I personaggi di Yu Yu appartengono agli aventi diritto.

Le persone che hanno già letto questa fic hanno protestato.., mandatemi la vostra impressione mi raccomando!


L'altra

di Jpnir


Hiei aspettava Kurama sul tetto della scuola.
L'ora del pranzo era ormai quasi finita e Kurama, a differenza del solito, non si era ancora fatto vedere.
Era più di un mese che pranzavano insieme, e non era mai successo che mancasse ad uno dei loro appuntamenti senza avvertire.
Hiei decise di dare una controllata furtiva.
Aprì la porta che dava sulle scale che conducevano al tetto, ma non c'era nessuno.
Allora saltò di ramo in ramo tra gli alberi che circondavano l'edificio scolastico, scrutando all'interno delle finestre, ma Kurama non si trovava.
Scese allora dagli alberi, e si avviò verso l'edificio che, come Kurama gli aveva spiegato, ospitava tra gli altri il club scolastico, cui Shuichi era iscritto.
Niente. Kurama non era neppure lì.
Si stava giusto chiedendo se non fosse tornato a casa per qualche motivo, quando sentì due ragazze parlare tra loro.
"Hai visto Ukio, per caso?"
"Ma no, non ti ricordi? Ce l'ha anche detto che non si sarebbe fermata per il pranzo, oggi. E' a casa del senpai Minamino, si sono frequentati così poco, in quest'ultimo mese... si vede che avevano bisogno di stare un po' da soli, dopotutto stanno insieme da..."
Hiei corse via, non voleva sentire altro.
Kurama e una ragazza? Ma andiamo...
Purtroppo quando balzò sui rami di fronte alla finestra di Kurama i suoi sospetti furono confermati, nella maniera più bruta in cui avrebbero potuto esserlo.
Kurama stava sul suo futon, la camicia sbottonata. Ma non era solo.
Sotto di lui, una ragazza dai capelli neri, anche lei seminuda.
Poteva scorgerne solo la fronte e la chioma sparpagliata sul cuscino di Shuichi, poichè il resto era coperto da Kurama che si trovava sopra di lei, e la baciava sulle labbra, le baciava e leccava e mordeva il collo e le spalle, scostandole i capelli così simili a quelli di Hiei per assaporarla in posti nuovi, e nel frattempo lei inarcava la schiena e tendeva il collo, "Shuichi", continuava a sussurrare, una, due, tre, dieci volte, e gli accarezzava e graffiava la schiena...
Era troppo. Hiei balzò via, incapace di guardare quella scena anche solo per un altro secondo.
Quando quella sera ritornò, la ragazza era andata via, e Kurama indossava già il pigiama.
Si sedette sulla finestra, chiedendosi perchè fosse venuto, maledicendosi in silenzio per la sua stupidità.
Stettero zitti entrambi per qualche minuto.
"Vieni a dormire? Domattina devo alzarmi più presto del solito."
"Cosa c'è, la passi a prendere a casa?"
Kurama arrossì violentemente.
"A dirla tutta, sì."
"Allora andiamo a dormire."
Kurama guardò Hiei mentre si svestiva.
Ripose sciarpa e tunica, dopo essersele sfilate, sulla solita sedia, e come al solito si infilò sotto le coperte, dalla sua sponda del letto, senza una parola.
Anche Kurama puntò la sveglia e si coricò in silenzio.
Passò una dozzina di minuti, ma nessuno dei due riusciva a prender sonno.
Sapevano entrambi che c'era bisogno di rompere il ghiaccio, in un modo o nell'altro, ma si rendevano anche conto che non ne avevano la minima intenzione.
Fu Hiei a muoversi per primo. Fu un attimo.
Si girò di scatto, afferrò per le spalle Kurama e si mise sopra di lui, bloccandogli le mani come aveva fatto quella sera più di un mese prima, una sera che sembrava ormai così lontana.
Non perse neanche tempo a slacciare il pigiama, ma lo lacerò letteralmente, fatto questo si attaccò prima alle labbra e poi al collo di Kurama, baciando, succhiando, leccando e mordendo ogni singolo punto di quella pelle tanto amata che stava rischiando di perdere.
Kurama rimase allibito per un attimo, poi, inerme sotto la presa di Hiei, fu sopraffatto dall'eccitazione e inarcò la schiena verso l'alto, cercando di dimenarsi.
"Hiei... Hiei... cosa...", non riusciva a parlare, interrotto com'era dai gemiti che non riusciva a trattenere ogni volta che le labbra di Hiei incontravano il suo collo, la sua nuca o il suo torace.
Ad un tratto Hiei si fermò, di scatto come aveva cominciato.
Senza mollare la presa, si sollevò tanto da guardare Kurama negli occhi.
Ansimavano entrambi.
"Sembri proprio... quella fottuta ragazzina..."
"Se non sai... come stanno... le cose...s tai zitto..."
"E come stanno le cose?" disse Hiei tutto d'un fiato, riavvicinandosi al collo di Kurama.
Lo morse, e lasciò la presa sui polsi di Kurama.
Mentre Hiei affondava i canini alla base del suo collo, Kurama gli strinse la schiena, conficcandovi le unghie per soffocare un urlo quando il punto che Hiei stava mordendo cominciò a sanguinare con un dolore tremendo.
Per due lunghi, perversi ed interminabili minuti, Hiei leccò furiosamente la ferita di Kurama, mentre questo piangeva, forse per il dolore forse per la tristezza, senza smettere di abbracciare Hiei.
Quando il collo di Kurama smise di sanguinare, Hiei si spostò e tornò dalla sua parte del letto, deciso a non piangere, conficcando le unghie in un cuscino per sfogare la sua rabbia, perchè nonostante tutto non voleva fare ancora del male a Kurama.
Mentre Hiei si spostava, le braccia di Kurama erano ricadute, pesanti e senza forza, lungo il suo corpo.
Ora se ne stava lì, piangendo senza far rumore, cercando di smetterla di sudare ed ansimare, la stessa cosa che stava facendo Hiei.
Qualche minuto dopo trovò la forza di voltarsi, ed abbracciò Hiei, che però si divincolò dalla sua stretta.
"Hiei...", disse, la voce ancora una volta rotta dal pianto.
"E smettila di piangere, ti ho detto, sembri una femmina!"
Silenzio. Singhiozzi. Silenzio.
"Non è la mia ragazza...", disse Kurama, smettendo di piangere e diventando improvvisamente serio, tornando a cingere con un braccio Hiei, il quale questa volta non cercò di scivolar via.
Hiei non disse nulla.
"E' la ragazza di Shuichi"
"Tu SEI Shuichi, baka!"
"Io sono Kurama, non Shuichi."
"Tu sei Shuichi, Kurama e un fottuto Kitsune. Prenditi le responsabilità di tutte le tue identità, se hai deciso di farle convivere in un corpo solo."
"Guardami in faccia quando mi parli."
Hiei si girò. Aveva uno sguardo strano, un misto di rabbia e tristezza, che rendeva il rosso dei suoi occhi scuro e spento.
"Non guardo in faccia i bugiardi", disse, facendo per voltarsi di nuovo, ma Kurama non glielo permise, affondandogli le unghie nel collo e spostandosi sopra di lui con il viso per guardarlo negli occhi. Gli bloccò i polsi con le dita affusolate, come un momento prima Hiei aveva fatto con lui.
"Smettila", sussurrò, con una di quelle espressioni tipiche di un Kitsune che intimorivano ed affascinavano Hiei facendolo sciogliere come neve al sole.
"Ti ho visto oggi, stupida volpe. Ti ho viso eccitato come un ragazzino sopra di lei, ti ho visto dopo averti aspettato su quel tetto per due ore filate!"
Ormai Hiei urlava.
"E va bene, ho una ragazza."disse Kurama.
"Meglio così. Non ti servo più. Lasciami."
"Io ho BISOGNO di te, Hiei." Aveva ancora quello sguardo.
"C'è qualcuno di troppo qui, stupida volpe. E non credo certo che sia Ukio..."
Kurama ebbe un brivido lungo la schiena, quasi fosse stupito di sentire quel nome pronunciato dalle labbra di Hiei.
"Non c'è nessuno di troppo..." disse Kurama, e baciò Hiei alla base del collo.
"SMETTILA!" urlò Hiei. Kurama smise, ma non si mosse.
Hiei continuò.
"Non ho intenzione di dividerti con qualcuno, fottuto Kitsune, se non posso averti solamente per me allora preferisco non averti del tutto."
Kurama si sollevò.
"Ti ho detto..."sospirò, poi riprese il discorso "... che non mi stai dividendo con NESSUNO, baka!"
"E io ti ho detto che a me invece sembra proprio il contrario!"
La voce di Hiei si era fatta acuta.
Kurama mollò la presa sui polsi di Hiei e si abbassò a baciarlo.
Hiei rimase fermo, non riuscendo a resistere dal ricambiare il bacio di Kurama.
"Avanti," disse Kurama "se è questo che vuoi vattene, sparisci, lasciami qui di nuovo, non tornare più. L'hai già fatto una volta, e non sei certo cambiato."
Hiei si alzò in piedi, e Kurama ebbe un tuffo al cuore.
"Se ne vuole andare sul serio?!", pensò.
Ma presto si accorse che il Jaganshi non era di quell'idea.
La luce della luna illuminava i suoi muscoli sudati, i lunghi ciuffi di capelli neri e un chiaro segno del fatto che il saltare addosso a Kurama pochi minuti prima non lo aveva lasciato del tutto indifferente.
"Non sono l'unico bambino eccitato, qui..." disse Kurama, col suo miglior tono da Kitsune.
Hiei arrossì, e si avviò verso la finestra, dove si sedette dando la schiena a Kurama.
"Fottuto Kitsune...", borbottò tra le labbra.
Kurama lo sentì, si alzò in piedi e si avviò verso di lui.
Mentre avanzava passo dopo passo si liberò dei resti della giacca del pigiama, e li appoggiò sulla sedia dove si trovavano anche i vestiti di Hiei, rimanendo a busto scoperto.
Quando fu arrivato alla finestra, con fare sensuale si appoggiò alla schiena di Hiei, gli passò le dita affusolate tra i capelli, afferrando il ciuffo che aveva sulla fronte per spostargli di lato la testa, e gli diede un lungo e provocante bacio vicino ad un orecchio.
Hiei rabbrividì.
"Ti ho detto di smetterla!", disse, ben deciso a non lasciarsi prendere dall'emozione ma consapevole di avere anch'egli dei limiti.
"E perchè?", disse Kurama.
Non capiva perchè non riusciva a decidersi a dire a Hiei come stavano semplicemente le cose.
Si divertiva a vederlo così geloso, così arrabbiato ma incapace di sottrarsi alle sue carezze...
"Perchè... ah..."
Hiei non riusciva proprio a parlare, sotto l'azione dei suoi baci... era così divertente...
Tutt'a un tratto, però, si sentì in colpa.
Doveva dire qualcosa... non poteva torturarlo così, era una cosa troppo cattiva... per di più anche lui adesso stava subendo i "sintomi" dello stare così a contatto col suo Jaganshi...
Scostò le labbra dal collo sudato di Hiei e cominciò a parlare.
"A scuola...", cominciò.
Hiei drizzò le orecchie, riprendendosi dal torpore precedente.
"...sono un ragazzo molto popolare. Due mesi fa non..."
Hiei era allibito, sia per quello che aveva detto Kurama, sia perchè sentiva che Kurama stava per dirgli qualcosa di cui si vergognava molto.
"...non ce la stavo facendo più e... per non pensare... per non pensare a te ho deciso di trovarmi una ragazza. Anche per non avere più tutte le altre intorno, insomma."
La guancia di Kurama era calda. A Hiei stava venendo da ridere pensando al povero Shuichi circondato da un mucchietto di ragazzine urlanti, ma si guardò bene dal farlo. Era pur sempre arrabbiato, no?
"E perchè lei? E perchè non me lo hai detto?", disse.
"Ukio... ha... i tuoi capelli". Lo disse piano, con la voce impastata dalla vergogna.
Sembra una ragazzina, pensò Hiei, e lo pensava davvero, ma supponeva di essere felice, sotto sotto, o forse, si disse, era solamente ottuso, incapace di guardare le cose come stavano.
"Trova una scusa migliore, Kitsune..." disse.
"Non è una scusa!", disse Kurama.
Hiei voltò la testa, tanto da fissare Kurama negli occhi verdi ancora lucidi di lacrime.
"Ma tu... la ami?"
"No."
"E Shuichi?"
"... nemmeno."
"E al kitsune, piace?"
"Mi stai prendendo in giro?"
"No, è una domanda. Al kitsune piace Ukio?"
Kurama appoggiò la fronte a quella di Hiei, costringendolo a chiudere gli occhi per la vicinanza eccessiva. Li chiuse anche lui.
"Al kitsune, a Kurama e a Shuichi piace una sola persona."
"E chi è?", disse Hiei, col sorriso sulle labbra.
"Uno stupido Jaganshi testardo..."
Hiei rise, poi però ritornò serio e disse, scostandosi da kurama e tornando a guardarlo in faccia:
"Comunque non c'era bisogno di farci quello che ci hai fatto."
"Hai ragione."
Hiei spalancò gli occhi. "Come mai così mansueto?"
Kurama si staccò da Hiei e tornò lentamente verso il futon, vi si adagiò e si tirò le coperte addosso.
"Allora?", disse Hiei, tornando anche lui a letto.
"Lo sai, è perchè ti amo troppo."
Hiei arrossì e abbracciò Kurama, che poggiò le mani sulle sue.
"Domani la lascerò. Non ho più bisogno di lei. Voglio stare solo con te."
"Dormi, ti devi alzare presto domani."
"Non ci vado a scuola, domani. Ce ne stiamo insieme tutto il giorno io e  te."
"Come vuoi."
"Come mai così mansueto, oggi?", chiese Kurama facendo il verso a Hiei."
"Lo sai, è perchè ti amo troppo."

 


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