A better life
capitolo 10
di
Rikku19
Sto su un aereo.
un aereo privato.
Con Tibby.
Con Estella.
E con David.
Mi sono diplomato.
Jess ha preso i voti.
Mi ha telefonato, la sera prima della cerimonia.
Tibby ha comprato casa su Sunset Boulevard.
Il suo ultimo film è stato un successo mondiale.
Un campione d'incassi.
Ed è stata premiata come una delle donne meglio vestite al mondo.
Tibby ha in programma un film dietro l'altro.
Inarrestabile.
David ha venduto l'attico a New York.
E ha comprato il mio appartamento.
E' accaduto l'impensabile.
La notte dopo la cerimonia dei diplomi.
L'avevamo fatto tutta la notte.
Sesso, credo.
Amore, forse.
Il sole cominciava a filtrare attraverso i vetri giallastri delle finestre.
Tirò il lenzuolo al di sopra delle nostre teste.
Incominciò a farmi il solletico.
"smettila"
Risi.
Scalciai.
Lo colpii allo stomaco.
Mugugnò, di dolore, e mi baciò, sotto il lenzuolo.
Quello stesso lenzuolo che mi ero rifiutato di buttare, nonostante avesse
toccato il suolo di un sudicio vicolo newyorkese.
Che avevo portato in lavanderia.
E che avevo regalato a David.
Mi teneva inchiodato al materasso.
Si stava eccitando.
Si strofinò su di me.
Lo allontanai bruscamente.
"non ti basta tutto quello che abbiamo fatto per le ultime tre ore?"
Arrossii.
Lui scosse la testa e mi guardò malizioso.
Si gettò a divorare le mie labbra.
"smettila!" risi.
Ammutolì.
Si alzò dal letto.
Scattò verso il cassettone.
Nudo, si appollaiò sulla finestra.
Guardava le schiere di turisti particolarmente mattinieri desiderosi di
visitare il Metropolitan.
Tacque.
"che fai? metti il broncio?" ridacchiai
Non mi rispose.
"devo andare a Los Angeles"
La notizia mi colpì come una mazzata.
"quando?"
Continuò a tacere.
"quando?"
"parto martedì"
Assimilai la notizia.
Era domenica.
Ricacciai indietro le lacrime che stavano per spuntare.
"per quanto tempo?"
Non mi guardò.
"sei mesi. forse sette"
"puoi tornare qui... di tanto in tanto?"
Scosse la testa.
"inizierò le riprese con Martin. Lo sai, siamo usciti a festeggiare quando
mi ha telefonato"
"non pensavo fosse così presto"
Non rispose.
Il sole si rifletteva sulla sua pelle marmorea.
Pensai a Dean, al suo ex.
Al suo ex che era al suo esordio cinematografico.
Al suo ex che si era rifatto vivo due mesi prima.
Al suo ex a cui avevo urlato "David è mio!"
A David che mi aveva abbracciato, senza dire nulla.
E alla notte che ne era seguita.
A come mi aveva preso.
Una lacrima.
Due.
Tre.
Un torrente.
"non voglio"
Mi asciugò le lacrime.
Mi sussurrò all'orecchio di stare calmo.
E anche tre inaspettate parole.
"vieni con me"
Piansi più forte.
"no"
"vieni con me"
"no"
"ti prego"
"lo sai che non posso"
"molla tutto e vieni con me"
"no"
Vuoto il bicchiere di Absolute.
David sta russando.
David Applegate russa.
Sotto un plaid a scacchi.
Infilo le mani sotto la coperta leggera.
Sotto la camicia.
Abbasso la zip.
Si sveglia, di soprassalto.
Mi guarda, stranito, ancora addormentato.
Ricambio con uno sguardo malizioso.
"non l'ho mai fatto in aereo"
Gli prendo una mano.
Tibby ed Estella dormono su un divanetto laterale.
"facciamo piano"
"sarà dura" sbadiglia
Lo spingo nella cabina.
Mi abbasso i pantaloni.
"te lo ricordi quello che ti ho detto la notte di Natale? Con quel test di
Cosmopolitan di Tibby sui sogni erotici?"
Annuisce, ridendo.
"bene. realizzalo"
Sogghigna.
"non voglio"
"perchè?"
"Tibby. New York. Rachel"
"posso sistemare tutto"
Mi accoccolo contro un cuscino, dandogli le spalle.
"no"
"posso sistemare tutto"
Scuoto la testa.
Scatta in piedi.
Lancia per terra un lampada.
"Tibby non ti aspetterà in eterno, Shane! si è fatta una vita, mentre tu
stai a crogiolarti tra i tuoi sogni del cazzo! Si è fatta una carriera, si è
messa con Estella! Non sei più il centro della sua vita! E Rachel se ne è
sempre fregata di te! ha iniziato a chiamarti quando ha scoperto che io ti
fottevo. voleva un tizio famoso da invitare alle sue cazzo di festicciole di
provincia! e io ho sempre accettato, perché nonostante ci stesse usando per
fare bella mostra di sè, ti facevano felice! non gliene frega un cazzo di
te, a lei e a nessuno!"
Lo guardai, con odio.
"se a nessuno gliene frega un cazzo, perché mi vuoi a Los Angeles?"
Abbassò lo sguardo.
"lo sai"
"dillo"
"no"
"dillo"
"no"
"dillo!" strillai
"perché a me di te importa! non puoi nemmeno immaginarlo quanto mi importa
di te!"
David si ripulisce la bocca.
Mi tiro su la cerniera dei jeans, soddisfatto.
"e a me niente?"
Fingo di pensarci un po' su.
"mh... non è che mi vada molto, adesso. e poi il tuo turno sarà su una
spiaggia deserta a Thaiti..."
"ma a Thaiti dobbiamo andarci l'estate prossima!" sbotta
"appunto"
"mi vuoi far rimanere così per un anno?!"
"forse"
Mette il muso.
E ridacchia.
"te l'ha mai detto nessuno che fai schifo, come attore?"
"di certo non i giudici dell'Academy"
Lo afferro per li pantaloni e lo tiro verso di me.
Gli slaccio la cintura.
"lo sapevo, che non ci resistevi, per un anno!" sussurra.
Gli abbasso i boxer con i denti.
E lo prendo in bocca.
Annuisco.
S'illumina.
"sul serio?"
"verrò"
Mi bacia.
"ho una villa a Los Angeles... se non vuoi stare da Tib... beh, sai... da me
c'è posto" dice "per te"
Le sue parole sono incerte.
Tiene gli occhi bassi.
Non ho bisogno di parole.
Sostantivi, verbi, aggettivi che non definiscono nulla.
Non c'è bisogno di definire.
Mi mordo le labbra.
E lo abbraccio.
Sediamo sul divano.
Tibby dorme ancora.
Estella si sveglia.
Ci sorride, ma non si muove.
Le deposita un leggero bacio sulla nuca.
Ricambio il sorriso.
"quando tagli i capelli, Shane?"
Mi fa passare le dita tra le ciocche scure, che ormai toccano le spalle.
"stai meglio con i capelli corti"
Ridacchio.
Sento ancora in bocca il suo sapore.
"per l'università..." inizia
Abbasso lo sguardo.
ha toccato un tasto dolente.
Per lui ho mollato tutto.
Lui lo sa.
"Ho mostrato a Lars e a Andrew quella cosa scritta sul quadernetto. Lars ha
fatto una telefonata"
Lo guardo, a bocca spalancata.
Mi avevano ammesso alla facoltà di Scrittura Creativa alla New York
University.
Ma ho piantato tutto per vivere con David.
"ma alla New York..."
"UCLA" risponde semplicemente.
Inizio a ridere.
Per la sorpresa, per la gioia.
La volontà fine a sé stessa non mi ha portato da nessuna parte.
Spesso bisogna solo saper aspettare.
Così è stato per la mia vita.
La vita migliore è arrivata, senza che io me ne accorgessi.
"ed è stato per tutto questo tempo che si è rigirato in testa il suo mondo
migliore" "per non rivedere quel ricordo intollerabile" A.Baricco; Senza
Sangue.
*fine*
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