nota: sdolcinatoooooooooooo!!!!!
almeno, per i miei standard!
A better life
capitolo 6
di
Rikku19
Tibby non si era
ripresa.
Lo sapevo, e lo vedevo.
Ma fingeva che non fosse mai accaduto nulla con i suoi.
Smise di piangere all'improvviso, e uscì a fare la spesa.
Riprese a sorridere e non versò mai più una lacrima.
Sparì, un pomeriggio.
E il giorno seguente comparve una fotografia sulla mensola del salotto.
Una ragazza e una bambina.
una scritta, con un pennarello indelebile rosa "Jamie + Janine" e poco sotto
"Central Park".
Aveva iniziato le riprese.
Si giravano lì, a Manhattan, raro per una serie televisiva.
Sembrava diverirsi, e portava via dal set tantissimi abiti degli anni
quaranta.
Interpretava Eva, una ragazzina tedesca che fuggiva dalla sua nobile
famiglia.
Il suo obbiettivo, era rifarsi una vita a New York.
C'era un po' di Eva in tutti noi.
Passava la maggior parte del suo tempo sul set, ci vedevano raramente.
Alex le dava ripetizioni sul set, quando non era Washington DC.
I giornali lo definivano "la first lady più interessante della storia degli
stati Uniti dai tempi di Jackie Kennedy".
Una volta tanto, non si sbagliavano.
Mi alzai da letto, e rimisi i pantaloni.
"dove vai?"
Aveva la voce impastata dal sonno.
"sul set. Da Tibby" replicai seccamente
"adesso?"
"adesso"
"non puoi restare un altro po'?"
"no"
"e perchè?" mise il broncio.
Odiavo quando iniziava a comportarsi da bambino capriccioso.
Ero io quello che doveva fare i capricci.
Ero io il diciassettenne in tempesta ormonale.
Non il trentenne attore che mi aveva portato a casa sua per festeggiare la
vittoria del suo primo oscar come miglior attore protagonista.
"perchè?" replicai "ma ti senti quando parli? sembri un bambino di cinque
anni!"
"non puoi restare ancora un po'? altri due minuti, dai!"
"in due minuti non ce la fai a scoparmi"
"e chi l'ha detto che ti voglio scopare?" sbottò
Mi sistemai la felpa, e inarcai un sopracciaglio.
Distolse lo sguardo.
Se non l'avessi conosciuto, l'avre detto imbarazzato.
Ma non lo era.
Beh, non poteva esserlo.
David Applegate non era geneticamente predisposto all'imbarazzo.
"io vado" ridacchiai.
"ti accompagno sul set" disse, mentre raccoglieva i vestiti.
"non ce n'è bisogno"
"ti accompagno alla porta"
feci spallucce.
Mi aprì la porta.
Lo salutai, cortese.
Aspettavo l'ascensore che tardava ad arrivare.
Sentivo i suoi occhi sulla mia schiena.
Sapevo che mi stava osservando dall'ingresso, e che probabilmente, era
appoggiato sulla soglia, nudo come un verme.
"ciao" mi disse
mi voltai, sorpreso.
Era lì, appoggiato sullo stipite della porta, nudo come un verme.
Lo guardai interrogativo.
Mi fece cenno di avvicinarmi.
Si aprì l'ascensore.
"sale o scende, signore?"
Il tizio all'interno mi guardò annoiato.
"aspetti un istante solo"
Mi avvicinai alla porta d'ingresso del piano attico.
Fece un passo verso di me.
Ci separavano pochi centimetri.
"ciao" bisbiglai.
Mi sorrise.
"devo andare"
Mi scostò i capelli dal viso.
"ci sentiamo"
Annuì.
mi prese per la nuca.
E mi baciò la fronte.
"ti chiamo domani mattina"
Scossi la testa.
Non dissi una parola, e presi l'ascensore.
Lo lasciai sulla porta che mi guardava completamente smarrito.
Anche il tizio che ci stava sopra mi guardava con rinnovato rispetto.
"sei in ritardo"
"scusami, Tibby"
"dove sei stato?"
Mi limitai a guardarla torvo.
"Ancora?"
"ancora"
Si limitò a sbuffare.
"tra quanto la prossima ripresa?" chiesi
"venti minuti"
Nessuno dei due parlò.
si dice che un silenzio è più eloquente di mille parole.
E Tibby sapeva stare zitta e farmi sentire in colpa come solo Rachel sapeva
fare.
Guidai fino a casa.
Ci sedemmo sul diano, e iniziò a fare zapping come solo lei sapeva fare.
Guardava solo le pubblicità.
iniziò un film.
Spense l'audio e si voltò verso di me, pronta a iniziare un discorso serio
per poi farmi la paternale.
E mi sorprese, per la milionesima volta da quando la conoscevo.
"domani ci vai?"
"cosa?"
"ti ho chiesto se domani ci vai. La propria madre non si sposa tutti i
giorni"
"ah... sì, ci vado"
"Hai avvisato Rachel?"
"le ho detto che resto solo per la cerimonia"
Cambiò canale.
una pubblicità.
E riaccese l'audio.
continua...
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