A Birthday Carol

di Chibi-chan

 

Cap:1

A desire… your desire…my desire

 

 

Lui lo sapeva..

La pioggia cadeva… lui lo sapeva…

Lo sentiva quell’odore pungente, lo sentiva quel fresco forzato…

La sentiva, l’aria, tesa, quasi aspettasse lo scoppio…

Sentiva tutto…

Sapeva tutto…

Ma gli piaceva tanto crogiolarsi, illudersi… gli piaceva così tanto fare finta di nulla…

Forse perché gli conveniva… i ciechi non vengono calcolati…

I sordi sono liberi, a loro viene lasciato fare ciò che vogliono…

Forse sperava, facendo lo stupido, di ricevere quelle piccole libertà che normalmente a nessuno erano concesse…

Tipo quella che voleva fare quella sera… chiedere un desiderio…

A quale persona intelligente verrebbe concesso un desiderio?

Quale persona con un minimo di cervello si sarebbe messa lì, in un giorno di pioggia a pregare…

Pregare chi?

Non lo sapeva…

Buddah… figuriamoci… non ci si vedeva proprio…

Non aveva effettivamente nessuno da poter pregare… forse per questo la sua preghiera non raggiunse mai le fine orecchie degli dei ma rimase a fluttuare nel mondo mortale… forse per questo Goku avrebbe fatto meglio a non rivolgere il suo desiderio invano.

 

La pioggia era fastidiosa… La pioggia non gli piaceva… era fredda, umida, li costringeva a soste non previste o, nel peggiore dei casi, a corse sotto i diluvi…

Ma forse, il motivo per questa sua avversione all’acqua piovana erano i suoi compagni…

Perdevano vitalità… perdevano il loro spirito, chi cercando di nasconderlo meglio, chi fregandosene del resto e chiudendosi in se stesso.

Non capiva perché.. non capiva cosa, quella semplice acqua potesse rendere i suoi compagni così totalmente depressi.

Lanciò di soppiatto un occhiata ai due che, chiacchierando, o almeno tentandoci, apparecchiavano la tavola.

Un rosso dai capelli lunghi, e dagli occhi del medesimo colore… un mezzo demone, un figlio del tradimento, maledetto dagli albori a causa della tendenza assolutistica umana, i rossi portavano sfortuna, rappresentavano il sangue misto di due razze che mai si sarebbero dovute mischiare, non importava se in realtà essi non avessero questa caratteristica che gli era stata assodata… se si diceva così doveva esserlo e basta…

Un moro che, con movimenti aggraziati e decisamente femminei, aveva sempre sostenuto la sua tendenza a fare la donna di casa, prendeva i piatti dal lavandino… un umano diventato demone per averne ucciso mille stessi.

Di solito erano pieni di vita, con sorrisi sinceri, aperti… mentre ora il loro sorriso, per quanto sempre presente sul loro viso, era tirato, forzato… perché avevano paura che, una volta tolta, non sarebbe stato possibile riprenderla.

Spostò poi lo sguardo verso la porta chiusa… immaginandosi la figura che, chiusa in se stessa, probabilmente stava seduta fumando la sua sigaretta.

Bello, alto, biondo, uno tra i  monaci buddisti più importanti… un comportamento indegno forse della sua carica ,ma che, sicuramente, lo rendeva intrigante se non attraente.

Gli occhi si velarono, indecisi su cosa fare… entrare, lasciar perdere… darlo domani quel regalo scelto con cura… e domani? Sarebbe stato ancora valido?

Chiuse gli occhi per riaprirli poco dopo… non ricordava di esser mai riuscito a festeggiare Sanzo… nemmeno vederlo, di persona, scartare il regalo.

Era una cosa che gli mancava… avrebbe voluto vedere quelle fini mani sciogliere la carta, gli occhi di bambino illuminarsi per un qualcosa che, a volte, non è neanche così straordinario.

Perché i bambini sono così, per ogni cosa trovano un’utilità, sempre diversa e, per loro, sempre fantastica.

Si chiedeva se anche Sanzo, da piccolo, avesse avuto questa tendenza… non lo immaginava proprio… ma avrebbe tanto voluto saperlo.

E domani sarebbe stato il suo compleanno…Ad essere preciso anzi mancavano semplicemente venti minuti all’ora prestabilita.

Si alzò vedendo Hakkai alzarsi per prendere il vassoio del biondo…

Ma Goku insistette con una cortesia non propria… voleva semplicemente parlare on Sanzo… dargli il suo regalo e poi, andarsene… non voleva altro.

Sorrise al demone dagli occhi verdi pronto ad entrare nella tana del leone.

Coraggioso e stupido.

Perché sapeva perfettamente che sarebbe stato divorato.

Ma, incurante di tutto, anche degli sguardi affranti dei suoi due compagni, tese la mano verso la maniglia.

Non se ne accorse nemmeno… stava tremando.

Scosse leggermente la testa ritrovando un po’ di fiducia in se stesso… era uno stupido ad essere così agitato… cosa poteva fargli Sanzo?

Già… cosa poteva fargli Sanzo?

Tutto

 

Era incredibile come ormai sapesse riconoscere la figura di quel bonzo anche nel buio più totale.

Elegantemente appoggiato al balconcino, una mano a tenere il volto pallido e l’altra e tenere la sigaretta, i capelli biondi leggermente scomposti e il viso lasciato vagare nelle goccioline che, insistenti, picchiettavano nel vetro.

Era sicuro che fosse così, anche se realmente non lo vedeva...

L’unica cosa che non riusciva ancora a capire era quel suo umore capriccioso… quel suo odio verso la pioggia…

Non lo capiva e, forse per questo, faceva di tutto per togliergli quel muso, farlo reagire…

Perché odiava vederlo così… odiava non vederlo sereno…

Perché lui era tanto felice… da quando lo aveva conosciuto lo era sempre stato, scaldato dal sole, dal suo sole, protetto anche dalla pioggia più fitta… avrebbe tanto voluto essere lui a proteggerlo qualche volta…

“Ehi Sanzo!”

La sua voce rimbombava, sbattendo sui muri umidi e tornando prepotente alle sue orecchie ancora più forte…

Se non ci fosse stato Sanzo avrebbe continuato a parlare per continuare quel gioco di echi e suoni sordi…

Ma non era il momento di scherzare, per Sanzo, non lo era quasi mai…

Avanzò incurante del silenzio che gli arrivò in risposta… non poteva mica arrendersi per così poco…

Aveva a che fare con Sanzo, il più scorbutico e freddo bonzo sulla faccia della terra e forse dell’intero universo… se si fosse arreso solo per una risposta mancata allora non sarebbe mai riuscito a stare al suo fianco per cinque anni.

Si avvicinò al tavolo della stanza posando il vassoio, scostandosi poi da esso per andare davanti al suo sole.

Caldo, lucente… suo.

Sorridendo felice si avvicinava sempre di più al biondo… anche se quest’ultimo non si era mosso… anche se quest’ultimo non lo aveva guardato.

Sorrideva.

Solare, giocondo… stupido.

“Allora Sanzo… lo so che non ti piace il tuo compleanno ma…”

Un fremito, una prima risposta…

Positiva?

Assolutamente no.

Ma Goku lo aveva capito?

Non lo sapeva nemmeno la piccola scimmia che, incurante, o forse facendo solo finta, girava la testa verso la finestra e riprendeva a parlare… ignorando quel piccolo sussurro.

C’era poi davvero stato?

Quel –basta- masticato tra i denti, che faticava ad uscire… faticava … tanto.

“… Ecco io… volevo comunque farti un regalo… ma non sapevo cosa ti sarebbe potuto piacere…”

Troppi… troppi sussurri; troppi fremiti…

Fermati Goku! Fermati!

Non sapeva chi gli stava urlando nella testa quelle parole… erano forti… facevano male…

Ma lui non si fermava.

“… e così o pensato… che beh… se mi dici una cosa che desideri io…”

Sanzo si alzò in piedi…

Non disse nulla, camminò verso il letto dall’altra parte della stanza… non lo guardava.

Era irritante.

Perché non lo guardava?

Faceva troppo rumore…

Voleva urlare: ehi guardami sono qui…

Era così seccante…

Ma non capiva… che Sanzo non lo sentisse?

Urlava così forte

Eppure lo stava chiamando a gran voce…

 

“Sparisci”

 

Goku spalancò gli occhi… fermo… immobile.

Il suo corpo era diventato pesante…

Il suo cuore sembrava non battere più.

Tratteneva il fiato… ma non sentiva il bisogno di respirare…

Il suo cuore non batteva… ma effettivamente si accorse che poteva benissimo vivere anche senza…

Perché a lui effettivamente respirare non serviva… a lui effettivamente il cuore non serviva.

 

“se mi dici una cosa che desideri io…

 

tenterò di farla diventare realtà.”

 

Un corvo prese a volare nella notte…

Un uomo dalla chioma corvina guardava la luna che, lentamente, si andava nascondendo.

La pioggia aveva smesso di cadere.

Anche il vento aveva smesso di soffiare.

Lui rideva…

Perché era stato proprio lui a sentirla quella piccola voce…

Una preghiera rivolta agli dei celesti…

E invece l’aveva sentita lui.

Ma come avrebbe potuto ignorarla?

E allora…

Aveva accontentato i desideri di quei due ragazzi.

 

 

Cap: 2

Inside yourself (Yellow)

 

Si guardò le mani… non vide niente.

Si guardò il corpo in quello specchio troppo grande… non c’era nulla.

Tentò di respirare, parlare… Non sentiva nulla se non il gocciolio dell’acqua.

Sentiva le lacrime pizzicargli gli occhi… ma lui non ne aveva più occhi.

Sentiva il labbro tremargli e il naso colargli… ma lui non aveva più ne naso ne bocca.

Sentiva il cuore fermarglisi nel petto… e in effetti… lui non l’aveva più un cuore.

Effettivamente lui… non era più nulla.

 

Aprì gli occhi stancamente… e con un gesto dettato dall’istinto andò a tastare con le mani il suo corpo.

Toccò la pelle fresca e umida per la pioggia… toccò i capelli fradici ed i vestiti sporchi…

Sospirò… sollevato.

Solo un incubo… tutto solo un incubo.

Sentì la voce metallica e fredda di Sanzo trapassargli l’anima… trafiggerlo da parte a parte… ucciderlo.

Sorrise…

Tutto un incubo…

Si alzò e si scotolò la neve dai vestiti…

Neve?

Guardò avanti a se… spaurito… spaesato.

Perché quello non era il suo letto.

Era all’aperto… davanti a lui neve… sempre e solo neve… ricordi bianchi… di un passato mai troppo lontano.

La gola gli si seccò e le mani, che solo ora si era accorto assolutamente insensibili al freddo, accarezzarono mollemente i fianchi per poi penzolare… morte.

Aveva paura…

Si rese conto che ne aveva davvero tanta…

Da solo… nella neve… voleva urlare… ma non ci riusciva, non aveva voce …

E poi… chi lo avrebbe ascoltato?

Era solo… solo in una distesa di neve…

Si forzò a camminare, come uno zombie avanzava, senza meta… cercando… cosa?

Gli sembrava di ricordarlo… cercava qualcuno…

Qualcuno dai capelli biondi…

Chi era?

Spalancò gli occhi… tremava… come… si era… si stava… dimenticando di Sanzo…

Per un istante… un solo… infinitesimale istante sei era chiesto chi fosse, chi fosse quella figura dorata che gli era apparso davanti agli occhi.

Si vergognava… si era dimenticato di Sanzo.

Di colui che gli aveva ridato una vita… l’aveva salvato…

Oh be… era stata una svista, una pura svista… non si sarebbe più dimenticato di…

Di chi non si doveva dimenticare?

Riprese a camminare… affondando nella neve… diventava più alta, ogni passo… sembrava volerlo sommergere… ucciderlo, abbracciarlo con le sue spire…

Si chiede perché non accettare quel caldo invito… si chiese perché dovesse resistere ad ogni costo… per chi?

E di nuovo quel nome del quale non riusciva a scorgere i lineamenti… sapeva che non avrebbe dovuto scordarlo…

Stupido, stupido Goku…

Sei solo una stupida scimmia Goku…

“Baka saru…”

A fior di labbra… leggero come un bacio… quel nome così familiare… quel nome che gli aveva dato lui, il ragazzo dai capelli dorati… il ragazzo dagli occhi viola.

Sanzo…

“Chi sei?”

Si girò al suono di quella voce… era… uguale alla sua…

Uguale, spiccicata…

Ed ora cominciava a pensare che tutto quello gli ricordava qualcosa… che cosa?

La neve lenta, l’albero spoglio, unico nella vegetazione… quella distesa innevata e nient’altro se non il vuoto… se non il freddo.

In uno specchio rotto si rivide… dietro quelle sbarre… i polsi legati a quelle fredde catene… solo…

Avanzò la mano, cambiando ora direzione dei passi… si avvicinava allo specchio…

Il ragazzino lo guardava, occhi dorati spalancati… cosa vi leggeva? Adorazione?

I capelli castani scombinati, non sbarazzini come erano di solito, sporchi… per la troppa prigionia… stanchi, come quella piccola figura.

Toccò con la mano la superficie delle sbarre… roccia…

Provò di nuovo cosa vuol dire avere freddo… ma non era quel freddo materiale… era il freddo dell’anima… aveva freddo… tremava… non voleva vederla ancora quella gabbia… non ancora…

Ma il più piccolo allungò un braccio, sfiorò la sua mano ancora posata sulle sbarre e sorrise…

Felice di non essere più solo…

“Chi sei?”

Cosa poteva rispondere a quella piccola voce… chi era?

Il lui di molti anni dopo…

Il lui che aveva toccato il sole… che si era lasciato liberare dal suo calore.

Si alzò guardandolo leggero, con dolcezza… perché ricordava troppo bene cosa volesse dire essere solo…

“Non sono la persona che stai aspettando tu…”

Non se ne andò però… guardò quegli occhi dorati spegnersi…

Oscurarsi dietro quella solitudine… dietro il dolore dell’abbandono, quella paura che non lo aveva abbandonato mai… nemmeno un attimo.

“Quando arriverà questa persona… la aspetto da tanto…”

Goku sorrise… si, l’aveva aspettato tanto… ma era arrivato… ora ricordava… Sanzo.

“Arriverà”

Sorrise al suo io più giovane… si piegò sulle ginocchia e, con un leggero tocco gli scostò il ciuffo dalla fronte.

“Arriverà”

Lo ripeté di nuovo… chissà perché… sentiva di stare mentendo.

Eppure lo sapeva… sapeva che Sanzo sarebbe venuto a prendere quel piccolo ragazzo… era la storia… era la loro storia…

“Da quanto tempo sei qui da solo?”

Una domanda spontanea… con una punta d’ansia… ma lo sapeva… lo sapeva che il piccolo Goku non avrebbe mai potuto saperlo…

“Da tanto tempo… non so precisamente quanto…”

Sorrise come immaginava… non c’era nulla di cui preoccuparsi… nulla…

“Però prima c’era un uccellino… veniva sempre a farmi compagnia…”

Oh lo ricordava… era morto poco prima che Sanzo lo venisse a salvare… quindi… Sanzo stava per arrivare!

Si sentì sollevato… se non si sbagliava… sarebbe dovuto arrivare appena l’inverno sarebbe finito… l’ultima neve…

“ma… è morto… da tanto ormai… tanto…”

Il mondo si gelò… o fu solo la neve a creare quella sensazione?

“Tanto… quanto?”

Il piccolo ragazzino cominciò a contare sulle dita delle mani…

Cosa probabilmente non lo sapeva nemmeno lui…

Ma ne era sicuro… erano passati… ecco…

“Cinque inverni”

No…

Non era stata la neve.

Sanzo… Sanzo non lo aveva salvato…

Il suo sole… il suo sole non era mai venuto a prenderlo… mai… mai…

Il mondo crollò… la neve sembrava diventata così alta… così fredda…

Non era mai venuto…

Era stato abbandonato ancor prima di essere trovato.

Lacrime… lacrime presero a scendere dai suoi occhi… e non importava quanto il piccolo Goku lo chiamasse… non lo stava sentendo… non lo stava ascoltando…

Si alzò meccanicamente e prese a correre… forte… veloce… incurante dei richiami, incurante delle ferite che si procurò andando a sbattere contro i rami…

Era solo…

Sanzo non c’era… da nessuna parte…

Non l’aveva mai sentito…

E l’unica cosa che potette fare fu urlare il suo nome con tutte le sue forze.

 

 

Cap 3

Bloody life (Red)

 

Ti sei perso nella via…

Dove è la luce?

Non la vedi piccolo Itan?

E’ proprio lì guarda… si allontana da te passo dopo passo…

E’ inutile che corri… se ne va… sei solo feccia… feccia piccolo.

Ma stai tranquillo… lasciati andare a me…

Io piccola madre bianca… sciogliti sotto la mia coperta… addormentati sotto il canto della mia ninna nanna.

Hai sonno vero?

Dormi e non svegliarti mai più.

 

 

Inciampò ancora… faceva male… dalla gamba usciva molto sangue…

Correva da quanto?

Ormai… tutto sembrava così lungo… vuoto… si sentiva ancora nella caverna… la neve fredda e nient’altro…

Era sommerso… voleva essere salvato…

Ma chi poteva chiamare…

L’unico che avrebbe potuto sentirlo lo aveva ignorato…

E quella voce tornò a lui…

“Sparisci”

Era… il desiderio di Sanzo… voleva che sparisse… voleva che se ne andasse…

E lui l’aveva esaudito…

Era davvero giusto ora cercarlo?

Andare da lui… rivendicare una presenza sgradita…

No…

Non era giusto…

Gli occhi si chiusero un poco stanchi…

Aveva di nuovo smesso di sentire freddo… ora non sentiva nemmeno il dolore…

Ogni passo che faceva… ogni cosa che pensava erano un qualcosa che l’avvicinavano al baratro del non ritorno…

E… ogni passo egli stesso si convinceva che, effettivamente, cosa c’era più dolce di quel baratro?

Cadere e non tornare più… cadere…

Cadere e dimenticare…

Niente più abbandono… niente… niente…

“Ehi… ragazzino, sicuro di stare bene?”

Gli occhi si aprirono di scatto…

Si voltò come se un gatto gli avesse appena graffiato un braccio…

Capelli color rosso sangue, occhi del medesimo colore… il viso segnato dalla stanchezza… un ombra degli occhi inusuale per quel viso…

“G…Gojio?”

Il rosso spalancò gli occhi… non sorrise… non se ne uscì con una di quelle sue frasi tipiche…

Il moro già se lo era immaginato.. sorriso sornione sul viso e mano a scompigliargli i capelli:

“Che c’è non mi riconosci più stupida scimmia?”

Goku sorrise amaramente…

“No… sei tu che non mi riconosci più Gojio”

Invece no… niente di tutto questo… il rosso fece una faccia stupita… non disse nulla sulla sua popolarità, non si vantò del suo fascino…

Non disse assolutamente nulla… se non un:

“Oh… conosci il mio nome?”

Senza vita… senza enfasi… senza Gojio.

“Ho sentito qualche volta qualcuno che ti nominava…”

Una scusa, doveva inventare una scusa… doveva… perché se no sarebbe stato scoperto…

Scoperto?

Tu non esisti Goku!

Tu non sei mai uscito da quella montagna… come potresti essere scoperto?

“I… i tuoi… i tuoi capelli.”

Gojio si prese una ciocca tra le dita e le guardò amareggiato…

Goku ricordò… per Gojio, prima di incontrare loro, i suoi capelli erano il simbolo del sangue…

“Si… sono una condanna abbastanza visibile…”

Non dissero altro… anche se Goku… Goku sapeva che c’era una cosa che doveva chiedergli…

Ma non ne aveva il coraggio…

Ricordava ogni istante del loro primo incontro…

E come poteva quindi non chiederselo… almeno a se stesso…

E Hakkai?

Ma non potè chiedere niente…

Anche se forse non ci sarebbe riuscito comunque…

Il suo stomaco vibrò forte nella strada semi deserta… fame… chissà come mai ora provava di nuovo fame…

Guardò un attimo a sinistra… verso il burrone… lo vedeva così lontano…

C’era freddo… aveva fame… era vivo… Ancora per un po’.

Il rosso rise a quel rumore…

“Vedo che siamo affamati eh?”

Goku lo guardò… e non riuscì a rispondere…

Perché quello era il sorriso che era abituato a vedere… quello era il suo Kappa…

Aveva paura… paura di perdere anche lui… senza pensarci due volte con una mano andò a prendergli la manica della giacca, la strinse forte…

Aveva paura…

Le lacrime scendevano…

Era solo…

… Non volevano fermarsi…

Non c’era nessuno…

… solcavano le sue guance…

Voleva semplicemente essere notato…

… fino ad incontrare la fine di quel viso fanciullesco.

Il rosso lo guardò…

Si ritrovò in quegli occhi puri e profondi… perché Goku era esattamente come lui…

Un bambino che ricerca calore.

“Beh visto che ci siamo… che ne dici di andare a mangiare assieme? Sei fortunato… ho comprato il Sukiyaki”

Il moretto lo guardò…

Il suo Gojio…

Sorrise, mentre ancora le lacrime cristalline lavavano il suo viso…

Il suo Gojio.

“Ok”

E non serviva dire altro… e si incamminarono, senza che Goku staccasse mai la mano dalla giacca del rosso…

Aveva un po’ meno paura… ma non voleva perderlo ancora.

 

[…]

 

Una casa modesta… la ricordava… quella in cui lui e Sanzo erano andati a cercare Hakkai…

I suoi pensieri tornarono al biondo… a quel monaco scorbutico…

Al suo monaco…

Ma poteva definirlo ancora suo?

Dopotutto non lo aveva ascoltato… gli aveva chiuso il suo cuore…

Si chiuse più in se stesso… dimenticandosi di dove fosse…perdendosi a ricordare quella figura slanciata…  sentendo un calore al cuore che non ricordava più…

Adorava quel sole… adorava Sanzo… e non era un adorazione ipocrita, non lo adorava per la sua carica… o per quel simbolo sulla fronte…

Lui adorava tutto di lui…

Il suo carattere freddo, cattivo… a volte, diciamocelo, anche stronzo… quel suo umore strano… quelle sue strane forme di gentilezza riservate quasi sempre a lui.

“Ehi a chi stai pensando moccioso?”

Un istinto naturale… una risposta naturale… a Goku sembrava così lontano l’ultima volta che aveva sentito quella frase… così… lontano.

“Non sono un moccioso!”

Gojio gli sorrise e gli passò di nuovo la mano nei capelli scompigliandoglieli… era un gesto che faceva spesso anche l’altro Gojio…

Il suo volto si incupì un attimo… Chissà che fine avevano fatto i suoi compagni.

Sperava solo che in quell’altro mondo non fossero tutti come Gojio… non lo avrebbe sopportato… tristi…senza vita.

“Allora avevo ragione stai pensando a qualcuno!”

Goku alzò gli occhi ad incontrare quelli carmini dell’altro…

Grandi… con un peso troppo grande sulle spalle… un peso marcato… un peso che, se nel suo Gojio era velato e nascosto, in questo era evidente come le stelle là fuori.

“Si… sono i miei compagni… tu mi ricordi uno di loro…”

Il rosso si alzò per andare a prendere i piatti ormai pronti e li portò a tavola…

Goku prese a mangiare lento… non aveva nemmeno appetito.

Il rosso lo seguì in questo gesto automatico… silenzio… come nella grotta…

Senza Sanzo tutto era silenzio…

“Li hai persi?”

Goku giocò un attimo con un perso di carne… li aveva persi?

Perdere… che brutta parola… però… non è definitiva no?

“Si…”

Il rosso gli sorrise compassionevole…

“Anche io ho perso un mio compagno… ma sono sicuro che lo ritroverò… devo ritrovarlo…”

Goku ebbe un fremito… lungo… intenso…

Hakkai…

“Come l’hai perso?”

Il rosso abbassò la testa…. La voce spenta…. Quasi rotta dal pianto…

Pianto?

Aveva mai visto Gojio piangere?

No… e forse… in questo i due Gojio erano simili, solo la voce, solo la voce esternava la voglia di sfogarsi, gli occhi erano fissi davanti a se… decisi.

“Ecco…”

Ma Goku aveva capito, un tasto dolente… e la sua curiosità non valeva quella pena… non voleva vederlo soffrire… gli voleva bene… il suo kappa maniaco.

“Gojio… scusa… io”

Il rosso scosse la testa…

“Era una brava persona… un assassino vero… ma aveva assassinato solo demoni…”

Si… quello era di sicuro Hakkai… Hakkai che aveva vendicato il sopruso ricevuto uccidendo tutti quei demoni e divenendo un demone egli stesso… Hakkai dal sorriso gentile, Hakkai con Hakuryu… Hakkai.

“…Ma per lui… era un peso troppo grosso… l’ho convinto a non uccidersi a fatica… e poi è scappato… mi ha detto solo… che stando accanto a me mi avrebbe fatto solo del male…”

Sorrise… un sorriso che di felicità non aveva proprio nulla.

“Che stupido eh?... un vero stupido…”

Ricordava… la confessione che i due gli avevano fatto poco prima di tutto quello…

Stavano insieme… si amavano…

Forse…

“Lo amavi?”

Gojio lo guardò sorpreso… quel ragazzino sembrava leggergli dentro, sembrava sapesse tutto di lui…

Quegli occhi dorati, profondi, sembravano leggergli l’anima… erano così… puri… che veniva quasi voglia di chiedere scusa al solo guardarli.

“Si…”

Goku abbassò la testa sorridendo… perché… nonostante tutto quello era sempre il suo Gojio…

“Anche lui… anche lui ti ama…”

Lo diceva perché ne era certo… perché Hakkai amava Gojio con tutto se stesso… lo aveva letto nei suoi occhi…

“Come puoi esserne sicuro?”

Cosa poteva dirgli? Che veniva da… da cosa? Un universo parallelo? Si… bella scusa.

“Fidati di me…”

Non dissero nient’altro… l’aria si era rilassata… incredibilmente… forse… perché sembrava a tutti e due così naturale stare insieme… troppo… troppo naturale.

 

 

Cap 4

Your fault (Green)

 

Sei solo…

Non senti più niente…

Il baratro si allontana ma tu ti senti sempre più vuoto.

Ti volti, ancora… ancora… lo cerchi…

E’ tua la colpa… per essergli stato troppo attaccato…

E’ tua la colpa…

Avvicinati al burrone… perché la colpa è solo tua

 

Goku rimase con Gojio per l’intero pomeriggio… si sentiva a casa… a volte era come se, in realtà non fosse cambiato nulla…

Ma duravano poco quei momenti, poi non sentiva nessun rumore di sparo, nessuna risata, nessun versetto strano e ripiombava nella realtà.

Non era come nel suo di mondo… in quello Sanzo e lui non si erano mai incontrati e, di conseguenza, lui non aveva mai incontrato Gojio e Hakkai.

Si bloccò di colpo… ricordando un particolare…

Sanzo… Sanzo aveva comunque ricevuto l’ordine dai Sabutsushin… con o senza di lui… lui sarebbe dovuto andare a cercare Hakkai… perché Hakkai aveva ucciso quei demoni…

Forse… forse Gojio sapeva come stava Sanzo…

Di cosa ti illudi? Non hai notato che è tutto stravolto Goku? Sono passati tre anni da quando, in teoria, Sanzo sarebbe dovuto arrivare… credi davvero che Sanzo non sarebbe riuscito a prendere Hakkai anche senza di te?

Voleva farla stare zitta… quella voce fastidiosa… la voce della ragione… ma lui… come poteva dargli ragione… lui che, in ogni modo, tentava di capire cosa stesse succedendo… perché?

Perché Sanzo non era andato da lui?

“Gojio ecco mi chiedevo… tre anni fa… non è… per caso… ecco… non è che è venuto un monaco a cercare di prendere Hakkai…?”

Insensibile… Insensibile Goku…

Come puoi chiedergli di ricordare il suo incontro con l’amore perduto?

Solo perché vuoi ritrovare il tuo?

Il suo amore?

Lo amava?

“Si… “

Goku scattò in piedi facendo cadere violentemente la sedia… era venuto?

“Gok…”

Ma non lo lasciò parlare… sentiva caldo… le parole si inceppavano tra loro, si univano… sudava… voleva sapere… il suo Sanzo.

“Com’era? Dov’è?”

Gojio rimase basito… quel ragazzo così calmo… così allegro… ora sembrava sull’orlo della disperazione…

E si stupì… di quanto fossero, ancora una volta, uguali… così fragili.

“Era brutto, alto e pelato… non sto scherzando, faceva davvero schifo, avessero almeno mandato uno carino…”

Non continuò… mentre vedeva Goku cadere a terra… appoggiarsi al tavolo e poggiare lo sguardo al pavimento.

Sanzo non era venuto… Sanzo non lo aveva cercato… Sanzo non lo aveva sentito… Sanzo non aveva mai incontrato Hakkai e Gojio… dove era Sanzo?

“Ehi Goku che ti pre…”

Un rumore… forte… un vetro rotto e urla, sempre più forti.

Si alzarono entrambi mentre Gojio sbuffava annoiato…

“E’ la terza volta che qualcosa mi interrompe mentre parlo e che pa…”

Si abbassò perché la finestra accanto a lui si era frantumata sotto il colpo di un proiettile.

Un proiettile normale…

Non uno di quelli di Sanzo convenne Goku.

Fece apparire il Nyoibò sulle sue mani mentre Gojio faceva apparire la sua di arma.

Dejavù… forte… lontano…

Mentre si gettavano a combattere i demoni…

Scarsi… prepotenti e imbecilli… almeno questo non era cambiato.

Guardò quelli che lo avevano accerchiato, convinti di avere la vittoria i pugno e li colpì, uno ad uno… sfogandosi finalmente…

Era tutto così assurdo…

Surreale…

Frustrante…

Tutto era successo per colpa della sua stupida voglia di fare un regalo a Sanzo e dalla stupida risposta di quest’ultimo.

Colpì l’ultimo alla testa per poi guardarsi in giro… Sangue… ovunque…

Rosso e meraviglioso… quanto avrebbe voluto lasciarsi andare al seiten una volta tanto… per dimenticare…

Ma c’erano troppe cose che doveva capire… troppe.

E se ne ricordò guardando quel viso che si muoveva tra gli alberi… riconoscendo quella figura aggraziata.

Hakkai… tenero, dolce e preoccupato Hakkai…

Preoccupato per quel suo amore che sa badare a se stesso ma che, spesso, si lascia andare all’entusiasmo.

Preoccupato e innamorato…

Un Hakkai che tende a pensare agli altri più che a se stesso… un Hakkai non troppo diverso da suo.

Ma li voleva vedere felici…

Almeno loro.

Si avventò sull’ultimo avversario di Gojio, permettendogli di guardare verso la foresta… permettendogli di vederlo…

Le pozze dorate urlavano… urlavano quello che più erano abituate a dire… ma questa volta non era più lui il soggetto…

Guardalo! Guardalo! Accorgiti di lui!!

E forse Gojio era realmente più ricettivo di Sanzo.. perché lo guardò per un istante, una vita.

E lasciò perdere tutto scaricando gli ultimi demoni sull’Itan…

Ma Goku lo capiva… chissà che avrebbe fatto lui se quello fosse stato Sanzo.

Uccise l’ultimo demone mentre una lacrima solitaria gli solcava il viso… Sanzo…

Pensava a lui… a quel suo monaco scomparso…

Pensava a lui e la morsa al cuore si ampliava… pensava a lui e voleva semplicemente morire.

Morire per lui o assieme a lui…

Avrebbe voluto vederlo un’ultima volta.

Un’unica volta…

Poggiò finalmente il piede a terra…

E prese a correre veloce…

Voleva raggiungere i suoi amici… voleva vedere come stavano… voleva vedere… voleva vederli…

Povero piccolo cucciolo abbandonato.

Che non vuole più restare solo… che cerca solo chi lo raccolga…

Corre veloce, seguendo le tracce del loro odore… dopo tutto un po’ animale è…

E li vede… si ferma e li vede…

Abbracciati… insieme… felici.

Come lui e Sanzo non saranno mai… perché anche il cieco ormai lo ha capito…

All’amore non si può sfuggire…

Non si può scappare… ti acchiappa sempre… e rimani lì, invischiato nella sua rete.

E ora non avrebbe più potuto fare finta di niente, nascondersi dietro la sua stupidità… ormai era caduta anche quella.

Sorrise triste… cosa poteva dire uno stupido che si è svegliato intelligente?

“Vuoi rimanere ancora tanto lì dietro stupido moccioso?”

La voce del rosso, come la conosceva.

Si rizzò in piedi e avanzò verso i due…

“ NON SONO UN MOCCIOSOOO!!!”

E si misero a ridere… tutti e tre…

Goku si sentiva quasi completo… mancavano solo quegli occhi viola, quella pistola… mancava semplicemente lui.

 

Cap 5

Death sunset (Purple)

 

Lo senti il vuoto?

Lo senti quel piccolo buco accanto a te?

Cammini… ti guardi le mani…

Non senti più niente…

Non verrà a cercarti… non ti tenderà la mano…

Non lo farà più…

Mai più…

Mentre il sole tramonta non senti che tramonta anche la tua vita?

 

Prese lo zaino che Hakkai gli stava porgendo… non si sa come Hakkai lo aveva inquadrato subito… beh era una caratteristica comune qualunque fosse l’universo.

Pieno di cibi di ogni genere… sembrava che stesse partendo per la guerra… beh meglio così.

“Sicuro che non vuoi che veniamo con te?”

Premuroso dolce Hakkai…

Ma lui non poteva venire… non poteva neanche il rosso… perché quello era il suo di Sanzo…

Era sera… Gojio lo aveva invitato a rimanere per la notte… ma non poteva… a mezzanotte sarebbe scoccato il 29 novembre… voleva essere con lui… come sempre.

Voleva essere con lui.

Voleva urlargli buon compleanno, poco importava ora che non lo avesse cercato, poco importavano quelle parole… gli avrebbe fatto cambiare idea… lo avrebbe mandato a liberarsi… perché anche quell’altro piccolo Goku doveva avere quello che aveva avuto lui.

Gli spettava di diritto… dopo 500 anni di solitudine… doveva conoscere la luce…

Doveva conoscere quello che aveva conosciuto lui.

La luce, il calore, la vita, la felicità… l’amore.

Perché erano cose meravigliose… erano cose che gli sarebbero mancate.

Erano le cose che ora lo tenevano in vita… quei ricordi… quei sorrisi e quegli occhi dispersi in questo universo così simile e così diverso.

Avrebbe voluto averlo di fronte agli occhi, andare da lui… e urlargli di rimangiarsi quello che aveva detto…

Perché lo amava e lo sapeva.. sapeva che, nonostante tutto anche il biondo a modo suo lo amava.

Ma era troppo cocciuto… testardo.. non lo avrebbe ammesso mai.

E toccava a lui… farglielo capire…

Camminava… la neve… sembrava così sottile e bassa ora… sottile e bassa…

Forse era davvero così…i suoi problemi sembravano soltanto così grandi in realtà non erano altro che neve… neve che si scioglie ogni problema può essere superato… e loro li potevano superare assieme si… assieme.

Se mai l’avesse ritrovato ovvio…

Ma l’avrebbe fatto… ed il primo luogo dove sarebbe andato era proprio quello… Cho’an.

 

[…]

Vi arrivò che ormai era il pomeriggio del giorno dopo…

Aveva camminato tutta la notte fermandosi solo qualche volta mangiare…

Non aveva sonno e ora, sentiva ancora poco la fame…

Stava cadendo di nuovo in quella indifferenza e apatia che troppo spesso lo coglieva… doveva vedere Sanzo, doveva trovarlo… doveva.

Perché lui non era assolutamente nulla senza di lui… perché voleva dirgli che lo amava… voleva dirglielo…

Ricordava quel luogo come se fossero passati pochi giorni da quando vi abitava… non era cambiato nulla ed era strano…

Passò accanto ad un albero nel quale aveva convinto Sanzo a farci montare un’altalena… l’altalena c’era… era lì.

Goku si fermò a guardarla… si fermò.. e con lui anche il suo cuore e tutto ciò che c’era intorno…

Quell’altalena… lui non gliel’aveva mai detto di costruirla in quell’universo.

Si mosse di scatto fino all’ala ovest del tempio.. non gl’importava più se lo vedevano doveva solo sapere…

E la vide… la casa… la casetta che aveva costretto a costruirgli… ma non si fermò, dopo un po’ quel campettino di fiori… girasoli… erano ancora lì, come li aveva piantati lui… e così ogni piccola cosa che ricordasse la sua presenza in quel posto, costruzioni, piccoli disastri… tutto.

Una speranza… una piccola e cieca speranza…

“Goku…”

Si girò al suono di una voce estranea… sapeva il suo nome… nessuno lo sapeva a parte Gojio e Hakkai… nessuno… solo una persona poteva conoscerlo nonostante tutto.

Ma non era Sanzo… la voce troppo diversa.. forse… forse un suo discepolo a quale aveva parlato di lui.

“Sei Son Goku?”

E Goku annui con forza… guardandolo… speranzoso…

Come un cane che aspetta il cibo… l’aria… la vita.

Ma si bloccò... quel monaco… lo guardava… con compassione?

Perché?

Perché quello sguardo?

Si sentiva soffocare… la neve era di nuovo alta, enorme… bianca.

“Il venerabile Sanzo un giorno ha cominciato a costruire tutte queste cose… nessuno capiva… appena finì di costruirle tutte ci disse che doveva partire… non capivamo perché… non capivamo niente… solo a me lo disse… doveva andare a cercarlo…”

Si fermò… e Goku ebbe una voglia incredibile di catapultarglisi di sopra e ringhiargli… intimargli di continuare se ci teneva alla vita… oh… il seiten stava fremendo.

Fremeva di rabbia e voglia di Sangue… perché Goku a poco a poco moriva… si spegneva ad ogni parola del monaco… Sanzo… lo aveva ricordato… solo, unico, in quel mondo.

“… quando gli chiesi di chi parlasse disse solo un nome… Son Goku.”

Il monacò finalmente lo guardò e gli si avvicinò…

Vecchio… era veramente vecchio…

Il peso dell’età gli fasciava tutto il corpo, rughe, una piccola gobba…

Però… sembrava un’anzianità artificiale… il peso di un compito troppo grave…

“E’ andato a cercarti… è morto…”

La neve ormai lo sommergeva… morto… morto…

Il suo Sanzo…

E non era riuscito ad arrivare in tempo… non era andato da Hakkai e Gojio, non era al tempio… non era con lui.

Si lasciò cadere sulle ginocchia… non aveva forza… non ne aveva minimamente…

“L…l…la sua… tomba?”

Il monaco lo guardò e gli fece segno di seguirlo…

Non si alzò Goku… gattonò… come un bambino, sporcandosi i vestiti… strisciando…

Il suo Sanzo…

Gattonò come un verme… indegno… questo era… non era riuscito a proteggerlo…

La tomba era vicina… attorniata dai girasoli…

Girasoli…

“Amava i girasoli… non ci ha mai spiegato nessuno il perché… ti amava… senza nemmeno sapere chi fossi…”

Era morto quattro anni prima… aveva cominciato a ricordare un anno prima della sua morte.

Aveva cominciato a cambiare…  un anno prima… nel periodo in cui sarebbe dovuto essere con lui.

Si era ricordato di piccole cose… ma si era ricordato… il suo Sanzo…

“E’ stato trovato con la pistola in mano… si è…”

Lo aveva capito… Sanzo non si sarebbe mai potuto fare sconfiggere… aveva ricordato piccole cose…

Ma, senza Goku accanto, la solitudine e la disperazione avevano vinto.

Le tenebre ti inghiottono… che ti chiami Genjo Sanzo o Son Goku.

Le tenebre non lasciano scampo.

Il monaco se ne era andato da almeno tre ore…

E lui non si era mosso.

Guardava la lapide senza reazione… almeno apparentemente.

Sanzo… il suo Sanzo.

Si lanciò in avanti aggrappandosi alla fredda pietra.

Fredda… ma non lo sentiva…

Non sentiva più niente… mentre stringeva la pietra così forte da farsi male…

Ma non lo sentiva…

Il labbro sanguinava per la morsa troppo violenta in cui era stretto…

Se ne era andato…

“S… Sanzo… ti prego.. ti prego no… torna… torna… SANZO TORNA IO TI AMO TI AMO TI AMO!!!”

Calde lacrime che, la sua pelle non registrava… vedeva solo neve… neve… bianca… il nulla…

“Perché? Perché Sanzo… io ti aspetto… ti ho sempre aspettato… e volevo dirti ti amo… volevo dirtelo di persona ma… perché? Perché mi hai detto che dovevo sparire?”

Piangeva… finalmente dopo tanto…

Tre ore immobile a morire…

“Gli uomini tendono ad allontanare le cose che gli sono care… hanno paura di ferirle, rompere sporcare e hanno paura di soffrire alla fine loro stessi…”

Una voce calda… incolore…

Una voce sicura…

Goku si voltò piano… per incontrare due occhi neri… puntanti su di lui…

Una figura avvolta in abiti strani… con un coniglio sotto braccio e dei capelli neri che ricadevano scomposti sul viso.

Un corvo sulla sua spalla lo guardava senza emettere il minimo rumore… inquietante… questo era.

“C…chi sei?”

La figura sorrise… pazza…

“Non importa… non t’importa… cosa vuoi Son Goku… io posso esaudire un tuo solo desiderio… solo uno…”

E Goku lo guardò….

Chiedendosi se quello non fosse il genio della lampada…

O forse era semplicemente una trappola…

Ma cos’altro aveva da perdere?

“Io… voglio che Sanzo sia felice…”

Alla fine era sempre stato questo il suo desiderio, come ogni suo pensiero e ogni sua parola… sempre rivolte a lui.

“Solo questo?”

Goku tornò a guardare la lapide… ora lo sentiva… freddo pungente…

Tanto… troppo freddo…

“Cos’altro potrei volere?”

L’uomo allora sorrise… di nuovo, ancora… si abbassò avvicinandosi poi al suo viso e baciando leggermente le sue fini labbra…

“Desiderio esaudito.”

 

 

Cap 6

My desire… for you

 

Quando tutto comincia a sbiadire, i sogni si confondono

Prendono il posto della realtà diventano parte di essa… e fino a che punto si può stabilire

Cosa è reale e cosa no?

 

Gli occhi faticavano ad aprirsi…

Perché doveva aprirli?

Sanzo era morto…

Lui si trovava in un universo parallelo ed era ancora rinchiuso nella grotta… perché avrebbe dovuto svegliarsi?

Freddo… bianco….

Non sentiva ne vedeva altro che questo… tutto il resto era sparito, era stato inghiottito dal doloroso presente… la realtà uccide, fa male… ti trafigge con le sue spire e non ti lascia respirare.

E lui ora moriva… o forse… era già morto nel momento stesso in cui aveva ricevuto la notizia.

Sanzo… era morto.

Suicida.

Non ricordava altro… non voleva ricordare altro.

Ma poi arrivò… potente come un tornado… quell’immagine nera, quel tocco sfiorato, quelle labbra tiepide contro le sue.

E quella frase… desiderio esaudito.

Non capiva… cosa poteva essere successo?

Cosa poteva rendere felice Sanzo?

Forse… forse avrebbe dovuto aprirli gli occhi… forse si…

Per capire… per vederlo almeno ancora una volta.

Si svegliò… lento, aprendo gli occhi…

Sentendo delle voci che prima gli erano sfuggite nel chiasso dei suoi pensieri.

Lo chiamavano… lo chiamavano con trasporto… si sentiva quasi trascinare via da queste voci…

Chi erano? Cosa volevano da lui?

“Goku…”

Hakkai…

“Goku!!!”

Gojio…

“Baka saru…”

… Sanzo…

Tutti e tre davanti ai suoi occhi…

Era a terra con il vassoio riverso nel pavimento…

Hakkai sorrise sollevato…

Perché?

Non era stato lui quello che aveva tentato il suicidio…

“Diamine Goku non farci spaventare più così! Ci siamo presi un colpo quando ti abbiamo visto crollare a terra con il vassoio in mano”…

Un vassoio?

Lui non si ricordava di nessun vassoio… solo… solo di quello di quella sera.

Il vassoio per Sanzo… Sanzo.

Andò con gli occhi dorati a cercare il suo gelido sguardo… che era lì… per lui.

Sorrise.

“Ehi scimmia che hai da sorridere? La botta in testa ti ha fatto davvero male eh?”

Goku scattò in piedi irato…

O almeno così mostrava… il suo Kappa… il suo Gojio.

Rispose come da copione mentre, come da copione, l’harisen si abbatteva sulle loro teste.

Provava dolore, la testa gli pulsava… ma non c’era prova migliore per vedere se stava sognando o no…

Era tornato… era tornato…

Senza nemmeno degnare di uno sguardo i due compagni seguì Sanzo nell’altra stanza…

Doveva dirglielo… doveva dirglielo…

Dopotutto… tutto quello voleva dire che era felice… ricordava il suo desiderio… lo ricordava…

“Sanzo…”

Il biondo si voltò scocciato… e se fosse stato tutto solo un sogno?

Goku tremava… come una foglia… non era pronto… non era ancora pronto a dichiararsi…. A spendere parole… a creare frasi complesse e filosofiche… era una stupida scimmia dopo tutto…

Così fece l’unica cosa che sapeva fare bene: seguì l’istinto.

Si alzò sulle punte e sfiorò le labbra dell’altro… leggermente, come a cancellare quel precedente bacio.

Il suo primo bacio, il suo primo vero sorriso… il suo cuore tutto sarebbe stato di Sanzo.

Nonostante tutto era sempre stato così… inseparabili… uniti…

Innamorati… mentre le bocche si chiudevano in un altro bacio…

Quel bacio lungo ed appassionato che forse i due aspettavano da troppo tempo.

“Ti amo Sanzo…”

“Baka Saru…”

E Goku sorrise… forse perché, nel dirlo, il suo sole gli aveva incorniciato il viso con le mani.

 

 

.:*:.

Owari

 

 

 

 

Note sulla fic: Cosa posso dire… allora… cominciamo… AUGURI AMOWA MIAAA *ç*

UHUhuH

Etta Fic è il miu regalozzo… ok ok dite che mi potevo impegnar di più? Son d’accordo u_u

Chiedo venia… la trama è trita e ritrita… ma… ecco… ti amo U.U ecco si… il concetto che tutta la fic vuole dire è esattamente:

TI AMO *ç*

Ti amo da morire >.< sei pazza, maniaca… mia *__* e non ho intenzione di dividerti con nessuno <3 UhUHu

Ecco… è sempre un bene mettere le cose in chiaro UçU… *sottolinea il mia* è_é molto il chiaro… chissà passino procioni ruba amowe é_ò.

 

Note sulla trama: Ok.. ok… ç_ç lo ammetto… l’inizio è SPUDORATAMENTE copiato dalla mia puntata preferita di saiyuki… Misty Rain… in italiano pioggia… la puntata 39 *_* quella che rimarrà nei nostri cuori *ç* LEI *ç* e tutto il resto è copiato da tutte le mille ficcy uguali X°D… o almeno… secondo me è tutto molto scontato e trito e ritrito ç_ç… spero di essere riuscita a distaccarlo dagli altri… se no chiedo venia.

Perfino il titolo è copiato <3… naturalmente è una specie di revisione di “Christmas Carol”… insomma… tranne la pessima scrittura di mio c’è solo la buona volontà <3 quella me la riconosco X°D

 

Danke a tutti ^O^

See you soon ^__-