A Ely, con cui è un piacere passare il
tempo al cellulare ^^
Allergia al cioccolato
di Hymeko
Nonostante tutto, sapeva di essere un tipo introverso. Quella zazzera di capelli rossi non rifletteva del tutto il suo carattere…era sì un combinaguai, un esaltato mezzo teppista, ma…in amore ne aveva di problemi, e anche tanti…
'Se non la smetto di rigirarmelo fra le mani, si scioglierà…e che figura ci farò?'
Eppure, ancora non osava aprire del tutto quella porta leggera, un po' dischiusa, che gli permetteva di osservare l'ombra del ragazzo che gli aveva rubato il cuore.
Rukawa era solo, nello spogliatoio, che si rivestiva…non avrebbe potuto esserci momento migliore, per dichiararglisi.
Ma non ne trovava la forza…la sua timidezza, unita al ricordo degli innumerevoli rifiuti che gli erano piovuti addosso, lo teneva bloccato lì, nel corridoio, con un cuore di cioccolato fra le dita, che rischiava di sciogliersi…un cuore grande poco meno di un palmo, perché capisse che poteva portarlo sempre con sé, in una mano, il suo amore.
Sospirò, tappandosi subito la bocca, per paura che il compagno si accorgesse di lui…oltre a tutte le sue insicurezze (come non fossero bastate), c'era anche un altro problema.
Lo aveva scoperto durante la pausa pranzo, in cui il suo bel volpino adorato aveva girato chilometri al largo del suo armadietto, arrivando a pagare Kuwata perché glielo liberasse dai cioccolatini che gli erano arrivati.
La verità era che Rukawa lo odiava a morte, il cioccolato.
E lui, era lì a sperare di conquistarlo proprio offrendogliene un cuore.
Soffocò un singhiozzo, dandosi dell'idiota per la centesima volta…perché non aveva bigiato l'allenamento per cercare qualcosa di meglio?
'Perché altrimenti non avrei potuto vederlo…'
era la solita, immancabile risposta.
'Sì, ma adesso sono qui, con questo dolce inutile in mano'
Si schiacciò contro il muro, toccando la cartella che aveva abbandonato lì accanto…Rukawa era appena passato davanti allo spiraglio…rischiando di vederlo.
Scosse la testa, accarezzando il muro bianco.
'Sono proprio un disastro…ma non posso perdere quest'opportunità. Non la voglio rimpiangere in eterno…andiamo, è il momento del mio ennesimo fallimento'
Un impeto di disperazione lo riempì, e il ragazzo posò la mano sulla maniglia, entrando nello spogliatoio.
"Hn?"
Null'altro…non sembrava essere in grado di dire che quelle due lettere, eppure a Hanamichi parevano più belle di qualsiasi opera letteraria.
E quegli occhi, blu pavone, che lo guardavano leggermente sgranati…avrebbe perso intere ere, ad ammirare le sfumature che li vivificavano, quando la luce li colpiva. Trasparenti, profondi, intriganti…fonte inesauribile di bellezze, come il cielo sopra di loro…
…e stavano guardando lui.
No…stavano fissando lui…in attesa di qualcosa.
Hanamichi sussultò, balbettando e sentendo la cute del volto infiammarsi.
Si era incantato, si era piantato vicino alla porta a mangiarsi con lo sguardo i suoi occhi…ma poteva essere più scemo?
'Un idiota scortese, ecco cosa sono! Non ho un minimo di tatto! Come sono volgare!!!'
E in più, l'altro pareva aver finito il tempo da concedere a quel ragazzo muto, arrossito e un po' tramante, che non faceva altro che starsene ancorato davanti all'ingresso, con le mani dietro la schiena, neanche fosse in castigo.
'Cosa faccio cosa faccio cosa faccio!!!!!! Ci vuole un'idea da Genio!!!'
"R-Rukawa?"
"Hn?"
'E chiamarlo sarebbe un'idea da Genio?!'
Gli sembrava d'essere un pendolo su una nave…spostava senza sosta il peso da un piede all'altro, sentendosi mescolare dentro, il sudore che gli scorreva lungo la spina dorsale.
E Rukawa lì a guardarlo, ad aspettare…se almeno non lo avesse fissato con quegli occhi dannatamente belli!
"Ecco…io…volevo…ecco insomma questo è per te"
Si chinò in avanti e tese le mani, che stringevano il cuore di cioccolato, la carta rossa un po' sciupata.
………
I battiti del suo cuore risuonavano come colpi di mazza su un gong, nella stanza silenziosa…era immobile da parecchi secondi, eppure non succedeva ancora nulla.
Alzò gli occhi, e il suo cuore s'infranse.
Gelato, contro il muro dall'altra parte della stanza, Rukawa fissava…terrorizzato?…il dolce fra le sue dita.
Senza nessuna intenzione di accettarlo, sembrava quasi volesse sfondare la parete e scappare.
Mutismo assoluto, e un orrore profondo, negli occhioni blu.
E questa, era la reazione peggiore che Hanamichi potesse attendersi.
Il ragazzo che amava era disgustato dal suo regalo, molto più che da quello delle sue ammiratrici…o era ciò che esso rappresentava? Era solo il cioccolato, oppure le mani tremolanti che glielo offrivano, a nausearlo?
Non gli piacevano i ragazzi…ne era schifato?
'Sì…io non potrò mai piacergli'
Si passò una manica sugli occhi, soffocando le lacrime e attraversando la porta:
"Scusami se ti ho disturbato…non lo farò più, te lo giuro"
Se avesse avuto il coraggio di dargli un'ultima occhiata d'addio li avrebbe visti…il lampo di colpa che era passato sul volto del suo compagno…lo sbigottimento quando s'era girato…la bianca mano tesa nell'aria, a raggiungerlo…ma ormai lui era già nel corridoio.
Mentre Rukawa era ancora contro la parete, a mordersi a sangue le labbra per decidere…avrebbe potuto parlargli il giorno dopo, tentare di spiegargli la verità, giurargli che lo amava…ma intanto il suo rossino avrebbe passato una notte da incubo, a vedersi passare davanti agli occhi il ricordo del suo nulla.
Oppure poteva compiere un estremo gesto, uno spettacolare atto d'amore, una follia lucidamente calcolata…e dimostragli quanto tenesse a lui.
Fu facile, raggiungerlo.
Strappargli il cioccolato dalle mani, prima di fermare una lacrima con le labbra, impedendole di scivolare sulla sua guancia.
Scartarlo, davanti ai suoi occhi increduli…mangiarlo in pochi morsi, per quel sorriso che s'allargava sempre di più…mandarlo tutto giù, asciugando con un polpastrello le ultime tracce di tristezza che gli segnavano il viso incredulo.
"Ru…"
Rukawa gli posò un dito sulle labbra, e deglutì:
"Adesso però ho bisogno che tu mi chiami un'ambulanza, perché soffro di una fortissima allergia al cioccolato"
I muscoli facciali di Hanamichi sembravano essersi pietrificati…non sbatteva neppure più le palpebre, mentre quelle parole si ripetevano nella sua mente, più fastidiose di un disco rotto.
"…sto per andare in stato di shock, quindi se ti muovi mi fai anche un piacere"
E il rossino reagì, buttando all'aria la cartella cercando il telefonino…l'119 fu composto in fretta, e mentre lui spiegava dove fossero, Rukawa si trascinava a lavarsi i denti.
"Sei uno stupido, Rukawa!"
Non ottenne risposta…soprattutto perché il suddetto individuo era ancora immerso nel sonno, trattenuto nel mondo dei sogni dai medicinali che gli erano stati somministrati.
Ma era vero…quando era rientrato nello spogliatoio, s'era quasi messo a urlare per lo spavento…Rukawa era lì, inginocchiato a terra, il respiro corto e un po' di dentifricio su una guancia…più pallido del solito.
E lui s'era fatto prendere dal panico, gettandoglisi accanto e iniziando a singhiozzare, senza avere la forza di pensare a un modo per aiutarlo.
Il volpino doveva stare davvero male, perché gli aveva subito sorriso, accarezzandogli una mano con una nocca…invece di essere curato, s'era messo a rassicurarlo!
Hanamichi si raggomitolò sulla sedia, nascondendo il viso rosso contro le braccia.
In fondo, era una dimostrazione lampante di cosa provasse per lui il volpino…non era vero, che lo disgustava!
'Anzi…'
Avvampò, mentre ripensava alla dolcezza con la quale Rukawa, seppur steso sul lettino, gli aveva preso la mano, in ambulanza...erano rimasti uniti finché avevano potuto, e solo l'urgenza di una lavanda gastrica li aveva divisi.
'Oh Rukawa…'
Strusciò il viso contro i suoi stessi vestiti, mugolando piano e osservando rapito il profilo dell'altro, senza sapere che il ragazzo moro era sveglio già da un po'…
"Do'hao…non fare il gatto che non ti riesce! Tu sei una scimmia!"
Inevitabilmente, il rossino tirò un urlo pauroso, saltando sulla sedia e sbilanciandosi…trovandosi pochi attimi dopo col sedere per terra, la bocca spalancata e gli occhi fissi sull'impassibile compagno…che in quel momento faceva di tutto per non scoppiare a ridere, evitandosi inutili dolori.
"Volpaccia!!! Devi iniziare proprio adesso a ridere?!"
Rukawa si asciugò una lacrima con una mano, tirandosi su sui gomiti…Hanamichi si era delicatamente seduto sul suo letto, accanto a lui…negli occhi, un misto di sorpresa, felicità, e soprattutto sollievo.
"Stai bene Ru?"
gli chiese, titubante.
"Idiota…non ti preoccupare"
Ma al compagno non bastavano quelle parole.
"P-Perché hai fatto una cosa simile? Potevi…potevi…"
e si morse l'interno di una guancia, impedendosi di completare quel pensiero lugubre, in un giorno tanto bello.
Rukawa sospirò, scuotendo la massa di capelli neri, apposta per far sospirare il rossino.
"Era un tuo regalo…lo desideravo più di qualsiasi altra cosa, ho passato notti a fantasticare di riceverlo…però, mi sono reso subito conto che il mio comportamento…bè, che era facile fraintendere. E…ho creduto che un gesto clamoroso…avrebbe cancellato ogni dubbio. Non volevo che ti preoccupassi…"
"Quando…quando ti hanno infilato quei tubi in gola, io…"
"Ssshhh…è passato, è tutto passato"
"Sei uno stupido…sarebbe bastato dirmelo"
L'altro sospirò, allungando una mano e accarezzandogli il profilo netto.
"No, che non sarebbe bastato. A me, no di sicuro…volevo che tu fossi certo…che ci sei prima tu, della mia vita"
Hanamichi singhiozzò, senza nemmeno arrossire…e subito Rukawa si trovò al collo un ragazzo in totale crisi di pianto.
"Certo che da bambino deve essere stata dura, non poter mangiare il cioccolato!"
"Hn"
"Ma scusa…quando vedevi gli altri mangiarlo…non provavi una gran rabbia?"
"Hn"
Hanamichi lo guardò storto, stringendo le labbra:
"Quanto ti sei svegliato dopo la lavanda gastrica, eri più loquace…"
commentò, grattandosi il mento.
Rukawa gli diede un colpetto amichevole su un braccio, piccato che l'altro lo preferisse mezzo moribondo:
"Stavo solo pensando…a come festeggiare il mio ritorno alla libertà…"
spiegò con una grossa punta di malizia, ancora risentito col personale dell'ospedale che non gli aveva concesso nemmeno un po' di intimità, per stare solo col suo ragazzo.
"E che avresti in mente?"
mormorò l'altro, senza sapere se preoccuparsi o meno.
I capelli color ebano scivolarono davanti agli occhi blu, imprigionando gli sguardi lussuriosi che sfuggivano alle iridi di lapislazzuli.
"Che ne dici di passare la notte da me?"
In quel momento, Hanamichi cambiò idea sul carattere del compagno. Non era né freddo, impassibile o distaccato…e avrebbe preso a testate chi avrebbe ancora osato dire una cosa simile.
"Ehm…non è un pochino presto?"
rispose, preoccupandosi del tono aragosta ustionata assunto dal suo viso. Se l'avesse visto sua madre…
"Non fraintendere…non garantisco nulla, non in un senso, ma neppure nell'altro"
lo sfidò Rukawa, giustificandosi con una proposta licenziosa e una assolutamente candida.
"E poi, i miei non ci sono…lasceresti a casa, da solo, uno appena dimesso dall'ospedale?"
"Ah…io…n-non saprei…anche se mi sembra che tu stia cercando di farmi sentire in colpa…"
"Allora?!"
Hanamichi si sentiva decisamente in trappola…cosa doveva fare?! Certo, aveva una gran voglia di passare la notte con Rukawa…cioè, da Rukawa…sì, insomma…
"Oppure sapere che non farò nulla -forse- ti ha deluso?"
"Rukawa!!! Ma ti sembra il luogo per simili discorsi?!"
"Non mi hai ancora risposto. Ci vieni o no?"
lo incalzò placidamente il moro.
Hanamichi aprì la bocca, ma Rukawa non gli lasciò molta scelta…gettò indietro la testa, lasciando che il vento giocasse con la sua frangia e la luce si rincorresse nei suoi occhi, e accennò un sorriso.
Il rossino capitolò, estasiato, e annuì senza più alcun dubbio.
"Però devo dirlo a mia madre…se mi dai il tuo indirizzo, ti raggiungo dopo"
Rukawa arricciò un po' il naso, ma in pochi attimi aveva consegnato un foglietto al rossino.
"Ci vediamo dopo…non fare tardi"
In totale silenzio, Hanamichi annuì, e lo guardò scendere le scale della metro. Poi aprì il bigliettino, e, per l'ennesima volta quel giorno, avvampò. Sotto l'indirizzo, c'era una piccola noticina:
Non portare il pigiama…non ne avrai bisogno
"Forse"
precisò all'aria, pur di avere l'ultima parola.
"Era anche ora!"
Rukawa sbuffò, mentre il rossino gli faceva la linguaccia. L'ora di cena era passata da un pezzo, e lui…non lo avrebbe mai ammesso neppure sotto tortura, ma aveva passato la serata, a sbirciare fuori dalla finestra, per vederlo arrivare.
"Su su, sono passato da mia madre al lavoro…ho qualcosa che spero ti renderà felice"
"Hn?"
Il moro allungò il collo, per sbirciare cosa contenesse il pacchetto che Hanamichi teneva sotto braccio…ma il rossino gli diede la schiena, ridacchiando…per poi tornare serio all'improvviso:
"Ma tu…sei allergico solo al cioccolato, o anche a qualcos'altro?"
"Solo al cioccolato…cos'hai lì?"
Ma non gli importava poi molto…erano molto meglio il sorriso sollevato di Hanamichi, e le sue guance velate di rosso.
"Dov'è la cucina? Di là?"
"Che intenzioni hai?"
"Fidati una buona volta volpino, e vai a sederti in salotto. Allora, è di là?"
"Hn"
Soddisfatto, Hanamichi sparì per il corridoio, mentre a Rukawa non restava che andare ad accoccolarsi su un tappeto, accanto al divano. Ma certo non gli dispiaceva, la cosa…chissà che giochetto culinario aveva in mente, il suo ragazzo…ridacchiò, accarezzando il tappeto…morbido.
"Eccomi qua! A che pensavi?"
Rukawa sussultò…silenzioso come un fantasma, Hanamichi si era seduto accanto a lui, beccandolo in pieno mentre lasciava correre la fantasia…
Il rossino gli tirò un'occhiata di striscio, poi sorrise soprassedendo:
"Lasciamo stare…spero ti piacciano, le lingue di gatto con la crema pasticcera"
Intinse un biscotto nella crema, e lo portò alle labbra del moro, che lo addentò.
"È calda…"
mormorò, leccandosi via le briciole dagli angoli delle labbra.
"………"
"Hana?"
"………"
"Ehi?"
"Ah! Io…"
"Eri impegnato a sbavare sulla mia lingua che raccoglieva le briciole, l'ho capito"
Il rossino passò dal rosso acceso al bordeaux, iniziando a tossicchiare per avere la scusa di girare lo sguardo, di sfuggire a quegli occhi acuti…senza fare i conti con la riserva di malizia che i forzatamente casti giorni ospedalieri avevano accumulato nel volpino.
Che intinse un biscotto nella crema, e lo usò come spatola per spalmarla sulla sua guancia.
"Mi fa impazzire, quando arrossisci così"
gli soffiò sulle labbra, prima di allungare la lingua e iniziare a ripulirlo.
Il gemito di piacere che l'altro emise sconvolse Rukawa nel profondo, solleticandogli l'animo…la sua mente riprese a galoppare, inventandosi tanti bei giochi per farlo urlare forte.
'Ma non adesso…trattieniti Kaede…almeno un po'…'
"Fammi vedere come sei bravo tu…"
sussurrò, porgendogli un biscotto rivestito di dolce.
Hanamichi morse, e la punta della lingua saettò lungo le sue labbra, portando i veli di crema all'interno della sua bocca, facendoli svanire.
"Eccellente"
commentò il moro, che intanto arpionava il tappeto, per trattenersi dal saltargli addosso…
"Tocca a me adesso, però!"
si fece finalmente sentire Sakuragi, ricordandosi quasi per caso di essere andato lì anche per far godere, invece di godere lui e basta.
Con la lingua di gatto depositò una scia di crema lungo la giugulare dell'altro, e subito era lì a succhiare avidamente quella pelle, facendola arrossare per la forza della sua suzione, lenendo con l'opera della lingua, che massaggiava piano la cute delicata…Rukawa gemeva senza freni, le mani affondate fra i suoi capelli perché non si allontanasse dalla sua gola e continuasse a fargli vedere tutte quelle magnifiche stelle che gli danzavano davanti agli occhi…
"Apri la bocca"
Rukawa obbedì, del tutto in sua balia…il bacio alla crema lo svegliò di botto, riportandolo a una magnifica realtà…Hanamichi, con le labbra coperte di dolce, gli stava accarezzando le sue, sporcandole e succhiandone via il dessert…le mani abbronzate gli afferrarono i lati del viso, tenendolo fermo per poterlo baciare, affondandogli la lingua nella bocca e invitando la sua a farsi spazio nella propria…tutto si trasformò in un vorticare di luci, di sensazioni, di calore…e maledissero entrambi la necessità di respirare, quando furono costretti a staccarsi…
Hanamichi deglutì…forse aveva un pochino esagerato…Rukawa lo stava guardando come una tigre pronta a mangiarsi un agnellino…gli occhi così tranquilli, che aveva sempre ammirato, si erano accesi di una luce mai vista prima, in nessun altro…
"Mi piace molto la tua intraprendenza, o come mi piace…"
Il moro si passò il dorso della mano sulla labbra, asciugandole
"…ma adesso tocca a me prendere l'iniziativa, non credi?"
E Sakuragi si trovò steso sul tappeto, con le labbra che gli divoravano le sue e la camicia già mezza aperta, e due mani che si davano da fare, per eliminare l'inutile intralcio dei pantaloni.
"Ti dai da fare, eh volpino?"
non poté trattenersi dal commentare, mentre ancora si dovevano staccare per buttar giù un po' d'aria.
Dal canto suo, Rukawa sperimentò la novità del fare una linguaccia…si gustò con passione quel momento, in cui il suo ragazzo scoppiava a ridere, contorcendosi sotto di lui, stregandolo con la forza della sua allegria.
"Fallo di nuovo"
gli chiese il rossino, appena si fu calmato.
"Hn?"
"Dai!!!"
"Hn"
Rukawa tirò di nuovo fuori la lingua, e Hanamichi gli spalmò la punta con la crema pasticcera, coprendola come fosse un berrettino paglierino sull'orecchio di un cucciolo.
"No…resta così"
Hanamichi si sollevò un po', e presa fra le labbra la punta, iniziò a succhiarne via la crema, ingoiando il suo sapore, e la sua saliva mischiatasi con la crema.
"Hai un gusto fantastico"
commentò soddisfatto, stendendosi lascivamente sul tappeto, le braccia mollemente adagiate accanto al suo capo.
"Voglio assaggiarti anch'io"
replicò Rukawa, tuffando un biscotto nella crema, ormai quasi fredda.
Il rossino si inarcò al contatto fra quella sostanza densa e la sua pelle, e urlò, appena la lingua del compagno ebbe iniziato a seguire il contorno delle sue costole, seguendo uno schema deliziosamente torturatore, per ripulirlo…non si accorgeva neppure, dei suoi pantaloni che venivano fatti scendere lungo le sue gambe…
"Aiutami a toglierteli"
gli soffiò il moro all'orecchio, leccando via una perla di sudore dal suo viso.
"Sì…"
Hanamichi rilassò i muscoli, protestando un po' per l'assenza del corpo dell'altro sul suo…ma spalancò gli occhi, il vuoto riempito dopo qualche attimo, dal fisico perfetto, e nudo, di Rukawa.
"Tutto a posto?"
Nella sua voce c'era preoccupazione, ma anche urgenza…Hanamichi annuì, respirando piano.
"Se vuoi, possiamo fermarci qui"
"No!"
esclamò l'altro, aprendo gli occhi…e stupendo non poco il volpino.
"Ciò che stiamo per compiere, è la naturale evoluzione del dolce rapporto di coccole e promesse che ci siamo scambiati in ospedale…è l'atto che consacra l'unione fra due spiriti…e io desidero più dell'aria, sentirti dentro di me"
"Hana…"
"Fammelo Kaede"
Hanamichi sollevò le gambe, socchiudendo gli occhi, affidandosi con totale fiducia…lo amava, e sapeva che Rukawa amava lui…null'altro aveva importanza.
"Ti amo"
arrivò puntuale alle sue orecchie, mentre due dita si aprivano la strada nel suo corpo.
"Anch'io ti amo"
si affrettò a replicare, mordendosi le labbra per quelle magnifiche sensazioni, che i movimenti dell'altro gli scatenavano dentro.
Rukawa sospirò…sotto di lui, il suo ragazzo si torceva, tentando di soffocare i gemiti, che sempre più forti nascevano da ciò che lui stava accarezzando…il suo corpo così stretto, avrebbe sofferto ad accoglierlo in sé?
Il suo dubbio…non voleva che provasse dolore.
"Che aspetti? Fammelo fammelo fammelo!"
"Hana…"
Due lacrime scesero sulle sue guance, mentre il respiro si incrinava:
"Ne ho bisogno…ti prego entra in me, non ce la faccio più…ti voglio Kaede"
E Rukawa agì.
Afferrò il suo sesso e iniziò ad accarezzarlo, mentre la bocca si occupava della sua gola.
Si appoggiò alla sua apertura, e scivolò dentro di lui, piano ma con costanza, perché non ci fossero inutili attriti…e era felice, nel sentire Hanamichi sotto di lui che si tendeva, invocando il suo nome senza singhiozzi o mugolii…non lo rifiutava, mantenendosi rilassato, permettendogli di profanare il suo corpo, finora intoccato.
Chiuse gli occhi, appoggiando la fronte al petto del compagno. Il suo respiro era profondo e regolare, le sue mani strette attorno alla sua schiena, per tenerlo contro a sé.
"Stai bene?"
domandò, deciso a sentire la sua voce.
Sollevano le palpebre, poteva vedere le sue pupille spalancate che fissavano non il soffitto, ma il cielo…sul volto arrossato, il sorriso etereo di chi ha raggiunto la felicità.
"Sì…"
mormorò Hanamichi chiudendo gli occhi, mentre il suo sorriso si allargava.
"…non credevo sarebbe stato tanto bello, averti in me"
sussurrò, tendendo il viso verso di lui.
"Presto sarà ancora meglio"
gli promise Rukawa baciandogli dolcemente le labbra.
E spingendo con tutta la forza che aveva.
Immediatamente, con la velocità del lampo che squarcia il cielo, Hanamichi seppe che Rukawa manteneva le promesse…una violentissima scossa di piacere gli attraversò il corpo, propagandosi dal punto nel profondo che il membro del compagno aveva premuto con tanto ardore…ne seguì un'altra spinta, altrettanto violenta, altrettanto profonda, che portò il ragazzo a inarcarsi di nuovo, offrendosi in tutta la sua purezza alla bocca del volpino, che non si lasciava sfuggire nemmeno una goccia del suo sudore.
Rukawa spinse di nuovo, e il salotto fu un concerto di gemiti, di urla, di nomi chiamati e preghiere incompiute…la vista di Hanamichi iniziava ad appannarsi, mentre il piacere copriva tutto con il suo velo lucente, sradicandolo da qualsiasi altro sentimento non fosse lui, costringendolo dolorosamente a non provare nient'altro, nessuna sensazione se non il godimento del volpino affondato in lui.
Rukawa affondò i denti nella spalla di Hanamichi, lasciandogli un piccolo marchio rosso…il corpo sotto di lui si muoveva ritmicamente, per incontrarlo…la violenza con cui sbatteva il bacino contro il suo era pari a quella che lui impiegava per entrare e uscire, in quella guaina stretta. Sentiva con straziante perfezione i suoi muscoli che si stringevano ogni qualvolta lui affondava, per provare tutte le sensazioni derivanti dalla penetrazione.
La sua voce, continuava a chiamarlo…e sapeva che lui stesso, rispondeva invocando il suo nome.
Chiuse gli occhi, e si disciolse nel piacere del possedere Hanamichi.
"Non avrei mai pensato di entrare in un posto simile"
mormorò il volpino, facendo quasi strozzare il compagno.
"Ma scusa…nelle pasticcerie non vendono solo cioccolato!"
Rukawa si grattò la testa, sentendosi comunque molto fuori luogo, lì:
"Credo fosse una questione psicologica…lo rifiutavo per paura, credo"
"Ci sono tanti altri dolci…ti rifarai. E magari metterai su anche un po' di ciccia, su quelle quattro ossa!"
"Ora lo so che c'è anche altro…"
rispose il moro, facendo arrossire violentemente Sakuragi
"…e non ho bisogno di metter su peso"
"Scommettiamo che ce la faccio?"
"Hn?"
Rukawa inclinò leggermente il capo, tentando di capire a che mirasse il suo ragazzo.
"Ti ho sempre trovato un po' magrettino…è ora di rimediare! Signorina, per favore vorrei due chili di pasticcini…bignè, tortine di frutta, col cocco, cignetti con la panna montata…"
Sbigottita, alla volpe non rimase che rimanere a guardare Hanamichi, che tentava di svuotare mezzo banco della pasticceria occidentale in cui l'aveva trascinato…ma i suoi occhi scintillarono, appena l'altro gli ebbe lanciata un'occhiata molto più che maliziosa…
Fine
e questa
secondo te è un ff di S. Valentino? n.d.Ru+Hana
sì, che c'è che non va? n.d.Hymeko
non è dolce…e neanche un po' romantica é_è n.d.Ru+Hana
e mi hai fatto finire in ospedale, a far la lavanda gastrica!!! n.d.Ru
disgustato
bè…non volevo la solita ff così sdolcinata che lo schermo
si copre di melassa; n.d.Hymeko
noi sì! È per noi che devi scrivere! Quindi rimettiti dietro
e fanne un'altra è_é n.d.Ru+Hana
uffaaaaaa…immagino di non avere scelta…n.d.Hymeko
esatto!!! Vai che scrive!!! n.d.Ru+Hana
senza lemon (piccola vedetta) n.d.Hymeko
O________________o!!!!!!!!! n.d.Ru+Hana
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