DISCLAIMER: I personaggi sono d'Inoue-sensei
NOTE: Alla fine
Akuma No Tenshi
Capitolo 6
di Sakuya & Saya
Capitolo
VI: Scoperte
Quando Kaede pronunciò
quelle parole, quando ammisse davanti a tutti, davanti a Dio e a se
stesso il suo amore per Hanamichi, una luce bianca avvolse Kaede e sua
madre teletrasportandoli in un posto che Kaede conosceva molto bene.
Gazardiel si spostò per stare dietro al figlio guardando il suo
maestro, dire arrabbiato sarebbe stato troppo poco,... infuriato.
"ANAEEEEEEEEEEL!!!!!!"
E L'angelo dagli occhi di ghiaccio alzò lo sguardo e fissò
il suo maestro rimanendo serio, nei suoi occhi non c'era paura:
"Scusate maestro, dove avrei sbagliato? Infondo mi avete insegnato
che l'amore lo dobbiamo proteggere?"
La stanza si zittì guardando il giovane con occhi spalancati
e anche il suo maestro per un paio di minuti rimase senza parole.
"Infatti... devi proteggerlo NON INNAMORARTIIII!"
"Come posso proteggere una cosa che non conosco?"
"Sfacciato... POTREI PASSARCI SOPRA CHE TI SEI INNAMORATO, POTREI
PASSARCI SOPRA CHE L'AMORE CHE PROVI SIA PER UN DEMONE, MA TRA TUTTI
I DEMONI DELL'INFERNO TU SCEGLI PROPRIO HIKAI IN PERSONA?"
"Lui e diverso..."
"Grazie al CAVOLO CHE E' DIVERSO LUI E PEGGIO PERCHé CONOSCE
ANCHE I POTERI DEI ANGELI OLTRE A QUELLI DEMONIACI!"
"In parole povere un YinYang... l'essere perfetto?" (non stiamo
parlando di Cell ndSaya -.- ma da dove te ne esci con queste battute
squallide ndRu infatti ha ragione Ru, Saya ma che dici ndSaku ^^;;;
ehm scusatemi ndSaya)
L'angelo superiore iniziò a tremare e uno degli angeli presenti
si avvicinò posando una mano sul suo braccio:
"Harahel, calmati, vedrai che si sistemerà tutto...."
(seeee come no... Harahel trema TREMA perché è la grande
Saya-Kami-sama a scrivere! ndSaya -.-;;;; ndSakuHanaRu bwahahahaha ndSaya
-.-;;;; ndHara io al tuo posto avrei paura ndRu tu dici? ndHara)
L'angelo più anziano guardò l'angelo che l'aveva fermato
annuendo, non poteva scaldarsi per così poco... infondo era solo
un angelo innamorato di un demone che in un futuro prossimo poteva prendere
il posto di Lucifero in persona, niente di grave.
"Oltre che ti sei innamorato Anael... devo dire che oltre a questa
cosa mi ha dato molto fastidio che tu non abbia compiuto molte buone
azioni, e non hai aiutato le persone in bisogno... specialmente quella
ragazza..."
Harahel guardò un foglio davanti a sé (ma guarda nemmeno
lui si ricorda il nome ndSaya stiamo parlando di quella… è
logico che non si deve scomodare a impararselo a memoria ndSaku hai
ragione ^^;;;; ndSaya):
"Ah sì, la ragazza di nome Haruko Akagi..."
"Non posso aiutare le persone senza cervello...."
"...per questo esistiamo noi angeli (non ha negato che è
stupida ^^;;; ndSaya si vede che è un caso disperato ndSaku quando
distribuivano i cervelli quella stava da un'altra parte ndRu -.-;;;
questa è vecchia ndSaya), per aiutare... parliamoci chiaro Anael,
tu non hai fatto niente di quello che ti abbiamo detto di fare... non
hai aiutato le persone e ti sei innamorato, conosci la legge celestiale...
hai due possibilità Anael..."
"Non ditemelo, le indovino da solo... la prima è rinnegare
il mio amore, la seconda diventare un angelo caduto e andare negli inferi
fino alla fine dei tempi..."
Il maestro annuì, senza una traccia di sorriso continuò:
"Hai una settimana Anael, pensaci bene... io al tuo posto sceglierei
la prima."
Il giovane angelo annuì inchinandosi davanti a lui per poi scomparire
tra mille piume bianche.
Rukawa si sedette
stanco sul letto pensando a tutto quello che era successo in quella
assurda giornata. Si passò le mani tra i capelli chiudendo gli
occhi, chiedendosi perché cavolo non se ne fosse accorto della
aura malvagia che avvolgeva quel ragazzo così pieno di vita,
eppure Hanamichi non poteva essere cattivo, non poteva essere un demone,
era troppo illogico! Eppure davanti ai suoi occhi si era accasciato
per terra e quell'energia di straordinaria malvagità. Sospirò
un'altra volta, era caduto nella trappola di quel rosso tutto pepe senza
accorgersene, ma come poteva immaginarselo... chi se lo sarebbe immaginato
che Hanamichi Sakuragi poteva essere il leggendario Hikai? Il suo sorriso
era così ingenuo e così sincero... si potrebbe anche definire
innocente, per niente demoniaco, eppure era vero quei capelli rossi
potevano comodamente rappresentare il fuoco dell'inferno... ma poteva
sbagliarsi, quel rosso poteva anche rappresentare il fuoco eterno dell'amore.
Dubbi, solo dubbi assalivano la sua mente e annebbiavano i suoi sentimenti,
non sapeva più a cosa credere, in chi credere... Rukawa si sdraiò
sul letto chiudendo gli occhi, sentendo come se fossero reale, le mani
che gli accarezzavano dolcemente i capelli, mentre la sua testa era
appoggiata sulle sue ginocchia, lui che faceva finta di dormire... sospirò...
quella carezza era gentile, come la mano di un angelo. La dolcezza di
quei baci così pieni di passione e amore, era tutto una menzogna?
Tutto un inganno per giocare con la sua anima, il suo cuore? Può,
un essere infernale, amare? Gli era stato sempre insegnato che quelli
che appartengono all'inferno sono incapaci di amare. Eppure in tutta
questa storia c'erano delle cose incomprensibili per lui, infondo era
risaputo che ai demoni piacesse il piacere del corpo, e poi quale sarebbe
migliore mezzo del sesso per corrompere... in quel momento si accorse
di una cosa, infondo anche lui voleva andare a letto con Hanamichi,
eppure quest'ultimo aveva avuto tante occasioni per portarselo a letto...
ma il rosso sembrava sempre aspettare... quegli occhi dolci che lo accarezzavano
sempre quando stavano insieme, quelle mani non avevano niente d'infernale,
eppure... ogni tocco lo faceva bruciare di passione irrealizzabile.
Lo desiderava al punto di stare male.
"Che cazzo, ma sono stupido? Lui è un demone, è felice
di poter far soffrire gli altri... Sono stato un illuso se ho creduto
che potesse amarmi veramente..."
Le sue mani passarono sul viso, nascondendo i suoi due pozzi azzurri,
le lacrime iniziarono lentamente a scendere lungo il suo viso pallido,
mai avrebbe creduto che avrebbe sofferto per amore.
Percepì un'energia straordinaria nella stanza, quelll'aura non
la riconobbe, non era un'aura malvagia... più che altro triste.
Spostò le mani dal suo viso, e i suoi occhi si soffermarono sulla
creatura davanti a lui. Una donna dai lunghi capelli scuri, due occhi
azzurri pieni di tristezza, labbra arricciate quasi in un sorriso, un
angelo... dalle ali nere. Kaede si leccò le labbra:
"Tu... tu sei un angelo caduto."
La donna si avvicinò a lui, alzando una mano, accarezzando lievemente
il viso e asciugandogli una lacrima:
"Sì, sono la madre di Hikai... o Hanamichi, come lo chiami
tu."
Il moro si sedette sul letto continuando ad osservare incredulo la donna
davanti a lui, per un attimo la fisso negli occhi, quegli occhi che
gli ricordavano così tanto il suo Hana, per la loro dolcezza
e il loro calore.
"Sono venuta per spiegarti delle cose, così riuscirai a
capire meglio la situazione."
"..."
"Non c'è bisogno che tu parli... voglio solo che mi ascolti,
visto che non voglio che tu pensi delle cose su mio figlio che non sono
vere..."
Kaede continuò a fissare l'angelo caduto annuendo.
"Il mio nome è Amitiel... e sono un angelo caduto per mia
scelta... scelta, che non ho mai rimpianto."
"La tuoi occhi parlano diversamente."
L'angelo sorrise scuotendo la testa:
"Se mi facessero scegliere di nuovo... non cambierei la mia scelta...
se sono triste non significa che mi pento di quello che ho scelto."
"Capisco."
"Non credo che tu capisca cosa sto cercando di spiegarti... Anael...
angelo dell'amore."
"Che ne sai?"
"Io ho messo al mondo Hikai, lui è la mia speranza, lui
e il frutto del mio amore e del demone che amo... e ti dico... non tutti
i demoni sono incapaci di amare."
"Tu..."
"Hikai è nato dalla mia unione con un generale degli inferi...
a differenza degli angeli, i demoni accettano tra loro i rinnegati da
Dio, perché anche loro un tempo erano angeli come te... Lucifer
in persona era l'angelo più vicino a Dio."
"Questo lo so..."
"Ma Anael, il bene non può esistere senza il male, e Dio
lo sapeva, sapeva che lui l'avrebbe tradito, e non mosse un dito per
fermarlo... come potremo definire il bene se non ci fosse il male...
come potremo definire l'amore se non ci fosse odio?"
"Che c'entra tutto questo."
"Hikai è l'incarnazione del bene e il male in un solo corpo."
La donna si sedette vicino a lui, mentre le sue ali scomparivano, girò
la testa verso Kaede e i loro sguardi si incontrarono:
"Voglio raccontarti la storia di Hikai, però soltanto tu
sceglierai quale via seguire... ti mostrerò i fatti."
"Ok."
"Hikai da quando era piccolo era un demone abbastanza potente,
temuto sia dagli angeli che dai demoni stessi, si diceva che un giorno
avrebbe potuto prendere il posto del grande capo. Lui è sempre
vissuto da solo, i coetanei erano solo delle conoscenze, così
come nel mondo degli umani, quello che è diverso si teme, così
i demoni avevano deciso che era meglio stare sempre dalla sua parte,
dalla parte del demone infuocato."
"Infuocato?"
"Hikai ha il carattere del padre, si arrabbia subito e scatena
le fiamme dell'inferno senza accorgersene, quelle l'hanno accetato da
quando è nato, infatti i suoi capelli portano il colore del suo
stesso potere: fuoco... Quando nacque e vidi quei capelli sorrisi a
me stessa, perché pensai che quel fuoco fosse un simbolo di purificazione,
così in onore del fuoco scelsi l'ideogramma del fuoco per rappresentare
il suo nome."
"Hana..."
"Preferisci il suo nome umano vedo, beh è comprensibile
e un nome molto bello."
"Ma non dovevate raccontarmi di Hana... ehm di Hikai?"
"Si, scusa, mi sono emozionata a parlare di lui dopo tanto tempo.
Scusami."
"Figuratevi..."
"Hikai, essendo figlio di un angelo caduto ha ereditato anche parte
dei miei poteri, perciò conosce nei minimi dettagli anche la
sua forza angelica, essendo come già detto figlio di un angelo,
non è completamente perfido, anzi è consapevole della
differenza tra il bene e il male, il quale prende il sopravvento dentro
di lui quando si arrabbia, eppure a differenza dei demoni puri sa provare
compassione, una compassione, che nemmeno gli angeli a volte sanno provare...
e Hikai credimi ha dimostrato più di una volta che è compassionevole.
Il fuoco che arde dentro di lui è diviso... tra quello infernale
che quello divino."
"Cosa vuoi dire con questo?"
"Ti racconto come mai Hikai ha preso sembianze umane, e capirai...
circa una sedicina di anni fa, dovette prendere l'anima di un ragazzo
che era protetto da un angelo forte, ma non abbastanza per poter battere
Hikai, l'angelo si oppose in tutto per tutto per salvare il ragazzino
e lo sfidò in duello. Hikai lo batte, ma non fece come diceva
il regolamento demoniaco... anzi... risparmiò la vita a questo
angelo..."
In quel momento Kaede si ricordò delle parole della madre...
si girò verso Amitiel:
"Conosco la storia, l'angelo era mia madre."
L'angelo caduto sorrise:
"Lasciami continuare... l'anima del ragazzo era di Hikai, ma mio
figlio aveva infranto la regola base... e si radunò il consiglio
per punire la compassione di Hikai... anche di fronte al grande capo,
Hikai non battè ciglio, con fierezza lo fissò negli occhi
quando la sentenza gli fu detta. Hikai venne condannato alla vita umana
finchè non avesse provato vero amore, in quel momento si sarebbe
risvegliato... per i demoni è difficile amare, anche se molte
volte bramano di avere questo sentimento, solo pochi possono dire di
averlo provato... e credo fermamente che mio marito lo provi, anche
se per lui, in molte occasioni, è difficile dimostrarmelo."
Il moretto fissava la donna davanti a lui senza dire una parola, poi
la donna si alzò fissandolo nei occhi.
"Grazie Amitiel..."
La donna annuì e prima di scomparire disse a Kaede sorridendo
teneramente:
"Ascolta il tuo cuore e fai tutto quello che ti dice lui."
E lei scomparve tra le fiamme nere.
Kaede fissava il punto dove era scomparso l'angelo caduto, rimuginando
sulle parole che questa gli aveva detto, ma solo una frase continuava
a tormentarlo 'Solo provando il vero amore, Hikai si sarebbe risvegliato...',
si alzò dirigendosi verso la finestra e guardò fuori verso
il cielo stellato, continuando a pensare a Hanamichi e ai suoi occhi
nocciola, quel bellissimo sorriso, e dopo tanto il suo volto si rilassò,
lasciando cadere la maschera di ghiaccio che continuava a portare sul
volto, e sorrise... non era ancora sicuro di niente, quasi di niente,
la storia di Amitiel, gli ha dato la certezza dell'amore di Hanamichi,
perché se Hana non l'avesse amato, non avrebbe iniziato a ritornare
al suo vero io, dentro di sé era felice, anche se il mondo era
in pericolo... non gli importava granché, gli bastava che Sakuragi
lo amasse... (che razza di angelo -.- ndSaya l'amore è egoista
ndRu -.-;;;; mah ndSaya)
Si passò lentamente una mano tra i capelli cercando di ricordare
il calore delle mani del rossino, che nell'ultima settimana lo accarezzavano
con quella gentilezza, che nessuno immaginava che potesse possedere...
ed infine si sdraiò sul letto chiudendo gli occhi, doveva decidere
cosa fare, era pieno di dubbi, ma molto più sereno di quanto
lo fosse mai stato... la consapevolezza che Hanamichi lo amava gli bastava.
Ormai mancava da scuola da più giorni.
Hanamichi si guardava
nello specchio, aveva due occhiaie terribili, non riusciva a capire
cosa stava succedendo intorno a lui, non riusciva a capire come, dopo
essere svenuto si fosse potuto risvegliare a casa sua... e aveva paura
di chiamare Kaede, aveva paura di scoprire cos'era successo quel giorno
da lui. Si ricordava solo quel dolore assurdo dopo che aveva finalmente
detto a Kaede di amarlo. Erano passati due giorni da quella mattina,
non era andato a scuola temendo di fare qualcosa di irreparabile, ma
non poteva mancare per sempre.
Il giorno prima era successa una cosa che aveva lasciato Sakuragi alquanto
perplesso: irritato dal telefono che stava squillando mentre era nel
dormiveglia, si era arrabbiato e lo aveva distrutto con una potenza
assurda, dalla sua mano sembrava uscire del fuoco, anche se credeva
che tutto fosse stato solo un sogno, continuava ad avere paura che a
scuola potesse seriamente fare male a qualcuno, e se questo qualcuno
poteva essere Rukawa, la paura diventava insopportabile, solo pensare
di potergli fare male lo terrorizzava.
Così il secondo giorno, dopo essersi chiuso completamente in
se stesso, decise di uscire da quella casa, che era diventata il suo
guscio di protezione, il nascondiglio davanti al mondo.
Appena varcò la soglia il sole lo accecò e dovette alzare
la mano per nascondere gli occhi, sospirò e si diresse verso
il liceo a passo lento. Appena arrivò lo salutarono Yohei e la
banda Sakuragi, con sorrisi sulle labbra, dimostrandogli che erano contenti
di vederlo. Hanamichi si comportò come se niente fosse accaduto,
come se i due giorni erano solo un incubo che era durato per troppo,
eppure la paura c'era... la paura di incontrare Kaede e fargli del male.
Le lezioni erano noiose come sempre, e Sakuragi le passò guardando
fuori dalla finestra, e durante la pausa pranzo non lasciò la
classe, non andò a cercare Rukawa sul terrazzo, cercando di rallentare
il tempo, di vederlo il più tardi possibile... anche se gli mancava
un mondo quel volto, quegli occhi del colore dell'oceano più
profondo, quel sorriso che solo lui aveva potuto ammirare, il calore
dei suoi abbracci... il sapore delizioso delle sue labbra... quelle
labbra così morbide, che lo chiamavano... desideravano essere
baciate da lui... sentirsi protetti e proteggere allo stesso momento...
Kaede ormai era diventato tutto per lui, eppure aveva paura di guardarlo
in faccia, di vedere disgusto su quel viso tanto amato. Appena finite
le lezioni si diresse verso la palestra scoprendo di essere il primo.
Si guardò spaesato in giro, per poi prendere la palla arancione
tra le mani e andare a fare qualche tiro libero.
Dopo che sbagliò cinque tiri di seguito, iniziò a sentire
un calore estraneo riscaldargli il corpo, si sentiva come se fosse infiammato
e tirò la palla con estrema forza dall'altra parte della palestra.
Ma quello che vide Mitsui era ancora più spettacolare. L'ex teppista
era appena arrivato e sentiva il rumore del palleggiare nella palestra,
così aveva deciso di dare un'occhiata per vedere chi era arrivato
prima di lui. Notò che c'era Hanamichi e stava per chiamarlo
quando lo vide prendere il pallone tra le mani, il viso contorto dalla
rabbia, mentre i suoi capelli sembravano essere in fiamme... anzi, essere
fiemme loro stessi.
Il giovane sgranò gli occhi fissandolo imbambolato mentre Sakuragi
lanciava il pallone con una forza superiore al normale, verso l'altra
parte della palestra. Si avvicinò al compagno di squadra, con
il viso pallido:
"Così ti sei risvegliato Hikai... allora non era vero che
amavi la Akagi..."
Hanamichi spaesato lo guardò perplesso, sul serio non capendo
le parole del suo senpai.
"Scusa di cosa stai parlando? Mitchy, sei scuro di stare bene?"
Sakuragi chiuse gli occhi, per il dolore che provò in quel momento.
Perché quel nome gli era tanto famigliare? Ma i maledetti mal
di testa dovevano venire sempre in questo modo… cercò di
respirare a pieni polmoni, mentre alzava una mano sulla tempia.
Mitsui lo osservò per un momento, poi sorrise capendo cosa stava
succedendo, Hikai, non aveva ancora riconquistato la sua memoria, qualcosa
impediva, qualche sigillo forse, che Hikai si risvegliasse subito.
I suoi occhi alla fine incontrarono quelli di Hanamichi, che finalmente
riuscì a vincere sul dolore. Hisashi si avvicinò a lui,
anche se era timoroso, che Hikai potesse svegliarsi a momenti, così
decise che era meglio non parlare del demone, direttamente con il demone
addormentato.
"Senti, sai per caso, come mai Rukawa non viene a scuola?"
Hanamichi sgranò gli occhi fissandolo immobile. In quel momento
non sapeva che dire… non sapeva nemmeno che Rukawa non si era
presentato a scuola, e se avesse fatto qualcosa a Kaede, senza accorgersene,
visto che non si rendeva conto ancora nemmeno come era tornato a casa
sua… e se gli avesse fatto del male? Chiuse gli occhi e poi li
riaprì per mettere addosso la maschera del giullare e urlò
contro Hisashi:
"E che me ne frega a me di quella volpe spellacchiata??"
Ma mai il contato dei loro occhi si separò, finché Hanamichi
di corsa non uscì dalla palestra lasciando Mitsui lì a
guardare la porta con un sorriso sulle labbra. Aveva la certezza, che
Hanamichi mentiva, ma non capiva il perché, negli ultimi giorni
era tutto così strano… e poi pochi giorni fa, quell'energia,
non proveniva dalla casa di Sakuragi, proveniva dal lato opposto della
città... e poi un'altra domanda si creò nella mente di
Hisashi, perché il rosso aveva reagito in quel modo quando lui
ha nominato Rukawa? Mah, i casi strani della vita…
Mitsui uscì
dalla palestra di corsa, aveva un appuntamento con il suo ragazzo, e
di certo non voleva fare tardi. Dovevano mangiare insieme, e poi aveva
qualche domanda per Akira. Finalmente raggiunse il loro solito posto
d'incontro e li c'era già Sendoh che lo aspettava, con il suo
solito sorriso sulle labbra. Mitsui gli si avvicino anche lui sorridendo,
e le loro labbra si unirono in un bacio di saluto, casto e puro.
"Come stai?"
"Tutto bene, e tu?"
Akira lo prese per mano continuando a sorridere. (sarebbe strano che
non lo facesse ndSaya ^^;;; hai ragione ndSaku ^____^ ndAki ci rinuncio
ndSaya)
"Io sto una meraviglia adesso che ci sei tu."
Mitsui sorrise, baciando la fronte di Akira abbracciandolo introno alla
vita, fregandosene delle occhiate che gli davano i passanti.
"Su andiamo a mangiare, che ho una fame da lupi."
Akira rise di gusto e tirò il proprio ragazzo verso il loro posto
preferito, dove potevano stare da soli, senza sguardi indiscreti e mangiare
cibo ottimo con tutta la calma del mondo. Presero posto e ordinarono
ognuno il proprio pasto preferito, per poi lentamente iniziare a mangiare,
mentre sotto il tavolo l'ex teppista accarezzava la gamba del asso del
Ryonan. Akira lo guardò con il sorriso:
"Che hai fatto oggi?"
"Ah niente, tranne gli allenamenti. Prima che cominciassero ho
visto Hanamichi... mi sembrava alquanto strano... poi agli allenamenti
non si è presentato."
Akira alzò un sopraciglio fissando il proprio ragazzo con un
sorriso:
"Ma sai che quello è tutto strano. Tenero ma strano."
Mitsui sorrise a quella affermazione, amava Sendoh dal profondo del
cuore, era geloso quando Akira parlava in questo modo, ma era certo
che anche Akira lo amasse.
"Senti…"
"Ma che sei geloso?"
Mitsui fece la faccia finta arrabbiata, però poi entrambi scoppiarono
in una fragorosa risata.
"A proposito Aki-chan, hai visto Rukawa nell'ultima settimana?"
Sendoh diede un morso al panino che stava mangiando, e alzò lo
sguardo fissando Hisashi, poi quando finì di masticare disse:
"E da due settimane che non ci alleniamo, adesso ha il suo Sakuragi."
"Scusa?"
"Ultimamente Rukawa l'ho sempre visto in compagnia del rosso tutto
pepe."
"Oh."
E continuarono a mangiare in silenzio. Mitsui stava mettendo tutti e
pezzi del puzzle insieme… Hanamichi che si innamora, Hikai che
si risveglia… e Hanamichi che mente sulle condizioni di Rukawa…
allora Sakuragi ama Kaede. (Ao, bello te c'è voluto di tempo
per capire questa cosa ndSaya ^^;;;; ndMit poverino non trattarlo così
ndSaku ^^;;; uhm ok ndSaya)
Un sorriso largissimo si formò sul viso di Hisashi, che non riusciva
a trattenersi, doveva solo parlare con Kaede, e avrebbe scoperto tutto.
Finito il pasto i due si alzarono dai loro posti e si diressero verso
casa di Akira. Mitsui aveva deciso di accompagnare Sendoh come tutte
le volte a casa, e al posto di tornarsene a casa propria, sarebbe andato
a parlare con Kaede.
"Senti Hisa-chan, io domani sono solo a casa."
"Mhm…"
E Mitsui attirò a sé Sendoh baciandolo con foga, le loro
lingue si intrecciarono, in quella danza che conoscevano ormai da tempo.
Le mani di Akira si persero ad accarezzare la nuca di Hisashi, mentre
quest'altro lo stringeva a se con passione, finalmente dovettero staccarsi
per mancanza d'aria.
"Significa che domani sto da te, amore."
Akira annuì, dando l'ultimo bacio casto sulle labbra a Hisashi
e si diresse verso l'edificio salutandolo con la mano. Appena Mitsui
vide scomparire Akira nell'edificio sorrise e andò verso la casa
di Rukawa, fischiettando.
Mitsui si fermò
di fronte alla casa di Rukawa fissando la porta, poi alzò la
mano e suonò il campanello. Aspettò per qualche minuto,
e stava per andarsene, sicuro che Rukawa non fosse a casa, ma la porta
si aprì e si ritrovò davanti un Rukawa più pallido
del solito, con due occhiaie assurde. Kaede lo stava fissando, e Hisashi
si schiarì la gola:
"Dovrei parlarti."
Il numero 11 dello Shohoku annuì e lo lasciò entrare,
in quella casa buia, facendogli strada lo portò in salone:
"Vuoi da bere?"
Hisashi lo guardò scuotendo la testa:
"No, grazie."
"Di cosa dovevi parlarmi?"
"Prima, volevo vedere se tutto va bene, secondo voglio sapere se
sai cosa prende a Hanamichi, visto che si comporta stranamente."
Kaede guardò verso la finestra sbarrata, cercando di non guardare
Mitsui, ma non riuscì a trattenere la sua aura angelica, appena
sentendolo nominare e rispose silenziosamente:
"Perché dovrei sapere cosa è successo al do'aho?"
Mitsui alzò un sopraciglio fissando il ragazzo davanti a sè.
Conosceva bene quel aura benigna, era l'aura di un angelo, questo significava
che Kaede era un angelo… e Hanamichi era Hikai… e Hanamichi
amava Kaede che era un angelo.
Si leccò lentamente le labbra studiando il ragazzo di fronte,
sapeva bene che Kaede cercava di nascondergli qualcosa, ma l'avrebbe
scoperto, e se anche Kaede amava Hanamichi, spiegargli la sua situazione
sarebbe stato d'aiuto. Sorrise a se stesso.
"Kaede guardami…"
Il moretto si girò fissandolo, mentre a Mitsui veniva quasi da
ridere, pensando che Kaede potesse essere un angelo:
"Qual è il tuo vero nome?"
---*Owari 6*-----
Ru: Che è
scomparire tra mille piume bianche?
Saya: Dai devi avere un'uscita spettacolare no? Sei un angelo!
Ru: Sarà... perché Amitiel scompare tra le fiamme nere?
Saya: … spettacolare? E poi sono fiamme che significano inferno…
BWAHAHAHAHA
Ru: Sei tutta scema te…-.-
Saku: Ma lasciamo stare…
Mit: Ma perché mi metto a ridere?
Saya: Perché non riesci a credere che un tipo del genere può
essere un angelo.
Saku: ^^
Saya: adesso tocca a te zietta
Saku: Vado, scrivo e torno... Hisa... vieni con me?? *_*
Aki: Giù le zampe tu >_<
Hisa: ^^;;;
Saku: Impiccione -__-
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