scusate…l’ ho scritta di getto…non l’ ho neanche riletta bene…ma avevo bisogno di scrivere…^^; e non ho trovato neanche un titolo adatto…e quindi ho messo la data di oggi…
di Juliet Certe volte credo di essere proprio bravo… Davvero, ho un talento innato! Per il recitare intendo…
Il ragazzo strinse la palla arancione tra le mani, facendo scorrere il proprio sguardo sulle proprie mani. Mani forti, mani grandi. mani adatte a
Proteggere?
Fare a pugni, cosa che lui amava.
Ma non odiavo?
Lo faceva sentire vivo. In quei momenti, in cui tutta la sua energia si concentrava nella sua mano tesa dallo sforzo, il sangue pulsava, più forte, più forte… uno dei pochi momenti in cui sentiva di essere vivo.
Piegò le ginocchia e scattò. La palla tagliò l’aria e finì dritta dentro l’anello di metallo. Canestro. Ancora. L’ennesimo. Ecco un’altra cosa in cui era bravo. Il basket. Ecco l’altra e ultima cosa che lo faceva sentire vivo.
E ancora ginocchia piegate, scattò, e canestro. Canestro. Canestro.
Sempre…
Non sentiva la stanchezza. Era da ore che si allenava ma ormai era come se il suo corpo si nutrisse di quei momenti di sforzo, di concentrazione…come se grazie a quelli avesse potuto
Scappare?
Migliorare sempre di più. E d era quello il suo obbiettivo. Migliorare. Diventare il più forte, di tutto. Sopra tutto. E non sentiva la stanchezza.
Basta!
Non più.
Smettila di gridare!
Ma allora perché quella strana espressione sul volto? È forse stanco? O non è concentrato… no… sarà sicuramente il sole che batte sui suoi occhi chiari, che gli da fastidio…
Non ti posso ascoltare!
Vero?
Non qui…
La sua espressione si contrasse per un momento, quasi impercettibile..eppure…
Non qui!
Kaede lasciò cadere la palla sul parquet e si diresse verso gli spogliatoi. Come sempre, abitualmente, meccanicamente…
“Hei! Kitsune! Che ti prende! Niente allenamento extra oggi?!”
Il ragazzo dai capelli rossi lo guardò con un’espressione di sfida dipinta a chiare lettere sul viso. “Cos’è? Sei stanco?!”
certo…lo saresti anche tu…
Kaede gli degnò solo uno sguardo carico di indifferenza, per poi lasciare il numero dieci a masticare rabbia.
…al mio posto…
e corse fuori. La bici più veloce del vento. Il campetto da basket era sempre più vicino, la sua salvezza, il suo rifugio. Scaraventò la bici a terra e tirò fuori la palla dal borsone, per poi palleggiarla a terra con quanta forza possedeva.
Basta!
Con quanta rabbia riusciva a provare.
Ma cosa volete da me?! Cosa pretendete?!
La neve a terra schizzò terrorizzata sotto tanta potenza, mescolandosi a gocce di sudore…
Perché è tutto così? Perché è diventato difficile anche recitare la mia solita parte?!
…e il rumore della palla a contatto con essa era in perfetta sintonia con i battiti del cuore di quello strano ragazzo.
Non sono forse nato per recitare? Non è forse questo il mio destino? Recitare l’indifferenza nei confronti della vita?
Di quel bellissimo ragazzo.
Non è questo forse l’unico modo di sopravvivere? E allora perché non me lo lasciate fare?! Lasciatemi vivere in pace! Lasciatemi recitare la mia parte…
Bello come un angelo che senza ali vola stringendo un sole tra le mani…
Lasciatemi!
Per poi farlo tramontare con violenza.
Fottetevi tutti! Andate a fanculo!
Con rabbia.
Tutti! TUTTI! Tutti…
Dolore…
Perché se non posso vivere come gli altri…
Che dopo essere atterrato …
Se non posso amare…come gli atri…
Si getta, sfinito sulla neve
allora lasciatemi solo…
e sembra quasi che la neve stessa si sciolga sul suo bellissimo viso… perché è neve quella che scivola dai suoi occhi… è neve quella che cerca con disperazione di cancellare dalle guance arrossate.
Ma perché…?
O no…ma che fa? Di certo non è neve quella che scivola con insistenza sul suo viso…piange?
Io vorrei solo amare…
Ma come?
Essere amato…
Non era lui un ragazzo freddo e senza scrupoli, senza sentimenti? Non è menefreghista? Non disprezza il mondo intero e i suoi abitanti? Non li odia?
Chiedo troppo?!
Non è lui che ci odia?
Allora scusate…se sono troppo insistente…
Non siamo noi che lo odiamo?
Scusate la mia prepotenza… pensavo di valere almeno qualcosa…almeno l’amore di una persona.
Amore?
…forse mi sbagliavo…
Ma non è lui che quelle ragazzine dichiarano di amare? E allora di cosa si lamenta? È sempre stato lui quello che le ha ignorate…no? È colpa sua!
Scusate. Scusate…
Eh?…mani…calde?
“Hei! Ma sei impazzito!? Che ti salta in mente? !”
chi sei?
“Forza tirati su! Ti rendi conto che hai rischiato di morire congelato!”
un angelo…?
“Certo che sei proprio un idiota!”
…no…
“Ce la fai da solo?”
…un sole…?
“dai…Ti aiuto… credevo che volpi fossero più intelligente, kitsune, davvero.”
…Sakuragi?
“Sakuragi?” “Certo, chi vuoi che sia!” disse il ragazzo rosso cingendogli la schiena con un braccio par farlo stare in piedi. “Sei proprio partito, eh? Mamma mia! Fa un freddo boia!”
strano…sento già più… caldo…
“Rukawa! Ma sei bollente!” esclamò mentre il ragazzo dai capelli corvini gli cadeva contro, privo di forze. Hanamici lo sollevò guardandolo dritto negli occhi che si chiudevano piano.
…i suoi occhi… sembrano due pozzi di cioccolata fondente… non me ne ero mai… accorto…
“Rukawa!” il numero dieci lo strattonò cercando di tenerlo sveglio.
kaede…
“hei! Rukawa! Non svenire! Ti prego!”gli mise addosso il suo giubbotto, rabbrividendo. “Ka…”
…kaede…
“Come? Oddio volpino! Stai delirando!” “Ka…Kaede…” disse in un soffio.
…chiamami per nome…ti prego…
Hanamichi lo guardò tra lo sbigottito e il preoccupato. “Mi chiamo… Kaede…” Hanamichi rimase ancora per qualche minuto con la solita espressione, e poi sorrise. Lo prese in braccio e si diresse verso casa. “certo che sei pesante…Kaede!”
…grazie…
…scusate ancora…^^;;;;…. Ma vi assicuro che se la leggete con la musica a tutto volume, e se sono gli hoobastank è meglio visto che l ’ho scritta ascoltando loro, non è tanto male…
Juliet…
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