A Cristina, buon compleanno!!!
Acqua calda, acqua fredda
Parte VI
di Hymeko
"Non credi che Rukawa s'arrabbierà, se facciamo colazione qui?"
Sendo inarcò un sopracciglio, seguendo i movimenti sicuri delle mani grandi di Hanamichi, che preparavano il caffè. Spostandosi a memoria nella cucina.
"Se la cosa mi importasse…"
rispose acremente l'altro, scuotendo le spalle per nascondere nell'indifferenza il proprio disagio. In realtà, la scenata della sera precedente gli scorreva ancora sulla pelle, la sentiva sudicia.
'Che cosa ti è successo?'
si chiese per la milionesima volta, sbadigliando…non aveva dormito molto, quella notte.
Sempre sul punto di scoppiare a piangere, o di andare a tirare una testata al volpino, aveva continuamente fissato le stelle. E, come era stato certo, fin dalla sera precedente, il porcospino non aveva tentato di fare nulla.
Assolutamente, totalmente, completamente nulla. Non l'aveva guardato, non l'aveva toccato. Nemmeno il suo respiro, l'aveva mai carezzato.
'Kaede…'
Non aveva avuto fiducia in lui…rivoli brucianti di sangue avevano scorso tutta la notte, sul suo cuore. Ricordandogli come suo marito avesse preteso, da lui.
'…non sono libero nemmeno di esistere…'
pensò, lasciandosi andare a una cupa malinconia.
"Ehi? Sendo chiama Sakuragi, se ci sei batti un colpo!"
"Eh?"
Hanamichi sbatté gli occhi, sentendosi levare dalle mani la caffettiera.
Accanto a lui, il senpai ridacchiava divertito, accendendo il gas:
"Eri lì da una quarto d'ora a fissare la moka avvitata, se avessi aspettato te il caffè l'avrei bevuto fra due ore…"
spiegò, tornando a sedersi, e accavallando con eleganza le lunghe gambe atletiche.
Quella frase buffa, probabilmente detta proprio per rallegrarlo, fece spuntare un sorriso sul viso triste…Hanamichi si rilassò, posando la schiena contro il mobile di legno chiaro.
"Hanamichi senti…"
Un bel viso sottile, posato sulle mani intrecciate, i gomiti appoggiati sul piano del tavolo…Sendo mosse le lunghe ciglia, ammaliando la sua preda:
"…se hai qualche problema con Rukawa, se ne vuoi parlare, io sono qui. Non esitare, capito?"
Una rapida tormenta di ghiaccio sembrò alitare sulla pelle del rossino, il ricordo si rinnovò con forza, strappandolo alla felicità…la gelosia del volpino, il suo strettissimo senso del possesso…il suo urlargli che gli apparteneva, che era suo, solo suo…
…era la verità, ma Rukawa aveva voluto imprimerglielo a forza, perché lui lo ricordasse in ogni attimo…
…non si era sentito amato, la sera precedente…
Scosse la testa…non comprendeva appieno i motivi che spingevano il compagno a esser tanto geloso, ma lui aveva un segreto da difendere.
"Ti ringrazio, ma è qualcosa di troppo complicato, da spiegarlo a un estraneo…"
mormorò, sottolineando con uno sguardo l'ultima parola…nonostante tutto, lui amava Rukawa, solo lui, e anche i suoi inspiegabili colpi di testa erano compresi…
"…va vissuto dall'interno, per capirlo"
"Ok…"
Il sorriso non si spense sul volto di Sendo, che si alzò stiracchiando le membra longilinee, e scivolando felino fino al rossino…Hanamichi trattenne il respiro, mentre il suo profumo da uomo lo avvolgeva…qualunque cosa avesse addosso, era…eccitante…
'Se ne avessimo bisogno, lo regalerei a Ru…'
pensò, prima di ricordare che il marito era perdutamente furioso, con lui…
"Fuori di qui"
Una voce, fredda e lontana, fece sussultare entrambi…due visi scioccati si girarono verso l'ingresso ancora in penombra, dove una figura tesa osservava i due corpi di fronte a sé, vicini…
"Tutti e due, fuori. Adesso"
ordinò senza muoversi, fissando entrambi e nessuno in particolare, come fossero due statue a malapena degne di nota.
"K…R-Rukawa"
farfugliò Hanamichi, mentre fiumi di sudore freddo colavano lungo la sua schiena, e brividi incontrollati gli accapponavano la pelle…
"Non mi avete sentito? Ho detto di andarvene"
Senza nemmeno far finta che qualcosa li avesse mai legati, il volpino sparì verso l'ingresso, seguito a ruota dai due giovani allibiti…non era da lui, lasciarsi freddamente guidare dalla rabbia.
Un cappotto, una giacca leggera…Rukawa li tirò addosso ai due, spalancando la porta.
"Fuori"
ripeté senza sentimento, fissando negli occhi prima uno, poi l'altro, indistintamente, come se il nulla che lo legava a Sendo valesse anche per Sakuragi…
…senza pensare al male che faceva al suo compagno, spinse i due uomini fuori dalla sua casa, dalla casa che era stata di uno di loro, prima che gli si rivelasse.
Uno schiocco secco, e l'uscio si chiuse, ergendosi incrollabile fra loro.
"C-Ci ha sbattuto fuori!"
esclamò Sendo, pestando un piede per terra…
"Quella stupidissima volpastra pulciosa e rabbiosa! Ma pensa un po' te, spero che le zecche se lo mangino vivo! Che i pidocchi gli infestino tutti i capelli, così si dovrà radere a zero…"
I suoi occhi si spostarono sul rossino, che ancora fissava vuotamente il traffico che scorreva indifferente, davanti al loro cancelletto…
"…come hai fatto tu!"
trillò il moro, dandogli una pacca sulla spalla, cercando un modo per tirarlo su di morale.
Rukawa aveva profondamente ferito il kohai, e poteva immaginare il perché, ma non ne conosceva la causa, con certezza. Poteva aver il sospetto che fosse a causa sua, ma finché qualcuno non avesse parlato, lui non si sarebbe preso la colpa. Conosceva troppo bene gli irrazionali pensieri umani, da agire prima di avere la certezza d'esser la causa scatenante.
"Dai Hana, andiamo a prendere un caffè caldo, non possiamo rimanere qui"
Scrollandosi via l'apatia cui si stava lasciando andare, il rossino scosse la testa, senza guardarlo.
Non voleva stare con lui…averlo al fianco, gli ricordava la gelosia di Rukawa, e di conseguenza il volpino stesso.
Gli faceva male, era troppo lancinante quella punta acuminata piantata nel petto, per fare altro. Aveva bisogno di solitudine, di tranquillità, di un luogo introverso e silenzioso, dove poter pensare. A loro, a se stesso…a Rukawa, ai suoi sentimenti…alla possibilità di dirgli addio.
Il pensiero di tornare da lui gli faceva male…stare con lui, non sembrava più l'idillio cui era sempre stato abituato. E tutto, era iniziato il giorno in cui non si era buttato dalla scogliera, la notte in cui gli aveva svelato d'essere Hanamichi.
'Non avrei dovuto dirgli la verità…'
pensò amaramente, mentre il suono del saluto di Sendo gli blandiva superficialmente i timpani, prima di svanire dalla sua mente…
"…papà?"
Nulla, invisibile alla sua attenzione…Sakura si avvicinò di un altro passo alla figura accovacciata nell'ombra, che riempiva il vano dell'ingresso…non le aveva risposto, non l'aveva guardata, non aveva adagiato gli occhi blu nei suoi…
…cos'aveva, il suo papà?
"Papà?"
ripeté, con più energia…come mai non le rispondeva?
"S-Sakura?"
Rukawa alzò lo sguardo, finalmente risvegliato dalla profonda pozza d'acqua scura, in cui si era inabissato.
La loro bambina, la sua piccola bambina, lo guardava un po' frastornata…passandosi una mano sugli occhi, tese un braccio verso di lei, invitandola ad accomodarsi nel suo abbraccio.
Solo allora notò il piccolo pupazzo che teneva stretto in mano, una graziosa, morbida scimmietta con la cresta rossa…era un regalo della sua mamma. Ricordava ancora quel pomeriggio dal sapore ormai fiabesco, in cui Hanako era rientrata con quel buffo peluche in mano…Sakura era impazzita di gioia, l'aveva eletto subito a pupazzo favorito…
…gliel'aveva donato la donna che lui le aveva tolto…
…ed era abbastanza schietto da ammettere che, in fondo al cuore, iniziava a pentirsi di averlo fatto…
"Papà"
mormorò lei, accoccolandosi fra le sue braccia, respirando il suo calore.
"Che cosa c'è, piccolina?"
Il giovane uomo sospirò fra sé, sentendo il piccolo viso strofinarsi contro il suo sterno.
"Voio mamma"
Le palpebre del moro si strinsero, i denti morsero a sangue le labbra, perché non pronunciasse ciò che aveva sulla lingua…
'…anch'io'
avrebbe voluto dire…
"Lo so, Sakura, lo so…ma lei non c'è più"
tentò di affermare, senza convinzione…mentiva a sua figlia, ma non poteva dirle la verità. Non avrebbe mai capito…e mascherava con quella sporca bugia la necessità di riavere Hanako, e non Hanamichi, con sé.
Sendo non avrebbe mai tentato di portargliela via…lui non sarebbe mai stato tanto male, e lei sarebbe stata lì, a sorridergli.
"Dove è?"
La figlia riconquistò la sua attenzione, guardandolo coi suoi immensi occhi, specchi di tristezza…
"In cielo, a far compagnia alle stelle…"
rispose lui, come aveva concordato col rossino…quella degli astri era una bella immagine, che alla bambina sarebbe sicuramente piaciuta…era stato Hanamichi, a suggerirla…
"E non tornerà più?"
"No…però, il 15 di agosto, lo sai che le stelle rigano il cielo?"
"Sì"
"Beh, quelle sono in realtà le lacrime di tutte le mamme e i papà che ci guardano da lassù, che piangono perché non sono più accanto alle loro creature…in quella particolare data, le possiamo vedere con più chiarezza"
Sul viso di Sakura si allargò un tenue sorriso:
"Ci sono anche quelle di mamma?"
Rukawa annuì, carezzandole i capelli morbidi, riconoscendo in quella leggerezza le ciocche di Hanamichi…la figlia aveva preso così tante qualità, da lui…
"Sì…ci saranno anche le sue…"
"Hn…"
Facendo proprio il tipico mugugno paterno, la piccola si accoccolò meglio fra le sue braccia, ascoltando il tempo passare silenzioso, ritmato dal battito del suo cuore…
"Papà?"
"Dimmi…"
Il volpino deglutì…per lei era solito sforzarsi, nel parlare, ma non aveva mai preso l'abitudine.
"Tu triste?"
Un tuffo al cuore, che perse qualche battito…il dolore era tale che Rukawa si dovette premere il petto, per sopportarlo:
"Sì…"
"Per la mamma?"
"…sì"
decretò, senza lasciarsi influenzare dagli avvenimenti più recenti.
"Dove Hanamichi?"
Già, dov'era? Non poteva dirle che se n'era andato perché lui l'aveva cacciato…
"…è dovuto andare via"
spiegò infine…non era una bugia, in fondo.
"Tu litigato?"
"Hn?"
si lasciò sfuggire…cosa aveva capito Sakura?
"Litigato?"
ripeté lei, guardandolo fisso…ma quando si accorse che lui non le avrebbe risposto, la piccola si puntò sulle sue gambe, s'allungò e passò le morbide dita sulle sue guance:
"Lacrime"
gli soffiò sulla pelle, prima di rincantucciarsi ancora fra le sue braccia, lasciando il padre a bocca aperta.
'Incredibile…molti degli aspetti del carattere sono di Hanamichi, ma l'ingegno e l'arguzia sono da volpina…'
commentò fra sé e sé, soddisfatto.
"Sì…sono lacrime…abbiamo litigato"
Come avrebbe reagito, non lo sapeva, ma…non avrebbe più trattato Sakura come una bambina piccola. Nel suo sguardo indagatore, c'era una luce molto più vivace, che nei piccoli della sua età. Lei stava ponderando tutte le possibilità; stava decidendo cosa dire, come interagire con lui…Rukawa si chiese se esserne fiero, o meno…
"Tu…vuoi bene Hanamichi?"
Non le avrebbe mentito, non sul suo amore per il rossino…
"Sì"
rispose semplicemente, pregando che quel sentimento non fosse destinato a svanire in breve tempo…
"Tanto tanto?"
domandò lei, avvolgendosi una ciocca di capelli attorno a un dito.
"Sì"
confermò Rukawa, senza sfuggire ai suoi occhi.
"Come alla mamma?"
Benché avesse già una risposta sulle labbra, il moro si fermò. Dirle che lo amava di più non era esatto…era sempre lui, in fondo. Solo le apparenze erano diverse…ma Hanamichi era Hanako. Inoltre, non voleva che guardasse a lui come a un usurpatore, a un uomo cattivo che aveva spodestato la madre dal suo cuore…l'aveva appena persa, ed era troppo piccola, per capire.
Scosse la testa…non avrebbe messo Hanako al primo posto, ma nemmeno al secondo. Concentrandosi su Sakura.
"In modo diverso…lei era la tua mamma. Hanamichi non potrà mai essere madre…"
(più o meno…n.d.Hymeko ^^;;;;;;;;;)
"…Hanako mi ha donato te, mentre lui ha solo se stesso…non si può fare un paragone, comprendi?"
"Sì"
mugolò lei, soddisfatta…ma mentre strofinava il volto contro il suo sterno, qualcosa attirò la sua attenzione. Un muscolo possente, che batteva incessante nel profondo del suo petto.
Rukawa osservò le dita piccole della figlia risalire lungo il suo corpo, fino a puntarsi sul suo cuore…attese, mentre lei ne disegnava i contorni…
"Mamma…è qui?"
Il volpino accennò un sorriso…Hanamichi vi sarebbe stato per sempre, in qualsiasi forma:
"Sì…la mamma è lì. E qui?"
chiese, solleticando il petto della figlia.
"Sì, anche lì!"
rise lei, alzandosi di scatto e gettandogli le braccia al collo, stringendolo forte e stuzzicandogli il cuoio capelluto col respiro.
"Andiamo a mangiare?"
propose il padre, ritornando un po' alla vita…tenendo la loro bambina stretta fra le braccia, poteva sognare si abbracciare Hanamichi…il suo profumo, in fondo, era lo stesso…
"Sì!!!"
esultò Sakura, perdendo le ultime tracce di tristezza…la meraviglia dei bambini, era sapersi riprendere la vitalità, che le sciagure della vita tentavano di sottrarre loro…i ricordi rimanevano come piccole cicatrici, non più dolorose. Avrebbe di certo ancora pianto la madre, ma non si sarebbe fermata a rimuginare sulla sua scomparsa…la sua immensa vivacità, l'avrebbe portata a superare…a tornare a splendere…
'Vorrei avere la sua forza…'
penso Rukawa, adagiandola su una sedia, e gettando uno sguardo cupo alla caffettiera che giaceva sul piano del mobile, dove il rossino era stato costretto ad abbandonarla…
"Papà…voi pace?"
Quasi leggendogli nel pensiero, la bambina espresse ad alta voce il suo dubbio…Hanamichi sarebbe tornato da lui? Non ne era tanto sicuro…non era stato gentile con lui. Senza alcuna prova, senza neanche avere la convinzione che fosse accaduto qualcosa, in realtà, lo aveva cacciato assieme a Sendo…assieme a colui che più temeva.
Il tutto, pur di non vederli più uno accanto all'altro. Vicini, gli sguardi che si attiravano leggeri, ma carichi d'energia.
C'era troppo feeling, fra quei due…e lui si era sentito improvvisamente escluso, come rinchiuso in una torre di cristallo da cui non poteva uscire.
Poteva guardare, ma non sfiorare la coppia sorridente che gli si era parata davanti. In quel momento, Hanamichi non si sarebbe lasciato raggiungere da lui…di conseguenza, aveva perso la testa.
Lo aveva cacciato assieme a Sendo…e l'unica, minuta, folle speranza che gli rimaneva, era che non fossero assieme.
'Anche se me lo meriterei'
pensò amaramente, mettendo l'acqua nel bollitore.
Se Hanamichi avesse deciso di farsi consolare un po' dal porcospino, magari passeggiando assieme per la città, lui non si sarebbe sorpreso. Il suo amante era una persona in grado di far male, quando voleva, e lui…se l'era decisamente meritato.
'Ma mi andrebbe bene comunque…fammi quello che vuoi, basta che torni da me…'
………
Il leggero tonfo della porta che si chiudeva, alle sue spalle, aleggiò nella camera buia, insinuandosi nelle orecchie del giovane uomo seduto accanto alla finestra.
Due occhi si spostarono dallo spettacolo della città illuminata, percorrendo a ritroso il viaggio di quel suono, arrivando a incontrare un altro paio d'occhi, scuri ma dolci, color della terra accogliente.
Il compagno della sua vita era tornato, era lì…
"Sakura mi ha fatto entrare…"
La sua voce, un nuovo suono limpido…Rukawa rimase seduto, a farsi cullare.
"…mi ha pregato di consolare il suo papà"
continuò Hanamichi, avanzando fino al letto, ma senza oltrepassarlo, senza giungere fino a lui.
"Hn"
Nel cielo sopra Tokyo, una pallida falce di luna sottile sfavillava nell'aria tersa, talmente fredda da sembrare ghiaccio…il moro scivolò in piedi, appoggiandosi contro la finestra.
Era lì…era tornato da lui…non poteva perdere quell'occasione. Avrebbe perdonato tutto, qualsiasi cosa avesse fatto con Sendo, lui l'avrebbe dimenticata.
Non gli importava di se stesso, voleva solo…averlo ancora al proprio fianco.
"Sembri gelato…"
mormorò, oscillando fino a lui.
"Un po'…"
rispose il rossino, stringendosi nelle braccia…le mani bianchissime si tesero verso di lui, quasi ad assicurarsi che fosse davvero lì, che non svanisse veloce, che non fosse un miraggio della sua mente stanca, e desiderosa di averlo di nuovo con sé…
"Sei gelato"
constatò il moro, sentendo il maglione freddo piegarsi sotto le sue dita, assorbire il calore dalla sua pelle.
"Non è nulla"
si schernì Hanamichi, allontanandosi leggermente da lui, incapace di affrontare quelle gentilezze, senza saper giungere al nocciolo della questione…senza opporre resistenza, si lasciò avvolgere in un pesante coperta. Senza opporre resistenza, permise a Rukawa di abbracciarlo, in silenzio.
"Vuoi che ti prepari un bagno caldo?"
Il sussurro dell'altro gli scaldò il collo…il rossino scosse la testa, abbandonandosi al calore tiepido che iniziava a filtrare nei suoi muscoli.
"No…va bene così"
"Hn…"
Rukawa annuì, aumentando la forza della sua stretta, ora che sapeva che l'altro non l'avrebbe respinto…
"…hai preso così tanto freddo"
osservò, strofinandogli la schiena con le mani.
"Sì…ho camminato tutto il giorno, nel parco del Palazzo Imperiale"
"Hn…avresti dovuto sederti, e bere qualcosa di caldo"
lo rimproverò dolcemente, benché il suo cuore preoccupato sanguinasse, al pensiero delle sue mani screpolate dal freddo.
"…non avevo soldi con me"
confessò Hanamichi, suggerendo una muta accusa…era stato il volpino a buttarlo fuori, quella mattina, senza dargli il tempo di prendere il portafogli…
"…potevi farti offrire qualcosa da lui"
ribatté asciutto il volpino, stringendolo più forte a sé…il suo non era più un abbraccio, ma una stretta, un possesso…in quel momento, non c'era amore…
…e Hanamichi lo sentiva…
"Stupido volpino!!!"
STOCK!!!
Rukawa si massaggiò la fronte, squadrando il compagno che lo guardava minaccioso, dall'alto…con un calcio improvviso lo gettò a terra, stendendosi su di lui, bloccandolo col suo peso sul tatami.
Ma con sua sorpresa, il rossino non fece resistenza, accettando il suo dominio passivamente…il suo viso era perso nella notte lontana, nel frammento dei suoi occhi che intravedeva, Rukawa vedeva solo una domanda inespressa, dolorosamente conficcata in profondità
Lentamente, avvicinò il viso al suo, respirando piano…i capelli neri accarezzarono la sua pelle abbronzata, blandendola piano…le labbra socchiuse si posarono sull'angolo della sua bocca, succhiandone dolcemente la morbida perfezione.
"Perché pensi che debba per forza esserci stato qualcosa, fra noi?"
Hanamichi girò il viso, per guardarlo…Rukawa dovette mordersi l'interno della guancia, per trattenersi dall'abbassarsi di nuovo, baciare le sue labbra, e perdersi in quell'innegabile dolcezza…non era ancora il momento, prima dovevano sistemare ciò che era successo…
"Stanotte ho dormito pochissimo, pensavo a noi…e ti assicuro che Sendo mi ha a malapena guardato. E stamani…"
Una fitta attraversò il petto del volpino, che si sentì, improvvisamente, un fallito…non c'era menzogna nei suoi occhi, la sua voce era limpida…e lui, aveva sbagliato tutto…
"…me ne sono andato dalla parte opposta, rispetto a lui…sono stato tutto il giorno da solo"
concluse, rilassandosi. La sua parte l'aveva fatta, non aveva altre spiegazioni da dare…quella era la verità, e stava al suo volpino accettarla o meno…
Rukawa chiuse gli occhi, avvertendo l'interno del proprio corpo tremare…lentamente, accostò i loro volti, guancia contro guancia, teneramente a contatto…sapeva di aver sbagliato, di averlo ingiustamente trattato malissimo, senza nemmeno lasciarlo parlare. Era anche pronto ad ammetterlo…se quella paura l'avesse lasciato libero.
Paura…terrore che le sue scuse fossero insufficienti…che Hanamichi decidesse comunque di lasciarlo, anche solo temporaneamente, per schiarirsi le idee…
…non poteva accettarlo, lui aveva bisogno di Hanamichi, dipendeva totalmente da lui, ora che sapeva…si era ridotto a uno straccio in una giornata, o poco meno…
…che avrebbe fatto, se lui lo avesse lasciato?
"Perché non hai fiducia in me?"
sentì bisbigliare, mentre una lacrima incontrava la sua pelle.
…stava piangendo…Hanamichi stava piangendo…
…a causa sua…
Fine parte VI
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