Per Nausicaa, Calipso e Ria.

Finalmente una fic terminata nei tempi giusti (anche perché piuttosto breve rispetto ai miei standard)…

Preparativi per il Natale in casa HanaRu.

Buona Lettura.

 


23 Dicembre

di Greta

 

Il volpacchiotto ed io, finalmente liberi dagli allenamenti e dalla scuola fino all’inizio di gennaio, o, per essere più precisi, fin dopo il suo Compleanno, oggi addobberemo la casa per Natale!!

Ok, ci siamo ridotti un po’ all’ultimo momento, ma Kaede non faceva che dire che non gli piaceva vedere gli addobbi natalizi troppo in anticipo, che glieli faceva sembrare troppo commerciali, e quindi eccoci qui, a due giorni dalla festa, ancora alle prese con la decorazione del nostro albero.

Oddio, detto così può sembrare che sia stato semplice scegliere il vegetale che corrispondesse ai gusti del volpacchiotto, invece è stata una impresa!! Infatti, sebbene in soffitta ci fosse un abete alto e folto, sintetico ma fatto così bene che era quasi impossibile accorgersene, quest’anno Kaede ha deciso che preferiva averne uno vero, che gli piaceva l’idea alla base della tradizione, e cioè di portare un po’ di natura dentro casa, di festeggiare intorno ad un albero semplice, ma che portasse con sé l’odore di legno e resina. E così ci siamo fermati davanti ad uno dei banchi di piante che sotto Natale proliferano, e abbiamo scelto la nostra creatura, sana, folta, alta e panciuta… no, no, non sto parlando di Takamiya, sebbene le caratteristiche fisiche corrispondano… questi sono stati proprio i parametri a cui doveva corrispondere il nostro abete, e quindi potrete capire quanto abbiamo dovuto penare per trovare quello giusto.

E adesso eccolo, sistemato in un angolo del soggiorno con il suo grande vaso nascosto dalla cartapesta rossa e dorata, e con i rami, finalmente liberi dal laccio che li teneva attaccati al tronco per facilitare il trasporto, pronti ad essere addobbati.

"Kaede, secondo te dobbiamo cominciare dalla cima oppure dal basso?" chiedo, pensando anche che dobbiamo trovare il panchetto, altrimenti non riusciremo mai ad infilare il puntale.

Lui, che sta seduto sul divano a studiare l’abete con i gomiti sulle ginocchia, mi risponde:

"Decorare un albero non significa attaccarci roba a caso".

Alzo gli occhi al cielo; non capisco cosa possa esserci di tanto filosofico nel piazzare palline e lucette, però decido di non dire nulla. Sarà l’aria natalizia…

Fra l’altro, mi piace l’atmosfera di questo pomeriggio: sono quasi le cinque ed è già buio, fuori c’è un freddo rigido, secco, mentre noi stiamo al caldo, pronti a passare un paio d’ore distese, lavorando insieme per qualcosa che sarà per noi il simbolo di questi giorni di festa.

Sorrido pensando a quando ci piazzeremo sotto tutti i regali… alla faccia che farà Kaede quando aprirà i miei, e poi a quando apriremo insieme quelli dei nostri amici! E dopo usciremo e ci faremo una passeggiata a piedi, perché è così bello camminare per le strade della città nei giorni di festa, quando tutti sembrano più gentili, e ti salutano quasi imbarazzati di turbare in qualche modo la pace di una giornata dedicata solo agli affetti più cari.

"Rosso e oro…"

"Eh?!" mi ero distratto, e queste parole di Kaede mi sembrano piuttosto sibilline…

"Decoreremo l’albero con addobbi rosso e oro" ripete, definitivo.

Io inclino la testa, cercando di immaginarmi il risultato:

"Secondo me anche l’arancione è natalizio…"

Lui mi guarda sollevando un sopracciglio:

"Per te l’arancione è adatto a tutto..." mi replica acidamente.

"Non è solo il colore meraviglioso dei miei capelli, ma anche quello del sole, delle arance, dei girasoli, del pallone da basket…" comincio.

"…delle zucche, dei granchi, degli autobus…" continua lui, con quel lampo di ironia negli occhi che sfodera solitamente quando decide di divertirsi a mie spese.

"Non ci posso far niente se l’arancione è vita!"

"Qualcosa hai già fatto, una scorta biennale di tintura!"

Ecco, questa è una cosa che NON deve dire!! Tramonto d’Autunno serve solo per darmi i riflessi ramati, non per mimetizzare il mio colore originale, arancione appunto!!

Non sono convincente, eh?!

In ogni caso, pur cercando di contrastare questa sua idea dell’albero bicolore, comincio ad aprire le scatole con le decorazioni e a formare due mucchi con quelle rosse e quelle dorate, lasciando le altre al loro posto.

"Abbiamo un puntale dorato e uno rosso…" mormoro, mettendoli vicini.

Kaede solleva lo sguardo, poi scuote la testa:

"Dorato… ovviamente!"

Inutile replicare che l’ovvietà della cosa mi è piuttosto oscura, tanto sarebbe tempo perso. E così, in ginocchio sul pavimento, ammiro tutte le decorazioni separate per colore:

"Ok, ora possiamo cominciare – dichiaro – e finalmente potrai rimanere abbagliato dal senso artistico del tensai!!! Chi pensi che avesse deciso i bellissimi disegni che decorano e valorizzano lo scooter della Gundan?" aggiungo, desiderando portare la prova provata della mia abilità.

"Già, soprattutto quella specie di pupazzo di neve che mi hai rivelato dover essere Takamiya… una somiglianza strabiliante!" fa lui, senza distogliere l’attenzione dai rami dell’albero, che ovviamente vorrebbe più simmetrici.

Ormai le cattiverie gli vengono senza sforzo…

"Perché, spiegami Mr Van Gogh, tu come lo disegneresti Takamiya? E poi potevo anche farlo somigliare ad un lottatore di sumo, e invece ho voluto abbellirlo, gli ho fatto uno splendido ritratto!" ribadisco.

"Già, gli mancava la carota al posto del naso…"

E qui ha tentato un colpo doppio, mettendo in dubbio la mia arte e nello stesso tempo ricordandomi che ha scartato il bellissimo colore arancione dal nostro albero.

"KAEDE!!" esclamo esasperato.

"DO’AHO!!" mi risponde lui, con lo stesso tono.

Mi avvicino e gli ripeto, con voce ancora più alta:

"KAEDEEE!!!"

E lui:

"DO’A…"

No, non è riuscito a terminare, ho vinto IO!! Il tensai ha sempre una marcia in più!!

Cosa è successo?! Siamo stesi sul pavimento, e io sono sopra di lui… vi basta?

Proprio quando le cose hanno cominciato a prendere la piega giusta, e cioè quando le mie mani stanno accarezzando la sua schiena liscia e calda sotto il maglione pesante, e troppo largo per la sua corporatura, sentiamo suonare il campanello…

"NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!" urlo, il fumo che mi esce dalle orecchie e un desiderio incontrollabile di prendere a testate chiunque si trovi fuori del nostro cancello.

Sono davvero furioso, ma a questo punto Kaede si solleva leggermente e mi posa un bacio dolcissimo e castissimo sulle labbra:

"Continueremo dopo… do’aho!"

Comincia bene e termina male, ma credo di poterlo perdonare… mi alzo in piedi, allungandogli una mano per sollevarlo. Lo bacio sulla fronte e poi, con il mio miglior passo da ballerina, quello che fa tremare la casa dalle fondamenta, mi avvio verso il portone, ringhiando nel citofono.

Il video mi mostra le facce sorridenti e con i nasi rossi di dementi conosciuti. Sì, sotto sciarpe e cappelli mi sembra di indovinare le fattezze di Mitsui e Kogure (la cicatrice e gli occhiali sono i loro segni distintivi), di Miyagi e Ayako (qui l’aiuto mi viene dall’orecchino luccicante e dai capelli ricci), e poi… sì, gli ultimi sono Hanagata e Fujima. Da cosa li ho riconosciuti? Sembrano due gemellini siamesi… quindi sono loro.

Che ci faranno qui fuori?

"APRICI SCIMMIA!! CI STIAMO CONGELANDO!" ovviamente questo è Mitchy, che solo per il fatto di avermi trapanato un timpano attraverso l’interfono meriterebbe di rimanere altre due ore sotto i fiocchi di neve. Ma poi chi reggerebbe gli sguardi di rimprovero del quattr’occhi?

"Ehi, tensai… se non apri torno allo Shohoku per farti fare i fondamentali!" ovviamente queste minacce da strega provengono da Ayako.

"Sakuragi, c’è Kaede?" questo è Hanagata…. Hanagata? Perché sta chiedendo di Kaede? Come osa… lui ha il gemello, cerca rogna per caso?!

Sto ancora pensando a come rispondere in maniera incisiva all’intera orda barbarica in modo da farla volatilizzare in una nuvola di fumo nero, quando la mano bianca di Kaede si allunga davanti a me, spingendo il pulsante dell’apertura del cancello.

"Perché lo hai fatto?!" gli chiedo, manifestando tutto il mio fastidio.

"Ho solo accorciato i tempi, tanto avresti aperto anche tu… solo che avresti aspettato un quarto d’ora per dimostrare di essere un duro" mi risponde, ormai lontano.

Scuoto la testa: il tensai non avrebbe mai aperto, è solo colpa della tenera kitsune!!

In ogni caso, ecco l’orda di cavernicoli fare irruzione nel nostro pacifico pomeriggio, e quindi uno svolazzare di sciarpe, uno scuotere di cappelli un po’ innevati, giacconi ammucchiati sul divano dell’ingresso…

"Barbari!" esclamo, mostrando il mio disgusto e la mia disapprovazione.

"Taglia corto, scimmia, non penserai che siamo venuti per te, vero?" quello stronzo dello sfregiato ha i giorni contati, ve lo assicuro io!

"Dov’è Kaede?" aggiunge Ayako, che ha sempre avuto questo legame particolare con il volpacchiotto, probabilmente a causa del fatto che hanno frequentato la stessa scuola media.

"Di là!" grugnisco, voltando loro le spalle e andando a recuperare un po’ di calma accanto al volpino.

"Ehi, campione!" lo saluta lo sdentato appena lo vede, poggiandogli una mano sulla spalla e riservandogli quel sorriso affettuoso che più di una volta avrei voluto fargli inghiottire insieme agli ultimi molari.

"Schiodati… - interviene Ayako, sgomitando via Mitsui e gettando le braccia intorno al collo di Kaede e stampandogli un bel bacio rossettoso sulla guancia - …mai che tu mi venga a trovare, eh?!" lo rimprovera poi, cercando di ripulirlo con le dita dall’orrida macchia rossa che gli ha lasciato sulla pelle chiara.

"Rukawa, finalmente ci rivediamo" salutano più compostamente Kogure e Miyagi, cercando contemporaneamente di calmare l’entusiasmo delle loro dolci metà.

"Ciao, scusa l’improvvisata…" si inserisce più discretamente Fujima, mentre Hanagata sorride.

"EHI!! Ci sono anche io!" sbotto, visto che tutti fanno finta che io non esista!

"Ah, di nuovo la scimmia… senti, puoi prepararci un caffè e qualcosa da sgranocchiare?"

Ok, sono partito… ariete non è solo il mio segno zodiacale occidentale, ma anche la mia tecnica per liberarmi da importuni come questi ex compagni di squadra.

Mancano solo tre secondi alla collisione con la fronte dell’ex teppista, quando due braccia sottili ma forti mi stringono per la vita, bloccandomi.

"Comportati bene, do’aho…" mi sussurra il volpacchiotto, che mi sta stringendo forte… ehm, mi piace questo sistema che ha trovato per fermarmi. Mi giro ancora nel suo abbraccio, e lo bacio velocemente, per poi rivolgere un’occhiata truce agli intrusi:

"E’ l’ultimo avvertimento: rompete ancora una volta, e con voi farò i pupazzi di neve in giardino!"

"Sempre il solito do’aho… ma ancora non te ne sei liberato? – lo sfregiato si rivolge alla kitsune – Pensavo che saresti riuscito a trovare di meglio di questo scarto…" e scoppia a ridere.

"Mitsui…" lo rimprovera Kaede.

"Hisashi…" lo richiama Kogure.

Ah, finalmente anche io ho dei paladini!!!

"Quattr’occhi… secondo me anche tu potresti aspirare a qualcosa di meglio; perché non molli l’ex teppista e non trovi qualcuno più adatto?! Fra l’altro… - e mi porto, pensieroso, la mano sotto il mento - …credo che Akagi sia ancora libero…" suggerisco.

"HANAMICHI!!!" e questo è un grido lanciato all’unisono.

"Cosa ho detto? Non credo che Uozumi abbia già allungato le grinfie…" mi difendo.

"DO’AHO!!!" e anche stavolta l’urlo arriva come una sola voce. Non capisco… mi sembrava un’ottima idea!

"Ok – dico quando finalmente tutti si sono distribuiti nel soggiorno – perché siete venuti in gruppo a romperci, non invitati e pure inopportuni?" ancora non mi è andato giù che ci abbiano interrotto sul più bello!

I primi a rispondere sono Hanagata e Fujima:

"Pensavamo vi interessassero le foto che abbiamo scattato durante la crociera. Ieri le abbiamo ritirate… e vi abbiamo portato le vostre" spiega l’ex riserva dello Shoyo, indicando il sacchetto che tiene in mano lo stangone.

"Già, e mentre venivamo – si inserisce il compagno – abbiamo incontrato loro quattro, che stavano proprio venendo da voi!"

"Ma che fortunata coincidenza!" sibilo tra i denti, meritandomi un’occhiataccia da Kaede.

"Noi invece volevamo portarvi i nostri regali di Natale… e poi da voi si sta molto più caldi che seduti su una panchina nel parco!" aggiunge Miyagi, con quel suo sorriso ironico con il quale cerca di nascondere i suoi sentimenti migliori "Fra l’altro – aggiunge dopo una breve pausa – non c’era neanche qualcuno con cui chiacchierare dondolandosi sulle altalene…"

E stavolta neanche io posso trattenere un sorriso: quella è stata la prima volta in cui ho capito che i miei compagni di squadra dello Shohoku sarebbero potuti diventare dei veri amici.

"E così abbiamo pensato di passare insieme il pomeriggio, ma se voi avevate altri programmi…" Kogure lascia la frase in sospeso e io sono pronto a dire che SI’, avevamo altri programmi, però ho un momento di incertezza, e tanto basta perché la kitsune taciturna decida di parlare:

"Siamo contenti che siate venuti… stavamo proprio per fare il tè" li rassicura, senza neanche interpellarmi. Io però, invece di redarguirlo, decido di mostrarmi superiore, e così gli passo un braccio intorno alla vita, addossandomelo poi contro il fianco.

A questo punto lo sguardo di lince dell’ex teppista viene catturato dalle decorazioni accumulate sul pavimento:

"Non mi dite che stavate preparando l’albero?!" chiede, come se fosse una cosa strana che il 23 dicembre si stiano facendo gli addobbi per la festa ormai imminente.

"Tu che ne dici? Pensi che abbiamo tirato fuori le palline per giocarci a bocce?"

Lui si volta verso di me con espressione incredula:

"Davvero giocate a bocce con le palline di Natale?!" mi chiede spalancando gli occhi.

Io impiego appena una frazione di secondo per indovinare che sta facendo ancora una volta l’idiota, e allora gli sibilo:

"Deficiente…".

"Ok, ragazzi… che ne dite se vi diamo una mano?" ancora una volta è il quattr’occhi a mettersi in mezzo "Lo abbiamo fatto lo scorso anno, ti ricordi Kaede? Quando Hanamichi non c’era… ci siamo divertiti, sarà ancora più bello farlo tutti insieme!!"

Il suo tono festoso mi distrae dal pensiero sempre un po’ triste del nostro ultimo Natale, che abbiamo passato separati da chilometri e chilometri.

"Ma sì, poi possiamo fare una merenda tutti insieme!" si aggiunge Ayako, che subito pensa a come rifocillarci… che gioiello di ragazza!!

"E poi dovete farci vedere le foto" e stavolta è Miyagi a parlare, voltandosi verso i due ex giocatori dello Shoyo.

Insomma, dopo qualche minuto cominciamo ad appendere le decorazioni ai rami più robusti, litigandoci gli addobbi, soprattutto io e Mitchi, e aspettando poi l’approvazione di Kaede, che ogni tanto grugnisce che le palline più grandi devono stare sui rami bassi.

"E se ci appendessimo anche i mandarini?" se ne esce ad un certo punto Fujima.

"Sono arancioni!" lo riprendo immediatamente.

Noto che tutti si fermano, come se avessi detto chissà che cosa. E invece è tutta colpa del volpacchiotto…

"L’albero deve avere solo decorazioni rosse e dorate. Così ha deciso il generale" spiego, indicando Kaede con un cenno della testa "…anche se l’arancione è un bellissimo colore", non mi risparmio poi dal sottolineare.

"A me l’arancione fa venire in mente gli autobus…" commenta Ayako, rivelando con questa affermazione che deve essere stata la Tomigaoka a traviarli.

"E’ pronto il tè?" si spazientisce Mitsui, che guarda con il sopracciglio sollevato la ex manager, in quello che sembra in tutto e per tutto un tentativo di distrarre la nostra attenzione dal fatto che ha appena frantumato la terza campanella di vetro soffiato.

"Ehi, mica è la tua cameriera! – gli replica Miyagi, che poi aggiunge – Ayacuccia… ci prepareresti un po’ di merenda?"

Certe cose non cambieranno mai… anche se mi accorgo che ultimamente il puffo non mi ha più aggiornato sulle evoluzioni delle sue sfighe sentimentali. E poi ricordo che quando siamo andati in montagna le cose sembravano aver preso una direzione interessante… possibile che sia successo qualcosa e che i due non vogliano dirci niente?! Conviene tenere sott’occhio i piccioncini. Sia mai che tengano qualcosa nascosto al tensai, e poi io devo essere il loro testimone di nozze, l’amico che cercherà disperatamente nel panciotto le loro fedi, l’uomo che susciterà l’ammirazione generale, la star del banchetto, l’oratore che pronuncerà il discorso di auguri più originale della storia dei matrimoni, il genio che darà loro la benedizione per una lunga e felice vita da tappi, piena di piccoli puffetti con la faccia di Miyagi e i riccioli di Ayako…

"Scimmia, cos’è quell’espressione ebete?"

"Vatti a suicidare, sdentato!" rispondo senza neanche un momento di incertezza. Ormai gli insulti per Mitchy mi vengono spontanei.

Ayako e Kogure scuotono la testa, poi scompaiono verso la cucina… spero che portino anche un po’ di patatine: a parte che devo ancora vincere la Porsche, ma con il tè sono davvero meravigliose!!

E improvvisamene si sente nuovamente il campanello… possibile che tutta Yokohama si sia radunata fuori dal nostro cancello? Che, siamo stati scambiati per l’ostello dei disperati?!

"E ADESSO CHI CAZZO E’!!!" comincio a sbraitare, ma Kaede mi guarda malissimo e mi precede verso il citofono. Noto che ha un’espressione un po’ stupita quando risponde, ma che poi abbassa la voce e non capisco cosa dica. E improvvisamente comincio a preoccuparmi, soprattutto sapendo che personcine ammodo come l’orrido porcospino e il feroce calimero girano ancora a piede libero. Abbraccio con lo sguardo l’intera gang sparsa nel soggiorno, che in questo momento non mi sembra certamente temibile come la Gundan, visto che ognuno di loro ha un fiocchetto, una campanella, una pallina o una candelina in mano, e sibilo:

"In stato di guerra, siete tutti abili e arruolati: se il porcospino varca quella porta, la vostra missione è staccargli tutte quelle stupide ciocche di capelli collosi… - poi abbasso lo sguardo sul polso - …e adesso sincronizziamo gli orologi!"

Silenzio… poi la voce di Fujima:

"Il porcospino sarebbe Hasegawa?!" chiede incredulo.

Già, mi ero dimenticato che esiste anche la copia di cera dell’orrido mostro, come se non ne bastasse uno solo ad andare in giro in quel modo ridicolo!

"No, il porcospino di Hanamichi è Akira Sendoh… il super campione che prima o poi gli fregherà il volpacchiotto".

Non aspetto un istante, sono addosso all’ex teppista, e comincio a stringergli il collo. COME OSA PARLARE IN QUESTO MODO DEL NEMICO?! In tempo di guerra, i traditori vanno processati per direttissima: lui è colpevole e sto già eseguendo la condanna. In alcune situazioni il tempismo è tutto!

"DO’AHO!! Cosa stai facendo?!"

E’ la voce della kitsune, quindi decido che posso anche sollevare lo sguardo, e…

Oddio, rimango inebetito, con la bocca aperta…

MI PIACE QUELLO CHE STO VEDENDO… sì, mi piace molto!

"Ehm… Kaede, ci siamo persi qualcosa?" chiede Miyagi, nascondendo a stento il sorriso.

"I progressi della tecnologia…" nota invece Fujima, con tono molto invidioso.

"Per fortuna non somiglia alla scimmia" è il commento del demente che riesce ancora a parlare, nonostante le mie mani siano serrate intorno al suo collo.

"Sei… MAMMA?!" esclama invece Ayako, battendo le mani.

Kaede sbatte gli occhi, sembra non comprendere bene, poi però si riprende:

"Ma siete tutti impazziti?!"

E a questo punto interviene il genio, che dopo l’entusiasmo iniziale è stato assalito dal terrore, e ora DEVE sapere…

"COME FAI AD AVERE UN FIGLIO DI TRE ANNI SE STIAMO INSIEME DA DUE?!"

E’ un momento drammatico, se fosse estate si sentirebbe volare una mosca, se fosse primavera si sentirebbero le rondini, se fosse autunno si sentirebbero le foglie cadere… e invece è inverno, e quindi si sente un…

"DEFICIENTI!!!!" che ci fa sobbalzare tutti quanti…

Però sono contento, ha usato il plurale, quindi non intendeva solo me.

"Kae-chan…" fa il bambino, abbracciando forte il collo del volpino e cercando di cancellarci dalla sua visuale e di tenerselo tutto per sé.

Questo bamboccio mi ricorda Seth.

"Giù le zampe…" sibilo, piuttosto seccato.

Il mio volpacchiotto si siede sul divano, tenendosi sempre in braccio il bambino, credo me lo faccia per dispetto:

"E’ il figlio dei nostri vicini, i Kuwata".

Non mi sembra un granché come spiegazione, quindi lo sollecito:

"E a noi?"

Lui mi fulmina con lo sguardo:

"Dovevano andare a fare gli ultimi regali e ci hanno chiesto di tenerlo fino a stasera" chiarisce finalmente.

"FINO A STASERA CON QUESTA PIATTOLA?!" chiedo lumi, con la gentilezza che sempre mi contraddistingue.

"HANAMICHI! Non ti rendi conto che lo stai spaventando?!" interviene Ayako, il suo spirito materno immediatamente all’assalto.

Io borbotto qualcosa, poi volto le spalle a tutti, chinandomi a raccogliere una pallina. Mentre gli altri cominciano a parlare come fossero tutti bambini di due anni, emettendo versi strani per rendersi dei completi idioti anche di fronte al pupattolo, io mi avvicino a Kaede e mi sporgo da dietro lo schienale del divano, fino a far oscillare la campanella dorata di fronte al viso del bambino. Inizialmente lui si nasconde contro la spalla della kitsune, ma poi la curiosità prende il sopravvento, e allunga una mano per scuotere il nuovo giocattolo e farlo suonare.

"Non c’è niente da fare, il tensai è fatale anche con gli under three…" mormoro soddisfatto.

Ayako e Kogure finalmente si ricordano che avevano un ruolo in questa estemporanea riunione pomeridiana, e così tornano in cucina per poi emergerne pochi minuti dopo con i vassoi con il tè e i biscotti.

Dovevo aspettarmelo che non avrebbero pensato alle Krokky! Ok, per una volta dovrò farne a meno…

Sistemati intorno al tavolino basso, con il bambino che sta seduto sulle gambe di Kaede e ha la schiena appoggiata contro il suo petto, cominciamo a chiacchierare, e così Ayako racconta degli ultimi film che ha visto; Kogure parla delle ricerche che lui e Akagi stanno facendo con il professore di chimica; Fujima ci invita all’esposizione a tema sportivo alla quale parteciperà con un disegno ispirato al basket (pare fra l’altro che ci sarà anche un disegno di Koshino, e sfido chiunque di voi ad immaginare lo scorbutico con una matita in mano… secondo me ha disegnato ragni velenosi che si prendono a morsi!); infine Hanagata parla dell’ultimo gioco che ha contribuito a programmare insieme a Maki. Da quel che ho capito, dovrebbe essere qualcosa del tipo: "Ammazza il matusa"…

E a questo punto Miyagi e Mitsui, che evidentemente non hanno niente da raccontare, chiedono di vedere le foto delle nostre vacanze. E così cominciamo a passarcele, e mi viene da ridere a rivederci così abbronzati e rilassati.

Ci sono scene delle partite a tennis, l’escursione al vulcano, Kaede che prende il sole coperto di crema protettiva, il tensai che beve un cocktail tropicale, e poi…

I POLLETTI!!!

Non posso crederci… sono così belli, così simpatici, così invitanti, e ora e per sempre fermati sulla pellicola!

"Vogliamo questa foto!" esclamo, puntando l’indice verso l’orchestra.

"Cos’è quell’orrore?" si informa Miyagi, che ha approfittato della situazione per spalmarsi ben bene sulla spalla di Ayako, facendo finta di doversi sporgere per guardare meglio.

"E’ un’orchestra… ignorante!" lo riprendo.

E improvvisamente l’aiuto mi viene dalla persona dalla quale meno me lo sarei aspettato:

"Però, non è un’idea malvagia…"

"Hisashi… ma cosa dici?" questo invece è il quattr’occhi semplice, che spalanca i fanali dietro i suoi fondi di bottiglia.

"Shhhh" fa Fujima, poggiandosi l’indice sulle labbra e accennando con la testa al bambino che si è addormentato in braccio a Kaede.

Ora che ho capito che non è il frutto della colpa, mi scopro a guardare spesso questa scena: devo ammettere che al volpacchiotto dona avere un bambino vicino... e mi piace anche come la manina del pupattolo gli stringe il maglione, quasi che non volesse farlo andar via. Come lo capisco!!!

"Tra poco lo porterò di sopra, non credo che si sveglierà presto…" sussurra la kitsune, che però poi solleva uno sguardo duro verso di noi, quasi volesse far capire che non si è certamente intenerito.

"Ma no, fallo rimanere qui! Almeno lo avremo sempre sotto controllo" dice Ayako, che si allunga per accarezzare i capelli del bambino.

E arriva anche il gatto… l’orrido Seth! Ma questa volta sarò io a divertirmi, e infatti lo osservo saltare graziosamente sul divano, pronto a rivendicare il suo posto sulle gambe della kitsune, per trovarlo invece già occupato!! E non è che può mettersi a lagnarsi, come fa di solito con me, e riuscire alla fine a spuntarla!! Il potere dei bambini…

Hanagata si accovaccia sul pavimento e comincia ad accarezzare il gatto. Seth lo lascia fare, ma io, che lo conosco, so benissimo che non si è ancora rassegnato al suo vero scopo. E infatti…

LO SAPEVO!!! Ha ranfato il polpacciotto dell’usurpatore, e adesso si guarda in giro come se niente fosse!!

"Hana… perché non prendi Seth? Potrebbe scambiare Shiro per un giocattolo e fargli male" mi dice Kaede.

"Guarda che lui sa benissimo che non è un giocattolo!! Quel quadrupede è la crudeltà fatta felino, e vuole scasare la concorrenza!" gli spiego.

"Seth non farebbe mai male ad una mosca!" mi rimprovera lui.

Fosse vero! A volte sembra che il volpacchiotto viva nel mondo delle favole!

"Quel bastardo… IO NON SONO UNA MOSCA, e cerca sempre di graffiarmi!"

"Tu lo tiri per la coda!"

E’ bellissimo: quel demonio è riuscito a farci cadere in una discussione sibilata, e proprio davanti ai nostri amici… oddio, non che per loro sia una novità!

"Senti… se vuoi, Shiro posso tenerlo io…"

E’ l’ex riserva dello Shoyo. Quasi quasi ce lo vedrei con il biberon in mano per un bel bambino castano dagli occhiali squadrati! Chissà, magari, quando sarà possibile, lui e lo stangone si offriranno come coppia-cavia.

In ogni caso, delicatamente il pupattolo passa da Kaede a Fujima, e ancora una volta… sì, ancora una volta Seth ha vinto!!! Non posso crederci…

"Non abbiamo ancora terminato di decorare l’albero" fa Mitsui, ingoiando un biscotto al cioccolato e cercando di distrarsi dalla scena che si sta svolgendo sul divano: Fujima con in braccio il bambino addormentato e Hanagata che si è seduto vicino al suo ragazzo, passandogli il braccio intorno alle spalle.

Ok, sta venendo la carie anche a me…

O forse è invidia?

In ogni caso, riprendiamo ad appendere gli addobbi, ed è bello… nel camino il fuoco acceso trasmette un senso di calore che ci mette allegria, il profumo dell’albero è meraviglioso, così come quello delle candele colorate che Ayako e Kogure hanno disposto nella stanza e che poi hanno acceso, spengendo tutte le luci tranne una lampada nell’angolo, per creare l’atmosfera natalizia. Il tocco di classe lo ha poi aggiunto Hanagata, che ha scoperto tra i nostri CD una compilation di canti di Natale americani, che credo appartenessero ai genitori di Rukawa, anche se non ne sono sicuro, perché in genere ho sempre un po’ di remore a chiedergli le cose quando penso che possa essere coinvolta sua madre…

E così le ultime decorazioni le appendiamo al suono allegro dei Christmas carols cantati dalla voce jazzistica di Bing Crosby.

Manca ancora il puntale, visto che il resto dell’abete è un tripudio di rosso e oro. Devo ammettere che il volpino ci ha visto bene, perché così l’albero è davvero bello e festoso, questi due colori mettono allegria e rappresentano proprio le tonalità adatte a questa festa.

Prima di concludere la sessione di decorazioni, però, Kogure prende dall’ingresso un mazzo di qualcosa che non avevo visto:

"Ehi Kaede! Abbiamo deciso di rinnovare la tradizione… ti abbiamo portato un mazzo di vischio!!"

"E anche dell’agrifoglio…" aggiunge Ayako, che comincia a sistemare i rami dalle bacche rosse in un bel vaso al centro del tavolo.

Ok, l’agrifoglio lo conosco… ma il vischio?

"A cosa serve?!" chiedo sospettoso, afferrando una delle palline chiare, e scoprendo sulla mia pelle quanto sia appiccicosa.

"Non conosci la tradizione del vischio?!" fa il quattr’occhi, come se fossi l’unico all’oscuro della questione.

"No" rispondo sereno.

"E’ di buon’augurio baciarsi sotto un ramo di vischio, a Natale…" spiega Fujima, che continua ad accarezzare i capelli di Shiro, cullandolo nel sonno.

"Io non l’ho mai sentita questa cosa…" interviene in mio aiuto Miyagi, che però sembra abbastanza intrigato dalla rivelazione… che il puffo-playmaker riesca finalmente nell’assalto alla sua puffetta-manager?

"E’ una tradizione occidentale" interviene Hanagata.

E’ incredibile, i due gemellini siamesi si alternano nel discorso come se fossero una sola persona.

"Mi piace!! – decido, lanciando poi un’occhiata a Kaede, poi improvvisamente ricordo una cosa dello scorso anno, di quando sono tornato a Kanagawa dopo essere stato dalla nonna, su al nord – in effetti il mio volpacchiotto, lo scorso anno…", ebbene sì, ricordo che lo scorso anno mi aveva baciato sotto un ramo di vischio, però non avevo fatto troppo caso alla cosa, visto che ero mooolto più preso da lui che dal cespo di insalata appeso al lampadario… ma quest’anno sono deciso a rinverdire la tradizione!!

"Io ho già deciso che voglio un sacco di auguri per il nuovo anno, e quindi dovrò essere baciato innumerevoli volte… " spiego, continuando a guardare il volpacchiotto.

Ehm… noto che è sceso un silenzio inquietante, è come se tutti si aspettassero una qualche reazione, un temporale che dovrebbe abbattersi con violenza sulla mia testa.

Kaede, che continua ad accarezzare il gatto, riuscito a mantenere la posizione privilegiata sulle sue gambe, solleva finalmente lo sguardo:

"Sono sicuro che Seth sarà contento di aiutarti a mantenere viva la tradizione…" mi dice serio, anche se indovino il sorriso dietro il suo tono distaccato.

"Visto il rapporto che hai con quel micio – interviene Mitsui, che non perde mai occasione di aggiungere i suoi due yen – penso che gli auguri dobbiamo farteli noi! In bocca al felino, do’aho!" termina poi, scoppiando a ridere da solo della sua squallida battuta.

In ogni caso, finalmente lo sdentato giustifica la propria esistenza estendendo la sua statura da tappo appena un po’ cresciuto per appendere il vischio al lampadario, mentre Hanagata decide di apporre il tocco finale all’abete, salendo sul panchetto e infilandogli il puntale dorato sulla cima.

"Ok, adesso tutti sul divano!" esclama Ayako, che poi spenge la luce elettrica, lasciandoci per qualche istante alla luce del camino e delle candele, e poi accende le millecinquecento lucette bianche intermittenti che completano l’addobbo.

Io stringo il braccio intorno alla vita di Kaede, addossandomelo contro la spalla. Nello stesso tempo mi preparo a mollare una bella sberlona a Seth, nel caso dovesse provare ad allungare i suoi artiglietti acuminati sulla mia mano.

Noto con la coda dell’occhio che strani traffici avvengono anche tra le altre coppie: Mitsui accarezza i capelli sulla nuca di Kogure, poggiandogli l’altra mano sulla gamba… il solito porco! Hanagata e Fujima giocano alla famiglia felice con il piccolo Shiro, che finalmente sembra essersi svegliato e sbatte gli occhi, completamente rapito dall’albero illuminato. Miyagi, il vecchio marpione, si è invece appeso alla spalla dell’ex manager, con la scusa che c’è poco spazio e che dobbiamo stare tutti vicini…

Rimaniamo per qualche minuto senza parlare, è bello stare in silenzio, al caldo in questa fredda giornata di inizio inverno.

Ad un certo punto però mi accorgo che il volpacchiotto si sta abbandonando con eccessiva fiducia nel mio abbraccio, e questo significa una cosa sola: mi volto verso di lui e, pur nella scarsa luce di questa illuminazione di altri tempi, mi accorgo che ha gli occhi chiusi e che sta dormendo.

Miyagi, che si gira verso di me per dire qualcosa, si ferma quando si accorge della situazione, poi scoppia a ridere:

"Certe cose non cambieranno mai! – poi si volta verso Ayako – Forse è il caso che andiamo. Dovevi aiutare tua madre, no? Speriamo solo che il dolce venga bene, visto che è in mio onore!" Cerca di scherzare, ma dal modo in cui si gratta la testa capisco che abbiamo di fronte un puffo imbarazzato.

Però… quelle parole!! Ma allora…

"SEI UFFICIALMENTE INVITATO A CASA SUA?! – poi scuoto la testa – Sei in trappola, tappo!"

Ehi! Ma da dove l’ha tirato fuori il ventaglio?! Ora ho capito perché la nostra ex manager va sempre in giro con la borsa di Mary Poppins!

La mia esclamazione di dolore ha però svegliato il volpacchiotto, che, per assorbire lo sforzo di dover trattenere il pugno, scarica su di noi una cumulativa occhiata minacciosa di pari violenza.

"Ehm… sì, forse anche per noi si sta facendo tardi" e il quattr’occhi comincia a sgomitare Mitsui.

"Se andate verso la stazione, potremmo fare un pezzo di strada insieme" fa Fujima, che però sembra restio a separarsi da Shiro, anche se alla fine comincia a sistemarlo tra i cuscini del divano.

Pusillanimi!! Pensano forse che possa scoppiare una rissa tra me e il volpino? Come se io non fossi ormai il miglior domatore di kitsune sulla faccia della terra!!

"Fifoni…" mormoro. Perché non urlo? Perché penso che una volta che avranno schiodato, io avrò il volpacchiotto tutto per me, e fra l’altro alla luce di un albero che ho faticato un ottavo ad addobbare!

Improvvisamente Hanagata si ferma al centro della stanza, facendosi sbattere contro il gemellino che gli cammina a tre centimetri di distanza:

"Ehi, che succede, Toru?" il nanerottolo castano appare preoccupato…

Lo stangone si volta e lo fissa per qualche istante, poggiandogli le mani sulle spalle. Poi sorride, ed è un sorriso caldo, che mi piace:

"E’ la tradizione, Kenji-kun…"

Parte un coro di fischi e urla, ovviamente capeggiato da me, Miyagi e Mitsui, mentre i due siamesi fanno naso naso, e non solo, davanti a noi.

Poi però Mitsui si ferma, guarda Kogure e dichiara:

"Ehi, Kimi-kun: è la tradizione, non possiamo trascurarla!!" e pure loro si baciano.

Io e Miyagi ci guardiamo un po’ imbarazzati, per poi voltarci verso le nostre dolci metà… ebbene sì, noi abbiamo il lavoro più arduo!

Però il puffo in questa circostanza si dimostra uomo, finalmente!

"Ehi, donna! – chiama con una voce tonante da taglialegna del Fujimori – Porta male non osservare il rito!"

Sono sicuro che uscirà fuori il mitico ventaglio, e invece Ayako ride, arrossendo un pochino (sapete che è la prima volta che la vedo in imbarazzo?), e si lascia condurre sotto la verdura.

Ehm… situazione molto poco gradevole!!! Manchiamo solo io e la kitsune, che continua tranquillamente a star seduta sul divano, con in braccio la serpe pelosa. Come fare a dimostrare chi comanda tra di noi?

"Lascia perdere, scimmia, tanto sappiamo che Kaede non ti si filerebbe neanche pagato! Certo, se tu però avessi un fisico prestante come il mio, nonché la mia espressione matura, da uomo navigato, forgiato dalla vita, potresti suscitare in lui un qualche interesse, ma così… AHIO!!!!!"

Bwahwahwahwah!!! Il gomito del quattr’occhi si è rivelato letale come quello della kitsune!! Ben gli sta all’orrido sfregiato!!

"Smettetela" ci sibila improvvisamente Kaede, che si è alzato, lasciando un Seth molto contrariato sul divano, e adesso è fermo di fronte a noi.

"Ma cosa ho fatto?!" comincio a lagnarmi, esibendomi nella mia famosa interpretazione di un bambino di tre anni… già, come Shiro, ma più credibile.

"Dai, bel moro, facciamogli vedere un bel bacio risucchia-polmoni!" continua l’ex (ma sempre bastardo) teppista, che ancora si sta massaggiando il fianco dolorante.

"Hisashi… basta!" lo riprende secco Kogure.

E se lo prendessi a testate? Non credo che sarebbe un gran dispiacere per nessuno se lo sfregiato perdesse anche gli ultimi denti ‘veri’ rimastigli, neanche per il quattr’occhi che qualcosa di meglio se l’accatterebbe di certo.

Comunque non ho il tempo di realizzare il mio piano, che Kaede si mette in mezzo, mi afferra per la maglia, e mi trascina sotto il vischio.

Uuuuuhhhhh!! Mi piace tanto quando prende l’iniziativa!!

E così siamo noi a dimostrare davanti a tutti quanto possa essere mozzafiato un bacio!!! Ci fermiamo appena prima di ritrovarci i polmoni in gola, e ci separiamo ansimanti, con gli occhi brillanti, e molto mooolto soddisfatti…

"Wow!" fa Miyagi, l’unico che sia riuscito a recuperare l’uso della voce.

"Ehm…" fa Ayako.

"Aaah!" questo è Hanagata.

"Gulp…" Fujima, ovviamente.

"Cazzo…" devo davvero spiegarvelo?

E infatti…

"HISASHI!!!"

Ok, tutti hanno avuto modo di commentare, e io li guardo molto soddisfatto: chi è il vero, unico, immenso tensai?!

Proprio mentre i nostri ospiti, ancora frastornati, si stanno avviando verso l’uscita, Shiro, che non trova pace, e dal divano adesso è di nuovo in braccio al volpacchiotto, decide di dimostrare di saper parlare, oltre che dormire come un ghiro stanco:

"Kae-chan… mi sposerai quando sarò grande?" chiede, esibendo una subdola faccina angelica.

Mi volto di scatto… non può essere!!! Un rivale di tre anni NOOOO!!! Ma come è possibile che non possa mai stare tranquillo?!

Lo fulmino con lo sguardo, mentre Kaede continua a tenerselo stretto contro il petto.

"Piccola serpe…" sibilo.

La kitsune mi guarda sollevando un sopracciglio, tipica e minacciosa mossa di quando ritiene che io abbia detto qualcosa di sconveniente.

E allora io decido di portare lo sguardo su quello che potrebbe rivelarsi un alleato importante: nonostante i numerosi problemi di condivisione che abbiamo avuto e che continueremo ad avere, mi abbasso ad accarezzare l’orrido Seth e ne approfitto per bisbigliargli:

"Attacca, dritto al polpacciotto!"

E finalmente, per una volta, la palla di pulci obbedisce e parte all’assalto, avendo anche l’accortezza di non farsi scoprire… con tutte le volte che ha dimostrato la sua abilità per mettermi in cattiva luce, sapevo di mettermi nelle zampe di un professionista.

Shiro scoppia a piangere, anche se il micio non gli ha lasciato neanche un graffio compromettente, e Ayako si fa avanti per calmarlo, seguita a ruota da Miyagi, che dopo il bacio rivelatore ha ancora un sorriso un po’ imbarazzato e molto ebete sul volto.

"Buono Shiro… cosa è successo?!"

Il bambino continua a lamentarsi, ma ormai non costituisce più un pericolo, sia perché è passato nelle braccia della ex manager, sia perché sentiamo suonare il citofono e sono proprio i signori Kuwata, tornati a prenderlo.

Mentre i nostri ospiti lasciano la casa, mi accorgo di dover ancora ringraziare il mio alleato per l’aiuto, e così mi abbasso di nuovo:

"Bella mossa, belva!" mormoro al felino, dandogli una botta leggera sulla testa.

Come al solito lui fa finta di nulla, esibendosi in una delle sue migliori recite di perfetta innocenza e continuando a leccarsi il pelo.

"Hanamichi! – mi riprende Kaede – Non fare male a Seth".

Ok, stavolta abbiamo collaborato e mi è stato utile, ma quel gatto rimane un bastardo di cui liberarsi al più presto, anche se adesso non posso fare nulla per eliminarlo, visto che altrimenti perderei la possibilità di riscuotere la promessa che mi ha fatto il volpacchiotto, quando siamo stati interrotti…

E se ve lo regalassi per Natale? Ehi, è un’adorabile palla di pelo, dolce, fuseggiante, comprensiva, calma, affettuosa…

Non ve la bevete, eh?

Ok, stavolta non insisterò, anche se era davvero un affare, ma non pensate di essere in salvo ancora a lungo… prima o poi il modo per liberarmi di lui lo troverò, e voi siete tutti avvisati.

Ah, dimenticavo… visto che ci sono, e parlo anche per Kaede, vi faccio i miei migliori auguri di BUON NATALE!!!

E ora, se non vi dispiace, la kitsune ed io vogliamo stare un momento da soli: è un po’ che non mettiamo alla prova il divano, e oggi, con il camino acceso e l’albero illuminato, sembra proprio il giorno giusto…

"KAEEEEDEEE!!! AVEVAMO UN DISCORSO IN SOSPESOOOOO!!"

 

23 Dicembre – the end

 

 


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