After Life Chronicles
capitolo 1
di Rikku19
Ethan Sanders sedeva sul divano del suo monolocale.
Aveva fatto immediatamente l’abbonamento alla tv satellitare AliveWorld.
Stava riguardando un filmato registrato circa sei mesi prima.
L’aveva visto decine, forse centinaia di volte.
Il suo funerale.
C’era sua madre, vestita in un vistoso abito nero, con un cappello degli
anni Cinquanta con tanto di visiera.
C’era suo padre che aveva dato sfogo alle lacrime, non preoccupandosi di
bagnare la cravatta di seta che il figlio gli aveva regalato per il
cinquantesimo compleanno.
E Alfred, il piccolo Alfie, che guardava storto la tomba e l’anonima lapide
bianca.
Ethan iniziò a piangere.
Voleva che i suoi avessero avuto un ricordo perfetto di lui.
Non voleva che ricordassero l’arresto il giorno dei suoi quindici anni per
taccheggio.
Un taccheggio piccolo piccolo in realtà, un cucciolo di Yorkshire Terrier,
che poi avevano chiamato Peter, in onore Peter Parker, Spiderman.
E non voleva che ricordassero il suo svenimento dell’anno dopo per aver
sniffato cocaina un po’ più del dovuto, proprio il giorno in cui il
veterinario li aveva avvisai che Peter era incinta.
Ma Peter rimase Peter, anche quando allattava i suoi due meticci alani per
metà.
E Peter scodinzolava ignara attorno alla folla che compiangeva annoiata la
sua precoce dipartita, seguita dai suoi due cuccioli che avevano raggiunto
le dimensioni di piccoli elefanti.
Suonò il campanello.
Si asciugò le lacrime e mise in pausa.
Un ragazzetto dai capelli rossi lo guardava di traverso, osservando prima il
foglio che teneva in mano e poi lui.
Prima il foglio e poi lui.
“che vuoi? Ho da fare” sbottò Ethan
“sai che sei meglio di persona? Questa foto tessera fa schifo” rispose
mentre portava in casa le sue due valigie.
“scusa tanto se il mio aspetto in quel momento non era dei migliori. Ma sai,
ero appena morto!” replicò infastidito “e tu saresti…?”
“Gabriele. Il tuo nuovo coinquilino. Ma tu hai un posteriore talmente sodo
che puoi chiamarmi Gabry” rispose, girandogli intorno come uno squalo
all'attacco senza distogliere lo sguardo dalle sue chiappe.
“di là c’è la camera. Il mio letto è quello di sinistra” spiegò, mentre
girava su sè stesso, per evitare che il suo didietro fosse sottoposto a un
servizio fotografico.
"di là?" chiese il ragazzino, indicando una porta sulla destra
"di là" confermò Ethan
“ok, mi dai una mano a sistemare i bagagli?”
“no”
“e perché no?”
“perché ho da fare”
“che hai da fare?”
“sto guardando un filmato”
“che filmato?”
“il mio funerale”
Il ragazzino rimase interdetto per alcuni secondi.
E poi lo guardò con commiserazione.
“sfigato” disse
“scusa?”
“sfigato”
“cosa?”
“sfigato” e parve pensarci su un istante “sai cosa significa sfigato, vero?”
“certo che lo so cosa significa! Brutto maleducato!” sbraitò “ma come ti
permetti di venire in casa mia…”
“nostra”
“cosa?”
“questo documento dice che è casa nostra. la casa è mia e tua, sai,se alla
mia persona ne aggiungo una o più diventa plurale, ed è colletivo...”
“so cosa significa noi!”
“bene”
“e… che stavo dicendo?”
“io più te uguale noi”
“prima!” sbottò Ethan
“nostra”
“prima!” gracchiò
“che io mi sono permesso di venire in casa tua, o meglio, nostra, e…”
“ah, sì… tu ti sei permesso di venire in casa mia…”
Gabriele gli scoccò un’occhiataccia.
“…nostra, e darmi dello sfigato, come se tu potessi solo sapere cosa sto
passando io!”
“sei patetico”
“cazzo, mi ascolti quando parlo?!”
“sì”
“ma allora sei scemo?!”
“beh, sono morte cinque giorni fa… e non mi sembra questa tragedia!”
“non è una tragedia? Ma ci sei o ci fai?”
“ci sono” replicò tranquillo
“i tuoi sogni, le tue speranze, i tuoi desideri… li hai proprio buttati
nella tazza del cesso, eh?! ah, intelligente sei…”
“eccome! Ho intenzione di fare carriera qui… potrei arrivare ai piani alti
nel giro di dieci anni! evitare la reincarnazione e diventare un
arcangelo...”
“i tuoi genitori, i tuoi amici, la tua ragazza… non te ne importa più
nulla!?” continuò imperterrito
Gabriele lo guardò storto.
“ti dimenticano tutti, dopo un po’ passa e si rifanno una vita” replicò
semplicemente “ i tuoi avranno un altro figlio, che forse chiameranno con il
tuo nome, per i tuoi amici diventerai un modo per ravvivare la
conversazione, tipo, sai, avevo questo amico è morto così, cosà, aveva un
mucchio di progetti, eccetera, eccetera. La tua ragazza… innamorata o no si
metterà con qualcun altro. Tutto è rimpiazzabile”
“ma come puoi non rimpiangere quello che non c’è stato, tutte le tue
opportunità…”
“a dire il vero non me ne è mai fregato molto” disse, afferrando le valige e
portandole in camera.
Estrasse lo spazzolino, e iniziò a lavarsi i denti.
Ethan lo seguiva come un segugio, in attesa di risposta.
“mia madre” sputò il dentifricio nel lavello, e riprese spazzolarsi i denti
con violenza “era talmente ubriaca che forse non si è accorta che ero morto.
Mio padre è stato ucciso qualche anno fa. A proposito, lo devo cercare non è
che mi dai una mano?”
“solo se la smetti di sputacchiare dentifricio mentre parli”
gettò lo spazzolino nel lavello
“va bene così?”
“no” disse mentre risciacquava quel maledetto arnese e lo riponeva in un
bicchiere. “così va bene”
“oh, mio dio, quanto sei noioso!”
“grazie” replicò Ethan seccamente
“prego. Gli amici” disse mentre si asciugava le mani stropicciando una
salvietta “li rimpiazzerò. Intanto ho conosciuto te e quell’adorabile
bambina di seicentoquarantasette anni che lavora all’ufficio di
collocamento”
Ethan aggiustò l’asciugamano, ripiegandolo sul ripiano, ascoltandolo
perplesso.
“la ragazza… beh, sono gay”
“ecco perché non ti hanno spedito direttamente in paradiso” rispose secco
Ethan
“qualcosa in contrario alla mia dichiarata omosessualità?” chiese
allegramente Gabriele
“dovrei?”
“dimmelo tu”
“beh, no, non credo” disse dubbioso
”non credi oppure no?”
”non credo”
“perché dici non credo e non no?”
”perché… oddio, perché non lo so!”
“temi che ti possa saltare addosso?”
“beh, non credo proprio… non credo che te lo lascerei mai fare”
“ne sei certo?”
“oddio, credo di sì. Dovrei essere ubriaco, o alternativamente,
completamente fatto per farmi scopare da te!”
“ma se lo fossi?”
“è certo che non mi lascerò scopare da te da sobrio”
“e chi ha detto che sono io che ti scopo?” sorrise malizioso Gabriele
“beh…”
”sinceramente preferisco essere passivo…” continuò Gabriele “e poi tu mi
ispiri… hai dei bei capelli, lo sai? Sono folti… anche se sei un pochino
troppo magro per i miei gusti”
”io non sono troppo magro. Io vado benissimo così!” replicò stizzito Ethan
“ho detto per i miei gusti”
“io vado bene così anche per i tuoi gusti!”
“anche se una notte di fuoco e passione con una primadonna come te sarebbe
il massimo!”
“oh, sicuro… e la primadonna poi sarei io…” ribatté ironico
“beh, anche più di una notte se per te è troppo poco!”
Ethan sghignazzò.
“beh, potremmo provare tutte le posizioni del Kamasutra… sai, fino a
rimanere bloccati”
“certo, certo…” rispose sarcastico
Gabriele tornò in camera da letto.
“allora, mi aiuti con queste valige o no?!”
Ethan non rispose.
Osservò la montagna di vestiti nuovi che venivano lanciati nell’armadio.
“aspetta un istante”
Ethan andò in salotto.
Guardò il fermo immagine di suo fratello che guardava stranito la tomba.
Sapeva che poi avrebbe detto: “ma dopo non gli fa male tutta la terra
sopra?” e che sua madre avrebbe cominciato a piangere.
Ma spense la tv.
E tornò in camera.
“devi appendere i pantaloni sull’appendiabiti. Sai, sono fatti apposta”
E Gabriele sorrise.
Fine cap 1
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