Agguato nelle tenebre parte
VIII
di Miyuki e Seimei
Il rosso e il nero stavano per invadere
le loro menti preoccupate.
Fujima stringeva convulsa la mano di Hanagata, nel terrore che il compagno
potesse sparire da un momento all'altro.
Dal canto suo Hanagata cercava di razionalizzare la cosa.
Insomma, non potevano galleggiare nel vuoto a quel modo.
Doveva per forza esserci qualcosa sotto i loro piedi.
Cercò di immaginare come avrebbe dovuto essere la stanza in realtà, e
piano piano vide i colori riprendere le loro sfumature originali, e le
pareti da evanescenti diventare solide, finchè attorno a loro non si creò
l'immagine di una stanza normalissima, anche se piuttosto grande.
Sembrava una cantina, o una soffitta, dipende se si trovavano nella parte
alta o bassa della casa.
Comunque era piena di bauli, e cianfrusaglie varie, di libri e altre cose
strane delle quali non capiva l'identità.
"Che è successo?" disse Fujima che non capiva come fossero finiti in quel
posto.
Hangata sorrise.
"Io ho dei poteri extrasensoriali molto forti. Li possiedo da quando ero
bambino. Ho semplicemente cercato di deviare l'onda psichica di quel
vecchiaccio stronzo e così la stanza ha ripreso il suo aspetto
originale..."
Fujima aprì la bocca, ma non emise alcun suono.
Semplicemente si avventò al collo di Hangata e si mise a baciarlo con
foga, pieno di amore e gratitudine.
Ma Toru si staccò all'improvviso.
Qualcuno si stava mettendo in contatto con lui.
"Stammi vicino Kenji" disse l'alto centro dello Shoyo per poi chiudere gli
occhi e concentrarsi sulla voce che risuonava nella sua testa.
All'improvviso una luce accecante balenò al centro della cantina,
abbagliandoli.
Quando la luce svanì, Fujima e Hanagata videro chiaramente le sagome dei
loro amici e un rossino che sbraitava contro dei fantasmi maleducati.
Il ragazzo che aveva detto di chiamarsi Kei si avvicinò a lui gli sorrise.
"Grazie per aver abbassato la barriera così velocemente. Sei molto dotato"
"Prego" disse Hanagata, mentre tutti, tranne Kai li guardavano senza
capire.
Hanamichi roteò gli occhi.
Era di nuovo tempi di spiegazioni.
Stranamente fu il suo Kacchan a prendere la parola.
"Ragazzi. Come avrete capito siamo vittime di un fantasma psicopatico e
vendicativo..."
Un coro di 'Ma va?" e "Toh, la scoperta del secolo" si levò dal gruppetto,
facendo innervosire Rukawa, che strise i pugni cercando di non dare in
escandescenze.
Quella situazione era troppo persino per la sua storica flemma.
"Dunque... loro non sono Kei e Ramnaru, come ci avevano detto, ma si
chiamano Kazuma e Kai. Kai è il figlio del pazzo e Kazuma è il suo
compagno. Sono i due ragazzi di cui parlavi tu, Akira, quando ci hai
raccontato del delitto."
Rukawa prese fiato.
Troppe parole in una volta.
Vedendolo in difficoltà, Hanamichi lo sostituì nel racconto.
"Come avrete certamente capito, Naoyuki ce l'ha con noi perchè ci
piacciono i maschi invece delle femmine. Il che è abbastanza normale, dato
che gli esemplari di ragazze in questo manga, esclusa Ayako, fanno
leggermente schifo.." disse il rossino, seguito dai cenni di assenso di
tutti i presenti (Sei, ma che cagata... NDMiyu-basita ^^''' NDSei)
"Cmq.." continuò Sakuragi "dobbiamo unirci e combattere contro il pazzo, e
soprattutto trovare un modo per annullare le sue illusioni"
Tutti si guardarono sconcertati, e allora fu Kazuma a prendere la parola.
"Per quello non c'è problema. Tra noi c'è un esper dotato di un livello
psichico davvero notevole" disse indicando Hanagata "grazie a lui possiamo
essere al sicuro..."
Ma c'era un nota dolente nella sua voce.
"Però?" chiese Mitsui, mentre le sue braccia erano saldamente ancorate
alla vita di Sendoh.
"Però, nel momento in cui mio padre scoprirà dove siamo" continuò Kai
"cercherà in tutti i modi di infrangere la barriera. Ad occhio e croce ci
vorranno più o meno un paio d'ore... non abbiamo molto tempo..."
Kai guardò i compagni di sventura, e si accorse che erano molto più che
stremati.
Dovevano usare bene quelle due ore.
Mentre lui e Kazuma formulavano un piano, potevano dir loro di riposarsi
almeno un po'. Quarantacinque minuti sarebbero stati sufficienti.
"Il piano inizierà subito con la fase A" disse Kai sorridendo "Mentre
Hanagata controllerà la barriera voi tutti potete riposarvi un po'. Ci
sarà da combattere parecchio vi avverto. Per cui sfruttate il tempo del
riposo nel modo migliore"
I ragazzi annuirono e a coppie si diressero verso un punto distinto della
grande stanza.
Avevano bisogno di stare un po' da soli e di riprendersi dalla spossatezza
di quel giorno.
Kazuma parlò per qualche minuto con Hanagata, poi lui e Fujima si
diressero verso un mucchio di vecchi sacchi dove si sedettero,
appoggiandosi l'uno all'altro cercando di non pensare agli avvenimenti
delle ultime ore.
Hanagata accarezzava dolcemente la testa di Fujima, reclinata sulla sua
spalla, mentre il playmaker gli stringeva convulsa l'altra mano.
Kenji non solo aveva paura.
Era completamente terrorizzato.
Cogliendo al volo quel suo stato d'animo, Hanagata sorrise dolcemente e si
avvicinò al suo orecchio.
"Andrà tutto bene amore mio. I nostri sentimenti sono più forti dell'odio
di quell'uomo. Finchè saremo insieme nulla potrà mai rompere il legame che
ci unisce" (T________T NDSei)
Cullato dal sussurro dolce del suo compagno, e rassicurato dalle sue
parole decise, Kenji lasciò che una lacrima solitaria gli rigasse una gota
pallida, per poi sollevare il viso e raggiungere in un lampo le labbra
semiaperte del suo ragazzo, fino a farle unire in un dolce e profondo
bacio d'amore.
Poco più in là Nobu se ne stava accoccolato fra le braccia forti di Maki,
che non si sognava nemmeno di lasciarlo andare per un solo istante.
Non credeva di essere così innamorato della sua matricola, ma quelle poche
ore passate nella paura più nera gli avevano fatto capire che Kyota era
sicuramente la persona più importante che esistesse nella sua vita.
"Capitano..." disse Nobu in un soffio
"Dimmi Kyochan" rispose Maki scostandogli i lunghi capelli dal viso, per
perdersi nel mare nero dei suoi occhi smarriti.
"Mi prometti che non mi abbandonerai mai?"
Maki sussultò.
Era una promessa difficile e ardua da mantenere.
Ma lui sapeva che avrebbe dato la vita per quella piccola scimmia
spaurita, e la sua risposta fu secca e decisa, senza nessuna esitazione.
"Nemmeno per tutto l'oro del mondo. Ti amo troppo, non potrei vivere senza
di te" disse chinandosi per sfiorargli appena le labbra.
Kyota accolse il bacio e si strinse al petto grande dell'uomo che amava.
"Ti amo capitano" disse chiudendo gli occhi.
Le braccia di Maki lo avvolsero protettive, e kyota poteva chiaramente
avvertire il cuore del suo amore battere sotto la stoffa del vestito.
Si rannicchiò contro di lui, coprendo entrambi con la lunga gonna color
lavanda, ricordo ormai sbiadito di una festa iniziata in allegria e finita
nel terrore.
"Kiccho... non credi sia il caso di cambiare questa benda?" disse Jin che
in un armadietto aveva miracolosamente trovato delle bende sigillate e
quello che sembrava alcol denaturato perfettamente conservato.
Fukuda guardò il braccio avvolto nella stoffa rossa e il pezzo mancante
del vestito di Soichiro.
"Così al negozio non lo rivorranno di certi indietro..." disse Fukuda
indicando lo strappo.
"Vabbè... vorrà dire che lo pagherò per intero, invece del solo
noleggio..." replicò Jin, mentre toglieva la benda sudicia e si apprestava
a disinfettare il brutto taglio inferto all'amico dallo specchio stregato.
Le mani soffici e leggere di Jin fecero per un attimo dimenticare a Fukuda
il dolore e il bruciore della ferita che stava venendo disinfettata.
Guardò il numero 6 del Kainan con occhi ammirati, uno sguardo che in un
secondo si trasformò in pura tenerezza.
"Sei tanto dolce con me Soichiro... a volte mi domando quale sia la
ragione che ti porta a comportarti così con me..." disse senza pensarci.
Jin avvampò e scostò lo sguardo.
Cosa poteva dire?
Insomma... i suoi sentimenti erano più che chiari, ma quelli di Kiccho?
Poi pensò alla situazione in cui si trovavano e decise che valeva comunque
la pena di tentare.
"E' perchè ti amo..." disse tutto d'un fiato il tiratore da tre punti,
mentre il suo viso già paonazzo raggiungeva tonalità quasi purpuree.
Fukuda non rispose, ma sollevò una mano a catturare il mento di Jin,
portando il loro occhi allo stesso livello.
"Anche io ti amo tanto, Soichiro Jin" disse sulle sue labbra, prima di
catturarle in un bacio che subito divenne più che profondo, mentre le
braccia di Fukuda stringevano il suo piccolo amore con forza, come se
avesse paura di riaprire gli occhi e vederlo svanire.
"Fermo Akira!!! Potrebbero vederci!!!" urlò Mitsui, mentre l'asso del
Ryonan infilava una mano nei pantaloni blu.
Akira sorrise malizioso e si avventò sulla bocca della guardia dello
Shohoku, senza pensare per un attimo soltanto ai compagni intorno a loro.
"C'è buio pesto qui" ricordò Sendo una volta esaurito il bacio "Posso
farti quello che voglio"
Sendo abbassò i pantaloni di Hisashi e si fermò ad assaggiare la stoffa
degli slip neri, sotto la quale qualcosa si era già risvegliato.
"Akira... non avrai intenzione di..." sussurrò Mitsui spaventato ma anche
tremendamente eccitato.
"Oh si che lo farò!!!" replicò smileman, abbassando gli slip dell'amante.
Sendo scese ad assaggiare la virilità del compagno mentre questo chiudeva
gli occhi, abbandonandosi a quelle sensazioni che da troppo non provava.
Erano passati quasi due mesi dalla loro ultima volta.
Si erano lasciati per un motivo stupido, che ora non ricordava neppure.
Non appena la bocca di Sendo iniziò a muoversi veloce su di lui si
maledisse per aver aspettato tanto a far pace.
Stare con Akira era ciò che si avvicinava di più all'estasi completa, e
fare l'amore con lui lo portava dritto in quel mondo dovre tutto diventa
sfocato e l'unica cosa che conta sono le sue mani su di te e tu che spingi
dentro di lui, con foga e forza.
Con un profondo ansito Hisashi venne copioso nella bocca di Akira, che
ingoiò soddisfatto, prima di sollevarsi a baciare il compagno svuotato.
Hisashi lo guardò di sottecchi e, con un deciso colpo di reni ribaltò le
posizioni.
"Ora tocca a te mio caro" disse guardandolo fisso.
Sendo aprì le gambe e sorrise.
"E allora che aspetti?" replicò, mentre la testa di Hisashi affondava fra
le sue cosce affamate.
Una lingua che si muoveva sensuale nella sua bocca, due mani calde che gli
percorrevano il corpo, due gambe muscolose avvinghiate a lui e un cuore
che batteva forte proprio accanto al suo.
Rukawa aprì gli occhi di scatto nell'istante in cui lui e il suo rossino
si separarono per prendere aria.
Sentiva il cuore esplodere, troppo pieno di quell'amore che per lungo
tempo aveva schiacciato e represso e che ora era ritornato prepotentemente
in superficie, inondando di luce lui e anche il suo Hanamichi, dal quale
sentiva provenire lo stesso sentimento.
"Che c'è Kitsune?" chiese Hanamichi mentre gli passava le braccia attorno
alla vita tirandolo a sè.
"Niente di particolare... solo mi chiedevo come mai ci abbiamo messo così
tanto a dichiararci..."
Sakuragi sospirò forte.
"E' colpa mia. Credevo di essere innamorato di quella specie di babbuina e
ti vedevo solo come un rivale. In realtà non avevo capito che continuavo a
guardarti per il semplice fatto che il non averti sotto i miei occhi mi
faceva stare male da morire..."
Rukawa arrossì e si girò nell'abbraccio del suo amore ritrovato,
sollevandosi un poco per guardarlo meglio da vicino.
"Sei bellissimo lo sai?" disse baciandogli piano le labbra.
"Anche tu lo sei" rispose Hamamichi, mentre con una mano lo traeva a sè,
per riprendere il bacio da dove l'avevano lasciato.
"ti amo" si sussurrarono contemporaneamente a fior di labbra, per poi
rituffarsi l'uno nell'altro, consapevoli che niente più al mondo li
avrebbe potuti separare, nemmeno quel vecchio e brutto fantasma
psicopatico.
I 45 minuti si esaurirono troppo presto, ma i ragazzi erano freschi e
riposati, inebriati del loro amore.
"Allora siete pronti?" chiese Kai stringendo la mano di Kazuma.
"Si lo siamo" risposero in coro.
Quel brutto vecchiaccio non l'avrebbe passata liscia.
L'avrebbe sconfitto e gli avrebbero fatto capire che il loro era amore
vero, e non qualcosa di sbagliato che andava contro natura.
"Allora ecco il piano" disse Kazuma sedendosi, imitato dagli altri, che lo
ascoltarono in silenzio, pronti in ogni momento a combattere per il loro
amore.
Owari capitolo 8
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