Note: i personaggi non sono miei ma appartengono al maestro Inoue e agli aventi diritto

 

Inizialmente non avevo intenzione di pubblicare ma è piaciuta così tanto che mi sono decisa è visto che ci sono ho pensato di farlo per il RuHana day…

 

Dediche: A Witch innanzitutto perché è stata così disponibile nel postare per me e perchè ci tiene tanto che pubblichi (anche se ancora ne ignoro il motivo >_<)  e trova questa fic meravigliosa ed altrettanto buono il mio modo di scrivere e mi incoraggia sempre. Grazie!

Alla mia Somma ed Eccelsa la quale per prima mi ha fatto conoscere il genere, mi ha ritenuto degna di fiducia nel farmi leggere i suoi primi lavori e perché legge ogni cosa che scrivo..non per niente sono diventata la sua Adepta >_<

Strano ma vero, dedicata anche a mio fratello, Ucissimo, perché nonostante se la prenda (e non poco) perché ho cominciato a scrivere, mi sopporta quando “svalvolo di brutto” e nonostante tutto se gli chiedo un parere è sempre disposto a consigliarmi, anche se non prima di avermi smontata con un “ti ho detto che non mi interessa!” o un “mi  disgusta” >_< grazie fratellino

 

Infine per tutti coloro che leggeranno, ricordate che sono una “novellina”… >.< buona lettura




 


 

 

Ai shiteru

 

di Ichigo

 



 

“<E così il principe e la bella principessa vissero per sempre felici e contenti> Fine” Hanamichi terminò la sua lettura. Poi sbadigliò a bocca spalancata e dopo aver riposto il libro che stava leggendo sul comodino, spense la lampada e si mise comodo sotto le coperte. Ma prima di addormentarsi, come succedeva da qualche mese ormai, l’ultimo viso che vide una volta chiusi gli occhi fu quello di un certo moretto dai capelli di seta, gli occhi blu profondi come il mare e la pelle bianca, lunare e liscia (...come il culetto di un bambino! Ahahahahah noooo troppo forte!! Mi dispiace, ma è stato più forte di me ndIchi broooooom ndRu_che_aziona_motosega nooooooo scusa Ruuuuu ndIchi_terrorizzata_a_morte ç________ç) e morbida.

“Buonanotte mio principe!” disse poi lasciandosi andare tra le braccia di Morfeo. Stava sognando beatamente la sua volpetta quando un fastidioso rumore interruppe il suo sono. Voltò il viso verso la fonte per capire di cosa si trattasse e come socchiuse appena gli occhi, una luce rosa fosforescente per poco non lo accecò illuminando tutta la stanza.

Di riflessi rapidi il rossino voltò la testa dall’altra parte chiudendo gli occhi. Poi quando la stanza ricadde in una semioscurità, Hanamichi piano si volse e si tirò a sedere sul letto osservando sul comodino, il suo libro di favole che inspiegabilmente su muoveva da solo. Hanamichi, piano prese il cuscino tra le braccia frapponendolo tra sé e il libro come a proteggersi e osservandolo con un sentimento tra il curioso e l’impaurito si sporse appena allungando il collo per vedere meglio.

Quando però il libro prese vita e si aprì di scatto facendo fuoriuscire un altro fascio di luce colorato, Hana dallo spavento, cadde dal letto finendo con la schiena a terra e le gambe sul letto, mentre ancora stringeva tra le braccia il cuscino.

Un suono simile ad un dolce scampanellio lo riscosse e si portò pian piano seduto affacciandosi oltre il bordo del letto. Quello che vide gli fece sgranare gli occhi per lo stupore, uno strano essere alato stava sospeso sul suo libro e si guardava intorno spaesato. Quando poi l’esserino si accorse della chioma rossa che faceva capolino si illuminò con un sorriso dolcissimo e volò verso il suo naso. Hanamichi di scatto portò indietro la testa senza emettere suono. La minuscola fatina si avvicinò sicura sempre sorridente. Eh sì, perché quella era proprio una fatina aveva delle ali color rosa confetto dalle quali si poteva vedere attraverso, i capelli leggermente mossi, lunghi fino alle spalle sempre sui toni del rosa dai riflessi a quando più chiari, a quando più scuri a seconda della luce. Portava un mini abitino fucsia su quel minuscolo ed esile corpicino ed era scalza eccezion fatta per delle calze lunghe fino a metà coscia, bianche velate.

Aveva un viso veramente grazioso e Hanamichi si sorprese nel constatare che i grandi occhi erano viola, si sarebbe aspettato di trovarli in tinta con il resto.

Si riscosse dalle sue elucubrazioni quando sentì le manine fresche della fatina posarsi sul suo naso per attirare la sua attenzione. Stranamente non si ritrasse ma incrociando gli occhi per osservarla riuscì a domandare: “tu chi sei?” l’esserino si illuminò nuovamente (vista la perplessità iniziale di Hana si era anche lei fatta un po’ seria) e con una graziosa vocina rispose: “ciao Hanamichi, il mio nome è Aishiteru, ma tu puoi chiamarmi solo Ai. Sono la fatina dell’amore”.

Hanamichi lasciò andare il cuscino che ancora teneva a sé e congiunse le mani con i palmi all’insù per permettere ad Ai di accomodarsi, se avesse continuato a stare a due centimetri dal suo naso alla fine gli sarebbero venuti gli occhi storti.

Così si sedette a sua volta sul letto. Ancora perplesso continuò: “sto sicuramente sognando, quindi tanto vale, cosa sei venuta a fare da me?”

La fatina con sguardo di disapprovazione alzò verso di lui la mini manina e con l’indice fece cenno di no: “tz, tz, tz Hanamichi, non stai sognando, io sono venuta qui dal mio mondo apposta per te per esaudire il tuo sogno d’amore” spiegò poco per volta.

“Sogno d’amore? Il tuo mondo?” Questo era troppo anche per il genio.

“Forse è meglio se ti spiego dall’inizio. Io provengo dal mondo delle fiabe specie quelle dove si parla d’amore, con storie a lieto fine, tu le leggi spesso no?” ma senza aspettare risposta continuò: “io sono stata mandata sulla terra per farti incontrare il tuo principe azzurro, per aiutarti a conquistarlo. Questa missione è una specie di tirocinio post-diploma”

“…post-diploma?!” la interruppe “Si certo! Guarda che non è mica così facile sai, ci sono delle scuole apposite, il destino ha sempre bisogno di una mano sai, mica può fare tutto da solo!” concluse poi lei.

“Quindi se ho capito bene, tu devi aiutarmi a conquistare l’amore?”

“Esatto!” saltò su lei battendo le manine ed elevandosi un poco sbattendo le ali che trillarono (ebbene sì, le ali hanno l’effetto sonoro!). Poi prese un minuscolo notes con tanto di penna (non si sa bene dove lo tenesse) e lesse : “mm….vediamo nei miei appunti c’è scritto che il tuo principe si chiama Kaede Rukawa sedici anni, moro, occhi blu, grande giocatore di basket (ehi! NdH sssh! NdIchi) molto dormiglione e noto anche come la stupida volpe, giusto?” domandò infine per averne conferma ed Hanamichi annuì sorridendo per quest’ultima annotazione.

 

“Bene!” decise Ai riponendo i suoi appunti “ora andiamo a dormire domani cominceremo la nostra missione”. Hanamichi la guarda per un po’ confuso mentre lei con calma sistema il cuscino e vi si adagia socchiudendo gli occhi. “Come domani?”

“Ma certo durante gli allenamenti mi darò da fare per far sì che lui si accorga dei tuoi sentimenti ed innamori di te!”

“Cooosa? Tu…tu verrai a scuola con me?”

“Certo, mi pare ovvio, ma tanto gli altri non se ne accorgeranno, solo tu puoi vedermi, e ora per favore zitto e…buonanotte yawhn!” concluse poi a voce bassa, ormai catturata nelle dolci maglie del sonno.

Hanamichi non potè fare a meno di sorridere e dopo aver coperto con un angolo del lenzuolo la fatina, posò la testa sul cuscino accanto a lei e avvicinando l’indice per sfiorarle il viso, le augurò la buonanotte e anche lui riprese il suo sonno.

 

 

Qualche ora più tardi Hanamichi fu svegliato da un dolce aroma di fragola che proveniva proprio da sotto il suo naso e da un leggero trillo di campanelle. Aprì stancamente gli occhi, era come se si fosse addormentato solo da poche ore ed aveva anche fatto uno strano sogno. Mentre ancora si destava gli sembrò di vedere una macchia rosa indistinta e quando fu abbastanza sveglio da connettere il cervello e messo a fuoco, realizzò: ALI-OCCHIONI GRANDI-CAPELLI ROSA. Si alzò a sedere: “Ai!”esclamò.

La fatina battè contenta le manine riempiendo la stanza della sua risata cristallina: “Bravo! Ce n’è voluto per svegliarti ma mi hai subito riconosciuto. Ah ah ah” No, decisamente non aveva sognato.

Una rapida occhiata alla sveglia che segnava le 8.00 lo fece correre alla velocità della luce, si preparò e fece colazione per poi uscire di corsa direzione scuola.

“Ehiiiiii…aspettamiiiiiiiii!!” Ai andava veloce per quanto le sue ali gli e lo permettessero mentre cercava di attirare le attenzioni di Hanamichi che per tutta risposta se la prese con lei: “Perché non mi hai svegliato..più veloce siamo quasi arrivati!” con uno sforzo non indifferente l’esserino fatato raggiunse il suo “protetto” e aggrappatasi alla sua spalla si tenne forte mentre questi con un ultimo sprint entrò nel cortile della scuola prima che chiudessero i cancelli.

Raggiunsero poi la classe di Hana ed una volta preso posto si accasciò sul banco con un sospiro, subito Yohei  con un sorriso malizioso, si rivolse a lui: “ehi Hana! Dormito poco?”

“Mmh mm!” replicò stancamente

“Si, si e scommetto anche di sapere di chi è la colpa!” Hanamichi recepito solo ora il messaggio saltò su con un “Yohei!” per poi girarsi sul banco e rivolgendosi alla fatina esclamò con lo stesso tono: “cosa ti ridi tu!” ma agli occhi dell’amico Hanamichi si stava rivolgendo al piano vuoto del banco.

Decise così di cambiare argomento era pericoloso l’effetto che aveva sull’amico scherzare sul suo sogno proibito.

“ehm…Hana oggi pranzi con me e il Guntai?”

Hanamichi stava per assentire al volo quando sentì due leggeri pizzichi sul padiglione auricolare e una vocina subito dopo, dirgli: “Hana-chan non puoi, come hai un po’ di tempo dobbiamo parlare e studiare un piano per la missione ‘caccia alla volpe’” subito Hanamichi arrossì..perché accidenti si era presa tante confidenze e poi detto così sembrava anche una cosa brutta. Mito osservò Hanamichi prima attento ad ascoltare chissachè, poi arrossire di brutto ed infine rispondere alla sua domanda: “mi dispiace Yo ma…ehm…per oggi non posso scusa” e senza dire altro tornò a girarsi sentendo chiudere la porta. “Tempismo perfetto prof!” pensò, mentre si sistemava sul banco e con il dito giocherellava con i capelli di Ai. In fondo quello strano essere gli piaceva, gli metteva buon umore e dava un senso di pace, lei gli regalava tanti sorrisi e a volte qualche bacetto sul viso o sul naso volandogli intorno, stanca di ascoltare la lezione, che tra l’altro pareva interessare poco anche il rosso.

Finalmente dopo ore noiose giunse la pausa pranzo e i due salirono sul terrazzo, Hana vide bene di non uscire nel cortile, lì potevano esserci i suoi amici, ma…anche là potevano esserci orecchie indiscrete di una certa volpe. Rukawa era solito andare ad appisolarsi là, ma dopo un veloce controllo diede il via libera ed Ai cominciò a fargli delle domande per poter sapere qualcosa di più sulle loro abitudini per poter organizzare un buon piano: “allora, raccontami di voi due per esempio agli allenamenti…” chiese in modo molto professionale seduta su un ginocchio di Hanamichi con le gambette accavallate, sguardo serio, notes in mano e mangiucchiando il tappo della sua penna. “Vediamo…lui sta sempre zitto e per i fatti suoi, ad eccezione di quando mi dà del do’hao e mi guarda gelido. Non sbaglia mai un canestro, non si fa distrarre neanche da quello oche del suo fan club che sempre urlano al suo indirizzo slogan osceni”. Ai scriveva, parola per parola: “e tu?”

“Io?” chiese sorpreso

“Tu quando sei con lui come ti comporti?”

“Io, bè sono il Tensai e gli e lo faccio notare poi ribatto ai suoi insulti e poi quando non scoppia la rissa mi ritrovo con un pugno del gorilla sulla testa e costretto ai fondamentali”

Ai scrisse per un po’ poi facendo sparire i suoi strumenti da lavoro, sentenziò.

“Bene ora tutto è chiaro l’unico suo interesse a quanto pare è il basket ed è anche il vostro unico punto d’incontro, quindi devi diventare bravo nel basket…” venne però bruscamente interrotta e cadde all’indietro finendo sulla scarpa del rosso perché questo sbraitò: “ehi, diventare bravo? Forse nei tuoi appunti hai dimenticato che io sono il Tensai, il re dei rimbalzi, il basketman di Kanagawa…”e vai con i grandi proclami. La fatina a fatica si arrampicò sulle gambe di Hanamichi e raggiunse nuovamente la sua postazione e si corresse: “…che diventi più bravo…no, no…” si corresse di nuovo vedendo lo sguardo di fuoco: “…ecco si! Dobbiamo far si che si renda conto del tuo talento” finì tirando un sospiro di sollievo vedendo che Hanamichi le regalava un sorriso soddisfatto.

“Hai già un idea?” chiese speranzoso.

“Certo! Agli allenamenti resterai senza parole” e fece un giro su se stessa a mezz’aria soddisfatta del suo piano.

 

Il pomeriggio dopo le lezioni Hanamichi si diresse in palestra da solo. Continuava a guardarsi intorno spaesato suscitando non pochi sguardi curiosi su di sé. “Ma dove diavolo è andata a cacciarsi quella fatina?” pensò tra sé notando che neanche in palestra c’era. Lei no, ma Rukawa era già al lavoro, si concesse qualche attimo per perdersi tra i suoi pensieri osservando la bellezza di quella figura leggera e slanciata correre per poi saltare a canestro per centrare uno slam dunk perfetto. Hanamichi era estasiato da tanta bravura, era orgoglioso di lui ma mai l’avrebbe dato a vedere e la scusa perfetta per riprendersi da quei pensieri gli e la diede Miyagi che uscendo dagli spogliatoi lo vide incantato ed avvicinandosi gli disse: “geloso eh Sakuragi?!” subito rivestì i panni del genio e al suo indirizzo urlò: “muhwahwahwahwahwah il Tensai sa fare anche di meglio, non si lascia certo impressionare da quella baka kitsune”. Rukawa gli dedicò un “do’hao!” senza neanche guardarlo mentre Akagi gli inflisse la solita punizione e poi stupendo tutti disse: “ah si, facci vedere genio!”

Hanamichi lo guardò stranito, prese la palla che il capitano gli tendeva e dopo aver sentito un leggero scampanellio provenire dalla zona del canestro sorrise e prese la palla. Cominciò a palleggiare portandosi al centro del campo e avvicinandosi alla linea dei tre guardò prima la squadra, poi Rukawa dall’altra parte del campo ed infine Ai che stava sotto canestro. Con un battito d’ali e una strizzatina d’occhio diede il via ad Hana che prese la rincorsa e quando fu in posizione, saltò alto, molto in alto. Allora Ai fece un cenno veloce con la mano ed una piccola giravolta e la palla prese a brillare, un aura gialla la avvolse quasi provenisse dalle mani del giocatore. Tutti osservarono la scena a bocca aperta, anche Rukawa per quanto possibile era stupito…No…allibito…neanche…sconcertato. E lo fu ancora di più quando tutto intorno al corpo di Hanamichi vide delle luci simili a bagliori intermittenti, se non fosse stato arcisicuro di essere sveglio, avrebbe detto di stare sognando perché poteva vedere perle luminose di sudore cedere dal suo viso, dalla pelle abbronzata quasi color dell’oro e negli occhi nocciola delle stelline. Un immagine da far invidia a qualsiasi shojo manga anni ‘50 (vedi Georgie ndIchi).

Il tempo pareva aver rallentato proprio per permettergli quella visione, poi però fu tutto così veloce e si rese conto che l’azione era conclusa solo quando udì un sonoro STONK (la testa di Hanamichi che senza tanti complimenti aveva centrato il tabellone) uno SBONK (il corpo massiccio di Hana contro il parquet della palestra) e una colorita imprecazione da parte del rosso: “c?#!% AISHITERU!”

La squadra che era accorsa in suo soccorso, stavolta aveva dato una bella botta, si bloccò subito a quelle parole, non tanto per l’imprecazione quanto per ciò che aveva detto. Nonostante il rivolo di sangue che colava dalla fronte, lo videro alzarsi di scatto e guardarsi intorno furente, poi sembrò trovare quanto cercava e si diresse verso Rukawa che lo guardava attonito, ma non si spostò di un passo, lo avrebbe affrontato anche se non capiva perché, in fondo non era colpa sua se era così do’hao da non saper prendere le misure.

Ma Hanamichi non ce l’aveva con lui, non stavolta almeno, infatti Ai dopo il notevole errore aveva visto bene, conoscendo per quel poco che aveva potuto il suo protetto, di usare Rukawa come scudo nascondendosi dietro di lui (ovviamente Ru non può vederla): “AISHITERU! Lo so che sei tu, affrontami se ne hai il coraggio…Aishiteru prenditi le tue responsabilità! Ma perché mi sarò lasciato…oooh ma se ti prendo…” allungò entrambe le mani per prendere la fatina e giusto in tempo questa si spostò dietro la testa di Kaede mentre il rossino gridava per l’ennesima volta il suo nome: “…Aishiteru, baka…”.

Si sporse per acchiapparla ma lei volò in alto e Hanamichi si ritrovò a cingere il collo della volpe e per un leggero sbilanciamento, anche il suo corpo aderiva a quello del bel moretto. Solo un “do’hao” lo riportò alla realtà e solo dopo che di riflesso rispose: “che vuoi baka kitsune?” guardandolo dritto negli occhi, in quegli occhi blu, che tante volte avevano accompagnato i suoi sogni, nei quali ora si specchiavano i suoi.  E solo allora si rese conto della posizione, il viso della volpe così vicino al suo, poteva sentire il suo respiro caldo sulle sue labbra.

Poi un sorriso, no è troppo..un leggero incurvarsi di labbra, molto dolce.

Hanamichi fece per allontanarsi, ma due mani erano ferme sui suoi fianchi per tenerlo fermo: “teme ki…” “ehi” venne però interrotto “prima mi gridi più volte che mi ami e ora mi insulti?” Hanamichi non fece in tempo a rispondere che arrossì e poi le labbra di Rukawa si chiusero dolci e morbidi sulle sue in un leggero bacio che presto si fece più audace con l’incontro vorace delle loro lingue che lottavano. Quando poi si staccarono per prendere fiato Hanamichi si accorse di avere le mani tra i capelli setosi di Kaede che tante, troppe volte avrebbe voluto accarezzare e dal canto suo il numero undici l’aveva stretto di più in vita con una mano che piano, furba e maliziosa gli toccava il cu…ehm il sedere in una leggera carezza. Hanamichi sorrise guardandolo e Kaede fece lo stesso, rimanendo per un po’ stretti e perdendosi nei reciproci sguardi.

Poi uno scampanellio familiare destò l’attenzione del rosso. “Ai!” si voltò verso la sua amica, Rukawa sospirò alzando gli occhi al cielo: “ancora…ho capito!”

“Non tu! Tu!” poi sembrò ricordarsi del resto della squadra e facendo un giro di 360 gradi su sé stesso si voltò, sembrava una trottola, ma si fermò sorpreso quando vide Ayako seduta in panchina che osservava gli altri allenarsi, ma..come…loro due…gli eterni rivali si erano baciati -e subito arrossì a quel pensiero- (do’hao! NdR&I) e loro cosa fanno, si allenano?!?!

“Ma…” guardò prima il suo ormai ragazzo e poi la fatina sconcertato…proprio non capiva. Ai spiegò: “come ho capito cosa stava succedendo ho fatto si che loro vedessero voi due che litigavate, anziché la realtà”. “Tu, puoi fare queste cose?” “Ma certo! Sai per eventuali imprevisti” Hanamichi assentì poi si ricordò qualcosa e le ricordò non molto pacificamente: “imprevisti?! Mi sono quasi rotto la testa, ho fatto una pessima figura con tutti e…” “però ti sei dichiarato no? La missione è conclusa con successo!” e gli regalò un sorriso radioso posandogli le manine sul naso. Hanamichi sorrise poi vide un fascio di luce rosa e chiese capendo: “ma, vai gia via?” lei si scostò da lui e lo salutò con un leggero bacino sulla fronte: “si devo, però non dimenticarti di me! Bye-bye!” ed entrò nel fascio di luce, salutandolo con la manina. “Bye Ai!”

Kaede gli si parò davanti, sentendosi messo da parte per molto, lo prese per mano e lo condusse verso gli spogliatoi, dicendo: “ora parli da solo? Occorre andare a medicare subito le ferita”. Hanamichi si destò dai suoi pensieri guardandolo: “eh?” “Ti amo!” gli disse poi baciandogli la fronte, poi continuò a camminare tirandoselo dietro incurante del suo stato confusionario per le sue parole e poi disse: “nh, profumi di fragola!”  (>_< ndAi)

 

Fine