Disclaimers: i bellissimi personaggi di Final Fantasy VIII non sono miei, ma della Squaresoft.
Io li ho presi in prestito non a scopo di lucro, ma perché li amo infinitamente e non resisto senza di loro ora che ho finito il gioco!!!!!

Spoilers: per capire bene tutto, dovreste aver giocato a FFVIII almeno fino a metà del II CD...
altrimenti godetevela come una semplice storia d'amicizia e d'amore!

Dedico questa umile fic alla mia adorata Choco-chan e... a Seifer ( ;p )!


A Little Crush

by Kitsune

 

*Finalmente è finita.

Il Garden è in salvo, possiamo tirare un respiro.*

Il mare luccicava come se vi fossero state gettate miriadi di pagliuzze d'oro, le onde ne arricciavano delicatamente la superficie e il colore blu scuro sfumava gradualmente fino a congiungersi con il turchese del cielo sovrastante.

Irvine era appoggiato alla balaustra del ponte alto e osservava il panorama intorno a sé: mare, solo mare da una settimana a quella parte. Ogni tanto i delfini movimentavano la monotonia di quella vista, saltando fuori dall'acqua seguiti da una scia luminosa sotto il sole primaverile e salutavano con i loro versi acuti i rari osservatori.

*Siamo riusciti ad evitare che i razzi di Galbadia distruggessero tutto, abbiamo sconfitto Norg.. Squall è diventato comandante, Selphie è distrutta per la tragedia di Trabia.. e io non riesco a fare altro che stare qui a guardare il mare.. bisogna che mi dia una mossa.*

Irvine rientrò nel Garden, prese l'ascensore e raggiunse la sua stanza nell'ala del dormitorio.

C'era un messaggio attaccato alla maniglia della porta: Irvine lo staccò e lo lesse mentre entrava in camera.

-E' di Selphie... 'Ciao cow-boy, potresti passare da me appena hai un attimo di tempo? ;)'... chissà cosa vorrà.. mah, forse mi farà bene chiacchierare un po' con lei, anche se nessuno di noi è al massimo della forma ora.-

Irvine si fece una rapida doccia per togliere la salsedine dai capelli e dalla pelle, poi indossò velocemente una tuta, raccolse i capelli umidi in una coda e si diresse verso la stanza di Selphie.

La ragazza stava studiando per l'esame che si sarebbe tenuto la settimana seguente e non si accorse che il ragazzo era entrato silenziosamente nella stretta camera.

Era stranamente tranquilla, i capelli tenuti lontani dal viso con un fermaglio a forma di stella, indossava una vecchia felpa troppo grande per lei e un paio di scaldamuscoli azzurri.

La luce del sole pomeridiano la inondava, facendola sembrare ancora più bella agli occhi di Irvine. Il ragazzo le si avvicinò in punta di piedi e le coprì gli occhi con le mani. Selphie fece cadere la matita che teneva fra le dita e cacciò un urletto di sorpresa.

-Questo buon profumo non può che appartenere al ragazzo più bello del Garden!-

Selphie saltò giù dalla sedia e abbracciò Irvine, che la strinse forte a sè.

-Come stai Selphie?-

La ragazza si scostò da Irvine e si sedette nuovamente alla scrivania.

-Cerco di non pensare a niente. Ora ho nuovi amici, gli esami, il comitato di organizzazione... ho te Irvine..-

La ragazza sospirò e rivolse i grandi occhi verdi verso il mare oltre il vetro della finestra.

-Non è servito a nulla il concerto che abbiamo tenuto per Squall a Fisherman's Horizon, lui è ancora più isolato di prima, Rinoa non sa cosa fare e io.. vorrei aiutarlo. Lui ha fatto tanto per me, permettendomi di tornare a Trabia, standomi vicino quando sono andata nel cimitero, aiutando i ragazzi del Garden a pianificare una ricostruzione mirata...-

Lo sguardo di Selphie tornò sul viso pallido di Irvine.

-Tu sai sempre cosa fare Irvine.. dobbiamo dare una mano a Squall, ha troppe responsabilità addosso e da solo non ce la può fare..-

Irvine abbassò gli occhi, spinse una lunga ciocca di capelli dietro l'orecchio e intrecciò le dita pensieroso. Poi improvvisamente, come fulminato da una divina illuminazione, balzò in piedi.

-Lascia fare a me, Selphie!-

La ragazza sorrise.

-Hai già qualcosa in mente, genio?-

Irvine le sorrise in risposta.

-Non è detto che funzioni, ma se non si prova non si saprà mai! Dopotutto anch'io sono in debito con Squall, lui mi ha aperto gli occhi quando ero in paranoia con il mondo la sera che dovevo sparare a Edea!-

Irvine posò un bacio leggero sulla fronte di Selphie e corse fuori dalla stanza della ragazza.

***

Squall era in giardino. Era riuscito a non farsi trovare da Rinoa e voleva starsene un po' in pace e solitudine.

Non che non apprezzasse gli sforzi dei suoi amici, ma lui... lui era fatto così. Era abituato a stare solo, a non amare nessuno, a non essere amato da nessuno. Tranne...

Scosse la testa e la prese tra le mani. No, non voleva più pensarci.

Non voleva che un'ulteriore delusione distruggesse il suo cuore già così delicato.

I suoi genitori erano morti.

Sua sorella l'aveva abbandonato.

La Madre lo aveva affidato alle cure del Garden perché nessuno voleva adottare un bambino problematico come lui.

L'unica persona che lo aveva sempre capito... l'unico che riusciva a farlo reagire... l'unico che lo confortava quando la notte era troppo buia e fredda... se n'era andato.

Lo aveva lasciato solo.

L'unico di cui si fidava, lo aveva tradito.

- Allora meglio stare soli. -

Il pensiero uscì dalle sue labbra rosate in un sospiro. Alzò il viso quando un improvviso soffio di brezza gli carezzò gentilmente i capelli color miele e il profumo del mare gli riempì le narici.

-Prendi un po' di fresco?-

Oh, no... quell'irritante cow-boy! Squall fece per alzarsi da terra... non voleva assolutamente parlare con lui. Non aveva nulla da dirgli, men che meno ascoltare i suoi lunghi, noiosissimi discorsi.

Ma prima che Squall potesse defilarsi senza nemmeno prendersi la briga di rispondere alla cortese domanda di Irvine, quest'ultimo lo bloccò afferrandolo per la spalla.

Il suo tocco era delicato, ma deciso.

-Ho una richiesta da farle, Comandante Leonhart.-

Squall non rispose. Si limitò ad annuire seccato.

-Ho bisogno di Guardian Forces. L'unica divinità della distorsione spazio-temporale in mio possesso non è sufficiente in vista delle battaglie che dovremo affrontare, quindi...-

Squall lo fulminò con lo sguardo. Era irritato ogni oltre misura.

-Vieni al sodo, Kinneas.-

Irvine s'illuminò segretamente: Squall era adorabile con quell'espressione arrabbiata. Uhm... forse adorabile non era la parola adatta... o meglio... non la parola che un donnaiolo come lui avrebbe dovuto usare nei confronti del suo superiore in grado. Ma nemmeno nei confronti di un uomo in generale...

Il sederino di Quistis era adorabile.

Le fossette nelle guance di Selphie quando sorride erano adorabili...

I gattini sono adorabili, accidentaccio!!!!

In effetti Squall in quel preciso momento, con i capelli spettinati e la luce dell'ira sacra negli occhi era spaventosamente sexy.

Il sorriso sulle labbra di Irvine si spense a quel pensiero.

-Allora?-

L'irritazione nella voce di Squall era tangibile, così il bel cow-boy si buttò alle spalle ogni strano pensiero e andò avanti col suo piano per aiutare Squall.

-Sì, dunque... Diablos non mi basta, quindi vorrei andare a caccia di Guardian Forces e volevo sapere se ti andrebbe di accompagnarmi.-

Squall spalancò gli occhi a tale richiesta.

Un po' lo attirava... un paio di giorni a caccia non erano male come prospettiva per allontanarsi momentaneamente dai problemi del Garden. Ma d'altro canto non poteva abbandonare Cid proprio ora che avevano deciso di attaccare Edea direttamente sul territorio galbadiano.

C'erano piani da sistemare, mappe da consultare, SeeD da organizzare in squadre...

-Ho da fare, chiedi a Quistis.-

-Dimentichi che è un'insegnante... deve lavorare.-

-Zell?-

-E' tutto assorto nella sua storia con la ragazza della biblioteca...-

-Selphie?-

-Sta preparando un esame.-

Di SeeD adatti ad un lavoro del genere, restavano solo lui e Nida. Ma Nida era diventato il pilota del Garden.

-D'accordo Kinneas. PURTROPPO mi trovo costretto a venire con te. Ma la ricerca non può durare più di tre giorni, dopodiché dovrò tornare al Garden, qualsiasi risultato avremo ottenuto.

Va bene?-

Irvine esultò intimamente. *E' più di quanto mi aspettassi...*

-Quando si parte?-

-Domattina alle cinque; nel garage del Garden c'è un gommone a motore che useremo per raggiungere la riva, poi ci muoveremo a piedi. Appuntamento al pannello informativo.-

-Roger capitano!-

***

Il suono costante del motore cullava un assonnato Irvine.

Il dondolìo dell'imbarcazione era davvero ipnotizzante e il giovane SeeD non riusciva a tenere gli occhi aperti.

Squall pilotava il gommone verso la riva rocciosa del continente di Centra, nella zona dove anni addietro, durante la Prima Guerra della Strega, era avvenuto il Pianto Lunare.

La zona pullulava di creature di ogni tipo e sarebbe stato abbastanza facile imbattersi in una divinità elementale.

Ormai albeggiava.

Il rosa dell'aurora stava lentamente mutando in un tenue color pesca, regalando alla piatta superficie del mare una luce arcana e tutta una serie di delicate sfumature. All'orizzonte un banco di nuvole filtrava i primi raggi del sole dando l'impressione di un morbido letto dalle lenzuola color salmone.

-Ehi Kinneas, datti una svegliata, stiamo per attraccare.-

Irvine trasalì dal beato dormiveglia in cui era scivolato e si voltò nella direzione da cui proveniva la voce che lo aveva svegliato: Squall era lì, con il timone in mano, tutto intento a tenere la direzione, i grandi occhi grigio-azzurri rivolti alla riva che si avvicinava pian piano.

La tenue luce dell'alba addolciva i suoi lineamenti, rendendo il suo incarnato del delicato colore di una rosa, i capelli chiari mossi dal vento gli accarezzavano giocosi la fronte sfregiata e le labbra perennemente imbronciate erano rilassate e socchiuse. Una bocca così, era tutta da baciare.

Irvine si sentì avvampare a quel pensiero. Distolse lo sguardo dal ragazzo e si voltò verso la riva.

Ormai erano quasi arrivati.

Irvine si alzò in piedi e saltò su uno scoglio, voltandosi per afferrare la fune che Squall gli stava lanciando.

Assicurò il gommone ad una roccia con una serie di nodi e aiutò Squall a scendere dall'imbarcazione.

-Me la cavo da solo, grazie.-

Irvine sbuffò dentro di sé.

-Non riesci proprio ad essere un po' meno... scorbutico?-

Squall lo guardò con un'espressione a metà tra il sorpreso e l'irritato.

-Non mi sembra che siamo venuti qui per fraternizzare, ma per dare la caccia ad un Guardian Force.-

Irvine appoggiò una mano sul fianco e puntò un dito sul petto di Squall, che nel frattempo si era arrampicato accanto all'alto cow-boy.

-Se dobbiamo passare tre giorni insieme, non trovi che sarebbe più semplice andare d'accordo?-

Squall allontanò il dito sottile di Irvine dal proprio petto con un gesto stizzito. Non rispose alla provocazione dell'altro, ma si limitò a superarlo e ad incamminarsi verso l'interno.

Irvine scosse la testa, ma una luce passò nei suoi occhi.

*Ho a mia disposizione tre giorni per farti capire che l'amicizia non è un sentimento da sottovalutare, Leonhart!*

Il bel galbadiano sorrise tra sè e sè, quindi seguì Squall che si era già allontanato parecchio.

***

Il territorio di Centra era brullo e desolato. Non propriamente un deserto come Sabotender, cioè un'infinita, caldissima, soffocante distesa di sabbia dorata; il panorama ricordava piuttosto un disastro postnucleare, senza il minimo segno di vita animale o vegetale e anche il mondo minerale sembrava sofferente sotto il sole quasi equatoriale.

Per un amante del bello come Irvine tutto questo nulla infastidiva il suo senso estetico.

*Quell'orso di Squall non si sarà nemmeno accorto su cosa stiamo camminando. A lui basta avere in mano il suo gunblade per essere contento! Bah...*

Ma per una volta la sottile sensibilità del cow-boy aveva sbagliato tiro. Infatti quando Squall parlò, Irvine pensò di aver sentito le voci, di essere in preda ad allucinazioni uditive dovute al caldo eccessivo.

-Hai detto qualcosa, Leonhart?-

Squall non si voltò verso Irvine.

-All'orfanotrofio c'era un immenso campo che a primavera si riempiva di fiori. Gialli, soprattutto. Credo che un tempo anche qui fosse così. Prima del Pianto Lunare, intendo.-

Irvine non sapeva cosa dire.

Nella voce di Squall c'era una nota di malinconia che nemmeno Zell avrebbe potuto evitare di notare.

Ma tanto Squall aveva parlato più per se stesso che per il suo compagno. La sua mente vagava nei rari stralci di passato che l'uso dei Guardian Forces avevano risparmiato.

Nei suoi pochi ricordi ricorreva una testa bionda spettinata, un sorriso beffardo, un viso dai lineamenti perfetti sempre acceso da un'aria di sfida, un paio di occhi azzurri come il cielo d'estate... quello stesso cielo terso sotto il quale si era sfinito di corse nei prati che circondavano l'orfanotrofio, sotto il quale si riempiva di lividi giocando alla lotta con l'unico bambino che osasse sfidare Squall, il taciturno: Seifer, il ribelle... che per dimostrare di essere davvero un ribelle aveva giurato che sarebbe salito di notte nel lugubre faro che si diceva fosse infestato dai fantasmi. E lo aveva fatto! E Squall lo aveva seguito, i delicati tratti di bambino accesi dall'ammirazione nei confronti del ragazzo poco più grande di lui.

Il filo di pensieri di Squall fu interrotto dall'urlo di Irvine:

-Alla tua destra, Leonhart!-

Il cow-boy aveva già estratto il grosso fucile da sotto l'impermeabile e colpito un paio di volte la creatura apparsa quasi dal nulla. Squall la finì con un colpo di gunblade.

I due SeeD vagarono per tutto il giorno attraverso il brullo territorio, fermandosi solo un paio di volte per mangiare qualcosa e bere un po' d'acqua.

Verso sera raggiunsero un profondo canyon, in fondo al quale scorreva impetuoso un fiume.

Dal momento che sulle ripide pareti del dirupo si aprivano innumerevoli grotte naturali, i due ragazzi decisero di fermarsi lì per la notte, al sicuro dal freddo e dall'attacco di creature feroci o mostri alieni.

Mentre Squall trafficava con legnetti e zolfanelli per accendere un fuoco, ulteriore sicurezza in una zona così selvaggia, Irvine era seduto sulla soglia della grotta e guardava fuori, meravigliandosi della bellezza dei colori del tramonto.

-E' incredibile come, nonostante tutte le guerre, le disgrazie, il progresso eccetera, gli spettacoli naturali siano sempre così sorprendenti. Eppure il sole sorge e tramonta ogni giorno, le nuvole corrono, i lampi cadono e la neve scende delicata... non dovrei stupirmi per questi fenomeni, ma è più forte di me!-

-Bè, forse sei una persona sensibile.-

Irvine si voltò di scatto verso Squall, stupito dalle sue parole.

-Lo pensi davvero?-

Squall si pulì le mani sporche di fuliggine con uno straccetto, poi lo buttò nel fuoco ormai vivace e raggiunse Irvine, sedendosi accanto a lui.

-Non l'avrei detto se non lo pensassi.-

Irvine riportò gli occhi all'esterno, beandosi degli ultimi raggi di sole che gli scaldavano il viso in maniera delicata, non più insopportabile e aggressiva come quel pomeriggio.

*Squall non parla molto, quindi il suo complimento è per me davvero prezioso...*

Il cow-boy estrasse una sigaretta dal pacchetto stropicciato che teneva nella tasca dei pantaloni di pelle e se la accese, aspirando voluttuosamente ed espirando candidi arabeschi di fumo.

-Vuoi?-

Squall guardò la sigaretta che il compagno gli tendeva.

*Perché no*, pensò.

Il filtro era umido e la sensazione di calore che gli riempiva la bocca e di bagnato sulle labbra, gli fece tornare in mente altri ricordi che pensava di aver perso per sempre.

-Non andartene, Seifer...-

-Devo, Squall... nessuno mi ha adottato e ormai sono troppo grande per restare all'orfanotrofio.-

-Con chi giocherò adesso, Seifer...-

Il bimbo castano cominciò a piangere silenziosamente, calde lacrime solcavano le guance arrossate e le manine erano strette a pugno lungo i fianchi snelli.

Il ragazzino biondo tirò fuori un fazzoletto stropicciato dalla tasca asciugando il viso dell'amico, poi lo trasse a sè in un abbraccio.

-Ti prometto che ci rivedremo, Squall.-

Il bambino alzò lo sguardo sul viso sereno dell'amico.

-Ma ora andrai in quell'accademia, chissà quando ti faranno uscire da lì!-

Alle lacrime si erano uniti i singhiozzi.

-Non importa quando, Squall, io ti verrò a cercare. E giuro che ti troverò.-

Squall si rifugiò tra le braccia dell'amico, nascondendo il viso nell'esile petto, bagnandogli tutta la camicia di lacrime. Poi si calmò.

-Non mi dimenticherai?-

-Mai.-

-Ehi, Squall! Sogni ad occhi aperti?-

La voce di Irvine lo riportò alla realtà. I colori rossi e aranciati del tramonto avevano lasciato il posto all'indaco vellutato della notte, così i due ragazzi si distesero vicini sulle coperte, poco lontano dal fuoco.

Irvine si addormentò subito e la forma immobile e silenziosa del ragazzo portò alla mente di Squall un ulteriore ricordo di quella sera...

Quella maledetta ultima sera di Seifer all'orfanotrofio.

Lui si era arrampicato nel letto dell'amico, lo aveva abbracciato, poggiando le manine delicate sulle spalle di Seifer.

-Fammi dormire con te stanotte.-

-Non c'è il temporale, vai nel tuo letto Squall.-

-Voglio stare con te anche se non ci sono i tuoni.-

Seifer guardò il visino triste dell'amico, gli occhi ancora rossi per aver pianto tutto il pomeriggio. Gli diede un bacio sulla fronte e lo strinse a sè.

-E sia.-

***

La mattina dopo Squall fu svegliato dai caldi raggi di luce che filtravano attraverso l'apertura della caverna e dalla netta sensazione di essere osservato.

Aprì gli occhi per trovarsi lo sguardo blu di Irvine puntato spudoratamente sul suo viso.

-Che stai facendo, Kinneas?-

Squall si alzò a sedere, facendosi scivolare le coperte in grembo e passandosi la mano tra i chiari capelli spettinati che il sole faceva risplendere di tante diverse sfumature.

Irvine arrossì, imbarazzandosi ancora di più di essere stato scoperto a fissare i bei lineamenti del suo comandante.

-I.. io... n.. niente, stavo venendo a svegliarti.-

Irvine aveva i capelli sciolti, una massa di onde color tramonto gli copriva la schiena fin quasi alla vita e dei ciuffi ribelli gli ombreggiavano il viso dai lineamenti perfetti. Squall squadrò il suo compagno, accorgendosi del lieve rossore che gli colorava le guance altrimenti eburnee, ma tacque.

I sentimenti di quel cow-boy non erano affar suo.

-Mpf... non stare lì senza fare niente. Non abbiamo tutta la vita davanti e domani dobbiamo già rientrare al Garden.-

Irvine si arrotolò i capelli sulla nuca fermandoli con un bastoncino e cominciò a piegare il suo sacco a pelo.

Guardare Squall mentre dormiva non era stata un'ottima idea. Anzi, era stata davvero una pessima idea. Quel viso così chiaro e levigato da sembrare di alabastro, qualle labbra solitamente imbronciate... nel sonno erano mutati profondamente.

I lineamenti si erano rilassati, rivelando uno Squall dal volto di bambino, uno Squall sereno e bello da stare male.

Irvine avrebbe voluto sfiorare quelle palpebre delicatamente poggiate sugli occhi, accarezzare la pelle di quel viso angelico, posare le labbra su quella bocca che ultimamente si trovava spesso a sognare.

Ma poi, come una secchiata d'acqua gelida, gli tornò in mente il fine ultimo di quella breve uscita: far sapere a Squall che aveva degli amici. Magari riuscire a far sì che si confidasse o che perlomeno si sfogasse per alleggerire il fardello di preoccupazioni che in quel momento pesava sulle sue giovani spalle.

-Io sono pronto, Leonhart. Si parte?-

Squall si limitò ad annuire mentre indossava la sua giacca di pelle.

Guardando l'altro SeeD precederlo lungo lo stretto corridoio di roccia si ritrovò a pensare che la sua compagnia, tutto sommato, non era poi così spiacevole. Questo perché molti modi dello snello cow-boy gli facevano tornare in mente Seifer.

Il modo di sorridere alzando solo un angolo della bocca...

... di guardarlo dritto negli occhi mentre parlava...

... quel nonsochè di sexy in ogni movimento...

... la camminata felina...

... la voce profonda...

Quando si ritrovarono in piena luce, Squall mise da parte i propri pensieri e si concentrò sulla missione. Lo stesso sembrava aver fatto Irvine, avendo assunto un'espressione seria che Squall non gli aveva mai visto disegnata sul bel viso, tranne forse la tragica sera dell'attentato a Edea.

In effetti quella sera Squall si era sentito molto simile ad Irvine ed una specie di fluido empatico lo aveva attraversato sentendo la disperata solitudine dell'agitato tiratore.

-Se centrerò il bersaglio sarò L'EROE, se fallirò non sarò nessuno. Essere nel mezzo di due opposti così estremi mi fa sentire teso fino allo spasimo...-

-Non fallirai, Kinneas... e poi non sei solo: ci sono io con te. Tu pensa a sparare, al resto baderò io.-

Irvine si era dimostrato davvero un ottimo partner in quella missione.

In capo a poche ore, i due SeeD avevano raggiunto una vetusta costruzione, una specie di antico castello in rovina: dallo stile si capiva chiaramente che risaliva all'epoca dell'Impero di Dollet, prima della tragedia causata da Adel, la strega.

-Splendida tana per un Guardian Force.-

Sussurrò Squall tra i denti.

-Sei pronto Kinneas? Questo posto pullula senza dubbio di mostri.-

Irvine si portò due dita alla fronte in un saluto militare per far capire al comandante che non vedeva l'ora di poter usare il suo nuovo fucile a doppia canna.

*Seifer faceva spesso quel gesto. Lo fece anche dal finestrino della macchina che lo portò via da me.*

I due ragazzi salirono le scale con circospezione, imbattendosi in mostriciattoli di ogni genere, ma battendoli facilmente. Dopo aver sbloccato un marchingegno di chiara fattura dolletiana, riuscirono a rivelare un passaggio segreto che portava direttamente nelle puzzolenti catacombe dell'antico maniero.

-Stiamo vicini. Qui dentro ci dev'essere qualcosa di molto grosso e molto cattivo... -

Squall non riuscì nemmeno a finire la frase che, da un vortice di fumo purpureo apparve l'imponente figura di una divinità dall'elmo cornuto a cavallo di un candido destriero con sei zampe.

-CHI OSA DISTURBARE ODINO?-

I due ragazzi non persero tempo a rispondere al dio adirato, ma si misero in posizione d'attacco rivelando senza timore le loro intenzioni.

-VOLETE SFIDARMI.-

Evidentemente non era una domanda. Gli scheletri sparsi sul pavimento erano abbastanza eloquenti sul fatto che quel Guardian Force era davvero fortissimo.

Ma aveva trovato pane per i suoi denti.

-Kinneas, non farti intimidire da questo bestione... usa la magia di guarigione solo se ce n'è reale bisogno e conserva le tue energie magiche per invocare i Guardian Forces.-

Irvine annuì, la sicurezza dimostrata da Squall in battaglia lo riempiva di fiducia e... di orgoglio. Era orgoglioso del suo comandante, che riusciva a trasformarsi in un'efficientissima macchina da guerra nonostante i problemi che affliggevano il suo cuore.

I due ragazzi cominciarono ad attaccare la divinità infuriata con le armi, ma ben presto si resero conto che ci voleva qualcosa di più.

Irvine sparava con la precisione di un cecchino di professione, era concentratissimo sul suo obbiettivo, ma questo non gli impedì di notare l'aura che cominciava a circondare Squall. Il ragazzo aveva gli occhi chiusi e il palmo di una mano appoggiato sul viso.

L'aura intorno a lui si faceva sempre più evidente, fino ad assumere un brillante colore azzurro. Nel momento di maggior concentrazione un urlo furioso eruppe dalla sua gola, quasi un atavico grido di guerra, che fece accaponare la pelle ad Irvine.

-SHIVA!-

Squall protese le braccia in avanti, con i palmi rivolti contro Odino, mentre dietro di lui appariva, in mezzo ad una gelida nebbia lattea, la figura di una splendida donna avvolta in veli celesti che scaricò con una potenza inaudita un fascio di polvere di diamanti addosso a Odino.

La divinità sul cavallo ebbe un momento di confusione, del quale approfittò Irvine, per controllare se Squall stava bene.

-Lasciami stare, sto entrando in Limit Break!!! Pensa a combattere!-

Odino colse Irvine alla sprovvista facendo impennare l'imponente cavalcatura e colpendo il ragazzo con la lancia sul petto. Il ragazzo non si accorse subito della ferita, quindi lanciò una firaga per accecare il dio; contemporaneamente Squall partì all'attacco in totale berserk, colpendo Odino con la ferocia di un animale, finchè non sentì le forze venirgli meno.

Irvine, che cominciava ad accusare il colpo, approfittò della posizione svantaggiata di Odino per sparargli un colpo preciso tra le fiere sopracciglia bianche, solo allora l'imponente divinità cominciò a dare segni di cedimento. Irvine lanciò una magia di cura sullo stremato Squall, che recuperò un po' di energie, quelle bastanti per formulare la sua ultima magia, quella fatale. Un sospiro eruppe dalle sue labbra seccate dalla fatica, seguito da un grido mentre la stanza veniva invasa da un potentissimo meteor che sconfisse definitivamente Odino.

I due coraggiosi SeeD avevano combattuto con tutte le loro forze e alla fine Odino dovette arrendersi e giurare obbedienza ai suoi conquistatori.

Egli però non era un Guardian Force come tutti gli altri: sarebbe apparso in caso di estrema necessità per aiutare i suoi catturatori a cui ora era devoto anima e corpo.

Un' ottima preda.

***

I due ragazzi decisero di riposarsi in un'ala relativamente tranquilla del castello, in un'immensa stanza nella quale troneggiava un letto polveroso.

Squall ed Irvine erano entrambi feriti, stanchi ed affamati, non avevano la forza di rimettersi in viaggio per raggiungere la riva e quindi il gommone, nè volevano pernottare all'aperto, alla mercè dei mostri.

Squall si prese cura delle ferite di Irvine, che sanguinava da numerosi tagli.

-Finchè te ne vai in giro con la pancia di fuori, è chiaro che sarai un facile bersaglio per i nemici!-

Irvine non aveva la forza di ribattere.

Lasciò che Squall gli disinfettasse le ferite che gli avevano disegnato un quadro astratto sul petto e sulle braccia.

Anzi... la sensazione delle mani delicate del capitano sulla pelle era qualcosa di intossicante.

*Ora devo smetterla.*

Irvine chiuse gli occhi e si lasciò coccolare dalle cure di Squall. Improvvisamente li riaprì sconvolto, per aver sentito qualcosa come una carezza sulla sua guancia.

In effetti la mano di Squall era ancora lì, tiepida, immobile.

Irvine la imprigionò con la sua, ma Squall fu lesto a farla scivolare via, distogliendo lo sguardo dal viso di Irvine.

-Che c'è, Squall?-

Squall non voleva parlare. Non voleva aprirsi.

Non voleva che il dolore, il tormento tornassero.

Ma Irvine era così simile a lui, a quel dolce ribelle che non aveva mai dimenticato.

-Squall... ti prego.-

Il ragazzo si voltò nuovamente verso il cow-boy.

-Mi sento strano quando sto vicino a te.-

*Sapessi io...*,

pensò Irvine; ormai si era rassegnato al fatto che per far uscire qualche parola dalla bocca di Squall avrebbe dovuto avere tanta pazienza. Ma in questo momento sentiva una specie di legame tra sè e il suo comandante. Sentiva che sarebbe riuscito ad avvicinarsi a lui ora che erano da soli, ora che avevano combattuto fianco a fianco, ora che Squall si era dimostrato tanto gentile nel prendersi cura delle sue ferite...

In fin dei conti l'importante era che entrambi si erano accorti che potevano fidarsi l'uno dell'altro.

E poi Squall era davvero un po' strano.... quella carezza sulla guancia, quella frase, quasi un'ammissione di debolezza...

-In che senso, scusa?-

Squall spinse Irvine sul materasso e lo coprì con il sacco a pelo.

-Cerca di riposare, domani dobbiamo camminare tutto il giorno per raggiungere la costa.-

Irvine balzò a sedere sul letto.

-Dove hai intenzione di andare? Perché non rispondi alle mie domande? INSOMMA SQUALL!-

L'altro non lo ascoltava nemmeno. Aveva disteso delle coperte sdrucite a terra e vi si era disteso sopra, coprendosi alla meno peggio.

*Allora tutto quello che sentivo... il legame, la sua dolcezza... era tutta immaginazione? Ma no... non dovevo urlargli, ho rovinato tutto...*

-Squall?-

Ma Squall era nuovamente perso negli stralci delle sue perdute memorie.

-Che c'è Squall, perché non parli?-

-Sono troppo felice. Non riesco a trovare nulla da dire, così me ne sto in silenzio e ti sto a guardare. Questo mi basta.-

Seifer si rilassò al fianco del suo amico e lo trasse stretto a sè come se Squall potesse sparire da un momento all'altro.

-Adesso che ci siamo rincontrati niente e nessuno ci potrà separare, vero Seifer?-

La mancanza di affetti che aveva afflitto Squall fin dalla più tenera età si era riversata tutta nell'attaccamento quasi morboso del ragazzo nei confronti dell'amico d'infanzia.

-Non mi lascerai mai più, vero?-

Seifer sapeva che Squall aveva bisogno di sentirsi amato e lui era la persona che lo avrebbe reso finalmente felice. Quando lo aveva rivisto nell'atrio del Garden di Balamb alla presentazione delle nuove matricole aveva sentito il cuore mancare un battito.

Ma quando toccò a Squall rendersi conto che Seifer era lì... che quella era la famosa accademia alla quale il suo amico era stato inviato due anni prima... allora tutta una serie di sentimenti presero possesso del suo cuore, facendolo correre tra le braccia di Seifer, lasciando che tutte le lacrime trattenute per due anni avessero libero sfogo.

-Calmati.. calmati ora Squall!-

-Come faccio Seifer, mi sei mancato così tanto, pensavo che non ti avrei rivisto mai più!-

Il biondo cadetto lasciò che l'amico si sfogasse piangendo fra le sue braccia accoglienti, carezzandogli i capelli lucidi e sottili e sussurrandogli parole tranquillizzanti all'orecchio.

-Sei qui, siamo insieme ora... stai tranquillo Squall, non ti lascerò più solo, te lo prometto...-

-BUGIARDO!-

Irvine trasalì. Si alzò dal letto per raggiungere Squall che era sdraiato poco distante da lui, sul freddo pavimento.

Il comandante tremava e calde lacrime rigavano le guance delicate, tanto che Irvine, scordandosi ogni inibizione, corse ad inginocchiarsi al suo fianco e se lo strinse addosso.

-Che c'è Squall, hai fatto un brutto sogno? Ci sono io, adesso, non ti preoccupare!-

Squall, ancora annebbiato dal sonno, si abbandonò in quel caldo, tenero abbraccio.

-Seifer, amore mio... allora sei tornato...-

Ma Irvine non ebbe tempo di elaborare il significato di quella frase, perché un paio di labbra deliziosamente umide e tiepide raggiunsero le sue, le sfiorarono e lo stupito cow-boy non potè far altro che perdersi in quel bacio, accarezzando la lingua di Squall con la propria, assaporando ogni millimetro di quella bocca dolce e accogliente, intrecciando le dita tra i capelli del comandante e assecondando ogni dannatamente sensuale movimento dell'altro.

Ma quando le sensazioni sopraffecero Squall fino al punto da scuoterlo dal suo torpore, questi spinse via Irvine, rendendosi conto di quello che stava facendo.

-Oh mio dio, Irvine... io...-

Il cow-boy non potè fare altro che guardarlo, ritrovandosi per una volta a corto di parole.

-Io pensavo... io credevo... mi sembrava che tu... che tu fossi...-

-Seifer.-

Quel nome, quella singola parola congelò Squall.

Il ragazzo si sentì scoperto, sviscerato fin nel profondo, come se con quella parola Irvine avesse detto "Conosco Il Tuo Segreto".

Inizialmente una sensazione di panico s'impadronì di lui, ma poi gli occhi di Irvine gli rivelarono che si sbagliava a pensare di avere di fronte un nemico.

Quello sguardo morbido, amorevole non era affatto ostile. In quegli occhi blu non si leggeva "Conosco Il Tuo Segreto", ma "Se Vuoi Sfogarti E' L'Occasione Giusta".

Squall si rilassò.

Per la prima volta sentì che parlare lo avrebbe aiutato.

Guardò Irvine riconoscendo nei dolci tratti del cow-boy qualcosa di Seifer e trovò davvero facile iniziare a parlare.

-Sì, Seifer.-

Si passò una mano tra i capelli.

-Seifer è sempre stata l'unica persona che mi abbia mai capito, per questo sto così male da quando se n'è andato.-

Irvine gli appoggiò una mano sulla spalla.

-Non se n'è andato, l'hanno condizionato mentalmente e rapito.-

-Sì, ma ora non è qui e io mi sento schifosamente solo nonostante voi stiate facendo di tutto per farmi stare meglio!!!!-

Squall sentì che lacrime si stavano formando agli angoli dei suoi occhi.

*Non posso espormi fino a questo punto... no!*

Ma a nulla servirono i suoi tentativi di trattenersi, Squall scoppiò a piangere senza ritegno tra le braccia di Irvine.

-Conoscere questo tuo lato così emotivo mi fa sentire davvero vicino al tuo cuore, Squall. Ti sono grato di avermi permesso di starti accanto in questo momento e vorrei che sapessi che ti voglio davvero bene. Seifer è un ragazzo fortunato ad avere una persona speciale come te che lo ama così tanto.-

Squall ascoltò le parole di Irvine, ma non smise di piangere e singhiozzare finchè non sentì il suo cuore alleggerirsi.

-Lo salveremo, Irvine.-

Irvine accarezzò dolcemente i capelli del ragazzo tra le sue braccia.

Se solitamente aveva un'aria spavalda e sicura di sè, in questo momento intimo e privato dimostrava la sua età.

Diciassette anni erano davvero pochi per portare sulle spalle tutte le preoccupazioni che gli erano toccate e Irvine a questo non aveva quasi mai pensato.

Squall era stato il caposquadra prima, il comandante poi... ma chi si era mai soffermato a pensare cosa si nascondesse dietro quell'espressione sempre seccata, dietro quei modi insofferenti...

Anche Squall sapeva amare, e amava con tutta la disperazione possibile. Solo che l'unica persona che avesse mai amato gli era stata strappata brutalmente. Ed era diventata IL NEMICO.

Squall aveva sporcato il suo gunblade col sangue del suo amore, lo aveva guardato negli occhi mentre lo feriva e non aveva potuto tirarsi indietro perché quelli erano gli ordini...

E ora avrebbe dovuto portare avanti una missione omicida il cui target era proprio Seifer.

-Certo che lo salveremo, Squall.-

Squall per un istante non si sentì più il comandante del Garden di Balamb, ma un ragazzo qualsiasi. Un ragazzo innamorato che voleva a tutti i costi rivedere il suo perduto amore.

Irvine asciugò le lacrime di Squall con la punta delle dita, poi gli prese il viso tra le mani e lo baciò delicatamente sulle labbra.

Squall si stupì per quel gesto di tenerezza.

-Mi sembrava che tu fossi uno sciupafemmine!-

Irvine sorrise e strinse Squall a sè, sussurrandogli all'orecchio:

-Infatti... tu sei l'unica eccezione!-

Finalmente Squall, dopo mesi di battaglie, missioni, pressioni emotive, torture fisiche e mentali, riuscì a sentirsi bene, anche se solo per poco tempo.

Quella notte dormì rannicchiato tra le braccia calde di Irvine sentendosi di nuovo protetto come quando c'era Seifer al suo fianco.

Fu un sonno sereno, non invaso da incubi nè disturbato da stralci di passato.

***

La mattina dopo i due ragazzi s'incamminarono di buon'ora per raggiungere entro sera il gommone attraccato alla costa.

Erano silenziosi, ma il loro non era più il silenzio imbarazzato e quasi doloroso di due giorni prima. Era un silenzio carico di significato, Irvine sapeva a cosa stava pensando Squall e l'ombra di un sorriso sul viso del comandante gli fece capire che il suo piano aveva avuto buon esito.

Ora l'unica cosa a cui pensare era se stesso: dormire con Squall tra le braccia gli era piaciuto, gli era sembrata una cosa bella e giusta... baciarlo, poi... al solo pensiero di quelle labbra tenere e dolci più del miele sentiva una serie di brividi corrergli lungo la schiena.

*No.. non è niente. E' stata solo comunione di spiriti. Infatti non vedo l'ora di riabbracciare Selphie, raccontarle tutto quello che è successo e sbaciucchiarla fino a farla soffocare! Mh. Proprio così.*

Irvine sapeva che stava mentendo a se stesso. Ora vedeva Squall in una luce diversa e, pur sapendo che se Seifer avesse scoperto cos'era successo tra loro due l'avrebbe affettato col suo gunblade senza tanti complimenti, continuava a chiedersi cosa il bel comandante realmente provava per lui. Era stato solo un sostituto?

-Ehi Irvine...-

Il cow-boy raggiunse Squall, che era qualche metro avanti a lui.

-A cosa stai pensando?-

Irvine sorrise, il suo solito sorriso smagliante che faceva sospirare le matricole del Garden (e anche qualche insegnante). Non sarebbe servito a nulla mentire a Squall, nè giusto, dato che lui si era aperto nonostante il suo carattere introverso.

-A questa notte. A noi due.-

Squall aprì la bocca per parlare, ma Irvine lo prevenne.

-Oh, lo so che non esiste alcun "noi"... non l'ho mai sperato, non l'avevo neanche mai pensato, ma ieri mi è sembrato tutto così naturale e... beh, giusto... e poi io...-

Stavolta fu Squall ad interrompere l'altro SeeD.

-So cosa vuoi dire, Irvine. So cosa provi, ma non preoccuparti, questa notte non ho cercato Seifer nel tuo calore.-

Squall alzò lo sguardo dai suoi stivali per fissarlo negli occhi scuri di Irvine.

-Ammetto che in questi ultimi giorni ho notato tanto di lui nei tuoi modi, ma ieri sapevo che quello che mi cullava e mi stringeva consolandomi e asciugandomi le lacrime eri tu.-

Squall sorrise -uno dei suoi rarissimi sorrisi- solo per Irvine.

Al cow-boy si strinse il cuore e non resistette ad appoggiare una mano sotto il mento di Squall per imprimersi nella mente quei lineamenti così delicati.

Nessuno dei due sapeva cosa dire, così limitarono a guardarsi per dei lunghi istanti, poi Irvine spezzò il silenzio sorridendo a sua volta.

-Dai andiamo, abbiamo una missione da compiere e una persona da salvare!-

Squall lo seguì allungando il passo per stare dietro al ritmo sostenuto di Irvine e raggiungere la spiaggia il prima possibile.

***

-Allora genio, com'è andata? Il tuo piano ha funzionato?-

Selphie era piombata in camera di Irvine non appena questi aveva appoggiato lo stanco didietro sul materasso.

-Sono stanco morto Sel... non puoi tornare più tardi?-

-Nemmeno una piccola anticipazioncina?-

Irvine l'afferrò per la vita e se la tirò addosso facendola cadere sul letto accanto a lui.

Poi cominciò a baciarla sulla gola e sul mento.

-Ma non eri stanco cow-boy?-

Irvine nemmeno l'ascoltò, ma le chiuse la bocca con la sua gustandone il sapore... Selphie sapeva di lampone.

-Squall sta decisamente meglio e tu mi sei mancata tanto!-

-Allora posso dormire qui?-

Irvine, per tutta risposta, scostò le lenzuola e indirizzò alla ragazza uno sguardo invitante. Selphie si infilò sotto le coperte e si addormentò cullata dal quieto respirare dell'amico.

**OWARI**


*Kicchan: ce l'ho fatta!!!!!!!!
*Seifer (con venuzze multiple): assolutamente nooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!! Squall è MIO, come hai osato scrivere una scena romantica tra lui e quel cow-boy da strapazzo che se ne va in giro con la pancia di fuori? Adesso tu riscrivi tutto.
*Kicchan: ma neanche per idea! Dai Seiferino bello... non lo vedi quanto ti ama Squall? E' stata solo una scappatella e poi lui ne aveva bisogno, perché tu gli mancavi tanto tanto!!!
*Seifer: #sgrunt#
*Kicchan (puppy eyed): Seiferino mio?
*Seifer: va bene, va bene, VA BENE!! Non guardarmi così! Però la prossima fic dev'essere solo MIA e del mio amore. OK?
*Kicchan: ok..... (ahh, ti amo Seifer! #faint#)
*Seifer: visto che la mia amica sclerata è svenuta, vi spiegherò io qualche termine, se non siete mai entrati nel mio mondo!
Garden: accademia militare addetta alla formazione di una speciale élite di soldati, i SeeD. Ce ne sono tre: uno a Balamb, uno a Trabia e uno a Galbadia.
Guardian Force: divinità elementale (cioè legata ad uno dei quattro elementi fondamentali, acqua-aria-terra-fuoco) o non elementale che viene in aiuto durante i combattimenti. Dev'essere evocata.
Pianto Lunare: fenomeno di caduta dei mostri dalla luna. Quando la luna è satura di mostri, questi cadono periodicamente sulla terra.
Sono stato esauriente? Allora adesso me ne vado a cercare Squall!


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