese conto di chi si
trattava. Il giorno prima era stato difficile liberarsene tra tutti i
membri della squadra e figuriamoci ora che era solo in un corridoio.
Sarebbe stat un'impresa ardua.
-Accetto le tue scuse, ma ora devo proprio andare- disse Mitsui cercando
di superarle
-No aspetta un attimo-
Stupido.. Stupido... Stupido... Perchè non te ne sei andato subito...
-Tu sei Mitsui del club di basket giusto-
-E allora?-
-Bè stavo cercando il sempai Sakuragi e mi domandavo se tu...-
Non finì nemmeno la frase che Mitsui la interruppe, con uno sguardo non
proprio amichevole. Come se quell'affermazione appena fatta gli desse un
certo fastidio.
-Io non sono la balia di Sakuragi, e poi non capisco questo tuo stargli
sempre incollata al culo-
-Ma...-
-Se hai finito io avrei altro di meglio da fare-
Senza aggiungere altro Mitsui si incamminò.
Non aveva voglia di sentire quella stupida ragazzina e i suoi stupidi
problemi sentimentali. Già gli bastavano tutti i suoi casini, figuriamoci
se si portava in spalle quelli degli altri.
-Hey nessuno mi hai mai tratta così fermati-
Ma Mitsui non la ascoltava. Continuava a camminare cercando di trovare una
via di fuga guardandosi attorno.
Nulla, almeno fin quando non intravide la porta del bagno.
-Ho detto di fermarti subito...-
Mitsui aprì la porta del bagno dei maschi e si chiuse la porta alle
spalle, lasciando la ragazza in preda ai suoi isterismi.
Rei continuava ad osservare la porta.
Quella dannata porta che la divideva da quel ragazzo che si era preso la
libertà di ignorarla. Era la prima volta che uno la trattava in quel
modo. A parte il caso della maleducazione numero uno, Rukawa.
-Nessuno tratta così Rei Sendo... ricordalo bene- disse prima di sbattere
un piede in terra con fare nervoso
Senza aspettare altro, tornò indietro dove aveva lasciato l'amica.
Senza fermarsi tirò fuori dalla tasca destra un piccolo libretto nero,
prese la matita dalla stessa tasca e scrisse a lettere cubitali in nome di
Mitsui.
*****************
Hanamichi e Rukawa avevano fatto appena la loro entrata in salotto. La
cameriera aveva bussato poco prima alla stanza del volpino avvisandoli che
una persona li stava attendendo lì, senza sbilanciarsi su chi potesse
essere codesto ospite inatteso da parte di Rukawa.
Sakuragi rimase senza parole di fronte allo spettacolo che gli si offriva
in quella stanza. Non si sarebbe mai aspettato nulla di simile. Chissà
quanti soldi avevano speso per creare quella meraviglia di soggiorno.
Al centro della stanza un grande tappeto dalle mille sfumature, che quasi
gli davano un'aria antica e principale alla stanza. Attorno a questo e
appoggiato a tre rispettive pareti tre divani, a due posti, di color
beige.
In mezzo ad essi, al centro del tappeto, un tavolino rettangolare in legno
scuro. Forse di puro legno di noce.
Di fonte a tutto questo, nella parete a sinistra dell'entrata, un camino
in stile antico e sistemato sopra di esso alcune mensoline che ospitavano
alcuni libri.
Proprio una bella stanza, anche se la sua descrizione non era finita nei
particolari perchè la propria attenzione era stata attirata dalla figura
che stava seduta sul divano di mezzo.
Sembrava addirittura il suo Rukawa al femminile. Stesso taglio di capelli,
stessi lineamenti del viso. Bè una differenza c'era ed era nella
voluminosità del petto.
Arrossì al suo pensiero.
Non sapeva nemmeno chi fosse quella donna e già cominciava a fare strane
supposizioni.
-Bè Kaede dove hai lasciato l'educazione- disse osservando il moretto -MI
sembra di avertene data anche troppo... l'hai persa da qualche parte?-
Rukawa non rispose.
L'unica cosa a cui pensava era come spiegarle della presenza dell'altro
ragazzo.
-Bè non mi presenti il tuo amico- disse accentuando l'ultima parola
-Da quando in qua ti importa di chi mi porta a casa-
-Da sempre... visto che questa è casa mia-
Hanamichi rimase ad osservare il dialogo tra i due senza dire la minima
parola.
Non aveva nessuna intenzione di intromettersi in quella lite tra parenti.
Di questo era sicuro, quella donna doveva essere una qualche parente del
volpino. Bè forse visto la giovane età che mostrava poteva essere
qualche cugina.
-Bè Kaede visto che il tuo amico è già in casa mia, provvedi alle
adeguate presentazione-
-Bè posso presentarmi anche da solo- disse il rossino avvicinandosi alla
donna - Io sono Hanamichi Sakuragi... piacere- concluse porgendole la mano
La donna non si mosse.
L'unica cosa che fece fu posare due occhi scuri e gelidi sul ragazzo che
aveva di fronte. Non capendo da quale luogo suo figlio avesse trovato
questo ragazzo.
-Non mi sembra educato presentarsi per primo... ma visto che non tutti
possono permettersi un'educazione adeguata- disse alzandosi -Io sono
Meyumi Kobayashi... la madre di Kaede-
Hanamichi rimase pietrificato di fronte a quell'affermazione. Non per aver
scoperto che quella donna in realtà era la madre di Kaede ma per quello
che aveva celato in quell'affermazione.
Cosa voleva dire con "non tutti possono permettersi un'educazione
adeguata"?
Forse che lui era povero? Voleva davvero dire quello?
Bè allora si sbagliava di grosso perchè a lui non importava ne che fosse
la madre del volpino ne che fosse strapiena di soldi. Perchè nessuno
doveva permettersi di trattarlo in quel modo.
-Ti puoi anche sedere ora- disse risiedendosi
Quell'affermazione non fece altro che provocarsi delle occhiatacce da
parte del figlio. Non riusciva a capire cosa avesse sua madre in testa. Va
bene un po di diffidenza verso gli estranei ma trattare in quel modo una
persona era davvero esagerato.
-Bè perchè non ti siedi... forse non sei abituato a questo tipo di vita-
Ecco la goccia che fece traboccare il vaso.
Hanamichi aveva sentito anche troppo.
-Forse non sarò abituato al vostro tipo di vita, su questo posso anche
darle ragione... ma non permetto a nessuno di offendermi- disse tentando
di controllarsi -E poi la ricchezza non dura in eterno, invece quello che
abbia qua dentro- si portò una mano all'altezza del cuore -I buoni
sentimenti, e l'amore per chi ci circonda, questa qualità se veramente
l'abbiamo dura in eterno-
Si voltò, dando le spalle alla donna, incamminandosi verso l'uscita prima
di ricevere altre offese.
Fermandosi accanto a Rukawa gli rivolse un sorriso amaro.
-Non funzionerà mai- disse accarezzandogli con due dita una mano tremante
Con quell'ultima affermazione lasciò la stanza. Con la sicurezza che al
suo interno aveva dimenticato il suo cuore ormai legato a Kaede.
Fine 5° capitolo
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