Il volpacchiotto ed io,
finalmente liberi dagli allenamenti e dalla scuola fino all’inizio di
gennaio, o, per essere più precisi, fin dopo il suo Compleanno, oggi
addobberemo la casa per Natale!!
Ok, ci siamo ridotti un po’
all’ultimo momento, ma Kaede non faceva che dire che non gli piaceva
vedere gli addobbi natalizi troppo in anticipo, che glieli faceva
sembrare troppo commerciali, e quindi eccoci qui, a due giorni dalla
festa, ancora alle prese con la decorazione del nostro albero.
Oddio, detto così può
sembrare che sia stato semplice scegliere il vegetale che corrispondesse
ai gusti del volpacchiotto, invece è stata una impresa!! Infatti,
sebbene in soffitta ci fosse un abete alto e folto, sintetico ma fatto
così bene che era quasi impossibile accorgersene, quest’anno Kaede ha
deciso che preferiva averne uno vero, che gli piaceva l’idea alla base
della tradizione, e cioè di portare un po’ di natura dentro casa, di
festeggiare intorno ad un albero semplice, ma che portasse con sé l’odore
di legno e resina. E così ci siamo fermati davanti ad uno dei banchi di
piante che sotto Natale proliferano, e abbiamo scelto la nostra
creatura, sana, folta, alta e panciuta… no, no, non sto parlando di
Takamiya, sebbene le caratteristiche fisiche corrispondano… questi
sono stati proprio i parametri a cui doveva corrispondere il nostro
abete, e quindi potrete capire quanto abbiamo dovuto penare per trovare
quello giusto.
E adesso eccolo, sistemato
in un angolo del soggiorno con il suo grande vaso nascosto dalla
cartapesta rossa e dorata, e con i rami, finalmente liberi dal laccio
che li teneva attaccati al tronco per facilitare il trasporto, pronti ad
essere addobbati.
"Kaede, secondo te
dobbiamo cominciare dalla cima oppure dal basso?" chiedo, pensando
anche che dobbiamo trovare il panchetto, altrimenti non riusciremo mai
ad infilare il puntale.
Lui, che sta seduto sul
divano a studiare l’abete con i gomiti sulle ginocchia, mi risponde:
"Decorare un albero
non significa attaccarci roba a caso".
Alzo gli occhi al cielo;
non capisco cosa possa esserci di tanto filosofico nel piazzare palline
e lucette, però decido di non dire nulla. Sarà l’aria natalizia…
Fra l’altro, mi piace l’atmosfera
di questo pomeriggio: sono quasi le cinque ed è già buio, fuori c’è
un freddo rigido, secco, mentre noi stiamo al caldo, pronti a passare un
paio d’ore distese, lavorando insieme per qualcosa che sarà per noi
il simbolo di questi giorni di festa.
Sorrido pensando a quando
ci piazzeremo sotto tutti i regali… alla faccia che farà Kaede quando
aprirà i miei, e poi a quando apriremo insieme quelli dei nostri amici!
E dopo usciremo e ci faremo una passeggiata a piedi, perché è così
bello camminare per le strade della città nei giorni di festa, quando
tutti sembrano più gentili, e ti salutano quasi imbarazzati di turbare
in qualche modo la pace di una giornata dedicata solo agli affetti più
cari.
"Rosso e oro…"
"Eh?!" mi ero
distratto, e queste parole di Kaede mi sembrano piuttosto sibilline…
"Decoreremo l’albero
con addobbi rosso e oro" ripete, definitivo.
Io inclino la testa,
cercando di immaginarmi il risultato:
"Secondo me anche l’arancione
è natalizio…"
Lui mi guarda sollevando un
sopracciglio:
"Per te l’arancione
è adatto a tutto..." mi replica acidamente.
"Non è solo il colore
meraviglioso dei miei capelli, ma anche quello del sole, delle arance,
dei girasoli, del pallone da basket…" comincio.
"…delle zucche, dei
granchi, degli autobus…" continua lui, con quel lampo di ironia
negli occhi che sfodera solitamente quando decide di divertirsi a mie
spese.
"Non ci posso far
niente se l’arancione è vita!"
"Qualcosa hai già
fatto, una scorta biennale di tintura!"
Ecco, questa è una cosa
che NON deve dire!! Tramonto d’Autunno serve solo per darmi i
riflessi ramati, non per mimetizzare il mio colore originale, arancione
appunto!!
Non sono convincente, eh?!
In ogni caso, pur cercando
di contrastare questa sua idea dell’albero bicolore, comincio ad
aprire le scatole con le decorazioni e a formare due mucchi con quelle
rosse e quelle dorate, lasciando le altre al loro posto.
"Abbiamo un puntale
dorato e uno rosso…" mormoro, mettendoli vicini.
Kaede solleva lo sguardo,
poi scuote la testa:
"Dorato…
ovviamente!"
Inutile replicare che l’ovvietà
della cosa mi è piuttosto oscura, tanto sarebbe tempo perso. E così,
in ginocchio sul pavimento, ammiro tutte le decorazioni separate per
colore:
"Ok, ora possiamo
cominciare – dichiaro – e finalmente potrai rimanere abbagliato dal
senso artistico del tensai!!! Chi pensi che avesse deciso i bellissimi
disegni che decorano e valorizzano lo scooter della Gundan?"
aggiungo, desiderando portare la prova provata della mia abilità.
"Già, soprattutto
quella specie di pupazzo di neve che mi hai rivelato dover essere
Takamiya… una somiglianza strabiliante!" fa lui, senza
distogliere l’attenzione dai rami dell’albero, che ovviamente
vorrebbe più simmetrici.
Ormai le cattiverie gli
vengono senza sforzo…
"Perché, spiegami Mr
Van Gogh, tu come lo disegneresti Takamiya? E poi potevo anche farlo
somigliare ad un lottatore di sumo, e invece ho voluto abbellirlo, gli
ho fatto uno splendido ritratto!" ribadisco.
"Già, gli mancava la
carota al posto del naso…"
E qui ha tentato un colpo
doppio, mettendo in dubbio la mia arte e nello stesso tempo ricordandomi
che ha scartato il bellissimo colore arancione dal nostro albero.
"KAEDE!!" esclamo
esasperato.
"DO’AHO!!" mi
risponde lui, con lo stesso tono.
Mi avvicino e gli ripeto,
con voce ancora più alta:
"KAEDEEE!!!"
E lui:
"DO’A…"
No, non è riuscito a
terminare, ho vinto IO!! Il tensai ha sempre una marcia in più!!
Cosa è successo?! Siamo
stesi sul pavimento, e io sono sopra di lui… vi basta?
Proprio quando le cose
hanno cominciato a prendere la piega giusta, e cioè quando le mie mani
stanno accarezzando la sua schiena liscia e calda sotto il maglione
pesante, e troppo largo per la sua corporatura, sentiamo suonare il
campanello…
"NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!"
urlo, il fumo che mi esce dalle orecchie e un desiderio incontrollabile
di prendere a testate chiunque si trovi fuori del nostro cancello.
Sono davvero furioso, ma a
questo punto Kaede si solleva leggermente e mi posa un bacio dolcissimo
e castissimo sulle labbra:
"Continueremo dopo…
do’aho!"
Comincia bene e termina
male, ma credo di poterlo perdonare… mi alzo in piedi, allungandogli
una mano per sollevarlo. Lo bacio sulla fronte e poi, con il mio miglior
passo da ballerina, quello che fa tremare la casa dalle fondamenta, mi
avvio verso il portone, ringhiando nel citofono.
Il video mi mostra le facce
sorridenti e con i nasi rossi di dementi conosciuti. Sì, sotto sciarpe
e cappelli mi sembra di indovinare le fattezze di Mitsui e Kogure (la
cicatrice e gli occhiali sono i loro segni distintivi), di Miyagi e
Ayako (qui l’aiuto mi viene dall’orecchino luccicante e dai capelli
ricci), e poi… sì, gli ultimi sono Hanagata e Fujima. Da cosa li ho
riconosciuti? Sembrano due gemellini siamesi… quindi sono loro.
Che ci faranno qui fuori?
"APRICI SCIMMIA!! CI
STIAMO CONGELANDO!" ovviamente questo è Mitchy, che solo per il
fatto di avermi trapanato un timpano attraverso l’interfono
meriterebbe di rimanere altre due ore sotto i fiocchi di neve. Ma poi
chi reggerebbe gli sguardi di rimprovero del quattr’occhi?
"Ehi, tensai… se non
apri torno allo Shohoku per farti fare i fondamentali!" ovviamente
queste minacce da strega provengono da Ayako.
"Sakuragi, c’è
Kaede?" questo è Hanagata…. Hanagata? Perché sta chiedendo di
Kaede? Come osa… lui ha il gemello, cerca rogna per caso?!
Sto ancora pensando a come
rispondere in maniera incisiva all’intera orda barbarica in modo da
farla volatilizzare in una nuvola di fumo nero, quando la mano bianca di
Kaede si allunga davanti a me, spingendo il pulsante dell’apertura del
cancello.
"Perché lo hai
fatto?!" gli chiedo, manifestando tutto il mio fastidio.
"Ho solo accorciato i
tempi, tanto avresti aperto anche tu… solo che avresti aspettato un
quarto d’ora per dimostrare di essere un duro" mi risponde, ormai
lontano.
Scuoto la testa: il tensai
non avrebbe mai aperto, è solo colpa della tenera kitsune!!
In ogni caso, ecco l’orda
di cavernicoli fare irruzione nel nostro pacifico pomeriggio, e quindi
uno svolazzare di sciarpe, uno scuotere di cappelli un po’ innevati,
giacconi ammucchiati sul divano dell’ingresso…
"Barbari!"
esclamo, mostrando il mio disgusto e la mia disapprovazione.
"Taglia corto,
scimmia, non penserai che siamo venuti per te, vero?" quello
stronzo dello sfregiato ha i giorni contati, ve lo assicuro io!
"Dov’è Kaede?"
aggiunge Ayako, che ha sempre avuto questo legame particolare con il
volpacchiotto, probabilmente a causa del fatto che hanno frequentato la
stessa scuola media.
"Di là!"
grugnisco, voltando loro le spalle e andando a recuperare un po’ di
calma accanto al volpino.
"Ehi, campione!"
lo saluta lo sdentato appena lo vede, poggiandogli una mano sulla spalla
e riservandogli quel sorriso affettuoso che più di una volta avrei
voluto fargli inghiottire insieme agli ultimi molari.
"Schiodati… -
interviene Ayako, sgomitando via Mitsui e gettando le braccia intorno al
collo di Kaede e stampandogli un bel bacio rossettoso sulla guancia -
…mai che tu mi venga a trovare, eh?!" lo rimprovera poi, cercando
di ripulirlo con le dita dall’orrida macchia rossa che gli ha lasciato
sulla pelle chiara.
"Rukawa, finalmente ci
rivediamo" salutano più compostamente Kogure e Miyagi, cercando
contemporaneamente di calmare l’entusiasmo delle loro dolci metà.
"Ciao, scusa l’improvvisata…"
si inserisce più discretamente Fujima, mentre Hanagata sorride.
"EHI!! Ci sono anche
io!" sbotto, visto che tutti fanno finta che io non esista!
"Ah, di nuovo la
scimmia… senti, puoi prepararci un caffè e qualcosa da
sgranocchiare?"
Ok, sono partito… ariete
non è solo il mio segno zodiacale occidentale, ma anche la mia tecnica
per liberarmi da importuni come questi ex compagni di squadra.
Mancano solo tre secondi
alla collisione con la fronte dell’ex teppista, quando due braccia
sottili ma forti mi stringono per la vita, bloccandomi.
"Comportati bene, do’aho…"
mi sussurra il volpacchiotto, che mi sta stringendo forte… ehm, mi
piace questo sistema che ha trovato per fermarmi. Mi giro ancora nel suo
abbraccio, e lo bacio velocemente, per poi rivolgere un’occhiata truce
agli intrusi:
"E’ l’ultimo
avvertimento: rompete ancora una volta, e con voi farò i pupazzi di
neve in giardino!"
"Sempre il solito do’aho…
ma ancora non te ne sei liberato? – lo sfregiato si rivolge alla
kitsune – Pensavo che saresti riuscito a trovare di meglio di questo
scarto…" e scoppia a ridere.
"Mitsui…" lo
rimprovera Kaede.
"Hisashi…" lo
richiama Kogure.
Ah, finalmente anche io ho
dei paladini!!!
"Quattr’occhi…
secondo me anche tu potresti aspirare a qualcosa di meglio; perché non
molli l’ex teppista e non trovi qualcuno più adatto?! Fra l’altro…
- e mi porto, pensieroso, la mano sotto il mento - …credo che Akagi
sia ancora libero…" suggerisco.
"HANAMICHI!!!" e
questo è un grido lanciato all’unisono.
"Cosa ho detto? Non
credo che Uozumi abbia già allungato le grinfie…" mi difendo.
"DO’AHO!!!" e
anche stavolta l’urlo arriva come una sola voce. Non capisco… mi
sembrava un’ottima idea!
"Ok – dico quando
finalmente tutti si sono distribuiti nel soggiorno – perché siete
venuti in gruppo a romperci, non invitati e pure inopportuni?"
ancora non mi è andato giù che ci abbiano interrotto sul più bello!
I primi a rispondere sono
Hanagata e Fujima:
"Pensavamo vi
interessassero le foto che abbiamo scattato durante la crociera. Ieri le
abbiamo ritirate… e vi abbiamo portato le vostre" spiega l’ex
riserva dello Shoyo, indicando il sacchetto che tiene in mano lo
stangone.
"Già, e mentre
venivamo – si inserisce il compagno – abbiamo incontrato loro
quattro, che stavano proprio venendo da voi!"
"Ma che fortunata
coincidenza!" sibilo tra i denti, meritandomi un’occhiataccia da
Kaede.
"Noi invece volevamo
portarvi i nostri regali di Natale… e poi da voi si sta molto più
caldi che seduti su una panchina nel parco!" aggiunge Miyagi, con
quel suo sorriso ironico con il quale cerca di nascondere i suoi
sentimenti migliori "Fra l’altro – aggiunge dopo una breve
pausa – non c’era neanche qualcuno con cui chiacchierare
dondolandosi sulle altalene…"
E stavolta neanche io posso
trattenere un sorriso: quella è stata la prima volta in cui ho capito
che i miei compagni di squadra dello Shohoku sarebbero potuti diventare
dei veri amici.
"E così abbiamo
pensato di passare insieme il pomeriggio, ma se voi avevate altri
programmi…" Kogure lascia la frase in sospeso e io sono pronto a
dire che SI’, avevamo altri programmi, però ho un momento di
incertezza, e tanto basta perché la kitsune taciturna decida di
parlare:
"Siamo contenti che
siate venuti… stavamo proprio per fare il tè" li rassicura,
senza neanche interpellarmi. Io però, invece di redarguirlo, decido di
mostrarmi superiore, e così gli passo un braccio intorno alla vita,
addossandomelo poi contro il fianco.
A questo punto lo sguardo
di lince dell’ex teppista viene catturato dalle decorazioni accumulate
sul pavimento:
"Non mi dite che
stavate preparando l’albero?!" chiede, come se fosse una cosa
strana che il 23 dicembre si stiano facendo gli addobbi per la festa
ormai imminente.
"Tu che ne dici? Pensi
che abbiamo tirato fuori le palline per giocarci a bocce?"
Lui si volta verso di me
con espressione incredula:
"Davvero giocate a
bocce con le palline di Natale?!" mi chiede spalancando gli occhi.
Io impiego appena una
frazione di secondo per indovinare che sta facendo ancora una volta l’idiota,
e allora gli sibilo:
"Deficiente…".
"Ok, ragazzi… che ne
dite se vi diamo una mano?" ancora una volta è il quattr’occhi a
mettersi in mezzo "Lo abbiamo fatto lo scorso anno, ti ricordi
Kaede? Quando Hanamichi non c’era… ci siamo divertiti, sarà ancora
più bello farlo tutti insieme!!"
Il suo tono festoso mi
distrae dal pensiero sempre un po’ triste del nostro ultimo Natale,
che abbiamo passato separati da chilometri e chilometri.
"Ma sì, poi possiamo
fare una merenda tutti insieme!" si aggiunge Ayako, che subito
pensa a come rifocillarci… che gioiello di ragazza!!
"E poi dovete farci
vedere le foto" e stavolta è Miyagi a parlare, voltandosi verso i
due ex giocatori dello Shoyo.
Insomma, dopo qualche
minuto cominciamo ad appendere le decorazioni ai rami più robusti,
litigandoci gli addobbi, soprattutto io e Mitchi, e aspettando poi l’approvazione
di Kaede, che ogni tanto grugnisce che le palline più grandi devono
stare sui rami bassi.
"E se ci appendessimo
anche i mandarini?" se ne esce ad un certo punto Fujima.
"Sono arancioni!"
lo riprendo immediatamente.
Noto che tutti si fermano,
come se avessi detto chissà che cosa. E invece è tutta colpa del
volpacchiotto…
"L’albero deve avere
solo decorazioni rosse e dorate. Così ha deciso il generale"
spiego, indicando Kaede con un cenno della testa "…anche se l’arancione
è un bellissimo colore", non mi risparmio poi dal sottolineare.
"A me l’arancione fa
venire in mente gli autobus…" commenta Ayako, rivelando con
questa affermazione che deve essere stata la Tomigaoka a traviarli.
"E’ pronto il
tè?" si spazientisce Mitsui, che guarda con il sopracciglio
sollevato la ex manager, in quello che sembra in tutto e per tutto un
tentativo di distrarre la nostra attenzione dal fatto che ha appena
frantumato la terza campanella di vetro soffiato.
"Ehi, mica è la tua
cameriera! – gli replica Miyagi, che poi aggiunge – Ayacuccia… ci
prepareresti un po’ di merenda?"
Certe cose non cambieranno
mai… anche se mi accorgo che ultimamente il puffo non mi ha più
aggiornato sulle evoluzioni delle sue sfighe sentimentali. E poi ricordo
che quando siamo andati in montagna le cose sembravano aver preso una
direzione interessante… possibile che sia successo qualcosa e che i
due non vogliano dirci niente?! Conviene tenere sott’occhio i
piccioncini. Sia mai che tengano qualcosa nascosto al tensai, e poi io
devo essere il loro testimone di nozze, l’amico che cercherà
disperatamente nel panciotto le loro fedi, l’uomo che susciterà l’ammirazione
generale, la star del banchetto, l’oratore che pronuncerà il discorso
di auguri più originale della storia dei matrimoni, il genio che darà
loro la benedizione per una lunga e felice vita da tappi, piena di
piccoli puffetti con la faccia di Miyagi e i riccioli di Ayako…
"Scimmia, cos’è
quell’espressione ebete?"
"Vatti a suicidare,
sdentato!" rispondo senza neanche un momento di incertezza. Ormai
gli insulti per Mitchy mi vengono spontanei.
Ayako e Kogure scuotono la
testa, poi scompaiono verso la cucina… spero che portino anche un po’
di patatine: a parte che devo ancora vincere la Porsche, ma con il tè
sono davvero meravigliose!!
E improvvisamene si sente
nuovamente il campanello… possibile che tutta Yokohama si sia radunata
fuori dal nostro cancello? Che, siamo stati scambiati per l’ostello
dei disperati?!
"E ADESSO CHI CAZZO E’!!!"
comincio a sbraitare, ma Kaede mi guarda malissimo e mi precede verso il
citofono. Noto che ha un’espressione un po’ stupita quando risponde,
ma che poi abbassa la voce e non capisco cosa dica. E improvvisamente
comincio a preoccuparmi, soprattutto sapendo che personcine ammodo come
l’orrido porcospino e il feroce calimero girano ancora a piede libero.
Abbraccio con lo sguardo l’intera gang sparsa nel soggiorno, che in
questo momento non mi sembra certamente temibile come la Gundan, visto
che ognuno di loro ha un fiocchetto, una campanella, una pallina o una
candelina in mano, e sibilo:
"In stato di guerra,
siete tutti abili e arruolati: se il porcospino varca quella porta, la
vostra missione è staccargli tutte quelle stupide ciocche di capelli
collosi… - poi abbasso lo sguardo sul polso - …e adesso
sincronizziamo gli orologi!"
Silenzio… poi la voce di
Fujima:
"Il porcospino sarebbe
Hasegawa?!" chiede incredulo.
Già, mi ero dimenticato
che esiste anche la copia di cera dell’orrido mostro, come se non ne
bastasse uno solo ad andare in giro in quel modo ridicolo!
"No, il porcospino di
Hanamichi è Akira Sendoh… il super campione che prima o poi gli
fregherà il volpacchiotto".
Non aspetto un istante,
sono addosso all’ex teppista, e comincio a stringergli il collo. COME
OSA PARLARE IN QUESTO MODO DEL NEMICO?! In tempo di guerra, i traditori
vanno processati per direttissima: lui è colpevole e sto già eseguendo
la condanna. In alcune situazioni il tempismo è tutto!
"DO’AHO!! Cosa stai
facendo?!"
E’ la voce della kitsune,
quindi decido che posso anche sollevare lo sguardo, e…
Oddio, rimango inebetito,
con la bocca aperta…
MI PIACE QUELLO CHE STO
VEDENDO… sì, mi piace molto!
"Ehm… Kaede, ci
siamo persi qualcosa?" chiede Miyagi, nascondendo a stento il
sorriso.
"I progressi della
tecnologia…" nota invece Fujima, con tono molto invidioso.
"Per fortuna non
somiglia alla scimmia" è il commento del demente che riesce ancora
a parlare, nonostante le mie mani siano serrate intorno al suo collo.
"Sei… MAMMA?!"
esclama invece Ayako, battendo le mani.
Kaede sbatte gli occhi,
sembra non comprendere bene, poi però si riprende:
"Ma siete tutti
impazziti?!"
E a questo punto interviene
il genio, che dopo l’entusiasmo iniziale è stato assalito dal
terrore, e ora DEVE sapere…
"COME FAI AD AVERE UN
FIGLIO DI TRE ANNI SE STIAMO INSIEME DA DUE?!"
E’ un momento drammatico,
se fosse estate si sentirebbe volare una mosca, se fosse primavera si
sentirebbero le rondini, se fosse autunno si sentirebbero le foglie
cadere… e invece è inverno, e quindi si sente un…
"DEFICIENTI!!!!"
che ci fa sobbalzare tutti quanti…
Però sono contento, ha
usato il plurale, quindi non intendeva solo me.
"Kae-chan…" fa
il bambino, abbracciando forte il collo del volpino e cercando di
cancellarci dalla sua visuale e di tenerselo tutto per sé.
Questo bamboccio mi ricorda
Seth.
"Giù le zampe…"
sibilo, piuttosto seccato.
Il mio volpacchiotto si
siede sul divano, tenendosi sempre in braccio il bambino, credo me lo
faccia per dispetto:
"E’ il figlio dei
nostri vicini, i Kuwata".
Non mi sembra un granché
come spiegazione, quindi lo sollecito:
"E a noi?"
Lui mi fulmina con lo
sguardo:
"Dovevano andare a
fare gli ultimi regali e ci hanno chiesto di tenerlo fino a
stasera" chiarisce finalmente.
"FINO A STASERA CON
QUESTA PIATTOLA?!" chiedo lumi, con la gentilezza che sempre mi
contraddistingue.
"HANAMICHI! Non ti
rendi conto che lo stai spaventando?!" interviene Ayako, il suo
spirito materno immediatamente all’assalto.
Io borbotto qualcosa, poi
volto le spalle a tutti, chinandomi a raccogliere una pallina. Mentre
gli altri cominciano a parlare come fossero tutti bambini di due anni,
emettendo versi strani per rendersi dei completi idioti anche di fronte
al pupattolo, io mi avvicino a Kaede e mi sporgo da dietro lo schienale
del divano, fino a far oscillare la campanella dorata di fronte al viso
del bambino. Inizialmente lui si nasconde contro la spalla della kitsune,
ma poi la curiosità prende il sopravvento, e allunga una mano per
scuotere il nuovo giocattolo e farlo suonare.
"Non c’è niente da
fare, il tensai è fatale anche con gli under three…" mormoro
soddisfatto.
Ayako e Kogure finalmente
si ricordano che avevano un ruolo in questa estemporanea riunione
pomeridiana, e così tornano in cucina per poi emergerne pochi minuti
dopo con i vassoi con il tè e i biscotti.
Dovevo aspettarmelo che non
avrebbero pensato alle Krokky! Ok, per una volta dovrò farne a meno…
Sistemati intorno al
tavolino basso, con il bambino che sta seduto sulle gambe di Kaede e ha
la schiena appoggiata contro il suo petto, cominciamo a chiacchierare, e
così Ayako racconta degli ultimi film che ha visto; Kogure parla delle
ricerche che lui e Akagi stanno facendo con il professore di chimica;
Fujima ci invita all’esposizione a tema sportivo alla quale
parteciperà con un disegno ispirato al basket (pare fra l’altro che
ci sarà anche un disegno di Koshino, e sfido chiunque di voi ad
immaginare lo scorbutico con una matita in mano… secondo me ha
disegnato ragni velenosi che si prendono a morsi!); infine Hanagata
parla dell’ultimo gioco che ha contribuito a programmare insieme a
Maki. Da quel che ho capito, dovrebbe essere qualcosa del tipo:
"Ammazza il matusa"…
E a questo punto Miyagi e
Mitsui, che evidentemente non hanno niente da raccontare, chiedono di
vedere le foto delle nostre vacanze. E così cominciamo a passarcele, e
mi viene da ridere a rivederci così abbronzati e rilassati.
Ci sono scene delle partite
a tennis, l’escursione al vulcano, Kaede che prende il sole coperto di
crema protettiva, il tensai che beve un cocktail tropicale, e poi…
I POLLETTI!!!
Non posso crederci… sono
così belli, così simpatici, così invitanti, e ora e per sempre
fermati sulla pellicola!
"Vogliamo questa
foto!" esclamo, puntando l’indice verso l’orchestra.
"Cos’è quell’orrore?"
si informa Miyagi, che ha approfittato della situazione per spalmarsi
ben bene sulla spalla di Ayako, facendo finta di doversi sporgere per
guardare meglio.
"E’ un’orchestra…
ignorante!" lo riprendo.
E improvvisamente l’aiuto
mi viene dalla persona dalla quale meno me lo sarei aspettato:
"Però, non è un’idea
malvagia…"
"Hisashi… ma cosa
dici?" questo invece è il quattr’occhi semplice, che spalanca i
fanali dietro i suoi fondi di bottiglia.
"Shhhh" fa Fujima,
poggiandosi l’indice sulle labbra e accennando con la testa al bambino
che si è addormentato in braccio a Kaede.
Ora che ho capito che non
è il frutto della colpa, mi scopro a guardare spesso questa scena: devo
ammettere che al volpacchiotto dona avere un bambino vicino... e mi
piace anche come la manina del pupattolo gli stringe il maglione, quasi
che non volesse farlo andar via. Come lo capisco!!!
"Tra poco lo porterò
di sopra, non credo che si sveglierà presto…" sussurra la
kitsune, che però poi solleva uno sguardo duro verso di noi, quasi
volesse far capire che non si è certamente intenerito.
"Ma no, fallo rimanere
qui! Almeno lo avremo sempre sotto controllo" dice Ayako, che si
allunga per accarezzare i capelli del bambino.
E arriva anche il gatto…
l’orrido Seth! Ma questa volta sarò io a divertirmi, e infatti lo
osservo saltare graziosamente sul divano, pronto a rivendicare il suo
posto sulle gambe della kitsune, per trovarlo invece già occupato!! E
non è che può mettersi a lagnarsi, come fa di solito con me, e
riuscire alla fine a spuntarla!! Il potere dei bambini…
Hanagata si accovaccia sul
pavimento e comincia ad accarezzare il gatto. Seth lo lascia fare, ma
io, che lo conosco, so benissimo che non si è ancora rassegnato al suo
vero scopo. E infatti…
LO SAPEVO!!! Ha ranfato il
polpacciotto dell’usurpatore, e adesso si guarda in giro come se
niente fosse!!
"Hana… perché non
prendi Seth? Potrebbe scambiare Shiro per un giocattolo e fargli
male" mi dice Kaede.
"Guarda che lui sa
benissimo che non è un giocattolo!! Quel quadrupede è la crudeltà
fatta felino, e vuole scasare la concorrenza!" gli spiego.
"Seth non farebbe mai
male ad una mosca!" mi rimprovera lui.
Fosse vero! A volte sembra
che il volpacchiotto viva nel mondo delle favole!
"Quel bastardo… IO
NON SONO UNA MOSCA, e cerca sempre di graffiarmi!"
"Tu lo tiri per la
coda!"
E’ bellissimo: quel
demonio è riuscito a farci cadere in una discussione sibilata, e
proprio davanti ai nostri amici… oddio, non che per loro sia una
novità!
"Senti… se vuoi,
Shiro posso tenerlo io…"
E’ l’ex riserva dello
Shoyo. Quasi quasi ce lo vedrei con il biberon in mano per un bel
bambino castano dagli occhiali squadrati! Chissà, magari, quando sarà
possibile, lui e lo stangone si offriranno come coppia-cavia.
In ogni caso, delicatamente
il pupattolo passa da Kaede a Fujima, e ancora una volta… sì, ancora
una volta Seth ha vinto!!! Non posso crederci…
"Non abbiamo ancora
terminato di decorare l’albero" fa Mitsui, ingoiando un biscotto
al cioccolato e cercando di distrarsi dalla scena che si sta svolgendo
sul divano: Fujima con in braccio il bambino addormentato e Hanagata che
si è seduto vicino al suo ragazzo, passandogli il braccio intorno alle
spalle.
Ok, sta venendo la carie
anche a me…
O forse è invidia?
In ogni caso, riprendiamo
ad appendere gli addobbi, ed è bello… nel camino il fuoco acceso
trasmette un senso di calore che ci mette allegria, il profumo dell’albero
è meraviglioso, così come quello delle candele colorate che Ayako e
Kogure hanno disposto nella stanza e che poi hanno acceso, spengendo
tutte le luci tranne una lampada nell’angolo, per creare l’atmosfera
natalizia. Il tocco di classe lo ha poi aggiunto Hanagata, che ha
scoperto tra i nostri CD una compilation di canti di Natale americani,
che credo appartenessero ai genitori di Rukawa, anche se non ne sono
sicuro, perché in genere ho sempre un po’ di remore a chiedergli le
cose quando penso che possa essere coinvolta sua madre…
E così le ultime
decorazioni le appendiamo al suono allegro dei Christmas carols cantati
dalla voce jazzistica di Bing Crosby.
Manca ancora il puntale,
visto che il resto dell’abete è un tripudio di rosso e oro. Devo
ammettere che il volpino ci ha visto bene, perché così l’albero è
davvero bello e festoso, questi due colori mettono allegria e
rappresentano proprio le tonalità adatte a questa festa.
Prima di concludere la
sessione di decorazioni, però, Kogure prende dall’ingresso un mazzo
di qualcosa che non avevo visto:
"Ehi Kaede! Abbiamo
deciso di rinnovare la tradizione… ti abbiamo portato un mazzo di
vischio!!"
"E anche dell’agrifoglio…"
aggiunge Ayako, che comincia a sistemare i rami dalle bacche rosse in un
bel vaso al centro del tavolo.
Ok, l’agrifoglio lo
conosco… ma il vischio?
"A cosa serve?!"
chiedo sospettoso, afferrando una delle palline chiare, e scoprendo
sulla mia pelle quanto sia appiccicosa.
"Non conosci la
tradizione del vischio?!" fa il quattr’occhi, come se fossi l’unico
all’oscuro della questione.
"No" rispondo
sereno.
"E’ di buon’augurio
baciarsi sotto un ramo di vischio, a Natale…" spiega Fujima, che
continua ad accarezzare i capelli di Shiro, cullandolo nel sonno.
"Io non l’ho mai
sentita questa cosa…" interviene in mio aiuto Miyagi, che però
sembra abbastanza intrigato dalla rivelazione… che il puffo-playmaker
riesca finalmente nell’assalto alla sua puffetta-manager?
"E’ una tradizione
occidentale" interviene Hanagata.
E’ incredibile, i due
gemellini siamesi si alternano nel discorso come se fossero una sola
persona.
"Mi piace!! –
decido, lanciando poi un’occhiata a Kaede, poi improvvisamente ricordo
una cosa dello scorso anno, di quando sono tornato a Kanagawa dopo
essere stato dalla nonna, su al nord – in effetti il mio
volpacchiotto, lo scorso anno…", ebbene sì, ricordo che lo
scorso anno mi aveva baciato sotto un ramo di vischio, però non avevo
fatto troppo caso alla cosa, visto che ero mooolto più preso da lui che
dal cespo di insalata appeso al lampadario… ma quest’anno sono
deciso a rinverdire la tradizione!!
"Io ho già deciso che
voglio un sacco di auguri per il nuovo anno, e quindi dovrò essere
baciato innumerevoli volte… " spiego, continuando a guardare il
volpacchiotto.
Ehm… noto che è sceso un
silenzio inquietante, è come se tutti si aspettassero una qualche
reazione, un temporale che dovrebbe abbattersi con violenza sulla mia
testa.
Kaede, che continua ad
accarezzare il gatto, riuscito a mantenere la posizione privilegiata
sulle sue gambe, solleva finalmente lo sguardo:
"Sono sicuro che Seth
sarà contento di aiutarti a mantenere viva la tradizione…" mi
dice serio, anche se indovino il sorriso dietro il suo tono distaccato.
"Visto il rapporto che
hai con quel micio – interviene Mitsui, che non perde mai occasione di
aggiungere i suoi due yen – penso che gli auguri dobbiamo farteli noi!
In bocca al felino, do’aho!" termina poi, scoppiando a ridere da
solo della sua squallida battuta.
In ogni caso, finalmente lo
sdentato giustifica la propria esistenza estendendo la sua statura da
tappo appena un po’ cresciuto per appendere il vischio al lampadario,
mentre Hanagata decide di apporre il tocco finale all’abete, salendo
sul panchetto e infilandogli il puntale dorato sulla cima.
"Ok, adesso tutti sul
divano!" esclama Ayako, che poi spenge la luce elettrica,
lasciandoci per qualche istante alla luce del camino e delle candele, e
poi accende le millecinquecento lucette bianche intermittenti che
completano l’addobbo.
Io stringo il braccio
intorno alla vita di Kaede, addossandomelo contro la spalla. Nello
stesso tempo mi preparo a mollare una bella sberlona a Seth, nel caso
dovesse provare ad allungare i suoi artiglietti acuminati sulla mia
mano.
Noto con la coda dell’occhio
che strani traffici avvengono anche tra le altre coppie: Mitsui
accarezza i capelli sulla nuca di Kogure, poggiandogli l’altra mano
sulla gamba… il solito porco! Hanagata e Fujima giocano alla famiglia
felice con il piccolo Shiro, che finalmente sembra essersi svegliato e
sbatte gli occhi, completamente rapito dall’albero illuminato. Miyagi,
il vecchio marpione, si è invece appeso alla spalla dell’ex manager,
con la scusa che c’è poco spazio e che dobbiamo stare tutti vicini…
Rimaniamo per qualche
minuto senza parlare, è bello stare in silenzio, al caldo in questa
fredda giornata di inizio inverno.
Ad un certo punto però mi
accorgo che il volpacchiotto si sta abbandonando con eccessiva fiducia
nel mio abbraccio, e questo significa una cosa sola: mi volto verso di
lui e, pur nella scarsa luce di questa illuminazione di altri tempi, mi
accorgo che ha gli occhi chiusi e che sta dormendo.
Miyagi, che si gira verso
di me per dire qualcosa, si ferma quando si accorge della situazione,
poi scoppia a ridere:
"Certe cose non
cambieranno mai! – poi si volta verso Ayako – Forse è il caso che
andiamo. Dovevi aiutare tua madre, no? Speriamo solo che il dolce venga
bene, visto che è in mio onore!" Cerca di scherzare, ma dal modo
in cui si gratta la testa capisco che abbiamo di fronte un puffo
imbarazzato.
Però… quelle parole!! Ma
allora…
"SEI UFFICIALMENTE
INVITATO A CASA SUA?! – poi scuoto la testa – Sei in trappola,
tappo!"
Ehi! Ma da dove l’ha
tirato fuori il ventaglio?! Ora ho capito perché la nostra ex manager
va sempre in giro con la borsa di Mary Poppins!
La mia esclamazione di
dolore ha però svegliato il volpacchiotto, che, per assorbire lo sforzo
di dover trattenere il pugno, scarica su di noi una cumulativa occhiata
minacciosa di pari violenza.
"Ehm… sì, forse
anche per noi si sta facendo tardi" e il quattr’occhi comincia a
sgomitare Mitsui.
"Se andate verso la
stazione, potremmo fare un pezzo di strada insieme" fa Fujima, che
però sembra restio a separarsi da Shiro, anche se alla fine comincia a
sistemarlo tra i cuscini del divano.
Pusillanimi!! Pensano forse
che possa scoppiare una rissa tra me e il volpino? Come se io non fossi
ormai il miglior domatore di kitsune sulla faccia della terra!!
"Fifoni…"
mormoro. Perché non urlo? Perché penso che una volta che avranno
schiodato, io avrò il volpacchiotto tutto per me, e fra l’altro alla
luce di un albero che ho faticato un ottavo ad addobbare!
Improvvisamente Hanagata si
ferma al centro della stanza, facendosi sbattere contro il gemellino che
gli cammina a tre centimetri di distanza:
"Ehi, che succede,
Toru?" il nanerottolo castano appare preoccupato…
Lo stangone si volta e lo
fissa per qualche istante, poggiandogli le mani sulle spalle. Poi
sorride, ed è un sorriso caldo, che mi piace:
"E’ la tradizione,
Kenji-kun…"
Parte un coro di fischi e
urla, ovviamente capeggiato da me, Miyagi e Mitsui, mentre i due siamesi
fanno naso naso, e non solo, davanti a noi.
Poi però Mitsui si ferma,
guarda Kogure e dichiara:
"Ehi, Kimi-kun: è la
tradizione, non possiamo trascurarla!!" e pure loro si baciano.
Io e Miyagi ci guardiamo un
po’ imbarazzati, per poi voltarci verso le nostre dolci metà…
ebbene sì, noi abbiamo il lavoro più arduo!
Però il puffo in questa
circostanza si dimostra uomo, finalmente!
"Ehi, donna! –
chiama con una voce tonante da taglialegna del Fujimori – Porta male
non osservare il rito!"
Sono sicuro che uscirà
fuori il mitico ventaglio, e invece Ayako ride, arrossendo un pochino
(sapete che è la prima volta che la vedo in imbarazzo?), e si lascia
condurre sotto la verdura.
Ehm… situazione molto
poco gradevole!!! Manchiamo solo io e la kitsune, che continua
tranquillamente a star seduta sul divano, con in braccio la serpe
pelosa. Come fare a dimostrare chi comanda tra di noi?
"Lascia perdere,
scimmia, tanto sappiamo che Kaede non ti si filerebbe neanche pagato!
Certo, se tu però avessi un fisico prestante come il mio, nonché la
mia espressione matura, da uomo navigato, forgiato dalla vita, potresti
suscitare in lui un qualche interesse, ma così… AHIO!!!!!"
Bwahwahwahwah!!! Il gomito
del quattr’occhi si è rivelato letale come quello della kitsune!! Ben
gli sta all’orrido sfregiato!!
"Smettetela" ci
sibila improvvisamente Kaede, che si è alzato, lasciando un Seth molto
contrariato sul divano, e adesso è fermo di fronte a noi.
"Ma cosa ho
fatto?!" comincio a lagnarmi, esibendomi nella mia famosa
interpretazione di un bambino di tre anni… già, come Shiro, ma più
credibile.
"Dai, bel moro,
facciamogli vedere un bel bacio risucchia-polmoni!" continua l’ex
(ma sempre bastardo) teppista, che ancora si sta massaggiando il fianco
dolorante.
"Hisashi…
basta!" lo riprende secco Kogure.
E se lo prendessi a
testate? Non credo che sarebbe un gran dispiacere per nessuno se lo
sfregiato perdesse anche gli ultimi denti ‘veri’ rimastigli, neanche
per il quattr’occhi che qualcosa di meglio se l’accatterebbe di
certo.
Comunque non ho il tempo di
realizzare il mio piano, che Kaede si mette in mezzo, mi afferra per la
maglia, e mi trascina sotto il vischio.
Uuuuuhhhhh!! Mi piace tanto
quando prende l’iniziativa!!
E così siamo noi a
dimostrare davanti a tutti quanto possa essere mozzafiato un bacio!!! Ci
fermiamo appena prima di ritrovarci i polmoni in gola, e ci separiamo
ansimanti, con gli occhi brillanti, e molto mooolto soddisfatti…
"Wow!" fa Miyagi,
l’unico che sia riuscito a recuperare l’uso della voce.
"Ehm…" fa Ayako.
"Aaah!" questo è
Hanagata.
"Gulp…" Fujima,
ovviamente.
"Cazzo…" devo
davvero spiegarvelo?
E infatti…
"HISASHI!!!"
Ok, tutti hanno avuto modo
di commentare, e io li guardo molto soddisfatto: chi è il vero, unico,
immenso tensai?!
Proprio mentre i nostri
ospiti, ancora frastornati, si stanno avviando verso l’uscita, Shiro,
che non trova pace, e dal divano adesso è di nuovo in braccio al
volpacchiotto, decide di dimostrare di saper parlare, oltre che dormire
come un ghiro stanco:
"Kae-chan… mi
sposerai quando sarò grande?" chiede, esibendo una subdola faccina
angelica.
Mi volto di scatto… non
può essere!!! Un rivale di tre anni NOOOO!!! Ma come è possibile che
non possa mai stare tranquillo?!
Lo fulmino con lo sguardo,
mentre Kaede continua a tenerselo stretto contro il petto.
"Piccola serpe…"
sibilo.
La kitsune mi guarda
sollevando un sopracciglio, tipica e minacciosa mossa di quando ritiene
che io abbia detto qualcosa di sconveniente.
E allora io decido di
portare lo sguardo su quello che potrebbe rivelarsi un alleato
importante: nonostante i numerosi problemi di condivisione che abbiamo
avuto e che continueremo ad avere, mi abbasso ad accarezzare l’orrido
Seth e ne approfitto per bisbigliargli:
"Attacca, dritto al
polpacciotto!"
E finalmente, per una
volta, la palla di pulci obbedisce e parte all’assalto, avendo anche l’accortezza
di non farsi scoprire… con tutte le volte che ha dimostrato la sua
abilità per mettermi in cattiva luce, sapevo di mettermi nelle zampe di
un professionista.
Shiro scoppia a piangere,
anche se il micio non gli ha lasciato neanche un graffio compromettente,
e Ayako si fa avanti per calmarlo, seguita a ruota da Miyagi, che dopo
il bacio rivelatore ha ancora un sorriso un po’ imbarazzato e molto
ebete sul volto.
"Buono Shiro… cosa
è successo?!"
Il bambino continua a
lamentarsi, ma ormai non costituisce più un pericolo, sia perché è
passato nelle braccia della ex manager, sia perché sentiamo suonare il
citofono e sono proprio i signori Kuwata, tornati a prenderlo.
Mentre i nostri ospiti
lasciano la casa, mi accorgo di dover ancora ringraziare il mio alleato
per l’aiuto, e così mi abbasso di nuovo:
"Bella mossa,
belva!" mormoro al felino, dandogli una botta leggera sulla testa.
Come al solito lui fa finta
di nulla, esibendosi in una delle sue migliori recite di perfetta
innocenza e continuando a leccarsi il pelo.
"Hanamichi! – mi
riprende Kaede – Non fare male a Seth".
Ok, stavolta abbiamo
collaborato e mi è stato utile, ma quel gatto rimane un bastardo di cui
liberarsi al più presto, anche se adesso non posso fare nulla per
eliminarlo, visto che altrimenti perderei la possibilità di riscuotere
la promessa che mi ha fatto il volpacchiotto, quando siamo stati
interrotti…
E se ve lo regalassi per
Natale? Ehi, è un’adorabile palla di pelo, dolce, fuseggiante,
comprensiva, calma, affettuosa…
Non ve la bevete, eh?
Ok, stavolta non
insisterò, anche se era davvero un affare, ma non pensate di essere in
salvo ancora a lungo… prima o poi il modo per liberarmi di lui lo
troverò, e voi siete tutti avvisati.
Ah, dimenticavo… visto
che ci sono, e parlo anche per Kaede, vi faccio i miei migliori auguri
di BUON NATALE!!!
E ora, se non vi dispiace,
la kitsune ed io vogliamo stare un momento da soli: è un po’ che non
mettiamo alla prova il divano, e oggi, con il camino acceso e l’albero
illuminato, sembra proprio il giorno giusto…
"KAEEEEDEEE!!! AVEVAMO
UN DISCORSO IN SOSPESOOOOO!!"
23 Dicembre – the end
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