A Yuki-kushinada, sorry se ci ho messo tanto.



Acqua calda, acqua fredda

Parte IV

di Hymeko


"Stupido volpino, non ti hanno ancora usato come pelliccia?"
Hanamichi s'appoggiò mollemente contro il guardrail, sfuggendo accuratamente gli occhi del compagno.
Un aereo passò basso, diretto probabilmente all'aeroporto di Haneda, poco distante…ringraziando il suo rumore, che copriva i suoi pensieri, il rossino sfiorò casualmente la sua mano, avvertendo una scarica elettrica, e la pelle accapponarsi.
"Hn. Sei scappato dal circo, rossoscimmia?"
"Maledetto come osi apostrofare così il Gen…"
La campanella troncò la sua frase, il sangue defluì dal suo viso…i bambini presto sarebbero usciti dall'asilo, e fra loro…
"Sakura"
chiamò Rukawa, prima che Hanamichi potesse impedirglielo.
In quel momento, l'idea di vedere la loro figlia lo terrorizzava…
"E si mi riconosce?"
bisbigliò atterrito, implorando lo sguardo blu di lasciarlo scappare…
"Idiota…"
rispose semplicemente Rukawa, inginocchiandosi per accogliere fra le proprie braccia la piccola, raggiante dal trovare lì il suo papà.
"Papà papà!"
trillò, abbracciandogli il collo con le braccina morbide.
"Ciao Sakura, oggi sono venuto a prenderti!"
La bimba rise, estasiata, prima di accorgersi, imbronciandosi, del ragazzo alto accanto a loro. Dei suoi occhi castani, che non si staccavano da lei.
"Papà…lui?"
domandò, agitando una manina.
"Hn. Lui si chiama Hanamichi…era un compagno di scuola di papà"
"P-Piacere"
Hanamichi si ricordò di sorridere, prima di allungare una mano e stringere le dita tozze di lei.
"Come si dice?"
la spronò Rukawa, posandole un bacio su una tempia.
"Piacere…"
gli rispose lei, ancora indecisa se quel rossino le piacesse e o meno.
"…è alto più te"
confessò al padre, allungando una mano verso l'alto.
"Di poco, di poco…vuoi andare da lui?"
Sakura sbatté gli occhioni, scrutando pensosa il ragazzo in attesa…poi annuì, sciogliendosi in un magnifico sorriso.
Hanamichi riprese a respirare, liberando l'aria che aveva inconsciamente trattenuto…obbedendo al cenno di Rukawa, la prese fra le braccia, facendola sedere su una spalla.
"AAAhhhhhhhhh!!!!!"
trillò lei, estasiata.
"Alto, alto!"
gridò, abbracciando la testa del giovane…mentre Rukawa, accanto a loro, sbuffava divertito:
"Ehi, non sono così basso!"
"Papà lui alto!"
"Sì, è alto…"
"…è anche bello! Tanto bello!"
"Lo so piccola, è davvero bellissimo"
Il marciapiede era costellato di crepe…Hanamichi avvampò, interessandosi a quelle incrinature, grato di non dover alzare lo sguardo…
"Lo invitiamo a prendere un tè?"
"Sì…sì…mamma!"
Con un pizzicotto, Rukawa impedì al rossino di rispondere, precedendolo:
"La mamma tornerà tardi, probabilmente Hanamichi dovrà andare via prima"
"Eh? Ah…sì"
Sospirando, il volpino fece strada, verso la porta della loro casa.
………
"Poi bevuto tè, mangiato pop-cor!"
"Pop-corn…"
la corresse Rukawa, troppo sensibile agli storpiamenti dell'inglese.
"Sì! Poi giocato basket con papà!"
Allegra, Sakura agitò il pugno chiuso attorno al manico del cucchiaio, spargendo purè per il tavolo…con un sospiro, Hanako prese quell'arma e iniziò a imboccarla, salvando il resto della cucina da un attacco di varicella cremisi.
"Davvero?"
chiese, fingendosi meravigliata…non avevano passato un attimo soli, da quando era rientrata, circa un paio d'ore dopo la partenza di Hanamichi. Sakura si era impadronita di lei, narrandole col suo meraviglioso modo fanciullesco, lo sbalordimento che le aveva scatenato <l'amico alto del suo papà>.
"B-lliscimo"
biascicò, mandando giù un boccone di pesce.
"Ho capito, ho capito…adesso però mangia, o papà non lo porterà più, qui a casa. Capito?"
Spaventata, Sakura sgranò gli occhi, correndo a cercare quelli del suo papà…solennemente, il volpino annuì, dando man forte alla moglie.
I piatti vennero svuotati in fretta, e mentre i due adulti riordinavano la cucina, Sakura fece il disegno per l'asilo…
"Un uomo alto coi capelli rossi"
mormorò Rukawa, adocchiandolo dall'altro.
"Davvero?"
la voce di Hanako tremò, mentre osservava il suo ritratto, disegnato dalle linee infantili di sua figlia…era innegabilmente lui, con una piccola bimba appollaiata su una spalla, e un giovane più basso accanto…
Rukawa scrutò la donna, poi si sedette accanto alla bimba e la aiutò a colorare, senza badare alle occhiatacce che riceveva…si concentrò soprattutto a sfumare i capelli di tutte le tonalità di rosso, che la piccola aveva nell'astuccio…
"Domani ti compro altri colori"
mormorò soprappensiero, temperando una matita.
Hanako scosse la testa, affondando nel divano e accendendo la tv…i programmi scorsero vuoti davanti ai suoi occhi, con il cervello altrove lesse il televideo, fermandolo spesso su pagine per lei inutili, come gli orari dei voli o i titoli azionari.
"Facciamo cuori?"
"Certo"
Rukawa sorrise piano, davanti al viso incredulo della moglie, che s'era voltata sconvolta, al suo acconsentimento…prese un pastello rosso e iniziò a fare tanti piccoli cuoricini attorno alle tre figure, accompagnato dalle risa della bambina, che adorava a sua volta, riempire i quaderni di cuori.
"Per te…"
le sillabò, senza che Sakura lo vedesse…Hanako si voltò senza rispondergli, stringendosi in sé e chiudendo gli occhi, impedendosi di vedere ancora…ma non poteva obbligare le sue orecchie a non ascoltare la felicità della figlia, via via che il foglio si riempiva di altri particolari.
………
"Andiamo a letto?"
mormorò il volpino, dopo un ennesimo sbadiglio di Sakura.
"Sì"
borbottò lei, strofinandosi gli occhietti.
"La porto a dormire"
Rukawa si alzò, prese la bimba fra le braccia e sparì oltre la porta, col docile fagotto stretto al petto. Nonostante tutto, Hanako avrebbe preferito che Sakura facesse i capricci…avrebbe potuto rimandare la discussione, almeno.
Invece, il volpino in pochi attimi fu davanti a lei, con un bicchiere d'acqua calda in mano.
"C-Che vuoi fare?"
"Guardare il ragazzo che amo"
Lei scosse la testa:
"S-Sakura…"
"Non preoccuparti, dorme…e ho lasciato socchiusa la porta, la sentiremmo se dovesse scendere"
"K-Kaede…"
"Ssshhh"
Senza sentire altre ragioni, Rukawa immerse la dita nel bicchiere, impregnandole di perle di calore, accarezzando con esse una guancia della donna…davanti a lui, Hanako tornò ad essere Hanamichi.
"Hai visto? Già ti adora…"
mormorò il volpino, accoccolandosi accanto a lui, e tendendosi per scioccargli un bacio sulle labbra.
"N-Non vuol dire nulla…mi ha visto solo una volta"
Hanamichi sfuggì alla sua bocca, mettendo fra loro un grosso cuscino…il compagno stava correndo troppo, stava praticamente decidendo anche per la figlia, senza usare un minimo di razionalità, ragionando solo col cuore.
"Hn…hai ragione"
biascicò l'altro, allungandosi per scavalcare il cuscino…
"Lo so"
sgattaiolando via, il rossino lo fece finire steso sul divano…Rukawa rotolò giù con un grugnito, inseguendo il compagno che s'era intrufolato in cucina.
"Kaede, è troppo presto"
decretò Hanako, chiudendo il rubinetto con un brivido.
"Hn…ma è proprio necessario tutto questo, per farmelo capire?"
rispose il volpino, accarezzandole lentamente il seno.
"Uhm…sì. Finché Sakura non mi avrà conosciuto meglio"
ridacchiando, la donna si dileguò su per le scale, invitando con una mano il marito a seguirla.
"Non resterai così"
Rukawa lo promise al cielo scuro, oltre la finestra.

"Hn…c'è tutto"
Il moro osservò soddisfatto i vassoi che si stendevano sul tavolino, accanto al dondolo abbracciato dall'ombra dei ciliegi.
"…è un vero peccato che non sia primavera"
mormorò, osservando le fronde cariche di foglie forti, ma non delle meravigliose nubi rosate di fiori, che lo facevano impazzire. Aveva riempito il giardino di ciliegi…per Sakura, come motivo ufficiale. Per avere sempre davanti agli occhi un'immagine Hanamichi, in realtà.
"Grazie…"
bisbigliò loro, quasi lo avessero riportato a lui.
I rami risposero con un fruscio, mentre una piuma scivolava giù dal cielo, posandosi fra i piatti colmi di stuzzichini.
Rukawa si affrettò a toglierla, a donarla alla terra. Nulla doveva turbare la perfezione del pomeriggio che aveva progettato. Se fosse tutto andato come nel suo piano, presto Hanamichi avrebbe capitolato, accettando di eliminare finalmente Hanako, di diventare ufficialmente il suo compagno gay…Sakura lo adorava, anche quella mattina non aveva fatto altro che parlare di lui. E, per convincerlo, lo aveva spedito a incontrarla, per caso, dopo l'asilo. Accompagnandola a casa, solo loro due soli.
"E poi…una bella merenda"
Brioche al salmone e maionese, altre con speck e cetriolini, pasticcini di ogni forma e tipo, dolcetti tradizionali con la deliziosa marmellata di fagioli rossi…
(quanto mi piace *_____________________________________* n.d.Hymeko)
…aveva rovistato in almeno sei pasticcerie, occidentali e non, per trovare qualcosa di veramente speciale.
"Ma ne è valsa la pena"
constatò, immaginandosi estasiato il suo amato rossino che imboccava, ridendo, la loro piccola.
Lo squillo del telefono lo distrasse dai suoi pensieri…Rukawa adocchiò l'ora, ormai dovevano essere per strada.
'Sarà lui che mi avvisa che la sta accompagnando a casa…'
"Pronto?"
"Buon pomeriggio, parlo col signor Rukawa?"
Non era la voce di Hanamichi, né di Hanako…
"Sì"
"Sono il tenente di polizia Son, del distretto di Meguro-ku"
'Un tenente di polizia?'
La mente di Rukawa subì una violentissima scossa, mentre del sangue colava sul volto di Hanamichi, sulle guance di Sakura…
"È…successo qualcosa?"
"Non si preoccupai, sua figlia sta benissimo. La prego, venga al commissariato"
"M-Mia figlia? È-È sola?"
"La prego, non posso spiegarle per telefono"
"C-Capisco…arrivo"
Rukawa chiuse a malapena la porta a chiave, prima di schizzare verso la strada principale, e gettarsi in un taxi…mentre l'auto sfrecciava per le vie trafficate, tutto il suo essere pregava, perché il suo Hanamichi stesse bene.
'Ti prego…fa che sia vivo'
implorò il cielo, trattenendo le lacrime.
………
"Papà papà"
"S-Sakura…stai bene?"
"Sì"
La prese in braccio e la strinse a sé, nonostante non fosse lei quella per cui era preoccupato…non lo vedeva, Hanamichi non era lì con lei.
'Hana…ti prego…'
Un giovane si inchinò davanti a lui:
"Lei è il padre di questa bambina?"
"S-Sì…è successo qualcosa?"
"Papà loro non ascoltato"
Il moro sbatté le palpebre, senza comprendere:
"Che sta succedendo? Perché è in una stazione di polizia?"
Il poliziotto lo condusse a una scrivania:
"Non si spaventi…come vede, siamo arrivati in tempo"
"In tempo…per che cosa?"
domandò pressante, iniziava a non sopportare più quella situazione d'incertezza…non gli aveva ancora detto nulla, riguardo Hanamichi…
"Noi…pensiamo che sua figlia sia stata vittima di un tentativo di rapimento, da parte di un maniaco"
"Cosa???!!!"
"Non si agiti…un passante ci ha avvisato, un agente è intervenuto e il rapitore è stato arrestato. A sua figlia non è accaduto nulla"
"Papà"
"Ssshhhh lasciami parlare col signore"
Sakura appoggiò la fronte contro la base del suo collo, sapeva che era inutile discutere con lui, quando faceva così.
Il giovane tenente si sgranò la voce:
"Abbiamo ricostruito il fatto: la bambina è stata avvicinata mentre era sola, per strada, dopo esser uscita dall'asilo…"
'Per strada? Dov'era Hanamichi? Che sia stato…no, non può essere successo!'
Rukawa si rigirò sulla sedia, spostando la figlia da un braccio all'altro.
"…lì è stata accostata da un giovane, le ha comprato il gelato e s'è offerto di accompagnarla a casa. Il gelataio, insospettito dal suo aspetto, ci ha chiamato immediatamente. E noi siamo intervenuti, assicurando quel maledetto alla giustizia"
"Papà…"
"Dopo, Sakura. Non c'era nessun altro, con lei?"
Il giovane scosse la testa, senza aggiungere nulla.
"Hn. Dov'è ora?"
Il tenente accennò con la testa dietro di sé:
"In cella, naturalmente"
"Voglio vederlo"
Digrignando i denti, Rukawa si alzò, deciso a guardare in faccia l'uomo che stava per rapire sua figlia, e che aveva fatto chissà cosa all'uomo che amava. Lo avrebbe fatto cantare…oh, avrebbe implorato, di parlare.
"Mi segua"
Sakura scivolò fino a terra, zittita dall'occhiata del padre…il volpino tirò dritto, senza guardare nessun altro, imponendosi di resistere alla tentazione di fare una strage, di quella gente che non sapeva dirgli dove fosse il suo rossino, perché non fosse intervenuto, a difendere la loro bimba…
'Sicuramente gli è accaduto qualcosa di davvero grave…o non gli avrebbe permesso, d'avvicinarsi a lei!'
Le celle scorrevano su entrambi i lati del corridoio, immerse in piena luce, perché i prigionieri non avessero un attimo di riposo…lo sguardo duro del volpino scrutava nel profondo quei luoghi stretti, deciso a straziare il volto maledetto, che aveva fatto del male a Hanamichi.
"Kaede!!! Finalmente sei qui!!! Fammi uscire ti prego!!!!"
"H-Hana?"
Persino Rukawa perse la sua imperturbabilità, quando si ritrovò il rossino di fronte, ma oltre le sbarre della prigione.
Il tenente, al suo fianco, sussultò, avvampando di colpo:
"A-Allora…lo conosce davvero?"
Il volpino passò gli occhi da uno all'altro, senza capire…fu Sakura a interrompere il silenzio:
"Cercato dire, ma non ascoltato"
"C-Cosa?!"
Rukawa si inginocchiò davanti a lei, prendendola delicatamente per le spalle.
"Me cercato dire lui amico, ma nessuno creduto"
"È vero!!! Anch'io ci ho provato!!! Ma nessuno ci ha voluto dar retta!!! Kaede fammi uscire mi hanno scambiato per un pedofilo!!! Aiutami!!!"
"V-Voi avete pensato che…Hanamichi, proprio Hanamichi…potesse far del male a…Sakura?!"
Il moro passò gli occhi dalla figlia all'amato, al poliziotto che, compresa la gaffe gigantesca, non osava più rivolgergli lo sguardo, e…scoppiò a ridere. Così di gusto, che le lacrime gli scendevano dagli occhi, e le gambe non lo reggevano:
"T-Tu…un maniaco…rapire Sakura!!! Ah ah ah ah!!!"
Hanamichi diede una manata alle sbarre, non sopportando più di vedere il volpino rotolarsi per terra, squarciato dalle risate, mentre lui era ancora lì:
"Smettila di ridere maledetto!!! Non lo vedi quanto sei OOC???!!!"
(^__________^;;;;;;;;;;;;;;;; n.d.Hymeko)

"Incredibile…tu, che sei sua madre…arrestato per rapimento della tua adorata bimba!"
Rukawa tirò a sé il rossino, che però gli piantò una gentile gomitata nello stomaco:
"Non osare toccarmi! T-Tu maledettissima volpaccia pulciosa rabbiosa e spelacchiata!"
"Che hai?"
Il moro recitò la parte del cucciolo ferito, assumendo la sua miglior espressione da volpacchiotto afflitto, quella che faceva impazzire Hanako. E quindi, Hanamichi…
"Come che ho! Sei stato lì a ridere mentre io ero…ero…"
"Dietro le sbarre!"
terminò spensieratamente l'altro, imboccandolo con una delle brioche, residuo del pomeriggio.
L'allegra merenda naturalmente non c'era stata…appena i poliziotti avevano smesso di scusarsi, Hanamichi era letteralmente filato via, lontano da quella stazione di polizia.
L'avevano trovato a casa, come Hanako, a buttar giù tazze di tè bollente come fossero state acqua fresca. L'unica fortuna di quel pomeriggio sventurato, era che Sakura aveva dato prova di una grandissima affezione, per Hanamichi. Aveva fatto molta fatica per staccarla da lui, per permettergli di andare.
"Sei convinto adesso, che Sakura sia pazza di te?"
gongolò il moro, mordendo un pezzetto di brioche e imboccandolo, con le labbra.
"Sci…"
Hanamichi annuì, ingoiando, poi scosse la testa:
"…questo non vuol dire che abbiamo il diritto di privarla della madre, per farla allevare da due maschi"
concluse, sottolineando l'ultima parola.
"Hn…hai paura che il nostro amore possa farla venir su complessata, o simili?"
Il rossino sbuffò, posando una tempia sulla spalla del marito, che gli cinse la vita con un braccio, posandogli un bacio sulla fronte:
"Più o meno…e ho anche paura della reazione degli altri bambini…sai che non ci vanno giù teneri, che non sanno trattenersi. Pensa se ripetessero gli insulti dei loro genitori su di noi, davanti a lei. Non sarebbe giusto, Kaede"
"Lo so…"
Rukawa lo strinse a sé, dondolandosi piano…
"…ci avevo pensato. Se andassimo in America? Lì la mentalità è diversa, lo sai anche tu…ci abbiamo vissuto. Per quanto non sia un luogo perfetto, è sempre meglio di qua"
Hanamichi annuì piano, ricordando le molte coppie gay che aveva visto laggiù, invidiando la loro libertà di mostrarsi, di andare in giro senza essere guardati con disprezzo da proprio tutta la strada…Rukawa si schiarì la voce, distogliendolo dai suoi pensieri:
"Senti, a proposito di America…sei ancora un bravissimo giocatore di basket…"
Il rossino saltò su come una molla, muovendo freneticamente le braccia:
"Ah! Allora lo ammetti! Volpino spelacchiato dillo che sono il migliore!"
"Idiota!"
E gli si gettò addosso, facendolo rotolare sul materasso, rubandogli baci veloci e palpatine non proprio caste…
"Ru fermo…blocca immediatamente quella mano!"
Sbuffando, il volpino estrasse dai suoi pantaloni le dita che avevano iniziato a farvisi spazio, e si accomodò contro la testiera del letto, seguito dall'ex numero 10, che si accoccolò nuovamente fra le sue braccia:
"Che stavi dicendo?"
"Che sono un talent-scout fortunatissimo…sono sposato a un campione di basket…se vuoi tornare a giocare, non devi far altro che chiedermelo. Ti farò entrare nella miglior squadra dell'NBA!"
Le dita di Hanamichi si posarono sulle sue labbra, zittendolo:
"Non dirlo…io non voglio tornare a giocare a basket"
"Ma…era il tuo sogno…"
Le ciocche rosse si scossero piano, in un diniego che aveva il sapore di un passato concluso:
"Lo era, perché era parte di qualcosa di più grande: stare con te. Adesso il sogno è lo stesso…stare con te. Io sono sposato con una volpe bellissima…e non voglio mai doverla lasciare. Voglio stare con te, per sempre…"
Rukawa sorrise, affondando il volto fra i suoi capelli, baciandoli uno per uno mentre lui strofinava la fronte, contro il suo collo.
"Davvero non vuoi? A me…piacerebbe molto vederti calcare il parquet come professionista…lenirebbe un po' il mio tormento, sapere che almeno tu puoi ancora farlo"
"Kaede…"
Il compagno si staccò, allungando le labbra a sfiorargli le sue:
"…perdonami, ma non posso farmi carico di questo tuo sogno, sono a malapena in grado di badare ai miei. E poi…non avrei mai la forza di star lontano da te…l'ho fatto per troppi anni, io vorrei solo poter rimanere come siamo adesso…in eterno"
Una nota di colore velò le guance del volpino, che sospirò allungando il viso, aspettando un bacio che puntualmente arrivò, tenero e dolce come una nuvola nel tramonto di mezza estate.
"E poi…ti immagini che accadrebbe al primo gavettone, dopo una partita vinta? E non mi proporre di andare in Cina…Hanako è parte di me, ok ucciderla, ma non la voglio cancellare!"
Rukawa chiuse la bocca, l'altro non gli aveva dato un attimo di tregua…
"Ok, hai deciso tutto tu"
riuscì finalmente a interloquire, guadagnandosi un sorriso imbarazzato. E un corpo di nuovo stretto fra le braccia, a mangiucchiare brioche:
"Però…tra poco, Sakura dovrà lasciare l'asilo per la scuola. E tu sei un talent-scout, andrai in giro per il mondo a cercare nuove stelle del basket. Non puoi…lasciarla sola con me. Non sa che io sono sua madre…e non provare a suggerire che potremmo dirglielo, ok? È ancora troppo piccola!"
"Hn"
assentì il volpino, ripulendogli la pelle da una briciola.
"Non puoi lasciarla con un estraneo, Kaede"
Hanamichi chiuse gli occhi, abbandonandosi fra le sue braccia, tutte le sue energie risucchiate via dalla tristezza.
Dopo un attimo di silenzio, Rukawa aumentò la forza della stretta, quasi sentendolo sgusciare via:
"Io…è da un po' che penso a una cosa. Da prima che tu mi rendessi davvero felice, rivelandomi che sei Hanamichi. L'avrei proposto anche a Hanako…Sakura deve iniziare ad andare a scuola come una bimba normale, non potremo più portarla con noi, assumendo un insegnate privato che la segua. La vedi com'è felice, in quest'asilo? Ha finalmente degli amici…"
Hanamichi annuì, strofinando la guancia contro il suo collo, ridacchiando:
"Sì…devo anche ammettere che non mi ci sono mai visto, come brava mamma che prepara una marea di biscotti per una turba di bimbe, che giocano con le bambole"
"Bene…perché io volevo chiederti di venire con me, di accompagnarmi in giro per il mondo"
Il rossino sussultò, staccandosi di colpo da lui:
"Kaede…"
Rukawa gli prese le mani fra le sue, e le baciò:
"L'hai appena detto anche tu…non ti ci vedi, nel ruolo di madre che aspetta la figlia, sola. Io non sarei riuscito a stare senza Hanako, figuriamoci Hanamichi…"
"M-Ma Sakura…"
"Ho già preso informazioni…"
Il moro si alzò, prendendo un fascicolo da una scrivania e porgendolo al rossino, che lo guardava quasi non lo riconoscesse più. Con mani tremanti, Hanamichi lo aprì, saltando da un foglio all'altro, mentre la sua mente si accorgeva che le pagine erano sciupate, quasi fossero state lette e rilette molte, molte volte…
Depliant, brochure, volantini, presentazioni rilegate…scuole private, istituti che partivano dalle elementari e arrivavano fino all'università. Rukawa sembrava…aver già pianificato la vita di sua figlia.
"Q-Quando me ne avresti parlato?"
domandò Hanamichi, troppo scioccato per arrabbiarsi.
"A Hanako un paio di mesi fa. A te…ho preferito aspettare che le cose si sistemassero, fra noi"
"K-Kaede, tu vuoi mettere nostra figlia…in un collegio!"
Il volpino sbuffò, accoccolandosi accanto a lui:
"Hana, tu sei gay, e per primo non dovresti avere pregiudizi! Le scuole private non sono più le carceri degli anni passati! E io le ho scelte tutte con classi miste! È ora che Sakura abbia una vita stabile, e noi non gliela possiamo dare!"
"Io sì!"
ribatté il rossino, afferrando una bottiglia d'acqua sul comodino, e schizzandosi col liquido.
Rukawa assistette immobile, impassibile…davanti a lui, Hanako ansimava, negli occhi la luce forte e decisa che la caratterizzava. Poi parlò, con tranquillità, quasi avesse esattamente predetto quei momenti:
"L'hai detto prima…non è la vita che fa per te. Vorresti davvero continuare la tua esistenza fingendo? Hai resistito solo quattro anni, con Sakura ancora piccola. Ma cosa farai quando sarà cresciuta, e inizierà a notare quei piccoli particolari che ti tradiscono? Lavarti le mani con l'acqua fredda d'inverno, fare la doccia gelida anche in piscina, in spiaggia…perché non fai mai il bagno con lei…inizierà a farsi delle domande, e tu cosa risponderai?"
"T-Troverò delle scuse"
Hanako boccheggiò, afferrando il lenzuolo, stringendolo forte. La sua vita aveva molte falle, e sapeva che entrambi le conoscevano…eppure non poteva non tentare, di tener lontana la sua bambina da…
"Io voglio stare con te…non ti avrei lasciata sola come sei adesso, e non voglio farlo sapendo chi sei in realtà Hanamichi…vieni con me. Sei stato un giocatore di basket straordinario, il tuo fiuto è come il mio…diventerai un bravissimo scopritore di talenti, ne sono certo. Vieni con me"
D'un tratto, Hanamichi sentì che quel corpo non gli apparteneva più. Aveva convissuto per anni con le morbide fattezze di Hanako, però…il suo vero io era stato sradicato fuori da quel bozzolo, dalle parole soffici del marito. Anche se una parte di lui urlava, per avvertirlo che Rukawa stava pensando più alla loro felicità che a quella della bambina, lui non la ascoltò.
Non voleva ascoltarla, era l'egoistica realtà.

Fine parte IV


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