Lo so, lo so, come sempre i personaggi non sono miei
Aladin
Parte II
di Ichigo
Si risvegliò tempo dopo a causa di brividi di freddo che sentiva fin dentro le ossa, aprì stancamente gli occhi e la prima cosa che vide fu il viso di una fanciulla non propriamente bellissima, ma neanche inguardabile, sorridergli dolcemente posandogli una mano sulla testa proprio dove gli doleva e poi la sentì rivolgersi a qualcuno che ancora rimaneva nell’ombra: -maestro si è svegliato- Hanamichi vide un ragazzo alto di bell’aspetto farsi più vicino, quando poi si sedette per mostrarglisi notò che aveva i capelli antigravità ed un sorriso smagliante. -Dove sono?- domandò -Nelle segrete del castello- disse la ragazza -Co..ah sì, quella maledetta volpe bugiarda!- si infervorò assumendo un espressione dura -Non dite così vi prego, il principe Rukawa non è cattivo, sono sicura che non vi ha mentito di proposito…- si precipitò subito a difenderlo lei. -Ha ragione la mia apprendista, Kaede è così addormentato che non avrebbe mai potuto ingannarvi di proposito, avrà avuto i suoi buoni motivi per nascondervi la sua identità. E credo anche di capirlo- disse alzandogli il viso ponendogli l’indice sotto il mento. Quel ragazzo era veramente bello, se poi si pensa che nato e cresciuto per strada dava alla sua persona un che di fascino selvaggio e mistero. Hanamichi lesse in quegli occhi una strana luce maliziosa e voltò il viso dall’altra parte per non dover più venire mangiato da quegli occhi, occhi blu anch’essi, ma così diversi da quelli nei quali si era specchiato poco tempo prima, dentro di sé desiderava potercisi specchiare nuovamente, perdersi in quel mare di dolcezza e tenerezza. Un po’ si incupì nel fermarsi a pensare che non se lo sarebbe più potuto permettere, appartenevano a due mondi diversi, troppo diversi. Come leggendo nei suoi pensieri lo stregone sorrise, se possibile ancora più di quanto già non facesse di suo e buttò lì: -c’è una caverna alle porte del deserto ricca di tesori, se riuscissi a prenderne un po’ potresti diventare anche tu un principe e proporti come candidato e chiedere al sultano la mano del bel moretto- Hanamichi lo guardò confuso, poteva fidarsi? Eppure così aveva almeno una possibilità di incontrarlo anche se per una volta soltanto. Leggendo quella sua perplessità in quegli innocenti occhi nocciola, lo punzecchiò: -però se hai paura…- Sakuragi si alzò in piedi: -con chi pensi di parlare io sono il Tensai e non ho paura di niente, ti faccio vedere io di che cosa sono capace anzi, ci vado subito- e fece per andarsene. -Come pensi di uscire genio?- lo fermò Sendoh. L’altro si immobilizzò subito arrossendo, eh sì che ora aveva fatto la figura dello scemo. -ti aiuterò ad una condizione però..tu puoi tenere tutto l’oro che vuoi, a me devi dare solo la lampada che troverai all’interno della grotta- Hanamichi non capiva, ma se voleva una stupidissima teiera, lampada o cos’altro se la poteva tenere, lui avrebbe preso per sé solo quanto bastava per poter entrare a palazzo e rivedere il suo principe. Così con l’aiuto di Sendoh che gli aprì un passaggio uscì dalla sua prigione e scortato da Haruko, che durante tutto il tragitto non aveva fatto altro che lodare Rukawa, raggiunsero la grotta. Non appena entrato Hanamichi si rifece gli occhi all’interno di quell’antro che da fuori sembrava spaventoso, c’erano oro , diamanti, pietre preziose in gran quantità, con due sole manciate di quelle pietre colorate sarebbe forse divenuto più ricco dello stesso sultano. Quando poi trovò anche la lampada la mise insieme alle altre cose e i due ritornarono verso l’uscita, però ad un certo punto quando erano prossimi all’uscita Hanamichi si fermò e non sentendo più la presenza della ragazza dietro di sé si voltò per cercarla e la vide armata di un grane diamante che cercava di colpirlo, rapido Hanamichi si spostò e cominciò a schivare per quanto possibile tutto quello che l’altra gli tirava contro. Cercò di farla ragionare: -cosa ti prende?- e mentre quella gli tirava addosso di tutto rispose: -ti devo fare fuori Hana mi spiace, ma non ho altra scelta, Rukawa deve essere solo mio!- ed intanto gli lanciava diamanti, rubini, zaffiri e monete d’oro che lui prontamente evitò, poi stufo di quell’insensato attacco le si fece vicino e dandole un non troppo forte pugno sulla testa la fece svenire, sostenendola subito con le sue forti braccia. Ora però si presentava il problema del come trasportare Haruko e le due sacche di tesori, non poteva fare due viaggi perché la condizione era chiara, poteva visitare la grotta solo una volta nel momento esatto in cui fosse uscito essa sarebbe scomparsa nel deserto. Dopo tutto quel viaggio non poteva certo tornare a mani vuote e l’idea di far sprofondare Haruko nel nulla non gli piaceva quindi si sedette mettendo in moto il suo cervello per tirare fuori ne era sicuro uno dei suoi piani geniali. Pensa e ripensa ancora non aveva avuto nessuna idea e per la noia cominciò a frugare nelle sue sacche. -Vediamo se trovo una qualche ispirazione- per caso gli finì tra le mani la lampada che tanto premeva a Sendoh. La girò e rigirò tra le mani poi notando che vi era inciso sopra qualcosa: -mm, aspetta, c’è scritto qualcosa, ma non capisco- e prese a strofinare. Dal beccuccio della lampada prese ad uscire del fumo bianco e poco dopo ne vide uscire un simpatico ragazzo dai capelli neri ed un sorriso amichevole. Hanamichi lo guardò confuso ma non spaventato. -Chi diavolo sei tu?- -Io sono il genio della lampada, ma tu puoi chiamarmi Yohei- -Certo, non ti aspetterai che io l’unico e solo Tensai dei Tensai chiami te Genio- Yohei lo guardò e sorrise: -sì, mi piaci, allora Padrone cosa vuoi che faccia?- -Pa…padrone?- esclamò il rossino -Certo! Tu hai spolverato la lampada, ora sarai il mio padrone fino alla realizzazione dei tuoi tre desideri, allora vai con il primo- -Ecco, io…- cominciò -Aaaaah, un attimo ci sono alcune clausole e un paio di postille, delle piccole limitazioni: Punto numero uno, io non ammazzo perciò non chiederlo, punto numero due non posso fare innamorare qualcuno di qualcun’altro e punto numero tre non posso assolutamente far resuscitare i morti, intanto non sono un bello spettacolo e mi fanno anche un pò schifo- sentenziò Hanamichi ci pensò un attimo poi decise: -mm vediamo, saresti anche in grado di portarmi fuori di qui?- -Questo è il tuo primo desiderio?- -Direi di sì!- -Ebbene, allora formula la domanda e non scordare “desidero”- -Yohei, desidero che ci porti fuori di qui- detto fatto i tre furono subito fuori dalla caverna e si ritrovarono in un batter d’occhio in città. -Wow! Sei veramente…- -un genio?- suggerì, ma Hanamichi lo guardò alzando un sopracciglio e scosse la testa -bravissimo!- concluse completando il proprio pensiero. -Bene e ora…- fece per cercare i suoi tesori ma non trovò nulla -ehi, il mio tesoro?- si rivolse a Yohei che si strinse nelle spalle -tu non hai parlato di tesori- il rossino cominciò a fumare di rabbia ma il genio lo placò ricordandogli che aveva a disposizione ancora due desideri -bene, perché sai..ci sarebbe un ragazzo…- ma Yo non lo lasciò finire -alt! Ricordi non posso controllare il cuore di nessuno- -Ma che hai capito..desidero che mi trasformi in un principe- e voilà con uno schioccare di due dita Hanamichi si ritrovò con degli eleganti pantaloni bianchi che morbidamente fasciavano i fianchi e le gambe lunghe e tornite. Una casacca a maniche lunghe e collo alto che metteva in risalto il petto ampio e il torace scolpito. Il tutto avvolto in un caldo mantello anch’esso di un colore chiaro. -Wow così si che farò colpo sul bel principe, ora a letto, domani sarà una lunga giornata- ed andò poi a riposare nel suo vecchio letto sopra il tetto.
Continua…
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