Note: I personaggi sono nostri ^_^ i
commenti ben accetti altrimenti penseremo che nn vi interessiamo e nn
scriviamo più!
Acrobati
di Amy
e Jar
Non ne posso più, sento il mio corpo che non vuole quasi più saperne di
muoversi, eppure devo continuare, stringo i denti finche mi sento come se
non potessi più aprirela mandibola, però lui è gia pronto a continuare
gli esercizi, faccio un sospiro anche se rumoroso lui non mi può sentire,
è troppo lontano, sciolgo i muscoli doloranti, cercando di non pensare a
quanto mi faranno male stanotte, raccolgo tutta la buona volontà che riesco
a trovare, non molta in effetti, mi infilò le mani nel gesso
meticolosamente, lo sento urlare di darmi una mossa che è stanco di
penzolare e di aspettarmi.
"Arrivo" gli urlò.
* * *
"Yari deficiente datti una mossa!" la mai voce è stanca di dover
urlare il suo nome. Ogni volta che facciamo gli allenamenti è sempre così!
A volte penso che non abbia la stoffa per fare il circense. Stare molte ore
fuori, gli allenamenti massacranti lo indeboliscono e lui si stanca in
fretta.
"Era ora!" sbuffo lasciando il trapezio. Volteggio nell'aria e il
cuore mi batte forte. E' sempre così, nonostante abbia la consapevolezza
della rete sotto di noi e il trapezio sia più basso che durante lo
spettacolo ho paura.
Ho visto gente spaccarsi le vertebre cadendo male...
Sento le dita di Yari afferrarmi e sospiro. *sono salvo* ma lenta la stretta
si indebolisce...
* * *
Cerco in tutti i modi di tenerlo, ma dalle spalle mi parte una fitta di
dolore come se mi avessero tirato una frustata, le mie braccia cedono mentre
lo vedo cadere, urlò non ho paura per lui, ma la fitta si sta allargando,
sciolgo le gambe dall'abbraccio del legno e scivolo nel vuoto anche io.
Il contraccolpo mi fa vedere le stelle, mi raggomitolo su me stesso cercando
di controllarmi, non voglio spaventarlo più del dovuto.
* * *
Un dolore sordo mi prende buona parte del muscolo del trapezio estendendosi
fino al braccio. Non mi ci vuole molto a capire che quel dolore non è mio
ma di mio fratello. Mi volto e vedo Yari appallottolato su se stesso, le
sopracciglia bionde aggrottate per il dolore. E' sempre stato così, fin da
quando siamo nati se lui stava male io ne sentivo i contraccolpi e
viceversa. Credo dipenda dal legame che si instaura fra due gemelli
omozigoti.
Mi avvicino preoccupato,carezzandogli i capelli biondi e morbidi.
"Yari va tutto bene?"
* * *
Il dolore mi lascia senza respirò per un pò non so per quanto, poi
lentamente passa, riapro gli occhi per vedermi riflesso nei suoi, si
preoccupa sempre troppo.
"Sto bene nulla di grave, e tu come stai?"
Muovo leggermente un braccio per arrivare ad asciugarmi la fronte madida di
sudore freddo.
Sono sempre stato il più debole dei due, Ian non ha mai avuto di questi
problemi, mi rialzo e mi metto seduto.
Mi sento un pò intorpidito ma va decisamente meglio.
Accenno a un breve sorriso.
* * *
Passata la paura mi ritrovo piuttosto nervoso e incazzato. Gli urlo qualche
insulto mentre mi detergo il sudore che imperla la mia fronte. A volte
vorrei picchiarlo quando fa così. Non sopporto che sia debole, che stia
male forse perché inconsapevolmente ho il timore che lui mi abbandoni.
Sarebbe un duro colpo. E' da quando siamo nati che viviamo praticamente in
simbiosi e io non potrei immaginarmi la vita senza di lui.
Gli do un affettuoso pugno sulla testa e lo vedo sorridere un po'
maliziosamente, umettandosi con al lingua morbida e rosa le labbra.
* * *
Gliene tirò uno anche io e lo vedo sbalzare all'indietro lungo disteso ma
con il sorriso sulle labbra, brutta razza di demente si diverte un mondo a
prendermi in giro, mi muovo deciso e mi metto sopra di lui raggiungendolo a
gattoni, "Come stai ti ho fatto male?" gli sussurrò con un tono
finto preoccupato a qualche centimetro dal viso.
Lui ha gli occhi chiusi , e fa finta di nulla, quasi quasi gli tiro un
morso, allora si, che li aprirebbe, sorrido tra me e me, so che in realtà
non lo farei mai.
* * *
Una risata gorgoglia argentina nella mia gola mentre con un colpo di reni
inverto le posizioni. Lo sento agitarsi sotto di me come un pesce fra le
zampe di un grizzly.
"Non mi scappi!E così volevi farmi fuori eh?!" mi sono preso una
bella paura per ambedue e gliela sto facendo scontare così.
Le mie mani scivolano sulla tuta aderente stuzzicando i punti dove so che
soffre il solletico. mi piace vederlo contorcersi implorando di smettere e
lui ben presto mi accontenta uggiolando le proprie scuse.
Lo tengo stretto sotto di me mentre la rete oscilla lievemente ai nostri
giochi.
* * *
Ringhio anche se lui mi guarda poco convinto della mia reale pericolosità.
Sorrido anche io anzi rido sotto il suo tocco accidenti non ce la faccio più,
sto morendo dal ridere, e lui non sembra intenzionato a smettere.
Gli prendo il viso tra le mani smettendo di cercare di fermarlo, e mi
immergo nella sua bocca che ancora sorride, è l'unico metodo che conosco
per interromperlo e ha sempre funzionato.
* * *
Lo lascio fare, bloccandomi di colpo. Lo lascio fare finche non mi ruba
anche l'ultima bolla di ossigeno dai polmoni e mi vedo costretto a
interrompere quel bacio per riprendere fiato.
Lui ride vedendomi rosso in volto annaspare in cerca di aria.
Lo maledico mentalmente. Appena il mio respiro torna regolare lui fa per
alzarsi ma deve arrendersi a ricadere in terra mentre io gli imprigiono le
caviglie e gliele tiro verso di me.
"Sei uno stronzetto" mugugno mordendogli il collo forte come se
stessi giocando a una lotta privata tra noi due.
* * *
"Ahi" mi strappa un urlo di sorpresa, e anche di dolore non ha mai
saputo dosare la sua forza, gli allontano il volto "Brutto stronzo tu ,
guarda che il cannibalismo è contro ogni morale umana!"
Cerco di scivolare via dalla sua stretta mentre lo guardò facendogli tutte
le boccacce che mi riescono.
* * *
Ridiamo a crepapelle mentre ci rincorriamo,ci schiacciamo sulla rete, ci
rotoliamo...ci baciamo per poi riprendere quell'acchiapparello semi sospeso.
Ci ritroviamo uno di fronte all'altro. quasi senza pensare mi sfilo la
maglietta e la lancio lontano imitato da Yari.
Lo vedo eccitato e rosso in volto e sorrido malizioso.
"Ehi!Quanto casino!" la voce baritonale del Direttore mi fa
voltare di scatto giusto in tempo per vederlo prendere in pieno volto la mia
maglietta sudata e togliersela con un gesto secco dalla faccia rubiconda.
Si arriccia uno dei grandi mustacchi neri che lo fanno sembrare uno di quei
direttori dei circhi delle fiabe e tossicchia dentro a quel maglione troppo
aderente per le sue forme generose.
* * *
Mi si secca la gola come se fosse diventata una zona desertica
"Ci scusi stavamo ....." che gli posso dire non ho parole la mia
mente si è svuotata, per fortuna interviene Ian che scherza dicendo che
siccome abbiamo quasi finito stava facendomi pagare la scommessa che avevamo
fatto.
Una bugia bella e buona ma da un senso apparentemente innocuo a quello che
sta vedendo il Direttore.
Magari ce la caviamo.
* * *
Sospiro quando se ne va con una risata cavernosa. Siamo fortunati che la
mente umana creda alle balle più gigantesche pur di non cogliere le cose
che ritiene poco corrette.
Rimaniamo soli ma le voci del gruppo di clown mi giunge troppo vicino per
arrischiarci oltre. Il nostro gioco deve smettere per oggi perché solo noi
dobbiamo saperlo. Il *nostro* gioco segreto che si perpetra da anni. Si è
evoluto in modi differenti ma è sempre esistito. era inevitabile, stando
tutto il giorno insieme, ovunque...
Scendo dalla rete con una capriola atletica.
"Ah! A proposito la tua ragazza è una vera maiala! Se avesse solo
saputo che ero io quello che la faceva-godere come non mai- !Oh testuali
parole eh! niente rancore, fratellino"
* * *
Mi verrebbe da prenderlo a pugni, lo trova davvero tanto divertente?Vedremo
che dirà quando gli chiuderò la porta della nostra camera a chiave, mi girò
e vado a raccattare la mia canottiera, "Vedi credo che l'unica
differenza è che la tua sia frigida, non che la mia sia una maiala" e
mi avvio lasciandolo indietro, quando vuole sa avere sempre una parolina di
troppo, ma io so come rimetterlo in riga, anche se non mi riesce sempre.
* * *
Non mi faccio neanche una doccia: non ne ho il tempo. Jessica e Anne ci
aspettano fuori, coi loro occhi celesti e gli orecchini sottili.
Sono così diverse tra loro eppure amano due gemelli, due specchi.
Anne scuote i capelli rossi bloccati a treccia che le ricadono morbidamente
sulla curva del sedere. Osservo la gonna longuette, le scarpe morbide e rosa
un po' infantili ma sensuali, le labbra piene e gonfie di lucidalabbra.
Le sorrido infilandomi nella roulotte seguito da mio fratello.
"Allora chi si prende la tua Anne oggi?" gli chiedo con una
spazzola e del gel in mano
* * *
"Io e tu che vuoi dire chi se la prende oggi ? Era ieri con te non
rompere oggi è mia"
Mi avvio avanti per raggiungerla prima di lui, si diverte a stuzzicarmi lo
so che non lo fa seriamente ma è più forte di lui , mi innervosisce questa
sua voglia di avere Anne, se me lo avesse detto prima avrei preso Jessica, o
forse è solo perché sembra piacerle troppo che mi innervosisco?
* * *
Faccio spallucce . So benissimo che tanto nessuna delle due ci avrebbe
riconosciuto. se solo avessero osservato meglio avrebbero notato quel
piccolo neo sulla natica che mi distingue da lui ma in fondo si sa che
quando sono eccitate sono quasi cieche.
Mi avvicino a Jessica sfiorandole i capelli biondi frisettati per scivolare
sulla linea della vita, piccola e scolpita.
Lei è più bassa di me, nonostante abbia i tacchi. Ho sempre detto che
sembra una di quelle bottigliette mignon.
Lei sorride con quegli occhi da Lola Bunny e in effetti le assomiglia un
sacco. glielo ripeto e lei ride arricciando il naso in un modo carinissimo
che mi fa salire il sangue alla testa.
E poi oggi io e Yari non abbiamo neppure giocato fino in fondo e fatico
a nascondere la mia erezione.
Al primo angolo buio la costringo a inginocchiarsi di fronte a me. Lei geme
un debole no. So bene quanto odi queste cose ma so anche di averla in mio
potere....
* * *
Per poco non le sputo il succo di frutta in faccia, Ian non può essere che
lui, lo sento e cerco di rimanere razionale, seduto ad un bar con
un'erezione è una situazione ridicola.
Sorrido mandando giù, e mi domando dove cazzo si sia andato a imbucare se
la casa di Jessica è così lontano e non può averla portata in camera
nostra.
Sorrido ancora, Anne continua a mangiarmi con gli occhi sfarfallando le
ciglia, ma che diamine gli ha fatto Ian?
Deve averla sfinita o che so io perché ha stampato in faccia che
preferirebbe essere da qualche altra parte e noi due soli.
* * *
Ridacchiò sotto i baffi immaginari. Jessica è sempre così tragica! Mi
guarda con le lacrime agli occhi peggio che se la avessi violentata anziché
chiederle di far felice il suo uomo.
Il rumore della zip dei miei calzoni sembra uno squarcio nel silenzio di
quell'angolo umido e buio.
"Oh su amore non fare così" mi chiedo come faccia a sopportarla
quando fa così. la mia pazienza deve essere sconfinata!
"Eppure ieri eri così diverso..." dice con la voce strozzata
mentre sputa più volte in terra quasi volesse cancellare il mio gusto.
La prendo sottobraccio pensando che *non sai nemmeno quanto*.
Non so dire da quando sia iniziato il nostro desiderio di scambiarci ma da
quando mi ricordo è sempre accaduto!
Le cingo la vita e la bacio con passione. in fondo mi piace questa pulcina
vestita da vamp.
E mi piace vedere gli sguardi lussuriosi degli estranei quando ondeggia il
suo sedere o i suoi seni ballano liberi sotto la maglietta aderente.
* * *
Anne mi sussurra di andare a casa sua, che i suoi non ci sono, non so che
dire a parte che i suoi non ci sono praticamente mai, che faccio ? Non posso
dirle di no, nessuna delle due deve capire che non sta sempre con lo stesso
gemello, così le sorrido e le dico che non possiamo perdere un'occasione
simile, anche perché Ian si è sfogato mentre io no.
Cerco di impegnarmi anche se la mia mente continua a pensare che non va
bene, Ian e io siamo diversi prima o poi lo capiranno , sono un pò
oche ma ci arriveranno.
Non riesco a fare molto , troppo nervoso, accidenti, me ne vado da casa sua
con il suo sguardo addosso che mi rimprovera , ma io non sono mio fratello e
lei comunque non è restata a bocca asciutta, di che si deve lamentare?
*l'ho fatta godere come non mai parole sue* già forse dovrei lasciarla a
Ian, ritorno a casa con la coda tra le gambe.
* * *
Sprofondato nelle coperte mi godo la mini tv con Mtv che trasmette i soliti
U2. Tra non molto arriverà anche Yari. non deve esser stato un granché se
non ho sentito neppure l'impellente bisogno di farmi una bella scopata con
Jessica.
Troppe paranoie....eppure sono ancora eccitato!
Lascio che la mia mano scivoli sulla patta tesa dei miei calzoni tastando la
consistenza della mia erezione.
*non male* sorrido compiaciuto mentre slaccio i laccetti dei pantaloni a
coulisse e li calo di quel tanto per permettermi di denudare il mio pene già
congestionato.
Lo carezzo piano socchiudendo gli occhi.
* * *
Apro la porta tirando un accidenti a Ian che non si ricorda una volta che
fosse una di chiudere a chiave.
Credo che se fossi in un fumetto mi cadrebbe la mascella a terra, lui è lì
tranquillo come una Pasqua a ....toccarselo, non si è neppure accorto che
sono rientrato.
Mi sento le guance di fuoco, non è solo imbarazzo per noi due è qualcosa
di diverso , è come se vedessi me invece che lui , ma so che non sono io, e
tutto questo è sempre stato una fonte di piacere incredibile per tutti e
due, sento solo il suo piacere? No anche il mio si sta risvegliando, e per
un
momento rimango stretto nella morsa dei pantaloni girandomi di scatto per
appendere il giubbotto , giusto per fare qualcosa.
* * *
Lascio il mio lavoro a metà e socchiudo gli occhi quel tanto per filtrare
l'immagine del suo corpo che si aggira per la roulotte "Sei una
chiavica sai?A letto con Anne intendo...com'è andata?Che avete fatto?"
glielo chiedo forse solo per eccitarmi un po' forse per curiosità forse per
reale interesse...sinceramente è il minore dei miei problemi sapere il
perché glielo stia chiedendo!
So solo che il mio pene è li . con una goccia di liquido trasparente sulla
punta e la mia mano che lo cinge alla base.
* * *
"Va a farti fottere" gli dico, poi penso a quello che sta facendo,
e mi metto a ridere, "E poi non ti dovrebbe importare molto con Jessica
qualcosa tu hai fatto, com'è che sei in tiro?" mi girò per
avvicinarmi a lui, gli sfioro l'erezione con la punta di un dito, mi da un
brivido caldo, e la risposta del mio corpo è sempre più urgente, non mi
impegno a nasconderla la sente anche lui, sarebbe inutile.
* * *
"Beh diciamo che quel minimo che tu hai fatto mi ha...:"gemo
quando mi sfiora con un dito gelido "aiutato a essere di nuovo per te e
poi con Jessy non è andata come volevo a lei piaci tu..." lo catturo
con le gambe.
"E poi lei odia quelle prestazioni lo sai..." lui si divincola
ridendo di me. Lo sento sedersi al mio fianco e spogliarsi per rimanere solo
coi calzoni addosso.
"Allora che avete fatto?"mi stiracchio addosso a lui
"scommetto che non ti sei neppure lavato dopo..." mi strofino col
capo sui suoi pantaloni come se volessi marcarlo col mio odore.
* * *
"Oh se preferisci posso andarmi a fare una doccia...." lascio la
frase a metà mentre gioco con la stoffa dei suoi pantaloni invitante, in
fondo mi piace stuzzicarlo di tanto in tanto.
Faccio moto di alzarmi e dirigermi verso il bagno.
Vediamo quanta voglia ha.
* * *
Mi irrigidisco interrompendo ciò che stavo facendo. So che è lui ciò che
voglio , voglio "giocare fra noi".
"Uhmmmm posso anche aspettarti se non ti alletta..." miagolo
quasi, non voglio dargli la soddisfazione di fermarlo ma spero si fermi da
solo.
Osservo la sua schiena, il suo sedere così simile al mio, la piega morbida
della coscia nervosa... è come me ed è per questo che lo desidero, che non
riesco a pensare alla vita senza lui.
* * *
Sorrido a trentadue denti, so cosa vuol dire quel tono, e mi godo il mio
momento di trionfo, anche perché mi ero ripromesso di lasciarlo a bocca
asciutta, me ne sono ricordato solo ora, perciò non curante almeno in
apparenza, mi infilo nella porta del bagno, siccome gli voglio dare almeno
una possibilità di farmi cambiare idea la lascio socchiusa.
* * *
MI alzo e con uno scatto sono li, accanto alla porta aperta. Sorrido
sornione.
"Sei uno stronzetto ribadisco!" gattono accanto a lui senza
curarmi di alzarmi i calzoni. Devo essere piuttosto squallido e
ridicolo conciato così, con l'asta rigida che esce dai calzoni tra una
peluria bionda.
Yari non si volta, si limita a volgere il capo e scuotere i capelli biondi
mentre apre l'acqua.
Sento il profumo dello shampoo alla vaniglia riempire l'aria mentre si
pettina lentamente con la nostra spazzola.
"Voglio sentire anche l'odore di Anne fra noi..." gli sussurrò
mordendogli un lobo dell'orecchio mentre le mie braccia lo imprigionano
cingendogli le spalle. Sotto i miei polpastrelli i capezzoli sono già
duri...
E' eccitato di sicuro..
* * *
Mi ritrovo ancora una volta a trattenermi dal mugolare, odio farlo, so che
direbbe che sembro una ragazza, e che sono cosììì sensibile ,
strascicando la i, però non so che farci siamo gemelli ma siamo diversi, e
io quando lui mi mette così, quasi con le spalle al muro, non so
rispondergli, e mi ritrovo il fondoschiena poggiato a lui, come a cercare...
forse non sono troppo giusto, e il continuare a 'giocare' con lui mi sta
facendo ammattire, forse sembrò davvero una ragazza quando sono sotto il
tocco delle sue mani....
* * *
"Alloraaaa giochiamo?" gli passo la lingua dietro al collo,
all'altezza delle ultime vertebre prima del cervellino. Mugola mentre lecco
quella porzione di pelle delicata dove dei sottilissimi capelli corti
ombreggiano quella pelle bianchissima e lo sento mugolare come un gattino in
calore, come una donna.
"Sei la mia ragazza tutta speciale" gli sussurro stringendolo a me
e lasciando che il mio pene si adagi fra le sue natiche soffregandosi un po'
Lui si irrigidisce un po' a quel contatto o per quella frase.
* * *
"Non mi va di essere preso in giro, non sono una ragazza" e sono
incazzato, mi verrebbe voglia di girarmi e tirargli un bel calcio, ma non
sono in una buona posizione per farlo, gli prendo una mano e me la appoggiò
appena sopra l'inguine.
"Ti sembro una donna?" la sua mano la sento giocherellare col la
lieve peluria che è attorno al mio ombelico, non credo abbia capito quello
che volevo dirgli.
* * *
"Orsacchiotto permaloso" rido e corro a gettarmi sul letto
aspettandolo.
A volte mi pare che sia un po' troppo permaloso per assomigliarmi veramente
eppure dovrebbe essere felice: ha scopato con la sua donna e ora è con
me...
Faccio spallucce spostando il mio cuscino e tirando le tendine della
roulotte. Non che mi debba preoccupare di occhi indiscreti ma meglio
evitare.
Sarebbe molto scocciante se qualcuno ci vedesse.
* * *
Rimango indeciso, sono sempre indeciso, sono troppo indeciso, finisco di
lavarmi i capelli, e comincio a frizionarli, e poi mi accorgo che i miei
occhi sono di continuo rivolti verso la porta, so che mi sta aspettando, e
come al solito l'ansia mi rode, non sono certo se sia poi una cosa tanto
normale.
Ok smetto di sparare balle a me stesso, so che non è una cosa tanto
normale, perché è mio fratello, e siamo due ragazzi, ma ogni volta che me
lo ripeto e poi lo guardo me ne dimentico, e ora ho voglia di raggiungerlo.
Mi guardò allo specchio, sono lui, e sono me, no, sono me, solo me, e con
la coda dell'occhio la mia immagine di vetro mi vede prendere e andare in
camera.
* * *
E' bello...ops sono bello!Ridacchio portandomi una mano alla bocca e sentire
il mio stesso odore mi fa scoppiare in una risata argentina che Yari non
capisce. Lo vedo da come aggrotta le sopracciglia.
Mi guarda come se mi stesse studiando, con lo sguardo perso sul mio corpo.
Si avvicina docile, ondeggiando i fianchi morbidi e poco accentuati come fa
ogni volta.
Mi piace quel suo modo di essere tenero e coccolone, mi fa venire voglia si
proteggerlo e fotterlo a sangue.
Mi perdo in queste emozioni contrastante come se fosse la prima volta.
* * *
Mi vengono quasi le lacrime agli occhi, a volte sono così confuso, e ora
ogni volta che siamo in questo genere di situazioni mi sembra sempre di
perdere la testa.
E il peggio è che una parte di me vuole perdere la testa.
Scaccio malamente quei pensieri, mi tormentano troppo, mi metto sopra di lui
e gli offro le mie labbra, e ci baciamo, riesce a farmi dimenticare tutto
con un bacio, sembra quasi che mi streghi, poi mi avvio su una strada fatta
di piccoli baci e di saliva, per arrivare dove il suo desiderio pulsa di più,
non è mai stata una cosa che mi ha dato fastidio, è come se lo facessi a
me stesso, e il piacere che provo non credo sia molto inferiore al suo, so
dove e come stuzzicarlo, finche mi geme addosso e i suoi fianchi e le sue
mani mi invitano solo ad affondare sempre di più.
Capisco che sta per venire ma questa volta non mi stacca, non mi molla anzi
mi fa affondare di più, mi agito un pò, spaventato, non mi è mai venuto
in bocca, e non lo ha mai preteso, finalmente mi molla prima che esploda.
Mi guardò gocciolare del suo piacere, non era mai voluto andare tanto in
fondo, e io , gia e io? Non è che abbia poi fatto tanta resistenza anzi,
sento scorrermi ancora addosso troppa eccitazione e mi immagino li a
leccarlo, e..e...
Scappo in bagno perché ho paura che mi riesca a leggere in faccia quello
che penso, e dal bagno gli mando un accidenti e mi lavo il viso, l'acqua è
gelida ma mi da quel pò di sangue freddo che mi serve per tornare in
camera.
* * *
La salvietta finisce il lavoro che sarebbe dovuto toccare alla lingua
di Yari in una situazione normale. Capisco di averlo offeso ma non so
cosa mi sia capitato.
So solo che avrei voluto sentirlo attorno a me, sotto di me...mi stupisco di
volerlo possedere.
E' la prima volta e devo usarmi violenza mentale per non scappare in bagno e
chiedergli scusa.
Rimango seduto, piegandomi sotto il letto per recuperare la bottiglia di
liquore che mi ha dato Bobo due giorni fa per ringraziarmi di un favore che
gli avevo fatto.
Quando rientra ha l'aria sconvolta e forse un po' arrabbiata. Gli sorrido
porgendogli un bicchiere di carta.
"Allora che ne dici di un bicchierino?Così ti togli il mio
gusto"
Lui mi guarda aggrottando la fronte come se parlassi una lingua a lui
sconosciuta..
Rimane in silenzio,guardando il bicchiere. Il materasso si avvalla sotto il
suo peso mentre le bianche cosce si intrecciano in una posa a fiore di loto.
* * *
Ho la testa che mi ronza, come se avessi dentro un alveare pieno di api,
l'alcool mi calmerà ne ho bisogno anzi, avrei voglia di annegare le
sensazioni che ho provato prima, ma ho paura che sappiano nuotare.
Mi cominciò a impegnare con costanza per far abbassare il livello del
liquore nella bottiglia, è forte, molto, e mi va benissimo così, quasi
lacrimo, è come fuoco giù per la mia gola.
* * *
Sta bevendo come non aveva mai fatto e io so benissimo quanto poco resista
l'alcool.
Totalmente differente da me che potrei berne litri e fare il mio numero sul
filo in perfetta simmetria.
Getta indietro il capo per spostare i capelli che gli scivolavano negli
occhi e il bicchiere vacilla nella sua mano sprigionando delle gocce
semitrasparenti e alcoliche.
Mi piego raccogliendole con la lingua, assaporando il gusto salato del suo
sudore insieme a quello dolce del liquore.
Sorrido baciandolo, come se volessi succhiare dalla sua lingua quel gusto
alcolico e aprendo gli occhi incontro i suoi azzurri e socchiusi.
Passo un dito sulle gote rosse allontanandomi di qualche millimetro per
osservarlo meglio, il mio dito scivola nell'incavo del collo e ridacchio
passandoglielo sulle labbra "Ti è scappata una goccia del mio seme a
quanto pare..."
* * *
Mi leccò e poi gli catturò il dito con le labbra, e mi metto a
succhiarglielo lentamente giocandoci con la lingua, e socchiudo ancora di più
gli occhi, il mio corpo quasi si muove da solo mentre gli prendo la mano e
continuò con sempre maggiore impegno a succhiargli le dita.
* * *
"Piccolo maiale" la mai voce esce alterata, rauca mentre le mie
dita scendono a stuzzicare le sue cosce con piccoli pizzicotti che lui quasi
non avverte. Sento la sua bocca stringersi ritmicamente intorno al mio dito
nella migliore simulazione di fellatio a cui abbai mai assistito.
Scoprirlo così maiale è una piacevole sorpresa. E' come vedermi riflesso
in un atto onanistico.
"Sei eccitato troiettina mia..:" a lui pare piacere che lo
insulti.
Mentalmente segno di ringraziare Bobo per quel regalo tanto speciale...
* * *
Cominciò a mordicchiargli il dito, e lui me lo toglie dalla bocca, rimediò
immediatamente affondando nella sua bocca, non desidero altro, non mi
domando nulla, sento solo che desidero, e stuzzico, e gioco con il suo
respiro, impadronendomi della sua lingua fino a non poterne più.
* * *
La mia mano in risposta a quelle avances scopre porzioni di pelle sempre più
ampie, abbassa i calzoni aiutato da Yari che alzatosi in piedi si fa
condurre docile, gli occhi semichiusi come se non volessero assistere a ciò
che il corpo desiderava tanto.
E' protetto solo dagli slip candidi che segnano il suo corpo alla perfezione
come una seconda pelle.
Passo le labbra sopra la stoffa, i denti stringono l'elastico e li calano
piano. I rumori del campo ci giungono smorzati dalla nebbia dell'alcool e
dalla cortina dei sensi.
Ci siamo solo io e lui, nudi e sornioni.
Carezzo il pene lentamente, con delicatezza: lo liscio. lo graffio un po'
con le dita e poi lo cingo alla base dando un paio di colpetti.
"Si, sei una vera troia..."
* * *
Do voce al mio piacere, come non avevo mai fatto prima, e lo costringo ad
alzarsi, lo voglio guardare in faccia, lo voglio baciare ancora , e mentre
sono di nuovo in possesso delle sue labbra anche se lui non capisce perché
l'ho tolto da lì, io infilo la mia mano nei suoi pantaloni, come al solito
non porta gli slip, ma questo mi rende solo le cose più semplici, ed è lui
che se li sfila senza quasi staccarmisi di dosso, e allora cominciamo a
strusciarci l'uno contro l'altro con la pelle in fiamme e le bocce che
cercano aria.
Non avevo mai preso tanta iniziativa, ma non è a quello che penso in quel
momento, cerco solo di diminuire al minimo lo spazio tra me e lui, mentre i
nostri sessi si coccolano come dannati, e io mi muovo come se non avessi mai
fatto altro nella vita.
* * *
Le nostre mani scivolano sul pulsare dell'altro mentre come se fossimo presi
da follia ci tocchiamo, ci masturbiamo, ci baciamo finche non cadiamo per un
passo falso nel letto e ridendo ci ritroviamo uno contro l'altro.
Yari fa per alzarsi, barcollando e cade carponi sul materasso morbido e io
mi ritrovo inginocchiato davanti al suo sederino candido e morbido e non
posso fare a meno, mentre rido di sfregare il mio pene rigido fra le natiche
sode, facendo una leggera pressione sul suo orifizio.
Rido perché sono cosciente che nessuno dei due lo vuole...ma sarà poi
vero?
* * *
Vedo solo un immagine che si forma nella mia mente, lui è dentro di me,
solo nella mia mente ma, il mio corpo si muove oramai da solo e invece di
indietreggiare si spinge verso la sua erezione, il mio sedere lo invita ,
dondolo il bacino, non capisco più nulla, comincio a leccarmi le labbra,
mugolo.
* * *
Ciò che succede va ben oltre la razionalità. Mi sento come un animale,
come se in un battere di ciglia tutto il mio essere strafottente si
smorzasse fra quelle cosche ricoperte di una leggera lanugine.
Non esiste più un pensiero logico, solo una accozzaglia di vetri rotti che
frantumano la sua umanità.
Mi strappo l'ultimo brandello di anima e me lo mastico mentre inizio a
affondare piano in lui. E' maledettamente stretto e mi fermo quasi subito,
sulla punta per prendere fiato perché sento che potrei venire così,senza
nemmeno averlo fatto.
Mi piego sostituendo al cazzo la lingua che sinuosa si fa strada nel profumo
muschiato.
* * *
Mi appoggiò con il viso sui cuscini, le mie braccia non reggono ma il mio
posteriore invece è bello alto, contro il suo volto, e la sua lingua, se
solo mi soffermo a pensare un attimo a quello che mi sta facendo so che
verrei subito, mi agito spingendomi verso di lui e il piacere che mi sta
dando , non ho nessuna razionalità in questo momento, voglio solo che
continui e che non si fermi.
* * *
Mugolo per il dolore. Non è piacevole essere in lui, almeno all'inizio. Non
riesco nemmeno a far entrare la punta.
Non sto più razionalizzando, non riesco a pensare e mi accorgo di stare
trattenendo il respiro.
Sono agitato, eccitato, impaurito come un archeologo alla sua prima
scoperta.
E' caldo e umido e strettissimo come non avrei mai immaginato.
Penso che un giorno lo scriverò...si ma quante parole saprebbero descrivere
ciò che sta accadendo?
* * *
Annaspo solo il cuscino in cui ero affondato soffoca il mio urlò, dio fa
male, fa più male di quanto mi sarei mai aspettato, e la sbronza un pò mi
passa, abbastanza per capire dove ci sta portando, e allora che cominciò ad
avere paura, cercò di allontanarmi, mi ..mi sta impalando,e io non lo
voglio, "No , Ian, non..." cerco di dire, mentre alcune lacrime mi
scivolano via lungo le guance.
* * *
Lui non esiste. Lui è solo un oggetto nella mia mente distorta dal sesso e
dall'alcool e in quella miscela credo di annegaci anche il cuore quando gli
ringhio sul collo con tutta al cattiveria di cui sono capace.
"No bello mio ora te lo godi tutto" e la voce si incrina, si
trasmuta in ansiti soffocati mentre penetro in lui con un solo colpo secco
che risuona nella stanza come uno sparo.
Lui piange, lo sento singhiozzare col volto premuto nel cuscino. Vedo il suo
volto contorto dal dolore quando gli tiro i capelli obbligandolo a reclinare
il capo indietro ma in quegli occhi stretti leggo qualcosa che non dovrebbe
esserci : languore.
"Toccati" gli dico rilasciando il suo capo.
* * *
Dolore , dolore martellante, e non è un eufemismo, da ritrovarmi senza
fiato, senza neppure la forza di urlare, però poi diventa qualcos'altro,
ogni cosa viene sovrastata dal piacere, mi prende dappertutto, mi sciolgo in
esso, nulla, nulla di simile credevo fosse possibile, in mezzo a tutto
questo lo sento ordinarmi di masturbarmi.
Non avrei potuto non farlo, ero completamente in tilt, e allora credo di
aver cominciato a soffocare i gemiti nel cuscino, perchè non avevano mai
avuto una forza simile, l'insieme era una droga, pazzescamente piacevole,
troppo.
* * *
La mai mano che era scivolata automaticamente a stringere il suo sesso è
umida del suo seme che mi cola fra le dita, sul suo mento, sulle coperte
colorate mentre io in un ultimo affondo tremo sotto il più potente orgasmo
della mia vita. Poco importa che quando esco da lui non controlli neppure in
che condizioni sia.
Gli chiedo solo di leccarmi, come se fosse l'ultima mia richiesta.... sono
un bastardo sadico me lo dice sempre Jessica ma mi piace sapere cosa
provano, cosa sentono di me perché non posso conoscermi da solo perché il
mio Ego adora sentire che gusto so, quanto sia bello farlo con me.
"Descrivi ti pregooo" la voce strascica un po' stanca...
* * *
Sono sfinito, riesco a fatica a muovermi, e non scappo in bagno come dovrei
sono ancora troppo ubriaco? Non lo so, so che mi avvicino e ubbidisco, lecco
anche dove non servirebbe, sento ancora il bisogno di sentire il suo calore,
"Sai di buono, hai un buon sapore" mi coccolo il suo sesso che mi
ha aperto, che mi ha fatto gridare di dolore e poi mi ha riempito di
piacere.
Gli dico con voce roca quanto mi sia piaciuto, si c'è stato il dolore e mi
vergogno ma la realtà mi si affaccerà alla mente domattina per ora ci
siamo solo io e lui, e gli concedo tutto ciò che vuole, perché ora desiderò
farlo.
* * *
Ci accoccoliamo uno contro l'altro sprofondando nel sonno più dolce e privo
di sogni della nostra esistenza. E' come se fossimo davanti a uno schermo
nero, completamente privi di energia per alimentarne la luce allora lo
spegniamo senza sogni.
"Buona notte" gli sussurro incespicando sulle mie stesse parole
mentre l'odore del sesso,dell'alcool e del sangue virginale si mischiano
nell'aria satura dei nostri respiri.
* * *
Sono stato al bagno quasi tutta la mattina, è difficile smaltire una
sbornia, ma anche di più se sei assalito dai ricordi, e chi mi ha detto che
poi non ci si ricorda nulla?
Io ricordo tutto e vorrei non esserne in grado, ho praticamente sedotto mio
fratello, è logico che mi sia saltato addosso, lui è normale, e lo sono
anche io, dobbiamo smetterla con i nostri 'giochi' come li chiama lui, e ci
scambieremo definitivamente ragazza a me va benissimo Jessica e lui si trova
meglio con Anne, avremo dovuto farlo gia un bel pò di tempo fa, si non ci
sono dubbi è la soluzione migliore.
Allora perché la notte precedente mi torna in mente come un colpo di frusta
a piegarmi le gambe, e a infiacchirmi il respiro?
Ma non voglio pensarci, Ian deve aver dimenticato, o almeno credo l'ho
evitato tutta la mattina e non è una cosa che sembra voluta lui aveva
semplicemente delle commissioni da fare.
Mi ributto sul letto, sono sfinito, i muscoli ancora contratti mi ricordano
ancora ciò che devo dimenticare.
E poi lo sento arrivare, apro gli occhi incerto, è lì che mi fissa, mi
accusa forse? Non lo so non voglio saperlo, è in tuta e t-shirt, Ian, già
il suo nome è sulla maglietta.
Mi decido come se quello segnasse che siamo diversi e dobbiamo rimanerlo.
"Ian, io ecco..." non so come dirglielo non è semplice, i suoi
occhi mi scrutano, mi frugano l'anima, ma questa volta mi chiudo a riccio,
devo continuare per il bene di tutti e due, "ora basta, non dobbiamo più,
non voglio che capiti più nulla di simile a quello che è successo ieri
sera" e poi mi butto a guardare il soffitto, mi pizzicano gli occhi ma
sono riuscito a dirlo.
* * *
Appoggio quasi a rallenty la borsa col nostro pranzo sul tavolino.
Mi sento svuotato da tutti i pensieri e quel sorriso allegro che prima
aleggiava sulle mie labbra scompare rapidamente, ricucito dall'ago di una
realtà che non vorrei conoscere.
Per tutta la mattina mi ero goduto la sensazione che mi dava la notte
precedente. Quella sicurezza, quel senso di ricongiunzione, come se due
frammenti della stessa ciotola si fossero riuniti a formare l'antico
oggetto.
E Yari ha fatto a pezzi quella mai certezza.
No non solo quella ma ogni certezza della vita.
Essere lontani, non condividere più quei piaceri per me equivale a spezzare
parte del nostro legame, a incrinarlo per sempre.
Mi avvicino a lui senza espressione. Solo i pugni serrati indicano il mio
nervosismo ma tanto Yari non può vederli.
Si mette a sedere con sguardo interrogativo che si trasforma in una
espressione strana senza nome quando la mia mano lo colpisce in pieno volto
con l'intento di ferirlo, di fargli male e a quel colpo ne seguono altri
finche non trovo la via di fuga e scappo fuori dalla roulotte, tra le file
di buio del campo.
* * *
Ancora dolore ma questa volta mi sembra non possa finire mai, non mi fa male
il viso è il mio cuore che si è spezzato, ma devo credere che sia la
scelta giusta, per lui sono solo un giocattolo non ha bisogno di me non ne
ha mai avuto bisogno, deve solo ritornare tra le braccia di Anne e sarà
come prima, o quasi, una parte di me se lo augura e un'altra a pensarlo
abbracciato a lei mi fa montare una tale rabbia addosso, che appena me ne
rendo conto mi metto a piangere, sono geloso, sono geloso di mio fratello,
che diavolo mi sta succedendo?
* * *
Non rientro fino a poco prima dello spettacolo. Gli passo accanto ed è come
se non lo vedessi affatto.
Lui vuole essere normale!
Lui ha paura degli scandali!
Me lo hanno rivelato i suoi occhi, il suo modo di agire.
Mi avvicino a lui e gli sussurro "Vedi di non sbagliare oggi o qualcosa
di be più grave sopporterà il tuo bel culetto"
Sono cattivo,meschino e bastardo ma per me la carriera è tutto.
E' da quando siamo nati che ci alleniamo per diventare acrobati.
Ore stremanti di allenamenti, intere notti a ripassare i movimenti, a
sincronizzarci a cucirci i vestiti. Tutto questo per coltivare il *nostro
*sogno.
O era solo il mio?
O forse non era neppure un sogno ma qualcosa in cui ci eravamo fissati...
non lo so.
Mi pare che tutto vacilli davanti a me.
Il nostro primo spettacolo, grande.
Mille occhi che ci osservano nelle nostre tutine traslucide e aderenti,
brillanti come stelle nella notte.
Il numero del filo non è un granché per me e lo passo alla grande, anzi ho
aggiunto dei passi piuttosto pericolosi ma sono abbastanza bravo da
superarli e la musica mi aiuta ad assordare i pensieri in quel sorriso
finto tipo paresi facciale che tanto nessuno vedrà ma che siamo costretti a
fare.
Mi pare tutto normale: soliti coglioni che applaudono a metà numero, i
bambini che strillano, gli occhi che ti scrutano come per dirti "lo
sapevo fare anche io"... ma il mio cuore è pieno di orgoglio.
Sono al mio grande debutto.
Mi lancio nel vuoto e ondeggio.
Vedo me stesso riflesso negli occhi di Yari, in quei capelli morbidi così
simili eppure così diversi dai miei ingellati e arrotolati a mo di punta.
Si è il nostro giorno!
* * *
So di non essermi impegnato abbastanza so di essere stato un incredibile
stupido, imbecille, e ho rischiato la vita di mio fratello, non sono
riuscito a tenerlo, non ce l'ho fatta, l'ho visto cadere, e sbalzare dalla
rete, sono sceso e mi sono ritrovato a cercare di raggiungerlo mentre lo
soccorrevano.
Non mi hanno lasciato neanche un momento con lui, anche se so che era
svenuto.
Non ho avuto il coraggio di andarlo a trovare all'ospedale, frattura
irreversibile, tendine rotto, zoppo per sempre, credo di essere uscito di
testa allora, sono fuggito lontano da lui , ero solo riuscito a fargli del
male.
* * *
E' da quel giorno che non ci siamo più parlati nonostante abitassimo a
pochi metri di distanza. L'ho visto da lontano sposarsi con Anne che nel
mentre aveva ereditato una fortuna da suo padre naturale, l'ho visto tornare
a casa in piena notte con ragazzi nella sua auto che avevano vestiti e occhi
pieni di pacata accettazione del loro destino. Ragazzi di strada, nati per
essere solo involucri vuoti. E ho guardato dalle finestre della mia casa il
pianto di Anne quando Yari ha chiesto il divorzio, quando le ha urlato che
era gay.
Non so cosa lo avesse spinto a fare ciò che aveva fatto quella volta e
forse non mi importa neppure. Magari era solo paura di accettare se stesso e
la sua condizione ma credo di non poterlo perdonare.
Ho cercato di odiarlo ma non mi è stato facile perché era come riflettermi
in uno specchio rotto ma non ho mai pensato di raccogliere i frammenti di
quello specchio perché ero certo che il suo antico splendore sarebbe stato
irrimediabilmente corrotto.
La luce dell'alba mi sbatte in faccia il suo rossore.
Accanto a me Rudolph scuote il suo pelo rosso correndo, adattandosi al mio
passo lievemente claudicante.
Il mio levriero irlandese: tutto ciò che è la mia vita.
Non donne ,non uomini. Solo lui e io, due cani abbandonati che si sono
ritrovati all'angolo di una strada.
Io mi affido a lui e lui si affida a me.
* * *
Lo rivedo e forse lui non lo sa ma non è la prima volta, non ho più avuto
il coraggio di avvicinarlo, gli ho rovinato la vita e ho rovinato la mia, se
avessi potuto avrei pagato per essere ora al suo posto,
ma non mi è stato concesso, ho vissuto nel rimorso per troppi anni, la vita
non mi ha mai ridato nulla che potesse essere lui, valere quanto lui, sono
un verme e non dovrei mai sperare, ma ho sofferto e sperato troppo voglio
almeno poter sapere se ho perso tutto, so che è così ma voglio sentirlo
dalle sue labbra.
E ancora all'ultimo momento scapperei, io posso scappare, e una morsa di
dolore mi sconquassa il corpo, io posso scappare, e l'ho sempre fatto, mi
fermo e torno sui miei passi, devo affrontare questa prova, almeno potrò
odiarmi come si deve dopo e non nutrirmi di miele e di fiele come ho sempre
fatto, ma non riesco a dire nulla, il suo cane, mi si butta addosso festoso,
e mi ritrovo con il sedere a terra.
"Ci si rivede..." sussurrò spaventato dallo stesso suono della
mia voce, rivederlo così da vicino fa male, e mi fa bene non so cosa
prevalga ma se potessi fermare il tempo lo farei ora a costo di andare
all'inferno.
----fine---
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