Acqua calda, acqua fredda
Parte II
di Hymeko
Una fosca, accecante finestra verso il futuro, si aprì agli occhi di Rukawa, costringendolo ad affacciarsi in un mondo senza più la sua luce. Senza un motivo per vivere.
Si sarebbe sostituita, alle sue braccia…l'aria l'avrebbe stretto a sé, se si fosse lasciato cadere, se avesse accettato d'andare incontro a quell'acqua che sussurrava parole affascinanti, riflettendo tristemente la sua immagine. L'avrebbe avvolto nel suo insensibile amplesso, mentre cadeva…quel corpo profumato, che fino allora era stato circondato solo dal suo calore.
Inerte ai suoi cupi pensieri, Hanamichi sospirò, sorridendo piano al cielo…le stelle, impassibili, osservavano dalle alture dei cieli il suo esitare ai limiti della scogliera, l'ascoltare i suoni del mondo un attimo prima di lasciarsi andare, in avanti, e finalmente cancellare tutto…
"Se ti butti, io verrò con te"
Portate leggere dal vento…parole impalpabili come raggi di luna, più pesanti di intere galassie.
"Mi getterò anch'io da questa rupe, appena ti sarai lanciato"
E tutto cambiò, come se le stelle avessero invertito il loro corso, e il tempo si fosse fermato.
Non si mosse, le membra gelate da quella decisione, sicura…aveva imparato a conoscere quel tono serio, lo avrebbe fatto davvero…lo avrebbe seguito, nelle profondità del mare…loro due, soli…
"S-Sakura…"
mormorò, pregando che quel sussurro privo di vita gli arrivasse, e che pensasse a lei…il suo unico appiglio, per impedirgli di seguirlo…una preghiera, per legarlo ancora alla vita.
"Ci penseranno i miei genitori. Non puoi fare ciò che hai in mente, non hai il diritto di prendere da solo una simile decisione…è una cosa che riguarda il futuro di molti, non solo il tuo..."
Fredda, insensibile, gli giunse la risposta di Rukawa, che udì fare un passo verso di lui.
Il filo della scogliera, così sottile e scuro…il volpino lo seguì, a passi felpati iniziò ad annullare la distanza.
Nelle sue vene, un solo comando…prendere il controllo di quella situazione…non poteva più lasciare che fosse la sua disperazione, a guidare il loro futuro. Non era in grado di pensare lucidamente…schiacciato dal rimorso, pensava solo a un modo per liberarli di lui, senza considerare che ciò che lui pensava poteva non essere ciò che loro volevano.
"N-Non avvicinarti!"
Il suo corpo…ne aveva perso il controllo, affascinato dalla voce del compagno, desiderata più della vita…tremava, benché non ci fosse che un dolce vento odoroso di mare.
Seguendo non il suo debole volere, ma le parole del moro, si era lentamente voltato, per sbirciarlo con la coda dell'occhio…il sangue si era scaldato, vedendolo avvicinarsi, così dannatamente bello…la sua mente gli ricordò il tepore del suo corpo, la morbidezza della sua pelle…quanto adorasse, essere toccato da quelle mani…
"No!"
Un unico movimento fluido, e il suo corpo si sbilanciò inarcandosi, certo che l'altro non l'avrebbe imitato, desiderando vivere con la loro bambina, e liberarsi di lui…ma non immaginava quanto Rukawa fosse deciso a tenerlo legato a sé…ogni particella del suo essere si unì in un grido d'angoscia, appena lo vide inclinarsi verso il vuoto, reggendosi su un piede solo…era più instabile di lui…rischiava di cadere…
"No! Rukawa!"
Un urlo strozzato, il gettarsi disperatamente in avanti, per raggiungerlo e salvarlo dalla sua stesa follia…non poté altro che sbattere sorpreso le palpebre, quando Rukawa dimostrò di avere salda la situazione, scagliandosi a sua volta incontro a lui…due braccia forti gli cinsero la vita, due labbra gli sfiorarono la guancia…in mezzo a quel sogno, Hanamichi avvertì qualcosa colpirlo sul piede d'appoggio, e la roccia avvicinarsi, d'un tratto…e poi, sopra di lui…
…due occhi, blu come lo notte.
…due braccia, forti come la pietra.
…due labbra, dolci come il miele, possenti come l'amore, piene di passione.
Per lui, per la sua bocca che stavano divorando.
Affamato del suo sapore, non gli concesse tempo di reagire, di allontanarlo…fu Rukawa a staccarsi da lui, succhiandosi dalle labbra la sua squisitezza…l'aveva afferrato, sbattuto a terra, baciato…non avrebbe più potuto tentare di gettarsi…le sue braccia, l'avrebbero cinto fino alla morte. Il ragazzo sotto di lui, abbandonato sulla roccia umida, indifeso…così diverso da come lo ricordava.
Cosa avevano passato, quegli occhi pieni d'angoscia, per ridursi così? Quanta sofferenza quella bocca rossa aveva assaggiato, per tremare tanto? Perché non gli tirava una testata, non cercava di liberarsi? Dov'era finito, Hanamichi Sakuragi? Ne aveva l'aspetto, la splendida forma del suo corpo si offriva di nuovo al suo sguardo…ma sul volto, la fierezza non v'era più…timoroso della vita, rabbrividiva alla sua presenza.
"Che cosa ti è successo? Non sei più…il ragazzo che ho conosciuto"
Un mormorio, accompagnato da una carezza gentile sulla sua pelle.
Una frustata, per l'animo di Hanamichi…una pietà che rifiutava, con tutto se stesso, marchiato dalla certezza di non meritare, amore…
Un rigurgito di disperazione, e subito si richiuse in sé, scappando alla sua domanda, nascondendo il viso contro le ginocchia portate al petto, tentativo disperato di nascondersi, di sparire a quello sguardo limpido, che scivolava in lui…rischiando di infangarsi…
"N-Non guardarmi…"
"Non mi implorare…non hai motivo di farlo…"
Gentilmente, si stese acconto a lui, trattenendolo stretto…l'aria iniziava a farsi più fresca, l'umidità gli incollava i capelli rossi, scie di sangue sulla fronte…
"N-No…"
Una preghiera, seguita dal rabbrividire delle spalle…una supplica, perché non lo toccasse.
"Ssshhh…va tutto bene"
Rimediare alla sua distrazione, colmare il vuoto lasciato dalla sua cecità…ora non aveva altro scopo. Riaccendere nel suo animo l'amore per la vita, la fiducia in se stesso…riportarlo alla luce.
"No…"
Le sue mani immacolate lo stavano toccando…sporcandosi. Le sue parole lo raggiungevano, corrompendosi. La follia già si faceva strada nella sua mente…altrimenti non avrebbe potuto desiderare, di baciarlo.
L'aveva baciato…la neve, aveva incontrato il fango. Di certo, appena se ne sarebbe reso conto, Rukawa l'avrebbe odiato ancora di più.
Era stata tutta colpa sua, ancora…desideroso di un ultimo contatto con lui, aveva obliato, per un attimo, la sua maledizione, la sua colpa…si era lasciato raggiungere, gli aveva permesso di toccarlo, lui essere impuro non si era opposto…per un ultimo briciolo di felicità.
Le sue mani, quelle stesse che gli accarezzavano la schiena, presto l'avrebbero tenuto lontano, disgustate...non poteva dargli torto, che altro avrebbe dovuto fare?
Mentire alla persona che si ama…il più ignobile dei crimini.
"L-Lasciami andare…ti supplico"
Non aveva più la forza di resistere…la disperazione stralciava le sue difese, nutrendosi delle sue incertezze…sarebbe scoppiato a piangere, nel momento in cui Rukawa l'avrebbe rinnegato. Anche l'ultimo briciolo di dignità che gli rimaneva, l'avrebbe abbandonato…
'Giusto inizio di punizione, per la mia colpa…'
"Che cosa ti è successo, amore mio?"
Un sussulto, un singhiozzo, e muscoli irrigiditi.
"Amore mio"
ripeté Rukawa, nascondendo la bocca alle stelle, appoggiandola alla sua cute.
"No"
Vergogna e disperazione…senso di inutilità, desiderio di morte…tutto questo, si cibava della volontà del ragazzo, opprimendolo fino a farlo chiudere in sé, in posizione fetale, così frustrato da non avere più neppure la forza di tentare di sfuggirgli…
"Io sono innamorato di te…ti amo più di quanto tu…"
"No! Tu non devi amarmi!"
Un'implorazione, di essere infelice. Il volere, la sofferenza. Una punizione, mai meritata.
"Perché no?"
"P-Perché io…non merito nulla di te…nemmeno il tuo odio"
"Perché no?"
La stessa domanda, l'unica via per arrivare al suo cuore, per farsi un po' largo nel suo rifiuto.
"Perché io…sono immondo. Ti ho mentito, ingannandoti con la più sporca delle menzogne…mi vergogno anche solo di esistere"
Rukawa fuse il suo sospiro con quello del mare, perdendo lo sguardo fra le stelle.
Nelle sue parole, la ragione di tutto il suo smarrimento, la colpa accumulatasi in anni di bugie…non si sarebbe potuto salvare, da solo. Era in lui, nella sua voce da stupida volpe, la nascita di un nuovo giorno…bastava che lo volesse.
E le parole, pian piano nacquero, seguendo un sogno creato per due…
"Io…sono incredulo, davanti alla tua grandezza. Tutti questi anni passati ad uccidere il vero Hanamichi, a negare il tuo vero lato…per me. Per stare con me, per essere la mia compagna, la madre di mia figlia. Il suo amore, la sua luce, il suo sorriso…amavo tutto, di Hanako. Io ero felice…mi ha fatto dono dei più begli anni della mia esistenza…sarei morto, per lei.
Ma ancor di più, amo il ragazzo che in realtà mi amava attraverso lei, che…ha accettato ogni sacrificio, pur di stare con me"
L'aveva stretto ancora più forte, quando l'aveva chiamato come mai aveva fatto, a scuola…le sue dita contratte, si erano rifiutate di lasciarsi sfuggire quel ragazzo, che aveva gemuto, mentre il suo nome si spandeva nella brezza.
"Non sono degno di stare con te!"
Inchiodato nella sua gabbia, Hanamichi si dibatteva con tutte le sue forze, per tenere lontana la felicità che cercava di raggiungerlo.
"Idiota…"
Una lacrima salata scivolò sul viso sofferente, i bei lineamenti abbronzati contratti…il ricordo dei tempi del liceo squarciò l'opprimente cappa di inferiorità che s'era creato…e fu solo un inseguirsi di pugni e testate, di risse e partite giocate assieme…
"…sono io indegno del tuo amore"
Quelle parole, le stesse che gli aveva quasi gridato contro…rivolte a lui? La sua mente urlava di non farlo, il suo cuore lo scongiurava di rimanere fermo, ma…alzò lo stesso il viso, per capire.
"Ti amo, scimmia idiota"
Non poteva che provare incredulità, respingere la fiducia che scorreva fra i loro occhi…un errore, un modo crudele per punirlo. Non era altro, non poteva esserlo…Rukawa non poteva davvero essere innamorato di lui.
"Non posso…crederti"
Occhi di nuovo abbassati, stretti dalla vergogna…
"Perché no…dolce amore mio?"
"Non chiamarmi così…io…"
"Tu sei l'unica persona che io abbia mai amato…anche se non merito di essere ricambiato…non mi sono mai accorto, di quanto tu stessi soffrendo"
"…è solo un riflesso di ciò che provavi per Hanako…non puoi davvero amare un essere viscido come me"
Rukawa sospirò, accarezzandogli con un pollice il collo…rifiutava a priori i suoi sentimenti, e non solo…non voleva neppure provare ad accettare l'idea, di essere amato. Subiva, con rassegnazione, quegli istanti di calore che ancora il fato era tanto clemente da offrirgli…di certo, nella sua mente era ancora vivida l'idea del suicidio…
Le sue bugie, purtroppo non potevano essere negate…la vita di Hanamichi, accanto a lui, era tutta una menzogna. Non poteva aiutarlo tentando di smentirle.
'Posso solo demolire la sua convinzione che il mio sentimento derivi da quello per Hanako'
"Io…ho compreso, che tu abbia fatto tutto questo per amore mio…e ti giuro, su questo stesso amore universale…che io ti amo. No…ascoltami"
Carezzandogli leggermente il corpo, le sue mani risalirono fino al suo viso accaldato, prendendolo delicatamente fra i palmi…Rukawa, dolcemente, gli alzò il volto, perché lo guardasse.
Hanamichi deglutì…non aveva la forza, il desiderio, di opporsi al suo volere…le sue mani, calde…i suoi occhi brucianti, incatenanti…poteva sentire la sua forza avvolgerlo, stringerlo nelle sue spire.
"Voglio solo…che tu mi creda"
Anche se il compagno non fece nulla, Rukawa inspirò, pregando il cielo curioso di dare convinzione, alla sua voce.
"Io…quel giorno, ti ho fermato perché…un lampo mi è passato davanti agli occhi, in cui eri tu e non lei, la persona che stavo guardando. Mi stavo allenando in quel campetto, perché speravo solo di vederti passare…ho passato ore a fantasticare su come ci saremmo rincontrati, sul modo in cui io…ti avrei dichiarato il mio amore. Non volevo altro che rivederti…dal giorno della mia operazione, il mio mondo è ruotato solo attorno al modo di incontrarmi con te. Ne avevo bisogno, più dell'aria…rivedere il ragazzo che amavo era la mia salvezza.
Ma non eri tu, ma…una ragazza bellissima, che ti assomigliava tanto. È stato un lampo…di colpo, mi sono innamorato di lei…sapevo di essere gay, eppure aveva un fascino speciale, una bellezza che mi ha annientato.
L'ho capito quasi subito…i vostri volti si sono sovrapposti, i vostri occhi sono diventati due soli…era bella, così bella…perché assomigliava a te.
Mi ricordava te…e io mi sono improvvisamente trovato a morire, per il suo sorriso.
La sua voce, benché più alta…aveva la stessa morbidezza che avevo sempre trovato nella tua.
Mi ha conquistato…il mio cuore si è schiantato al suolo, davanti a lei. Al suo modo meraviglioso di guardarmi. E lei…ha accettato di stare con me, di essere la mia vita…e io, grazie a lei, ho toccato il Paradiso. E sai perché? Perché ogni volta che chiudevo gli occhi, accanto a me non c'era una ragazza, ma il mio adorato compagno di squadra, il ragazzo più limpido che abbia incontrato…lo sei ancora, piccolo do'hao"
"Allora perché mi sento così male?"
Rukawa sorrise dolcemente…non aveva ribattuto, alla sua affermazione…il loro nuovo futuro aveva iniziato a prender vita…
"Perché hai sofferto, perché hai pensato che ti avrei rifiutato"
"Come potresti non farlo?"
"Perché sono stato benedetto dal cielo…dopo ciò che hai sopportato per me, l'amore che provavo…si è trasformato. In qualcosa di talmente grande da non poter avere nome…sotto queste stelle, nessuno ha mai amato qualcun altro come io amo te"
Hanamichi costrinse i suoi occhi a sfuggirlo, a non scoppiare a piangere…ma non poteva impedire al calore di propagarsi nel suo petto.
Eppure sapeva…la fiducia…era solo quella, che doveva avere…
"Nell'antichità, si pensava che la condizione della vita presente fosse il premio, o la punizione, per come si era vissuti precedentemente. Allora, io sono certo…di essere stato un grandissimo eroe, nel passato, perché gli dei abbiano stabilito che meritassi te come compagno…sono felice, che in realtà Hanako sia tu…sei tu, colui che ho sempre sognato"
Lo sciabordio delle acque si quietò di colpo, mentre i gabbiani, e i raggi delle stelle, si posavano poco distante da loro, attendendo…quella piccola nicchia stava fremendo, per l'immensità dei sentimenti dei due giovani.
"…non sembri neppure tu…parli così tanto…"
"…parlare ha senso solo se è per te…con te. Torniamo a casa…Hanamichi"
Il rossino strinse gli occhi, le dita che s'afferravano alla maglietta del moro, un appiglio per sollevarsi dalla tempesta che lo scuoteva, dentro…una via, insperata, per tornare a vivere.
"Hai ancora…intenzione di lasciarmi?"
Un solo singhiozzo, mentre le lacrime iniziavano a scendere…nulla contava più…dolore, frustrazione, vergogna…sembravano scioltisi alla luce delle stelle.
Solo Rukawa, aveva ancora significato.
Scosse la testa, reso muto dalla gioia…il suo destino, si era meravigliosamente trasformato. Non sarebbe affondato fra le braccia del mare…ma come in passato, fra quelle amate del suo compagno.
"Non piangere, tesoro mio…torniamo a casa, lì andrà tutto a posto"
Hanamichi annuì ancora, senza aggiungere una parola…improvvisamente rivitalizzato, si mise carponi, asciugandosi le lacrime col palmo della mano…ma le dita di Rukawa si intrecciarono alle sue, fermandolo.
"Ssshhh…hai le mani sporche di terra…lascia fare a me"
Lentamente, gli sollevò il viso, per guardarlo negli occhi socchiusi e un po' imbambolati…Hanamichi avvampò, appena il volpino ebbe posato la bocca sulle sue guance, e la sua lingua iniziato a seguire le scie delle sue lacrime, cancellandole.
Non poté trattenere un gemito, sentendo quel muscolo umido percorrere il suo vero volto, per la prima volta…i suoi sogni, incredibilmente, iniziavano a prendere vita, concretizzandosi nelle movenze del corpo che lo accarezzava, aprendogli le porte dell'estasi.
Le lacrime ricominciarono a scendere, di troppa gioia, stavolta…e Rukawa le bevve, come fossero acqua nel deserto, strappando da quel volto adorato tutta la sofferenza che racchiudevano.
Hanamichi gemette. Voleva di più…tutto in lui era leggero, il suo cuore s'era liberato della gravezza che l'aveva costretto a portare. Ora che poteva…voleva finalmente agire come Hanamichi.
Lentamente, spostò le mani sulle sue braccia, risalendo a sentire i suoi muscoli sodi…giunse facilmente al suo collo, cingendolo a sé, delicatamente ma con sufficiente forza perché non si staccasse da lui, e mosse il viso, la bocca in cerca delle sue labbra.
Rukawa mugolò, scatenandosi contro quella bocca tanto sognata, che poteva finalmente possedere. Leccò con insistenza le sue labbra, violando quell'anfratto immacolato, lottando con la sua lingua per assaggiare ogni briciola d'energia che scorreva fra loro.
Spostò le mani sulla schiena dell'amante, massaggiando i suoi muscoli forti, seguendo le curve dei suoi fianchi, dei suoi glutei…il suo membro eretto gli premeva dolorosamente, imprigionato nei pantaloni…avvertiva anche il sesso del rossino contro la sua gamba, lo sentiva andare a fuoco, fra le sue braccia, tendersi e gemere al suo tocco…
Lentamente, lo spinse indietro…la foga con cui l'altro rispondeva alla sua passione l'aveva reso dimentico d'essere sulla scogliera, sotto un cielo punteggiato di luci…i sussurri del mare si mescolavano a quelli di Hanamichi, e le stelle servivano solo a rendere più belli i suoi occhi.
Poi, d'improvviso, un'ondata più forte, schizzi diamantini, gelidi...e qualcosa cambiò.
Il corpo sotto di lui si tese, irrigidendosi, arrivando a respingere le sue labbra, con un sobbalzo. Socchiuse gli occhi, e comprese.
L'acqua fredda l'aveva raggiunto…Hanako giaceva di fronte a lui, abbandonata…i capelli neri sparsi sulla roccia venivano mossi dal vento, le sue ciglia imperlate fremevano, il volto girato di lato fissava vuotamente un ponte poco lontano.
Le morbide, armoniose curve del suo petto, risaltavano al posto dei muscoli lisci contro cui si era appoggiato, pochi attimi prima.
Il volpino le tese un mano, che lei prese con titubanza, sempre senza guardarlo.
"Forse c'è ancora un po' d'acqua calda"
mormorò lui, intrecciando le loro dita, la paura di un suo gesto estremo non del tutto passata.
"No…"
mormorò la dolce voce di donna, trattenendolo piano.
"Hn?"
Il suo capo si abbassò, nascondendogli le guance:
"Io…è meglio che per un po' resti così. Se Sakura fosse ancora sveglia…non deve vederti accano a un…uomo"
Rukawa sospirò, accarezzandole il viso.
Lei ebbe un fremito, ma non si ritrasse, lasciandosi toccare…il volpino chiuse gli occhi, circondandole le spalle e posandole un bacio fra i capelli:
"Andrà tutto bene, te lo giuro…non smetterò mai di amarti"
Di nuovo, sotto l'acqua limpida della doccia della loro casa, a lasciare che la maledizione seguisse il suo corso. Impalpabili aliti di vapore si arrampicavano sui vetri del box, contrastando la curiosità degli altri oggetti del bagno…nessuno, eccezion fatta per l'acqua, aveva il diritto di vedere cosa accadeva, a quei due esseri umani.
"Non era vero…no?"
Ammutolito, il rossino scosse il capo, inventandosi ogni modo, pur di non lasciar intravedere al compagno anche quella macchia.
"Non hanno tentato d'aggredirti…mentre eri sotto la doccia?"
Di nuovo, un lento scuotere la testa, senza nessun suono.
Rukawa sospirò, improvvisamente leggero, come non era mai stato totalmente, in tutti quegli anni passati con lei.
Ricordò con dolore misto a sollievo, dopo la prima volta in cui avevano fatto l'amore, Hanako che lo implorava, perché non si lavasse con lei…avevano tentato d'aggredirla, sotto la doccia, gli aveva detto, il viso trasfigurato dal rossore…e quella paura continuava a tormentarla, impedendole di condividere con lui quel momento d'intimità.
Non aveva obiettato…in quanto uomo, non poteva avere idea di ciò che significasse per una donna, essere aggredita. E l'aveva lasciata sola, sotto l'acqua, passando quei momenti di silenzio a chiedersi se mai sarebbe riuscito, a rassicurarla tanto da permettergli di entrare con lei…ma era una bugia.
Appena Hanako aveva lasciato aperta la porta del bagno, per farlo entrare dopo di lui…aveva finalmente capito. E il suo cuore aveva fatto le capriole, per la gioia…nessuno, aveva mai tentato di farle del male.
'Forse solo io l'ho fatto soffrire…ma rimedierò'
Languidamente, soffiò su una goccia d'acqua, che scorreva invitante sulla sua gola…il gemito che sfuggì alle labbra rosee del suo amante si rifletté sui rivoli di liquido caldo che s'infrangevano su di loro, riempiendo il piccolo cubicolo, non abituato ad avere due persone, in sé.
Hanamichi offrì il volto all'acqua, indifeso, mentre Rukawa lo stringeva a sé e continuava a succhiargli la gola. Si sentiva…come uno stelo di gramigna accarezzato dal vento…bello, sottile, slanciato…eppure, ancora non sicuro di essere realmente ben accetto.
Ora che era il momento di ripartire da capo, quella sensazione si era ripresentata sghignazzando…cosa sarebbe accaduto, se si fossero trovati davanti Sakura …non sarebbero potute bastare, le parole di Rukawa.
Davvero lui…non era contaminato? Era davvero così speciale, come l'altro gli aveva assicurato?
S'era insudiciato, per talmente tanto tempo, col germe spregevole della menzogna…gli pareva impossibile, essere considerato degno d'amore da una persona innocente, pulita…con lo spirito e il cuore liberi dall'infezione della sua bugia.
E della sua maledizione…Rukawa non poteva capire, cosa stesse passando per la sua mente, per questo lo aveva accettato ancora con sé. Era solo intorbidito dai suoi sentimenti…
Non poteva esserci altro motivo, non doveva esserci…era immeritevole, di provare la felicità. Semplicemente non aveva ancora capito.
Unì un sospiro al frusciante cadere dell'acqua, mentre Rukawa iniziava a succhiargli un lobo dell'orecchio. Sì, lo avrebbe lasciato fare…forse, era il modo migliore per rimanere ancora lì, per rimandare il momento del distacco…la necessità che aveva, della sua presenza, era stata riacutizzata dalle speranze che l'altro gli aveva infuso. Lo amava, se fosse stato possibile anche più di prima, per averlo elemosinato di quei momenti preziosi.
La sua bambola giocattolo, calda e accogliente…se Rukawa avesse voluto questo, da lui…non si sarebbe opposto. Il suo era un amore troppo disperato, per avere una dignità.
Chiuse gli occhi, e lasciò che l'acqua, e la bocca dell'altro, danzassero su di lui.
Rukawa socchiuse le palpebre, appoggiando il volto al suo collo, perché l'acqua non lo infastidisse.
Era cambiato, di nuovo. Anche lì, mentre lo stringeva fra le braccia, non era riuscito a impedire che una miriade di pensieri cupi lo investissero, graffiandogli il cuore con i loro artigli affilati…lo aveva percepito, come una lama di coltello lo avesse attraversato, prima di affondare in lui.
Aveva perso di nuovo fiducia, in entrambi. E il manifestargli quanto fosse ancora attratto da lui, non era servito a nulla. Baciarlo, non aveva avuto effetto. La sua bocca, non aveva risposto, ai suoi inviti…le sue mani, non si erano mosse su di lui, disegnandolo, come le sue stavano facendo su quel corpo abbronzato.
Probabilmente stava rimpiangendo di non essersi buttato, quando ne aveva avuto l'occasione.
Di nuovo incredibilmente distanti…non era servito a nulla riuscire a toccarlo, se poi…se l'era lasciato scivolare via dalle braccia, come non avesse imparato quanto fosse fragile il suo animo, in quel momento.
'Cosa posso fare? Hanamichi…mostrami la via…'
Chiuse gli occhi, mordendosi le labbra.
Non era quello il modo…non doveva aspettare che fosse l'altro a prendere l'iniziativa…doveva arrivarci lui, spremersi un po' il cervello e capire in che maniera Hanamichi potesse sentirsi al centro del loro mondo…
Fine capitolo secondo
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