Afureru Kanjou ga Tomaranai*

di Hymeko

Il Faraone chiuse gli occhi, appoggiandosi alla spalla del suo ragazzo. La sera era tranquilla, immersa in un tramonto rosso fuoco, solcato da fini nubi venate di caldi colori. Una vista meravigliosa, soprattutto se condivisa con la persona amata…Kaiba gli stava accarezzando un fianco, posandogli ogni tanto piccoli baci sulla fronte.
Ma non era un momento perfetto. Benché fossero abbracciati sul letto, assaporando la polpa di rosse ciliegie, il suo ragazzo era distante. Il silenzio sceso la sera prima, quando gli aveva confessato di dovergli dire qualcosa, non s’era ancora dissipato, e il loro tempo assieme si stava trasformando in un unico, lungo mutismo.
’Non possiamo andare avanti così’
L’antico re chiuse gli occhi…Kaiba non aveva più aperto bocca, e i tentativi di contatto fatti la notte precedente non erano andati a buon fine. Aveva l’impressione, sottile ma persistente, che avesse a che fare con Seth, sebbene non potesse dimostrarlo. Ma quando si incontravano nel Regno dei Morti, provava la sensazione- quasi certezza- che gli occhi del suo originario amore non fossero più tranquilli da quando aveva incontrato Kaiba, e a volte gli sembrava anche che il Priest tentasse di evitarlo.
’Cosa sarà successo fra loro?’
Quella situazione non poteva continuare, i suoi due amori si stavano portando dentro un peso incatenato alle anime, qualcosa di cui non riuscivano a parlare ma che li stava lentamente soffocando…non poteva più starsene con le mani in mano. Anche per il loro bene era necessario che sapesse la verità…doveva far parlare Kaiba.
Alzò il viso quando l’altro si abbassò per baciargli la fronte. Voleva le sue labbra sulla bocca, desiderava il vero bacio di un amante.
Ma quello che ricevette fu solo un deludente tocco un po’ freddo.
’Ora basta!’
Si liberò dal suo abbraccio e si mise a cavalcioni su di lui, piantandogli le mani ai lati del viso e costringendolo a fissarlo. Non gli avrebbe permesso di scappare, avrebbe ottenuto delle risposte:
"Kaiba…"
e gli baciò teneramente le labbra, compiendo un primo passo in dolcezza.
"…non sono il tuo ragazzo solo nei momenti felici. Qualsiasi cosa tu abbia dentro, condividila con me…non portare da solo questo peso"
Sapeva che doveva puntare su Kaiba per sapere la verità…Seth non lo amava più, e continuava a trattarlo con rigido rispetto, come fosse ancora un faraone. Non lo avrebbe mai convinto a confidarsi, fra loro esisteva ancora il muro che s’era creato dopo quella giornata fatale.
"Hn"
Il presidente allontanò gli occhi da quelli del suo ragazzo, appoggiando la fronte contro il polso accanto a lui. Yugi aveva ragione, lo sapeva…in fondo, era stato proprio lui a decidere di rivelargli come stavano le cose. Ma il suo coraggio era svanito come neve al sole, appena era stato il momento di parlare sul serio…gli si era formato un nodo in gola, e tutto quello che aveva da dire era sparito.
"C’entra Seth, vero?"
Le labbra di Yugi gli accarezzarono una guancia…il presidente era conscio del tentativo del suo ragazzo di trasmettergli il proprio coraggio, però…
"È forse accaduto qualcosa fra di voi?"
Kaiba lo sbirciò. C’era stata una vena di preoccupazione nel suo tono, come se pensasse a dei contrasti, o a un litigio…
"No…non abbiamo litigato, se è questo che pensi"
"Ne sono lieto"
Un altro bacio leggero, e le sue mani minute che gli stringevano la camicia di seta…Kaiba esalò un respiro, poi lo strinse a sé, nascondendo il viso contro il suo petto accogliente:
"…io…ora comprendo davvero cosa hai provato in quei giorni, quando tenevi per te la verità sul tuo futuro…quando pensavi che la nostra storia avrebbe potuto interrompersi, se avessi parlato. La paura che tutto possa finire…ora la conosco anch’io"
Il Faraone intrecciò le dita coi suoi capelli, stringendolo a sé e mormorandogli delle parole rassicuranti:
"Non accadrà più…io ora starò sempre con te"
Kaiba alzò il viso:
"E…se invece tu…preferissi un altro?"
L’altro rimase un attimo bloccato, poi rise piano:
"Avanti, chi mai potrei amare quando amo te?"
Le labbra del presidente si mossero, e sebbene la voce non ne fosse uscita, il Faraone aveva potuto chiaramente leggerle:
"Seth? Kaiba…come puoi pensare che…insomma, tu hai i suoi ricordi, lui ha sigillato i suoi sentimenti molti, molti anni fa…anche se glielo chiedessi, lui…non mi vorrebbe più"
terminò distogliendo lo sguardo, ancora vergognandosi per quel pomeriggio di tre millenni prima.
"Ma…se non fosse così? Se lui ti…amasse ancora…consapevolmente?"
L’antico re sgranò gli occhi:
"C-Che stai dicendo?"
balbettò, mentre un brivido gli scorreva lungo la spina dorsale.
Il viso di Kaiba era una maschera di cera, impenetrabile e senza sentimenti:
"Mentre lui era qui, ho ricordato…il sigillo che si era imposto…è…"
deglutì, mentre il freddo gli ammantava la pelle, assieme alla sensazione del futuro che gli sfuggiva fra le dita.
"È?"
lo sollecitò il Faraone, il cuore che gli rombava nel petto. Cos’era successo a Seth? Il sigillo…poteva sperare che non esistesse più, che il tempo lo avesse dissolto?
’Seth’
Il suo antico amore…
"…s’è infranto…la prima volta che ti ha rivisto, dopo quel…pomeriggio"
terminò Kaiba a fatica, la sua mente che immaginava il Faraone saltare giù dal letto, dirgli per sempre addio e pregare gli Dei di farlo tornare indietro…
"N-Non ho capito…tanto bene"
balbettò il suo ragazzo, spostandosi dalle sue gambe e afflosciandosi contro un cuscino.
Kaiba chiuse gli occhi:
"Vuoi che te lo mostri con la Millenium Rod?"
L’altro esitò un attimo, domandandosi quanto sarebbe stata dura da vedere, poi annuì. Era meglio che sapesse tutto attraverso la mente di Seth.

La voce…quella voce bellissima…a chi apparteneva? Non lo capiva…era così faticoso aprire gli occhi…il corpo gli faceva male, soprattutto il costato, quando respirava…cos’era successo? Si sentiva tanto confuso…
Cercò di parlare, ma la sua bocca era arida, e le labbra secche. Da quanto era in quello stato? Non ricordava…non ricordava nulla…c’era un pesante velo bianco nei suoi ricordi, una specie di tappeto che ovattava la sua mente. Doveva fare qualcosa, reagire…dentro di sé, sapeva che c’era un motivo importante, qualcosa cui non doveva rinunciare…anche se faceva male…
…vivere, doveva tornare a vivere, contrastando la sofferenza dell'anima e la stanchezza, per…
…per…
…chi?
"Ah"
Riuscì ad emettere un piccolo grugnito, poi costrinse le palpebre ad aprirsi. Lo sentiva, accanto a lui c’era una presenza, una persona che non doveva assolutamente perdere…indispensabile…nonostante il subbuglio nel cuore, e la disperazione latente che lo possedeva…qualcosa, nel profondo, lo stava spingendo avanti, con forza, perché continuasse a lottare per raggiungerla…
…anche se era sfocata, era accanto a lui.
Lo riconobbe subito, gli occhi enormi, del colore delle rare ametiste, e quei suoi strani capelli…il principe Atem.
’Mio principe…’
E qualcosa si ruppe dentro di lui, come se un sigillo si fosse spezzato. Un torrente lo investì, un intrecciarsi di emozioni troppo intense per essere comprensibili. Amore, dolore, disperazione, follia…tutto assieme, possente e distruttivo.
Gli occhi si spalancarono, per un attimo tutto divenne limpido. Il principe in piedi poco distante dal letto, con il papiro che gli aveva scritto in mano, la ceralacca che lo teneva chiuso già rotta.
"Seth! Portate dell’acqua fredda, ha la febbre"
Ma non era la sua voce quella che, colma di preoccupazione, aveva gridato. C’era il Priest Aknadin inginocchiato vicino a lui, a tamponargli la fronte con un panno. Il principe era più indietro, e non parlava, limitandosi a fissarlo…gli occhi gli si chiusero. Non aveva la forza di sostenere quello sguardo. Non era in grado di decifrarlo, ma non vi erano sentimenti in esso…era vuoto, distante. Distaccato, quasi che la sua sofferenza non lo toccasse.
’Addio’
pensò, mentre tornavano alla sua memoria gli avvenimenti che avevano portato a quelle circostanze.
Il sigillo che si era imposto era saltato, frantumato dai sentimenti scatenati dal solo intravederlo, troppo forti perché un artificio potesse soffocarli. Non avrebbe mai smesso di amarlo, si rese conto con dolore. Avrebbe vissuto accanto a lui tutta la propria esistenza, riverendolo come si conviene a un faraone, ma non avrebbe più potuto amarlo.
Aveva letto il suo messaggio, sapeva la verità, ormai non c’era nulla da fare. Doveva arrendersi al destino avverso e andare avanti come poteva, mascherando i propri sentimenti, soffocandoli perché credesse che fossero ancora imbavagliati. Non lo avrebbe mai messo in difficoltà…non era in cerca di vendette. Solo l’oblio sarebbe stato ben accetto, ma dato che il sentimento che provava era troppo forte, si sarebbe accontentato di coltivarlo in silenzio.

"Cosa faccio…adesso?"
bisbigliò il Faraone, chiudendosi a riccio nonostante accanto a lui ci fosse il suo ragazzo.
"…hn"
borbottò Kaiba, chiudendo gli occhi…non aveva suggerimenti da dargli.
"Kaiba…lui mi ama ancora?"
’Perché rivolge proprio a me una domanda del genere?’
"…sì"
L’altro si massaggiò le tempie:
"Te ne ha parlato? Te lo ha detto chiaramente?"
"No, però certe cose si capiscono…soprattutto fra noi"
I due si fissarono:
"Tu…riesci a comprenderlo fino in fondo?"
Il presidente rabbrividì sentendo quella voce piena di speranza, poi fece un minimo cenno d’assenso.
"C-Com’è possibile allora?! Dimmelo Kaiba!"
Il Faraone scattò in ginocchio, mettendosi le mani nei capelli. Come poteva Seth amarlo ancora, dopo quello che era successo, e dopo tutto il tempo trascorso?
"Perché te ne stupisci? Non c’è alcuna differenza fra noi"
lo rimproverò l’altro, stringendo il copriletto.
L’antico re scosse il capo:
"Sono passati tremila anni…e io ho distrutto la sua esistenza. Come può continuare ad avere la forza di amarmi?"
"Ti ricordi cosa ti ho detto a tal proposito? Che stare con te è una sofferenza, ma stare senza di te è incredibilmente peggio. Per lui è uguale"
L’altro sospirò, battagliero:
"Tremila anni, Kaiba. Quanto è stato difficile per noi, nonostante siamo rimasti divisi per pochi mesi?"
"Dimentichi che il tempo lenisce tutte le ferite…a un certo punto odio, rancore e sofferenza scompaiono, e resta solo il rimpianto per ciò che si è perso"
gli spiegò, accarezzandogli i capelli.
Il Faraone inclinò la testa…sembrava stesse parlando anche per se stesso.
"Ma non ho idea di come abbia trascorso questi tre millenni…potrebbe aver amato qualcun altro. E quella Kisara, poi…il tuo Drago Bianco…"
"Li ha passati cercandoti in ogni angolo del Regno dei Morti…ha continuato a setacciarlo, disperato perché non sapeva dove tu fossi finito. Riguardo Kisara…non so, ne devi parlare con lui. Non ho sentimenti per quella ragazza, nemmeno fra i ricordi"
Il suo ragazzo emise un flebile respiro:
"C-Che cosa devo fare?"
balbettò, appellandosi alla forza del presidente.
"Innanzitutto…devi decidere cosa provi tu per…lui"
Avrebbe voluto dire noi, ma trattenne all’ultimo istante quella parola. Era già confuso, se avesse aggiunto anche la sua gelosia, il Faraone sarebbe andato in pezzi.
"Io…non lo so"
sussurrò, mordendosi un labbro. Come comportarsi col Priest? In qualsiasi modo guardasse la situazione, non riusciva a trovare un appiglio per uscirne. Aveva talmente tante domande per la testa, e dubbi…da dove poteva iniziare?
"Non mi odia per tutto quello che ho detto a Shimon?"
chiese all’improvviso, ricordando l’assolato pomeriggio di tre millenni prima.
"No. Lui…ha fatto finta di non amarti più pur di poter continuare a starti accanto…come potrebbe odiarti?"
Il Faraone chiuse gli occhi, poi si accoccolò contro di lui:
"Perché mi amate tanto? E perché sono tanto inadeguato?"
Un peso svanì dal cuore di Kaiba:
"Ti amiamo perché per noi sei tutto. Sei più importante di ogni cosa che sia mai esistita in questo mondo, più di noi stessi…più indispensabile della stessa vita"
"…è bello quando mi dici certe cose, sai, Kaiba?"
"Hn?"
Le loro labbra a contatto, per un lungo, tenero bacio…le braccia del presidente lo cinsero, tenendolo stretto a sé.
"Io…ti rendo felice?"
gli chiese il Faraone dopo qualche attimo, intrecciando i loro sguardi. L’altro annuì semplicemente, posandogli un bacio sul mento. Non c’era bisogno di parole.
"Kaiba…vorresti aiutarmi a rendere felice anche Seth?"
Sul viso del presidente si disegnò un sorriso soddisfatto:
"Speravo di sentirtelo dire"
"Dici che…riuscirò ad avere due ragazzi?"
ridacchiò il Faraone, arrossendo un po’ imbarazzato.
"Penso di sì…basta che poi non ti lamenti"
commentò con leggerezza il presidente, accarezzandogli esplicitamente i lombi.
"Maniaco"
Ma rideva mentre lo diceva…Kaiba sospirò, il cuore più leggero. Era da tanto che non lo vedeva davvero felice.
"Io? Invece è il mio ragazzo a essere tanto insaziabile da aver necessità di due…come me"
Il Faraone gli fece la linguaccia, poi gli gettò le braccia al collo:
"Non essere mai geloso, capito? Ti amo pazzamente, e non smetterò mai di venire qui da te. Io ti amo da morire, Seto Kaiba. Ti amo ti amo ti amo…non smetterò mai di ripeterlo"
"Hn…non dire più che sei inadeguato. Non ripeterlo più"
"…sì"
Kaiba baciò le sue guance arrossate, passando poi alle sue palpebre. Era adorabile così imbarazzato e timido…e com’era buona la sua pelle…
"Kaiba?"
"Hn?"
"Dovremmo pensare a Seth"
"Lo so…"
ma continuò a succhiargli il lobo dell’orecchio.
L’antico re si irrigidì, mettendo il broncio:
"Amoreggeremo dopo…adesso dammi retta"
"Sì…"
L’altro strinse le palpebre:
"Tu hai detto di comprenderlo bene…allora spiegami: perché quando ci siamo riuniti, nel Regno dei Morti, non mi ha detto nulla? Perché ha continuato a far finta di niente, senza rivelarmi che il sigillo si era infranto? In fondo sapeva che sto con te…non può avere ancora dei dubbi sui miei sentimenti!"
Kaiba scosse piano la testa, in cerca delle parole giuste da usare:
"Non penso sia per quello. Credo che siano invece due i motivi: il primo è che non sapeva neppure lui come comportarsi, dato che ti aveva lasciato con un biglietto, senza parlarne davvero con te. Immagino si sia trovato spiazzato quando ha scoperto che ami me, e che non abbia più saputo cosa fare. Senza contare che non sapeva se tu l’avessi perdonato per averti lasciato"
"Ma se è stata solo colpa mia!"
protestò il Faraone, picchiandosi il petto.
Ma il presidente alzò le spalle:
"Dimentichi che Seth prova una devozione profondissima nei tuoi confronti…un sentimento che ti pone prima di qualsiasi altra persona al mondo. E questo porta direttamente al secondo punto"
Il Faraone fece un faccino curioso, ma non disse nulla.
"L’altro motivo è che non voleva metterti in difficoltà, ponendoti davanti a una scelta"
"Scelta?"
L’altro annuì:
"Fra lui e…me"
"Ma io…non potrei mai decidere fra voi due. Voi…io…no, non posso scegliere. E Kaiba…"
"Hn?"
"Te lo chiedo di nuovo. Non essere geloso…per favore. Non avrò mai preferenze fra voi due"
Kaiba annuì, rilassandosi contro il cuscino. Erano bastati pochi minuti per far sfumare le sue preoccupazioni fra le dolci rassicurazioni del suo ragazzo, che a quanto pareva non aveva intenzione di mettere uno di loro davanti all’altro.
’Ma va bene lo stesso…’
"Devo confessarti che Seth piace anche a me…e pure a Mokuba"
Il Faraone sbuffò:
"E io che pensavo che l’avresti odiato!"
"Perché mai?"
L’altro rimise il broncio:
"Non hai fatto altro che rifiutare il tuo passato, e adesso che hai trascorso tre notti con Seth, hai cambiato idea?"
Il presidente scosse piano il capo:
"Non ho detto che accetto e che credo a tutto indiscriminatamente…solo che Seth è una persona che mi piace."
"In fondo non me ne dovrei stupire, dato che avete lo stesso identico caratteraccio"
"No…non esattamente. Io credo di essere un po’ più acido di lui"
lo corresse Kaiba, con un sorriso soddisfatto.
"Non andarne fiero…"
"E anche un po’ più diretto nei tuoi confronti"
Il Faraone scrollò le spalle:
"Quello mi va bene. Anzi, potresti contagiare un po’ anche lui? Non ho mai voluto essere riverito"
lo pregò, abbracciandosi le spalle e distogliendo lo sguardo.
"Farò il possibile"
gli sussurrò il presidente sulle labbra, prima di baciarlo. Non sapeva cosa sarebbe successo, e come, ma il futuro per loro sarebbe stato radioso.

Fine

*Overflowing Feelings Don't Stop (From "Afureru Kanjou ga Tomachinai", Yugi-oh! 5th ending song)


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