Mi sento davvero confuso.
E mi accorgo che i miei amici, i miei compagni di squadra e di scuola se ne stanno accorgendo.
Il capitano mi fissa con quel suo sguardo nocciola, così intenso, quasi volesse scrutare e scandagliare le profondità del mio cuore.
Poi scuote la testa quasi irritato e si avvicina a me.
-E' il terzo passaggio di fila che manchi, Kiyota. Si può sapere cosa combini? Non ti stai concentrando e questo non va bene. Lo sai che chi sbaglia sta in panchina, vero?-
Annuisco lentamente, Maki mi scompiglia i capelli a malapena trattenuti dalla fascia con fare fraterno e mi sussurra:
-Lo sai quanto mi aspetto da te, vero Nobu-kun?-
Sento uno sguardo su di me, con la coda dell' occhio scorgo Jin che mi fissa preoccupato.
Lo guardo, lui sorride e torna ai suoi esercizi di dribbling e difesa.
Alzo gli occhi su Maki e cerco di riacquistare la spavalderia e la sicurezza di sempre:
-Non preoccuparti senpai, dico a voce alta con un ghigno sulle labbra, lo sai di che pasta sono fatto.. e poi sono o no il rookie numero uno della prefettura di Kanagawa?-
Maki non è convinto.
Nonostante io tenti di nascondermi dietro la solita maschera di sbruffoneria, il nostro capitano è troppo sveglio per non capire che la mia è tutta una messinscena.
Ma si rende conto che questo non è il momento nè il luogo adatto per farmi sputare il rospo.
Mi dà una pacca vigorosa sulla schiena e mi spinge dove gli altri ragazzi stavano provando schemi d'attacco e difesa.
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L'acqua tiepida della doccia accarezza il mio corpo come mani d'amante.
Sollevo il viso ancora arrossato dalla fatica verso quel getto rigenerante e sospiro.
Neanche i faticosi allenamenti a cui ci sottopone il coach sono bastati per far allontanare la mia mente da quella che ultimamente è diventata un'ossessione.
Mi sono accorto di essermi innamorato.
E' la prima volta che provo una cosa del genere... e se devo essere sincero, non mi piace.
Sto male.
Mi struggo.
Mi sembra di essere una di quelle fanciulline protagoniste degli shojo che leggono le mie compagne di classe... mi sento indifeso, impotente... solo.
Per la prima volta nella mia vita non so come comportarmi, non so cosa fare.
L'acqua continua a scorrere sensuale lungo le mie membra sfinite... ormai sta diventando fredda.
Gli altri se ne sono già andati tutti, sono rimasto solo io nello spogliatoio silenzioso.
Io e i miei pensieri.
Giro il rubinetto e l'acqua smette di cantare, le languide carezze su di me si trasformano in un solletico quasi impercettibile, finchè raggiungo il mio accappatoio appeso alla parete di fronte a me.
Le pantofole di plastica che indosso fanno un rumore che risuona arcano e quasi spaventevole nel silenzio totale della stanza... mi siedo su una panca con la testa ombreggiata dal cappuccio di spugna e guardo le gocce cadere dai miei capelli e morire sul pavimento o mescolarsi in un abbraccio quasi erotico con quelle che imperlano i miei piedi.
-Basta Nobunaga.. BASTA! Non sei più tu!-
Sento una sensazione strana all'interno del naso, come se pungesse...
E poi rivoli caldi colare lungo le guance.
Non è acqua.
Sono ruscelletti salati e dolorosi, bruciano sulla pelle.
Balzo in piedi e con un gesto stizzito mi asciugo le lacrime dagli occhi e mi tolgo l'accappatoio, gettandolo sulla panca.
Sento gli occhi bruciare e non è colpa dello shampo.
Apro il mio armadietto e tiro fuori i vestiti puliti, un paio di jeans e una maglietta blu, i boxer, i calzini...
Mi vesto rapidamente e raccolgo i capelli umidi in una coda, poi esco dallo spogliatoio il più in fretta possibile.
Fuori dal cancello della scuola una figura scura si staglia contro il blu cobalto di questa fresca sera autunnale.
La sagoma di una persona alta che tiene una bicicletta per il manubrio...
-Jin...?-
Il mio compagno di squadra mi sorride, strizzando quei grandi occhi neri dalla forma particolare... così profondi che sembrano contornati da una riga di eye-liner...
-Ce ne hai messo di tempo, eh Kiyota!!!-
Poche persone lo hanno mai visto sorridere.
Forse nessuno lo ha mai sorpreso a ridere.
Ma io conosco bene il suo sorriso, perchè lui è il mio migliore amico e passiamo tanto tempo insieme, non solo a scuola, non solo in palestra.
E' strano che due persone così diverse come noi abbiano legato tanto.
Jin è timido, silenzioso e taciturno. E' un buon ascoltatore, è serio, maturo...
Visto da fuori può sembrare freddo, ma non è affatto così: io lo conosco bene, Jin non è freddo, solo non gli piace mettersi in mostra come faccio io.
Ma se gli chiedi di darti il suo cuore, è pronto a strapparselo dal petto a mani nude per una persona a cui vuole bene.
Lo guardo stupito.
-Mi hai aspettato fino ad ora, Jin?-
Lo raggiungo e Jin comincia a camminare al mio fianco, tirandosi dietro la bici.
-Avverti tua madre che stai a cena fuori. Poi ti riaccompagno io in bici.-
Bè, cosa aveva questo STUPIDO cuore da battere così tanto? Non è la prima volta che io e Jin ci fermiamo a mangiare un piatto di ramen insieme dopo allenamento.
Zitto cuore, che casino fai?
-O....OK senpai.-
Sento la bocca arida mentre infilo le monetine nel telefono.. sento lo sguardo di Jin bruciarmi la schiena.
E' tutto nella mia testa quello che provo, allora perchè il calore dei suoi occhi su di me è così reale?
-Pronto, parla Kiyota.-
-Okaasan? Non aspettarmi a cena, vado a mangiare un boccone con Jin...-
-Non fare tardi, mi raccomando Nobuchan!-
Appoggio il ricevitore e mi giro verso Jin, sforzandomi di apparire normale.
-Andiamo senpai?-
Jin mi si avvicina.
Perchè sento questo calore salirmi dal ventre al volto?
Ma cosa ho di sbagliato dentro che mi ha fatto innamorare del mio migliore amico?
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-Maki è troppo educato per farsi gli affari tuoi Kiyota, ma se n'è accorto anche lui. Se avesse più confidenza con te ti avrebbe già preso da parte e strizzato ben benino fino a farti sputare tutto.-
Mi blocco con la soba che penzola dalle labbra schizzandomi di brodo sul mento.
Poi la inghiotto e mi pulisco con il tovagliolo prima di sollevare lo sguardo su Jin che mi sta guardando col mento appoggiato sul palmo della mano.
-Nani?-
Sento che le mie guance si stanno tingendo di un colore che si addice di più alle verginelle dei film sul seicento che a un giocatore di pallacanestro stimato in tutta la prefettura.
-Siamo amici Kiyota. E quindi io mi sento in dovere di chiederti cosa c'è che ti turba ultimamente. Ora... è chiaro che tu puoi anche evitare di rispondermi, io non ti voglio costringere a confidarti controvoglia.-
Mentre parla vedo i suoi occhi profondi e i suoi lineamenti che si addolciscono, come per farmi capire che... che mi vuole bene e che è preoccupato per me.
-Non è una cosa di cui ho voglia di parlare ora, Jin.-
DOVE! Dove ho trovato il coraggio di rispondergli così male? Di fare l'arrogante con una persona che si preoccupa per me!
-Anzi, è meglio che me ne vada.-
Mi alzo. Ma guardati Kiyota! Non hai neanche il coraggio di guardarlo in faccia, ti rendi conto di quanto sei meschino?
Senza dire una parola esco dal ristorante e comincio a correre, non riesco più a trattenere le lacrime e raggiunto il parco che era lì nei pressi, mi nascondo dietro un albero e lascio che il mio dolore abbia libero sfogo.
I singhiozzi squassano il mio corpo che scivola lentamente a terra, la schiena poggiata al tronco che mi da rifugio.
I minuti scorrono.
Le lacrime non danno segno di volersi fermare, ma almeno i violenti, dolorosi singulti si sono calmati.
Sollevo il viso rigato di pianto e...
C'è una persona di fronte a me.
-Da quanto sei lì Jin?-
Chiedo al mio amico senza guardarlo, vergognandomi di essermi fatto trovare in quello stato pietoso. Si china verso di me, si inginocchia di fronte a me.. PERCHE' NON RIESCO A GUARDARLO?
-E' tanto grave, Kiyota? Così grave che non puoi fidarti di me? Sono tuo amico, dopotutto!-
La dolcezza nel suo tono, quella dolcezza e gentilezza che non mi faceva dormire la notte era troppo per me ora.
-Appunto!!!- sbotto, pentendomi immediatamente di quello che avevo appena detto.
Una mano calda è sulla mia guancia ora, costringendomi a sollevare il viso.
Due occhi penetranti dentro i miei.
-Intuisco che abbiamo lo stesso problema, Nobunaga.-
Cos'ha detto?
Come mi ha chiamato?
No.. ho capito male.
Il suo viso è così vicino al mio.. senza farlo apposta lo sguardo mi cade sulle sue labbra, piene, rosate.. e poi torna ai suoi occhi scuri e intensi, colmi di dolcezza.
-Jin..-
Chiudo gli occhi.
Le sue labbra sono sulle mie adesso. Come sono morbide..
Il mio primo bacio, Jin.
Ti sto regalando il mio primo bacio, fa che rimanga nei miei ricordi come qualcosa di incancellabile.
Le mie braccia, prima abbandonate ai lati del corpo, si sollevano per incontrarsi dietro il collo di Jin.
Lo traggo a me, voglio sentire che sapore ha.
Sento che schiude le labbra, faccio lo stesso e finalmente lo assaggio.
Il suo sapore è come lui, dolce e caldo.
Sento la sua lingua passare felina sulle mie labbra, infilarsi furtiva nella mia bocca.
Che buon sapore Jin..
Poi però il sogno finisce, Jin si stacca da me e mi guarda per degli attimi che paiono ore.
-Ti amo così tanto, Nobunaga...-
Rimango scioccato. Tutto mi sarei aspettato questa sera tranne quello che era realmente successo.
Anch'io ti amo, Jin.. ma perchè le parole non mi escono da questa boccaccia che non sta mai zitta un momento?
Ma Jin non aveva bisogno di sentirselo dire. Lo sapeva già.
Lo aveva capito dagli sguardi furtivi che gli lanciavo durante gli allenamenti; dal rossore che mi copriva il volto quando lo vedevo mezzo nudo in spogliatoio; dal modo in cui mi comportavo ultimamente.
Voglio chiedergli un miliardo di cose, invece altro non riesco a fare che stringerlo forte a me e scoppiare a piangere, ma non di tristezza..
Un pianto sano, liberatorio..
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E' domenica pomeriggio.
Nonostante sia ormai autunno io e Jin abbiamo deciso di scappare da Kanagawa per venire al mare.
Anche a Kanagawa c'è il mare, ma noi volevamo andare in un posto dove i nostri volti fossero sconosciuti.
Volevamo fare un viaggio in treno insieme, passare una giornata come una vera coppia, perchè è questo che siamo.
Una coppia.
Ora siamo seduti su questo ponticello di legno con le gambe a penzoloni... io parlo parlo parlo...
Sembra che Jin non si stanchi mai di ascoltare la mia voce, mi guarda con quel suo viso adorabile, con quell'espressione piena d'amore negli occhi.
Io ogni tanto distolgo lo sguardo da lui per ritrovarmi a fissare l'acqua blu sotto di noi e ogni volta che i miei occhi tornano su di lui, lo trovo sempre con quell'espressione attenta, bramoso di bere ogni mia parola.
-Quanto parlo... non sei stufo delle mie chiacchiere, Soichiro?-
Jin si sporge verso di me e mi sfiora le labbra con le sue.
-No... sei la creatura più piena di vita che abbia mai conosciuto e la tua energia mi incanta ogni volta...-
Mi tocco la bocca dove poco prima c'era stata la sua e lo fisso con gli occhi spalancati.
Jin ha spesso di questi gesti affettuosi.
Devo dire che lui è sempre stato molto dolce con me anche quando eravamo solo amici.
-Quando ti sei accorto di essere innamorato di me?-
-Da quando ti sei presentato all'appello dei nuovi iscritti.-
Lo guardo con la bocca aperta tipo merluzzo, poi torno in me e scoppio a ridere.
-Ma dai Soichiro!, dico fra le risate, non dire scemate, non ci crede nessuno!-
Lui rimane composto come al suo solito, ma sorride dolcemente.
-E' la verità, koibito.-
Come si fa a resistere a questo sguardo così pieno d'amore e di promesse...
Lo abbraccio forte, lo stringo con un'urgenza che spaventa persino me... come se potesse scomparirmi da davanti agli occhi da un momento all'altro.
Nessuno mi aveva mai fatto sentire così.
Amato, importante, utile.
Lo bacio sulle labbra con tutta la passione che ho in corpo fino a farci mancare il respiro...
Quando sono con lui non mi sento più il ragazzino irrequieto e rompiscatole che tutti vedono in me.
Quando sto con Jin mi sento la persona più importante della terra... solo lui mi fa sentire così.
-Perchè non me l'hai mai fatto capire?-
Jin diventa improvvisamente molto serio.
-Ti sembrerà un discorso molto egoistico...-
-Non importa, parla!-
-Avevo paura che mi rifiutassi... per questo ho aspettato finchè non fossi stato sicuro che anche tu provavi qualcosa per me...-
Mi alzo e gli tendo la mano per fare alzare anche lui. Quando è in piedi affondo il viso nel suo petto profumato di tè verde.
-Non posso dire con sicurezza che non ti avrei rifiutato... ma adesso stiamo insieme e io ti amo più di qualunque altra cosa al mondo. E' questo l'importante alla fine, non trovi, Soichiro?-
Sollevo lo sguardo su di lui, quant'è alto, gli arrivo a malapena al mento...
-Nobu...-
Si china per baciarmi, le sue labbra si appoggiano sulle mie leggere come piume di cigno.
Non pensare di cavartela con così poco...
Gli appoggio una mano sul collo per trattenerlo contro di me e apro la bocca per fargli capire che voglio di più.
Sento la sua lingua compiacere il mio capriccio e cercare la mia per un bacio senza fine.
Quando ci separiamo per riprendere fiato vedo nei suoi occhi una luce diversa dalla costante pacatezza che solitamente li illuminano.
Desiderio?
Può darsi.
Anch'io mi sento strano in questo momento.
Ma è un discorso sul quale potremo ritornare, ora voglio soltanto godermi questa splendida domenica autunnale, con il sole già pallido che si riflette sull'acqua e la fa luccicare, con le foglie di acero che cominciano a cadere rosse e gialle, con il profumo di terra umida per la pioggia di ieri, con i garriti delle rondini che si chiamano per partire verso le terre calde...
Prendo Jin per mano e lo trascino insieme a me in una corsa folle sulla spiaggia fino a farci mancare il fiato...
Per poi sederci finalmente su una panchina di pietra sul lungomare.
-Sei fresco come la pioggia d'estate, Nobu...-
Credo che sia un complimento... dato il tono della sua voce dev'essere proprio così....
-Dimmi ancora quella cosa...-
-Ti amo così tanto, Nobunaga...-
**OWARI**