DISCLAIMER: I personaggi sono d'Inoue-sensei
NOTE: Alla fine


Akuma No Tenshi

Capitolo 6

di Sakuya & Saya

Capitolo VI: Scoperte

Quando Kaede pronunciò quelle parole, quando ammisse davanti a tutti, davanti a Dio e a se stesso il suo amore per Hanamichi, una luce bianca avvolse Kaede e sua madre teletrasportandoli in un posto che Kaede conosceva molto bene. Gazardiel si spostò per stare dietro al figlio guardando il suo maestro, dire arrabbiato sarebbe stato troppo poco,... infuriato.
"ANAEEEEEEEEEEL!!!!!!"
E L'angelo dagli occhi di ghiaccio alzò lo sguardo e fissò il suo maestro rimanendo serio, nei suoi occhi non c'era paura:
"Scusate maestro, dove avrei sbagliato? Infondo mi avete insegnato che l'amore lo dobbiamo proteggere?"
La stanza si zittì guardando il giovane con occhi spalancati e anche il suo maestro per un paio di minuti rimase senza parole.
"Infatti... devi proteggerlo NON INNAMORARTIIII!"
"Come posso proteggere una cosa che non conosco?"
"Sfacciato... POTREI PASSARCI SOPRA CHE TI SEI INNAMORATO, POTREI PASSARCI SOPRA CHE L'AMORE CHE PROVI SIA PER UN DEMONE, MA TRA TUTTI I DEMONI DELL'INFERNO TU SCEGLI PROPRIO HIKAI IN PERSONA?"
"Lui e diverso..."
"Grazie al CAVOLO CHE E' DIVERSO LUI E PEGGIO PERCHé CONOSCE ANCHE I POTERI DEI ANGELI OLTRE A QUELLI DEMONIACI!"
"In parole povere un YinYang... l'essere perfetto?" (non stiamo parlando di Cell ndSaya -.- ma da dove te ne esci con queste battute squallide ndRu infatti ha ragione Ru, Saya ma che dici ndSaku ^^;;; ehm scusatemi ndSaya)
L'angelo superiore iniziò a tremare e uno degli angeli presenti si avvicinò posando una mano sul suo braccio:
"Harahel, calmati, vedrai che si sistemerà tutto...." (seeee come no... Harahel trema TREMA perché è la grande Saya-Kami-sama a scrivere! ndSaya -.-;;;; ndSakuHanaRu bwahahahaha ndSaya -.-;;;; ndHara io al tuo posto avrei paura ndRu tu dici? ndHara)
L'angelo più anziano guardò l'angelo che l'aveva fermato annuendo, non poteva scaldarsi per così poco... infondo era solo un angelo innamorato di un demone che in un futuro prossimo poteva prendere il posto di Lucifero in persona, niente di grave.
"Oltre che ti sei innamorato Anael... devo dire che oltre a questa cosa mi ha dato molto fastidio che tu non abbia compiuto molte buone azioni, e non hai aiutato le persone in bisogno... specialmente quella ragazza..."
Harahel guardò un foglio davanti a sé (ma guarda nemmeno lui si ricorda il nome ndSaya stiamo parlando di quella… è logico che non si deve scomodare a impararselo a memoria ndSaku hai ragione ^^;;;; ndSaya):
"Ah sì, la ragazza di nome Haruko Akagi..."
"Non posso aiutare le persone senza cervello...."
"...per questo esistiamo noi angeli (non ha negato che è stupida ^^;;; ndSaya si vede che è un caso disperato ndSaku quando distribuivano i cervelli quella stava da un'altra parte ndRu -.-;;; questa è vecchia ndSaya), per aiutare... parliamoci chiaro Anael, tu non hai fatto niente di quello che ti abbiamo detto di fare... non hai aiutato le persone e ti sei innamorato, conosci la legge celestiale... hai due possibilità Anael..."
"Non ditemelo, le indovino da solo... la prima è rinnegare il mio amore, la seconda diventare un angelo caduto e andare negli inferi fino alla fine dei tempi..."
Il maestro annuì, senza una traccia di sorriso continuò:
"Hai una settimana Anael, pensaci bene... io al tuo posto sceglierei la prima."
Il giovane angelo annuì inchinandosi davanti a lui per poi scomparire tra mille piume bianche.

Rukawa si sedette stanco sul letto pensando a tutto quello che era successo in quella assurda giornata. Si passò le mani tra i capelli chiudendo gli occhi, chiedendosi perché cavolo non se ne fosse accorto della aura malvagia che avvolgeva quel ragazzo così pieno di vita, eppure Hanamichi non poteva essere cattivo, non poteva essere un demone, era troppo illogico! Eppure davanti ai suoi occhi si era accasciato per terra e quell'energia di straordinaria malvagità. Sospirò un'altra volta, era caduto nella trappola di quel rosso tutto pepe senza accorgersene, ma come poteva immaginarselo... chi se lo sarebbe immaginato che Hanamichi Sakuragi poteva essere il leggendario Hikai? Il suo sorriso era così ingenuo e così sincero... si potrebbe anche definire innocente, per niente demoniaco, eppure era vero quei capelli rossi potevano comodamente rappresentare il fuoco dell'inferno... ma poteva sbagliarsi, quel rosso poteva anche rappresentare il fuoco eterno dell'amore.
Dubbi, solo dubbi assalivano la sua mente e annebbiavano i suoi sentimenti, non sapeva più a cosa credere, in chi credere... Rukawa si sdraiò sul letto chiudendo gli occhi, sentendo come se fossero reale, le mani che gli accarezzavano dolcemente i capelli, mentre la sua testa era appoggiata sulle sue ginocchia, lui che faceva finta di dormire... sospirò... quella carezza era gentile, come la mano di un angelo. La dolcezza di quei baci così pieni di passione e amore, era tutto una menzogna? Tutto un inganno per giocare con la sua anima, il suo cuore? Può, un essere infernale, amare? Gli era stato sempre insegnato che quelli che appartengono all'inferno sono incapaci di amare. Eppure in tutta questa storia c'erano delle cose incomprensibili per lui, infondo era risaputo che ai demoni piacesse il piacere del corpo, e poi quale sarebbe migliore mezzo del sesso per corrompere... in quel momento si accorse di una cosa, infondo anche lui voleva andare a letto con Hanamichi, eppure quest'ultimo aveva avuto tante occasioni per portarselo a letto... ma il rosso sembrava sempre aspettare... quegli occhi dolci che lo accarezzavano sempre quando stavano insieme, quelle mani non avevano niente d'infernale, eppure... ogni tocco lo faceva bruciare di passione irrealizzabile. Lo desiderava al punto di stare male.
"Che cazzo, ma sono stupido? Lui è un demone, è felice di poter far soffrire gli altri... Sono stato un illuso se ho creduto che potesse amarmi veramente..."
Le sue mani passarono sul viso, nascondendo i suoi due pozzi azzurri, le lacrime iniziarono lentamente a scendere lungo il suo viso pallido, mai avrebbe creduto che avrebbe sofferto per amore.
Percepì un'energia straordinaria nella stanza, quelll'aura non la riconobbe, non era un'aura malvagia... più che altro triste.
Spostò le mani dal suo viso, e i suoi occhi si soffermarono sulla creatura davanti a lui. Una donna dai lunghi capelli scuri, due occhi azzurri pieni di tristezza, labbra arricciate quasi in un sorriso, un angelo... dalle ali nere. Kaede si leccò le labbra:
"Tu... tu sei un angelo caduto."
La donna si avvicinò a lui, alzando una mano, accarezzando lievemente il viso e asciugandogli una lacrima:
"Sì, sono la madre di Hikai... o Hanamichi, come lo chiami tu."
Il moro si sedette sul letto continuando ad osservare incredulo la donna davanti a lui, per un attimo la fisso negli occhi, quegli occhi che gli ricordavano così tanto il suo Hana, per la loro dolcezza e il loro calore.
"Sono venuta per spiegarti delle cose, così riuscirai a capire meglio la situazione."
"..."
"Non c'è bisogno che tu parli... voglio solo che mi ascolti, visto che non voglio che tu pensi delle cose su mio figlio che non sono vere..."
Kaede continuò a fissare l'angelo caduto annuendo.
"Il mio nome è Amitiel... e sono un angelo caduto per mia scelta... scelta, che non ho mai rimpianto."
"La tuoi occhi parlano diversamente."
L'angelo sorrise scuotendo la testa:
"Se mi facessero scegliere di nuovo... non cambierei la mia scelta... se sono triste non significa che mi pento di quello che ho scelto."
"Capisco."
"Non credo che tu capisca cosa sto cercando di spiegarti... Anael... angelo dell'amore."
"Che ne sai?"
"Io ho messo al mondo Hikai, lui è la mia speranza, lui e il frutto del mio amore e del demone che amo... e ti dico... non tutti i demoni sono incapaci di amare."
"Tu..."
"Hikai è nato dalla mia unione con un generale degli inferi... a differenza degli angeli, i demoni accettano tra loro i rinnegati da Dio, perché anche loro un tempo erano angeli come te... Lucifer in persona era l'angelo più vicino a Dio."
"Questo lo so..."
"Ma Anael, il bene non può esistere senza il male, e Dio lo sapeva, sapeva che lui l'avrebbe tradito, e non mosse un dito per fermarlo... come potremo definire il bene se non ci fosse il male... come potremo definire l'amore se non ci fosse odio?"
"Che c'entra tutto questo."
"Hikai è l'incarnazione del bene e il male in un solo corpo."
La donna si sedette vicino a lui, mentre le sue ali scomparivano, girò la testa verso Kaede e i loro sguardi si incontrarono:
"Voglio raccontarti la storia di Hikai, però soltanto tu sceglierai quale via seguire... ti mostrerò i fatti."
"Ok."
"Hikai da quando era piccolo era un demone abbastanza potente, temuto sia dagli angeli che dai demoni stessi, si diceva che un giorno avrebbe potuto prendere il posto del grande capo. Lui è sempre vissuto da solo, i coetanei erano solo delle conoscenze, così come nel mondo degli umani, quello che è diverso si teme, così i demoni avevano deciso che era meglio stare sempre dalla sua parte, dalla parte del demone infuocato."
"Infuocato?"
"Hikai ha il carattere del padre, si arrabbia subito e scatena le fiamme dell'inferno senza accorgersene, quelle l'hanno accetato da quando è nato, infatti i suoi capelli portano il colore del suo stesso potere: fuoco... Quando nacque e vidi quei capelli sorrisi a me stessa, perché pensai che quel fuoco fosse un simbolo di purificazione, così in onore del fuoco scelsi l'ideogramma del fuoco per rappresentare il suo nome."
"Hana..."
"Preferisci il suo nome umano vedo, beh è comprensibile e un nome molto bello."
"Ma non dovevate raccontarmi di Hana... ehm di Hikai?"
"Si, scusa, mi sono emozionata a parlare di lui dopo tanto tempo. Scusami."
"Figuratevi..."
"Hikai, essendo figlio di un angelo caduto ha ereditato anche parte dei miei poteri, perciò conosce nei minimi dettagli anche la sua forza angelica, essendo come già detto figlio di un angelo, non è completamente perfido, anzi è consapevole della differenza tra il bene e il male, il quale prende il sopravvento dentro di lui quando si arrabbia, eppure a differenza dei demoni puri sa provare compassione, una compassione, che nemmeno gli angeli a volte sanno provare... e Hikai credimi ha dimostrato più di una volta che è compassionevole. Il fuoco che arde dentro di lui è diviso... tra quello infernale che quello divino."
"Cosa vuoi dire con questo?"
"Ti racconto come mai Hikai ha preso sembianze umane, e capirai... circa una sedicina di anni fa, dovette prendere l'anima di un ragazzo che era protetto da un angelo forte, ma non abbastanza per poter battere Hikai, l'angelo si oppose in tutto per tutto per salvare il ragazzino e lo sfidò in duello. Hikai lo batte, ma non fece come diceva il regolamento demoniaco... anzi... risparmiò la vita a questo angelo..."
In quel momento Kaede si ricordò delle parole della madre... si girò verso Amitiel:
"Conosco la storia, l'angelo era mia madre."
L'angelo caduto sorrise:
"Lasciami continuare... l'anima del ragazzo era di Hikai, ma mio figlio aveva infranto la regola base... e si radunò il consiglio per punire la compassione di Hikai... anche di fronte al grande capo, Hikai non battè ciglio, con fierezza lo fissò negli occhi quando la sentenza gli fu detta. Hikai venne condannato alla vita umana finchè non avesse provato vero amore, in quel momento si sarebbe risvegliato... per i demoni è difficile amare, anche se molte volte bramano di avere questo sentimento, solo pochi possono dire di averlo provato... e credo fermamente che mio marito lo provi, anche se per lui, in molte occasioni, è difficile dimostrarmelo."
Il moretto fissava la donna davanti a lui senza dire una parola, poi la donna si alzò fissandolo nei occhi.
"Grazie Amitiel..."
La donna annuì e prima di scomparire disse a Kaede sorridendo teneramente:
"Ascolta il tuo cuore e fai tutto quello che ti dice lui."
E lei scomparve tra le fiamme nere.
Kaede fissava il punto dove era scomparso l'angelo caduto, rimuginando sulle parole che questa gli aveva detto, ma solo una frase continuava a tormentarlo 'Solo provando il vero amore, Hikai si sarebbe risvegliato...', si alzò dirigendosi verso la finestra e guardò fuori verso il cielo stellato, continuando a pensare a Hanamichi e ai suoi occhi nocciola, quel bellissimo sorriso, e dopo tanto il suo volto si rilassò, lasciando cadere la maschera di ghiaccio che continuava a portare sul volto, e sorrise... non era ancora sicuro di niente, quasi di niente, la storia di Amitiel, gli ha dato la certezza dell'amore di Hanamichi, perché se Hana non l'avesse amato, non avrebbe iniziato a ritornare al suo vero io, dentro di sé era felice, anche se il mondo era in pericolo... non gli importava granché, gli bastava che Sakuragi lo amasse... (che razza di angelo -.- ndSaya l'amore è egoista ndRu -.-;;;; mah ndSaya)
Si passò lentamente una mano tra i capelli cercando di ricordare il calore delle mani del rossino, che nell'ultima settimana lo accarezzavano con quella gentilezza, che nessuno immaginava che potesse possedere... ed infine si sdraiò sul letto chiudendo gli occhi, doveva decidere cosa fare, era pieno di dubbi, ma molto più sereno di quanto lo fosse mai stato... la consapevolezza che Hanamichi lo amava gli bastava. Ormai mancava da scuola da più giorni.

Hanamichi si guardava nello specchio, aveva due occhiaie terribili, non riusciva a capire cosa stava succedendo intorno a lui, non riusciva a capire come, dopo essere svenuto si fosse potuto risvegliare a casa sua... e aveva paura di chiamare Kaede, aveva paura di scoprire cos'era successo quel giorno da lui. Si ricordava solo quel dolore assurdo dopo che aveva finalmente detto a Kaede di amarlo. Erano passati due giorni da quella mattina, non era andato a scuola temendo di fare qualcosa di irreparabile, ma non poteva mancare per sempre.
Il giorno prima era successa una cosa che aveva lasciato Sakuragi alquanto perplesso: irritato dal telefono che stava squillando mentre era nel dormiveglia, si era arrabbiato e lo aveva distrutto con una potenza assurda, dalla sua mano sembrava uscire del fuoco, anche se credeva che tutto fosse stato solo un sogno, continuava ad avere paura che a scuola potesse seriamente fare male a qualcuno, e se questo qualcuno poteva essere Rukawa, la paura diventava insopportabile, solo pensare di potergli fare male lo terrorizzava.
Così il secondo giorno, dopo essersi chiuso completamente in se stesso, decise di uscire da quella casa, che era diventata il suo guscio di protezione, il nascondiglio davanti al mondo.
Appena varcò la soglia il sole lo accecò e dovette alzare la mano per nascondere gli occhi, sospirò e si diresse verso il liceo a passo lento. Appena arrivò lo salutarono Yohei e la banda Sakuragi, con sorrisi sulle labbra, dimostrandogli che erano contenti di vederlo. Hanamichi si comportò come se niente fosse accaduto, come se i due giorni erano solo un incubo che era durato per troppo, eppure la paura c'era... la paura di incontrare Kaede e fargli del male.
Le lezioni erano noiose come sempre, e Sakuragi le passò guardando fuori dalla finestra, e durante la pausa pranzo non lasciò la classe, non andò a cercare Rukawa sul terrazzo, cercando di rallentare il tempo, di vederlo il più tardi possibile... anche se gli mancava un mondo quel volto, quegli occhi del colore dell'oceano più profondo, quel sorriso che solo lui aveva potuto ammirare, il calore dei suoi abbracci... il sapore delizioso delle sue labbra... quelle labbra così morbide, che lo chiamavano... desideravano essere baciate da lui... sentirsi protetti e proteggere allo stesso momento...
Kaede ormai era diventato tutto per lui, eppure aveva paura di guardarlo in faccia, di vedere disgusto su quel viso tanto amato. Appena finite le lezioni si diresse verso la palestra scoprendo di essere il primo. Si guardò spaesato in giro, per poi prendere la palla arancione tra le mani e andare a fare qualche tiro libero.
Dopo che sbagliò cinque tiri di seguito, iniziò a sentire un calore estraneo riscaldargli il corpo, si sentiva come se fosse infiammato e tirò la palla con estrema forza dall'altra parte della palestra.
Ma quello che vide Mitsui era ancora più spettacolare. L'ex teppista era appena arrivato e sentiva il rumore del palleggiare nella palestra, così aveva deciso di dare un'occhiata per vedere chi era arrivato prima di lui. Notò che c'era Hanamichi e stava per chiamarlo quando lo vide prendere il pallone tra le mani, il viso contorto dalla rabbia, mentre i suoi capelli sembravano essere in fiamme... anzi, essere fiemme loro stessi.
Il giovane sgranò gli occhi fissandolo imbambolato mentre Sakuragi lanciava il pallone con una forza superiore al normale, verso l'altra parte della palestra. Si avvicinò al compagno di squadra, con il viso pallido:
"Così ti sei risvegliato Hikai... allora non era vero che amavi la Akagi..."
Hanamichi spaesato lo guardò perplesso, sul serio non capendo le parole del suo senpai.
"Scusa di cosa stai parlando? Mitchy, sei scuro di stare bene?"
Sakuragi chiuse gli occhi, per il dolore che provò in quel momento. Perché quel nome gli era tanto famigliare? Ma i maledetti mal di testa dovevano venire sempre in questo modo… cercò di respirare a pieni polmoni, mentre alzava una mano sulla tempia.
Mitsui lo osservò per un momento, poi sorrise capendo cosa stava succedendo, Hikai, non aveva ancora riconquistato la sua memoria, qualcosa impediva, qualche sigillo forse, che Hikai si risvegliasse subito.
I suoi occhi alla fine incontrarono quelli di Hanamichi, che finalmente riuscì a vincere sul dolore. Hisashi si avvicinò a lui, anche se era timoroso, che Hikai potesse svegliarsi a momenti, così decise che era meglio non parlare del demone, direttamente con il demone addormentato.
"Senti, sai per caso, come mai Rukawa non viene a scuola?"
Hanamichi sgranò gli occhi fissandolo immobile. In quel momento non sapeva che dire… non sapeva nemmeno che Rukawa non si era presentato a scuola, e se avesse fatto qualcosa a Kaede, senza accorgersene, visto che non si rendeva conto ancora nemmeno come era tornato a casa sua… e se gli avesse fatto del male? Chiuse gli occhi e poi li riaprì per mettere addosso la maschera del giullare e urlò contro Hisashi:
"E che me ne frega a me di quella volpe spellacchiata??"
Ma mai il contato dei loro occhi si separò, finché Hanamichi di corsa non uscì dalla palestra lasciando Mitsui lì a guardare la porta con un sorriso sulle labbra. Aveva la certezza, che Hanamichi mentiva, ma non capiva il perché, negli ultimi giorni era tutto così strano… e poi pochi giorni fa, quell'energia, non proveniva dalla casa di Sakuragi, proveniva dal lato opposto della città... e poi un'altra domanda si creò nella mente di Hisashi, perché il rosso aveva reagito in quel modo quando lui ha nominato Rukawa? Mah, i casi strani della vita…

Mitsui uscì dalla palestra di corsa, aveva un appuntamento con il suo ragazzo, e di certo non voleva fare tardi. Dovevano mangiare insieme, e poi aveva qualche domanda per Akira. Finalmente raggiunse il loro solito posto d'incontro e li c'era già Sendoh che lo aspettava, con il suo solito sorriso sulle labbra. Mitsui gli si avvicino anche lui sorridendo, e le loro labbra si unirono in un bacio di saluto, casto e puro.
"Come stai?"
"Tutto bene, e tu?"
Akira lo prese per mano continuando a sorridere. (sarebbe strano che non lo facesse ndSaya ^^;;; hai ragione ndSaku ^____^ ndAki ci rinuncio ndSaya)
"Io sto una meraviglia adesso che ci sei tu."
Mitsui sorrise, baciando la fronte di Akira abbracciandolo introno alla vita, fregandosene delle occhiate che gli davano i passanti.
"Su andiamo a mangiare, che ho una fame da lupi."
Akira rise di gusto e tirò il proprio ragazzo verso il loro posto preferito, dove potevano stare da soli, senza sguardi indiscreti e mangiare cibo ottimo con tutta la calma del mondo. Presero posto e ordinarono ognuno il proprio pasto preferito, per poi lentamente iniziare a mangiare, mentre sotto il tavolo l'ex teppista accarezzava la gamba del asso del Ryonan. Akira lo guardò con il sorriso:
"Che hai fatto oggi?"
"Ah niente, tranne gli allenamenti. Prima che cominciassero ho visto Hanamichi... mi sembrava alquanto strano... poi agli allenamenti non si è presentato."
Akira alzò un sopraciglio fissando il proprio ragazzo con un sorriso:
"Ma sai che quello è tutto strano. Tenero ma strano."
Mitsui sorrise a quella affermazione, amava Sendoh dal profondo del cuore, era geloso quando Akira parlava in questo modo, ma era certo che anche Akira lo amasse.
"Senti…"
"Ma che sei geloso?"
Mitsui fece la faccia finta arrabbiata, però poi entrambi scoppiarono in una fragorosa risata.
"A proposito Aki-chan, hai visto Rukawa nell'ultima settimana?"
Sendoh diede un morso al panino che stava mangiando, e alzò lo sguardo fissando Hisashi, poi quando finì di masticare disse:
"E da due settimane che non ci alleniamo, adesso ha il suo Sakuragi."
"Scusa?"
"Ultimamente Rukawa l'ho sempre visto in compagnia del rosso tutto pepe."
"Oh."
E continuarono a mangiare in silenzio. Mitsui stava mettendo tutti e pezzi del puzzle insieme… Hanamichi che si innamora, Hikai che si risveglia… e Hanamichi che mente sulle condizioni di Rukawa… allora Sakuragi ama Kaede. (Ao, bello te c'è voluto di tempo per capire questa cosa ndSaya ^^;;;; ndMit poverino non trattarlo così ndSaku ^^;;; uhm ok ndSaya)
Un sorriso largissimo si formò sul viso di Hisashi, che non riusciva a trattenersi, doveva solo parlare con Kaede, e avrebbe scoperto tutto. Finito il pasto i due si alzarono dai loro posti e si diressero verso casa di Akira. Mitsui aveva deciso di accompagnare Sendoh come tutte le volte a casa, e al posto di tornarsene a casa propria, sarebbe andato a parlare con Kaede.
"Senti Hisa-chan, io domani sono solo a casa."
"Mhm…"
E Mitsui attirò a sé Sendoh baciandolo con foga, le loro lingue si intrecciarono, in quella danza che conoscevano ormai da tempo. Le mani di Akira si persero ad accarezzare la nuca di Hisashi, mentre quest'altro lo stringeva a se con passione, finalmente dovettero staccarsi per mancanza d'aria.
"Significa che domani sto da te, amore."
Akira annuì, dando l'ultimo bacio casto sulle labbra a Hisashi e si diresse verso l'edificio salutandolo con la mano. Appena Mitsui vide scomparire Akira nell'edificio sorrise e andò verso la casa di Rukawa, fischiettando.

Mitsui si fermò di fronte alla casa di Rukawa fissando la porta, poi alzò la mano e suonò il campanello. Aspettò per qualche minuto, e stava per andarsene, sicuro che Rukawa non fosse a casa, ma la porta si aprì e si ritrovò davanti un Rukawa più pallido del solito, con due occhiaie assurde. Kaede lo stava fissando, e Hisashi si schiarì la gola:
"Dovrei parlarti."
Il numero 11 dello Shohoku annuì e lo lasciò entrare, in quella casa buia, facendogli strada lo portò in salone:
"Vuoi da bere?"
Hisashi lo guardò scuotendo la testa:
"No, grazie."
"Di cosa dovevi parlarmi?"
"Prima, volevo vedere se tutto va bene, secondo voglio sapere se sai cosa prende a Hanamichi, visto che si comporta stranamente."
Kaede guardò verso la finestra sbarrata, cercando di non guardare Mitsui, ma non riuscì a trattenere la sua aura angelica, appena sentendolo nominare e rispose silenziosamente:
"Perché dovrei sapere cosa è successo al do'aho?"
Mitsui alzò un sopraciglio fissando il ragazzo davanti a sè.
Conosceva bene quel aura benigna, era l'aura di un angelo, questo significava che Kaede era un angelo… e Hanamichi era Hikai… e Hanamichi amava Kaede che era un angelo.
Si leccò lentamente le labbra studiando il ragazzo di fronte, sapeva bene che Kaede cercava di nascondergli qualcosa, ma l'avrebbe scoperto, e se anche Kaede amava Hanamichi, spiegargli la sua situazione sarebbe stato d'aiuto. Sorrise a se stesso.
"Kaede guardami…"
Il moretto si girò fissandolo, mentre a Mitsui veniva quasi da ridere, pensando che Kaede potesse essere un angelo:
"Qual è il tuo vero nome?"

---*Owari 6*-----

Ru: Che è scomparire tra mille piume bianche?
Saya: Dai devi avere un'uscita spettacolare no? Sei un angelo!
Ru: Sarà... perché Amitiel scompare tra le fiamme nere?
Saya: … spettacolare? E poi sono fiamme che significano inferno… BWAHAHAHAHA
Ru: Sei tutta scema te…-.-
Saku: Ma lasciamo stare…
Mit: Ma perché mi metto a ridere?
Saya: Perché non riesci a credere che un tipo del genere può essere un angelo.
Saku: ^^
Saya: adesso tocca a te zietta
Saku: Vado, scrivo e torno... Hisa... vieni con me?? *_*
Aki: Giù le zampe tu >_<
Hisa: ^^;;;
Saku: Impiccione -__-


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