A better life
capitolo 7
di
Rikku19
Indossava l'abito bianco.
Elegante, e, probabilmente, molto costoso.
Lui era sulla cinquantina.
Somigliava un po' a Jess.
Sedetti nell'ultima fila, cercando di non dare nell'occhio.
Il mio impegno fallì miseramente, si sollevarono maggiori borbottii al mio
ingresso che all'entrata trionfale della sposa.
Rachel era raggiante.
La incrociai all'uscita, al lancio del riso.
le porsi le mie congratulazioni e i miei migliori auguri per il futuro.
"ti prego resta, almeno per il pranzo"
"saremmo molto felici se tu restassi"
si chiamava Bob.
Ed era il mio nuovo patrigno.
E mi guardavano imploranti.
Tutti e due.
"ok" sospirai.
Scoprii di avere due sorellastre maggiori.
Samantha e Lauren Kinney.
Mi avevano riservato un posto al loro tavolo.
In meno di cinque minuti di conversazione scoprii che facevano entrambe le
modelle per una ditta di cosmetici e cercavano di trovare lavoro come
attrici a Los Angeles.
in meno di cinque minuti di conversazione scoprirono che conoscevo Alexa
Williams e Daniel Swanson.
Eravamo ormai al taglio della torta.
Mi allontanai per qualche minuto ,il tempo di fumarmi una sigaretta in tutta
tranquillità.
Vidi una macchina decappottabile rossa sfrecciare verso il parcheggio degli
ospiti.
Rabbrividii.
Lo vidi venirmi incontro, tutto trafelato.
Lo gettai idietro un cespuglio.
"si può sapere che diavolo ci fai tu qui?! scoppia un putiferio se qualcuno
ti vede!"
"potevi dirmelo che tua madre si sposava!"
"non vedo come questi siano affari tuoi"
"è tutto il giorno che ti chiamo, e tu non ti degni di rispondere alle mie
telefonate! nessuno tratta in questo modo David Applegate!"
Sentii dei passi avvicinarsi a me.
"ciao Shane"
Sbiancai.
Non c'era momento meno opportuno.
"ciao Jess... che piacere, rivederti! è un po' di tempo che non ci
vediamo... ma perchè non sei con gli altri a festeggiare? sai, non dovresti
perderti questi istanti di gioia, di felicità...ehm... di gioia"
"mi sei mancato tanto, Shane"
"ah... ehm..."
sentii la siepe muoversi, dietro di noi.
Le tirai un calcio.
La sentii distintamente mugugnare di dolore.
"sai, non ti sei fatto più sentire, e poi si è sparsa la voce che te ne eri
andato" proseguì "sono diventato cattolico. volevo superarti, volevo
superare noi. ma io ti voglio ancora, Shane"
"ehm... ma non volevi farti prete?"
"e tu, non mi vuoi più?"
"ehm... e con i voti come la metti?"
Sentii che la siepe stava distintamente ridacchiando.
"c'è qualcun altro nella tua vita, Shane?"
"ehm... ma i preti cattolici non posono fare sesso, vero? e poi, con un
uomo..."
"sono disposto a mollare tutto per te, lo sai, vero?"
"ehm... sai, c'è qualcun altro... più o meno"
"ma lui ti ricambia?"
"ehm... direi che... ehm... non lo so"
"e tu, non mi desideri più?"
"ehm... direi che ho altro... un altro per la testa ora"
La siepe stava distintamente ridendo.
"ma... che strano rumore..." Jess si voltò "eppure non c'è nessuno"
"nono, non c'è nessuno! anzi, tienimi via una fetta di torta, vai che se no
le finiscono, sai come sono i matrimoni!"
"ok. ti capisco, se vuoi rimanere solo. ti ho lasciato un peso non
indifferente, e..."
"ecco, bravo, Jess, hai perfettamente ragione, me ne devo stare un po' da
solo"
"d'accordo. sappi che però io per te ci sarò sempre" disse solennemente
"grazie. a dopo"
"a dopo"
Lo presi per un braccio, e lo nascosi dietro un gazebo sul giardino
posteriore della villa.
"si può sapere che cazzo ci fai qui?" ringhiai
"sul serio stavi con quel pivellino?" rise
"abbassa la voce!"
"uno come te può avere di meglio... pensavo avessi più gusto!"
"il fatto che sia venuto a letto con te è la dimostrazione della mia totale
assenza di gusto!"
"permalosi, siamo oggi, eh?"
"è il matrimonio di mia madre... dio se ti vede qualcuno scoppia un
putiferio!"
"non mi presenti i tuoi?"
"No!"
"vorrei avere l'onore di conoscere la donna che ti ha messo al mondo!"
"NO! va' via, ti chiamo sasera"
"non posso, stesera parto! te l'ho detto inizio le riprese in Messico!
volevo salutarti prima di partire!"
"salutarmi? e magari ci scappava pure la scopata?"
"magari..."
"no, no, e no! non qui, e soprattutto, non ora!"
"non me ne vado, se tu non vieni a Manhattan con me ora!"
"vattene!" urlai
"non senza di te. e resto qui, finchè non ti decidi... magari faccio pure un
giretto fra gli ospiti..."
"ok, ok, lasciami avvisare mia madre!"
David sogghignò.
"Shane! si può sapere che cosa succede? è successo qualcosa di grave? perchè
non puoi dirmi davanti a tutti perchè devi andartene via! è il mio
matrimonio, cielo!"
Trascinai mia madre ditro il gazebo.
"ecco, cosa succede!"
"salve, signora Kinney"
Se possibile, mia madre divenne bianca quanto il suo vestito.
"oh, ma... ma..." boccheggiò "cosa ci fa, lei qui? non che sia indesiderato,
ma, non credevo di avrele spedito un invito, però può restare, ne sarei
molto lieta, ne saremmo tutti onorati, ci illuminerebbe con la sua presenza,
e... e..."
Disse tutto ad un fiato.
Per un istante temetti che stesse per svenire.
Ma riprese a boccheggiare sui suoi rascorsi di fan storica fin dalla sua
prima apparizione in una pubblicità del dentifricio.
"... se le fa piacere potrebbe restare"
Lo fulminai con lo sguardo.
Sillabai calmo.
Niente-sesso.
E David scosse negativamente la testa.
"mi dispiace, signora Kinney. Sono venuto solo a prendere Shane. spero che
non le sia di disturbo"
"no. ma quale disturbo... anzi, mi farebbe piacere rivederla, al mio ritorno
dalla luna di miele"
Annuì.
E a quel punto decisi di intervenire.
"scusa mamma, ma noi dobbiamo proprio andare... sai, David voleva riposarsi
un po', prima di partire domani"
"oh, ma se si tratta solo di questo!" e si avvicinò a me "Shane, portalo a
casa, la vecchia casa, se vuole riposare, può farsi un bagno caldo, o puoi
fargli una tazza di caffè!"
"mamma, non credo sia il caso..."
"oh, mi farebbe molto piacere, invece"
"bene, perfetto! ciao Shane" disse brusca, e riacquistando il tono calmo e
posato che usava nelle riunioni del vicinato "è stato un piacere conoscerla,
signor Applegate"
Gli aprii la porta di casa.
"vuoi un caffè?"
Scosse la testa
"voi riposarti, fare un bagno?"
"dov'è camera tua?"
Risi.
Certa gente non cambia mai.
Lo presi per mano.
Intrecciai le dita nelle sue.
Lo guidai al piano superiore.
"ecco"
Ridacchiò, alla vista del crocifisso abbandonato in uno scatolone e ai
poster di Kurt Cobain.
Era la camera di un ragazzino.
Un ragazzino ribelle, ma pur sempre un ragazzino.
Mi adagiò sul letto.
Iniziò a baciarmi, lentamente.
Catturava le mie labbra, scendeva, e le prendeva di nuovo.
Mi spogliò.
Chiusi gli occhi.
Mi sfiorava con la punta delle dita.
Depositava un sentiero di baci sul mio corpo.
Gemetti.
Mi alzai di soprassalto, quanso sentii la sua bocca avvolgere il mio membro.
"non..." azzardai
Si avvicinò al mio viso, depositandomi un bacio leggero sulle labbra.
"non ti piace?"
Sossi la testa
"tu non mi hai mai... toccato"
Sorrise.
"shhht..."
Riprese da dove aveva interrotto.
Lo afferrai per i capelli, spingendolo sempre più a fondo.
urlavo.
si staccò.
Potestai.
"shhht"
Si mise supino, tirandomi sopra di lui.
Lo presi dentro.
Iniziai a muovermi immediatamente.
"fai con calma..." ansimò "solo come piace a te".
continua...
|