Da quanto non scrivo un capitolo di questa fanfic? Boh…nessuna ne ha sentito la mancanza, vero? Fate finta di dirmi di sì ^_^;;;
No, seriamente…una dedica a Patrizia che ha sopportato me, il mio cane e mio fratello (soprattutto lui…) senza battere ciglio o_O ragazza forte e temprata!


Acqua calda, acqua fredda

parte VIII

di Hymeko



Hanamichi socchiuse gli occhi, gentilmente feriti dalla luce che colmava quella notte. La luna piena ammiccava dall’alto del cielo, incantando col suo mantello di bianco splendore la quieta natura che li attorniava, una presenza colma d’energia che, in quegli attimi, dormiva placida, godendosi il bacio della luce sottile.
Molte persone percorrevano i viali incantati, ascoltando lo scorrere rilassato dell’acqua, incurante del luogo famoso e celebrato cui si trovava a far da cornice.
Allungando una mano, con la scusa di scacciare un insetto molesto, Rukawa gli accarezzò la guancia, camminando con lui verso la grandiosa moschea funeraria che scintillava di fronte a loro.
Il Taj Mahal splendeva come una perla, mirabilmente perfetto alla luce del plenilunio, unica notte in cui rimaneva aperto ai visitatori.
L’aria fresca della notte giocò coi loro capelli, arruffando le ciocche sulle fronti, recando un po’ di refrigerio alla pelle velata di sudore.
Il silenzio permeava quel luogo, nonostante il numero non indifferente di persone che si specchiava sull’acqua, o attraversava la piatta fontana sui piccoli ponticelli.
Tutti erano avvinti dal fascino emanato dall’aggraziata costruzione, tributo d’amore eterno dell’imperatore Shah Jahan alla sua sposa più amata, Mumtaz. I quattro minareti sfilavano alti verso il cielo, quasi indicando la via verso una felicità più grande…
"Torniamo indietro?"
mormorò Hanamichi, fermandosi d’un tratto, gli occhi fissi alla bianca cupola.
"Hn?"
Rukawa si bloccò accanto a lui, senza capire…avevano già visitato il mausoleo di giorno, ma perché perdere anche quella visita notturna?
"Stai male?"
domandò, senza nascondere la preoccupazione nella voce.
Il giovane accanto a lui scosse la testa, grattandosi piano il collo:
"…è solo un po’ di mal di testa, e tutta questa bellezza non aiuta molto"
Il volpino scosse la coda, abbassando un po’ le orecchie…ci teneva davvero a visitarlo di notte.
"Hn…torniamo in albergo, allora"
disse, portandolo gentilmente via.
"Non hai capito, eh?"
lo stuzzicò il rossino, sospirando piano…
"Cosa? Che ti è venuta la sindrome di Stendhal?"
Sakuragi ridacchiò, sentendosi stranamente compreso…di solito al compagno sfuggivano certe sue uscite, era strano che quella volta avesse colto nel segno.
"Come sei perspicace oggi volpastra…cos’è, hai fatto il tagliando all’istinto?"
"Hn. No. L’ho sparata a caso, confesso"
Il taxi si riempì della risata del rossino, mentre sfrecciava per le vie affollate. Le luci della città, attraverso i finestrini, accarezzavano i loro visi, accompagnando le dita del volpino, che non si lasciavano sfuggire un lembo della pelle delle mani del compagno.
"Stai buono…"
gli mormorò il compagno, usando l’accento più stretto di Kanagawa. Non gli sembrava il caso farsi indicare subito anche lì, come era successo a Vancouver e a Stoccarda…
"Hn…è che sei una tentazione"
sbuffò la volpe, allontanando le mani e guardando fuori, al loro albergo che si avvicinava. Che stanze da letto meravigliose aveva, quella costruzione…
"Ordiniamo uno spuntino in stanza?"
Il moro sogghignò fra sé, decisamente soddisfatto…se in pubblico il rossino aveva ancora qualche remora, se erano soli non si faceva certo pregare…
"Ho solo fame, volpastra maniaca!"
lo rimbrottò Hanamichi, intuendo cosa stesse passando per la testa dell’altro.
"Hn"
Rukawa guaì fintamente deluso, in fondo sapeva bene che l’altro l’aveva sgridato più per scena, che per altro…
"…in realtà ho una cosa da chiederti"
Il moro inarcò un sopracciglio, irrigidendosi. Non riusciva a credere che il compagno avesse qualcosa di così importante da dirgli, da decidere di trascinarlo via così, tranciando di netto il realizzarsi di un vecchio suo sogno. Avevano giurato di confidarsi tutto, senza paura, il tempo per sistemare ogni cosa sarebbe stato la prima cosa che avrebbero cercato.
Ma Hanamichi aveva un grosso rospo da sputare, per un’uscita del genere, quindi covava quelle parole da tanto tempo. Che cos’era di così difficile, e importante, da bloccarlo in quel modo? Perché aveva esitato tanto per parlargli?
Scosse la testa, intrecciando le loro mani. Lo avrebbe sostenuto, sempre. Per quel sorriso dolce che gli stava rivolgendo. Per la forza con cui gli stringeva le mani. Per la luce negli occhi, quelle stelle che vi si accendevano quando si guardavano.
………
"Che cosa c’è? Stai male?"
Il suo primo pensiero era stato per la sua salute. Rukawa aveva il terrore di perderlo. Sarebbe morto con lui, piuttosto, ma non l’avrebbe perso.
Il suo cuore si sgelò, quando l’altro scosse piano il capo, accoccolandosi contro di lui, nel loro letto. Avevano due singoli separati, ma dormivano in uno solo, stretti stretti.
"…è qualcosa cui sto pensando da tanto"
"Hn"
Il respiro contro la pelle del collo…il volpino si morse l’interno della guancia, per non gemere. Lo desiderava così tanto…lentamente, forse inconsciamente, passò la mano sulla sua schiena, ripassando tutte le pieghe delle ossa, la colonna vertebrale, i fasci di muscoli possenti…il calore che ben conosceva serpeggiò nel suo inguine, mentre il suo sesso iniziava a pulsare. Poterlo penetrare, far suo quel corpo meraviglioso, venire mentre il suo sperma gli macchiava la pelle del ventre…Rukawa non riuscì a soffocare quei pensieri, trovando come sfogo la bocca del rossino, le labbra carnose da cui rubare un bacio violento.
Stonk!
"Stai buona volpe assatanata & in calore perenne!"
"Hn"
La volpe si massaggiò la fronte, sentendo il bernoccolo spuntare come un fungo in pieno autunno. Scosse la testa, gli ci era voluta quella zuccata per calmarsi. Che fosse in realtà un caso irrimediabile?
Occhieggiò i bei glutei del compagno…no, decisamente non era solo colpa sua.
"Hn"
ripeté, sedendosi vicino a lui e accarezzandogli le labbra con un bacio impalpabile.
"Scuse accettate, volpastra"
Hanamichi si strinse le ginocchia al petto, mentre la bocca del compagno proseguiva nelle sue tenere effusioni…carezze sui bicipiti, piccoli morsi sui polsi, baci su ogni nocca, poi giù lungo le gambe, a costellare le caviglie di succhiotti…
"Basta!!!"
Con una risata, Hanamichi rotolò via, finendo tutto storto sul tappeto, un piede ancora sul letto e l’altro sotto, nel leggero strato di polvere…Rukawa gli fu subito sopra, afferrandogli il viso e riprendendo a baciarlo, scivolando giù dal materasso, atterrando piano fra le sue gambe e iniziando a strusciarsi contro di lui.
"R-Ru…"
Rukawa non gli permise di parlare, violando la bocca con la lingua, un vorticare di muscoli, saliva bagnata e gemiti…mentre Hanamichi si sentiva sciogliere, avvertiva il suo corpo prepararsi per lui, rilassandosi, lo avrebbe accolto subito, in un colpo solo, lo voleva, era l’istinto a dominare, la voglia di sentirsi aprire con violenza, di impalarsi e godere delle sevizie della sua bocca…
Con un colpo secco, il rossino ribaltò le posizioni, stendendo sotto di sé il compagno e slacciandogli i pantaloni, scoprendo il pene eretto:
"Adesso ne subisci le conseguenze, volpastra malefica!"
Sgraziatamente, Hanamichi lo tirò su di peso, mandandolo a sedere contro la sponda del letto. Non ce la faceva più, lo voleva violentemente in sé, stava impazzendo, solo una parte lontana sperava che il volpino non si fosse fatto male, ma il resto era concentrato a togliersi quei maledetti pantaloni, che non ne volevano sapere di sfilarsi, proprio nel momento più importante!
"Cazzo Hana!!!"
Rukawa, evidentemente illeso, ma ancor più eccitato dal fare brusco della scimmietta, lo spinse indietro, prendendolo per le caviglie e sfilandogli via quei maledetti jeans, quando mai glieli aveva fatti mettere così stretti e sexy!
"Ru!!!"
Hanamichi lo spinse di nuovo contro il letto, e si gettò su di lui, impalandosi con un solo movimento sul suo pene incandescente.
Urlò, non di dolore, schizzando il seme perlaceo sulla camicia color rosso camelia del compagno…un rivolo di saliva gli scese lungo l’angolo della bocca, mentre lo sentiva salire ancora, quel grosso membro che gli bruciava dentro, che lo infiammava, che lo faceva godere così tanto…boccheggiava, quasi soffocato, sentendolo in gola, mai morte sarebbe stata così bella…
"Hana…"
Rukawa lo richiamò a sé, appropriandosi di quella saliva, leccandogli tutto il mento, concentrandosi sulla pelle saporita per non incominciare subito a spingere, quello scemo non gli aveva nemmeno permesso di prepararlo, chissà che male…
"S-Sto bene…"
La testa gli barcollava un po’, ma Hanamichi riuscì comunque ad appoggiarla alla fronte del volpino senza fargli male…erano così belli, i suoi occhi blu, pieni di preoccupazione per lui…e quelle mani, che vagavano un po’ sulla sua schiena, un po’ sul petto, pizzicandogli i capezzoli…
"Ah…Ru…a-aspetta…"
Non gli dava mai retta, ma stava già impazzendo, non poteva anche leccargli il torace…era appena venuto eppure era di nuovo eccitato, non gli dava più fastidio quella specie di grosso paletto infilato su fino nel profondo, era anzi diventato così maledettamente piacevole…in così pochi secondi, e nuovamente al limite…
"Hana…"
"Kae…de…"
Senza aspettare ancora, il rossino si sollevò fino a tenerlo dentro solo per la punta, e poi strinse forte…Rukawa guaì, gli occhi che si spalancavano sentendosi strizzare solo la sommità, tutta la forza del compagno concentrata solo lì, stava per venire anche lui…
"Ti amo…"
lo sentì bisbigliare, prima che il mondo esplodesse.
Lo aveva di nuovo preso in sé. Senza rilassare l’apertura.
Rukawa esplose in urlo quasi doloroso, mentre raggiungeva l’ansa del suo intestino, sentendolo tutto aprirsi, la pelle ancora più sensibile che sentiva le pareti viscide accarezzarlo, modellarsi a guaina perfetta per lui…con violenza si morse le labbra, piantò le unghie nel tappeto spesso, non poteva ancora venire, era presto, voleva fotterselo ancora un po’, era troppo bello, Hana gridava così tanto, il sudore gli costellava la pelle, i muscoli era caldi e stretti, era così bello…
"K-Kaede!!!"
Sakuragi si puntò sulle ginocchia, alzandosi ed abbassandosi in fretta, assaporandolo tutto mentre si muoveva, concentrandosi in quei pochi momenti che mancavano, erano tutti e due al limite, non ce la facevano più, si sentiva esplodere e anche il volpino urlava più del solito, non c’era nulla che li trattenesse…era tempo di venire.
Esplosero insieme, inarcandosi uno contro l’altro, il sudore che si mischiava, la carne che godeva così tanto da far male, la mente si scioglieva, e l’anima che piangeva per il piacere.
(e questa è solo per la mia piccola prociona mannara che si stupiva…mi sono impegnata e l’ho fatta. Dai, la fine del mondo è ancora lontana! n.d.Hymeko)
………
"Stai bene?"
Rukawa afferrò un plaid dal fondo del letto, proteggendo entrambi dal freddo dopo l’orgasmo, mantenendo il loro odore forte in quella specie di guscio improvvisato.
"Sì…"
"Sei proprio un bel carciofo, lo sai?"
Il moro tese il braccio accanto alla sua testa, per fargliela alzare. Poi lo stese sotto, perché avesse un cuscino in grado di stringerlo a sé, di coccolarlo in ogni momento.
"Stupido volpino vorrei farti notare che è partito tutto da te…"
"Hn…ma ti avrei preparato, così è stato tutto…prepotente"
"Non ti preoccupare volpino, ti assicuro che sto benissimo, qua nessuno si lamenta, credimi"
Sbadigliando, Hanamichi chiuse gli occhi. Non aveva la forza di parlargli, in quel momento. Avrebbe aspettato il giorno successivo…uno più, uno meno, in fondo non cambiava nulla.
"Buona notte, Ru"
"Buona notte, amore mio"
Rukawa posò un bacio sul suo zigomo, e si adagiò accanto a lui, contrastando il sonno finché non fu certo che l’altro dormisse. Poi sorrise piano, e dopo un bacetto sulla punta del suo naso, anche lui si lasciò andare.

"Meglio?"
"…scì"
Hanamichi mandò giù un grosso boccone di torta, quasi strozzandosi col cioccolato, e annuì. Erano quasi le dieci della mattina, ed era una fortuna, per loro, che il loro giro dell’India, alla ricerca di nuovi talenti del basket, fosse già concluso. Era la prima volta, in quei quattro anni di collaborazione, che finivano in fretta. Non che ci fosse stato molto da vedere…
‘Senza offesa all’India’
ridacchiò fra sé, appoggiando la testa contro il collo del suo amante.
"Che c’è?"
domandò il volpino, prima di concedersi un lungo sorso di caffè.
"Nulla…pensavo che ormai sono quattro anni e passa che…noi stiamo assieme"
"…hn"
Il moro appoggiò la tazza sul tappeto, volgendo lo sguardo al cielo limpido, fuori dalla finestra. Non pensava molto, in verità, al tempo che scorreva…la sua vita era completamente concentrata sul presente. Stava lentamente obliando i ricordi degli anni precedenti alla…scoperta della verità. Ormai, ricordava appena il volto di Hanako, e il calore del suo corpo era stato annullato da quello di Hanamichi.
"…chissà come sta Sakura"
"…hn"
Già, la loro bambina…ormai non più piccolissima, che studiava in un istituto prestigioso in Canada. Il posto migliore per esser lasciata in pace, avevano deciso. E dove loro potevano far finta d’esser sposati.
"Ci siamo già informati su cosa ci voglia, per prendere la cittadinanza canadese?"
mormorò il rossino, leccandogli la base del collo.
"Hn…un sacco di scartoffie"
Hanamichi rise, sollevandosi e girandosi verso di lui, schioccandogli un bacio sulle labbra:
"Già, meglio passar il nostro tempo a fare l’amore"
"Hn"
Per dimostrargli la sua assoluta sintonia, Rukawa si liberò di tazzine e vassoi, e lo gettò indietro, stendendosi fra le sue gambe, senza dar retta alle sue proteste.
"Stai ferma scimmietta, sto solo attuando le tue parole!"
"No no no!!! Dobbiamo parlare!!!"
Con un colpo di reni, il rossino lo fece scivolare via, liberandosi della braccia forti come tentacoli, che miravano a far di lui la loro preda…
"Hn"
Sbuffando, il volpino si rimise a posto il ciuffo, accoccolandosi sul letto. Per Hanamichi doveva essere una cosa davvero importante…
"Kaede, senti…"
Il diretto interessato inarcò un sopracciglio…iniziava a preoccuparsi. Quell’aria troppo seria non si addiceva al suo ragazzo. No, decisamente era troppo…troppo. Seduto a terra, con un cuscino appoggiato sulle gambe incrociate e un altro stretto al petto, era quasi inquietante.
"Dimmi"
lo incoraggiò, scivolando giù dal letto accanto a lui, giocando con una delle sue belle ciocche rosse.
"Kaede io…ti sei mai chiesto perché mi sia rifiutato di tornare a Zhou Chuan Xiang, le Sorgenti Maledette, e di tuffarmi nella Nan Nichuan?"
La volpe scrollò le spalle:
"Io credo alla motivazione che mi hai dato. Che l’essere donna faceva, e fa, parte di te, e che non volevi perdere la parte preziosa della tua esistenza, che ti ha permesso di avere Sakura"
"Già…"
Il rossino annuì, sorridendo e arrossendo…
"…ma c’è dell’altro, te lo confesso. Non ti ho mai detto nulla perché sapevo che era presto, e che tu…avevi bisogno di stare con me"
si giustificò in fretta, sentendo i muscoli dell’altro irrigidirsi.
"Hn…e secondo te questo tempo è bastato?"
Rukawa lo sfidò: per lui era sempre stato chiaro che i giorni non bastavano mai, a saziare la sua voglia di lui, del desiderio del suo corpo e della passione sfrenata che sapevano creare assieme.
"Io…spero tanto di sì, perché io ho troppo bisogno di…"
Le labbra carnose boccheggiarono un attimo, poi Hanamichi li riaprì, tremanti, dopo che la volpe ebbe intrecciate le loro dita:
"…Kaede io…è tantissimo che ci penso, te lo giuro ho valutato tutte le possibilità, i pro e i contro…Kaede…io vorrei avere un altro figlio"
"………………………………………"
"K-Kaede?"
"………………………………………"
"Kaede per favore…"
Hanamichi strinse più forte la sua mano, fino a far sbiancare entrambe…Rukawa sussultò, liberandosi di scatto e continuando a fissarlo, la mascella contratta, gli occhi sbarrati e fissi sul suo viso, senza vederlo realmente. Il sudore gli colava lungo la schiena, gelido, infradiciandogli la maglietta leggera che s’era messo, per resistere all’aria condizionata.
"Kaede…"
"P-Perché?"
riuscì a balbettare infine…per lui era un brutto colpo. Non credeva che il compagno potesse desiderare una nuova gravidanza…aveva già avuto Sakura, perché ancora un figlio? Non gli bastava lui?
"N-Non lo so…"
gli confessò il rossino, abbassando la testa e portandosi una mano sul ventre, quella superficie piatta e muscolosa che aveva protetto la loro bambina.
"…è che mi sento così…vuoto"
mormorò, scrutandolo fra i capelli rossi.
"V-Vuoto?"
La parola lo schiaffeggiò forte, rimbombandogli infinite volte nel cervello.
Lui…aveva fallito…non lo rendeva abbastanza felice, aveva bisogno di qualcun altro per sentirsi completo, lui…non era stato in grado di farlo felice…
"Non pensar male, stupidissima volpe! Non dubitare di te! È qualcosa di diverso dall’amore fra due persone…è il suo completamento. La fusione di due spiriti. Ecco…"
Hanamichi gattonò fino a lui, accoccolandoglisi al petto, come sempre faceva quando voleva convincerlo di qualcosa, ma in quel momento lo sguardo era serio, senza moine, limpido…
"…io voglio che una nuova piccola vita scaturisca da noi"
"H-Hana…"
Il moro si sciolse da quell’abbraccio troppo caldo, arrancando fino al carrello della prima colazione e riempiendosi un bicchiere di ghiaccio, per poi versarci sopra della spremuta. Attese un attimo, poi buttò giù d’un colpo il liquido freddo, rabbrividendo allo sbalzo termico. Poi replicò l’operazione, prima di barcollare fino al bordo del letto ed accasciarvisi.
"Stai bene?"
Il materasso cedette accanto a lui, quando il compagno vi si sedette.
Come faceva a dirglielo? Era un suo desiderio profondo, ci aveva pensato tanto, lo desiderava davvero, o non gliene avrebbe parlato…che diritto aveva lui di distruggere così quel sogno? Non ci riusciva…non lo voleva veder piangere, o peggio litigare con lui.
Ricordò con un brivido il loro ultimo litigio, per una sciocchezza. Era stato malissimo, anche dopo che avevano fatto pace, lo stomaco gli aveva fatto brutti scherzi per quasi due giorni. Ed era stata una sciocchezza.
Per una cosa simile, che sarebbe accaduto? Che cosa doveva fare? Dirgli di sì?
Scosse la testa, mentre iniziava a fargli male. Avvertì un braccio forte cingergli le spalle, tirarlo a sé.
‘Chissà cosa starà pensando’
Eppure non poteva farci nulla…non aveva ancora il modo giusto per dargli la sua risposta.
‘Io non voglio un altro figlio!!!’
Lui voleva passare le giornate solo con Hanamichi, non con Hanako di nuovo incinta!!!
‘Come faccio a dirglielo?’
Piano piano, scivolò di lato, fino ad appoggiare la testa alla sua spalla, e poi chiuse gli occhi.
Doveva stare attento. Non doveva dargli una falsa speranza cui attaccarsi.
Lui non desiderava un altro figlio.
‘Sono un egoista’
realizzò, succhiandosi l’interno delle labbra.
Era vero, non gli ci voleva molto ad ammetterlo. Lo sospettava già da tempo, ma quella richiesta aveva sollevato ogni velo. Voleva Hanamichi solo per sé. Sendo, Sakura, Hanamichi stesso erano tutte vittime del suo egoismo smodato.
Non desiderava essere al centro dell’attenzione, questo no. Era il contrario. Voleva dare la sua attenzione a una persone sola. E non avrebbe mai permesso che qualcun altro prendesse il suo posto, o quella persona sparisse di nuovo.
No, lo avrebbe convinto, in qualche modo.
Lui non voleva quel figlio.
No. Il cuore gli batteva forte, lo stomaco iniziava a fargli male.
Avrebbero litigato, lo sapeva.
Strinse i denti.
‘Perdonami se ti faccio del male’
"Hana…"
Si staccò da lui, per guardarlo in viso…
"…io non voglio un altro figlio"
Nessun cambiamento nell’espressione del viso del rossino.
Ma il braccio che teneva sulla sua spalla scivolò giù, pietrificato.

Fine parte VIII


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