Anf, anf, anf...l'ho finita^^! Devo dire che scrivere questa fic è stata
dura, ma se almeno a qualcuno di voi lettori è piaciuta, allora ne è valsa
la pena. Spero che riusciate ad arrivare fino in fondo...e spero che il
mio modo di scrivere non annoi eccessivamente (vi vedo mentre dormite
beatamente sulla tastiera già alla decima riga! Decima riga? Ma non mi
starò sopravvalutando^^?).
Il finale è per Ria, Calipso e Nausicaa...mi auguro che non deluda e che
possa ripagarle delle innumerevoli sofferenze che la mia fic ha provocato
^__-!
All I want
is you
parte IV
di Dream
Like the sun it shines
Endlessy it shines
You always will be mine
Eternal love
(U2 "Everlasting love")
Eludendo la sorveglianza degli insegnanti siamo riusciti a sgattaiolare
via furtivi dalle piste da sci per raggiungere un laghetto ghiacciato che
ho scoperto durante una passeggiata solitaria, un paio di giorni fa.
Abbiamo deciso che la nostra sfida deve avere per teatro un luogo isolato,
in cui nessuno possa disturbarci o stupirsi dell'inusuale spettacolo della
vicinanza di due nemici dichiarati.
E'
piuttosto tardi ed il sole ormai si sta appressando al tramonto. L'aria si
va facendo alquanto fredda ma noi non ce ne curiamo: ognuno è teso ad
infilarsi i pattini, concentrato su quella gara imminente che ambedue
sentiamo di dover vincere per motivi tuttavia totalmente dissimili.
Ma,
questa volta, la spunterò io! Devo farcela, devo prevalere!!! Non
ho mai desiderato con tanto ardore una vittoria...e mai al contempo
provato più cocente paura di un'eventuale sconfitta. Ma non posso nemmeno
prendere in considerazione l'idea di perdere!
Se
perdessi...perderei lui ed il nostro futuro assieme. Perderei la mia unica
possibilità di essere felice...perchè so che potrei esserlo solamente
cercando di far felice Rukawa, suscitando il suo sorriso...
Dipende tutto da me.
In
silenzio iniziamo a pattinare per provare lo spessore del ghiaccio e
decidere il percorso, assicurandoci che la lastra sorregga il nostro peso:
ci sono state delle giornate parecchio soleggiate in questo ultimo
periodo.
Scivolando cautamente tastiamo la superficie ghiacciata. Notiamo che verso
l'interno lo spessore è più sottile e constatiamo quindi che è meglio
tenervisi alla larga. Ci avviciniamo infine l'uno all'altro e stabiliamo
di mantenere il percorso lungo i bordi.
Il
laghetto non è molto grande: il primo che riuscirà a compiere due giri
completi, partendo da questa radice che spunta a rilievo sulla neve, avrà
vinto.
Continuiamo a riscaldarci ancora per un po' con degli scatti, delle
scivolate e qualche piccola evoluzione da cui posso notare che anche
Rukawa ha molta familiarità con questa attività. Mi chiedo se esista uno
sport in cui lui non sia meno che eccellente!
Alla fine ci portiamo a ridosso della linea che ho tracciato sul ghiaccio
con un pattino, preparandoci alla partenza.
Ho
paura. Non ho mai avuto tanta paura in vita mia! Il mio cuore galoppa con
un ritmo impazzito, accelerandomi il respiro all'inverosimile e facendomi
quasi temere un malore! Se perdessi...se perdessi dovrei lasciarlo andare,
rinunciare a lottare...rinunciare a lui! Ma perchè diamine ho stabilito
una posta così maledettamente alta?!!! Sto rischiando tutto...e se non ce
la facessi? No, no. Non devo neppure pensarci! Io lo batterò! Io devo
batterlo!! Qualcuno mi aiuti a crederci, vi prego...sono terrorizzato!
Credo di avere l'angina pectoris...ma proprio adesso dovevo farmi prendere
da una crisi di panico?!
Prendo un profondo respiro per calmarmi e mi concentro sulla voce di
Rukawa, fredda ed impersonale come sempre. Mi chiedo se lui sia così
tremendamente distaccato anche mentre fa l'amore! Che tempismo, pensare a
questo proprio ora...oltretutto tale riflessione mi richiama alla mente
Sendoh, e ciò non contribuisce di certo a calmarmi i nervi...ah, quanto
vorrei tingere gli spuntoni di quell'istrice con un giallo fluorescente,
inserendo nella sua chioma anche delle lampadine intermittenti! Così la
sua foresta di aculei lampeggerebbe al buio, e la volpe sarebbe costretta
a mollarlo perchè la sua presenza disturberebbe il suo sonno! Oppure,
nella peggiore delle ipotesi, almeno non dormirebbero assieme! Ma è
un'idea geniale! Perchè non ci ho pensato prima?
Mi
lascio scappare un piccolo sorriso, scuotendo il capo. Noto che Rukawa mi
fissa di sottecchi: devo sembrargli un emerito imbecille! Non è colpa mia,
però, se nelle situazioni più serie mi balenano nella mente sempre
pensieri cretini: è il mio metodo innato per sconfiggere la tensione.
"Bene, sei pronto?" Chiede.
Ad
un mio cenno affermativo del capo, riprende: "Effettuerò il conto alla
rovescia partendo dal tre, poi darò il via. Niente scorrettezze!"
Io
annuisco di nuovo prima di tendere i miei muscoli, pronto a scattare. Temo
che questo momento lo ricorderò per il resto della mia vita...e spero di
poterlo associarle ad un bel ricordo!
"Tre...due...uno...VIA!!"
Scattiamo sincroni in avanti come se fossimo un unico corpo, senza
esitazioni o indugi. Immediatamente inizio a spingermi innanzi con tutte
le mie forze, con disperazione, con violenza...con tutto me stesso, con
ogni fibra del mio essere. Ogni muscolo del mio corpo si contrae sino allo
spasimo, per permettermi di vincere!
Più
veloce! PIU' VELOCE! Devo andare in più in fretta!!
E'
terminato il primo giro, ma siamo ancora appaiati! Tentiamo di
distanziarci, eppure nessuno sembra in grado di poter prevalere
sull'altro. E' velocissimo: non ho mai pattinato con qualcuno più rapido
di lui! Ora sono riuscito a superarlo! Di poco, ma gli sono avanti! Mordo
le labbra, cerco di trattenere gli ansimi...scorgo il traguardo che si fa
più vicino, ad ogni passo sempre più vicino...sto per urlare, per gioire!
La vittoria deve essere mia...se voglio che anche lui sia mio, se voglio
perlomeno la speranza di poterlo avere nel mio futuro!
Ma...
Un
rumore mi fa impallidire bruscamente e dimenticare tutto il resto.
Sembra...il suono di una manica che si straccia?
Improvvisamente...capisco.
Capisco che una cinghia del mio pattino destro si è strappata ed avverto
il mio corpo sbilanciarsi, perdere pericolosamente l'equilibrio e franare
sul ghiaccio, scivolando per una decina di metri verso il centro del lago.
Percepisco tutto ciò quasi a rallentatore, come se non lo stessi vivendo
in prima persona. Non posso far altro che fissare il traguardo che si
allontana e che ora mi appare come un punto irraggiungibile.
Perchè? PERCHE' QUESTO?! Perchè a me, perchè ora?! Non può essere, non
voglio crederci...dannazione, no!!!!!
Non
odo nulla, attorno a me. Ogni rumore si è fatto distante ed ovattato,
soffocato dal dolore della caduta. Anche se ammaccato, tento con successo
di risollevarmi, totalmente pesto e dolorante, e cerco di riguadagnare un
precario equilibrio.
Eppure...cosa sta succedendo?!!!
Oddio...
L'ultimo suono che sento è il rumore orribile e sinistro del ghiaccio che
cede e s'infrange sotto il mio peso, per poi avvertire il mio corpo che
frana e precipita nell'acqua gelida ed oscura...
Non credevo che fosse così veloce, rapido al punto da riuscire a tenermi
testa! Stiamo scivolando sul ghiaccio a velocità pazzesca, rigandolo con
linee curve e regolari e cercando di superarci con ogni mezzo. Sono
concentrato come solo in una competizione sportiva riesco ad essere, tutto
svanisce al di fuori del mio oobiettivo e dell'avversario che sto
affrontando, chiunque esso sia.
Mi sta distanziando. Incredibilmente, mi accorgo di essere rimasto
indietro. Come può essere? Perchè mai non riesco a persuadermi, a
convincermi ad impegnarmi con tutto me stesso in questa gara? Mi sembra di
essere sottotono: queste non sono le mie abituali prestazioni. Per quale
motivo la mia combattività sembra essere latente? Scopro che il mio
desiderio di vincere è flebile...che una parte di me vorrebbe quasi che
lui mi battesse! Non mi è mai successo qualcosa di simile, prima...perchè?!
"...Se vinci tu, ti lascerò in pace e non cercherò più di assillarti..."
Mi lascerà in pace. Questo sottintende, nel suo significato nascosto
dietro le righe, che lui non mi vorrà più, che tenterà di starmi lontano,
di evitarmi, di ignorarmi...di uscire dalla mia vita?
Voglio questo? Sto rischiando questo?
Se vincessi, lo perderei? Una vittoria potrebbe portarmi alla più cocente
delle sconfitte.
Il mio corpo pare essere diventato improvvisamente più greve, meno leggero
ed agile. Non mi sembra più di poter volare su questo ghiaccio...i miei
muscoli sembrano intorpiditi, ed io so perchè...anche se voglio
assolutamente convincermi che sia per il freddo o per la stanchezza.
Vedo il corpo di Hanamichi tendersi e sporgersi per superare il traguardo,
noto il suo pugno che si serra spasmodicamente, osservo il suo volto
concentrato, già quasi esultante...sfigurarsi in un'impressione di
terrore.
Questo stesso terrore che ora si riflette in me. Il mio cuore manca un
battito, quando lo vedo ruzzolare scompostamente a terra. La paura mi
attanaglia le viscere, serrandomi in una morsa e bloccando immediatamente
la mia corsa sul posto, con il respiro in gola. Impallidisco per
l'angoscia ed il timore che possa essersi fatto male seriamente.
"HANAMICHI! TUTTO BENE?" Urlo, senza preoccuparmi di celare l'ansietà che
trapela dalla mia voce. Diamine! Mi tremano le mani...mi trema la voce.
Sto tremando in ogni fibra del mio corpo!
Lui non mi risponde: pare non riuscire neppure a sentirmi! Prego affinchè
stia bene e non si sia fatto nulla...o non me lo perdonerei mai! Per
questa stupida cavolata, per questa nostra cazzata...potrebbe essersi
fatto male sul serio!
Mio Dio! Non può essere...non deve essere! Cosa diamine vado a pensare?
Quel do'aho è una palla di gomma! Rammento tutte le volte in cui ho
tentato di amazzarlo senza mai riuscire a liberarmene...anche se, è vero,
forse non perseguivo questo scopo con la dovuta determinazione.
Inizio a dirigermi velocemente verso di lui ma noto con sollievo che si
rialza, seppur a fatica. Mi fermo e soffoco un profondo sospiro,
passandomi una mano fra i capelli. Improvvisamente mi sento leggero,
incredibilmente sollevato...e riprendo a respirare. Stavo trattenendo il
fiato?
Sto già per lanciargli una battuta sarcastica, al fine di allentare la
tensione che si è creata in me e di punirlo così per l'infarto che mi ha
fatto prendere.
Ma, improvvisamente...
Un tetro e sinistro suono di ghiaccio infranto.
Lui che solleva le braccia e precipita, senza un solo urlo, con uno
sguardo terrorizzato che per un brevissimo istante si fissa su di me e
penetra direttamente nella mia anima.
Lui, impotente.
Inghiottito da quella gelida superficie blu.
Una prigione letale di ghiaccio che tenta di soffocare inesorabilmente ed
impietosamente il suo calore. E questo sarebbe per sempre...
Spalanco gli occhi ed emetto uno straziante grido angosciato: "HANAMICHI!"
Senza pensarci due volte mi getto verso di lui, pensando a come fare per
tirarlo fuori di lì...per salvarlo! L'acqua è ghiaccio fuso, non potrà
resistere a lungo in quella tomba gelida! MORIRA' ASSIDERATO!
Morire? Che cazzo dico?! NON DEVE MORIRE, io non lo permetterò! Non gli
accadrà nulla, NULLA! Lo giuro, lo giuro sulla mia vita! Come posso
anche solo pensare questo? E' assurdo, improponibile, impensabile...inaccettabile.
Mi slancio con impeto verso il punto in cui lo vedo annaspare ed agitarsi
scoordinatamente e con veemenza, ma lui pare notarmi e prevedere le mie
intenzioni.
"STAI INDIETRO!" Mi ingiunge a fatica, ansimando rabbiosamente con un tono
tale da bloccarmi sul posto.
"Non...ti avvicinare! Potresti...cadere...anche tu!" Aggiunge con tono più
flebile e malfermo, attraversato da un sottile accento di esasperata
paura.
Ma cosa diamine sta dicendo!!? Pensa forse che questo rischio mi possa
bloccare, che mi possa interessare?! Ora, quando lui sta rischiando la
vita?! Ora, quando io sto rischiando di perderlo?!!!
"CAVOLATE! MA SEI IMPAZZITO?! DAMMI LA MANO! FORZA!" Lo incito,
sporgendomi verso di lui con una furia colma disperazione e terrore.
Sento il ghiaccio scricchiolare e mi tiro immediatamente indietro,
soffocando un'inprecazione di rabbia. Lo fisso con occhi sbarrati che
hanno paura di chiudersi, per riaprirsi e vederlo poi svanire senza che io
abbia potuto fare nulla.
"NO!" Urla, cocciuto. "Non...accostarti! Finiresti...qui...anche tu! Non
voglio...che tu ti metta...in pericolo...per me! Allont..." La sua voce
muore, mentre con terrore lo vedo sparire per un attimo in quelle sabbie
mobili di ghiaccio.
Per mio estremo sollievo, però, ricompare in superficie quasi immediamente.
"IO NON TI LASCIO QUI! MI SENTI!? TI TIRERO' FUORI!" Urlo, disperato e
sconvolto come non mai in vita mia. Oh, Dio mio non può essere! Ditemi che
non sta accadendo...
Resisti! Ti prego, Hana, resisti! Non ti arrendere, non mi lasciare...non
provare nemmeno a permetterti di arrenderti!! Mi hai capito?! Non pensarci
nemmeno!!
"Vai...a cercare...aiuto!" Emette, con tono più flebile e già esausto.
No!
No, non lo farò. Non c'è tempo, devo agire ora! Ora...o sarà troppo tardi
per te, per me, per noi.
Tento di riacquistare perlomeno un briciolo di calma e di riflettere con
freddeza, senza permettere che mi paralizzi la paura per il rischio che
Hanamichi sta correndo. Non devo pensare al fatto che la sua vita sia
nelle mie mani...o questa responsabilità mi bloccherebbe, mi getterebbe
nel panico: adesso ho bisogno di molte cose, ma non desidero affatto
sperimentare la prima crisi isterica della mia vita!
Lascio scorrere febbrilmente lo sguardo attorno a me, cercando qualcosa
che mi potrebbe aiutare. Ci deve essere un modo per trarlo in salvo senza
rischiare di cadere a mia volta! Noto un ramo reciso ad una decina di
metri da qui, abbandonato per terra sulla neve bianca. Con il terrore che
mi pone le ali ai piedi, senza rendermi neppure conto di muovermi, scatto,
lo afferro, ritorno indietro e lo tendo verso Hanamichi, che sta agitando
le braccia con la veemenza del terrore e della disperazione.
"AFFERRALO!"
Lui obbedisce, aggrappandovisi con tutte le rimanenti forze, ed io tento
disperatamente di issarlo al sicuro tirando, trascinandomi indietro,
serrando spasmodicamente la stretta sul legno.
Le mie mani si scorticano. Del sangue inizia a stillare, a filtrare ed a
cadere in piccole gocce vermiglie che imbrattano il ghiaccio immacolato.
Non lo vedo. Non sento il dolore. Non mi accorgo delle ferite. C'è solo
lui...e ci sono io che sto rischiando di perderlo. Potrebbe morire, qui,
ora...lui!!
Non devo pensarlo, non posso accettarlo...ho paura! Ho paura per lui! Lo
devo salvare, non permetterò che si lasci andare...che mi lasci.
Moltiplico i miei sforzi. Dannazione! Scivolo sul ghiaccio, non ce la
faccio!!
La presa delle sue mani sulla corteccia si fa meno salda...vedo che
scivola un po', emettendo un grido di terrore. Evidentemente ora non
riesce più ad avvertire la sensibilità delle dita gelate!
"KAEDE!" Mi chiama, con una disperazione che mi riempie di sgomento. Cerco
i suoi occhi...i suoi stupendi occhi castani...ciò che vi scorgo dentro mi
lacera il cuore. Terrore, incredulità, sgomento, disperazione...e fiducia.
In me.
Lui si fida di me. Sa che tutto è nelle mie mani, che la sua vita è
affidata e legata alla mia tenacia, alla mia forza, alla caparbietà che mi
sta animando...e, sapendolo, si affida totalmente a me.
Si rimette a me in modo assoluto.
Sa che non lo lascerò morire.
Cerco di tranquillizzarlo, di infondergli parte della mia forza e del mio
coraggio. Tento di trovare parole adatte per aiutarlo, per calmare la sua
ansia: "RESISTI! TIENI DURO! TI TIRERO' FUORI DA LI'! NON TI LASCIO! IO
NON TI LASCIO, CAPISCI?!"
Grido come mai avrei creduto di saper fare! Mi sembra che le mie braccia
mi si stiano strappando di dosso, che le dita siano totalmente lacerate
dal dolore...le mie gambe cedono, il respiro si spezza, la testa mi
pulsa...sto per crollare dalla stanchezza, mentre del sudore freddo inizia
a velarmi la fronte.
Lo sconforto inizia ad impadronirsi di me e, unitamente ad esso, il
panico.
Hanamichi! Oh, dannazione...Hanamichi! Non cedere, non cedere, non
abbandonare, resisiti, aggrappati...no! Non può essere! Non avverrà ciò
che temo! Io non voglio perderti, NON DEVO PERDERTI! Resisti, non ti
arrendere! Se tu morirai mi getterò anche io, in quest'acqua, dietro di
te! Lo so, ne sono certo con una lucidità sorprendente...perchè se ti
perdessi, sarebbe tutta colpa mia. Se ti perdessi, allora ciò vorrebbe
dire che non sarei riuscito a salvarti...che ti avrei ucciso con le mie
stesse mani.
Uccidendo anche me.
Io non posso fare a meno di te, della certezza e consapevolezza costante
che tu pensi, respiri, sorridi, parli, ridi, sei felice...esisiti, da
qualche parte accanto a me. Non mi importa anche se tutto questo non
avviene per merito mio. Non mi interessa se tu non sei mio, se non mi
ami...se mi odi e mi detesti.
Io devo saperti vivo, per poter vivere.
Non posso lasciarmi andare, perchè tu devi salvarti! Devi vivere!
Io ti amo, ti amo, ti amo!! Ti amo...ormai sei diventato la parte maggiore
di me!
Me lo ripeto, ne traggo forza...Dio, che questo sentimento che mi ha fatto
tanto male sappia darmi qualcosa di buono! Che mi infonda la grinta per
salvarlo! Dannazione, giuro che ti salverò!! Lo giuro e lo farò!! Non mi
arrendo, Hana.
Non ti lascio...e non permetterò che tu mi lasci.
Con un ultimo, disperato, agognato, sfiancante sforzo riesco ad issarlo
fuori da quel pozzo mortale ed a trarlo in salvo. Senza perdere tempo lo
attraggo fra le mie braccia stringendolo quasi forsennatamente, sconvolto
per la paura provata. "STUPIDO! DEFICIENTE! IMBECILLE! NON RIPROVARCI,
DO'AHO, NON RIPROVARCI!" Grido, squarciando questo tetro silenzio e
respirando affannosamente con il cuore che mi impazza nel petto.
Non farlo mai più.
Io ti amo.
Non voglio perderti, non resisterei senza di te.
Non farlo mai più...
Subito avverto le sue membra tremare di freddo e, senza perdere tempo o
avvertire più alcuna fatica, me lo isso sulle spalle e lo conduco sulla
neve. Ve lo appoggio sopra, tento di spogliarlo dei suoi indumenti bagnati
e mi levo le mie maglie asciutte, avvolgendocelo dentro alla bell'e
meglio. Mi slaccio febbrilmente i pattini, lo riprendo in braccio e,
facendo attenzione a non cadere, mi metto a correre in direzione
dell'albergo.
Ora sì che il mio corpo è agile e leggero. Ora sì che sto volando, su
questa neve.
Ha il sonno agitato. Delira, in preda ad un febbrone da cavallo. Ecco il
risultato della nostra magnifica trovata!
Per poco non siamo finiti in guai seri. La vicepreside, che ci ha funto da
accompagnatrice in questa gita scolastica, ha addirittura minacciato di
sospenderci considerando la nostra avventataggine ed il rischio corso!
Questo fatto non sarebbe stato un avvenimento propriamente positivo, dato
che avrebbe potuto giocarci il ruolo in squadra per le prossime
eliminatorie...ed inoltre io non voglio che il do'aho passi dei guai per
una cosa simile: la sentirei quasi come una mia colpa. In fondo, tutto è
iniziato con una sfida che io ho accettato, no? Se avessi rifiutato di
dargli retta, non sarebbe accaduto nulla...e nemmeno avrebbe corso un
rischio così grande.
Per fortuna la racchia sopra citata ha un debole per me: è stato
sufficiente scoccare una mia occhiata allusiva, di quelle che so essere in
grado di far 'partire' Sendoh, e si è praticamente sciolta. Della serie
'bisogna imparare a farsi furbi'! Ammetto che la mia relazione con Akira
sta causando dei risvolti negativi su di me. Una volta non avrei mai
immaginato di poter ricorrere a simili sotterfugi...chissà se anche lui ha
contratto un minimo della mia riservatezza! Non so perchè, ma ne dubito
seriamente...
Questa è l'ultima notte che trascorreremo in albergo: domattina
caricheremo tutti i nostri bagagli sul pullman e ce ne ritorneremo nella
nostra tranquilla Kanagawa. Lontano dalla neve, da queste montagne e, si
spera, anche da tutti i problemi che questa settimana ha fatto sorgere!
Questa è anche l'ultima notte che trascorrerò assieme a lui nella stessa
stanza. L'ultima notte in cui potrò avvertire la sua reale vicinanza,
l'ultima in cui sarò costretto a soffocare il desiderio tentatore di
infilarmi nel suo letto e ricercare il suo abbraccio. L'ultima in cui
potrò ascoltare il suo respiro.
L'ultima. Perchè questa parola mi stringe il cuore? Sembra quasi che celi
dietro di sè un significato nascosto, come se si trattasse dell'ultima
notte...perfino per le mie squallide e vuote speranze. Come se fosse
veramente la fine di una parte di vita, e l'inizio di qualcosa di ignoto...che
mi angoscia, che appare solamente come un baratro buio davanti a me.
Non mi sento tranquillo, una sottile ansia non mi abbandona ancora. Vorrei
solo poterlo abbracciare e dimenticare tutto il resto...
Vorrei.
Eppure devo costringermi a rifiutare di usare questo verbo. Ormai dovrebbe
essere bandito dal mio vocabolario...ed invece ci ricasco sempre. Perchè
non riesco a smettere di desiderarlo? Perchè la sua immagine non mi
abbandona mai?
Hanamichi mi sta chiamando, nel sonno. Questa sua voce affannata e
smarrita mi stringe il cuore...eppure mi limito ad osservarlo in silenzio,
seduto sul mio letto. Non cerco di avvicinarmi.
Forse...forse non ha mentito, quando mi ha detto che io gli piaccio.
Dannazione...
Questo complica solamente le cose. No, non è esatto usare il termine 'complica'...sarebbe
più appropriato affermare che questa eventualità renderebbe, se possibile,
tutto ancora più doloroso, più difficile da sopportare di quanto finora
sia stato.
Io non posso lasciare Sendoh, non dopo tutto quello che ha fatto per me,
dopo il calore che mi ha saputo dare, l'amore che è stato in grado di
donarmi...sebbene non fosse quello l'amore che io volevo. Sarei un
bastardo a farlo soffrire in questo modo, a privarlo dell'unica cosa che
abbia mai voluto da me: ciò che lui mi ha sempre e solo chiesto è stato di
potermi stare vicino. Non ha preteso nulla di più. In cambio mi ha dato
tutto: amore, passione, calore, comprensione. Ha cercato di farmi sentire
desiderato, di farmi sentire bene ponendo se stesso in secondo piano pur
di tentare di farmi felice...
Io non posso essere così ingrato da tradirlo in questo modo solo perchè
non ho più bisogno di lui...e non posso venire meno all'impegno che ci
lega e che io ho giurato di ripettare.
Io ho giurato, di conseguenza io manterrò.
E' strano tutto questo. Il mio legame con Akira è stato per molto tempo la
mia ancora di salvezza, ha saputo stornare i miei pensieri da dolorose e
oppressive riflessioni...ma ora potrebbe, proprio esso, affondarmi
definitivamente? Potrebbe diventare limitativo alla mia libertà, alla mia
indipendenza e volontà di potermi legare a qualcun altro? Mi sono fatto
imprigionare in una gabbia invisibile senza saperlo? Non mi sono nemmeno
avveduto di questo, ed ora mi sento in trappola...costretto e circondato
da una relazione che io ho contribuito a costruire e rafforzare.
Sendoh, senza saperlo, mi ha legato a sè nel modo più efficace: facendo
leva sul mio senso di lealtà. Se Hana...se lui davvero volesse me...io non
potrei concedermi a lui: sarei obbligato a rispettare uno sterile
giuramento che ora come ora vincola solo il mio corpo, non il mio cuore.
Ma questi sono solo viaggi mentali. Sakuragi non mi ama, lo so bene...non
devo cercare di andare oltre le sue parole, di leggervi significati che
lui non ha voluto imprimervi. Un 'mi piaci' detto da lui in quel modo può
voler dire troppe cose, e non offre nessuna garanzia...se non quella di
probabili sofferenze.
Proprio perchè lo amo, non ho il coraggio di rischiare.
Io sono impegnato con Sendoh...e lui, lo so, non mi farebbe mai soffrire.
Non tanto per il suo comportamento in sè, quanto perchè non può ferirti
veramente una persona verso la quale non provi nulla. Cosa comporterebbe
per me un tradimento, una bugia, uno scherzo idiota da parte di Akira?
Irritazione, fastidio...tutt'al più nervosismo. Ma non sofferenza, quella
no.
L'indifferenza non è in grado di tramutarsi in dolore. L'amore sì.
Ed il mio amore per Sakuragi non è forse stato sempre e solo lacerazione,
per me? Non penso potrebbe mai riservarmi altro...non credo alla felicità.
Non più, non io.
Hanamichi...ha detto che gli piaccio. Ma se si fosse trattato solo di una
fissazione momentanea, di un attimo di confusione? Di un capriccio?
Che io sappia, lui e la Akagi stanno ancora insieme. No, non penso che
quello che lui sente per me rispecchi con eguale profondità ciò che io
provo per lui.
Io lo voglio, ma desidero che anche lui mi voglia con eguale profondità.
Che aspiri non solo al mio corpo, ma anche alla mia anima.
Sono uno stupido, uno sciocco sentimentale con chissà quanti e quali
scrupoli? Può essere, non lo nego affatto. Ma non accetterei di intessere
con lui una relazione basata sul semplice bisogno fisico...perchè con Hana
non sarei più io a governare la situazione, come mi accade invece ora con
Sendoh. Mi avrebbe in suo potere...ed io non voglio concedergli la
possibilità di annientarmi definitivamente. Sarei totalmente alla sua
mercè, esposto, vulnerabile...e non riuscirei a tollerare tutto questo, se
lui non mi amasse. Non ho il coraggio di Akira, io...non ho la forza
d'animo di accettare di stare con una persona sapendo che ad essa non
frega nulla di me. Non se questa è la persona che io amo!
E se poi Sakuragi capisse di essersi sbagliato, di non desiderare me? Se,
dopo avermi usato, mi gettasse via come una bambola rotta? Ne morirei...ed
ho troppa paura di soffrire ancora, ora che so quanto lacerante dolore si
provi! E' orribile amare senza essere ricambiati...è assai meglio non
amare affatto.
So che con Hana non riuscirei a mantenermi distaccato, a preservarmi
dall'eventuale dolore. Se Hanamichi mi facesse soffrire di nuovo...non
potrei dire cosa farei o cosa gli farei, ma sicuramente non sarebbe
qualcosa di bello! E non potrei nemmeno dire come mi ridurrei io. Non
voglio immaginarlo.
No, io non posso lasciare Akira...e non posso nemmeno affidarmi così a
Sakuragi: sarebbe un vero e proprio suicidio, ed io non aspiro a diventare
un kamikaze.
Come se questa testa rossa abbia captato il mio ultimo pensiero, emette un
gemito soffocato e si volta verso la mia direzione, gettando le coperte ai
piedi del letto.
Mi alzo in silenzio, mi siedo accanto a lui e gli poso una mano sulla
fronte: è bollente, ma lui trema di freddo e forti brividi lo squassano
senza posa.
Non mi era mai apparso prima così indifeso, così vicino nonostante la sua
maschera spavalda. Sale prepotente in me il desiderio di prendermi cura di
lui, che pure mi ha causato tanto dolore...credo che questa sia l'essenza
dell'amore.
Mi chino e raccolgo le coltri, apprestandomi a coprirlo di nuovo.
Sussulto, avvertendo che le sue braccia, muovendosi a tentoni, mi hanno
afferrato la vita con forza, attirandomi a lui. Rimango perfettamente
immobile per un attimo, con le guance in fiamme ed il cuore che da qualche
parte sta cercando di evadere dal mio petto, prima di riscuotermi da
questa insolita debolezza che mi spinge ad abbandonarmi, a lasciarmi
avvolgere dal suo bruciore. Cerco di slacciarmi dalla presa ma, più tento
di divincolarmi, più la sua stretta si fa veemente e salda.
Mi giunge il suo mormorio affannoso: "Ho freddo..tanto freddo...Kaede...non
lasciarmi solo...ti prego...non lasciarmi!" Questa sommessa supplica
smarrita termina con un violento singhiozzo, dopo il quale lui si
accoccola contro il mio torace.
Sta cercando me. E' stato il mio nome a venire pronunciato dalla sua voce
roca.
Il mio, non quello di qualsiasi altro o altra. Io, solo io.
Scruto il suo viso, cercando di comprendere se sia lucido o ancora in
stato d'incoscienza. Sembra stia delirando...il volto è contratto, le
guance sono umide, anche se non saprei dire se per il sudore della febbre
o...o per altro.
In un lampo capisco che anche lui, come me e come Akira, può soffrire e
non solo procurare sofferenza. Non ho mai pensato a cosa possa provare
lui, dando sempre per scontato che sia felice, sereno, che non voglia
dalla vita nulla di più di quanto già non abbia...ma ora comprendo, sento
che anche la sua anima è tormentata da qualcosa. E questo...questo mi fa
ancora più male. Non voglio che lui soffra.
Mi ama davvero? Vorrei poterci credere ed allo stesso tempo cerco di non
farlo...
Cesso di resistere e mi stendo accanto a lui, coprendo entrambi con le
coltri e ricambiando il suo abbraccio, nel vano tentativo di comunicargli
un po' di calore.
"Kaede...non mi lasciare!"
"Shhh! Non ti lascio! Va tutto bene...sono qui!"
Quanto vorrei che tutto fosse diverso! Che non esistessero nè Sendoh, nè
la Akagi, nè i miei dubbi o le mie paure, nè queste incertezze...quanto
vorrei che lui mi potesse amare! Perchè è da lui e da lui solo che vorrei
sentirmi amato veramente.
Mi sento bene, avvolto dalle sue braccia forti...mi sento tranquillo e
protetto come mai prima...e nessun abbraccio di Sendoh mi ha mai fatto
provare questa felicità assoluta, tanto intensa da farmi timore...cosa mi
sta succedendo? Com'è possibile che io mi senta in questo modo? Che lui
mi faccia sentire in questo modo? Perchè sento il mio cuore in gola?
Perchè provo questo intenso desiderio di piangere? Vorrei che questo
attimo durasse per sempre...vorrei che questo fosse il nostro domani.
Non sono mai stato così felice. Se solo tutto non fosse già oscurato dal
pensiero che ciò che sto vivendo è solo un breve istante rubato ad una
vita non mia...
Ho fatto davvero la scelta esatta, rifiutando anche solo di dare una
possibilità a quest'idiota? La mia coscienza sarcasticamente mormora che
ho solamente permesso alle mie sciocche paure di prevalere sulle mie
volontà...ed è la prima volta, nella mia vita, che questo accade.
Suono con decisione il campanello di quest'anonima villetta che fra molte
altre egualmente simili si confonde ai lati di una viuzza poco trafficata.
Non soffermerei nemmeno lo sguardo su di essa se si trattasse davvero di
una casa comune abitata da gente comune...ma la persona che ora dovrebbe
trovarsi al suo interno si ostina a calamitare il mio cuore senza che io
riesca a far nulla per evitarlo! Maledetta volpaccia artica...perchè mi
stai torturando così?
Non
si decide ad aprire, ma io non demordo! Come dite? Avevo promesso che, se
avessi perso la gara, lo avrei lasciato stare? Beh, ammetto che non avete
torto, però...è vero, io non ho vinto, ma nemmeno la kitsune ha superato
il traguardo! Logicamente quindi la vittoria non è da attribuirsi a
nessuno dei due contendenti, ed io non sono tenuto a rispettare nessun
obbligo.
Devo ammettere, però, che non penso che sarei riuscito a rispettare la
parola data anche se avessi perso. Come avrei potuto lasciarlo a Sendoh?
Come avrei potuto permettermi di perderlo per sempre senza provare ancora
a trattenerelo a me? No, non ce l'avrei fatta.
Quindi ora sono qui! Sono giunto all'assedio della sua tana perfino con un
febbrone da cavallo, eppure questo non mi importa affatto: non potevo
aspettare oltre. Come avrei potuto sprecare anche solo altri cinque
secondi? Si sarebbe trattato di cinque secondi della mia vita buttati
all'aria, perchè trascorsi lontano da lui. Forse dovrei temere la sua
reazione, ma non ho paura. Mi sento impavido! Beh, forse è meglio usare il
termine 'incosciente' o 'pazzo suicida'...calzano meglio! Credo che questa
mia temerarietà sia dovuta proprio alla temperatura elevata che mi
stordisce e mi priva di lucidità. Ritengo sia meglio così: la febbre mi
rende abbastanza pazzo da tentare il tutto e per tutto, facendomi anche
sperare di avere qualche possibilità!
Voglio, devo assolutamente fargli accettare il reale nome del nostro
rapporto: non è odio, non è amicizia, disprezzo, ammirazione o
indifferenza...e non potrà mai essere nulla di tutto questo.
So
che lo ha compreso anche lui. Altrimenti come si spiegherebbe la voce e le
urla che aveva lanciato ieri, quando avevo rischiato di affogare...ricordo
ancora benissimo il tono angosciato, preoccupato...per me! Avete mai visto
Kaede Rukawa affannarsi tanto per qualcuno, perdere a tal punto la sua
corazza di imperturbabilità, lasciarsi quasi cogliere dal panico? Aveva
gridato, mi aveva fatto coraggio incitandomi a resistere...come potrei
dimenticare tutto ciò?
Come potrei scordare il battito furioso del suo cuore, quando mi aveva
stretto al suo petto dopo avermi strappato alla morsa di quell'acqua
gelida? Io rammento le sue braccia arigliate alla mia schiena, la sua mano
fra i miei capelli...
Ma,
soprattutto, ricordo la scorsa notte. A dispetto del delirio, so con
certezza di non avere soltanto sognato il suo corpo stretto al mio. Quel
calore in grado di calmare i miei brividi, una voce profonda e protettiva,
una sensazione di completezza mai sperimentata...come venire riportati a
casa dopo aver percorso ogni anfratto di questo grigio mondo in cerca di
qualcosa che invece era così vicino...
Nonostante il letto stamani fosse vuoto...il materasso, al mio fianco, era
ancora caldo...sul cuscino vi era l'impronta provocata dalla leggera
pressione del suo capo...e le coperte erano impregnate del suo sottile ed
inconfondibile profumo.
Perchè quell'angoscia, quella sollecitudine, quel terrore...quella
DOLCEZZA...se non prova nulla per me? Io non riesco più a crederlo, Rukawa.
Non posso permettere che tu neghi la felicità ad entrambi per ragioni che
io ignoro ma che sicuramente non possono avere la precedenza su ciò che
proviamo. A dispetto delle apparenze, io sento che tu mi vuoi, che mi stai
aspettando e che desideri che io forzi le tue difese.
Quindi devo cogliere l'occasione al volo e farmi avanti, finchè questa
febbre riesce ancora a dotarmi di coraggio e ad impedirmi di pensare
seriamente a quanto sto per fare!
Se
proprio proprio mi dovesse andare male, potrei sempre consolarmi cuocendo
Sendoh a fuoco lento...ma perchè non fare di lui un eunuco? Sono veramente
un genio, ho avuto un'ennesima stupenda trovata! Questo davvero
risolverebbe tutto! Bene, poniamo tale possibilità come ultima spiaggia e
piano di riserva, non si sa mai...
Finalmente odo il cancello scattare. Lo spalanco e mi introduco nel
cortile, calpestando i sassolini di ghiaia di cui è cosparso il sentierino
che conduce al porticato d'ingresso. Attendo pazientemente di veder
comparire dietro ad esso il musetto della mia volpe!
Ecco.
Deglutisco rumorosamente mentre la porta si apre. Fermate il tempo oppure
acceleratelo, per favore! Non riesco a reggere questo istante...
Chiudo gli occhi. Li riapro e mi ritrovo davanti un Rukawa che, dopo aver
alzato freddamente un sopracciglio con aria più scura del solito, si
limita a pormi davanti un'espressione infastidita quantomeno poco
incoraggiante!
Bell'inizio! Ehm...ma che speranze idiote stavo formulando, prima?
"Ciao, kitsune! Che c'è, perchè quest'aria da funerale? Non appari poi
tanto lieto di vedermi! Eppure ti ho fatto l'onore di una visita! Non
dirmi che sei in compagnia dell'orrido porcospino e che ho interrotto
qualcosa! In tal caso, credimi, sono moooooolto dispiaciuto!"
Ora, fossi completamente lucido, mi guarderei bene dal sfotterlo in
maniera così diretta, considerato ciò che ho intenzione di rivelargli
senza giri di parole e ciò che ho intenzione di fargli ammettere...ma non
sono riuscito a resistere! Mi sento folle, pazzo di gelosia se solo penso
che Sendoh deve aver baciato quella gola, stretto quel corpo...morso
quelle labbra ora serrate e dure.
Comunque me la cavo con una semplice occhiata inceneritrice ed un alquanto
ostile: "Cosa vuoi?" da cui capisco come non abbia la minima intenzione di
farmi entrare.
Forse avrei dovuto fare dei sacrifici propiziatori, prima di venire qua!
Con Rukawa ogni cosa potrebbe tornar utile...
"Devo parlarti. Ma non qui! Dentro. Spostati e lasciami libero il
passaggio o farò un tale tafferuglio da costringere i tuoi vicini a
chiamare la polizia!" Gli intimo, calcando sulla minaccia in modo da
fargli capire che non sto affatto scherzando.
Lui
pare esitare un attimo, prima di volgermi stizzito le spalle e dirigersi
all'interno, senza però sbattermi l'uscio in faccia come mi aspettavo.
E'
stato così semplice? Non è che dentro c'è l'istrice che cercherà di farmi
la pelle? Più che altro sarebbe lui a rischiare gli aculei, ora come
ora...
Io
lo seguo, chiudendo la porta dietro di me e varcando un paio di stanze
alle sue calcagna. Mi tremano un po' le gambe e mi gira la testa...forse
avrei dovuto bere un'aspirina prima di recarmi da lui.
Alla buon ora decide di fermarsi, piazzandosi nel più ampio salotto che io
abbia mai visto. Deve essere ricco sfondato!
"Avanti, spicciati! Sbrigati a dirmi quello che devi, poichè non ho certo
tempo da sprecare con un cretino come te!!" Mi intima, secco e preciso.
Come sempre.
Noto però che sta cercando di evitare di incrociare il mio sguardo. Perchè
mai? Rukawa non è certo tipo da aver paura di guardare diritto in faccia
qualcuno...i suoi occhi metallici non si abbassano mai dinnanzi a nulla.
Chi lo sa meglio di me?
"Aspetti una visita dell'istrice? Per questo hai tanta fretta?" Indago
sarcatico, riaprendo impietosamente le ferite del mio animo. Perchè sono
così masochista da tentare in ogni modo di farmi male?
"No, e comunque non sono fatti tuoi. Mi spieghi perchè ti interessa tanto
farti gli affari miei? Come mai questa improvvisa curiosità verso la mia
vita privata?"
"Anche tu ti sei mostrato piuttosto indiscreto, un paio di sere fa. Te ne
ricordi? Non dirmi che lo hai già scordato! Forse scelgo gli orari
sbagliati...evidentemente è di notte che le tue corde vocali si sbloccano!
Eppure mi facevi domande e sembravi anche interessato a quelle che
sarebbero state le mie risposte!" Gli rammento, perfettamente tranquillo.
Non
riesco a dimenticare un solo verbo di ciò che lui si è permesso di
rivelarmi.
"Tu vuoi conoscermi? Come puoi? Nessuno potrebbe mai volerlo...a chi
importerebbe sapere come sono e cosa penso? A nessuno interessa che io
possa provare dei sentimenti, che io possa soffrire. Sono bello, sono un
bravo giocatore di basket...e sono uno stronzo. Questo basta, no? Questo è
sempre stato sufficiente ad etichettarmi. Perchè per te dovrebbe essere
diverso?"
No,
non posso scordarle. So che dietro a queste frasi vi è il vero Rukawa con
la sua forza, la sua tenacia ed il suo rabbioso dolore. E' come se le sue
parole celassero ancora tanti significati che io ignoro...così come lui
sta celando ancora tanti aspetti di sè che io non conosco. Vedo della
sofferenza dietro il suo menefreghismo...vorrei prendermi cura del suo
cuore, perchè sento che Sendoh non può esserne in grado...e non ne è
nemmeno degno.
Lui
si limita ad emettere uno dei suoi scontati: "Nh." come unica replica alle
mie constatazioni.
Si
lascia cadere a peso morto sul divano, socchiudendo stancamente gli occhi
e passandosi una mano fra i capelli in un gesto sensuale ed
inconsapevolmente eccitante...deglutisco a vuoto, avvertendo la mia bocca
seccarsi e la febbre salire, procurandomi strani brividi...so solo che ora
vorrei stringerlo e sentirlo piegarsi addosso a me, docile al mio
abbraccio...
"Rukawa..."
Mormoro con voce grave e profonda, deciso finalmente a scoprire finalmente
tutte le mie carte. Nella situazione in cui sono ora, ho qualcosa da
perdere?
La
sua immediata e palese attenzione mi rende ottimista e mi induce a
sperare.
In
fondo, di rado la vita ci fa tutto il male di cui sarebbe capace.
"Rukawa...io
ti ho detto già che tu mi piaci...ma non ho usato il termine che avrei
dovuto...forse per vigliaccheria, o per paura di irritarti o...sì, anche
per timore di non essere creduto e venire deriso..."
Inspiro profondamente. Le parole paiono essermisi bloccate in gola,
riluttanti ad uscire.
Lui
approfitta della mia esitazione per usare quel sarcasmo che tanto mi
ferisce! "Ah, allora è ancora per quella storia! Ascolta...te l'ho già
detto e te lo ripeto: vai dalla Akagi e non crearti complessi cercando di
immaginare cose più grandi di te! Non sai nemmeno di cosa stai parlando!
Ti prego, continua a giocare con lei alla coppia felice e non provare ad
aprire gli occhi sul mondo...credimi, so per esperienza che non è bello
farlo..."
Immediatamente gli sono addosso, immobilizzandolo con le mani contro lo
schienale del divano e sedendomi sopra di lui: "Cazzo! Vuoi tacere!? Non
sto più con Haruko e lei non mi è mai veramente interessata...perchè io
voglio te, mi sono innamorato di te...ti amo, kitsune! Ti amo, questo è
l'unico limitato termine in grado di descrivere ciò che provo accanto a
te...lontano da te...ad ogni sospiro...ad ogni speranza infranta..." Il
mio urlo iniziale scade fino a trasformarsi in un mormorio riluttante e
quasi ritroso, sebbene io mi senta sollevato per essermi sgravato di
questo peso.
Lui
inizia a parlare con un tono che mi appare teso ed alterato. Quasi
forzatamente deciso: "Non..."
Lo
blocco immediatamente, senza lasciarlo proseguire: "Smettila di dirmi che
non mi credi, che non mi vuoi, che non ci può essere nulla fra noi!
Guardami negli occhi...perchè sfuggi il mio sguardo? Hai paura? Paura di
ciò che potresti leggervi dentro? Timore di affrontare in faccia i miei
sentimenti?"
Con
una mano gli sollevo il volto, attardandomi in una lieve carezza gentile
sulla sua mescella delicata.
Brividi e scosse elettriche.
Lo
obbligo a fissarmi fermamente in viso e sostengo deciso e incupito
l'indagine di quei profondi occhi blu. Affogo in un oceano di dolore, di
passione repressa, di dolcezza trattenuta, di...amore violato e
impietosamente celato? In questi abissi profondi riesco a leggere la
confessione che questo ragazzo indurito ma limpido non vuole farmi.
Perchè? Perchè!? Io so che anche lui mi ama! No, non mi sto ingannando. Io
vedo quella luce, è dentro di lui...e si rispecchia in me.
Come mai non vuole dirmelo? Si sente in colpa verso Sendoh? Di cosa ha
timore? Vuole mantenere una promessa, un obbligo contratto? Ma come può
essere questo più importante dei suoi desideri, della sua felicità, del
nostro futuro?
Avvicino con lentezza studiata ed esasperante il mio viso al suo, cercando
di non pensare alla possibilità che io possa aver equivocato le sue
sensazioni, vedendo in lui un semplice riflesso di ciò che si trova
solamente in me.
Io
non voglio nè posso credere che lui ami Sendoh...che l'abbia veramente
amato. E' così? Oppure...non lo so. Ma perchè devo flagellare il mio cuore
con queste domande?
Ora
voglio cercare di credere a questa felicità. Perchè non provare a dare una
speranza a qualcosa che potrebbe diventare un 'noi'?
"No...forse...forse hai solo paura di ciò che io potrei leggere nel
tuo sguardo..." Mormoro dolcemente, notando che i suoi occhi si
spalancano stupiti, quasi fosse stato preso in fallo. E' talmente stupito
e confuso da non tentare nemmeno di allontanarmi da lui...o forse non
vuole farlo?
"Anche tu mi ami..." Continuo "Non negarlo..."
Tenta di distogliere il suo sguardo dal mio, ma io non glielo permetto.
Poso una mano sulla sua guancia candida e morbida, costringendo a
mantenere i nostri occhi fermamente incatenati.
"Hanamichi...vattene!"
Protesta debolmente, in una palese imitazione del suo antico tono deciso.
"Lo
vuoi veramente?" Indago.
Ad
un suo cenno affermativo, però, io porto ancora più vicino il mio viso al
suo: "Va bene...ma prima devi giurare che non mi ami, che non provi nulla
verso di me...guardandomi negli occhi!"
Come potrei farlo? Come potrei affermare il falso così spudoratamente, ora
che il tuo sguardo caldo e bruciante è immerso nel mio? Tu mi stai
chiedendo la verità, vuoi sapere ciò che in fondo hai il diritto di
conoscere. Cosa dovrei dirti?
Io odio la menzogna. Ammetto di aver celato i miei sentimenti in
innumerevoli occasioni, dato che questo è manifestatamente vero, ma non so
mentire riguardo ad essi. Non ho mai potuto dichiarare a Sendoh di amarlo,
non ci sono riuscito...sebbene sapessi che forse questo lo avrebbe fatto
stare meglio, che avrebbe alleggerito la tensione fra noi e allentato la
sua sorveglianza ossessiva su di me. Ma se lo avessi fatto gli avrei
mancato di rispetto, mi sarei trasformato in una persona riprovevole.
Considerando questo, come potrei riuscire adesso a calpestare me stesso, a
rinnegare apertamente ciò che sento per Hana? Significherebbe voltare le
spalle di fronte a quanto sono stato, a ciò che di me ho sempre
apprezzato. Dirgli la verità, allora? Confessare quanto io lo ami...una
parte di me lo vorrebbe. Eppure comprendo che il mio desiderio di
liberarmi del peso dei segreti è sbagliato, che la sua presenza accanto a
me è un rischio, un pericolo...che non devo assecondare i miei desideri: è
impossibile riemergere, quando si comprende quale piacere vi sia
nell'affondare nell'oblio...
La mia voce è un esile sussurro, un soffio sottile: "Ti prego, vai via.
Non chiedermi nulla, non farmi dire ciò che non devo e non posso
confessare. Non comprendi la mia situazione? Io non sono padrone di me
stesso...stai facendo del male ad entrambi...inutilmente."
Devo allontanarlo. Devo spingerlo via! Non posso permettergli di
spogliarmi così delle mie difese, di prendersi tutte le mie verità tanto a
lungo nascoste...non può restare qui!
Se lo sapesse Akira...io non posso fargli questo! Sendoh è il mio ragazzo,
è stato sin dall'inizio la mia ancora di salvezza. Gli ho promesso
fedeltà. Non voglio essere io, proprio io, uno spergiuro. Non voglio
dovermi disprezzare!
Non tradirò la fiducia che ha riposto in me.
Ma le parole di Sakuragi ricoprono tutti gli ordini perentori della mia
mente: "Perchè non vuoi dirmi cosa provi realmente per me? Perchè ti
rifiuti di ammettere ciò che senti? E' vigliaccheria, la tua? Io mi sono
esposto, mi sono aperto...tu invece continui a nasconderti dietro una
sciocca maschera impenetrabile...che è solamente sintomo di manifesta
debolezza e di rinnegata paura!"
A queste provocatorie insinuazioni la rabbia monta dentro di me. Non posso
trattenere l'impeto della frasi che mi salgono alle labbra: "Come puoi
dispensare sentenze e permetterti di giudicarmi, se non sai nemmeno in
quale situazione io mi trovi? Ignori tutto di me e della mia vita, eppure
ti comporti come se i miei atti potessero essere sintomo di superficialità
o di egoismo! Tu non immagini neppure quanto io stia male per questo
presente che non è come vorrei...non puoi sospettare quanto io abbia
sofferto per causa tua!"
I suoi occhi si socchiudono nervosamente, mentre sibila stizzito: "Come
posso sapere ciò che provi, se ti ostini a mantenere questo atteggiamento
ermetico e continui a procedere svelando mezze verità?!"
"Idiota! Io non posso permettermi di dirti ciò che sento, non lo capisci?
Non vedi che per noi non c'è futuro, che io ormai sono legato ad un
altro?! Lasciami stare e dimenticami...sarebbe tutto più facile, credimi!"
"Più facile per chi, dannazione?! Come puoi permetterti di dire cosa sia
meglio per me? Io so che mi vuoi...le tue frasi velate, il tuo tono, i
tuoi sguardi parlano per te! Perchè vuoi negarti la felicità? Perchè ti
ostini a rinnegare te stesso? Sterili promesse rivolte ad una persona
verso la quale, lo so e quindi non mentirmi!, non provi nulla...queste
sono più importanti dei tuoi veri sentimenti?! A me, non pensi?! A NOI,
NON PENSI?!"
Mordo le mie labbra, prima di sussurrare con una voce simile ad un urlo
trattenuto: "Taci! Non permetterti di criticare il mio comportamento, di
dispensare giudizi su quanto sento e come mi comporto! Sei un idiota, non
comprendi che ci sono dei limiti che non possono andare valicati! Vorrei
odiarti, dannazione! Lo vorrei davvero...sarebbe giusto, visto l'inferno
che ho passato a causa tua! Ed ora tu pretendi anche di dirmi cosa dovrei
fare io?!"
Il suo sguardo assume una sfumatura cupa, mentre mormora: "Mi odi?"
Come possono essere così splendidi, i suoi occhi? Le sue iridi sono
luminose, dorate ed avvolgenti...come possono riuscire a gettarmi in un
simile vortice? Non riesco a non fissarlo...a non dire quanto penso.
"No, non posso odiarti...e non ce la faccio a non pensarti. Sempre,
continuamente, incessantemente...tu sei nella mia testa in ogni attimo
delle mie maledette giornate...me le rendi insopportabili...e per me non è
ancora abbastanza. Perchè, perchè mi hai fatto questo? Perchè mi hai
ridotto così? Io non ce la faccio più...non riesco a sopportare questa
situazione. Esci dalla mia vita, ti prego...mi hai fatto crollare addosso
quel cielo che una volta sembrava proteggermi, ed ora mi sta
schiacciando...non riesco nemmeno a sollevare la testa..."
Ma cosa sto dicendo? Non lo comprendo neppure io, ma temo che siano delle
emerite cavolate. Non ho bevuto, di questo sono sicuro! Però, la sua
presenza mi fa uscire di testa più dell'alcool. Ma sono veramente io? In
cosa mi ha mutato? Ora so solo che mi sento sfinito, emotivamente
distrutto. Non ce la faccio ad andare avanti, assalendo e distruggendo
continuamente l'amore che mi sostiene. Gli chiedo di andarsene quando
vorrei solamente che mi stringesse a sè. Perchè non faccio altro che
scontrarmi con i miei stessi desideri, facendo violenza su me stesso? Mi
sto logorando, mi sembra che la mia anima si stia sfilacciando lentamente
ma inesorabilmente...
La sua mano mi sfiora con tocco esitante e reverente la gola bianca,
accompagnata dalla carezza di un mormorio: "Ma se il cielo può crollare,
ci dev'essere un modo per tornare indietro. Lascia che lo scopriamo
insieme..."
Il suo viso si avvicina lentamente al mio. So che, se lo respingessi, lui
non cercherebbe di forzarmi. Io devo bloccarlo...ma, mio Dio, non
ci riesco! Non voglio fermarlo! Perchè dovrei sottrarmi a ciò che
ho desiderato, aspettato, bramato per mesi e mesi, per sogni e sogni? La
cosa che più desidero in assoluto sta per verificarsi...e appare talmente
improbabile da farmi paura. Temo che lui possa scomparire da un attimo
all'altro, che il calore dei suoi occhi possa improvvisamente mutarsi in
odio. Prego perchè questo non accada, so che ora non riuscirei a
sopportarlo. Ora, quando mio malgrado sto iniziando a credere ai suoi
sentimenti...sto iniziando ad arrendermi.
Non sono in grado di scostarmi. La sua bocca calda si posa lentamente e
dolcemente sulla mia in un semplice e rovente contatto, casto ma comunque
appassionato.
Una frustata di desiderio e di disperata, incredula felicità mi sferza,
costringendomi a inarcarmi contro di lui. Tremo e non cerco di
nasconderlo.
Hanamichi non cerca di approfondire il bacio, non fa nulla per
costringermi a socchiudere le labbra...e la mia voglia di lui cresce: si
fa quasi dolorosa l'ansia di poter gustare il suo sapore. Vorrei smarrirmi
in lui fino a dimenticare chi sono.
Ma non è ad Hanamichi che dovrebbe essere riservata la mia bocca...
In un moto di ribellione tento di allontanare il mio volto dal suo. Per un
attimo perdo il contatto delle sue labbra...e la sensazione di abbandono,
di freddo e solitudine che si impossessa di me per la privazione del suo
calore mi fa perdere ogni freno, mi spinge ad avventarmi contro di lui
cercando un bacio vero, profondo, passionale. Un bacio che mi accende i
sensi e che fa infuriare una tempesta nel mio corpo, sommergendomi e
sballottandomi in preda ad onde impetuose di amore e desiderio. Mi sembra
quasi di venire calpestato dalla violenza di ciò che provo. Non ho mai
sperimentato nulla di simile. E' come aver smarrito i confini di me
stesso...
Lo sto baciando...MI STA BACIANDO...l'unica persona che io abbia mai
atteso, voluto, desiderato...quella che mi ha fatto soffrire più di ogni
altra...quella a cui ho permesso di farmi capire che anche io ho un
cuore...a cui ho concesso di lacerarmelo e gettarlo nel fango...a cui
potrei dare tutto.
La sua mano mi accarezza il volto, scorre con le dita lungo la mia
mascella in un tocco delicato. L'altro braccio scivola a cingermi
delicatamente la vita, manifestando al tempo stesso una decisa e disperata
possessività, un desiderio che trascende la realtà. L'estrema dolcezza
delle sue labbra, la delicatezza ed il rispetto dei suoi gesti mi
sconvolgono.
Ne ignoro la ragione, ma so che vorrei piangere. Per la felicità, per la
sofferenza, per la paura, per la colpa, per il desiderio che provo per lui
e per i tentativi che sto facendo per reprimermi. Capisco che dovrei
allontanarlo...ma allo stesso tempo non voglio trovare la forza per farlo.
Eppure ciò che sto facendo è sbagliato!
Sbagliato? Cercare la felicità è sbagliato? AMARE CHI SI AMA E' SBAGLIATO?
Ma perchè al mondo non esistiamo solo noi due? Perchè la terra non è un
deserto? Per quale ragione non ci è permesso di bloccarci all'infinito in
questo istante?
Gemo e serro gli occhi, approfondendo disperatamente il nostro contatto...non
voglio pensare, non voglio pensare ora. Toglietemi la facoltà di farlo...cancellate
tutto dalla mia mente, tutto tranne lui e me...non vi è null'altro in
grado di farmi sentire così straziantemente felice.
Intreccio la mia lingua alla sua in una danza lenta, antica...in un duello
ora dolce, ora violento, ma comunque capace di tramortirmi...vorrei che mi
prendesse, che non mi lasciasse scelta nè il tempo sufficiente per questi
sensi di colpa. Se solo fossi in grado di annullarmi in lui per poter
riiniziare...eliminando i miei errori ed il mio dolore.
Akira...
Kami! Devo scostarmi, devo smetterla...ma il solo pensiero di perdere
queste sensazioni mi inaridisce dentro, mi spinge a desiderare di più.
Cosa sto facendo? Cosa voglio fare?
Sto per sollevare le mani, seppur ancora combattuto...per accarezzare
finalmente questa pelle tanto agognata o per respingerla da me? Nemmeno io
lo so...e non mi viene dato il tempo di scoprirlo: improvvisamente mi
sento privato del peso del corpo del do'aho sul mio e vengo investito da
una sensazione di sterile solitudine, subito coperta da un urlo rabbioso.
"BASTARDO! CHE CI FAI, QUI?! MALEDETTO STRONZO!"
E' la voce di un Akira Sendoh colmo di livore, di una rabbia che mai avrei
potuto figurarmi in lui. Sferra due potentissimi calci ad Hanamichi
gettandolo riverso a bocconi sul tappeto con i suoi capelli stupendi
sparsi scompostamente a terra. Repentinamente si volge con due occhi di
fuoco verso di me. Serra fortemente un pugno fino a farsi sbiancare le
nocche, mentre ogni muscolo del suo corpo trema d'ira disperata.
Spaventato dalla luce che illumina il suo volto, indietreggio ma non
riesco a difendermi quando una sua mano mi afferra violentemente per la
chioma, sollevandomi e strattonandomi verso di lui: "PERCHE'? DANNAZIONE,
DIMMI PERCHE'? ERA PER QUESTO CHE MI HAI DETTO DI NON VENIRE STASERA?
VOLEVI AVERE CAMPO LIBERO CON LUI? ED IO CHE AVEVO VERAMENTE CREDUTO CHE
TU STESSI MALE...IO CHE MI ERO PREOCCUPATO!" Mi scuote forsennatamente e
senza il minimo riguardo, strappandomi lamenti di dolore.
Potrei provare a difendermi...ma qualcosa mi induce a non farlo. Qualcosa
che mi sussurra incessantemente che ha ragione, che ha perfettamente
ragione ad essere mortalmente adirato con me. So che in fondo me lo
merito, questo trattamento...e che non posso cercare nè di discolparmi nè
di proteggermi.
Ho sbagliato. Ho fatto ciò che non avrei mai dovuto, ho baciato una
persona che non sia il mio ragazzo...e, cosa che ulteriormente aggrava la
mia posizione, nemmeno me ne pento: so che getterei dieci anni della mia
vita pur di essere nuovamente avvolto dalle braccia di Hanamichi.
Ma ho agito seguendo un comportamento su cui, se adottato da altri o da
Sendoh stesso, non avrei esitato a sputare il mio disprezzo. Mi faccio
schifo...e la mia unica colpa è stata quella di aver assecondato i miei
sentimenti.
Quasi subito, però, la sofferenza per la sua presa scompare e io mi
accascio a terra mordendomi le labbra e serrando gli occhi per il dolore
del violento impatto. Sollevo lo sguardo offuscato senza capire, scoprendo
la mano di Hanamichi stretta attorno al polso di Sendoh.
"Lascialo stare! Lui non ha nessuna responsabilità per quello che è
successo." Lo odo affermare, con voce intrisa d'odio "Vediamocela fra noi,
piuttosto!"
A seguito di queste parole nel mio salotto scoppia una lotta accanita che
io seguo ancora stordito. All'inizio i due contendenti dimostrano pari
forza ma poi, con mio sommo sgomento, noto che Hanamichi inizia a cedere
di fronte all'impeto di Sendoh ed a subire delle percosse che si fanno
sempre più dure e violente. Crolla a terra, cercando di porteggersi da
quella gragnola di colpi con le braccia sollevate a schermarsi il viso,
senza ottenere alcun risultato ed anzi moltiplicando la furia
dell'avversario.
Akira...mi fa paura. Sembra quasi impazzito! Dannazione, ma cosa gli è
preso? Vuole per caso ammazzarlo?! Se non lo fermassi, lui massacrerebbe
Hanamichi!
Già vedo le sue mani bianche, che si sono in altre occasioni dimostrate
così lievi e rispettose sul mio corpo, chiazzarsi di sangue calando su
Sakuragi.
Mi getto in avanti, deciso e risoluto: "AKIRA! NO!" Gli intimo, cercando
di farlo tornare in sè "BASTA! SMETTILA DI COLPIRLO! La colpa è mia,
prenditela con me." Abbasso il mio tono di voce, deciso a subire ciò che
mi spetta "Hanamichi non c'entra nulla, non mi ha fatto niente che io non
volessi. Sfogati pure, ma fallo sull'unico colpevole. Sono io la causa di
tutto...io che non mi sono opposto come avrei dovuto."
Lui mi ode, ma non mi dà retta. Non si ferma: i suoi colpi si fanno ancora
più disperatamente violenti, quasi volessero scaricare sulla loro vittima
il dolore che gli hanno procurato le mie parole. Urla angosciato, per
coprire il suono della mia voce: "FINISCILA! Non parlarmi così, non dirmi
questo...lasciami credere che lui ti abbia costretto, che tu non lo
desiderassi...PERCHE' NON MI HAI MAI VOLUTO, DANNAZIONE?! Perchè non puoi
amare me? Io ti ho dato tutto ciò che hai sempre voluto...possibile che
non fosse ciò che volevi veramente?!"
Sfoga con un grido disperato il dolore che mi ha celato in tutti questi
mesi, la profonda sofferenza di non vedersi ricambiato...la pena, per la
consapevolezza di essere stato solo un ripiego, per la certezza di non
essere riuscito a trovarmi davvero.
Anche questa è colpa mia. Il dolore che lui, che tutti ora stiamo
provando...è solo causa mia. Mi sento incredibilmente sporco...incredibilmente
angosciato.
Che ne ho fatto di lui? Gli ho straziato consapevolmente l'anima,
indifferente verso ciò che stava provando...per cosa? Solo per tentare di
placare la mia egoistica gelosia, il mio ipocrita desiderio di sentirmi
necessario per qualcuno.
Sono stato uno stronzo. Sapevo quanto si potesse soffrire per amore...lo
sapevo!...eppure questo non mi ha impedito di essere l'impietoso carnefice
di un altro cuore.
Insensibile bastardo. Forse non hanno torto tutti a considerarmi in questo
modo: l'unico amore che ho mai sperimentato ne ha distrutto un altro...ed
io non ho mai provato rimorso.
"DACCI UN TAGLIO! Ti prego, lascialo stare!" Grido a Sendoh, preso dal
panico. Ma che gli prende? Non l'ho mai visto così!! Cosa vuole fare?
Crede che, sfogandosi su Sakuragi, i miei sentimenti possano svanire?
Davvero gli ho fatto male fino a questo punto?
A risposta mi giungono le prima urla di Hana, mentre Sendoh scuote
forsennatamente la testa tentando di ignorare le mie parole, di
confonderle con le sue.
"Se lui...se lui...perchè non vuoi capire che lui non può farti felice?
Lui non ha nulla che io non abbia, che io non possa darti! Sono io ad
essere destinato a te! Smettila di pensare a lui, di fissarti su un
sentimento inesistente! Possibile che tu non riesca mai ad averne
abbastanza di ciò di cui non hai davvero bisogno? Perchè non vuoi renderti
conto che tu desideri me, che sei mio? TU SEI MIO!! Io ti amo, lo
capisci?"
I lamenti di Hanamichi mi privano di ogni freno. Non vedo nulla se non il
suo sangue che chiazza in gocce purpuree il pavimento, la sua voce che mi
invoca, le sue mani che tentano di schermare quel viso dall'espressione
sofferente. Sta continuando a mormorare disperatamente che mi ama...mi
ama...mi ama...mi ama. Nonostante Sendoh lo stia punendo per questo suo
sentimento, nonostante io non stia facendo nulla per assecondarlo...non si
arrende, non cessa di manifestarmi con disperazione ciò che sente in un
modo che io non ho mai avuto il coraggio di fare.
Mi ama.
Anche io lo amo.
"NO! IO NON SONO TUO PERCHE' AMO LUI! MI SENTI? AMO LUI!" Esclamo rivolto
ad Akira, sconvolto e rabbioso perchè tutto è come non avrebbe mai dovuto
essere. Tutto è un errore, non c'è nulla che vada come sarebbe giusto!
Perchè la vita deve sempre dare addosso ai miei desideri?
La furia di Sendoh bruscamente, improvvisamente, inaspettatamente si placa
ed il silenzio torna ad invadere la sala, interrotto solamente da respiri
affannosi. La mia mente è stranamente vuota e riesco solo a stupirmi
dell'effetto che hanno sortito queste semplici parole...a sorprendermi
della potenza devastante della verità.
Akira rimane per un attimo immobile prima di piegarsi sulle ginocchia,
ansimando e chinando il volto per cercare di nasconderlo alla mia
indagine. Sbatte un pugno a terra, strozzando un urlo sofferente fra le
labbra martoriate dai denti.
Sento il mio respiro farsi difficoltoso e pesante. Non riesco a sopportare
di vederlo così, non posso tollerare questo suo dolore e la consapevolezza
di esserne io la causa...vorrei poter fare qualcosa, qualsiasi cosa per
lui. Ho sbagliato tutto. Non avrei mai dovuto sconvolgere la sua vita
solamente per cercare in lui qualcosa che non avrebbe mai potuto darmi,
facendogli egoisticamente pagare lo scotto per questa inesistente
inadeguatezza. Sapevo, SAPEVO che non avrei mai potuto amarlo, che tutto
questo non ci avrebbe portato in nessun luogo! Sapevo anche che era
innamorato di me, che questa nostra storia lo feriva al cuore.
L'ho usato solo per cercare di soffocare il mio dolore nel suo. Gli ho
lacerato l'anima per la mia meschinità. Riuscirà mai a ritornare quello di
prima? Riuscirò mai a perdonarmi?
Lui solleva lo sguardo con lentezza. Nei suoi occhi non vi è più traccia
dell'antica luminosità, nè dell'odio che prima vi scintillava. Sono
appannati dalla stessa nebbia che ammanta ora i suoi sentimenti.
Mi fissa a lungo, serio e teso, prima di affermare con pacata
rassegnazione, velata di sofferenza: "Ho sempre saputo che tu non fossi
destinato a me. Non avrei dovuto sperare...in fondo, non hai mai fatto
nulla per illudermi. Non posso addossarti nessuna colpa, non mi hai mai
mentito. Sono stato io uno stupido..."
Non riesco a reggere il suo sguardo, mentre ribatto: "Io sono stato
un bastardo. Ti prego, odiami...questo ti farebbe stare meglio. Soffrirei
per il tuo astio, ma almeno potrei espiare per quello che ti ho fatto.
Detestami...e non mi sentirei così in colpa. Ne hai pieno diritto..."
Sulle sue labbra compare un pallido sorriso, mentre quei lineamenti tesi
si addolciscono: "Cretino...io non potrei mai odiarti. Non ci riuscirei...ti
voglio troppo bene, vedo in te ciò che ho sempre cercato negli altri.
Vorrei solo poterti dimenticare, perchè non mi rimane null'altro da fare.
Ma senza di te chi riempirà la mia vita? Avrei voluto...farti felice...se
solo fossi stato diverso..."
"Ama qualcun altro, non perdere tempo con me. Non ne vale la pena, non ne
è mai valsa la pena...io sono solo uno stupido ragazzino meschino. Tu mi
attribuisci qualità che nemmeno conosco, hai fatto di me il riflesso di
ciò che hai sempre desiderato. Dimenticami. Ti ammiro, Akira, perchè tu
non sei come me...sei più forte di quanto immagini."
Lui si alza lentamente, barcollando per un attimo prima di riprendersi del
tutto. Ogni atteggiamento in lui emana smarrimento...disperazione...devastante
sfiducia.
"Ti ho amato davvero, Kaede. Avrei voluto poterti dare tutto ciò che
desideravi...non sai quanto mi hai reso felice, ogni volta che per merito
mio sulle tue labbra compariva un sorriso. Se solo non avessi conosciuto
la speranza, forse ora non starei così male..."
Lo fisso, mormorando: "Non lo vorrei, ma capisco che...questo è un addio
per noi, vero?"
Lui è stata l'unica persona che, fino ad ora, abbia voluto realmente me.
Forse il mio primo amico...ed ora è tutto irrimediabilmente perduto.
Lui annuisce alla mia affermazione: "Devo cercare di strapparti dalla mia
testa, dalla mia vita...solamente standoti lontano potrei riuscire...riuscire
a vedere il mio futuro senza di te. Ora come ora non credo nemmeno alle
mie parole...vorrei solo poterti abbracciare e baciare e amare...e vorrei
piangere, sai? Non è onorevole ammetterlo, ma adesso non me ne vergogno...sono
troppo stanco per preoccuparmi di una cosa simile, ora che mi sembra di
aver perso tutto...semplicemente non mi importa nulla di cosa potresti
pensare di me, non credo che potrei scivolare più in basso di così. Devo
dimenticarti...e per questo non devo vederti."
Una profonda pausa segue questa sua sofferta dichiarazione. Sembra quasi
che lui stia cercando di trovare in sè la forza per proseguire.
"Non mi cercare, non pensarmi nemmeno ma soprattutto...non incolparti.
Vivi la tua vita come meglio credi. Forse le cose cambieranno...forse
potremo essere amici e ridere insieme, un giorno. Non sai quanto lo
desideri! Ma non è questo il momento...anche se spero che arrivi al più
presto. Spero in un futuro nel quale il pensarti non mi procurerà più il
desiderio di gridare. Mi auguro di poterti ritrovare senza ombre, quando
giungerà quell'attimo. Io tengo a te. Ti auguro solo...che lui ti ami
quanto me. Lo spero per te."
Indietreggia lentamente, con un'espressione impenetrabile: "Buona fortuna,
Kaede. Sii felice. Spero davvero che tu non debba mai conoscere ciò che io
sto provando ora."
"Buona fortuna? La auguro a te, Sendoh..." Sussurro di rimando,
distogliendo quasi violentemente i miei occhi dai suoi.
Mi si stringe il cuore, pensando che forse ora lui è uscito
definitivamente dalla mia vita...e nel modo peggiore. Desidererei solo che
non avesse sofferto...per causa mia. Non vorrei perderlo e lasciarlo
andare. Lui è la prima persona che mi abbia fatto sentire accettato ed
adeguato...ma non sono così egoista da non comprendere che ora non posso
più dettare condizioni e che non posso imporgli la mia presenza.
Spero di poter riparare, un giorno.
Rimango per un attimo immobile, osservando il punto da cui la sua schiena
è scomparsa e soffocando un sospiro, prima di chinarmi su Hanamichi. E'
svenuto.
Gli prendo delicatamente il volto ferito fra le mani, accarezzandolo ed
asciugando con cautela i graffi sanguinanti. Scopro in me una dolcezza che
non avrei mai pensato di avere...un amore che mi domina, più totalizzante
che mai.
"Hana, come stai?"
Lui apre con cautela i suoi occhi, li fissa su di me e sorride: "Ho dovuto
farmi ridurre ad una polpetta, per sentirtelo dire...ma ne è valsa la
pena!" Mormora, con tono non molto fermo.
"Eh?"
"Che mi ami, kitsune! Finalmente! L'hai detto, non puoi rinnegarlo! Tu...MI
AMI!"
Di fronte alla sua espressione serenamente e completamente radiosa neppure
io posso trattenere il sorriso. Perchè il mio cuore si stringe così
dolorosamente? E' questo il prezzo della felicità? So che non è
economico...ma io sono pronto a pagarlo.
"Non oserai farmi credere che la tua sia stata tutta una tattica per farmi
confessare i miei sentimenti!" Aggiungo con tono fintamente minaccioso.
"Ma certo! Il Tensai aveva già previsto tutto!! Sei gaduto nella trappola,
volpastra! Sono stato più furbo di te! Eheheheheh!! Sono un genio!"
Qualcosa mi dice che non l'abbia bevuta. Mmhh...dannazione! Ma io sono
stato credibile, no?
Le
sue mani delicate stanno ancora accarezzando il mio viso, che ora lui ha
posato sul suo grembo con estrema delicatezza. Le sue dita sottili tremano
impercettibilmente quando io le intreccio alle mie e le porto alle mie
labbra per baciarle.
Spalanco gli occhi allibito, notando che sono fasciate da sottili bende
candide.
Immediatamente sollevo lo sguardo, interrogandolo in una silenziosa ed
angosciata attesa. Lui non risponde e cerca di fuggire la mia indagine
lasciando cadere la frangia sui suoi occhi profondi. Aggrotto la fronte,
cercando di interpretare il suo silenzio...ed improvvisamente comprendo
tutto.
Rammento ciò che è avvenuto ieri...la sua presa disperata su quel ramo che
rappresentava il sottile collegamento per trattenermi alla vita e
strapparmi alla gelida morte di quel lago infido. Rivedo il sangue che
scorreva sul legno filtrando dalle sue dita e che cadeva in dense gocce,
macchiando il ghiaccio immacolato. Ricordo la sua disperazione, la sua
paura, la sua tenacia ed il suo indomabile coraggio...l'unica cosa in
grado di salvarmi dalla disperazione.
Per
me.
Chiudo gli occhi e prendo un profondo sospiro, prima di mormorare con
lentezza: "Grazie. Mi hai salvato la vita...se non fosse stato per te..."
"Non parlare! Tu non puoi nemmeno immaginare cosa ho provato...se solo
tenterai di farmi nuovamente una cosa simile, giuro che ti fracasserò
quella testa cava a forza di cazzotti, e bada che non sto scherzando! Sei
stato un deficiente! Se ti avessi perso...dannazione! Sei un impiastro!"
"Ma
guarda tu che razza di volpe imbecille ed indisponente! Io cerco di essere
gentile, ed invece tu...ah, con te ci vogliono solo le maniere forti!"
Ovviamente non gli lascio il tempo di ribattere! Le sue labbra sono troppo
morbide, invitanti, dolci...per poter essere trascurate per più di dieci
secondi consecutivi! Ma sarebbe riduttivo riferirsi solo alla sua bocca...dico
bene?
Dopo un tempo per me ingiustamente breve, con mio sommo disappunto, lui si
allontana lentamente da me nonostante i miei tentativi di trattenerlo.
Solleva un soppraciglio, prima di mormorare sarcastico: "Questa posizione
non è delle più comode...giuro di aver sognato spesso questa situazione,
ma mai sul pavimento del mio salotto!"
Soffoco un sorriso, ribattendo: "E' che tu manchi di fantasia, volpe..."
Tuttavia non mi oppongo mentre mi aiuta a risollevarmi e mi conduce al
piano di sopra. Apre lentamente una porta e mi adagia su quello che
suppongo essere il suo letto. Passa una mano a scompigliarmi la chioma,
con un gesto timido e quasi impacciato di gentilezza. Se non fosse Kaede
Rukawa, giurerei che è imbarazzato...
Osservando la luce che si riflette su di lui, non riesco a trattenermi:
"Sono bellissimi...i tuoi capelli, intendo! Fili di seta corvina, con
riflessi blu come l'ala di un corvo..."
Le
sue labbra sono morbidamente incurvate in un sorriso mentre mi osserva
attentamente, con occhi vigili. Stiamo prendendo tempo...cerchiamo di
abituarci alla totalità di queste sensazioni che ci hanno lasciato
completamente storditi. Il solo poterlo fissare senza dover distogliere
gli occhi riesce a farmi provare delle vibrazioni che non immaginavo
potessero esistere.
Risponde quasi pigramente alla mia constatazione: "Anche i tuoi capelli
sono molto belli..."
Qualcosa mi dice che dovrei leggere del sarcasmo dietro questo suo
complimento...eppure sembra tremendamente serio! Meglio indagare...
"Stai scherzando, vero?" Inquisisco, già pronto ad una delle sue tremende
docce fredde.
Ma
lui sembra sinceramente stupito di questa mia incredulità: "Perchè pensi
questo?"
Non
posso non frenare l'amarezza delle mie frasi: "Perchè è ovvio che tu non
stia parlando sul serio! Scusami, ma mi rendo perfettamente conto che i
miei capelli sembrano ad una piantagione di cocomeri! Vorresti farmi
credere che non è vero?"
La
sua voce è colma di una distesa sicurezza, mentre replica come se stesse
esplicando la cosa più ovvia del mondo: "Potresti aver ragione...ma per me
sono stupendi. Certo, non è da escludere la possibilità che per me lo
siano solo perchè sono tuoi..." Termina quasi con noncuranza, senza
sospettare minimamente che il mio cuore è probabilmente sul punto di
entrare in sciopero per questa sua confessione!
Perchè sono miei.
Gli piacciono i miei capelli...proprio perchè sono miei. Perchè io
gli piaccio...perchè mi ama!
Kitsune, chiedimi di gettarmi dal trentesimo piano di un grattacielo e ti
giuro che ora per te potrei farlo! A dir la verità, so che farei ogni cosa
per te. Ma guarda come mi hai ridotto, dannazione! Vorrei tanto capire
come hai fatto, poi...
"Come ti senti?" Riprende, fissandomi attentamente con una scintilla di
preoccupazione nel suo sguardo.
"Un
paio di fratture multiple, ma respiro..." Cerco di sdrammatizzare,
considerando però che, se non mi fossi sentito male, probabilmente ora
Sendoh non potrebbe più ammirare il sorgere del sole. Che occasione
sfumata! Vabbè, sarà per un'altra vol...eh?
Sto
sognando...ecco, sono partito, lo sapevo! Ma non è giusto, non dovevo
impazzire proprio adesso che ho finalmente Rukawa qui con me! Forse la
febbre è salita di nuovo o sto delirando, ma...insomma...le mani di Kaede...si
sono infilate in modo velatamente insinuante sotto i miei maglioni,
procurandomi delle scosse di piacere talmente intense da propagarmi
vampate di calore in tutto il corpo.
Ed
io non riesco a credere che stia succedendo davvero! Non mi sembra
concepibile che lui mi voglia sul serio, che mi stia cercando...che mi
venga concessa la possibilità di dargli tutto ciò che ho sempre e solo
sognato.
Eppure è la realtà...ed è anche meglio della realtà. Vuole farmi
comprendere che si sente pronto a donarsi a me, senza ombre e senza
rimorsi. E' deciso, come in ogni altra cosa che fa.
Ti
amo troppo. Ma, davvero, per te è giusto dire che troppo non è mai
abbastanza.
Ti
farò impazzire, ti farò urlare...lo giuro. Scivoleremo assieme sulla
superficie delle cose...e comprenderai come questo possa avvenire solo fra
noi due...lasciami affrontare le onde che porti, non ho paura di affogare
nella mia passione...di accecarmi con la tua luce. Abbandonati a questo
momento, segui questa sensazione...assieme a me.
Senza pensarci due volte, noncurante dei graffi che rigano il mio viso ma
che non mi fanno più male e di cui sono totalmente dimentico, mi sollevo a
ricatturare quelle labbra che prima non sono riuscito ad esplorare come
avrei voluto e di cui non credo mi sazierò mai.
Lui
si abbandona completamente alla mia desiderata invasione con
un'arrendevolezza ed un desiderio che mi fanno andare il sangue alla
testa...mi permette di prendere il comando di questo bacio, seguendomi in
un vortice di estasi che si infrange su un muro di gemiti profondi.
E'
inginocchiato sul letto, accanto a me, ed io gli cingo i fianchi
spingendolo ad adagiarsi sulle coperte e coprendolo con il mio corpo,
senza interrompere il mio contatto con la sua bocca rovente ormai gonfia
ed arrossata per i miei morsi. E' tremendamente sensuale con quegli occhi
smarriti, il respiro perdutamente affannato e l'incontenibile tremito nei
suoi gesti...
Le
mie mani imitano le sue e si intrufolano sotto l'ampio maglione di lana
turchina, scoprendo una pelle che desidero da così tanto...ancor prima di
rendermene io stesso conto...ancor prima di immaginare che un candore come
questo potesse esistere in un luogo che fosse al di fuori delle mie
fantasie.
Con
impeto gli sollevo improvvisamente questo indumento, che ora mi appare
solo un fastidioso ostacolo, e mi stacco un attimo da lui per
sfilarglielo.
La
sua pelle così pallida...quasi abbagliante...mi inebria più di un manto di
seta.
Mi
incanto di fronte al gioco dei suoi muscoli, al contrasto dei suoi
capezzoli scuri su quella superficie immacolata. Lo percorro con carezze
roventi ed impazienti, comunicandogli la stessa febbre che mi divora.
Lui
fa una risata soffocata, notando l'irruenza della mia passione: "Sei
sicuro? Ti rendo conto che appari piuttosto malridotto..."
Tacito queste importune constatazioni, sfatate del resto dai suoi
tentativi irruenti di sfilarmi i pantaloni, con un altro bacio caldo che
mi conduce sulle porte della beatitudine.
"Taci...Kaede..." Ansimo "Mi hai fatto...desiderare questo...così a
lungo...che quasi...vorrei punirti per ciò che mi hai fatto passare!"
Esclamo, con bruciante passione.
"Vendicati..." Mormora insinuante, provocandomi con un sorriso malizioso.
Io
non chiedo altro...
Ci
esploriamo a vicenda, ormai senza più barriere fra noi, ed io percorro con
il viso e le labbra il suo corpo perfetto. Non capisco se il tremito che
mi sta scuotendo sia dato dalla mia soggezione di fronte alla sua
bellezza, dal desiderio troppo violento o, più semplicemente, dalla
febbre...
Mi
chino su di lui e scendo lungo il suo torace, più giù, più giù...sino a
giungere al termine del mio devastante viaggio, provocandogli un soffocato
urlo di piacere. Mi sazio delle sue suppliche, dei suoi gemiti, delle mani
che artigliano spasmodicamente il lenzuolo, di quegli occhi serrati
convulsamente e del viso distrutto dal piacere...
Voglio che con me tu scopra qualcosa che nessuno mai abbia potuto darti.
Voglio cancellare il tuo passato e farti scoprire un nuovo futuro, un
avvenire in cui non ci saremo null'altro che noi.
Viene con un grido singhiozzante, tendendosi spasmodicamente prima di
abbandonarsi sfinito sotto di me con il respiro rotto ed affannso.
Attendo qualche attimo per permettergli di riprendersi ma, nonostante
questo mio proponimento, non riesco ad aspettare oltre...voglio
possederlo, voglio fondermi con il suo corpo per rendermi conto di quanto
tutto ciò sia reale. Voglio che lui diventi mio, e voglio fargli toccare
la pienezza di ciò che provo.
Mi
porto su di lui, intrecciando le mie mani alle sue e portandogliele ai
lati del capo. Lo fisso negli occhi, quasi a chiedergli il permesso...e
lui di rimando mi sorride in un modo che sconvolge il mio cuore.
Allora, lentamente, entro in lui...comprendendo cosa significhi trovare
finalmente ciò di cui nemmeno pensavi di avere bisogno...sentendo quanta
necessità io ne abbia sempre avuto. Ora so che il mio esistere su questo
mondo è giustificato da qualcosa...e so di essere completo.
Perdo totalmente coscienza di me, terminando in un luogo astratto dove vi
sono solo gemiti, grida, luce, piacere, io ed il suo volto sconvolto e
luminoso...
Mi stringo ad Hana, appagato e sfinito, nascondendo il mio viso
nell'incavo della sua gola ed avvertendo le sue braccia stringersi in un
abbraccio possessivo attorno a me. Come può sprigionarsi questo devastante
calore solamente dalla stretta delle sue braccia? Come può esistere una
felicità simile? Ed io, io che prima d'ora non vi avevo mai creduto...che
non avevo mai osato sperarci!
Ho sofferto molto e sono stato solo a lungo, ripetendomi che bastavo a me
stesso, che non avevo bisogno di nessuno, che dovevo essere forte e non
cadere perchè nessuno si sarebbe mai preoccupato di alzarmi...credevo che
non avrei avuto bisogno di null'altro, nella vita, che della mia volontà
di trionfare ed essere il migliore. Mi illudevo che questo fosse ciò che
relamente volevo.
Ma a che gioia mi avrebbe condotto l'essere il migliore da solo? Con chi
mai avrei potuto condividerla? Era veramente questo ciò che desideravo
vedere nel mio futuro? Il trovarmi isolato su un piedistallo freddo?
Questo...avrebbe davvero potuto farmi sentire come solo ora mi sento?
No. Non vi è paragone...
In realtà, io lo stavo soltanto cercando...aspettando. Quando non lo
conoscevo ancora, io comunque sapevo che esisteva...forse lontano, forse
vicino a me. Ma, ovunque si fosse trovato, inconsciamente lo attendevo.
Scrutavo i volti, sperando che fosse già giunto quel giorno...ma mai avrei
pensato che il viso che aspettavo mi avrebbe preso a testate pur di farsi
riconoscere!
Era lui. Lui per me. So che non poteva essere altrimenti, so che non ci
sarà mai null'altro di simile...lo so.
Questo silenzio, questa complicità, questa sicurezza...valgono più di ogni
altra cosa. Non sono mai stato così sereno ed appagato...quasi ne ho
paura. Temo che tutto questo mi sia stato dato solo per venirmi strappato
via.
So che mi ama, so che lo amo. Come riesco a concepire tutto questo? Come
potrei vivere senza di lui e senza queste sensazioni, d'ora in poi?
Non potrei.
Socchiudo gli occhi, abbandonandomi lentamente al sonno che mi lambisce
dolcemente, cullato dal ricordo di ciò che è appena avvenuto.
Ho fatto l'amore...non sesso. Per la prima volta...ho fatto l'amore.
Finalmente mi sono sentito vero...perchè il mio desiderio era vero...il
piacere è stato reale...la persona che mi possedeva era quella che io
sempre ho atteso. Ho percepito il suo amore riversarsi dentro di me e
completarmi, riempirmi, scaldarmi...
Sto ormai perdendo conoscenza quando bruscamente vengo riportato alla
realtà dalla consapevolezza del suo corpo che si allontana da me.
"Dove vai?" Mormoro infastidito ed assonnato senza tuttavia aprire gli
occhi.
Non mi giunge alcuna risposta.
Riesco distintamente a percepire il gelo che scende ad avvolgermi. No! Non
ancora...non di nuovo...non adesso!
Mi decido allora a sollevare queste palpebre tremendamente pesanti ed a
scannerizzare i dintorni, cercandolo. Lo vedo affacciato alla finestra,
serio, mentre il suo corpo stupendo viene illuminato dai riverberi caldi
del sole al tramonto. Capisco dalla sua aria cupa che vi è qualcosa che
non va e che non si tratta di una stupidaggine...cosa è successo?
Mi alzo a mia volta e mi porto dietro a lui, facendo aderire il mio petto
alla sua schiena.
"Cosa c'è?" Sussurro, apparentemente freddo e padrone di me stesso ma
internamente terrorizzato. Non allontanarti da me, ti prego...
Non strappatemelo, ora che l'ho appena trovato!
Lui si irrigidisce ma non mi respinge. Il suo sussurro è tirato come
l'espressione del suo volto: "Non lo sopporto!"
"Che cosa?" Indago, preoccupato per il tormento che trapela dalle sue
parole.
Hana mi allontana con fermezza, respira a profondamente e si volta,
guardando prima me, poi il mio letto.
"Quello!" Afferma, indicando quest'ultimo.
Io sollevo perplesso un sopracciglio, senza capire: "Vuoi che compri un
nuovo letto, do'aho?" Indago, senza riuscire a trattenere un sorriso
vicino all'incrinarsi.
Ma lui non raccoglie la mia provocazione e questo mi fa capire quanto sia
estremamente serio, quanto io stia effettivamente rischiando...cosa
io stia rischiando!
"Lì...tu l'hai fatto ora con me...ma quante volte ti ci sei già rotolato
con Sendoh? Lui ha potuto vedere il tuo viso trasfigurarsi per il
piacere...avrà goduto dei tuoi sorrisi...osservato il tuo volto
abbandonato al sonno...accarezzato le tue labbra...ed io questo non lo
sopporto! Non posso tollerare che tu sia stato suo, che tu ti sia dato a
lui! Non sono stato il primo per te...e questo mi fa temere che a me, il
secondo, seguiranno un terzo ed un quarto..." Sussurra, gelido e
volutamente crudele.
Una scudisciata mi sbrana il cuore.
"Ma che stai dicendo?" Ribatto "E' vero, Akira ha potuto avere il mio
corpo...ma ciò per me non significa nulla...poichè io sono sempre
stato solo tuo!" Affermo, facendogli capire, con quell'io, che sto
parlando di ME! Del mio vero me, intendo!
Cosa può affermare di aver avuto, Sendoh? Un involucro senza anima. Non
gli ho mai dato nulla di ciò che ho concesso ora a lui...ed Akira questo
lo ha sempre saputo, come l'ho sempre saputo io!
Ma il do'aho non demorde: "A parte che il fatto che il porcospino possa
averti posseduto per me non può non significare nulla, perchè ha
ottenuto una parte di te che tu non ti sei ritratto dal concedergli...dovrei
comunque sentirmi rassicurato da ciò che hai detto, ovvero che sei
capacissimo di fare sesso con un'altra persona pur non amandola? Chi mi
garantisce allora che, pur stando con me, tu non ti infilerai in qualche
altro letto?!"
I miei occhi si riducono a due fessure, scurendosi come un mare in
tempesta per rispondergli: "Vuoi che ti rinfreschi il motivo per cui ci
siamo trovati in questa situazione, Sakuragi? Chi è stato il primo ad aver
sbagliato, fra noi? Chi si è concesso ad un'altra senza nemmeno un
pensiero rivolto alla persona che per questo veniva spinta in un abisso?
CHI?! Tu l'hai amata, non è vero?! TU L'HAI AMATA! Cosa dovevo fare, io?
Vi vedevo felici, ti osservavo scherzare e divertirti con quella stronza...mi
sentivo isolato dal mondo intero! Non riuscivo a sopportare il peso di un
amore che voleva farmi precipitare in un baratro! Ero pazzamente,
stupidamente innamorato di te...ma tu non mi volevi, nemmeno ti accorgevi
della mia sofferenza! TU MI ODIAVI!!" Ansimo profondamente, contraendo i
pugni davanti a me come se stessi per gettarmi addosso a lui. Fa
terribilmente male rivivere tutto questo...
Cerco di calmarmi. Non è da me questa emotività: "So che non ho agito
bene, concedendomi a Sendoh...ma provavo una disperata rabbia per la mia
situazione. Ti amavo...e per te ero trasparente. Continuavo a resistere
solo per vedere le mie speranze affondare! Volevo cercare di
dimenticarti...mi sentivo umiliato da quei sentimenti impossibili che
reputavo una debolezza e che per giunta sembravano prendermi in giro...volevo
avere io il controllo della situazione, l'illusione di poterli dominare!
Desideravo potermi sentire nuovamente padrone di me stesso. Ed Akira..."
Non riesco a terminare. Lui mi interrompe con impeto, scagliando un
violento pugno contro il muro: "TACI! Non chiamarlo per nome, almeno!"
Come si permette di rivolgersi a me in questo modo, di darmi ordini? Con
che diritto sta tentando di farmi sentire colpevole? Non permetto a
nessuno di mancarmi di rispetto, ed a lui ancora meno!
Lo scaravento contro la mia scrivania con un pugno in cui imprimo tutta la
mia forza. Ho VOLUTO fargli male! Ma come può parlarmi così, come se lui
fosse esente da colpe? So che ho sbagliato...ma cosa gli fornisce il
permesso di rinfacciarmi i miei errori come se i suoi non esistessero,
come se lui fosse solo una vittima di questa situazione? Quanto ho
sofferto, a causa sua?! Quanto dolore ha provato Akira, per lui e per me?!
Quante volte ho pensato che sarebbe stato bello morire?!!
"Puoi solo tacere!" Gli ricordo "Se non rammento male, tu stavi con
Harukina-luce-dei-miei-occhi fino a ieri soltanto e ti trastrullavi con
lei pur provandoci con me! Avanti, prova a giustificarti!" Lo sfido, con
una rabbia a malapena trattenuta.
Si asciuga il rivolo di sangue che cola dalle sue labbra, facendo
visibilmente forza su se stesso per non rispondermi. Replica con una voce
tirata: "Mi ero sbagliato. E' vero, credevo di odiarti...e mi faceva male
guardarti...perchè tu sembravi ignorarmi totalmente. Pensavo di amarla,
volevo convincermene...avevo paura di ciò che sentivo per te, era qualcosa
di totalizzante su cui non riuscivo ad avere il predominio..."
"...E la soluzione migliore è stata scappare, non pensarci e scopare lei!
Non ti sei dimostrato poi molto migliore di me...eppure hai la pretesa di
mostrarti superiore!" Concludo al posto suo con amara ironia, velata di
profondo dolore.
Un lampo gli attraversa lo sguardo, mentre replica con voce innaturalmente
calma e fredda. Potrei dire quasi che non sia lui a parlare, se non lo
vedessi di persona: "Non è mai successo niente fra noi nel senso che
intendi tu...contrariamente a quanto invece è avvenuto fra te e Sendoh. In
fondo, devo credere che tu non ti sia fatto poi molti scrupoli a dargli
tutto ciò che lui ti ha chiesto in tutte le volte in cui lo ha
desiderato...probabilmente ti è anche piaciuto! Sicuramente lui è molto
più esperto di me, giusto? Avrai fatto un confronto, no? Ne sono uscito
molto sfavorito? So di non essere alla sua altezza, me ne dispiace. Il tuo
amore per me doveva essere proprio forte, se riuscivi a dimenticarlo senza
rimpianti ogni volta che lui ti sbatteva..."
Impallidisco mortalmente, mentre sussurro gelidamente, quasi con violenza:
"Vattene, Sakuragi! Vattene via da qui e via da me!"
Rimaniamo un attimo a sfidarci in silenzio. Una prova di forza per
dimostrare chi per primo abbasserà lo sguardo, arrendendosi all'altro. Con
Sendoh la vittoria era sempre mia...ma Hanamichi non è Sendoh.
Senza pronunciare una sola parola in più, senza nemmeno tentare di
protestare o di dissuadermi, si volta e si appresta ad uscire dalla mia
camera.
Dalla mia casa.
Dalla mia vita.
Come se io non contassi nulla per lui, come se lui non sentisse proprio
nulla per me. Si è arreso così?
Forse non gli sembra che valga la pena lottare per uno come me.
E se...se davvero avesse voluto soltanto una squallida scopata da me?
Riesco distintamente ad udire il mio cuore che si sgretola, riducendosi ad
infiniti calcinacci di gesso. Vorrei richiamarlo...ma non ci riesco, non
voglio umiliarmi in questo modo. Potrei ricevere una risata derisoria come
risposta, uno sguardo compassionevole...non riuscirei a reggere. Non vi
riesco già ora. Non è questo il mio ruolo, non mi è permesso di essere
quello che chiede o che supplica...non ce la faccio.
Si è solo preso gioco di me?
Tutto è finito così? La mia vita si è conclusa così? Il fiore appena
sbocciato è già stato coperto da una colata di cemento? Cosa...cosa mi
rimarrà da fare adesso? Piangere perfino la mia anima, cercando di
eliminare in qualche modo questo nodo interno che minaccia di
strangolarmi? Non credo che servirà...non credo che io potrò
servire più a qualcosa, in questo mondo. Ho appena compreso quale sia il
mio posto nella vita...e l'ho appena irrimediabilmente perso. E' stato un
miraggio...e forse sarebbe stato meglio se non l'avessi mai sperimentato.
Mi sono di nuovo fatto raggirare dai miei sentimenti...come un cretino.
Non ho mai versato una sola lacrima in questi mesi, nonostante tutta la
mia sofferenza...ma ora non tento nemmeno di frenarle, di cercare di
arginare la mia disperazione. Scorrono sul mio viso, gocce gelide ed amare
come mi sento io, senza che io sia in grado di emettere un solo
singhiozzo. Mi sento una merda, solo e debole come non sono mai stato.
Sono esausto, sfinito dentro di me, ora voglio solo dire 'basta'. Voglio
crollare, finalmente, e non alzarmi più...voglio farla finita.
Sono stanco di lottare...perchè non vi è nulla per cui farlo.
Ho perso tutto. Lui se ne sa andando...perchè io gliel'ho chiesto...perchè
lui non si è opposto alla mia richiesta...ed ho perso tutto.
Perdendo lui, ho perso me stesso.
Chiudo gli occhi, mentre noto che la porta della mia camera sta per
chiudersi dietro di lui. Non voglio vedere.
Eppure non odo alcuno scatto di serratura. Risollevo le palpebre per
scoprire che l'uscio è ancora socchiuso. Non mi sono neppure accorto che
sto trattenendo il respiro...
Un sussurro profondo mi trapassa da parte a parte: "Scusami..."
Rilascio il fiato in un profondo, tremulo sospiro.
La voce riprende: "Perdonami, sono stato uno stronzo. Ho fatto un sacco di
cazzate ed ho anche la faccia tosta di scaricare tutta la responsabilità
su di te. Ti amo, Kaede. Ti amo, non voglio perderti. Per me niente è più
importante di te."
Il mio mormorio trema come una nota di violino distorta, ma non me ne
curo: "Vieni da me. Non mi lasciare solo...non te ne andare."
Sorrido con commiserazione verso me stesso, riudendo l'eco delle mie
parole. Cosa sto dicendo, come lo sto esprimendo...sembro una
stupida donzelletta indifesa! Non posso permettermi di mostrarmi così
vulnerabile, di fargli comprendere quanto io abbia bisogno di lui.
Eppure...è più importante questo mio sterile orgoglio o ciò che sento io
per lui? Celare i miei sentimenti o permettergli di comprenderli?
La risposta è una sola, e so di non poter esitare nel darla.
Abbasso la fronte, cercando di celare il mio sguardo arrossato dietro la
mia frangia spiovente. Queste fottute lacrime, perchè non la smettono di
scendere!? E' come se stessero dando sfogo di tutta l'angoscia che mi ha
sostenuto e logorato allo stesso tempo in tutti questi mesi...non riesco a
dominarmi, non posso contenermi...mi sembra di essermi svuotato della
rabbia e della tensione che mi opprimevano, ed ora mi sento totalmente
vuoto.
Tremo, quando delle dita delicate mi detergono con dolcezza il volto
venendo immediatamente sostituite dalle sue labbra. Vengo subitaneamente
imprigionato in un abbraccio delicato e rispettoso, come se fossi un
cristallo troppo fragile che deve essere protetto. Dovrei sentirmi
irritato da questo suo comportamento, ma sono troppo sfinito per oppormi e
ribellarmi...e nemmeno voglio farlo. Sono stanco, stanco di dovermi
mostrare forte, di fingere, di nascondermi, di essere indipendente e solo.
Ho bisogno del suo tocco, della sua tenerezza, del suo amore.
Ho bisogno di lui.
Per una volta voglio provare a fidarmi totalmente, a lasciarmi andare...e
credo che sia questa la forma più estrema di coraggio: rimettersi a
qualcuno che non sia tu stesso, affidarsi totalmente...senza sapere cosa
potrà venirne. Offrire spontaneamente il proprio petto a qualcosa che
potrebbe essere gioia...ma anche dolore.
"Perdonami, Kaede...ti amo...non volevo farti soffrire..." Mormorii
inframezzati da piccoli, leggeri baci sul mio volto, sulla mia gola "...è
colpa mia...ti giuro che non accadrà mai più...non ti farò più del male...ti
amo da impazzire...Dio, quanto ti amo! Sei bellissimo...sei mio...non ti
lascerò mai...ti amo...ti amo." Sospira, come se fosse rapito ed inebriato
dal sapore della mia pelle.
La mia voce è nuovamente sicura, quando gli rispondo: "Sei un imbecille."
Sulla mia pelle avverto le sue labbra piegarsi in un sorriso, mentre
risponde. "Sì."
"Un deficiente." Scosto i miei capelli con un lieve moto del capo,
risollevando con fierezza gli occhi.
"Beh..."
"Un cretino." Il mio viso è ormai asciutto.
"Ok..."
"Un cerebroleso." Riesco a sorridere a mia volta.
"..."
"Un do'aho." Anche io ti amo.
"Oi, kitsune! Vuoi farla finita?" Hana mi sta fissando con uno sguardo
fintamente lucido d'ira e si getta verso di me con un impeto trattenuto.
Mi pongo in posizione, pronto ad essere travolto dalla sua furia...quando
lui invece, senza fermare la sua spinta, si accascia su di me inerte e
quasi tramortito.
"Hana?" Indago "Che ti prende?" Gli scosto i capelli dalla fronte, con
lentezza, sorreggendolo. Dannazione! Ma...è bollente! Ci si potrebbe far
cuocere un uovo, sulla sua testa!
"DO'AHO! MA SEI SCEMO!? HAI LA FEBBRE E NON ME LO HAI NEPPURE DETTO!"
Caricandomelo con malagrazia sulle spalle, lo piazzo piuttosto ruvidamente
sul letto e mi getto alla ricerca di un termomentro (impresa ardua!),
borbottando contro la demenza precoce che ha colpito un certo deficiente
di mia conoscenza.
Non è possibile! Avrei dovuto pensarci, però. Ieri era totalmente partito,
non poteva certo essere guarito in un solo giorno nonostante il suo
continuo definirsi 'Tensai'! Ma è stupido?! Venire qui in queste
condizioni?! Ed io come ho fatto a non accorgermene? Possibile che il suo
sorriso e le sue parole mi abbiano reso cieco verso tutto il resto?
Gli lancio un pigiama, accennandogli di indossarlo: sta tremando di
freddo.
Riuscito nel mio intento di scovare ciò che cercavo mi riavvicino a lui,
che ora mi sta sorridendo ironico: "Sai, kitsune, le vesti della mamma
chioccia ti si addicono perfettamente..."
"E tu sei il preciso ritratto della bertuccia rompiscatole e cercaguai, se
proprio vogliamo rimanere in ambito faunistico!" Lo rimbrotto, invitandolo
con un gesto brusco a misurarsi la febbre e sedendomi al suo fianco.
"Preferisco essere solo il tuo ragazzo, senza gli attributi
'rompiscatole' e 'cercaguai', se permetti! Per chi mi prendi?" Mormora,
fissandomi seriamente.
Ricambio il suo sguardo: "Ti prendo per quello che sei: una scimmietta
insopportabile. Comunque, tu sei mio e basta...su questo non si
discute proprio!"
Hana si solleva, cercando di abbracciarmi e facendo finire chissà dove il
termometro. Ma vuole capire sì o no che deve rimanere fermo?!
"Se tu mi tradirai, Kaede, io...mi ucciderò! Mi ucciderò per non impazzire
di rabbia o di dolore. La sola idea mi è insopportabile...io voglio
dimenticare tutto ciò che è stato, ma non voglio ombre sul mio futuro. Ho
paura! Ho paura che tu possa non volermi, lasciarmi, non considerarmi
abbastanza per te...ho paura per il nostro amore. E' la cosa più
importante che mi sia mai stata data..."
"Do'aho! Non mi risulta che il sole sia mai sorto ad oriente! Quando lo
farà, allora forse potrà essere valido ciò che hai detto." Replico,
ricambiando la sua stretta ed addolcendo il mio tono.
Lui mugugna un attimo, prima di replicare: "Non mi piace, come esempio...Sendoh
sarebbe capacissimo di invertire il senso di rotazione della terra e
dell'intero Sistema Solare pur di confutare quanto hai affermato!"
Mmhh...qualcosa mi dice che ora si arrabbierà! Ma io mi sono mai
trattenuto dallo stuzzicarlo? No! Perchè dovrei farlo ora? Sentiamo un po'
come replicherà...
"Hai ragione, non è convicente come esempio! Allora è meglio porre una
condizione diversa. Vediamo...uhm...ecco! L'eventualità che io ti possa
lasciare potrebbe anche verificarsi, ma solo se tu riuscissi
miracolosamente a sconfiggermi a basket! Soddisfatto? Sei più sicuro
addesso, sapendo che veramente ciò non potrà mai accadere?"
Immediatamente lui mi rovescia sulle coperte e si stende su di me con
sguardo tempestoso: "KITSUNEEE! COME OSI! Ah, ho capito! Hai compreso che
solamente esercitando su di me queste pressioni psicologiche puoi sperare
di vincere! Vuoi che io mi senta in obbligo di perdere sempre
appositamente, per timore della tua funesta profezia! Temi a tal punto il
mio genio, vero?!"
Ecco, ora scoppia a ridere come un esaltato! Ma che ho fatto di male per
meritarmi un simile idiota? Ah, è vero! Dimentico il trascurabile
dettaglio di essermi innamorato di lui...quante disgrazie, nella mia ancor
giovane vita!
Inverto le nostre posizioni e lascio scorrere lentamente una mano sotto la
maglia che lo copre, procurandogli dei sospiri e degli ansimi violenti...sorrido
e mi dirigo verso il basso, accarezzandogli l'ombelico, gli addominali
scolpiti e raggiungendo l'elastico dei suoi pantaloni...noto con
soddisfazione che serra la mascella e che i suoi occhi si socchiudono. Mi
intrufolo sotto l'elastico, mentre lui si morde le labbra e si abbandona
totalmente...ma io mi ritraggo, levandomi in piedi.
Lui spalanca uno sguardo nocciola apertamente oltraggiato: "Ehi, kitsune!
Si può sapere che scherzi sono questi?! Perchè diamine ti sei fermato?
Cos'è, la pausa del 'fine primo tempo'?" Ringhia, fulminandomi con gli
occhi tempestosi.
Ma io ho la risposta pronta e, sorridendogli innocentemente, replico in
tono angelico: "Volevo solo recuperare il termometro...ti era scivolato
sotto i pantaloni! Se tu ti decidesso a startene tranquillo..."
Immediatamente vengo strattonato verso di lui e mi ritrovo stretto
possessivamente fra le sue braccia.
"Ti amo." Sussurra appassionato, avvolgendomi con uno sguardo infuocato.
Massì!! Divertiamoci pure! Ora ci vuole proprio...ed io devo vendicarmi
per quello che mi hai fatto passare! Credo che dovrai trascorrere dei mesi
molto duri, do'aho...ti auguro buona fortuna! Io ho tutta l'intenzione di
fartela pagare...
"Mi ami? Io no..."
Mi godo la sua espressione magistralmente interdetta, prima di scoppiare
in una risata liberatoria e venire colpito dai suoi pugni. Non me ne curo,
poichè ho la certezza che presto si trasformeranno in ben altro...
END
Vai all'Archivio Fan Fictions |
Vai all'Archivio Original
Fictions |
|